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Un ponte verde collegherà due laghi italiani

Un nuovo percorso, in fase di realizzazione, collegherà due laghi del Nord Italia: il Lago di Como e il Lago di Ceresio, il versante italiano del Lago di Lugano. Il “Ponte verde tra i due laghi” sarà un nuovo itinerario percorribile facilmente in bicicletta e che collegherà i Comuni di Argegno, sul Lago di Como, e quello di Claino con Osteno sul Ceresio.

Questo nuovo e meraviglioso percorso, immerso nella natura, porterà alla scoperta della storia di una valle ancora poco nota ai turisti, ma in forte crescita: la Valle d’Intelvi, con tappe nei musei, nelle chiese e nei numerosi reperti storici che s’incontrano lungo la strada.

Il “Ponte verde tra i due laghi”

L’ambizioso progetto turistico è stato messo a punto dai Comuni del Centro della Valle d’Intelvi e di Alta Valle Intelvi, con il contributo della Regione Lombardia, al fine di promuovere e di fare scoprire la valle a un vasto pubblico di cicloturisti e di e-biker.

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Fonte: 123rf

Il paese di Argegno sul Lago di Como

Un invito, insomma, a scoprire alcuni paesaggi mozzafiato e le tradizioni secolari offerti dalla Valle d’Intelvi e dal Lago Ceresio, rendendo possibile, agli appassionati della bicicletta, l’esplorazione del territorio in modo unico e coinvolgente. Lungo tutto il percorso saranno disponibili punti di ricarica per le e-bike.

Un itinerario tra storia e laghi lombardi

Tanti sono i punti di interesse che si potranno incontrare lungo il nuovo “Ponte verde tra i due laghi”. A partire dal borgo di Erbonne, un microscopico borgo alpino a cavallo tra Italia e Svizzera che è una perla rara e dove il tempo sembra essersi fermato.

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Fonte: 123rf

Il piccolo borgo di Erbonne in Val d’Intelvi

Questo piccolissimo villaggio isolato, a quasi mille metri di quota, sul versante italiano del Monte Generoso, raggiungibile da una strada tortuosa che, d’inverno, con la neve spesso viene chiusa (quando è innevato sembra un vero presepe), conta solamente una decina di abitanti, un po’ italiani e un po’ svizzeri. Il suo isolamento lo caratterizza da sempre.

La sua storia è antichissima. Il villaggio di Erbonne, infatti, ha origine preromana e risale a ben 3mila anni fa, precedendo di 300 anni persino la fondazione di Roma.

Un altro borgo attraversato dall’itinerario è Sighignola, soprannominata “il balcone d’Italia”, da cui poter ammirare tutto l’arco alpino con il Monte Rosa e il Cervino e i laghi, di Ceresio e di Lugano e, nelle giornate limpide, persino il Lago Maggiore. Sorge sul confine italo-svizzero, tra il Comune italiano di Alta Valle Intelvi e quelli svizzeri di Arogno e Lugano.

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Fonte: 123rf

Il paese di Ceresio, affacciato sull’omonimo lago (anche chiamato Lago di Lugano)

Una delle attrazioni da non perdere lungo il tragitto è il Santuario San Pancrazio del 1186, che si trova in località Ramponio, lungo un percorso che, un tempo, collegava Scaria, Verna e Osteno, dove nell’antichità viveva la comunità medievale Vestobbia.

Dell’edificio originale oggi restano solo il campanile e l’abside romanica trasformata in una cappella intorno al XVI-XVI secolo.

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In Sardegna al lavoro la prima rete di bike hotel

Quando si pensa ad una vacanza in Sardegna, una delle prime immagini che ci vengono in mente è una spiaggia meravigliosa, poco affollata e lambita da acque cristalline: in realtà, l’isola ha molto altro da offrire, e non solo durante la stagione estiva. È, ad esempio, la meta perfetta per fare eco-turismo, concedendosi un’esperienza slow in sella alla propria bici. A questo proposito, nasce la prima rete di bike hotel per accogliere tutti quei visitatori che vogliono andare su due ruote alla scoperta delle località più suggestive della Sardegna.

La rete di bike hotel in Sardegna

Sempre più spesso, i turisti scelgono di viaggiare in modo più responsabile e sostenibile, riducendo le proprie emissioni senza però rinunciare alla bellezza della scoperta. E la bici è il mezzo di trasporto ideale: economico, green e persino divertente, permette di raggiungere distanze anche piuttosto lunghe ammirando nel contempo paesaggi meravigliosi. In Sardegna, nasce adesso la prima rete di bike hotel per soddisfare proprio questa esigenza in crescita. Si tratta di 25 strutture ricettive, sparse tra la costa occidentale e l’entroterra sardo, dedicate proprio all’accoglienza di coloro che viaggiano in bici.

Ma che cosa significa, nello specifico, prenotare un soggiorno presso un bike hotel? È un’esperienza a tutto tondo, realizzata proprio per poter vivere una vacanza all’insegna della scoperta del territorio su due ruote, senza doversi preoccupare di null’altro che pedalare. Le strutture che aderiscono all’iniziativa si fanno carico infatti di tutto quello di cui c’è bisogno: dal trasporto in navetta al ricovero delle bici, dall’organizzazione degli itinerari adatti a ciascun ospite ai suggerimenti sulle esperienze da fare nei dintorni. E se non avete un mezzo di trasporto con cui muovervi, potrete noleggiare una bici in loco e godervi l’avventura.

Le località da visitare

Al momento, la rete di bike hotel include 25 strutture che coprono una buona parte della Sardegna occidentale. Una delle zone senza dubbio più affascinanti è quella che copre la provincia di Sassari, dove si snodano alcuni dei sentieri migliori da affrontare in sella alla propria bici. È il caso del tour tra le mura di Castelsardo, grazioso borgo affacciato sul mare che vanta un centro storico di stampo medievale: dura tre ore e ha un dislivello di 500 metri, perfetto dunque per chi ha un minimo di praticità sulla due ruote.

Per chi ama la natura incontaminata, c’è poi il tour dell’isola dell’Asinara: dopo aver lasciato il traghetto, ci si immerge nel verde del Parco Nazionale dell’Asinara, ammirando la fauna selvatica e i panorami più suggestivi – tra cui una vista mozzafiato sulla famosa spiaggia di Stintino. Un po’ più impegnativo è il tour di 7 giorni tra i borghi del nord-ovest della Sardegna, che attraversa città magnifiche come Alghero, Bosa, Sassari e Castelsardo: si possono scoprire non soltanto paesaggi da sogno, ma anche antiche tradizioni e culture che rendono quest’isola così speciale.

È invece in provincia di Oristano che ci si può concedere il tour della Penisola del Sinis, tra spiagge incantevoli e selvagge. Si tratta di un’intera giornata passata in sella, alla scoperta di un’oasi dall’aspetto paradisiaco, immersa nella macchia mediterranea. Mentre l’itinerario del benessere, che conduce proprio verso la città di Oristano, è un’esperienza di una settimana che offre la possibilità di vivere paesaggi meravigliosi ed esperienze di ogni tipo, dalle degustazioni enogastronomiche al viaggio attraverso le testimonianze dell’antica civiltà nuragica.

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Itinerari in bicicletta a pelo d’acqua: i più belli in Italia

Siete appassionati di ciclismo e amate pedalare senza fretta alla scoperta di territori che sanno trasmettere, oltre alle bellezze paesaggistiche, storia, natura, cultura ed enogastronomia?

Allora, rimarrete senz’altro estasiati dal progetto “Bici a pelo d’acqua“, l’ambizioso progetto che unisce Italia e Svizzera con itinerari di circa 270 chilometri lungo le reti cicloturistiche riconosciute dalla Regione Piemonte di cui l’acqua è il filo conduttore: un coinvolgente “viaggio senza frontiere” che costeggia fiumi come il Rodano, il Toce, il Ticino e il
Sesia, laghi come quello di Mergozzo e di Orta e una fitta rete di canali irrigui che portano la vita in risaia.

Le azioni progettuali si sviluppano partendo dalle vallate alpine del Vallese, per attraversare il Passo del Sempione o più comodamente usufruire del treno+bici da Briga a Domodossola, fiancheggiando i fiumi e i laghi, fino alle colline vitivinicole novaresi, territori da attraversare con lentezza, in bicicletta o a piedi, per gustare poco alla volta tutta la loro ricchezza vibrante di cultura, paesaggi, profumi e sapori, pedalando dolcemente fino alla pianura risicola e al suo capoluogo Novara.

“Bici a pelo d’acqua”, un viaggio senza frontiere

270 chilometri di ciclovie su 4 tracciati, per bici ed e-bike: la Via del Mare, la Pedemontana, la Via del Ticino e del Lago Maggiore e la Route du Rhône; itinerari uniti dal tema dell’acqua che si ritrova lungo tutto il percorso, tra fiumi, laghi, canali irrigui e risaie, dalla Svizzera col canton Vallese, passando per l’Ossola, il Lago d’Orta, e il Novarese fino alle risaie della Bassa e ancora il Ticino, oppure percorrendo la provincia da ovest a est lungo la Pedemontana.

Si tratta di percorsi adatti a ogni tipo di età e categoria, che si snodano su ciclovie, ovvero percorsi misti, greenway, strade sterrate di campagna, strade a basso traffico (spesso comunali o provinciali) dove il limite di velocità per gli automezzi è di solito posto tra i 30 e i 50 km/h: in questo modo, il ciclista ha l’occasione di pedalare ammirando i piccoli borghi con i loro castelli, il paesaggio che varia dalle montagne alle colline, ai laghi, ai fiumi e a bordo delle risaie della pianura risicola novarese con le antiche cascine ricche di testimonianze che richiamano i tempi passati con la storia delle mondine.

Gli itinerari tra luoghi a dir poco magici

Diamo ora uno sguardo alle principali località toccate da “Bici a pelo d’acqua” e partiamo con Domodossola, che si sviluppa attorno a Piazza del Mercato con portici quattrocenteschi ed edifici del XV e XVI secolo e vanta pregevoli collezioni nei suoi notevoli musei, per arrivare a Omegna, nel punto più settentrionale del Lago d’Orta, lambita dal torrente Nigoglia, che ha la particolarità di scorrere verso Nord: è nota per aver dato i natali a Gianni Rodari cui è dedicato il Parco della Fantasia, parco letterario dove perdersi tra i suoi racconti e le filastrocche per imparare giocando.

Ancora, ecco Pella, delizioso borgo di riviera con l’ animata piazzetta. Più avanti si arriva a Ronco Inferiore, raccolta località medievale che si specchia in acqua. In località Prorio, si trova l’attracco per raggiungere il borgo di Orta e l’Isola di San Giulio (la bici può essere caricata sul battello).

Il percorso si snoda sul lungolago toccando le località di Lagna, Villa Castelnuovo, Pascolo fino a giungere al Lido di Gozzano, tra boschi e canneti, in regione Buccione Vecchio.

In località Buccione si ammira l’antica Casa del Vescovo (luogo di sosta del clero che attendeva di imbarcarsi per l’Isola di San Giulio) mentre in centro a Gozzano da vedere sono la Collegiata di San Giuliano e l’antica Chiesa di San Lorenzo.

Poi, arriviamo a Borgomanero, città attiva e vivace sorta in epoca altomedievale, dove meritano una sosta la Collegiata di San Bartolomeo, l’Oratorio di San Leonardo e Villa Marazza, e a Novara, dove lo sguardo viene subito attirato dall’imponente Cupola della Basilica di San Gaudenzio: il centro storico vanta altrettanti luoghi di interesse come il Duomo antonelliano di Santa Maria, il Complesso Monumentale del Broletto e i Palazzi del Chiostro della Canonica.

Per concludere, ammiriamo Romagnano Sesia, immerso tra i vigneti delle Colline Novaresi, con l’ottocentesca Villa Caccia, sede del Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia, e il Mulino Vecchio di Bellinzago, oggi l’unico funzionante e in buono stato di conservazione tra i numerosi mulini ad acqua della Valle del Ticino.

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Firenze su due ruote, a caccia dei luoghi di “Amici Miei”

Visitare Firenze attraverso i luoghi del film “Amici miei”, con un uno speciale itinerario che si snoda tra 20 location nel centro e nella periferia del capoluogo toscano, per ripercorrere in sella le più divertenti scene di uno dei film più conosciuti ed amati di tutta la storia della commedia italiana. Bici Miei è la novità di quest’anno, all’interno del calendario di Firenze Insolita 2023, l’evento che unisce cineturismo e cicloturismo. Un’occasione unica per tutti coloro che desiderano riscoprire i luoghi set del capolavoro di Mario Monicelli.

In bicicletta a Firenze, sulle tracce di “Amici miei”

Organizzata dall’Associazione Culturale Conte Mascetti, con il Comune di Firenze in collaborazione con FIAB Firenze Ciclabile, l’iniziativa – in programma per sabato 14 ottobre dalle ore 10.00, per una durata di circa 3 ore – vuole offrire ai fiorentini e ai turisti la possibilità di ripercorre tutti i luoghi di “Amici miei” nell’area metropolitana: dal Giardino dell’Orticoltura, dove il Mascetti ha un malore al termine del secondo atto, fino al Bar Necchi, dalla Villa del Sassaroli fino a raggiungere lo scantinato del Mascetti, guidandoli in un racconto fresco e divertente, ma soprattutto ecologico e salutare. Tutto questo in sella alla bicicletta, permettendo così di conoscere Firenze da una prospettiva diversa.

Quarantotto anni dopo l’uscita nelle sale del capolavoro partorito dalla fantasia di Pietro Germi, e reso immortale da Mario Monicelli e dalle interpretazioni di Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Duilio Del Prete, Gastone Moschin e Adolfo Celi – con l’aggiunta di Renzo Montagnani nel secondo e terzo capitolo – la leggenda continua tra le strade della città.

Non sono poche le commedie italiane che rendono omaggio alle due ruote. Tra i film girati in Toscana che celebrano il mondo della bicicletta, oltre alla leggendaria Coppa Cobram di Fantozzi, rievocata proprio a Firenze nel 2017 e 2018, c’è il cult senza tempo “Berlinguer ti  voglio bene”, di Giuseppe Bertolucci, con la scena del passaggio offerto da Bozzone a Mario Cioni. Altro film indimenticabile è “Ricomincio da tre”, in cui Massimo Troisi dice a Lello Arena di “farsi leggero” per essere portato sulla canna della bicicletta in San Niccolò. Non si dimentica nemmeno Leonardo Pieraccioni nel suo film campione di incassi “Il Ciclone”, in cui sembra quasi voler omaggiare la pellicola di Bertolucci di vent’anni prima, riscendendo in paese come Carlo Monni e Roberto Benigni.

Un set cinematografico a cielo aperto: il tour a piedi

Mercoledì 1° novembre si celebra ancora Firenze come set cinematografico a cielo aperto, questa volta visitando la città a piedi attraverso due percorsi di cineturismo. I partecipanti verranno accompagnati tra le vie e le piazze di Firenze, guidati in un racconto fresco e divertente che farà rivivere i film nei luoghi dove sono stati ambientati, con informazioni e curiosità del capoluogo toscano, che renderanno la passeggiata un’esperienza ancora più affascinante e indimenticabile.

Sono previsti due momenti: al mattino, con partenza alle ore 10.00, e al pomeriggio, con partenza alle ore 16.00, con un percorso dedicato all’insieme dei film ambientati in città. Dalle commedie toscane, come i film di Pieraccioni e Francesco Nuti, all’immancabile “Amici Miei”, alle produzioni hollywoodiane come “Inferno” e “Hannibal” fino a un classico fiorentino come “Le Ragazze di San Frediano”. Per entrambi i tour è previsto al termine un brindisi al Supercazzola Store per scoprire i vini firmati La Tognazza, azienda nata dal grande Ugo e portata avanti oggi dal figlio Gianmarco, nella nuova bottiglia e nelle nuove etichette illustrate da Pau dei Negrita, accompagnati dall’immancabile rinforzino del Mascetti e tante altre sorprese.

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Tutte le piste ciclabili portano a Grado

Se c’è una città bike friendly in Italia, questa è Grado. La cittadina del Friuli-Venezia Giulia, affacciata sull’omonima laguna e collegata alla terraferma da una sottile striscia di sabbia, si estende su 90 chilometri di costa e regala spazi naturali molto vasti da godere in bicicletta.

L’Anello di Grado

Grado è crocevia di diversi itinerari da percorrere pedalando per scoprire la città e i suoi magnifici dintorni. Il più famoso – e anche facile – è l’Anello di Grado un percorso pianeggiante lungo undici chilometri, che si snoda tra le piste ciclabili cittadine, perfetto per scoprire Grado e i suoi angoli più nascosti.

La Grado – Punta Sdobba

Dalla città parte un itinerario ciclabile che porta fuori, il Grado – Punta Sdobba. Lungo 17,8 km, è totalmente pianeggiante e, dalla cittadina balneare, porta al villaggio di pescatori di Punta Sdobba, proprio sulla foce del fiume Isonzo. Lungo il percorso è possibile fermarsi al centro visite di Valle Cavanata, che si trova circa a metà strada, e al centro visite del Caneo, vicinissimo a Punta Sdobba ottimi luoghi per l’osservazione degli uccelli acquatici e delle piante palustri.

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Fonte: @Nicola Brollo

Il porto di Grado

Itinerari naturalistici in bicicletta

La Laguna di Grado, con il suo scenario naturale, incontaminato e ricco di biodiversità, è l’habitat ideale da scoprire in bicicletta. Diversi itinerari ciclabili collegano la città alle due riserve naturali di Valle Cavanata e Foce dell’Isonzo – Isola della Cona. Sono le oasi preferite dagli amanti del birdwatching e da chi viene qui per fare escursioni in sella ai cavalli bianchi Camargue che, per le loro caratteristiche fisiche, si sono particolarmente adattati all’ecosistema della riserva.

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Fonte: @Francesco Morongiu

L’Isola della Cona nella Laguna di Grado

In Valle Cavanata si possono avvistare caprioli, germani, canapiglie, folaghe e gallinelle d’acqua), mentre lungo la pista ciclabile che costeggia il tratto meridionale del Canale Averto, percorribile fino al Cancello a Mare, si giunge a un punto panoramico della riserva dal quale ammirare un tratto di spiaggia incontaminato frequentato spesso da aironi, folaghe ed altri uccelli marini.

Bike & boat

Nella Laguna di Grado ci sono alcune isole che meritano di essere visitate. Si possono raggiungere con il traghetto, anche con la bicicletta al seguito e anche nel periodo autunnale. Da non perdere è sicuramente l’escursione all’Isola di Barbana, un’isoletta intrisa di spiritualità, meta di pellegrinaggio, visto che ospita il Santuario della Beata Vergine Maria, e di gite all’insegna della pace, della meditazione e del relax.

Merita una gita anche l’isola Mota Safon, che incantò Pierpaolo Pasolini al punto da spingerlo a girarvi alcune scene del film “Medea” con Maria Callas. E, infine, la piccola isola di pescatori di Anfora e Porto Buso, e di Francamela, che d’estate sono frequentate dai turisti per via delle spiaggette isolate e del mare è trasparente, dove si possono anche assaporare le specialità di mare circondati dall’ambiente suggestivo della laguna.

La Ciclovia Alpe Adria

Ma Grado è anche luogo di passaggio di numerose ciclovie che la attraversano. Qui arriva la Ciclovia Alpe Adria che, da Salisburgo, in Austria, giunge nell’”isola del Sole” dopo ben 400 km e aver attraversato paesaggi montani, collinari e lagunari. Frutto del progetto di cooperazione transfrontaliera italo-austriaco, da Grado si può quindi percorrere l’ultimo tratto raggiungendo le città di Aquileia, tra le più ricche dell’Impero Romano tanto da essere soprannominata “Seconda Roma”, di Palmanova, la celebre “città stellata” riconosciuta dall’Unesco per la sua affascinante pianta poligonale a stella con nove punte, e infine di Udine, custode delle opere del Tiepolo.

La Ciclovia del Mar Adriatico

Un’altra famosa pista ciclabile che passa per Grado è la Ciclovia del Mar Adriatico (o Ciclovia FVG-2), un itinerario ciclabile che rientra nel progetto “AdriaBike“, la ciclovia dell’Alto Adriatico, lunga oltre mille km e che collega Tarvisio a Ravenna e che è parte integrante dell’itinerario europeo Eurovelo n. 8 che va da Cadice, in Spagna, ad Atene, in Grecia, attraversando mezza Europa. Un tratto tocca Grado e può essere percorsa in direzione di Trieste o di Lignano Sabbiadoro.

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In barca e bicicletta lungo la Litoranea veneta

A volte, per valorizzare un territorio e creare un itinerario turistico è necessario che più attori facciano la loro anche se pur piccola parte. Non sempre le grandi istituzioni hanno la possibilità di realizzare un progetto e di lanciarlo sul mercato.

È il caso di un bellissimo itinerario, sfruttato già dai Romani e messo a sistema dalla Serenissima, che per secoli ne curò il perfetto funzionamento, e oggi rinato grazie all’aggregazione di più imprese per valorizzare le vie d’acqua del Veneto, le cosiddette Veneto Waterways, e il patrimonio naturale, artistico e culturale a loro legato offrendo proposte turistiche esperienziali e slow.

A mettere nero su bianco questo nuovo itinerario è stato Gianni Pasin, imprenditore veneto e autore della guida “Rotta su Venezia. In barca e in bici (bike & boat) lungo la litoranea veneta. Da Chioggia a Trieste” (Ediciclo Editore).

L’itinerario proposto è consigliabile farlo in barca navigando lungo le antiche vie d’acqua, solcando lagune, fiumi e canali, naturali o artificiali, della Litoranea veneta, quel sistema che collega il Po al Golfo di Trieste. Ma lo si può ripercorrere anche in bicicletta, che ora è tanto di moda.

In barca sulla Litoranea del Veneto

Il percorso in barca parte da Chioggia, nella laguna a Sud di Venezia, e si conclude a Muggia, poco oltre Trieste, per un totale di 180 chilometri lungo la Litoranea veneta. Si tratta di un’idrovia che si estende dalla laguna di Venezia, in parallelo alla costa fino alla foce del fiume Isonzo, per una lunghezza di circa 127 km (68,5 nel Veneto e 58,5 nel Friuli-Venezia Giulia).

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Fonte: 123rf

I paesaggi abitati lungo le vie d’acqua venete

Questo sistema di navigazione è formato da canali che si snodano tra le lagune di Venezia, Caorle, Marano e Grado e che attraversano i fiumi Sile, Piave, Livenza, Lemene, Tagliamento, Stella e Isonzo. Le possibili varianti al percorso sono infinite.

I luoghi dell’itinerario

I principali luoghi di interesse attraversati dall’idrovia comprendono Chioggia, Venezia e le isole della laguna veneta, Cavallino Treporti, Jesolo, Caorle, Bibione, Lignano Sabbiadoro, la laguna di Marano, Grado, la foce dell’Isonzo, Trieste e Muggia. A questi si aggiungono poi quei luoghi dell’immediato entroterra come Padova, Treviso, Quarto d’Altino, San Donà di Piave, Concordia Sagittaria, Portogruaro, Precenicco e Aquileia.

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Fonte: 123rf

Il paesaggio veneto lungo le vie d’acqua

Il territorio

Un territorio, questo, formatosi molti secoli fa e che oggi regala non soltanto bellissimi centri abitati ma anche una biodiversità unica in Italia. Dune, paludi, spiagge, bonifiche, boschi abitate da aironi, fenicotteri, oche selvatiche, cigni e germani reali.

I servizi turistici

L’itinerario non potrebbe essere turistico senza l’intervento dei cosiddetti “guardiani del territorio”, pescatori, agricoltori, vignaioli e artigiani che ancora oggi contribuiscono a conservare questo patrimonio di cultura e di bellezza. E di tutti quegli operatori nati intorno alle vie d’acqua in grado di offrire servizi turistici come visite, escursioni e mille altre esperienze, incluse quelle enogastronomiche e gli alloggi.

Soggiornare sulle vie d’acqua

Poiché i tour in barca e bicicletta possono durare anche alcuni giorni, sono previsti pernottamenti direttamente sulle houseboat con cui si naviga o in bed and breakfast, anche di charme, o ancora appartamenti galleggianti, che s’incontrano lungo il percorso.

Non mancano i punti di ristoro, anche molto particolari, come i tipici casoni, quegli edifici rurali con il tetto ricoperto di paglia, trabucchi impiantati direttamente nell’acqua, agriturismi e piccoli chioschi che servono i prodotti del territorio a chilometro zero.

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Fonte: 123rf

Un tipico casone veneto
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Danimarca in bicicletta: tre itinerari per scoprire il Paese più bike-friendly

In Danimarca quasi tutti vanno in bicicletta. Nel Paese, ci sono circa 0,8 biciclette per ciascun abitante. Muoversi in bici non è solo facile, ma fa anche parte della loro cultura. L’amore per le due ruote è nel DNA dei danesi e sortisce persone come il campione Jonas Vingegaard che ha vinto Tour de France 2023.

Merito della conformazione del territorio danese, “piatto come un pancake”, dicono, ma anche del fatto che le distanze tra un’attrazione e l’altra sono brevi, e soprattutto delle magnifiche piste ciclabili che sono state realizzate, separate dalla strada da cordoli. In Danimarca, le città sono progettate per la sicurezza sulle due ruote e il design urbano è un po’ un’ossessione per i danesi.

Ecco perché la Danimarca è il Paese ideale per fare una vacanza in bicicletta. In questo luogo così bike-friendly è facile noleggiare una bicicletta e pedalare su percorsi anche a lunga distanza. Ve ne suggeriamo tre per andare alla scoperta dei luoghi più belli della Danimarca.

Tour di Copenhagen in bicicletta

Dopo il successo del Grand Départ del Tour de France, la cui prima tappa era una corsa a cronometro a Copenhagen, ora gli appassionati di ciclismo possono provare in prima persona la pista della gara. È un tour perfetto per scoprire tutte le anime della Capitale danese in una volta sola.

L’itinerario di 13 chilometri si snoda nel quartiere di Nørrebro, lungo i laghi e fino agli spazi verdi di Østerbro. I laghi sono il luogo ideale per concedersi una pausa e godersi un po’ di relax al tavolo all’aperto di un bar.

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Fonte: ©Kim Wyon

La storica fortezza di Kastellet a Copenhagen

Si prosegue passando davanti alla storica fortezza di Kastellet, alla Statua della Sirenetta e, infine, al Palazzo di Amalienborg, residenza ufficiale della famiglia reale. Lungo il percorso si possono visitare alcune delle principali istituzioni culturali del Paese come il Centro di Architettura Danese, la Galleria Glyptotek e il Museo del Design della Danimarca per poi continuare attraverso il centro città e sul lungomare fino alla linea del traguardo.

Le biciclette a noleggio sono disponibili in molti hotel e negozi di Copenhagen o attraverso il servizio di bike sharing della città.

Lungo la ciclabile dei castelli

Quest’anno l’isola di Fionia, regione natale di Hans Christian Andersen, inaugura un nuovo percorso ciclabile: la Castle Route o pista dei castelli. La Fionia e le sue isole ospitano più castelli e manieri di qualsiasi altro luogo della Danimarca, 123 in totale, e questo percorso di 660 km è studiato per toccarne ben 50, pedalando tra magnifiche coste e terreni coltivati e passando da un’isola all’altra lungo una strada punteggiata di negozi di prodotti tipici e di bed & breakfast caratteristici e glamping dove soggiornare.

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Fonte: ©Daniel Villadsen

Il castello di Sønderborg in Danimarca

Tra i punti di maggiore interesse che s’incontrano lungo la Castle Route ci sono il Museo Vichingo di Ladby, il Museo della Guerra Fredda della fortezza di Langeland, il Museo delle Fiabe di Odense (dove è nato Andersen) e l’originale Museo della Patata. Poi ci sono le isole, come l’incantevole isola di Ærø, con le sue case sul mare, le spiagge e le magnifiche scogliere e l’isola di Langeland, con le sue spiagge e le vedute sull’arcipelago. Il tutto, attraversando splendidi paesaggi fatti di vigneti, un giardino botanico di piante medicinali, pianure abitate da cavalli selvatici, fauna marina e uccelli.

Una particolarità della Fionia sono le sue stazioni di servizio per biciclette. Lungo la strada ce ne sono addirittura 30, con pompe, acqua e attrezzi, tutte a uso gratuito per i ciclisti. Esiste anche una rete di Bike Friends ovvero dei volontari pronti ad aiutare i ciclisti in caso di problemi con la bici o anche solo per riempire la borraccia d’acqua.

Danimarca cost-to-coast

Questo itinerario è dedicato a chi è davvero appassionato di bicicletta, in quanto è più impegnativo degli altri due. È un nuovo percorso ad anello lungo 236 km attraverso lo Jutland meridionale (Sønderjylland in danese), che va dal Mare dei Wadden al Mar Baltico e ritorno. L’itinerario collega le cittadine di Haderslev e Aabenraa – sulla costa orientale – a Tønder e all’isola di Rømø, nel Mare dei Wadden, sulla costa occidentale.

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Fonte: ©Niclas Jessen

In bicicletta per le strade di Tønder, Jutland meridionale

Con i suoi suggestivi panorami scolpiti dall’ultima era glaciale da una parte e le sue distese pianeggianti, ideali per i ciclisti dall’altra, lo Jutland meridionale è già una destinazione nota agli amanti delle due ruote. Questo nuovo percorso, infatti, si aggiunge alle tradizionali piste ciclabili della penisola, tra cui la West Coast Route (sulla costa Ovest), la Baltic Sea Route (lungo il Mar Baltico) e la Flensburg Fjord Route (lungo il Fiordo di Flensburgo).

L’itinerario coast-to-coast si può suddividere in due circuiti più brevi, uno di 142 km a Est e uno di 154 km a Ovest, così da completare il viaggio in una settimana, con tappe lungo la strada.

Tra le principali attrazioni che ci sono lungo il percorso si trovano il Castello di Gram e il suo tradizionale tavolo delle torte, con 24 tipi diversi di dolci, la Marsk Tower, una torre d’acciaio che s’ispira alla forma di una molecola di DNA, con vista sul Parco Nazionale del Mare dei Wadden, il Castello di Brundlund ad Aabenraa e il Tørning Mølle, un antico mulino ad acqua vicino a Haderslev.

Si passa in bicicletta anche dalla strada più bella della Danimarca, la Møgeltønder, con le sue case dal tetto di paglia, i viali di tigli e il palazzo reale di Schackenborg. Lungo il tragitto si può vedere anche la Linea di difesa settentrionale, costruita dai tedeschi durante la Prima guerra mondiale. Molti degli 800 bunker e degli edifici costruiti al confine con la Danimarca sono ancora intatti.

E poi c’è la natura: il paesaggio che si attraversa comprende paludi, riserve di cervi, isole spettacolari e il Parco Nazionale del Mare dei Wadden, dichiarato patrimonio dell’Unesco.

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Nuove escursioni sulle orme del Perugino

Tra le innumerevoli iniziative che l’Umbria ha messo in campo per celebrare i 500 dalla morte del Perugino (tra cui va segnalata la Mostra monografica allestita presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia) prende vita il progetto turistico “Il Perugino per tutti“, escursioni gratuite tra luglio e settembre in e-bike e navetta.

Si tratta di un nuovo percorso permanente che attraversa il ricco territorio di Foligno, Spello e Assisi e vede come protagonista il magnifico paesaggio umbro, per omaggiare un Maestro, il “Divin Pittore” Pietro Vannucci, che trasse ispirazione da paesaggi veri che idealizzò e poi rese immortali nei suoi capolavori: calanchi, scoscese scarpate, verdeggianti colline, fiumi, torrenti, boschetti, piccoli paesi e specchi d’acqua che sono tuttora riconoscibili nella sua terra natia.

“Il Perugino per tutti”: un’esperienza unica nelle terre umbre

L’obiettivo del progetto “Il Perugino per tutti”, patrocinato e finanziato dalla Regione Umbria con il cofinanziamento dei Comuni promotori di Foligno, Assisi e Spello, è quello di far vivere ai visitatori locali e ai turisti italiani e stranieri un’esperienza immersiva nelle terre umbre raccontate dal Perugino, proponendo un itinerario alla scoperta di quattro grandi opere d’arte del Maestro in ebike e navetta, percorrendo il ricco e affascinante paesaggio tra le città di Foligno, Spello e Assisi.

Le 9 escursioni (sei in navetta e tre in ebike) gratuite e su prenotazione obbligatoria, si svolgeranno dal 22 luglio al 9 settembre, e, traendo spunto dall’attenzione del Perugino per il paesaggio naturalistico e l’esaltazione degli elementi naturali, condurranno lungo un percorso itinerante in 3 tappe per 4 opere che rappresentano l’espressione dell’intera carriera dell’artista dagli esordi alla conclusione della sua attività.

Ad Assisi, l’opera del Perugino è custodita all’interno della Basilica di S. Maria degli Angeli: si tratta de ‘La Crocifissione’ (1485-1486). Il dipinto, frammentario, trova posto sulla parete posteriore esterna della chiesa della Porziuncola che faceva parte del coro nel 1485. Il coro viene abbattuto nel 1569, all’avvio dei lavori per la nuova monumentale Basilica.

Foligno, invece, l’opera del Maestro si trova all’interno dell’Oratorio della Nunziatella ed è ‘Il Battesimo di Cristo’ (1508-1513), un affresco che fa parte della decorazione voluta dal rettore della società dell’Annunziata Giovanni Battista Merganti per la cappella di San Giovanni Battista.

Infine, Spello conserva due opere del Perugino all’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore: la “Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Caterina d’Alessandria” (1521) e il dipinto “Cristo in pietà tra i santi Giovanni evangelista e Maria Maddalena” il quale, insieme a quello con la Vergine in Trono, viene assegnato sempre al 1521 quando Pietro Vannucci è ormai al termine della propria carriera artistica.

“Il Perugino per tutti”, a partire dall’estate 2023, si candida inoltre a diventare un percorso permanente ad anello da percorrere in e-bike, navetta/auto o a piedi, sviluppato attraverso la strutturazione dell’itinerario che collega le 3 città e le 4 opere del Perugino: promosso e sperimentato durante le 9 uscite estive, sarà un tracciato perenne, accessibile mediante una mappatura online dei punti di interesse, anche grazie alla creazione delle tracce GPX scaricabili gratuitamente.

Le interessanti iniziate collaterali

Per valorizzare ancora di più l’itinerario e la fruizione delle opere, ogni Comune ha previsto una serie di iniziative collaterali.

Nel dettaglio, a Foligno è stato realizzato il progetto di video mapping Omnis Acquae: l’Oratorio della Nunziatella si trasformerà, così, in uno spazio suggestivo in cui il visitatore potrà vivere un’esperienza unica ammirando l’opera del Perugino accompagnato dalla musica, circondato dai colori, immerso nella luce e nell’acqua.

Ad Assisi sono proposti laboratori ludici didattici, tecnologici, artistici e creativi per tutte le età con giochi ispirati all’arte e alla conoscenza delle opere del Vannucci anche con l’ausilio di attività di tecniche di pittura, disegno e affresco.
Durante il periodo estivo, inoltre, sarà disponibile l’itinerario “Assisi, Perugino per tutti”, alla scoperta dei luoghi e delle opere del Perugino e della sua scuola sul territorio del Comune.

Spello è stata redatta per l’occasione una guida tascabile dedicata al Perugino e all’arte rinascimentale nell’area comunale dal titolo “Pietro Perugino e il Rinascimento a Spello” (a cura del prof. Elvio Lunghi e con il contributo di Corrado Fratini, ed. Orfini Numeister) che verrà data in omaggio ai partecipanti ai tour.

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Chianti in bicicletta, tra vigneti, castelli e borghi incantevoli

Se c’è una regione votata al cicloturismo, quella è la Toscana. In particolar modo la rinomata area collinare del Chianti, compresa tra Firenze, Siena e Arezzo, straordinariamente ricca dal punto di vista naturalistico, preziosa sotto il profilo storico-artistico e molto generosa a livello enogastronomico. Qui si pedala tra paesaggi talmente onirici che sembrano acquerelli, borghi medievali impreziositi da castelli e abbazie, profumati vigneti e boschi di querce, castagne lecci, fattorie e punti incredibilmente panoramici. Un viaggio a due ruote che resta nel cuore e nella mente.

Chianti, i percorsi in bicicletta nel cuore della Toscana

Il Chianti è il luogo ideale sia per le escursioni più semplici, adatte ai principianti o con i bambini, sia per quelle più impegnative, perfette per la preparazione atletica dei ciclisti. Questo grazie a una fitta rete di strade bianche che si possono attraversare tenendo una bassa velocità, così da gustarsi davvero ogni scorcio di madre natura e tutte le meraviglie create dall’ingegno umano nel corso dei secoli, che fanno capolino lungo i percorsi. Senza dimenticarsi di fare tappa nelle varie cantine o agriturismi, dove degustare i prodotti tipici della tradizione toscana e, ovviamente, uno dei vini più famosi d’Italia.

A questo punto, vi starete probabilmente chiedendo quale bicicletta è più adatta per dare inizio a quella che si rivelerà una esperienza magica. Assecondando la morfologia del territorio, il mezzo ideale è senza ombra di dubbio una mountain bike o una buona bici da trekking. In alternativa, anche una bici da corsa può andar bene. Non ci resta, quindi, che scoprire quali sorprese ci riserbano gli itinerari cicloturistici del Chianti: seguiteci.

Tour del Chianti Classico, tra paesaggi e borghi pittoreschi

Il giro del Chianti Classico è tra i preferiti dai cicloturisti di tutto il mondo. Il motivo è facilmente intuibile: questo itinerario, lungo 185 km, abbraccia borghi caratteristici, abbazie e castelli che dominano le colline sospendendo il tempo.
Si parte da Firenze, che regala gite fuori porta sorprendenti, e dai Colli Fiorentini, e si raggiunge il borgo di Tavarnelle Val di Pesa, graziosa cittadina incastonata tra la Val di Pesa e la Val d’Elsa, nel cuore del Chianti Classico, e circondata da graziosi borghi, come quello di San Donato in Poggio. Tra le attrazioni da segnalare, la Badia di Passignano, antico monastero noto anche per l’eccellente produzione vinicola, la Pieve di San Pietro a Bossolo, che ospita il Museo di Arte Sacra, e la Villa di Poggio Petroio.

La Via Chiantigiana è una delle più seducenti di quest’area. Qui ci si imbatte nel tranquillo centro di villeggiatura di Panzano in Chianti, frazione di Greve in Chianti, posto a 498 metri di altitudine. Due i punti di accesso al borgo e, di conseguenza, due le direzioni per esplorarlo: il primo lo si vede venendo da Firenze o Greve in Chianti, da dove si può scorgere immediatamente la piazza moderna Gastone Bucciarelli con le botteghe che, insieme ai ristoranti, ne delineano le stradine. L’entrata alternativa è, invece, dal parcheggio pubblico gratuito, che introduce direttamente al centro storico, con il suo caratteristico fascino medievale. Ad appena un chilometro dalla cittadina, troverete un vero gioiello: la Pieve di San Leolino, dell’XI secolo, considerata il miglior esempio di architettura romanica di questo territorio.

Continuando a pedalare, ci si immerge nelle colline del Chianti senese, dove si inserisce magnificamente il borgo fortificato di Volpaia, irradiato di percorsi escursionistici, perfetti per chi vuole fare una immersione completa in un contesto paesaggistico ricco di peculiarità.

L’antico castello di impatto medievale, è una frazione di Radda in Chianti, punto strategico e teatro delle secolari lotte tra la repubblica fiorentina e quella senese, quando, insieme a Gaiole e Castellina, costituiva la lega militare fiorentina con l’emblema del Gallo Nero. Il simbolo venne poi preso in prestito dal consorzio del Chianti Classico ed è oggi utilizzato come marchio del pregiato vino famoso in tutto il mondo, da degustare presso il Castello di Volpaia, che si affaccia nella graziosa piazzetta principale del borgo – il cui Chianti Classico Riserva è stato classificato da Wine Spectator come il 3° vino migliore del mondo – o in una delle cantine della zona.

Oltre alla sua rinomata arte enogastronomica, Volpaia custodisce molte testimonianze del proprio passato, fra cui perle sacre come la commenda di Sant’Eufrosino, risalente al Quattrocento, considerata il più importante esempio di architettura rinascimentale nel Chianti.

Da qui in poi si incontrano le strade bianche del celebre percorso de L’Eroica, che portano ad altre attrazioni imperdibili.

Greve in Chianti

Fonte: iStock

Il borgo di Greve in Chianti

Da Greve in Chianti a Firenze

L’ultima tappa del tour attraverso la panoramica Via Chiantigiana porta i ciclisti a visitare il paese di Greve in Chianti,  l’unico comune della provincia di Firenze a rientrare interamente nella zona del Chianti. Tante le attrazioni che regala questa perla immersa nel profumo dei vigneti. Piazza Matteotti, con la sua particolare forma triangolare, che ne è il cuore, circondata da suggestive logge ad arco, animate da negozi, botteghe e osterie in cui è possibile gustare e acquistare i prodotti tipici locali.  La chiesa di Santa Croce, che custodisce opere di pregio, e il convento di San Francesco, che ospita il Museo di Arte Sacra, con una incredibile collezione di dipinti, sculture e arredi datati fra il XIV e XIX secolo. Da non perdere anche il Museo del Vino, un percorso tra storia, cultura e tradizione del Chianti, prodotto qui da secoli.

Il suggestivo giro in bicicletta nel Chianti Classico si conclude a Firenze, sempre seguendo strade secondarie, poco trafficate e immerse nella meravigliosa natura toscana.

L’Eroica: informazioni generali

L’Eroica è nata nel 1997 a Gaiole in Chianti, piccolo borgo nella provincia di Siena. Si tratta di un evento ciclistico magico, ispirato al ciclismo classico, per riscoprire le radici autentiche di uno sport straordinario, che ogni anno combina in modo unico percorsi impegnativi, paesaggi magnifici e ristori indimenticabili.

I percorsi de L’Eroica

L’Eroica prevede 5 percorsi differenziati:

  1. Lungo L’Eroica 209 km: previsto uso del casco omologato obbligatorio
  2. Medio Crete Senesi, 135 km: previsto uso del casco omologato obbligatorio
  3. Cento Val d’Arbia 106 km
  4. Medio Gallo Nero 81 km
  5. Corto Valle del Chianti 46 km

Ogni partecipante ha la facoltà di scegliere il percorso a lui più adatto e la scelta deve essere indicata al momento dell’iscrizione. I minori, dai 13 ai 18 anni, possono partecipare al percorso di 46 km. Per i minori, oltre alla presentazione del certificato di idoneità alla pratica sportiva e della tessera sportiva per il ciclismo, è necessario che sia fornita l’autorizzazione dei genitori o di chi ne esercita la patria potestà, compilando l’apposito modulo di autorizzazione.

I percorsi saranno segnalati con frecce, ma ognuno dovrà fare affidamento al “Road Book” alla “Mappa Eroica”. Gli itinerari e le tracce GPS sono consultabili e scaricabili dal sito della manifestazione.

Passeggiata Valle del Chianti

Questo percorso, lungo 46 km, richiede circa tre ore e regala suggestioni incredibili. È caratterizzato dal suggestivo passaggio dal Castello di Brolio, a pochi chilometri da Gaiole, dai vigneti del Chianti Classico incastonati nella tipica macchia toscana, dalla dolce discesa verso Pianella con il panorama di Siena sullo sfondo, e dal caratteristico “Leccione”: due lecci che sembrano uno solo e fanno da cornice a un panorama mozzafiato.

Percorso Corto Gallo Nero

È la “porta d’accesso” al mito de L’Eroica. In circa quattro ore, oltre alle bellezze che abbiamo visto nella Passeggiata Valle del Chianti, si aggiungono altre attrazioni imperdibili. Tra queste spicca Radda in Chianti, il borgo delle vigne, che merita una lunga sosta al ristoro ufficiale e una visita al borgo antico, tra monumenti e negozi.

Proprio qui ha sede il Consorzio del Chianti Classico, fondato nel 1924. Situato in una posizione privilegiata, al confine tra la val d’Arbia e la val di Pesa, Radda in Chianti è protetta, almeno in parte, dalle sue mura difensive. Il territorio è percorso da alcuni corsi d’acqua a carattere torrentizio che danno nome alle valli circostanti. Nascono qui il Pesa, dalle pendici del Pian d’Albola, e il Greve, che origina dal Monte Querciabella, entrambi affluenti dell’Arno, mentre L’Arbia scorre solo ai margini del paese per gettarsi poco oltre nell’Ombrone.

Dei castelli del territorio raddese soltanto Volpaia ha avuto un certo sviluppo, con un ampio giro di mura con torri e un cassero ancora in gran parte conservato, mentre altri manieri sono giunti a noi molto frammentati, come Albola e Monterinaldi, oppure trasformati in ville, come Castelvecchi, o in case coloniche, come Castiglione, il Trebbio e Paternò. Ci sono, poi, altre dimore rurali che conservano le strutture a torre delle “case da signore” medievali, come Borraccoli, Camporempoli, Casa Vecchia, Montevertine, il Palazzo Pornano, le Ripe e il Fornale. Fra gli edifici signorili, spicca la splendida casa padronale Le Marangole, poco lontano dal nucleo del paese. Durante iI tour in bicicletta, non perdete una sosta al Ristoro di Lamole, dove si può degustare la celeberrima Ribollita, salumi tipici locali e l’ottimo Chianti Classico.

Percorso Cento Val d’Arbia

Agli itinerari de L’Eroica di Gaiole in Chianti, si è aggiunto un nuovo e inedito percorso che passa attraverso le Crete Senesi. Si tratta di un itinerario è impegnativo ma comunque alla portata di molti, grazie a una lunghezza e un dislivello non esagerato.

Il percorso misura 106 chilometri e ha il pregio di unire il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Arbia. Si pedala per lo il percorso Lungo fino a Radi, raggiungendo Monteroni, San Martino in Grania sullo stesso percorso dei professionisti, Presciano Arbia. Si torna poi sul percorso Corto per la strada bianca utilizzata dai professionisti alla prima edizione dell’Eroica Pro. Infine, si rientra a Gaiole da Pianella e Dievole.

Percorso Medio – Crete Senesi

Con questo percorso, alla portata di molti ciclisti, siamo già nel mito de L’Eroica. Considerate che i tempi di percorrenza possono arrivare anche a 10 – 12 ore e più. L’itinerario porta ad attraversare e scoprire Buonconvento, uno tra i “Borghi più belli d’Italia”. Incantevole scrigno di tesori dalle atmosfere medievali, a una trentina di chilometri da Siena, racchiude un piccolo ma affascinante centro storico, dove si trova la chiesa, il Palazzo Comunale e due musei. Il centro di questo paesino pittoresco merita una visita per ammirarne la tipica architettura in mattoni rossi e i tanti scorci magici da fotografare.

Per recuperare le energie, si può fare una sosta presso i ristori di Castelnuovo Berardenga, considerato una meta ideale per una giornata da trascorrere alla scoperta del meraviglioso paesaggio rurale che caratterizza la parte meridionale del Chianti. Andando alla scoperta di questa piccola località, infatti, si svela allo sguardo un ricco patrimonio storico-culturale, con chiese che risalgono addirittura all’anno 600 e nobili famiglie che hanno costruito maestose ville con giardini fiabeschi.
La vera sfida sui pedali del percorso Medio inizia con la famosissima salita di Monte Sante Marie, tra Asciano e Torre a Castello, con forti pendenze e panorami da cartolina.

Percorso Lungo

È considerato L’Eroica più autentica, con oltre 3700 metri di dislivello. La pedalata dura almeno 15 ore. Ciò significa che gli ultimi ciclisti tornano a Gaiole in Chianti anche dopo le ore 22.00. Qui si vive lo spirito più estremo e affascinante del territorio della provincia di Siena, caratterizzato da bellezze paesaggistiche che non hanno eguali. Tante le emozioni che si vivono pedalando lungo questi itinerari, come il passaggio notturno al Castello di Brolio illuminato dalle fiaccole.

Il maniero troneggia al centro dei terreni dell’azienda Ricasoli, la più estesa della zona del Chianti Classico, con 1.200 ettari totali, di cui 240 di vigneto e 26 coltivati a ulivo, nel comune di Gaiole in Chianti. Più volte ricostruito e modificato, porta i segni delle più diverse epoche che lo hanno attravrsato, dai bastioni fortificati di stampo Medievale, agli inserimenti del Romanico e del Neogotico, sino alle specificità dell’Ottocento toscano.

Percorso permanente: pedalare lungo L’Eroica tutto l’anno

Il percorso permanente si sviluppa per 209 km complessivi nel cuore delle Terre di Siena, attraversando il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Orcia e compiendo un viaggio nell’essenza del leggendario paesaggio toscano. Le caratteristiche tecniche di questo itinerario – perfettamente segnalato e praticabile tutto l’anno – lo rendono una grande opportunità per gli appassionati di cicloturismo.

A seconda della propria preparazione e del tempo che si vuole dedicare al paesaggio che lo circonda, si può percorrere da uno a cinque giorni. Il percorso si caratterizza per il continuo movimento su strade asfaltate e sterrate e presenta un dislivello totale di circa 3.800 metri. La buona notizia è che è adatto a qualsiasi tipo di bicicletta.

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In bici alla scoperta del Parco Archeologico di Selinunte

Vivere un’esperienza cicloturistica tra le antiche rovine di uno dei siti archeologici più suggestivi d’Italia: oggi si può, grazie al nuovo itinerario nato all’interno del Parco Archeologico di Selinunte, dove passeggiare in bici andando alla scoperta di un prezioso patrimonio storico e culturale. Il tutto immersi in una natura incontaminata, che rende l’atmosfera ancora più magica. Ecco la prima esperienza di archeobike in Sicilia.

In bici tra le rovine di Selinunte

Il Parco Archeologico di Selinunte racchiude le rovine di un’antica città siceliota, abitata tra il V e il III secolo a.C., che sorgeva lungo la costa sud-occidentale della Sicilia, nel territorio che oggi ricade sotto la provincia di Trapani. Non è solamente una preziosa testimonianza del passato di questa florida regione, ma anche un luogo dove la natura non ha mai ceduto il passo all’uomo: il sito, affacciato sulle acque cristalline del mar Mediterraneo, è il più grande di tutta Europa e vanta ben 270 ettari di dolci colline punteggiate da templi e antichi resti di altri edifici.

Non poteva dunque esserci posto migliore per inaugurare la prima esperienza di archeobike in Sicilia: si tratta di una vera e propria avventura in sella alla due ruote, che ci porta tra sentieri circondati da una fitta macchia mediterranea sino a toccare tutti i principali siti del parco, così da poter ammirare le antiche rovine che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. È nato così un nuovo itinerario cicloturistico che si snoda in diversi percorsi all’interno dell’antica città di Selinunte, offrendo agli escursionisti la possibilità di vivere un’esperienza sensoriale e green, a zero impatto ambientale, in uno dei luoghi più suggestivi di tutti i tempi.

Il nuovo percorso cicloturistico

L’idea alla base della nascita di un percorso di archeobike è quella di unire un’avventura outdoor su due ruote all’esplorazione di un sito archeologico tra i meglio preservati del nostro Paese. Anzi, affrontare in bici il nuovo itinerario offre anche l’occasione giusta per scoprire angoli più nascosti del parco, che solitamente sono molto più difficili da raggiungere – ma che non per questo meritano di essere dimenticati. Per il momento, sono solamente dieci le bici messe a disposizione dal parco: assieme ad esse, è possibile noleggiare delle cuffiette con audioguida per una full immersion completa tra le rovine di Selinunte.

Il percorso è ricco di sorprese, con numerose tappe che ci portano a visitare i più affascinanti templi e gli altri suggestivi resti dell’antica città. La prima fermata è sulla collina orientale, dove svetta il maestoso tempio E, accanto alle rovine di due edifici più piccoli: qui è stata allestita la mostra Ars Aedificandi, con decine di riproduzioni dei macchinari utilizzati nei cantieri greci per la costruzione dei templi. Si prosegue poi verso il Baglio Florio, dove concedersi una rapida esplorazione prima di attraversare l’alveo ormai secco del fiume Cottone e raggiungere l’Acropoli.

Eretta su un altopiano calcareo a strapiombo sul mare, regala una vista mozzafiato sulla spiaggia di Selinunte e sulle acque cristalline che la lambiscono. Lasciando per un momento la bici, potremo percorrere l’intera cinta muraria sino alla porta Nord, che fu il principale accesso alla città: è solo l’inizio di una bella passeggiata tra le rovine di antiche abitazioni e di templi suggestivi. L’itinerario si conclude di nuovo in bici sino al punto di partenza, dopo aver vissuto un’avventura che è davvero impossibile dimenticare.