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La più bella ciclabile d’Europa: 2000 km attraverso 5 parchi nazionali

Durante la stagione bella, sono sempre più i turisti che si dedicano ad attività outdoor che permettano un ritorno ai ritmi più lenti. E il mezzo di trasporto slow per eccellenza è la bici: affrontando lunghe piste ciclabili immerse nella natura, si può godere di panorami incredibili e scoprire il lato più autentico di territori meravigliosi. In Europa c’è davvero l’imbarazzo della scelta, con ormai tantissimi percorsi ideali per una vacanza all’insegna dell’avventura. Ma la Green Velo è forse la ciclabile più suggestiva, con i suoi oltre 2000 km che racchiudono bellezze uniche al mondo.

La Green Velo in Polonia, un capolavoro

La Polonia è una destinazione turistica che, negli ultimi anni, ha acquisito un notevole fascino per i viaggiatori. Le sue splendide città d’arte, come Varsavia e Cracovia, sono solo parte delle meraviglie di questo territorio ricco di sorprese: è infatti impossibile non rimanere incantati dalla natura incontaminata e dai paesaggi rigogliosi che si snodano lungo tutto il Paese, da nord a sud. E qual modo migliore per andare alla loro scoperta se non in sella ad una bici? La Green Velo nasce proprio con questo proposito, ed è ben presto diventata una delle piste ciclabili più belle d’Europa.

Il suo percorso si dipana per oltre 2000 km, lungo il versante orientale della Polonia. Inaugurato nel 2015, affronta sia strade asfaltate che incantevoli sentieri circondati dai boschi, regalando ai ciclisti una vera e propria immersione nella natura. Verdi vallate e foreste incontaminate, fiumi spumeggianti e laghi d’acqua cristallina, città ricche di storia e piccoli borghi antichi: qui tutto è meraviglioso, e l’incredibile varietà di paesaggi che si possono ammirare (tra cui ben 5 parchi nazionali) garantisce una vacanza assolutamente indimenticabile.

Le tappe più belle della Green Velo

La Green Velo è una pista ciclabile davvero molto lunga, per cui è inevitabile dover scegliere alcune tappe da percorrere (a meno che non si abbia molto tempo a disposizione e un gran buon allenamento). Quali sono dunque le località più belle che si possono incontrare lungo questo itinerario? Il punto di partenza è l’incantevole regione di Masuria, conosciuta anche come Terra dei Mille Laghi. Il motivo è chiaro: deliziosi specchi d’acqua turchese punteggiano il territorio, regalando una visione mozzafiato. Non c’è posto migliore per rilassarsi un po’, dopo una bella pedalata.

Proseguendo pian piano verso sud, a dominare è ancora la natura: il suggestivo Parco Nazionale di Bialowieza è una riserva di grande importanza, dove oggi è possibile ammirare imponenti esemplari di bisonti europei. Se amate l’arte e l’architettura, una volta lasciati i fitti boschi di Bialowieza potrete andare alla scoperta di due meravigliose cittadine. La prima è Lublino, scrigno di storia e cultura – ma anche di specialità gastronomiche tutte da assaporare. La seconda è Zamosc, delizioso centro abitato rinascimentale da anni riconosciuto come Patrimonio UNESCO.

Tra i paesaggi più belli di questa regione, non possiamo fare a meno di annoverare quello del Parco Nazionale di Roztocze: qui è l’acqua a farla da padrone, tra fiumi impetuosi e splendide cascate. Il panorama cambia scendendo ancora più a sud. Antichissime montagne fanno da sfondo ad una natura selvaggia, dove si può ammirare i resti del suggestivo Castello di Krzyztopor e un vero capolavoro: la quercia più vecchia della Polonia. Infine, merita assolutamente una visita l’Itinerario dell’Architettura in Legno, un tuffo nella storia tra meravigliose chiese e antiche locande.

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Sposarsi e mangiare in bicicletta: succede in Danimarca

È un mondo inedito e sorprendente quello che possiamo scoprire a suon di pedalate quando siamo in viaggio.

Tra sentieri sterrati che attraversano la natura, piste ciclabili con vista sulla città e percorsi mozzafiato che costeggiano il lungomare l’avventura è assicurata ed è unica. Non stupisce sapere che sono sempre di più i viaggiatori che si approcciano al cicloturismo, che vanno alla scoperta di città, borghi e paesi semplicemente pedalando.

Eppure, esiste un luogo in Europa che, più di altri, è capace di trasformare anche una semplice pedalata in un’esperienza straordinaria. Quel luogo si chiama Danimarca ed è qui che a bordo di una bicicletta si può scoprire il territorio, ma soprattutto ci si può sposare oppure consumare un pasto preparato da uno chef.

Ristorante in bicicletta

Ristorante in bicicletta

Scoprire la Danimarca in bicicletta

Una premessa è doverosa: non vi stiamo parlando della Danimarca a caso, ma lo stiamo facendo perché questo Paese è uno dei territori ciclistici più importanti del mondo che nel mese di luglio 2022 ospiterà la partenza della più grande corsa ciclistica: il Tour de France.

Ma la storia d’amore tra il Paese e il ciclismo non si limita a questo evento. In tutta la Danimarca, infatti, sono presenti piste e percorsi ciclabili che si snodano per 12000 chilometri. Strade, queste, che tutti i giorni vengono attraversate dai cittadini – nove danesi su dieci possiedono una bicicletta – e dai viaggiatori. A Copenhagen, poi, le biciclette superano le auto di oltre 5 a 1.

La capitale danese, inoltre, è stata classificata più volte come la città più ciclabile del mondo. Ma se questo ancora non vi ha convinto a raggiungere il Paese con la vostra bicicletta, allora aspettate di conoscere tutte le esperienze che vi aspettano una volta giunti in Danimarca.

Tutto quello che puoi fare in Danimarca pedalando

Grazie alle piste e ai percorsi ciclabili presenti in tutto il Paese, sono molti i cittadini che hanno scelto di riporre le chiavi dell’auto per spostarsi solo ed esclusivamente su ruote. Un’attività, questa, che coinvolge tutti: single, famiglie, proprietari di animali e neo genitori. Non è raro, infatti, vedere genitori in sella a una cargo bike con il proprio bambino a dimostrazione che il cicloturismo, qui, è a prova di famiglia.

Ma non è tutto perché in Danimarca ci si può anche sposare in bicicletta. Durante l’iconica corsa del Tour de France, infatti, sarà possibile svolgere la cerimonia nuziale all’aperto al Fælledparken durante il festival ciclistico FestiVél.

E non è finita qui perché nella capitale danese è possibile consumare un pasto su una bicicletta. Lo chef ciclista Cykelkokken, infatti, ha ideato una Bike Cook: si va in giro per la città a scoprire le sue bellezze e poi ci si ferma a pranzare su una bicicletta che funge da ristorante e che offre piatti tradizionali della cucina territoriale.

Queste esperienze dimostrano che la Danimarca è davvero il Paese della bicicletta. Ma se pensavate che queste avventure già fossero abbastanza vi sbagliavate! Nella capitale, infatti, esiste anche un’impresa di pompe funebri che traporta le bare proprio con una bicicletta per fare un ultimo giro alla fine della propria vita.

Scoprire Copenhagen in bicicletta

Scoprire Copenhagen in bicicletta

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Castelnuovo Berardenga, il borgo ricco di itinerari ciclo-pedonali

Da molto tempo ormai la Toscana strizza l’occhio ad un turismo più sostenibile. E il piccolo borgo di Castelnuovo Berardenga ha colto l’occasione per sfruttare le sue incredibili bellezze naturali, dando il via ad una lunga serie di itinerari ciclo-pedonali per invogliare i visitatori a salire in sella alla loro bici (o a camminare), proteggendo l’ambiente e godendosi al contempo un panorama meraviglioso.

Castelnuovo Berardenga, le sue ciclovie

Piccoli borghi medievali, foreste rigogliose e splendide città d’arte: la Toscana è una regione ricca di meraviglie tutte da scoprire, e farlo in bici è una vera avventura. Immerso nella natura incontaminata delle colline senesi, là dove si producono vini così rinomati da essere apprezzati in tutto il mondo, il paesino di Castelnuovo Berardenga spicca non solo per la sua bellezza senza tempo, ma anche per il suo sempre più vivo interesse per il turismo sostenibile. È in quest’ottica che, negli ultimi anni, l’amministrazione ha scelto di puntare sullo sviluppo di infrastrutture alternative, in particolare adottando un’ampia rete escursionistica e diversi itinerari cicloturistici.

Il risultato di questo grande sforzo? Ben 193 km di sentieri per chi ama fare trekking e 227 km di ciclovie, alcuni dei quali hanno già visto la luce (o sono stati finalmente rimessi a nuovo) e altri solamente in progetto. Le sorprese sono tantissime, soprattutto per i visitatori appassionati di attività all’aria aperta. Si può andare alla scoperta di paesaggi naturali incredibili e di borghi dove il tempo sembra essersi fermato, e poi fermarsi ad assaporare le prelibatezze locali, accompagnando il tutto con un buon bicchiere di vino – o, perché no?, godersi una degustazione in qualche cantina senese.

Cosa vedere a Castelnuovo Berardenga

Incantevole paesino incastonato tra le colline, Castelnuovo Berardenga è la meta perfetta per un weekend fuori porta. Oltre ad offrire lunghe camminate e avventurosi percorsi in bici, possiede un immenso patrimonio artistico e culturale che spetta a noi svelare. Nel cuore del borgo, ad esempio, ci sono tante splendide architetture medievali che si snodano tra strette stradine e scalinate in pietra, ma anche antiche ville nobiliari che hanno accolto personaggi che hanno fatto la storia. Una delle più belle è Villa Chigi Saracini, eretta sulle rovine di un castello e circondata da un grande parco all’inglese: qui sembra proprio di fare un tuffo indietro nel tempo.

Giardino Villa Chigi

Il giardino di Villa Chigi

È invece allontanandosi un po’, tra vigneti rigogliosi e profumatissimi oliveti, che si giunge ad una delle piccole perle segrete di questo territorio. Stiamo parlando del borgo fortificato di San Gusmè, circondato da imponenti mura che sono ancora oggi in perfetto stato di conservazione, e che racchiudono il cuore pulsante di questo luogo magico. A non molta distanza si erge poi la suggestiva Certosa di Pontignano, realizzata verso la metà del ‘300 e più volte rimaneggiata, ma conservante comunque il suo fascino antico. Ormai divenuta di proprietà dell’Università di Siena, ospita spesso eventi e convegni.

Non può mancare, infine, una visita al Parco Sculture del Chianti: dove il lunare paesaggio delle crete senesi si interseca con una rigogliosa foresta, è nato un lungo sentiero che si immerge nella natura, sul quale si affacciano 26 installazioni provenienti da ogni parte del mondo. L’ampia varietà di materiali impiegati, di stili rappresentati e di arte nel suo significato più vasto fanno di questo vero e proprio museo a cielo aperto un’attrazione da non perdere.

Certosa di Pontignano

La Certosa di Pontignano

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La nuova ciclovia, tra paesaggi incontaminati e gastronomia

È stata annunciata la creazione di una nuova rete ciclabile, che avrà lo scopo di valorizzare il turismo rurale e il patrimonio enogastronomico, grazie a un accordo raggiunto tra pubblico e privato. Questo network di percorsi ciclabili sarà realizzato secondo gli standard europei (European Cyclists’ Federation) e ha tutte le carte in regole per diventare un nuovo itinerario di grande successo.

La Ciclovia delle Alpi Orobie

La rete di piste ciclabili si chiamerà “Ciclovia delle Alpi Orobie” e il progetto “Orobikeando”. Si svilupperà in Lombardia, tra le province di Bergamo e Sondrio, per poi risalire verso le Alpi Orobie bergamasche, proseguendo poi sul versante valtellinese e arrivando fino a Tirano, al confine con la Svizzera.

Polmone verde impreziosito da pittoreschi borghi e da ambienti incontaminati, il territorio delle Alpi Orobie è un gioiello naturalistico perfetto per gli amanti della natura e delle attività all’aperto.

Tante ciclabili ne fanno una sola

Per realizzare la nuova ciclovia saranno riqualificati e collegati tra loro i percorsi ciclabili già esistenti, realizzando una vera e propria rete ciclabile delle Orobie che darà un forte impulso al turismo e quindi anche all’economia delle province di Bergamo e Sondrio, territori ricchi di tesori paesaggistici ed enogastronomici.

In particolare, la ciclovia si svilupperà lungo una superficie di 795 chilometri e comprenderà 64 tracciati che si snoderanno nel territorio di 139 Comuni. Il 47% dei percorsi ciclabili passano su aree protette. Inoltre, la Valtellina, la Val Brembana, la Val Seriana e il Lago di Iseo circondano una catena montuosa imponente con cime fino a 3.000 metri, laghetti, torrenti e cascate.

Pensati con l’obiettivo di essere percorsi da tutti, i tracciati ipotizzati dallo studio di fattibilità saranno di difficoltà varia. Dalle ciclopedonali classiche, con sede propria, agli itinerari con strade moderate e a basso traffico. Senza dimenticare la viabilità agro-silvo-pastorale e le strade campestri.

Le eccellenze gastronomiche

La ciclovia attraverserà un territorio che è anche ricco di eccellenze agroalimentari. Si contano infatti cinque formaggi DOP, diversi vini e vitigni, la famosa bresaola, la mela I.G.P., l’olio e varai frutti.

Sul percorso, lo studio ipotizza anche diverse tipologie di servizi, dalle aree di sosta breve a quelle dedicate alla sosta escursionistica fino a quelle di sosta prolungate dove ristorarsi. A questi potranno affiancarsi punti ristoro mobili, servizi di prossimità, come bar, rifugi, aziende agricole, negozi, punti noleggio e guide turistiche.

Passo San Marco, Alpi Orobie

Il Passo San Marco sulle Alpi Orobie in provincia di Bergamo

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Tour dei Lose: 150 km in bicicletta alla scoperta della Brianza

Sono trascorsi esattamente due secoli da quando i coniugi Federico e Carolina Lose, entrambi affermati pittori, percorsero colline e monti della Brianza alla scoperta di un territorio unico e ricco di fascino. E oggi, per celebrare quell’importante viaggio che ha reso l’entroterra brianzolo una rinomata meta turistica lombarda, nasce il Tour dei Lose: un suggestivo percorso ciclabile tra arte e natura, una vera avventura di ben 152 km.

Il Tour dei Lose, il nuovo percorso ciclabile

Nell’aprile del 2022 è stato dunque inaugurato il Tour dei Lose, che nacque proprio due secoli fa. Le sue origini sono davvero particolari: nell’estate del 1822, i coniugi Lose (artisti di origine tedesca, da tempo residenti a Milano) decisero di scoprire i dintorni della loro città, esplorando quel territorio all’epoca quasi misterioso e decisamente poco conosciuto.

Addentrandosi tra le colline e le prime cime montuose della Brianza, i due pittori dipinsero una serie di stampe a colori – 24, per la precisione – che ottennero in breve tempo un successo strepitoso. E, soprattutto, diedero il via ad un ampio flusso turistico verso la natura incontaminata e i paesaggi suggestivi della regione brianzola, divenuta così meta prediletta per un weekend fuori porta o addirittura località dove acquistare una casa per le vacanze.

Oggi, per ricordare il viaggio intrapreso da Federico e Carolina, nasce il Tour dei Lose. Il loro itinerario è stato pian piano ricreato, anche sulla base dei loro splendidi quadri che ancora ci deliziano la vista. E nella guida Il Tour dei Lose, redatta da Renato Ornaghi, è possibile scoprire questo affascinante percorso all’insegna dell’arte e della natura, esplorando tappa dopo tappa e ammirando, al contempo, le incredibili opere pittoriche che i due coniugi ci hanno lasciato in eredità.

Questo percorso ciclabile ci permette di esplorare un paesaggio incantevole, che ha conservato intatto il fascino di una volta – quello stesso fascino che aveva meravigliato i coniugi Lose. Tutto in sella alla nostra bici, ovviamente: è un modo rispettoso ed intrigante per addentrarsi in questi territori così suggestivi, regalandoci un’esperienza outdoor lenta e sostenibile per l’ambiente.

Le tappe del Tour dei Lose

Questo affascinante tour ciclabile è lungo ben 152 km, ma ciò non deve spaventare i ciclisti meno esperti. Proprio per rendere l’avventura più agevole anche a chi vive la bici come un momento di relax, il percorso è stato suddiviso in 10 tappe ad anello della lunghezza di 30-45 km ciascuno, l’ideale per una gita fuori porta non troppo impegnativa.

Ogni anello ha assunto il nome di un importante personaggio celebre che è stato profondamente legato al territorio brianzolo: Teodolinda, Stendhal, Agostino, Leonardo, Cantù, Manzoni, Barbarossa, Segantini, Parini e Foscolo. E ciascun percorso è un vero scrigno di bellezze tutte da scoprire, tra paesaggi naturali mozzafiato e piccole perle architettoniche. Ma quali sono le tappe più suggestive da esplorare?

Una di esse segue il corso del fiume Lambro, affrontando una lunga pedalata tra bellezze della natura che lasciano a bocca aperta. Poi l’itinerario si addentra alla scoperta di alcune splendide ville del luogo, come Villa Trotti (situata a Verano) e la meravigliosa Villa Crivelli di Inverigo. Per gli amanti dei panorami più affascinanti, infine, non resta che pedalare verso le suggestive cascate della Vallategna, per poi scendere verso la Valle dell’Oro e il piccolo borgo di Civate, da cui si può ammirare il bellissimo lago di Annone.

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La Green Road dell’acqua è la più bella ciclabile d’Italia

Autentico “paradiso dell’acqua” per i cicloturisti: nel cuore della provincia di Trento, si snoda per 143 chilometri al cospetto di fiumi e laghi la Green Road dell’acqua, eletta nel 2021 come miglior ciclabile agli Italian Green Road Awards (insieme alla Ciclovia dei Parchi della Calabria).

Un attento lavoro di recupero di argini fluviali, strade e ferrovie dismesse per 113 chilometri, realizzato nell’arco di trent’anni dalla Provincia Autonoma di Trento, ha consentito di realizzare un unico percorso ad anello in più tappe che ha inizio in località Cadino di Faedo, nel comune di San Michele all’Adige, e attraversa ben 21 comuni prima di concludersi nel capoluogo.

L’itinerario, che consta di 138 chilometri riservati alle bici, 4 chilometri su strada a bassissimo scorrimento e l’ultimo chilometro percorribile in funivia al di sopra dell’Adige, è perfetto per un turismo slow a contatto con le eccellenze del territorio, in cui ognuno può pedalare al proprio ritmo e soggiornare in agriturismi, borghi oppure campeggi.

Il paradisiaco itinerario della più bella ciclabile d’Italia: la prima parte

mezzocorona

Veduta di Mezzorona

La prima parte del percorso ciclabile si snoda per 60,5 chilometri quasi esclusivamente pianeggianti con un dislivello in salita di 140 metri e 160 in discesa.

La partenza è dalla località Cadino di Faedo e l’arrivo è a Mori dove la Via dell’Acqua devia in direzione del Lago di Garda mentre la Via dell’Adige prosegue alla volta di Verona.

Il tratto iniziale, immerso tra i vigneti del Trento DOC, costeggia da subito il fiume Adige e incontra i borghi di Mezzocorona e Mezzolombardo nonché biotopi e siti naturali di interesse comunitario quali “la Rocchetta”, “la Rupe” e il sito “Natura 2000”, dimora ideale del gufo reale e di svariati uccelli migratori.

25 chilometri pianeggianti ed ecco poi il primo passaggio a Trento nel moderno quartiere delle “Albere”, progettato da Renzo Piano e sede del MUSE, il nuovo e prestigioso Museo delle Scienze della città.

Seguendo il corso del fiume, tra i meleti della Valle dell’Adige e i vigneti della Vallagarina, si raggiunge Rovereto, “Città della Pace” e sede del MART, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea.

La seconda parte: più impegnativa ma meravigliosa

Arrivati all’altezza di Mori, comincia la seconda parte dell’itinerario della Green Road dell’Acqua, più impegnativo del precedente, con lo stesso numero di chilometri ma un dislivello di 1040 metri in salita.

Da qui, si costeggia il biotopo del Lago di Loppio lungo il tracciato della vecchia ferrovia asburgica Mori-Arco-Riva: a metà una sosta interessante è quella all’Isola di Sant’Andrea, notevole sito di archeotrekking con accesso alle rovine del castrum dalla ciclabile.

Pedalando tra olivi secolari, ecco Nargole e Torbole sul Garda con vista impagabile sul lago: il tracciato punta verso nord costeggiando il fiume Sarca verso Arco, capitale dell’arrampicata sportiva, e poi oltre, nella zona della Valle dei Laghi dove la ciclopista si sviluppa in un ambiente di rara bellezza dominato dall’acqua.

È poi il momento di sfiorare la Riserva Naturale delle Marocche, dove lasciarsi sorprendere da un paesaggio lunare plasmato da sassi ciclopici, e raggiungere Sarche dove ha inizio il Parco Fluviale della Sarca”: una deviazione è d’obbligo per pedalare lungo le forre del Limarò, entusiasmante canyon.

Mentre si continua verso Trento, il paesaggio è immerso tra lecci e olivi abbracciati dalle montagne, e punteggiato dai laghi di Toblino, Santa Massenza e Terlago.

L’utimo tratto della Green Road dell’Acqua sale sul Monte Bondone e scende a Sardagna, punto panoramico privilegiato su Trento: da qui è possibile prendere la funivia oppure percorrere ancora un tratto in sella alla bici tra boschi di castagni fino al rione di Piedicastello.

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La Green Road dell’acqua

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Il Giro del Vino 50, in bicicletta tra borghi e vigneti

A nord di Trento, nella verde Valle plasmata dall’Adige e dai suoi affluenti e abbracciata da una cornice di vette che la riparano dalle correnti più fredde, si svela la Piana Rotaliana Königsberg, un territorio unico e vocato alla produzione di grappe e vini pregiati.

“Il più bel giardino d’Europa”, come lo definì Goethe nel suo Viaggio in Italia, vanta infatti un particolare microclima che permette la coltivazione di un vitigno autoctono da cui nasce un vino rosso dalla forte personalità e dal carattere inconfondibile: il Teroldego Rotaliano D.O.C. elegante, corposo e profondamente legato al territorio.
Si tratta della prima D.O.C riconosciuta in Trentino, le cui origini affondano nella notte dei tempi, l’Oro del Tirolo, evocativo di leggende.

Per andare alla scoperta di questa meraviglia tra Bolzano e Trento, è nato il progetto “Giro del Vino 50“, un suggestivo e appassionante percorso ad anello di 50 chilometri da percorrere in bicicletta al cospetto di borghi, masi, dolci colline, fiumi, vigneti, panorami mozzafiato godendo i profumi e i sapori dell’enogastronomia trentina.

Il Giro del Vino 50, i luoghi più belli della Piana Rotaliana

mezzolombardo

Veduta di Mezzolombardo

Ideale per gli appassionati di cicloturismo, il Giro del Vino 50 conduce alla scoperta di tutti e 6 i borghi della zona sconfinando anche verso Giovo in Valle di Cembra e verso Salorno a nord, in Alto Adige.

È un percorso ad anello che dà la possibilità di iniziare il tour in qualsiasi punto ed è adatto a tutti non essendo particolarmente impegnativo.
Gli itinerari sono due: quello a nord, pianeggiante, e quello a sud, con un dislivello maggiore e alcune salite ma, proprio per questo, più panoramico.

In sella alla bici, lo sguardo incontra paesaggi di rara bellezza, punteggiati da perle architettoniche e numerose aziende vitivinicole, dalle cantine sociali alle piccole realtà a conduzione familiare, da visitare per conoscere da vicino la produzione e degustare le eccellenze locali.

Crocevia di culture nel passato, la Piana propone una fusione tra enogastronomia e cultura ed è disegnata da ripide pareti rocciose che abbracciano vigne assolate, campi coltivati, dolci colline digradanti verso valle, chiese e palazzi nobiliari: è perfetta per un turismo lento, a stretto contatto con i luoghi e le loro tipicità.

I borghi che si incontrano conservano tracce del tempo che fu e si raccolgono attorno al loro fiume, l’Adige, che attraversa la valle da nord a sud: Lavis, dagli scorci che non si dimenticano, Mezzolombardo, centro enologico ai piedi del Monte Fausior, San Michele all’Adige, nato il 1 gennaio 2020, Mezzocorona, dalla pregiata produzione vitivinicola, Rovere della Luna, centro vinicolo, artigianale e industriale, e Terre d’Adige, nato dalla fusione di Nave San Rocco e Zambana.

In bici tra bellezza e gusto: informazioni sul tour

Per apprezzare al meglio l’affascinante percorso ad anello, il consiglio è quello di percorrerlo in senso antiorario: la segnaletica stradale direzionale è pensata in tal senso e, oltre alla posizione delle tappe sul territorio, fornisce informazioni dettagliate sulla natura del suolo e sui pregiati vini che vengono prodotti.

Sconsigliate sono le bici da strada a causa di alcuni tratti in ghiaia mentre le bici più adatte per il Giro del Vino 50 sono le Gravel, le bici da trekking con gomme di almeno 32 mm, e le e-bike, sia MTB che da turismo.

Infine, ecco come raggiungerlo: dalla ciclabile della Valle dell’Adige oppure comodamente in treno dalla stazione ferroviaria di Trento che dista pochi chilometri, dalle stazioni di Lavis e Mezzocorona e da tutte le borgate della zona che sono servite dalla ferrovia locale Trento-Malè.

bike trentino

In bici tra i vigneti