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Viaggio tra le più belle Rocche della Romagna

Quello che stiamo per farvi fare è un viaggio tra Rimini e Bologna, a pochi chilometri dalla costa, dove prende vita una Romagna sorprendente: qui un ambiente naturale unico dialoga con un patrimonio storico di grande fascino, e il benessere offerto dai centri termali si accompagna a quello delle eccellenze enogastronomiche.

È la Romagna delle Rocche, una zona che regala al visitatore un panorama fatto di colline coperte di vigneti, borghi suggestivi, castelli merlati, torrioni imponenti e vestigia di fortezze.

“Rocche di Romagna”, il nuovo progetto

È proprio con il nome “Rocche di Romagna” che è nato un progetto di marketing territoriale e promozione turistica. Il tutto grazie all’alleanza fra i Comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme Terra del Sole, Forlimpopoli, Meldola, Predappio, e con il sostegno della Regione Emilia–Romagna.

Un programma che ha l’obiettivo di valorizzare questa splendida zona del nostro Paese, promuovendo l’attrattività turistica e commerciale, facendo scoprire le molteplici opportunità a disposizione dei visitatori e, in particolare, a chi ama il turismo “lento”.

Questo mese di maggio vede la nascita di una serie di iniziative che animeranno le Rocche nei diversi weekend del mese: degustazioni, visite guidate, spettacoli musicali e incontri culturali, laboratori ed escursioni guidate. In particolare:

  • 6 – 7 – 8 maggio: Bertinoro;
  • 7 – 8 maggio: Castrocaro Terme;
  • 14 – 15 maggio: Forlimpopoli;
  • 22 maggio: Predappio Alta;
  • 29 Maggio: Meldola.

Un mese di eventi focalizzati sulle Rocche che sarà, in realtà, il preludio del ricco calendario di manifestazioni che si svolgono nel territorio delle Rocche di Romagna nel corso dell’anno, in particolare nei mesi estivi.

rocca bertinoro romagna

La maestosa Rocca di Bertinoro

Le Rocche di Romagna assolutamente imperdibili

Ben 10 fortezze e una più suggestiva dell’altra. Strutture maestose e imponenti costruite a difesa dei borghi o per sorvegliare i cammini più battuti, poste su speroni rocciosi o nel cuore del tessuto cittadino. Le Rocche di Romagna sono sì un elemento distintivo del territorio e una testimonianza storica, ma fungono anche da simbolo di un’identità più profonda dei paesi e
delle cittadine in cui sorgono.

A Bertinoro prende vita una Rocca che domina il borgo medievale e l’intera pianura romagnola. Nei secoli ha accolto illustri ospiti, dall’imperatore Federico Barbarossa a Dante Alighieri. Oggi, dopo un accurato intervento di recupero, è diventata sede del Centro Residenziale Universitario per l’alta formazione e del Museo Interreligioso, unico in Italia, dedicato alle tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo ed Islam.

Un vero e proprio castello medievale che è un un susseguirsi di torri, loggiati, arsenali, sotterranei e fosche leggende (si racconta che fra queste mura si nasconda un pozzo dei rasoi, usato dalla battagliera Caterina Sforza per eliminare gli amanti scomodi).

Particolarmente affascinanti anche la Fortezza di Castrocaro Terme e il Museo Storico allestito al suo interno. Visitarla è come entrare nel cuore della Romagna e fare un viaggio nella storia: l’ingresso della Fortezza, che conduce direttamente nella Rocca, è caratterizzato dall’imponente Torre guelfa e delle Segrete.

Castrocaro Terme fortezza

L’incredibile fortezza di Castrocaro Terme

Possente e vivissima la Rocca di Forlimpopoli che, a differenza delle consorelle, sorge in pianura lungo la via Emilia. Oggigiorno è la sede comunale e ospita anche lo storico cine-teatro Verdi dove, nel 1851, fece irruzione il Passatore, il più famoso e crudele fra i briganti romagnoli. Presente anche il Museo Archeologico “Tobia Aldini”, con reperti dal Paleolitico fino all’età rinascimentale.

Ancora parzialmente in restauro (per questo visitabile solo in occasioni particolari), ma decisamente accattivante, è la Rocca di Meldola che tra le sue mura racconta una storia travagliata: assedi, razzie, spoliazioni e perfino un terremoto. Nonostante tutte le sventure, emerge comunque la sua imponenza. Basti pensare che è una delle più grandi della Romagna.

Piccola ma inespugnabile è, invece, la Rocca di Predappio che si trova nella località più antica del comune, chiamata “Predappio Alta”.  A colpire particolarmente il visitatore è che ha conservato quasi del tutto intatta la sua fisionomia, dominando ancora oggi l’antico borgo con i sui torrioni circolari. È aperta al pubblico, nel periodo estivo, in occasione di eventi turistici.

Forlimpopoli rocca

La splendida Rocca di Forlimpopoli

Da non perdere anche la città-fortezza di Terra del Sole. Edificata durante il Rinascimento per volontà di Cosimo I De’ Medici, è abbracciata da una cinta muraria alta ben 13 metri e dominata dai castelli del Capitano delle Artiglierie e del Governatore, mentre sulla Piazza d’Armi si affaccia il Palazzo Pretorio.

Lungo la strada che collega Predappio a Meldola, in posizione isolata e dominante, si incontra Rocca delle Caminate, ricostruita nel ventennio fascista (fu residenza estiva di Mussolini) e oggi recuperata per incontri culturali e iniziative di formazione.

Valgono una visita anche il piccolo borgo fortificato di Teodorano con la sua torre che domina la valle del Voltre e i resti della fortificazione di Castelnuovo. Dell’antico castello dei Da Polenta rimane invece un antico torrione visitabile solo con visite guidate.

Tutti edifici che vantano un’importanza storica rilavante, ma anche un particolare caratteristica comune, o almeno quelle costruite di speroni rocciosi: lo Spungone. Caratteristica di queste colline, è una roccia riconoscibile per la presenza al suo interno di conchiglie fossili che conferiscono al terreno particolari caratteristiche minerali che lo rendono più fertile e, in particolare, adatto alle coltivazioni della vite e dell’ulivo.

Rocca di Meldola romagna

L’affascinante Rocca di Meldola

Gli itinerari per scoprire il territorio

Chi ama il turismo all’aria aperta in questo affascinante territorio troverà un ampio ventaglio di percorsi nella natura, fra dolci pendii e ripide salite, che collegano i borghi e le rocche, passando accanto a vigneti, uliveti e campi ben coltivati.

Tra tutti, vi segnaliamo il lungo Itinerario dello Spungone che attraversa completamente il territorio delle Rocche di Romagna, passando per la Riserva naturale del Bosco dell’antico Convento di Scardavilla e raggiungendo Rio Cozzi, dove l’antica roccia di origine marina emerge in modo speciale.

Altrettanto affascinante il sentiero “Speranza” che si snoda sulle colline di Predappio. Attraversano questo territorio anche gli antichi Cammini di S. Antonio da Padova che passano per l’eremo di Monte Paolo, dove il santo ebbe la sua prima residenza italiana, e il cammino della Via Romea Germanica, che dalla città tedesca di Stade scende verso Roma.

Rocca di Predappio romagna

La bella Rocca di Predappio

Gli altri eventi dell’anno

Non solo primavera. La Romagna delle Rocche propone ai visitatori un fitto calendario di eventi di richiamo durante tutto l’anno. Tra i principali vanno segnalati:

  • la Festa Artusiana di Forlimpopoli: fine giugno e, per una settimana, propone innumerevoli stand gastronomici e cene a tema, oltre che iniziative culturali dedicate al grande Pellegrino Artusi;
  • l’evento ROCCAmbolesca: un fine di agosto passato fra artisti, mostre e bancarelle, ridonando vita e visibilità all’antica rocca di Meldola;
  • la Festa dell’Ospitalità: primo weekend di settembre, a Bertinoro, dove rivive il rito medievale dell’accoglienza con un programma intenso di iniziative e proposte all’insegna della cultura, buona tavola e del buon vino;
  • il Palio di Santa Reparata: primo weekend di settembre, anima il borgo di Castrocaro Terme e Terra del Sole fra rievocazioni storiche, arcieri e musica;
  • la Tre giorni del Sangiovese: a inizio ottobre vivacizza le vie di Predappio per far degustare l’importante produzione vitivinicola del territorio.

Non resta che organizzare una gita in questa terra da sogno tutta italiana.

rocche di romana

Un angolo di questa bellissima zona d’Italia

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Apre il castello delle fiabe, ed è pura magia

Se c’è un castello dove ci si aspetta di trovare una principessa dai capelli biondi e gli occhi azzurri affacciata alla finestra in attesa del suo principe azzurro a cavallo è proprio questo.

Una piccola e candida fortezza, edificata sulla vetta di una collina, circondata da un bellissimo giardino che guarda, dall’alto delle sue quattro torri merlate, un magnifico panorama montano. Sembra uscito da un libro di fiabe.

Il fiabesco Castello di Aymavilles

Ci troviamo al Castello di Aymavilles, in Valle d’Aosta, uno dei più romantici che esistano in Italia. Sottoposto a un’importante opera di ristrutturazione durata vent’anni, intervallata da alcune eccezionali aperture, ora sta per riaprire definitivamente i cancelli al pubblico che potrà visitarlo e fare esperienze davvero regali.

Un weekend di eventi

Il Castello di Aymavilles apre al pubblico il prossimo 14 maggio (e per tutto il weekend l’ingresso è gratuito). Un’occasione unica per visitare questa magnifica residenza medievale e barocca in una fiorita veste primaverile. L’atmosfera sarà resa ancora più magica da personaggi in abiti della prima metà dell’Ottocento che faranno compiere ai visitatori un salto indietro di due secoli. Per tutto il fine settimana saranno organizzati momenti di intrattenimento gratuiti, anche per famiglie.

Questi gli appuntamenti: il “Teatrino Kamishibai” (sabato mattina) con uno spettacolo giapponese, le “Fiabe del Castello” (sabato e domenica pomeriggio) con la narrazione di una favola scritta apposta per il castello di Aymavilles, lo spettacolo di burattini “Il Castello Indovinello” (domenica mattina e pomeriggio) e il laboratorio di giocattoli “I Musicattoli” (domenica mattina). Si consiglia la prenotazione.

Cosa vedere nel castello

Tra le stanze più particolari c’è quella di Madame Giovine, la badante della madre del proprietario che poi divenne sua moglie. Questa stanza, con un bellissimo letto a baldacchino, è stata completamente ricostruita come l’originale. Il salone ospita una collezione di opere d’arte in prestito dall’Académie Saint-Anselme, un’associazione culturale valdostana ispirata da Anselmo di Aosta.

Bellissimo all’interno, ma anche all’esterno. Il giardino che circonda il castello ha un bellissimo parco fatto di roseti e di altre piante rare. C’è anche una deliziosa serra allestita di tutto punto con bellissimi fiori e piante. La visita del castello è in parte anche interattiva ed è previsto un itinerario dedicato ai bambini con l’ausilio di audioguide e pannelli in Braille oltre all’accesso disabili.

I castelli della Valle d’Aosta

L’apertura definitiva dell’iconico Castello di Aymavilles rappresenta un importante ampliamento dell’offerta turistica e culturale valdostana, che conta altri otto meravigliosi castelli, tra cui gli splendidi Castelli di Verrès e di Fénis. Il Castello di Aymavilles si trova infatti in una zona con un’alta concentrazione di castelli. Da qui, in epoca romana, passava la via delle Gallie, una strada consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. In tutto il territorio si contano all’incirca altre cento fortezze.

Non lontano da qui, a Sarre, sulla strada che porta a Courmayeur, a circa 5 chilometri da Aosta, c’è il famoso Castello Reale di Sarre, che domina la piana aostana sopra la strada statale che porta al Monte Bianco. Acquistato nel 1869 dal re Vittorio Emanuele II, lo ristrutturò e lo utilizzò come residenza durante le sue battute di caccia in Valle d’Aosta.

Tra i più famosi c’è appunto il Castello di Fénis. Unendo ai caratteri della fortificazione quelli della residenza signorile, questo castello fu la prestigiosa sede di rappresentanza dei maggiori esponenti della famiglia Challant (proprietari, a metà del ‘300, anche del Castello di Aymavilles), che lo dotarono dell’imponente apparato difensivo, nonché di eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio.

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Il fiabesco Castello di Aymavilles in Valle d’Aosta

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Un’incredibile scoperta lo rende il castello rivelazione d’Italia

Non è di certo la Reggia di Caserta e nemmeno Castel del Monte, eppure questo piccolo maniero è un gioiello che non ha pari in Italia.

Per secoli fu la residenza dei Conti Valperga, fino a quando, nel Rinascimento, non vennero erette delle altissime mura e delle imponenti torri a guardia del castello.

Oggi che le mura sono state abbattute e che sono stati fatti diversi lavori di restauro, questo meraviglioso maniero ha svelato degli incredibili segreti rimasti celati finora. Tre anni di restauri hanno infatti riportato alla luce un sorprendente ciclo di affreschi risalenti alla fine del Seicento, ancora perfettamente conservato.

Il castello rivelazione

Stiamo parlando del Castello di Masino che è inserito nel circuito dei castelli del Canavese ed è oggi un bene del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). Fino a poco tempo fa, quello conosciuto come Salone dei Savoia era una quadreria ottocentesca dalle pareti intonacate di bianco. Si intuiva solo a sprazzi che sotto lo strato di bianco si trovava una decorazione ma mai si pensava a una simile scoperta.

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Il Castello di Masino, bene del FAI

La scoperta degli affreschi

Rimossa la pittura su 480 metri quadrati di superfici, il Salone dei Savoia ha rivelato l’aspetto che aveva alla fine del Seicento: un salone di rappresentanza sontuosamente affrescato con architetture dipinte a trompe l’oeil che inquadrano vedute paesaggistiche di 22 città del Piemonte e della Savoia, con un fregio di 147 stemmi nobiliari, culminanti nel simbolo dell’unione matrimoniale di Vittorio Amedeo II e Anna d’Orléans, nipote di Luigi XIV, sposi nel 1684, rappresentata al centro della volta, e con un albero genealogico alto 3 metri sul camino.

Committente degli affreschi fu il Conte di Masino, Carlo Francesco Giuseppe Valperga, (1655-1715) che immaginò il salone come fulcro di un percorso cerimoniale e di rappresentanza, tipico delle regge, che includeva la galleria e tre camere intitolate ai regni di Spagna, Austria e Francia, le cosiddette Camere degli ambasciatori.

Nel Seicento, questi spazi ospitavano udienze, incontri e soggiorni di diplomatici e personaggi della nobiltà italiana e straniera, ma anche gli stessi membri di Casa Savoia.

Si tratta di un programma iconografico a oggi senza confronti, dicono gli esperti del FAI, che attraverso l’uso dell’araldica celebra la dinastia sabauda, cui la famiglia Valperga, proprietaria da secoli del castello era strettamente legata.

Il salone, l’ambiente più grande del Castello di Masino, oltre che restaurato è stato riarredato così com’era un tempo, con poltrone alle pareti e grandi lanterne dorate al centro ed è oggi divenuto il fulcro del percorso di visita.

La visita del Castello di Masino

Per raccontare la storia del Salone dei Savoia appena restaurato e riaperto al pubblico e per invitare i visitatori alla scoperta delle sue tante storie, dei simboli e dei riferimenti che contiene, il FAI ha aggiunto al percorso di visita un nuovo spazio dedicato all’approfondimento nella ex-loggia affacciata sul paesaggio adiacente al salone, con quattro video touch-screen e una copia del Theatrum Sabaudiae a disposizione dei visitatori.

L’edificio è letteralmente ricoperto di affreschi, mobili di raffinatissima fattura ed è sede di un museo di carrozze settecentesche davvero straordinario.

Tanti sono gli ambienti incredibili che si possono visitare. Come la ricca biblioteca e la galleria dei poeti, completata nel 1814, sulle cui pareti è dipinto una sorta di pantheon di poeti e scrittori ritratti cronologicamente, da Dante ad Alfieri.

Splendido è l’appartamento di Madama Reale, così chiamato in seguito alla lunga permanenza di Giovanna Battista di Savoia Nemours. Fu fatto costruire attorno al 1670 dal Conte Carlo Francesco I di Masino per la reggente di Casa Savoia, seguendo il modello del Castello Ducale di Agliè e del Castello Reale di Racconigi. Al lato del grande cortile interno terrazzato, che costituisce lo spazio interno della dimora, isolata in un angolo si trova la Torre dei venti, una torre esagonale il cui tetto è coperto di coppi rossi, gialli e verdi con in cima una piccola bandiera di metallo segnavento. All’interno, sul soffitto, è dipinta una dettagliatissima rosa dei venti, creata dal soffio di moltissime faccine di bimbi.

Il castello è circondato da un immenso parco lussureggiante in tipico all’inglese che si estende per diversi ettari. Una strada lo percorre per intero attraverso alcuni boschetti fino ad arrivare alla vicina località di Strambino. Nel parco, verso la fine del viale alberato che da un’uscita laterale del castello porta a uno spiazzo panoramico con una vista che arriva fino all’imbocco della Valle d’Aosta, si trova il secondo labirinto botanico più grande d’Italia (il primo è il Labirinto della Masone in provincia di Parma).

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Il Salone dei Savoia del Castello di Masino restaurato

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Viaggio tra i Castelli della Baviera

Monaco di Baviera è sostanzialmente conosciuta per due cose: per la birra, a cui è dedicato il celebre Oktoberfest, e per i bellissimi castelli che sorgono nei suoi dintorni, che ispirarono anche Walt Disney. Oggi ho deciso di farvi sognare ad occhi aperti e di portarvi con me nel mondo delle fiabe. Forse Monaco durante l’Oktoberfest perde un po’ la sua atmosfera fiabesca, per assumerne una più folkloristica, ma vi assicuro che in altri periodi dell’anno è la città perfetta per un weekend lungo, dove immergersi nella storia, nella cultura, nell’arte e nello sfarzo che hanno contraddistinto il regno di Baviera per molti secoli. Per organizzare il vostro tour dei castelli bavaresi, il mio consiglio è di usare Monaco come punto di partenza e base dove dormire. Monaco infatti è raggiungibile facilmente da tutta Italia con l’aereo. Chi abita nelle regioni del nord  può valutare di utilizzare la propria macchina per raggiungere la città, passando per il valico del Brennero. Un’altra alternativa è il treno ad alta velocità che collega Milano alla capitale bavarese. Una volta arrivati a Monaco sarà facile muoversi utilizzando la rete ferroviaria regionale e il trasporto pubblico.

I Castelli più belli della Baviera:

  1. Castello di Nymphenburg 

A due passi dal centro di Monaco si trova il castello di Nymphenburg, la residenza estiva della famiglia Wittelsbach, la casata reale bavarese. Il palazzo, costruito in stile barocco, fu commissionato dai principi Ferdinando Maria di Baviera ed Enrichetta Adelaide di Savoia, in occasione della nascita del loro erede Massimiliano Emanuele. Fu completato nel 1675, anche se nel corso degli anni successivi subì alcune aggiunte e trasformazioni. Il castello oggi è aperto al pubblico e ospita anche alcuni musei, come il museo delle carrozze e quello della porcellana. Se avete a disposizione almeno una mezza giornata, merita una visita anche il parco adiacente al castello, esteso su circa 200 ettari. Costruito in stile inglese nasconde al suo interno laghetti, ponticelli e piccoli gioielli da visitare, come l’Amalienburg, un casino di caccia in sfarzoso stile rococò. Il parco è diviso in due da un canale centrale, dove in estate si può fare un romantico giro in gondola. In inverno invece si trasforma in un piccolo lago ghiacciato su cui si può pattinare, giocare a hockey e praticare il curling. Una curiosità: è proprio nel castello di Nymphenburg che è nato Ludovico II, uno dei più discussi sovrani di Baviera che nel corso di soli 20 anni fece costruire tre magnifici castelli tra le valli bavaresi a quasi 1000 metri di altezza.

 

  • Castello di Linderhof

A circa 1 ora da Monaco sorge uno dei più famosi tra i castelli di Ludovico II, il castello di Linderhof, l’unico che sia riuscito a portare a compimento ed eletto a sua dimora prediletta, dove si rifugiava per dedicarsi alle sue passioni: la lettura, l’arte e la musica. Un castello da sogno che si trova proprio dove non te lo aspetti: nel bel mezzo dell’altopiano bavarese, immerso nel bosco e circondato da montagne e vallate. Il castello di Linderhof fu terminato nel 1879 ed è un vero e proprio omaggio di Ludovico II al Re Sole, Luigi XIV di Francia, che il sovrano bavarese ammirava particolarmente. La bianca facciata è in stile barocco e crea un bellissimo contrasto con i colori della natura circostante. Per segnalare la presenza del re venivano posti due pavoni in ceramica a grandezza naturale ai lati dell’ingresso principale. Gli interni del palazzo sono in stile rococò, riccamente decorati in oro a 22 o 24 carati e illuminati da lampadari di cristallo di Boemia. Nella sala da pranzo si trova ancora il tavolo magico, un tavolo a scomparsa che veniva calato al piano inferiore tramite un sistema di carrucole e tornava nelle stanze reali già imbandito di ogni prelibatezza. La sala più bella di tutto il castello è però lo studio del re, con le pareti ricoperte interamente di specchi che creano un gioco di riflessi e l’effetto di un corridoio infinito. Immaginatela illuminata dalla luce delle candele del lampadario in avorio indiano, che sormonta lo scrittoio, e vi sembrerà di essere entrati davvero nel mondo delle fiabe. Una volta usciti dal palazzo non perdetevi una passeggiata nel  meraviglioso giardino che fa da contorno al castello. Qui si trovano fontane, statue e due padiglioni in stile orientale acquistati dal sovrano all’Esposizione Universale di Parigi e di Vienna. Merita una visita il Chiosco Moresco che ospita un trono sormontato da tre pavoni in ceramica, dove il re si rifugiava per dedicarsi alla lettura e sorseggiare il tè. Tra le meraviglie del parco risalta la grotta di Venere, purtroppo chiusa al pubblico per lavori di restauro. È una grotta artificiale con stalattiti e stalagmiti scavata all’interno della montagna e dotata di un sistema di illuminazione elettrica, all’avanguardia per quel periodo storico, che crea differenti tonalità cromatiche.

  • Castello di Neuschwanstein

Dista un paio di ore da Monaco, ma è sicuramente il castello simbolo della Baviera, che ha ispirato Walt Disney per l’ambientazione de “La bella addormentata nel bosco” ed è stato eletto tra i 21 finalisti durante la selezione delle sette meraviglie del mondo moderno. Il castello di Neuschwanstein sorge nei pressi di Füssen, a sud di Monaco, e, come Linderhof, è immerso nella natura a più di 900 metri di altezza. Ludovico II scelse proprio questo luogo perché durante la sua infanzia trascorse lunghi periodi presso il vicino castello di Hohenschwangau, residenza estiva dei suoi genitori, Massimiliano II di Baviera e Maria di Prussia. Se decidete di visitare Neuschwanstein, potete dedicare un po’ del vostro tempo anche a Hohenschwangau, dato che i due castelli si trovano nella stessa località. Visitando gli interni di quest’ultimo provate a immaginare Ludovico II mentre osservava con il grande cannocchiale i lavori di costruzione del castello di Neuschwanstein! Purtroppo Ludovico morì in circostanze misteriose nel 1886 e non riuscì a vedere completato il castello che tanto aveva desiderato. Il castello di Neuschwanstein è raggiungibile con una piacevole passeggiata di circa 30 minuti, ma è presente anche un servizio navetta e il trasporto in carrozza trainata dai cavalli (che personalmente sconsiglio perché non lo trovo sostenibile per gli animali). Se gli esterni in stile gotico colpiscono per la loro atmosfera fiabesca, gli interni lasciano davvero a bocca aperta. Le decorazioni presenti sono infatti un omaggio alle opere del famoso compositore Wagner per cui Ludovico II nutriva una grande ammirazione. Tra le stanze più belle spicca sicuramente la sala del trono, ispirata alla Basilica di Santa Sofia di Istanbul. Nell’abside dorata è raffigurata la figura di Cristo con Maria, mentre ai lati si trovano le figure dei dodici apostoli. Nel progetto iniziale era prevista la costruzione di un trono a baldacchino, che però non fu mai realizzato per la precoce morte del re. Passeggiando per i saloni reali la vostra attenzione verrà catturata dai colori intensi delle decorazioni, dalla sfarzosità dell’arredamento e dai ricchi particolari che fanno di Neuschwanstein un castello unico al mondo. Ma per immergervi completamente nell’atmosfera fiabesca del luogo non dimenticatevi di guardare fuori dalle finestre e lasciatevi cullare dai dolci panorami sul lago e sulle montagne circostanti: solo così vi sembrerà di far parte davvero di una fiaba!

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Anche l’Italia ha il suo castello delle fiabe: lo riconoscete?

A pochi chilometri da Torino, immerso nei boschi e nella natura lussureggiante del piemontese, c’è un borgo magico e suggestivo che sorge sulle rovine dell’antica città romana di Alladium. È in questo contesto straordinario che svetta maestoso verso il cielo il Castello Ducale di Agliè.

Il suo aspetto balza subito all’occhio, lo fa per la sua grandezza e per quel particolare stile architettonico che non assomiglia a nessun altro perché ha raccolto nel corso dei secoli i dettami degli stili che si sono susseguiti nel tempo, dando vita a un edificio eclettico e unico.

E non assomiglia neanche al castello della Walt Disney, quello che ha fatto da sfondo alle vicende di Cenerentola o della Bella e la Bestia. Il Castello Ducale di Agliè non ha le iconiche torri con i tetti a punta, eppure anche le sue stanze conservano le storie di amori, intrighi e passioni che hanno fatto parte dell’immaginario cinematografico e non solo.

Il Castello Ducale di Agliè

A poco più di 30 chilometri da Torino, troviamo il Castello Ducale di Agliè, situato proprio nell’omonimo borgo. L’edificio fa parte delle Residenze Sabaude del Piemonte ed è uno dei castelli più visti dagli italiani, se non dal vivo, sicuramente attraverso lo schermo, perché è proprio nei suoi interni e negli esterni che sono state girate alcune delle serie televisive italiane di maggior successo.

Come abbiamo anticipato, la sua struttura architettonica è molto particolare, perché raccoglie tutti gli stili che si sono seguiti nel tempo. La sua storia, infatti, è iniziata nel medioevo, periodo durante il quale venne costruito il primo nucleo della residenza.

Nel 1600, invece, il castello divenne di proprietà del conte Filippo San Martino d’Agliè, consigliere di Cristina di Francia. Fu lui a commissionare le prime modifiche dell’edificio, a partire dal rifacimento della facciata all’aggiunta di due gallerie e di un cortile.

Nel 1700, invece, la dimora venne acquistata dai Savoia e fu trasformata in una residenza reale alla quale vennero aggiunte nuove sale, adibite a stanze, e una chiesa collegata al palazzo. Un secolo dopo furono ancora i Savoia a ristrutturare gli arredi interni e le parti esterne, creando anche un lago. Nel 1939 il Castello di Agliè fu acquistato dallo stato italiano e aperto al pubblico come testimone di sette secoli di storia d’Italia e d’Europa.

Favole, storie e amori impossibili

Anche non avendolo mai visto dal vivo, vi sembrerà di riconoscere questo castello perché è lui l’assoluto protagonista di alcune delle serie televisive più celebri del nostro Paese. Qui sono state girate Elisa di Rivombrosa, La Bella e la Bestia e Maria José – L’ultima Regina.

Il fascino romantico e quella bellezza unica e senza tempo, lo hanno trasformato nella scenografia perfetta di intrighi, passioni e amori impossibili. Eppure queste storie non appartengono solo all’immaginario televisivo. Le grandi pareti del Castello d’Agliè, infatti, hanno protetto per anno un amore romantico e quasi impossibile, quello di Filippo San Martino e Cristina di Francia.

Il conte aveva rinunciato alla sua brillante carriera militare per restare accanto alla sua amata, perché proteggerla era lo scopo della sua vita. E così lo fece sempre, anche se questo gli costò l’arresto da parte del cardinale Richelieu. Negli anni di prigionia, raccontati attraverso tenere lettere di promesse e sogni, i due non smisero mai di tenersi in contatto, di pensarsi e di amarsi.

Castello di Agliè

Castello Ducale di Agliè

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Questa rocca diventa il villaggio di Harry Potter

Il castello fortificato sovrasta il centro abitato di Lonato del Garda, in provincia di Brescia. Sin dal Medioevo, era considerata una rocca strategica dal punto di vista difensivo e militare. Oggi, oltre a essere visitabile, è anche sede di diversi eventi pubblici. Ma nessuno di così grande successo come quello dedicato ad Harry Potter.

Per un giorno, infatti, la Rocca di Lonato si trasforma nel Villaggio di Harry Potter. Il 18 aprile sarà una “Giornata Fantastica al Villaggio di Harry Potter”, per festeggiare l’arrivo della primavera con un evento all’aperto dedicato soprattutto ai bambini, che potranno partecipare alle attività e alle avventure che li porteranno a scoprire il magico mondo del celebre maghetto.

Il villaggio di Harry Potter

Lo scenario fiabesco della Rocca, con il ponte levatoio e le possenti mura merlate, sarà la cornice perfetta in cui i bambini, guidati dagli animatori della Compagnia San Giorgio e il Drago e Un mondo di avventure, potranno conoscere i personaggi che popolano la saga di Harry Potter, come i professori della Scuola di Magia, e prendere parte ad avventure straordinarie in loro compagnia.

Per l’occasione, saranno allestite 15 postazioni dedicate ai molti e affascinanti temi di questo mondo magico, a partire da Diagon Alley, il favoloso Mercato dei Maghi dove si potranno comprare giochi e gadget unici come le bacchette, le scope volanti, i libri di magia, i cappelli e le sciarpe dedicate alle quattro Case della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Altri mitici luoghi rievocati all’interno della Rocca, nei quali i bambini e le loro famiglie potranno incontrare tutti i personaggi del mondo di Harry Potter, saranno le Aule di Scuola, l’Ufficio del Preside e la Capanna di Hagrid. Saranno anche presenti uno spazio espositivo di Leonessa Bricks che porterà in mostra le costruzioni Lego a tema Harry Potter e un’aula quiz con Melagodoevents che testerà – con un grande gioco a quiz – la conoscenza della saga di grandi e piccini.

A scuola di magia

In compagnia dei professori della Scuola di Magia, i bambini impareranno a lanciare gli incantesimi più iconici e preparare misteriose pozioni. Potranno anche partecipare a squadre al Gioco del Quidditch, sotto la supervisione di un arbitro che spiegherà le regole di questo sport e si assicurerà che vengano rispettate.

Ma soprattutto, potranno partecipare alle attività pensate appositamente per loro, tra le quali tre avventure fantastiche durante le quali dovranno difendere il mondo magico dalle forze del Male. Nella prima avventura, il Ministero della Magia coinvolgerà i nuovi studenti per risolvere dei misteri dentro la Foresta Proibita, popolata dalle creature più spaventose del mondo dei maghi. Nella seconda, dovranno scendere in campo con i professori per difendere la Scuola di Magia dall’invasione dei Dissennatori. Nella terza, infine, si avventureranno fino ai confini di Hogwarts per sventare i piani dei Mangiamorte e impedire a Colui-Che-Non -Deve-Essere-Nominato di impossessarsi del mondo magico.

Nel parco ci sarà anche la Ford Anglia volante dei Weasley per le più belle foto ricordo dell’evento. L’ingresso alla Rocca costa 8 euro sia per gli adulti sia per i bambini ed è obbligatoria la prenotazione.

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La Rocca di Lonato del Garda

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La fortezza marina costruita su un’isola

‘C’era una volta un misterioso castello’. Passano tali parole per la testa quando ci si trova di fronte questa incredibile fortezza. Situata in mezzo al mare, sembra svettare verso il cielo con fierezza ed eleganza, mentre osservandola si capisce sin da subito che tra quelle possenti mura nasconde anche storie di gloria e prestigio.

La fortezza di Murud-Janjira: dove si trova e la sua storia

Ci troviamo in India e più precisamente su un’isola nella costa di Konkan, vicino alla città marittima di Murud nel distretto di Raigad nel Maharashtra. Un’imponente costruzione che si erge su una roccia di forma ovale situata al largo della costa del Mare Arabico.

Paliamo della fortezza di Murud-Janjira, considerata una delle più potenti fortezze marine dell’India. Costruita dalla comunità Siddi, un gruppo etnico dell’India e del Pakistan discendente dei Bantu della regione dei Grandi Laghi in Africa, fu attaccata nel corso del tempo più volte, ma nonostante i diversi tentativi nessuno è mai riuscito a conquistarla.

Un castello, quindi, che si distingue per essere stato una delle più incredibile fortezze marittime dei Siddi e con la fama di essere inespugnabile, anche durante il declino del potere marittimo degli stessi Siddi. Ma nonostante questo, la fortezza ha continuato a essere un centro indipendente, persino nel diciottesimo secolo.

Edificato nel XV secolo, rimase imbattuto fino a quando non divenne parte del territorio indiano dopo l’indipendenza dagli inglesi nel 1947.

Murud-Janjira, cosa vedere

Si accede al forte Janjira da Rajapuri, un piccolo villaggio situato sulla costa. Dopo un breve viaggio in barca, è possibile farvi ingresso attraverso l’entrata principale. Vi ritroverete davanti ben 26 bastioni arrotondati, ancora tutti intatti. Passeggiandovi scoprirete diversi cannoni di fabbricazione autoctona ed europea.

Al suo apice era un vero e proprio forte che conteneva tutte le strutture necessarie come palazzi, alloggi per ufficiali, una moschea, due piccoli pozzi profondi, ancora funzionanti, e così via. Sul muro esterno, che fiancheggia la porta principale, è possibile ammirare la scultura di un animale simile a una tigre che tra i suoi artigli trattiene degli elefanti.

Il muro, alto circa 12 metri, vanta 19 portici o archi arrotondati, alcuni dei quali possiedo ancora i cannoni montati su di essi. Un tempo qui c’erano ben 572 cannoni, tra cui  Kalalbangdi, Chavri e Landa Kasam, 3 armi davvero gigantesche. Un’altra porta a ovest è rivolta verso il mare, chiamata Darya Darwaza.

Sulla riva svetta una lussuosa struttura dalla cima a una scogliera: il Palazzo dei Nawab. Costruito dall’antico Nawab di Janjira, regala al visitatore un bellissimo panoramica sul Mar Arabico e sul castello inespugnabile. C’è anche un’altra fortezza, chiamata Ghosalgad, che si trova in cima a una collina a circa 32 km a est di Murud-Janjira, una struttura che fungeva da avamposto per i governanti di Janjira.

Accedere a quest’ultima non è possibile, poiché è necessario un permesso speciale da parte delle autorità indiane.

Insomma, Murud-Janjira è un forte particolarmente interessante per il la sua posizione nel mezzo del Mare Arabico, per la sua imponenza e anche per la sua storia che racconta le glorie dei Siddi. Un posto da scoprire in poco più di due ore, ma che regala un’avventura d’altri tempi e un vero e proprio viaggio nel patrimonio indiano.

Janjira fortezza cosa vedere

La fortezza di Janjira

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A Montebello il castello con il fantasma di una bambina

Lasciata alle spalle la vivacità della costa romagnola, a una ventina di chilometri da Rimini, si entra in un territorio dalla storia millenaria, punteggiato da rocche, torri e manieri.

Uno di questi è, senza dubbio, tra i più affascinanti, in grado di attrarre ogni anno turisti e appassionati di misteri e leggende: si tratta del Castello di Montebello, frazione di Torriana, che da 436 metri di altezza sorveglia la valle dell’Uso e del Marecchia.

La Rocca malatestiana ha visto scorrere mille anni di storia e, oltre al panorama mozzafiato e al silenzio ristoratore, è custode di una leggenda che trae origine da una storia vera: il fantasma di Azzurrina, “dagli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini…”

Il Castello e la sua storia che ha attraversato i secoli

torre castello montebello

Torre del Castello di Montebello

L’imponente maniero vanta una storia che affonda le sue radici in epoca romana, nel III secolo, cui risale la torre a pianta quadrata ora inserita nel complesso fortificato.

Posto a guardia della strategica e principale via di collegamento tra il Montefeltro e la Toscana, poggia le fondamenta sul picco del monte e mostra ben visibili gli interventi subiti nel corso del tempo: le prime notizie si hanno con un documento del 1186, quando Giovanni Malatesta lo acquista da Ugolinuccio di Matalone.

I Malatesta dotarono il castello di fortificazioni mentre la residenza signorile risale alla seconda metà del Quattrocento quando nuovi proprietari divennero i Conti Guidi di Bagno, cui appartiene tutt’ora.

Ingrandito, restaurato e rimaneggiato, oggi si presenta con la torre difensiva e le antiche strutture militari che convivono con l’ala nobile e i preziosi mobili disseminati lungo i saloni: durante la visita, infatti, lo sguardo si posa su circa 500 anni di storia del mobile in Italia, passando in rassegna pezzi che vanno dal Trecento al Settecento, forzieri e cassapanche tra cui una che, si narra, risalirebbe alle Crociate.

Storia, arte, architettura, certo: ma cunicoli, sotterranei e strani avvenimenti lo hanno reso ancora più intrigante e durante un soggiorno da queste parti è una delle mete da non lasciarsi sfuggire.

La leggenda del fantasma di Azzurrina

Se ogni leggenda ha un fondo di verità, quella di Azzurrina è tratta proprio da una storia vera, quella di Guendalina Malatesta di Montebello, figlia di Uguccione, signore del maniero nel XIV secolo.

La piccola era albina e, a quei tempi, ciò poteva dare adito a superstizioni e simboleggiare un legame con il demonio: per scongiurare pericoli, i genitori decisero allora di tingerle periodicamente i capelli di nero ma, a causa del clima umido della zona, la tintura prendeva un effetto “blu” che scoloriva poi in azzurro.
Da qui il soprannome, “Azzurrina“.

Un triste giorno, il 21 giugno 1375, solstizio d’estate, la bambina era intenta a giocare da sola con la palla quando si inoltrò nella ghiacciaia del castello.
Non appena si accorsero della sua scomparsa, i genitori la cercarono ovunque e, arrivati alla neviera, scavarono tra il ghiaccio ma della bambina non vi furono tracce.

La sua sparizione rimase, e rimane, un evento misterioso che, nel tempo, ha dato origine alla leggenda del suo fantasma che, ogni 5 anni, tornerebbe a farsi sentire proprio la notte del solstizio d’estate, la “notte di Azzurrina”: nei secoli molti testimoniarono di aver sentito rumori provenire dalla ghiacciaia, oggi vuota.

Le visite guidate

Il Castello, museo custode del modo di vivere dei signori medievali, è gestito dall’ente preposto che organizza visite guidate alla scoperta delle sue meraviglie architettoniche e dei suoi misteri.

Le visite diurne sono adatte a tutti e si concentrano sugli appartamenti signorili, la stanza di Azzurrina, le terrazze e i cortili esterni, mentre le visite notturne sono riservate a un pubblico adulto poiché esplorano il lato paranormale della leggenda conducendo alle segrete e alla misteriosa neviera.

castello montebello torriana

Il Castello di Montebello

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Come in una fiaba: il sogno d’oriente in Italia

Esiste un luogo di incredibile bellezza nel nostro Paese, così bello da non sembrare neanche vero. Un gioiello che manifesta tutto il splendore negli esterni lussuosi e negli interni che si palesano in un caleidoscopio di colori, un capolavoro architettonico in stile moresco che rappresenta il più bel grande sogno d’Oriente mai realizzato in Italia. Stiamo parlando del Castello di Sammezzano.

Situato nel comune di Reggello, in provincia di Firenze, questo capolavoro di architettura orientalista è uno dei luoghi più affascinanti del nostro Paese. Circondato un suggestivo giardino, nel Valdarno, il castello è stato inserito tra i Luoghi del Cuore Fai.

Un bene prezioso da recuperare e salvaguardare che racconta una storia fatta di sogni grandiosi realizzati proprio nel nostro Paese, un sogno che però oggi sembra sempre meno accessibile da tutti.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano, una bellezza fragile

Il Castello di Sammezzano è una bellezza fragile, così lo ha definito il Comitato per i duecento anni dalla nascita del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. L’edificio, infatti, non è attualmente accessibile e la sua grandiosa maestosità è contemplabile solo dall’esterno o dalle foto oggi diffuse sul web.

Quello di Sammezzano sembra un castello delle fiabe che ricorda la straordinaria Alhambra di Granada perché da quella prende ispirazione. Un sogno realizzato dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, su suo progetto e finanziamento.

Edificato tra il 1853 e il 1889, su una preesistente grande fattoria del 1605 , questo gioiello orientale ospita 365 stanze decorate in stile moresco, ognuna delle quali è dedicata a ogni giorno dell’anno. Dopo la morte di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che dedicò la sua intera vita a perfezionare l’edificio in cui visse per più di 40 anni, il castello fu lasciato in stato di abbandono.

Dopo essere diventato oggetto di saccheggio durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale è stato trasformato in un hotel di lusso fino agli anni ’90 per poi passare nelle mani di un’azienda inglese. Nuovamente abbandonato, a causa degli alti costi di manutenzione, il Castello di Sammezzano è diventato il simbolo di una fragile e infinita bellezza da preservare.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

Un sogno a occhi aperti: gli interni del Castello di Sammezzano

Le istantanee che immortalano gli interni del castello rappresentano le testimonianze di quel sogno orientale mai dimenticato. Anche l’accesso alla struttura è pressoché impossibile al momento, ma attraverso le fotografie a nostra disposizione possiamo godere dei frammenti di quella grande bellezza. La stessa che contraddistingue in maniera univoca la sala dei Pavoni – Peacock Room -, il grande ambiente nel quale il padrone di casa intratteneva gli ospiti.

Stucchi e maioliche in stile moresco che caratterizzano la regale stanza, non sono altro che il preludio della meraviglia che che si snoda per il resto del castello.

Tutto intorno all’imponente struttura del Regello, c’è un meraviglioso parco lussureggiante nel quale campeggiano maestose sequoia che arrivano a sfiorare i 50 metri d’altezza.

La bellezza straordinaria dell’edificio lo ha trasformato, col tempo, in un sogno quasi proibito, nonché in un luogo di grande ispirazione per i registi cinematografici. Gli esterni, così come gli interni mozzafiato, sono apparsi in diversi i film romantici e sognanti, proprio come l’edificio. Tra i più famosi ricordiamo Finalmente… le mille e una notte di Antonio Margheriti, Il fiore delle mille e una notte di Pier Paolo Pasolini e il più recente Il racconto dei racconti – Tale of Tales.

Castello di Sammezzano

Castello di Sammezzano

 

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Il fascino di Miglionico, tra i borghi più belli d’Italia

In provincia di Matera affascina Miglionico, piccolo borgo dalle antiche origini che si fregia dell’appartenenza al circuito dei Borghi Più Belli d’Italia.

Roccaforte longobarda, passò poi tra i possedimenti del conte normanno di Matera, Alessandro Loffredo, che diede il via alla costruzione del Castello nel 1100, un fulgido esempio di architettura fortificata pre-sveva che, ancora oggi, cattura subito lo sguardo di chi arriva in paese.

Il maniero, che svetta imponente sullo sperone della collina di Cencree a dominio delle valli dei fiumi Basento e Bradano, è l’attrattiva più spettacolare del borgo e lo lega a un evento storico cruciale, quello della Congiura dei Baroni contro Re Ferdinando I di Napoli.

Miglionico

Veduta di Miglionico

Il Castello del Malconsiglio, storia di intrighi, tradimenti e sospetti

Il maestoso castello, con torri circolari e quadrate, è delimitato da un ampio cortile liberamente visitabile dove, al centro, spicca la cisterna che riporta lo stemma nobiliare dei Revertera, i duchi della vicina Salandra, che divennero proprietati del feudo nel 1624.
A loro si deve la trasformazione della fortezza in un elegante palazzo nobiliare con un notevole loggiato che dà accesso al secondo piano.

Ma la storia del Castello di Miglionico è legata a doppio filo alla Congiura dei Baroni delle Terre del Mezzogiorno nel 1485: nella “Sala Stella” si riunirono, infatti, i baroni ribelli capeggiati dai Sanseverino e dai Del Balzo.

La triste fine dei congiurati, uccisi nel 1487 per volere del Re, è valsa al maniero il nome di “Castello del Malconsiglio”.

Oggi tra le sue stanze è possibile seguire un percorso multimediale guidato tramite installazioni e schermi per conoscere meglio la storica vicenda e raggiungere la sala dove si svolse la congiura: qui potrete sedervi tra i manichini alla tavola imbandita di fronte al Re.

Miglionico

Piazza e Castello del Malconsiglio

L’imperdibile Polittico di Cima da Conegliano

Se meta di sicuro interesse è il Castello, da non perdere a Miglionico è anche il Polittico di Cima Da Conegliano all’interno della Chiesa Madre intitolata a Santa Maria Maggiore, in Piazza del Popolo.

Risalente alla metà del XIV secolo e ampliata nel Cinquecento con l’aggiunta delle cappelle laterali, la chiesa conserva pregevoli opere di elevato valore artistico quali, ad esempio, la seicentesca tela raffigurante la Madonna con Bambino e i SS. Bartolomeo e Martino di Pietro Antonio Ferro, la Madonna del Rosario a opera di Girolamo Todisco, la Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Eligio e Carlo Borromeo e la Vergine Assunta a firma di Alessandro Fracanzano, e l’organo settecentesco a 312 canne del maestro Rubino da Castellaneta.

Tra tutte, però, spicca il Polittico di Giambattista Cima da Conegliano, realizzato nel 1499 a 18 pannelli in quattro ordini racchiusi in una cornice di legno con suggestivi dipinti a olio su tavola.

Da notare anche il Crocifisso ligneo del Seicento di Padre Eufemio portato in processione il 3 maggio per le vie del centro storico.

Tutta la bellezza del centro storico

Immancabile è una passeggiata lungo le strette stradine del’incantevole borgo dove lasciare vagare lo sguardo sulle facciate degli eleganti palazzi seicenteschi: Palazzo Petito, Palazzo Corleto e Palazzo Ventura-Aspriello.

Ecco poi il Convento di San Francesco, la Chiesa del Purgatorio con la torre del campanile con orologio e la cappella della Madonna delle Grazie con le pareti interne impreziosite dagli affreschi degli allievi di Giovanni Todisco.

Miglionico centro storico

Centro storico