Categorie
Belgio castelli Chiese Europa Fiandre Idee di Viaggio itinerari culturali Monumenti turismo religioso Viaggi

Cosa vedere ad Anversa, la città nel cuore delle Fiandre

Dal suo bellissimo castello, alle chiese spettacolari, fino a piazze e palazzi: Anversa è una città operosa, ma anche culla di architettura, cultura e di una storia antica, che si intreccia con le leggende.

Un luogo affascinante, nel cuore delle Fiandre, dove il passato si può apprezzare nei tanti monumenti iconici, che sono tappe imperdibili se si visita la città, ma anche un posto fiorente grazie al suo porto e al commercio di diamanti. E vibrante, perché qui moda e arte sono vivi più che mai.

Passeggiare per le sue strade significa fare un salto indietro nel tempo, mentre non si perde di vista il presente grazie a un’atmosfera che la rende una delle città europee più affascinanti da vedere, dalla sua centralissima piazza del mercato, fino alle opere pittore fiammingo Rubens. La meraviglia è di casa ad Anversa e ci sono tantissime cose da vedere e da fare, per un viaggio speciale e indimenticabile.

Dove si trova

Per raggiungere Anversa si deve arrivare nel Belgio settentrionale, nella regione delle Fiandre: lì sorge questa città che oltre a essere molto popolosa è anche la più importante della zona.

Il suo nome, a quanto pare, è legato a una leggenda del XV secolo che trova le sue radici nel passato più remoto. Si dice, infatti, che un soldato romano abbia ucciso il gigante Druon Antigoon, tagliandogli la mano e buttandola nel fiume Schelda.

Storie a parte, il passato di questa città è davvero interessante e attraversa tante epoche differenti, come testimoniano i tanti monumenti e le numerose bellezze che si possono scoprire girando per le sue strade.

Anversa si sviluppa lungo il fiume Schelda, è dotata di un importantissimo porto ed è lontana circa 90 chilometri dal Mare del Nord. Se questo non bastasse è anche molto vicina a Bruxelles, basti pensare che tra le due città vi sono solamente 42 chilometri, il che significa che la si può raggiungere in treno dalla capitale del Belgio in soli 40 minuti circa, non mancano altri collegamenti come quelli con il pullman. Ma è bene sapere che arrivare nella stazione cittadina è già di per sé una meraviglia, essendo un edificio molto interessante dal punto di vista architettonico.

È anche vicina al confine olandese (da cui dista solamente 20 chilometri), per cui può essere la tappa di un viaggio più grande e che prevede location diverse.

Vale la pena dedicare alla scoperta di Anversa più giorni, ma se il tempo è limitato è bene sapere che ne può bastare anche solo uno per vedere le sue meraviglie più interessanti.

Anversa piazza centrale

Fonte: iStock

Anversa, uno scorcio sulla piazza centrale

Cosa vedere

Sono davvero tantissime le cose che si possono vedere ad Anversa, perché ogni luogo di questa città regala grandi tesori da scoprire. Come spesso capita per le città dalla storia antica, basta girare per le sue strade per ammirarne le numerose meraviglie: di fatto è come un grande museo a cielo aperto tutto da esplorare.

Passato e moderno si intrecciano in questo luogo delle Fiandre in cui la cultura è viva e vibrante, ma è anche meta per tutti coloro che cercano il divertimento grazie ai tanti locali che rendono la sua vita notturna molto interessante.

Le tappe da segnare per ammirare i suoi tanti tesori sono numerose, a partire dalla stazione centrale che merita una visita anche se non si arriva con il treno: tutte le cose imperdibili da vedere ad Anversa.

Centraal Station: la stazione centrale

Imponente e meravigliosa la stazione centrale cittadina lascia senza fiato per la sua architettura favolosa che mescola materiali differenti. Si trova in Koningin Astridplein ed è stata realizzata sul finire del 1800: la pensilina della piattaforma ha la volta alta 43 metri, lunga 186 e larga 66, mentre l’edificio è stato terminato nel 1905. Il punto più elevato è una cupola a 75 metri.

L’apertura è datata agosto 1905 ed è una delle stazioni più affascinanti di tutto il mondo.

Anversa: la stazione

Fonte: iStock

Anversa, la spettacolare stazione

Lo zoo di Anversa

Si trova proprio nei pressi della magnifica stazione ed è un luogo davvero affascinante: stiamo parlando dello zoo di Anversa, noto per essere uno dei parchi zoologici più antichi d’Europa. Natura, animali e bellissimi edifici lo rendono una tappa immancabile per chi visita la città delle Fiandre. È aperto tutti i giorni dalle 10 alle 16.

Rubenshuis: alla scoperta di Rubens

Rubens è stato un celebre pittore fiammingo, che si è trasferito ad Anversa a partire dal 1589, ovvero da quando aveva 12 anni. Ed è proprio in questa città che si possono approfondire la sua arte e la sua vita. Al momento Rubenshuis, la sua casa, è chiusa per lavori di ristrutturazione, ma questo non impedisce di scoprire di più su di lui, ad esempio, grazie alla Rubens Experience, il giardino e la biblioteca.

I musei della città

In questa città ci sono tantissimi musei dedicati a forme d’arte ed epoche differenti. Ad esempio, non si può perdere il Museo Mayer van den Bergh che ospita capolavori di tanti artisti differenti grazie a una collezione molto varia a opera di Fritz Mayer van den Bergh: è aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 17.

Il Museo Reale di Belle Arti KMSKA è il luogo in cui ammirare l’arte, ma è anche un posto dove vengono portate avanti ricerche e ospita opere che spaziano dai maestri fiamminghi a quelli di fama internazionale come Tiziano, Chagall e Modigliani. È aperto tutti i giorni con orari differenti.

Tra i tanti musei è imperdibile anche il MAS Museum aan de Stroom, realizzato all’interno di uno straordinario edificio, è strutturato su più piani e qui si può approfondire la conoscenza della città e ammirarla dall’alto. Ospita anche mostre temporanee al terzo piano. È aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 17.

Infine, il Plantin Moretus, museo patrimonio mondiale Unesco, antica tipografia e casa della famiglia di editori omonima, dove scoprire e ripercorrere 300 anni di storia della stampa, ma anche conoscere una bella collezione d’arte, i ritratti di Rubens e molto altro. L’apertura va dal martedì alla domenica dalle 10 alle 17.

Cattedrale di Nostra Signora e non solo

Realizzata tra il 1352 e il 1521, la Cattedrale di Nostra Signora è uno dei simboli della città basti pensare che la sua torre alta 123 metri è tra le più elevate d’Europa. In perfetto stile gotico è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità Unesco. Meravigliosa e imponente con le sue sette navate, conserva alcuni capolavori di Rubens.

Tra gli edifici religiosi da non perdere anche la chiesa di San Carlo Borromeo, di tipo barocco e realizzata tra 1615 e il 1621, dove ammirare altre opere di Rubens.

Anversa MAS Museum aan de Stroom

Fonte: iStock

Anversa, l’edificio che ospita il MAS Museum aan de Stroom

Cosa fare

Le cose che si possono fare ad Anversa (anche da soli) sono tantissime, a partire da una bella passeggiata per la città alla scoperta di alcune tappe immancabili, fino allo shopping e al divertimento. Perché questo luogo è davvero vivace, all’avanguardia, oltre a custodire una cultura interessante e tesori di tante epoche diverse. Basta camminare per le sue strade perché lo sguardo riesca già da solo a cogliere tutte le sue meraviglie, ma ci sono alcune tappe e alcune cose che vale davvero la pena fare.

Passeggiare per la città: le tappe

Ci sono davvero tante tappe da non perdere quando si fa un giro per Anversa. Come la Grote Markt, la sua piazza principale dove si incontrano alcuni degli edifici più noti della città come il municipio, che è la perfetta rappresentazione dell’architettura rinascimentale nelle Fiandre. Sulla piazza si affacciano anche le case delle corporazioni. Uno scenario davvero unico, impreziosito al centro dalla fontana che ritrae Silvio Barbone, il soldato romano che aveva sconfitto il gigante.

Da visitare anche il Diamond Square Mile, cuore pulsante dell’industria cittadina legata a queste pietre preziose. Mentre lungo la strada Meir ci si può dedicare allo shopping e ammirare alcuni splendidi edifici. Tra le altre tappe imperdibili vi è il fashion district, dove si incontrano anche il MoMu, museo dedicato alla moda, e la famosa scuola Antwerp Royal Academy of Fine Arts.

Het Steen, scoprire il castello medievale

Realizzato tra il 1200 e il 1255, il castello medievale di Anversa è diventato ciò che possiamo vedere oggi nel corso del XVI secolo. Qui vi è anche il centro visitatori per questa ragione potrebbe essere l’ideale punto di partenza per chi programma una vacanza ad Anversa.

Si trova lungo la sponda destra del fiume ed è davvero affascinante, inoltre all’esterno dell’edificio si può vedere anche una statua di Lanfe Wapper un gigante che la leggenda narra si aggirasse per le vie della città.

Vita notturna ad Anversa

Quando si è in città non manca il divertimento, perché ci sono tantissimi locali in cui sperimentare anche molti dei piatti e delle bevande locali. A partire dalla birra, immancabile se si programma una vacanza in Belgio, senza dimenticare le cozze, il cioccolato e le patatine fritte. Ci sono pub, ma anche ristoranti e chioschi, tutti da provare per una pausa sfiziosa e per conoscere questo luogo anche dal punto di vista culinario. Accanto al cibo però non mancano serate da dedicare alla musica (per tutti i gusti) in uno dei tanti indirizzi a disposizione.

Tra le cose da fare, quindi, non deve assolutamente mancare il gustare le specialità locali e conoscere anche la parte più divertente della vita cittadina.

Anversa: Het Steen

Fonte: iStock

Anversa, il castello medievale Het Steen
Categorie
Cammini Chiese Europa Giubileo 2025 itinerari culturali pellegrinaggi Roma turismo religioso Viaggi

L’Europa a Roma: un Cammino tra le Chiese d’Europa

Tra i Cammini giubilari proposti in occasione del Giubileo 2025, uno dei più interessanti da percorrere all’interno di Roma è quello chiamato L’Europa a Roma. È il cammino delle chiese dell’Unione Europea e prevede tappe in 28 chiese e basiliche. È un percorso nuovo che prende il nome dal latino Iter Europaeum (Cammino Europeo, appunto) e tocca chiese legate storicamente a Paesi europei per motivi di carattere culturale, artistico o per una tradizione di accoglienza dei pellegrini provenienti da un particolare Stato della comunità europea.

Un percorso che non solo attesta la bellezza e anche la ricchezza della nostra Capitale, ma che dimostra anche come Roma e il cattolicesimo si leghino strenuamente alla storia dei Paesi europei, per motivi di carattere culturale, artistico o per una tradizione di accoglienza dei pellegrini provenienti da un particolare Stato dell’Unione Europea. Vediamole nel dettaglio.

Unione Europea – Basilica di Santa Maria in Ara Coeli

Il percorso inizia da qui, da questa Basilica facilmente raggiungibile a piedi dalla fermata metro Colosseo. Siamo sul colle Campidoglio dove sorge la Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, eretta nel XII secolo. È stata scelta a rappresentanza dell’Unione Europea in quanto – lì vicino – nella Sala degli Orazi e Curiazi del Campidoglio, il 25 marzo 1957 furono firmati i Trattati di Roma (l’atto di nascita dell’Europa unita).

Basilica di Santa Maria in Ara Coeli

Fonte: 123RF

Basilica di Santa Maria in Ara Coeli

Austria – Chiesa del Santissimo Nome di Maria al Foro Traiano

Con una passeggiata di poco più di 5 minuti, spostatevi verso la Colonna Traiana. La chiesa del Santissimo Nome di Maria fu consacrata nel 1741. È legata alle vicende del popolo austriaco perché celebra la battaglia di Vienna nel 1683. O meglio, è un atto di ringraziamento alla Vergine per la vittoria dei cristiani contro l’impero ottomano.

Belgio – Chiesa di San Giuliano dei Fiamminghi

Un’altra breve passeggiata (poco più di 10 minuti) vi condurrà alla terza tappa. Il nome parla da sé, e infatti la Chiesa di San Giuliano è la chiesa nazionale dei belgi. Fu edificata nell’XI secolo dalla comunità fiamminga di stanza a Roma per accogliere i pellegrini connazionali. Oggi la Chiesa è amministrata dalla Stichting Sint-Juliaan, una fondazione laica belga che discende dall’antica confraternita.

Lituania – Chiesa del Gesù

Altri 4 minuti a piedi e vi trovate a Piazza del Gesù, dove sorge la Chiesa del Gesù. Si tratta di una Chiesa gesuita, voluta nel 1551 da Ignazio di Loyola. Al suo interno, si trova la tomba di Jerzy Radziwiłł (1556–1600), primo cardinale della Lituania. Da qui il suo legame al paese europeo.

Chiesa del Gesù

Fonte: chiesadelgesu

Chiesa del Gesù

Polonia – Chiesa di San Stanislao

Tre minuti a piedi e siete già nella Chiesa designata alla Polonia. La Chiesa di San Stanislao risale al 1578: fu il generale polacco Stanislao Osio a volerla edificare. Una dedica al proprio paese: il patrono dei polacchi è infatti San Stanislao Szczepanowski. La struttura fu dotata anche di un ospizio e di un ospedale per i connazionali in pellegrinaggio a Roma e, tuttora, è la chiesa nazionale della comunità polacca nella Capitale.

Finlandia – Basilica di Santa Maria Sopra Minerva

Altra brevissima passeggiata (circa 7 minuti) fino alla Basilica di Santa Maria Sopra Minerva. La storia di questa Basilica è centenaria, ma a noi – in questo contesto – interessa sapere che – dalla Seconda Guerra Mondiale – fu un riferimento per la comunità finlandese a Roma. Non a caso ogni 19 gennaio, giorno della festa di sant’Enrico di Uppsala (vescovo e patrono della Finlandia), viene tenuta nella Basilica una Messa in suo onore. Nella Cappella Capranica si erge anche una statua in legno raffigurante Sant’Enrico.

Francia – Chiesa di San Luigi dei Francesi

Cinque minuti a piedi e siete di fronte alla Chiesa francese per eccellenza: la Chiesa di San Luigi dei Francesi. Del resto, fu fondata nel XVI secolo proprio dalla comunità francese a Roma, con il sostegno di Enrico II, Enrico III e Caterina de’ Medici. Al suo interno ci sono ben tre dipinti di Caravaggio che illustrano la vita di San Matteo (in onore del committente, il cardinale Matteo Contarelli).

Romania – Chiesa di San Salvatore alle Coppelle

Vi basta svoltare l’angolo e siete già a Via delle Coppelle. La Chiesa di San Salvatore alle Coppelle fu costruita nell’XI secolo su una chiesa preesistente e deve il suo nome a Celestino III (1196). Dal 1914 è chiesa nazionale romena e al suo interno la Messa viene ancora oggi officiata in rito orientale bizantino-romeno.

Bulgaria – Chiesa di San Paolo alla Regola

Le passeggiate si allungano un po’, ma vi bastano 15 minuti per raggiungere la Chiesa di San Paolo alla Regola. Il suo legame con la Bulgaria è relativamente recente: solo nel 2014, infatti, il Vicariato di Roma – tramite una concessione – ha permesso alla comunità ortodossa bulgara di celebrare la liturgia domenicale proprio all’interno di questa Chiesa.

Svezia – Chiesa di Santa Brigida

Ora percorrete Vicolo dei Venti (5 minuti) ed entrate nella Chiesa di Santa Brigida. Stiamo ovviamente parlando di Santa Brigida di Svezia che qui visse dal 1350 con la figlia Santa Caterina. Quando Santa Brigida morì (nel 1373), l’edificio fu affidato al monastero svedese di Vadstena. La sua storia vide poi la struttura passare di mano in mano, crollare e ricostruirsi ma – ancora oggi – è la chiesa nazionale degli svedesi.

Chiesa di Santa Brigida

Fonte: 123RF

Chiesa di Santa Brigida

Portogallo – Chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi

Proseguite a piedi per un quarto d’ora fino alla Chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi, in via dei Portoghesi. Forse non occorre dire altro, ma si sa che la storia di Roma non è mai banale. Sant’Antonio dei Portoghesi nacque a Lisbona e morì a Padova nel 1231 e questa Chiesa è a lui dedicata: fu fondata nel 1445 dal cardinale Antonio Martínez de Chaves sul luogo di un ospizio istituito da Guiomar di Lisbona. È la Chiesa nazionale dei portoghesi a Roma.

Germania – Chiesa di S. Maria dell’Anima

Spostatevi verso Piazza Navona e in sei minuti siete davanti alla Chiesa di Santa Maria dell’Anima. Fu fondata nel 1350 grazie a Johannes e Katharina Peters di Dordrecht, che acquistarono tre case e le adibirono a ospizio privato per accogliere i pellegrini. È sempre stata, per questo motivo, un punto di riferimento per i pellegrini tedeschi in arrivo a Roma.

Croazia – Chiesa di San Girolamo dei Croati

Nella zona del Museo dell’Ara Pacis (circa 10 minuti a piedi) vi imbatterete nella Chiesa di San Girolamo dei Croati. Anche qui il nome parla da sé, ma è bene sapere che la Chiesa è ovviamente collegata a Papa Sisto V, originario della Croazia. Fu lui a chiedere un luogo di culto dedicato al Santo (sempre croato) San Girolamo.

Cipro – Basilica di Santa Maria del Popolo

Altri 10 minuti a piedi fino a Piazza del Popolo, dove è facile scorgere Santa Maria del Popolo. È molto frequentata per l’arte che conserva, da Bernini a Raffaello, ma qui ci interessa sottolineare come la storia rinascimentale di Cipro si leghi alla Basilica. In questo luogo si trova infatti la tomba a muro del Cardinale cipriota Ludovico Podocataro (Nicosia 1429 – Roma 1504), segretario e medico di Papa Alessandro VI.

Basilica di Santa Maria del Popolo
Basilica di Santa Maria del Popolo conserva due capolavori di Caravaggio

Irlanda – Chiesa di Sant’Isidoro a Capo le Case

Iniziamo ad allontanarci, anche se non di molto. Ora la passeggiata diventa lunga circa 20 minuti, ma vale la pena se poi si arriva al Collegio di Sant’Isidoro, l’istituto irlandese più antico di Roma, fondato da Luke Wadding nel 1625. Wadding rilevò un piccolo convento spagnolo abbandonato e lo trasformò in un collegio per la formazione dei giovani francescani irlandesi. Fino ad oggi rimane un luogo di riferimento indispensabile per gli studiosi della storia francescana primitiva.

Paesi Bassi – Chiesa dei Santi Michele e Magno

Stavolta la passeggiata che vi proponiamo è di circa 39 minuti, ma passerete davanti a Castel Sant’Angelo e potrete seguire il Tevere. Del resto, la Chiesa dei Santi Michele e Magno è arroccata sul Gianicolo, ma risale addirittura al IX secolo: una visita imprescindibile. Fu costruita dai Frisoni, convertitisi al cristianesimo e desiderosi di una schola a Roma. Nel 1989, Giovanni Paolo II consacrò un altare pagano con le reliquie dei primi missionari provenienti dai Paesi Bassi, Santi Servatius e Wilibrord.

Danimarca – Chiesa di Santa Maria in Traspontina

Ora vi bastano appena 5 minuti per arrivare a piedi alla Chiesa di Santa Maria in Traspontina. Già nel 1600, un convertito danese di nome Christian Payngk convinse papa Urbano VIII a realizzare una cappella dedicata al santo nazionale danese, Knut, re di Danimarca nell’XI secolo. Dopo essere stata abbandonata, nel 1900 lo Stato danese ha preso in carico i lavori di restauro della Chiesa. Ancora oggi i cattolici danesi possono celebrarvi i funerali.

Spagna – Chiesa di San Pietro in Montorio

Circa 30 minuti a piedi, di nuovo seguendo il Tevere, fino alla Chiesa di San Pietro in Montorio. Nel 1400 i frati francescani vollero rinnovare la Chiesa (sorge nel luogo dove, secondo la tradizione, Pietro fu crocifisso) e a finanziare l’operazione ci pensarono i reali di Spagna Ferdinando V e Isabella di Castiglia. Il tempietto alla destra della chiesa è un’opera del Bramante.

Estonia – Basilica di S. Sabina all’Aventino

La nostra passeggiata si fa sempre più lunga: fino alla Basilica di Santa Sabina all’Aventino sono infatti altri 30 minuti di cammino (in alternativa potete prendere il bus 44). La Chiesa risale al 422: fu Pietro d’Illiria, un sacerdote della Dalmazia, a scegliere questo luogo. Nel 1219, la Chiesa fu poi concessa a San Domenico di Guzman: da allora è il quartier generale della comunità estone, data la storica presenza della famiglia domenicana presso Tallin, capitale dell’Estonia.

Grecia – Chiesa di San Teodoro al Palatino

Altri 12 minuti a piedi (attraversando il roseto comunale) vi condurranno presso la Chiesa di San Teodoro al Palatino. Anche la storia di questo luogo è lunghissima e ricca di suggestioni: il suo legame con la Grecia inizia tuttavia solo nel 2004, quando Papa Giovanni Paolo II concesse l’uso della chiesa al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli e alla comunità greco-ortodossa romana.

Repubblica Ceca – Basilica di San Clemente

Ora vi aspettano 30 minuti a piedi (costeggiando il Circo Massimo) o 20 minuti in bus (le linee 51, 118, 87, 81 e 85 coprono tutte questo tratto). La Basilica di San Clemente conserva i resti di San Clemente Papa, Sant’ Ignazio di Antiochia e di San Cirillo. San Cirillo e suo fratello San Metodio nell’863 evangelizzarono la Moravia e per questo sono molti cari alla comunità della Repubblica Ceca.

Basilica di San Clemente

Fonte: 123RF

Basilica di San Clemente

Slovacchia – Basilica di Santa Prassede

Stavolta sono (solo) 15 minuti: la Basilica di Santa Prassede è relativamente vicina. Anche questo luogo è curiosamente legato ai santi Cirillo e Metodio (patroni di tutti gli slavi). Vissero qui, proprio in questa Basilica.

Slovenia – Basilica Papale di Santa Maria Maggiore

Girate l’angolo e già siete davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore, un luogo che non ha di certo bisogno di presentazioni. Ma cosa ha a che fare questa Basilica papale con la Slovenia? Ebbene, anche questo luogo – ormai simbolo della comunità slovena a Roma – ha a che vedere con i fratelli Cirillo e Metodio: nel Natale dell’867 furono accolti da papa Adriano II proprio in questa Chiesa.

Basilica Santa Maria Maggiore

Fonte: 123RF

Basilica di Santa Maria Maggiore

Italia – Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri

Ci siamo: dieci minuti a piedi – lungo via Torino – e ci troviamo di fronte alla Basilica legata alla nostra storia. Vi chiederete come mai proprio questa Basilica, più di altre. La Basilica è ufficialmente un luogo dedicato alle celebrazioni della Repubblica Italiana e, più nello specifico, è considerata anche fautrice dell’unità spirituale d’Italia.

Lussemburgo – Basilica del Sacro Cuore di Gesù

Fino a via Marsala sono meno di 15 minuti di cammino. La Basilica del Sacro Cuore di Gesù, nel 1863, fu dedicata da papa Pio IX al Sacro Cuore di Gesù, un movimento forte soprattutto in Francia, Lussemburgo e Italia. Questo luogo ospita la Congregazione Salesiana e la Cancelleria dell’Ambasciata del Lussemburgo presso la Santa Sede.

Lettonia – Basilica dei Santi Quattro Coronati

Altra lunga passeggiata: fino alla Basilica dei Santi Quattro Coronati sono 30 minuti a piedi (o 20, con la metro B da Termini a Colosseo). La Basilica dei Santi Quattro Coronati ha vissuto momenti di abbandono e persino un incendio la distrusse nel 1084. Ha dunque più di una vita: a trasformarla (nel 1564) in un un orfanotrofio femminile per le monache di clausura agostiniane che vi abitano ancora oggi fu Pio IV.

Ungheria – Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio

Dieci minuti e siete di fronte alla Basilica che, in questo cammino, rappresenta l’Ungheria. Fu Papa Nicola V ad affidare la chiesa, ormai in rovina, all’ordine paolino ungherese. L’altare maggiore, anche per questo, è dedicato ai santi ungheresi della famiglia reale degli Árpád. Qui fu anche fondato il Collegium Hungaricum.

Malta – Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane

L’ultima Chiesa si trova all’EUR e vi consigliamo di raggiungerla con i mezzi pubblici. Potete prendere l’autobus 671 o il 714. La Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane sorge nel luogo del martirio di San Paolo. La tradizione vuole che San Paolo naufragò a Malta durante il suo viaggio verso Roma e fu accolto più che bene dai suoi abitanti: il Santo, non a caso, è il patrono dell’isola.

Categorie
Chiese Giubileo 2025 Idee di Viaggio itinerari culturali Roma turismo religioso Viaggi

Chiese di Roma dove ammirare gratuitamente opere d’arte

Quando si dice museo a cielo aperto. Roma, in questo senso, è un esempio quanto mai calzante di tale modo di dire. Visitare la Città Eterna, infatti, significa scoprire strade, piazze, ponti e vicoli che riservano sorprese capaci di raccontare millenni di storia attraverso capolavori artistici e architettonici ad ogni angolo. Perché l’arte non è confinata nei musei ma vive negli spazi pubblici. Basta pensare ai maestosi palazzi monumentali, alle grandiose fontane che abbelliscono alcuni dei luoghi nevralgici per la vita della comunità, alle grandiose statue, agli obelischi svettanti e alle chiese disseminiate sul territorio.

Dal Rinascimento al Barocco, dai mosaici bizantini alle sculture del Neoclassicismo, ogni epoca ha lasciato a Roma la sua impronta indelebile, che ha regalato alla capitale un patrimonio senza pari che continua a incantare visitatori da tutto il mondo. E proprio molti dei capolavori realizzati dagli artisti più celebri – Michelangelo, Raffaello, Caravaggio e Bernini, solo per fare alcuni nomi – sono conservati in edifici religiosi per accedere ai quali non serve alcun biglietto d’ingresso.

Tra le meraviglie più affascinanti, infatti, le chiese sono scrigni di tesori artistici spesso visitabili gratuitamente. Opere che in passato adornavano le residenze di papi e mecenati, oggi sono accessibili a tutti rendendo basiliche e cappelle ambienti dal valore artistico incommensurabile oltre che luoghi fede. Dai drammatici chiaroscuri di Caravaggio alle possenti sculture di Michelangelo fino ai raffinati affreschi di Raffaello, l’offerta è immensa.

Per chi desidera scoprire l’arte di Roma senza costi d’ingresso, le chiese della città rappresentano una porta aperta verso un mondo di meraviglia e ispirazione. Ecco, allora, alcune delle opere più iconiche da non perdere magari proprio in occasione del Giubileo 2025.

Il Mosè di Michelangelo nella Basilica di San Pietro in Vincoli

Perché non parli? Così, si narra, Michelangelo apostrofò il suo monumentale gruppo scultoreo colpendo il ginocchio di Mosè con un martello. Che sia successo o meno, il capolavoro in marmo di Carrara conserva, a secoli di distanza, forza, vigore e realismo straordinari. Tali da far pensare che all’opera, davvero, manchi solo la parola.

Il Mosè di Michelangelo
Il Mosè di Michelangelo nella Chiesa romana di San Pietro in Vincoli

Tra le testimonianze più rappresentative del Rinascimento italiano, il progetto (alto 235 cm) fu realizzato tra il 1513 e il 1515 circa ed è custodito nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, dove domina il monumento funebre di Papa Giulio II della Rovere. Rispetto al piano originario che prevedeva oltre quaranta statue, Michelangelo fu costretto a ridimensionare il lavoro a causa di vicissitudini finanziarie e politiche tali per cui la figura di Mosè rimase il fulcro della composizione. La scultura a lui dedicata lo rappresenta seduto, con le Tavole della Legge sotto il braccio destro e lo sguardo fiero, autorevole.

Tra i dettagli più curiosi, le corna sul capo che derivano da una traduzione della Bibbia nella quale il termine ebraico ‘karan’ (ovvero, raggi di luce) fu reso in latino come ‘corna’ alimentando, negli anni, numerosi dibattiti tra gli studiosi, ormai concordi nel ritenere quell’insolito elemento simbolo di illuminazione divina.

I capolavori di Caravaggio nel cuore di Roma

Il percorso tra le opere d’arte che si possono ammirare gratuitamente nelle chiese di Roma prosegue con un maestro nell’uso drammatico del colore, Caravaggio. L’artista realizzò, infatti, per la Cappella Contarelli – che si trova all’interno della chiesa di San Luigi dei Francesi – ben tre dipinti dedicati alla vita di San Matteo. Si tratta, in particolare, de La Vocazione di San Matteo, de Il Martirio di San Matteo e di San Matteo e l’Angelo.

Vocazione di San Matteo
La Chiesa di San Luigi dei Francesi conserva la celebre Vocazione di San Matteo dipinta dal Caravaggio

Lavorate tra il 1599 e il 1602, le tre opere segnarono con la loro iconografia una vera e propria svolta nell’arte sacra grazie all’uso innovativo del chiaroscuro e alla rappresentazione drammaturgicamente realistica dei personaggi. Ne La Vocazione, Caravaggio coglie Matteo nel momento in cui Gesù, affiancato da San Pietro, lo chiama a sé indicandolo (un gesto che evoca il movimento di Dio ne La Creazione della Cappella Sistina). Segue l’opera che raffigura il martirio del santo, che giace a terra vittima di assassinio. A completare il trittico, San Matteo nell’atto di redigere il suo Vangelo sotto la guida di un angelo.

Spostandoci, poi, nella Basilica di Santa Maria del Popolo troviamo altri due capolavori caravaggeschi conservati nella Cappella Cerasi. Qui, Caravaggio ha dipinto La Conversione di San Paolo e La Crocifissione di San Pietro nel 1601. Nel primo, il santo appare immediatamente dopo essere caduto da cavallo, accecato dalla luce divina che irrompe improvvisamente sconvolgendone la vita. La seconda opera, invece, è dedicata all’apostolo Pietro raffigurato inchiodato a testa in giù sulla croce. In entrambi i casi, il realismo e il magistralmente gioco di luci e ombre trasmettono tutta l’intensità emotiva degli eventi biblici.

Raffaello in Santa Maria della Pace

Si trova, invece, nella Chiesa di Santa Maria della Pace l’affresco dal titolo Le Sibille e gli Angeli che Raffaello Sanzio realizzò nel 1514 su commissione del banchiere di origini senesi Agostino Chigi detto il Magnifico. L’opera si estende per oltre sei metri di larghezza e raffigura quattro sibille (Cumana, Persiana, Frigia e Tiburtina, appartenenti alla mitologia classica) impegnate nel ricevere rivelazioni divine dagli angeli. La disposizione delle figure è stata studiare per guidare lo sguardo dell’osservatore in maniera dinamica attraverso l’intera rappresentazione, creando così un senso di movimento e continuità.

Nel complesso, l’affresco è caratterizzato da una composizione equilibrata e da un uso magistrale del colore e della luce, che conferiscono profondità e dinamismo alla scena. Per la composizione, l’artista adottò in maniera armoniosa elementi della tradizione classica e di quella cristiana, a evidenziare una continuità culturale e temporale tra sapienza antica e religione. A caratterizzare le figure e la resa complessiva sono il vivace cromatismo e l’interazione dinamica fra i diversi soggetti, che confermano la maestria di Raffaello nel creare composizioni equilibrate e ricche di movimento.

Una curiosità interessante che riguarda l’opera è il fatto che è visibile non solo dall’interno della chiesa, ma anche da una delle sale dell’attiguo Chiostro del Bramante, permettendo così d’essere osservata da punti di vista differenti. Inoltre, non è difficile riscontrare una certa influenza di Michelangelo sul lavoro Raffaello in particolare nelle pose delle sibille che richiamano quelle dipinte dal Divin Artista nella Cappella Sistina.

Il genio di Gian Lorenzo Bernini tra architettura e scultura

Le ultime tappe ci portano alla scoperta di Gian Lorenzo Bernini, magistrale rappresentante del Barocco romano. A lui si deve la Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, nel rione Monti, progettata tra il 1658 e il 1670 su commissione del cardinale Camillo Pamphilj. A caratterizzare l’edificio è un’inedita pianta ovale con l’asse maggiore perpendicolare all’ingresso, struttura che – insieme alla distribuzione degli spazi interni – garantisce un effetto di spazialità dinamica in pieno stile berniniano.

Estasi di Santa Teresa d’Avila
L’Estasi di Santa Teresa d’Avila nella Basilica di Santa Maria della Vittoria

Di qualche anno precedente è la realizzazione de L’Estati di Santa Teresa d’Avila (datata tra il 1647 e il 1652). Scolpito in marmo e bronzo dorato, il gruppo è situata nella Cappella Cornaro della Chiesa di Santa Maria della Vittoria e rappresenta la transverberazione della santa colta nel momento in cui viene trafitta da un angelo con un dardo che simboleggia l’amore di Dio. Per incorniciare la scena, il Bernini progetto una struttura architettonica che comprende una nuvola sospesa su cui è adagiata la santa, illuminata dalla luce naturale che filtra da una finestra nascosta. Ai lati, i membri della famiglia Cornaro nell’atto di assistere all’evento mistico.

Categorie
Chiese Giubileo 2025 Notizie Roma turismo religioso Viaggi

Non solo Roma: le altre Chiese Giubilari in Italia

Nelle ultime settimane, a partire dalla Vigilia di Natale, Papa Francesco ha ufficialmente inaugurato l’Anno Santo 2025 presiedendo il rito dell’apertura delle Porte Sante a Roma. Un momento che ha raccolto attorno a sé l’intera comunità di fedeli da ogni parte del mondo, sia fisicamente – le immagini ci hanno, infatti, mostrato piazza San Pietro e le altre basiliche papali stracolme di persone – sia spiritualmente.

Il Giubileo 2025, del resto, vuole essere occasione di raccoglimento e riflessione per l’intera comunità cattolica, a qualunque latitudine essa si trovi. E in questo senso Roma rappresenta da sempre il cuore dell’evento. Non a caso, la prima Porta Santa che il pontefice per tradizione apre (in passato, addirittura, veniva proprio smurata) è quella della Basilica di San Pietro. Da quel momento, infatti, ha inizio l’anno giubilare.

Le Porte Sante aperte a Roma da Papa Francesco, cuore del Giubileo

Oltre a San Pietro, a ospitare le Porte Sante a Roma sono le basiliche papali San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. In via straordinaria, poi, Papa Francesco ha anche deciso di aprire simbolicamente una Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia, per sottolineare il significato più profondo di questo Giubileo. Ovvero, rinnovamento spirituale, speranza e redenzione.

Tuttavia, se il Vaticano e la Città Eterna sono evidentemente l’epicentro degli eventi con un calendario che si distribuisce lungo tutto l’anno solare, forse non tutti sanno che le Porte Sante non si trovano solo a Roma. Nel resto d’Italia, infatti, sorgono le cosiddette Chiese Giubilari, ovvero chiese che ospitano una Porta Santa la quale, esattamente come quelle aperte dal Papa, permette al fedele di ottenere l’indulgenza plenaria se rispettate certe condizioni.

Per chi, dunque, non abita nella città eterna o dintorni, non serve necessariamente programmare un viaggio a Roma per varcare una Porta Santa dato che ve n’è una nei principali capoluoghi di regione, in molti santuari già meta di pellegrinaggi lungo tutto lo stivale e anche chiese di provincia. Vediamo insieme quali sono le principali Chiese Giubilari da nord a sud.

Le Chiese Giubilari a Milano e in Lombardia tra fede e bellezza gotica

In Lombardia, la Chiesa Giubilare principale è il Duomo di Milano, imponente cattedrale gotica che, con le sue 135 guglie slanciate e oltre tremila statue marmoree, è tra i luoghi spirituali più imponenti al mondo e simbolo indiscusso della città. I lavori iniziarono nel 1386, per volontà del duca Gian Galeazzo Visconti che desiderava un edificio capace di rappresentare la potenza e la fede della città. Ne derivò un’impresa durata secoli, con artisti e architetti provenienti da tutta Europa.

Duomo Milano

Fonte: 123RF

La facciata del Duomo di Milano con la sua Porta Santa

Costruita interamente in marmo di Candoglia, trasportato attraverso i Navigli, l’edificio è dominato dalla celebre Madonnina, la statua dorata posta sulla guglia più alta nel 1774, divenuta simbolo di protezione per i milanesi. Il Duomo – o meglio, la Cattedrale di Santa Maria Nascente – non è l’unica Chiesa Giubilare della diocesi di Milano. Sempre in città, infatti, troviamo anche la Basilica di Sant’Ambrogio e il Santuario di Maria dei Miracoli presso San Celso (in Corso Italia, 39). Allargando, poi, lo sguardo vi sono molte altre Chiese Giubilari per un totale di quindici nella sola diocesi milanese. Tra queste, il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho (MI), il Santuario di Santa Maria del Monte a Varese, il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno (VA).

E ancora: la Basilica di Santa Maria Assunta a Gallarate (VA), il Santuario di Santa Maria delle Grazie a Monza (MB), la Basilica di Santa Maria Nuova ad Abbiategrasso (MI) e il Santuario di Nostra Signora della Vittoria a Lecco.

Le Porte Sante a Venezia e nel Veneto

Anche il Veneto ospita svariate Chiese Giubilari distribuite nelle diverse diocesi della regione che ha una lunga tradizione religiosa. A Venezia, in particolare, spicca la splendida Basilica di San Marco, capolavoro di arte bizantina. La sua storia affonda le radici nell’828, quando i mercanti veneziani trafugarono da Alessandria le reliquie di San Marco Evangelista, che divenne il patrono della città. Per custodirne le sacre spoglie, fu eretta una prima chiesa che fu successivamente ampliata e trasformata nell’attuale basilica, completata nel 1094.

Basilica di San Marco a Venezia

Fonte: 123RF

La Basilica di San Marco a Venezia, fra le Chiese Giubilari italiane

Sempre nella città lagunare sorge la Basilica della Madonna della Salute, che fu eretta come voto per la fine della devastante epidemia di peste del 1630-1631 che decimò la popolazione. Inaugurata nel 1687, la basilica sorge maestosamente alla punta della Dogana, dominando il Canal Grande e ospitando al suo interno capolavori di Tiziano e Tintoretto oltre all’icona della Vergine della Salute, venerata in occasione della ricorrenza  del 21 novembre, quando migliaia di fedeli attraversano un ponte votivo per renderle omaggio.

A Padova, invece, troviamo la Basilica di Sant’Antonio che accoglie pellegrini da tutto il mondo, mentre Verona ospita ben due Chiese Giubilari, ovvero il Duomo e la Chiesa di San Zeno. Tra le altre Chiese Giubilari del Veneto figura, infine, anche la Cattedrale di Vicenza.

Torino: la città della Sacra Sindone e il Giubileo

A Torino, il Giubileo incontra la devozione per la Sacra Sindone, custodita nella Cattedrale di San Giovanni Battista tra le Chiese Giubilari della diocesi. Unico edificio religioso rinascimentale della città, la chiesa fu costruita tra il 1491 e il 1498 per volontà del cardinale Domenico della Rovere e si erge dove in precedenza esistevano tre antiche chiese paleocristiane dedicate a San Giovanni Battista, Santa Maria di Dompno e San Salvatore.

Oggi, come si diceva, la cattedrale meta di pellegrinaggi per adorare la Sacra Sindone, il sudario che secondo la tradizione avvolse il corpo di Cristo. Il prezioso lenzuolo è conservato in una cappella appositamente progettata da Guarino Guarini e rappresenta una delle reliquie più venerate della cristianità.

Cattedrale di San Giovanni Battista a Torino

Fonte: 123RF

Esterno della cattedrale di San Giovanni Battista a Torino

Tra le altre Chiese Giubilari torinesi ci sono il Santuario della Consolata, la Basilica di Maria Ausiliatrice e il Santuario di Santa Rita da Cascia. Nei dintorni, invece, troviamo il Santuario di Belmonte a Valperga (TO), il Santuario della Madonna dei Fiori a Bra (CN), la Collegiata dei Santi Pietro e Paolo a Carmagnola (TO), il Duomo di Ciriè  (TO) e il Santuario di Nostra Signora di Lourdes a Giaveno (TO).

Le Porte Sante a Firenze, culla del Rinascimento

Scendendo lungo lo stivale, a Firenze, si possono visitare diverse Chiese Giubilari tra le quali la più celebre – e ammirata – è senza dubbio la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, con la sua magnifica cupola brunelleschiana. Simbolo della città, è tra i capolavori più iconici del Rinascimento italiano e la sua costruzione iniziò nel 1296 su progetto di Arnolfo di Cambio per concludersi oltre un secolo più tardi.

Un momento cruciale nella sua storia fu proprio la progettazione della celebre cupola, affidata a Filippo Brunelleschi nel 1418. Questo straordinario capolavoro, eretto senza centine di supporto, rimane una delle più grandi innovazioni ingegneristiche dell’epoca e domina, oggi come ieri, il paesaggio urbano di Firenze.

Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze

Fonte: 123RF

Il complesso di Santa Maria del Fiore a Firenze

Anche il Santuario della Santissima Annunziata, fulcro della devozione mariana, ospita una Porta Santa nel capoluogo . Uscendo, quindi, dalla città, i fedeli possono orientarsi verso il Santuario di Santa Verdiana a Castelfiorentino e il Santuario di Santa Maria all’Impruneta, entrambi siti in provincia di Firenze.

Spiritualità e tradizione a Napoli e dintorni

Ancora più a Sud, Napoli partecipa al Giubileo 2025 grazie a più di un edificio giubilare di grande importanza, in città e nei dintorni. Il principale è la Cattedrale di San Gennaro, conosciuta anche come Duomo di Napoli e celebre per il miracolo del sangue. La sua costruzione risale al XIII secolo – fu Carlo II d’Angiò a commissionarne la realizzazione –  e fu completata sotto il regno di Roberto d’Angiò. Edificata sul sito di antiche chiese paleocristiane, la cattedrale incorpora strutture precedenti come la Basilica di Santa Restituta.

Il Duomo è famoso per custodire le reliquie del patrono, tra le quali le ampolle contenenti il suo sangue sono al centro della devozione collettiva. Il miracolo della liquefazione, celebrato tre volte l’anno, attrae infatti migliaia di fedeli e simboleggia la protezione del santo sulla città.

Cattedrale di San Gennaro a Napoli

Fonte: 123RF

Interno della cattedrale di San Gennaro a Napoli

Altre Chiese Giubilari della città e provincia includono, poi, la Basilica del Carmine Maggiore, la Chiesa di Santa Maria di Pugliano a Ercolano, il Santuario di Santa Maria delle Grazie Incoronata a Procida e la Basilica del Buon Consiglio a Capodimonte.

Palermo e le sue Chiese Giubilari

L’ultima tappa di questo nostro viaggio ci porta in Sicilia, dove nell’arcidiocesi di Palermo sorgono alcune Chiese Giubilari. La principale è la Cattedrale dedicata a Maria Assunta, capolavoro architettonico che combina stili arabo-normanni e barocchi. La costruzione venne iniziata nel 1184 al tempo di Guglielmo II di Sicilia e divenne preso simbolo del potere dei re normanni sulla regione per poi riflettere, con il suo eclettismo, la storia civile, culturale e politica dell’area.

La cattedrale di Palermo

Fonte: 123RF

La cattedrale di Palermo fra le Chiese Giubilari

Altre Porte Sante sono infine collocate presso il Santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, nella Basilica Santuario Madonna della Milicia ad Altavilla Milicia e presso la Casa di Preghiera per tutti i popoli della Missione Speranza e Carità (alla Cittadella del Povero in via Decollati).

 

Categorie
Chiese Curiosità eventi itinerari culturali luoghi misteriosi tradizioni turismo religioso Viaggi

Dove si trova la tomba di Babbo Natale

Protettore dei bambini e dei marinai, San Nicola è una delle figure più affascinanti della tradizione cristiana, conosciuto in tutto il mondo come il santo che ha dato origine alla figura di Babbo Natale. Nato a Pàtara, in Licia, attorno al 270, fu vescovo di Myra e la sua storia si intreccia con leggende e tradizioni millenarie che ne hanno accresciuto il mito. Tra le tante, quelle che riguardano la collocazione dei suoi resti mortali, ovvero, dove si trova realmente la tomba di Babbo Natale?

Una domanda che continua a stimolare la curiosità di fedeli, storici e archeologi, alimentando un’avvincente narrazione che si arricchisce di fascino e mistero ad ogni nuova scoperta. Da Demre, l’antica Myra in Turchia, fino all’Irlanda, passando per Bari e Venezia, prepariamoci a scoprire i quattro luoghi simbolo che custodirebbero le reliquie di San Nicola, in un viaggio che combina storia, scienza e fede.

La scoperta del sarcofago nascosto di San Nicola a Demre

Nel cuore della Turchia, a Demre (l’antica Myra), si trova la Chiesa di San Nicola, un luogo che potrebbe custodire il segreto della sua tomba originale. The Watcher Post riporta che recentemente, un team di archeologi ha annunciato una scoperta sensazionale: sotto la chiesa, costruita nel IV secolo, è stato individuato un tempio intatto che contiene un sarcofago. Secondo la professoressa Ebru Fatma Fındık, responsabile del progetto di scavi, la posizione e le caratteristiche del sarcofago fanno ipotizzare che si tratti della sepoltura originale di San Nicola.

“Crediamo di aver trovato per la prima volta un sarcofago in situ. Il fatto che un sarcofago sia stato portato alla luce molto vicino alla chiesa che si pensa contenga la tomba di San Nicola ci entusiasma molto”, ha dichiarato la studiosa. Il sarcofago, realizzato in pietra locale, presenta un tetto a botte leggermente convesso e dettagli tipici dei manufatti funerari della regione. Oltre al sarcofago, gli scavi hanno portato alla luce frammenti di lampade in terracotta e ossa di animali, che potrebbero fornire indizi sulla vita religiosa del tempo.

La Chiesa di San Nicola, già danneggiata da terremoti e ricostruita nel IX secolo, è stata un importante luogo di pellegrinaggio durante il Medioevo e ancora oggi accoglie migliaia di visitatori. Se la scoperta venisse confermata, potrebbe riscrivere la storia delle reliquie di San Nicola, mettendo in discussione la tradizione che le vuole trasferite in Europa nell’XI secolo. Questo luogo, inserito dal 2000 nella lista dei siti candidati a diventare Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, continua a sorprendere con le sue rivelazioni archeologiche.

Nella Basilica di San Nicola a Bari le reliquie più celebri

La Basilica di San Nicola a Bari è il luogo che, più di ogni altro, lega il santo alla tradizione occidentale. Nel 1087, un gruppo di marinai baresi trafugò le sue ossa da Myra per salvarle dalla minaccia musulmana e portarle in città. Le reliquie furono accolte con grande entusiasmo e collocate nella cripta della basilica, consacrata nel 1089 da Papa Urbano II. Da allora, Bari è diventata una delle principali mete di pellegrinaggio per i fedeli di San Nicola.

Secondo una leggenda locale, il punto esatto dove i buoi che trasportavano le reliquie si fermarono fu scelto per la costruzione della basilica. Oggi i fedeli possono visitare la cripta dove si trovano le reliquie, ma la basilica è famosa anche per il cosiddetto “manna di San Nicola”, un liquido miracoloso che si dice sgorghi dalle ossa del santo, raccolto ogni anno durante una cerimonia solenne.

A Venezia il tesoro dei crociati

Anche Venezia rivendica un legame speciale con San Nicola. Durante la Prima Crociata, nel 1099-1100, un gruppo di crociati veneziani approdò a Myra e scoprì che la tomba principale era stata già svuotata dai baresi. Tuttavia, in un ambiente secondario, trovarono altri frammenti ossei attribuiti al santo, che furono trasportati a Venezia e custoditi nell’Abbazia di San Nicolò al Lido.

San Nicolò divenne così il protettore della flotta veneziana e la chiesa sul Lido un punto di riferimento per i marinai. Ogni anno, il doge partecipava al rito dello Sposalizio del Mare, che sottolineava il legame tra Venezia e il santo. Un’analisi del DNA condotta nel 1992 ha confermato che le reliquie conservate a Bari e Venezia appartengono alla stessa persona, rafforzando il legame tra queste due città e San Nicola.

Irlanda custode inaspettata dei resti del santo

Tra i luoghi meno noti associati a San Nicola c’è poi l’Irlanda, e più precisamente Newtown Jerpoint, un villaggio medievale abbandonato nella contea di Kilkenny. Qui si trova una chiesa dedicata al santo, con una lastra tombale decorata che raffigura un vescovo sovrastato da due teste di pietra. Secondo una leggenda locale, cavalieri normanni irlandesi avrebbero trafugato le ossa di San Nicola durante le Crociate e le avrebbero portate in Irlanda.

Sebbene questa versione sia meno accreditata rispetto a quelle di Bari e Venezia, alcuni storici ritengono plausibile che cavalieri normanni irlandesi, noti per il loro interesse verso le reliquie, abbiano effettivamente trasportato i resti del santo fino a Newtown Jerpoint. La tomba rimane un luogo di interesse per gli appassionati di storia e di leggende medievali, aggiungendo un ulteriore tassello al mistero delle reliquie di San Nicola.

Categorie
Chiese Città Del Vaticano Notizie turismo religioso Viaggi

Ricreata la Basilica di San Pietro con l’AI: ora tutti possono visitarla (virtualmente)

L’inizio del Giubileo 2025, la cui data ufficiale è il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa, sta portando una ventata di notizie di cui l’ultima è stata presentata proprio questa mattina durante una conferenza stampa in presenza del Papa. Il Vaticano, la Fabbrica di San Pietro e Microsoft hanno unito le forze per permettere a chiunque di fare esperienza della Basilica di San Pietro anche da lontano creando “La Basilica di San Pietro: AI-Enhanced Experience“.

Utilizzando le tecnologie all’avanguardia offerte dall’AI, i pellegrini e visitatori provenienti da tutto il mondo che non hanno la possibilità di visitare la Basilica di persona potranno esplorarla virtualmente. Come ha dichiarato Padre Francesco Occhetta, coordinatore del progetto: “Per la Basilica di San Pietro, l’alleanza tra l’intelligenza umana e l’IA è un ponte verso il futuro, una svolta storica senza frontiere. Essa può essere ammirata da ogni angolo del globo”.

Inoltre ha aggiunto: “Molte persone cercano uno spazio sacro in cui potersi ritrovare davanti a Dio e la ricostruzione digitale della Basilica potrà aiutare questo incontro in ogni angolo del mondo. Per questo motivo, questa visione in 3D ricollega l’architettura sacra al corpo di San Pietro e ne rappresenta un prolungamento”.

San Pietro in digitale grazie all’AI

Non tutte le persone del mondo, per un motivo o per un altro, hanno la possibilità di visitare Roma nella loro vita e di ammirare la Basilica di San Pietro. In questo caso, l’AI gioca un ruolo fondamentale nel concetto di inclusività trasformando la Basilica in un modello digitale accessibile a tutti. Partner principale di questo progetto, voluto dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica e presidente della Fabbrica di San Pietro, è Microsoft.

Per creare il gemello virtuale di San Pietro ci sono volute tre settimane, durante le quali droni, fotocamere e laser hanno accumulato oltre 400.000 immagini ad alta risoluzione degli interni della Basilica. Queste sono state poi utilizzate dall’AI for Good Lab di Microsoft e dal team francese di Iconem per creare un modello 3D con una precisione millimetrica.

Questo non è l’unico progetto con l’AI creato in occasione del Giubileo: sempre in collaborazione con Microsoft, Roma Capitale ha annunciato Julia, l’assistente turistica virtuale che aiuta turisti e pellegrini a scoprire la città.

Basilica San Pietro AI

Fonte: Getty Images

La Basilica San Pietro ricostruita con l’AI

Quando accedere alla Basilica in 3D e i suoi benefici

Grazie a questo progetto è possibile ammirare la Basilica di San Pietro in un modo unico, interagendo con la struttura e accedendo ad aree impossibili da visitare nella realtà perché non accessibili al pubblico. Papa Francesco ha ricevuto questa mattina in udienza tecnici e partner della Fabbrica di San Pietro, lodando il lavoro svolto e dichiarando che “Tutti, proprio tutti devono sentirsi accolti nella grande casa che è la Basilica di San Pietro” e che “La Basilica di San Pietro: AI-Enhanced Experience” permette di raggiungere proprio questo obiettivo.

Durante la progettazione di questa esperienza digitale, che sarà fruibile a partire dal 1 dicembre, è stato possibile identificare anche crepe e fessure invisibili all’occhio umano, fornendo informazioni essenziali per i lavori di restauro. L’IA, inoltre, è stata in grado di rivelare mosaici precedentemente nascosti o perduti e di scoprire un soffitto ornato.

Il Giubileo 2025 si avvicina e, chiunque voglia fare esperienza della Basilica di San Pietro anche da lontano, potrà finalmente accedervi in modo unico, approfondendone la storia e i suoi “segreti”.

Categorie
Chiese itinerari culturali Notizie patrimonio dell'umanità turismo religioso Viaggi

Italia Romanica, 100 chiese aprono i portoni di un patrimonio millenario

Presso la sala Consiliare di Palazzo Regio a Cagliari, è stata presentata la seconda edizione di Italia Romanica, il progetto ideato dall’ente capofila, la Fondazione Sardegna Isola del Romanico, che già nella prima edizione vide la partecipazione della siciliana Le Vie dei Tesori e la lombarda Fondazione Lemine. Tra le novità di questo 2024 spicca la partecipazione dell’Associazione piemontese “In Collina”.

Tra settembre e ottobre, in tutta Italia saranno oltre 100 le chiese romaniche che apriranno le loro porte ai cittadini, che potranno visitare gratuitamente i siti: in Sardegna saranno circa 70, in Sicilia oltre 10, in Lombardia 20, in Piemonte saranno 26. Il progetto continua a suscitare molto interesse nelle associazioni culturali di tutta Italia e negli anni a venire la rete si farà sempre più fitta.

Le aperture in Sardegna

Chiesa Cabras

Fonte: Ph @Nicola Castangia – Ufficio Stampa Italia Romanica – Sardegna

Italia Romanica, 100 chiese d’Italia aprono i portoni di un patrimonio millenario

Il calendario sardo è molto ricco e garantisce un’offerta culturale legata alla storia, all’architettura e alla religione della Sardegna.

Si comincia sabato 21 e domenica 22 settembre a Banari con l’apertura della chiesa di Santa Maria di Cea, a Bulzi con la chiesa del Crocifisso e della Cattedrale di San Pantaleo a Dolianova.

I visitatori potranno poi ammirare le bellezze della chiesa di Santa Chiara a Iglesias e a Mogoro della chiesa della Madonna del Carmine.

In Ogliastra, a Orosei sarà protagonista la chiesa di Sant’Antonio Abate e a Oschiri la chiesa della Madonna di Castro. A Samassi si potrà visitare la chiesa di San Geminiano, a Semestene quella intitolata a San Nicola di Trullas mentre a Sindia si potrà ammirare la chiesa di Santa Maria di Corte.

Porte aperte a Tratalias nella chiesa di Santa Maria di Monserrat, a Villa San Pietro si potrà visitare la chiesa di San Pietro e infine a Usini con la chiesa di Santa Croce.

Il secondo fine settimana, tra il 28 e il 29 settembre, l’iniziativa si terrà nei paesi di Anela, Cossoine, Fordongianus, Galtellì, Masullas, Oschiri, Ottana, Porto Torres, Siddi, Silanus, Tratalias, Uta, Villa San Pietro, Villamar, Villaspeciosa.

Anche a ottobre Italia Romanica sarà protagonista, sabato 5 e domenica 6, con aperture a Cabras, Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ghilarza, Ittiri, Orotelli, Oschiri, Ozieri, Ploaghe, Quartu S. Elena, Sardara, Solarussa, Tergu, Tramatza, Tratalias, Uri, Villamassargia, Zeddiani.

Italia Romanica conclude il suo percorso nel week end del 12 e del 13 ottobre quando ad aprire le loro porte ai visitatori saranno le chiese di Bauladu, Bonarcado, Gesico, Guasila, Ittireddu, Milis, Olbia, Ollastra, Oristano, Oschiri, Pula, San Vero Milis, Santa Giusta, Santu Lussurgiu, Tratalias, Zerfaliu.

Siti romanici aperti anche in Lombardia, Piemonte e Sicilia

Anche l’elenco delle aperture nelle altre regioni è lunghissimo e si può scorrere su Italiaromanica.it: a titolo di esempio, in Sicilia, dove il Romanico si fonde con influenze bizantine e arabo-normanne, sarà possibile visitare siti affascinanti come la misteriosa Zecca di Palazzo Reale a Palermo, la Torre di Federico a Enna, la chiesa dei SS. Annunziata dei Catalani a Messina, e le abbazie di Santa Maria di Mili e dei Santi Pietro e Paolo a Itala, nel Messinese. A Mazara del Vallo, si potranno ammirare la normanna San Nicolò Regale e la Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto. A Caltanissetta sarà visitabile l’Abbazia di Santo Spirito, mentre ad Alcamo si potrà scoprire la romantica Cuba delle Rose.

Nella provincia di Bergamo, apriranno al pubblico gioielli come la Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto, la splendida San Tomé, la Madonna del Castello e San Giorgio in Lemine ad Almenno San Salvatore, oltre alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Rezzago e San Michele a Tavernola Bergamasca.

In Piemonte, tra i tanti siti, si potranno visitare la canonica di Santa Maria di Vezzolano, la chiesa di Sant’Eusebio a Castelnuovo Don Bosco, le chiesette di San Lorenzo a Mombello di Torino e San Giorgio al Cimitero ad Andezeno, l’Abbazia di Santa Fede nei pressi di Brusasco, e San Pietro nel borgo e nel cimitero di Albugnano.

Categorie
Chiese Europa Idee di Viaggio itinerari culturali Monumenti Spagna turismo religioso Viaggi

Cosa vedere a Leon in Spagna, tra pellegrinaggi e feste imperdibili

León in Spagna, è il capoluogo della comunità autonoma Castilla y León, una delle regioni storiche che diedero origine allo Stato nazionale spagnolo alla fine del Medioevo. Qui si concentrano infatti monumenti, castelli, chiese spettacolari, testimonianze di un passato millenario.

Fondata dai Romani durante la loro prima colonizzazione, per le strade di León  sono passati tanti popoli: per il centro storico sono evidenti le tracce di queste culture e di un passato glorioso, che rendono León una delle più belle città della Spagna, con il suo affascinante mix di monumenti antichi, musei moderni e paesaggi mozzafiato.

Cosa vedere a León

A seconda del tempo a disposizione si può pensare ad una visita più o meno approfondita della città; ma ecco quali sono le attrazioni culturali principali.

Si parte da Plaza Mayor

Per entrare nel cuore di León bisogna raggiungere la principale piazza cittadina, Plaza Mayor, il centro geografico del tessuto urbano a poca distanza dal fiume Bernesga che attraversa la città. La splendida piazza è un trionfo dell’architettura barocca e proprio qui sorge il palazzo comunale, conosciuto come il Balcón de la Ciudad, per via dell’usanza dei nobili di León di osservare dall’alto dei suoi balconi lo svolgersi delle attività cittadine.

A poca distanza dal palazzo comunale si trovano la Casa delle Carnicerías e palazzo del Conte Luna. La prima era l’istituzione deputata alla distribuzione della carne in città e aveva sede in un edificio del XVII secolo di grande eleganza e che oggi è stato trasformato in una sede espositiva dove si tengono mostre di grande interesse dedicata all’arte e alla fotografia. Il palazzo del Conte Luna è una struttura molto interessante che conserva ancora il portale originale del Trecento ed è una testimonianza del gusto artistico eclettico di León, che vede unire allo stile gotico le influenze arabe dell’architettura moresca.

Cattedrale di León

Un capolavoro gotico del XIII secolo e ispirata alle grandi cattedrali gotiche francesi, annoverata tra i Monumenti Nazionali di Spagna. La cattedrale è dedicata alla Vergine Maria e per la sua bellezza ed eleganza è soprannominata Pulchra Leonina. Rappresenta una delle vette dell’architettura spagnola medievale, sia per l’architettura magnifica che per la meravigliosa opera di decorazione che abbraccia ogni angolo della struttura. La facciata scolpita è solo un’anteprima del meraviglioso interno che ospita il portale di San Froilán, la Sala del Capitolo con il suo soffitto a crociera e le stupefacenti vetrate dai colori sgargianti dove si possono ammirare le storie dell’antico testamento realizzate sia nel Medioevo che in anni più recenti e che si fondono in un complessivo turbine ipnotico. Dalla torre, una vista panoramica sulla città.

Quartiere Húmedo

Questo quartiere, alla destra della Cattedrale, si sviluppa intorno a piazza San Martín, popolarmente nota come piazza “dei negozi” (plaza de la Tiendas), tanto che i nomi delle sue strade riprendono le attività artigianali che le caratterizzano: Zapaterías, Platerías, Azabachería. Questa zona, una delle più vivaci del centro storico, è disseminata di bar e ristoranti, dove praticare la radicata tradizione di ir de tapas: andare da un bar all’altro per degustare assaggi di prodotti tipici, un tempo offerti  gratuitamente per “tappare” la bevanda alcolica ordinata.

Basilica di San Isidoro

Un gioiello romanico del XI secolo, la Basilica di San Isidoro è costruita sull’antico tempio romano dedicato a Mercurio, ed è considerata la “Cappella sistina” del romanico spagnolo. Il soprannome è dovuto alla maestosa decorazione ad affresco che copre buona parte degli interni della chiesa e rappresenta uno dei più incredibili esempi dell’arte religiosa spagnola medievale. La basilica è famosa per il Pantheon Reale dove riposano i sovrani del León medievale e le spoglie mortali di Isidoro di Siviglia, il vescovo spagnolo del VI secolo che fu anche uno dei più grandi intellettuali dell’alto medioevo. Da non perdere il Calice di León, una reliquia sacra per i pellegrini.

I musei di León

Con un po’ di tempo a disposizione, ecco i musei della città che meritano una visita.

Museo di León

Per conoscere la storia della città in ogni dettaglio allora la scelta migliore è visitare il Museo di León, situato nel Palazzo Pallarés, nella Plaza de Santo Domingo, dove sono custoditi una grande varietà di reperti, opere d’arte, documenti e ogni tipo di testimonianza materiale che ripercorre la vicenda storica di León dalle prime testimonianze di epoca paleolitica fino all’età contemporanea. Con una grande attenzione all’aspetto multimediale e interattivo il museo offre la possibilità di conoscere la storia attraverso le contaminazioni tra le diverse culture che nel corso dei secoli si sono succedute a Leon, permettendo in questo modo di comprendere meglio lo sviluppo della sua cultura ricca ed eclettica.

MUSAC (Museo d’Arte Contemporanea di Castiglia e León)

Un edificio avanguardista che ospita una collezione permanente che ripercorre le tendenze artistiche del XX e XXI secolo, con opere di artisti spagnoli e internazionali. Da ammirare le installazioni, le sculture e i dipinti che raccontano la storia dell’arte contemporanea.

Casa Botines

Un capolavoro modernista opera di Antoni Gaudí, la Casa Botines è un edificio unico nel suo genere. Progettata alla fine dell’Ottocento come nuova sede dell’associazione degli artigiani tessili di León, l’edificio è un magnifico esempio di ibrido tra neomedievalismo e architettura modernista, della quale Gaudí era l’esponente più importante nella Spagna di quegli anni, con guglie, decorazioni e trafori che rendono la facciata un gioiello di eleganza e abilità architettonica. Oltre alla facciata in pietra e ferro battuto, opera di fantasia del celebre architetto catalano, merita una visita l’interno, oggi adibito a centro culturale.

Museo della Cattedrale

Tutte le tappe della storia dell’arte, dalla preistoria al XX secolo, distribuite intorno al chiostro della Cattedrale. Di particolare rilievo la sala dedicata al romanico, con una raccolta di 60 sculture del XII e XIII secolo, trittici castigliani e fiamminghi, opere in avorio, oggetti di culto e codici singolari come l’Antifonario mozarabico, una Bibbia del X secolo e il Libro delle Stampe.

Natura e dintorni

Per chi ama la natura e vuole abbinare escursioni fuori porta alla visita della città, i Picos de Europa sono parte di un parco nazionale che regala paesaggi montani mozzafiato, con sentieri escursionistici, laghi glaciali e villaggi pittoreschi: esplorate la Valle de Valdeón, salite sul Pico Mampodre o avventuratevi nella Garganta del Cares. Las Médulas invece è un sito archeologico Patrimonio dell’Umanità UNESCO e offre uno spettacolo unico: antiche miniere d’oro romane a cielo aperto, dove ammirare i resti dell’ingegneria romana e immergersi nella storia del territorio.

Il Cammino di Santiago a León

León rappresenta una tappa fondamentale per i pellegrini che percorrono il Cammino di Santiago, uno dei pellegrinaggi più antichi e famosi del mondo. Il motivo? La Cattedrale di León ospita la tomba di San Froilán, che è uno dei patroni del Cammino, e la Basilica di San Isidoro custodisce il Calice di León, una reliquia sacra per i pellegrini. León offre ai pellegrini una vasta gamma di servizi e strutture dedicate, tra cui alberghi, ostelli, ristoranti e ospedali. La città è inoltre ricca di associazioni e gruppi di supporto che offrono assistenza e informazioni ai viandanti. Oltre alla visita alle due chiese, un pellegrino può partecipare a una delle messe celebrate ogni giorno nella Cattedrale e in altre chiese di León e deve ricordarsi di richiedere la Compostela, la credenziale del pellegrino che viene timbrata in ogni tappa del Cammino. A León, i pellegrini che hanno percorso almeno 100 chilometri a piedi o 200 chilometri in bicicletta possono richiedere la Compostela, la certificazione ufficiale del pellegrinaggio.

Info pratiche

Gastronomia leonese

Un viaggio a León non sarebbe completo senza un’immersione nella sua ricca tradizione culinaria. Da assaggiare: il botillo, un insaccato di carne di maiale speziato; la morcilla (salsiccia di sangue) e il Cecina de León, un prosciutto di manzo stagionato. Non perdete l’occasione di gustare i formaggi tipici e di accompagnare il pasto con un buon bicchiere di vino locale.

Quando andare

Il periodo migliore per visitare León è la primavera (aprile-maggio) e l’autunno (settembre-ottobre), quando il clima è mite e piacevole. L’estate può essere calda e affollata, mentre l’inverno è freddo e nevoso. Anche approfittare di uno degli eventi organizzati in città può essere una buona idea. Tra i tanti festival e appuntamenti: la Settimana Santa è una delle feste più importanti in Spagna, e a León si svolgono numerose processioni e manifestazioni religiose; anche las Fiestas de San Juan, a fine giugno, è molto sentita e la città si anima con concerti, spettacoli e fuochi d’artificio.

Come arrivare a León

In aereo

L’aeroporto di León (LELN) si trova a 7 chilometri dal centro della città. È collegato con voli nazionali da Madrid, Barcellona, ​​Bilbao e Valencia. Alcune compagnie aeree, anche low cost, offrono voli stagionali da principali città europee. Dall’aeroporto è possibile raggiungere il centro città in autobus o in taxi per chi viaggia in orari scomodi.

In treno

La stazione ferroviaria di León si trova nel centro della città ed è ben collegata con le principali città spagnole, tra cui Madrid (2 ore e 30 minuti), Barcellona (5 ore e 30 minuti) e Bilbao (3 ore). I treni ad alta velocità AVE collegano León a Madrid in meno di 2 ore.

In autobus

León è ben collegata con autobus a lunga percorrenza da diverse città spagnole e portoghesi. Le principali compagnie di autobus offrono diverse corse giornaliere da Madrid, Barcellona, ​​Bilbao, Valencia, Lisbona e Porto. La stazione degli autobus di León si trova nel centro della città.

Categorie
abbazie Chiese luoghi misteriosi santuari turismo religioso Viaggi Wanderlust

Luoghi energetici in Italia: cosa sono e dove si trovano

Avete mai visitato un luogo dove, per citare Stephen King, “un senso di mistero ha invaso il vostro cuore e la vostra mente”? Nel mondo sono tanti i luoghi considerati magici, in grado di emanare vibrazioni energetiche particolari e dove si percepisce un’aura speciale. Questi vengono chiamati luoghi ad alta energia e, se in alcuni casi rappresentano posti che invitano alla contemplazione e al silenzio, come quelli naturali, in altri si parla di una linea vera e propria che collega monumenti ed edifici specifici.

In Italia, questa misteriosa linea retta, chiamata ‘Linea di San Michele‘, unisce alcuni santuari con quelli situati in altri paesi come St. Michael’s Mount in Cornovaglia, Le Mont Saint Michel in Bretagna, il Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis nell’isola greca di Symi per poi raggiungere il Monastero di Stella Maris sul Monte Carmelo ad Haifa, in Israele. Di chiese e abbazie dedicate all’Arcangelo ne esistono tante sul territorio italiano, ma quelle che si posizionano sulla linea retta energetica sono la Sacra di San Michele in Val di Susa e l’omonimo santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano. Questa linea è ricca di misteri, siete pronti a scoprirla?

La misteriosa linea di San Michele

L’Arcangelo Michele è colui che insorge contro Satana e i suoi satelliti in quanto difensore degli amici di Dio e protettore del suo popolo. Ed è proprio questo il racconto al centro della leggenda che ha dato vita alla misteriosa linea di San Michele. Secondo la tradizione biblica, la linea sarebbe stata tracciata con la spada dall’Arcangelo durante la lotta contro Lucifero, al termine della quale fu ricacciato e sigillato all’inferno.

La leggenda aggiunge anche un dettaglio in più, sottolineando che l’Arcangelo Michele sarebbe apparso in ognuno dei sette punti che tracciano la retta, conferendo a ogni posizione una particolare sacralità. Ed è proprio in questi punti che sono stati costruiti i monasteri e i luoghi di culto citati nel paragrafo precedente, custodi di un’energia potente avvertita da credenti e non. Oltre alla storia biblica, questa linea retta rappresenta anche il percorso di pellegrinaggio seguito dai devoti Micheliti.

I luoghi energetici in Italia

Il primo dei due santuari italiani situati sulla Via Micaelica si trova in Piemonte, nella Val di Susa, dove la venerazione per San Michele ha origini molto antiche, risalenti al V-VI secolo d.C. Costruita a partire dall’anno 1000 da cinque monaci benedettini su volere del vescovo Annuncone, la Sacra di San Michele sorge arroccata a 962 metri di altezza sulla punta del monte Pirchiriano, nelle Alpi Cozie. Come avvenne per il santuario de Le Mont Saint Michel in Francia, sempre secondo la leggenda, anche La Sacra fu realizzata su volere dell’Arcangelo che qui vi apparve ordinando al vescovo l’edificazione del santuario.

Questa maestosa abbazia, che ha ispirato la scrittura del monumentale “Il nome della Rosa” di Umberto Eco, può essere raggiunta a piedi attraverso due percorsi: uno che la collega all’abitato di Chiusa di San Michele, e uno che la collega all’abitato di Sant’Ambrogio. Una volta arrivati, vi mancherà salire i 239 scalini in pietra per arrivare a questo luogo magico e ricco di mistero. I più avventurosi possono raggiungerla anche percorrendo la via Ferrata Carlo Giorda.

Il secondo santuario, tra i più importanti luoghi energetici in Italia, è il Monte Sant’Angelo in Puglia. Anche in questo caso si dice che il santuario dedicato al divino messaggero sia stato costruito dagli angeli e consacrato da San Michele in persona. Anche qui, secondo la leggenda, apparve al Vescovo dell’antica diocesi di Siponto, fondata dall’apostolo Pietro, rivelandogli l’arcano di un luogo inaccessibile e misterioso che, per volontà di Dio, era stato designato a sua privilegiata dimora terrena. La grotta viene considerata un luogo sacro che testimonia la nascita del culto micaelico sul Gargano. Qui potete visitare la Basilica Santuario, la Cappella Penitenziale e i Musei Tecum, che custodisce le cripte longobarde, il museo lapidario e quello devozionale.

Categorie
Budapest castelli Chiese grotte Idee di Viaggio turismo religioso Viaggi

La Budapest da visitare è quella sotterranea

C’è una Budapest che si nasconde anche agli occhi del più attento viaggiatore. La città, già splendida alle luci del sole, nasconde sotto di sé un fitto sistema di grotte naturali in cui sono stati costruiti, nei secoli, sotteranei di castelli, chiese e persino un ospedale. Noi vi sveliamo cosa si cela sotto le strade ed i palazzi di questa splendida capitale europea.

Le grotte sulle colline di Buda

Non tutti sanno che Budapest è una città divisa in due dal Danubio: Buda e Pest. Il centro nevralgico della città è Pest con il palazzo del Parlamento, il mercato alimentare e il commercio. Dall’altra parte del fiume ci sono invece Buda e le sue pittoresche colline, costellate da eleganti case residenziali e sovrastate dal castello. Proprio al di sotto di queste colline esiste un’intera rete di caverne da esplorare.

Le due grotte più popolari sono Pálvölgyi e Szemlőhegyi, attraversate da una lunga ragnatela di sentieri sotterranei dove si registra una temperatura costante di circa 11 gradi. Scendendo le lunghe scale è possibile arrivare in profondità per ammirare formazioni cristalline, stalattiti e stalagmiti. La grotta di Pálvölgyi è la più lunga di Budapest ed è spesso considerata anche la più bella per le sue architetture naturali. Se invece volete approfittare dei benefici effetti sulla salute dell’aria infusa di minerali, le grotte di Szemlőhegyi sono la soluzione migliore.

Stalattiti a Budapest

Fonte: 123RF

Le stalattiti nelle grotte di Budapest

Il labirinto del castello

Se si viaggia con tutta la famiglia, l’esperienza di speleologia del labirinto sotterraneo del castello di Buda è sicuramente alla portata di tutti. La storia del labirinto, che fa parte di un sistema naturale di caverne sotterranee, risale a centinaia di migliaia di anni fa, sebbene questo fu utilizzato anche durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio.

Durante i secoli il labirinto ebbe i più svariati utilizzi: dalla conservazione del vino all’estrazione mineraria, sino agli scopi militari e al suo impiego come prigione. Si pensa addirittura che Dracula (o meglio il principe della Transilvania noto come Vlad l’Impalatore, che ha ispirato il personaggio immaginario che beve sangue) sia stato imprigionato qui. Oggi è uno dei luoghi più visitati di Budapest e ospita al suo interno mostre speciali.

La chiesa nella roccia

L’altra collina che domina lo skyline di Buda è la collina di Gellért, coconosciuta come il luogo della “statua della libertà dell’Ungheria” e della famosa Cittadella. Ma sotto questi punti di riferimento si trova un’altra fitta rete di caverne. L’unica area aperta al pubblico è la Grotta di San Ivan, che oggi è costituita da Sziklatemplom, nota anche come Chiesa nella roccia, chiesa rupestre o Grotta di San Ivan.

Fondata nel 1926, la chiesa fu utilizzata come ospedale e centro di cura durante la Seconda Guerra mondiale. Durante il regime comunista, tuttavia, la chiesa fu sigillata e inaccessibile al pubblico. Riaprì nel 1991 dopo la fine del dominio comunista.

Chiesa nella Roccia a Budapest

Fonte: 123RF

La Chiesa nella Roccia a Budapest

Un ospedale dentro la roccia

Una parte di queste caverne costituiva durante la guerra un elemento vitale per la città di Budapest: l’ospedale che, scavato nella roccia, si trova anche sotto il castello ed ora è sede di un museo. Durante la Seconda Guerra Mondiale lo spazio fu utilizzato come importante centro d’emergenza durante i raid aerei.

Più tardi, durante la rivoluzione ungherese del 1956, l’ospedale fu riaperto per curare civili e soldati feriti. Chiuse definitivamente alla fine di quell’anno, per poi diventare bunker nucleare segreto durante la guerra fredda. In caso di attacco nucleare o chimico, il bunker era ancora dotato di un ospedale perfettamente funzionante. Durante questo periodo, alcuni medici e infermieri erano regolarmente impiegati per essere pronti ad ogni evenienza.

Una metro d’altri tempi

Sul primato di Londra per la tratta della più antica linea della metropolitana sotterranea in Europa non si discute, ma la famosa linea gialla di Budapest (conosciuta come M1) è la più antica al di fuori delle Isole britanniche. Fu inaugurata nella primavera del 1896, collegando due dei più grandi quartieri della città: il Danubio e il City Park. Lungo il suo percorso ci sono diverse importanti fermate tra cui la Basilica di Santo Stefano, il Teatro dell’Opera ungherese, Piazza degli Eroi e le Terme di Széchenyi.

Metropolitana di Budapest

Fonte: 123RF

La linea M1 della metropolitana di Budapest

Tenendosi ancora ai cinturini in pelle e intravedendo scorci delle stazioni piastrellate, ci si può sentire come se si fosse tornati indietro nel tempo. Passando dalla M1 alla più recente linea verde M4 si potranno notare invece le notevoli differenze tra la storia e la modernità. Ogni stazione della linea M4 infatti, è stata progettata da un artista diverso e mette in mostra l’innovazione tecnologica di Budapest.