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Cascata di Foroglio, incanto a due passi dall’Italia

Le cascate sono mete perfette da scoprire durante una vacanza nel cuore della natura, un’oasi da fiaba tra il rombo dell’acqua e l’incanto del paesaggio tutt’intorno.

Il Canton Ticino, e in particolare la Vallemaggia, è un territorio straordinario che pullula di fragorosi salti d’acqua tra cui spicca la bellissima Cascata di Foroglio, una delle più rappresentative della Svizzera italiana.

Con la sua mole imponente, non può certo passare inosservata e accoglie con il suo salto di 110 metri chiunque arrivi all’omonimo paesino, frazione di Celio in Val Bavona: formata dal corso del fiume Calnegia, si nota già al ponte che collega la strada cantonale all’ingresso di Faroglio.

E, dopo una passeggiata tra le caratteristiche vie del centro disegnato da graziose case in pietra e chiesetta quattrocentesca, seguendo il sentiero di campagna sulla sinistra, dopo cinque minuti a piedi eccola ancora più vicina, in tutto il suo splendore: sì perché la potenza dell’acqua lascia sempre senza parole.

La magnifica cascata e il Percorso della Transumanza

Una volta al cospetto della Cascata di Foroglio, ammiratela senza più pensieri: è un’immagine che fa bene alla mente e al cuore e che rimane indelebile nei ricordi di un piacevole viaggio alla scoperta del Canton Ticino.

Oppure organizzate un picnic in una fresca oasi (soprattutto durante la stagione estiva) e salite sulla suggestiva altalena che fa parte del progetto “Swing the World“, che ha l’obiettivo di valorizzare quelle aree meno conosciute grazie all’installazione di un’altalena e intrattenere grandi e piccoli in maniera creativa, incentivandoli a trascorrere del tempo di qualità all’aria aperta in panorami mozzafiato: infatti, l’altalena crea una cornice perfetta e dondolarsi al suono dell’acqua di una cascata ha qualcosa di magico.

Ma non soltanto.

Una volta in zona, potrete imboccare il “Percorso della Transumanza” che conduce tra i pascoli incontaminati della Val Calnegia tra Foroglio e Calnegia, un rigenerante itinerario anche “a misura di famiglia”. Si tratta di un sentiero di 8,6 chilometri, percorribile in due ore e mezza circa andata e ritorno, con dislivello di 500 metri: dopo una quarantina di minuti vi troverete a Puntid, un verde pianoro dove scorre il fiume Calnegia e lo sguardo si perde ad ammirare il ponte di pietra, le case edificate a ridosso di massi erratici e le marmitte dei giganti plasmate dall’azione dell’acqua.

Foroglio, iconico villaggio alpino

Una sosta la merita ovviamente il villaggio alpino di Foroglio, con le case dal tetto e mura interamente in pietra nonché la chiesetta da cui scorgere il salto d’acqua.

Non mancano ristorante, negozio di artigianato e le torbe in pietra e legno, tipiche costruzioni adibite alla conservazione dei cereali come, ad esempio, la segale.

Esplorate ogni scorcio e ogni angolo senza fretta e avrete la sensazione di un viaggio indietro nel tempo, fino al Medioevo.

Come arrivare a Foroglio

Per raggiungere la Valle Bavona e la Cascata di Foroglio, occorre arrivare a Locarno e poi continuare in direzione Avegno/Vallemaggia.

Risalita la valle fino a Cevio, si prosegue percorrendo la Vallemaggia fino a Bignasco, la porta d’accesso alla Val Bavona: da qui, ancora avanti fino a svoltare in Via Bavona e attraversare le località Bavona e Ritorto, per poi giungere a Foroglio.

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La cascata che sprofonda negli abissi del mare: fotomontaggio o realtà?

Gli spettacoli che ci regala la natura riescono a superare la fantasia, è in quelle occasioni che la magia diventa come un qualcosa di reale e tangibile. E c’è un luogo sulla terra dove la natura si mostra in tutta la sua bellezza: il verde lussureggiante, il mare che sembra un caleidoscopio di colori e visioni capaci di togliere il fiato. È lì che si trova una cascata che sprofonda negli abissi del mare. Quello che viene da chiedersi, osservandola con attenzione, è se si tratta di un fotomontaggio oppure se quell’effetto – che appare incredibile ai nostri occhi – è reale.

Siamo sull’isola di Mauritius dove il mare sembra gettarsi nelle sue profondità più misteriose, andando a creare quelle che sembrano delle vere e proprie cascate. Ma è davvero così?

La cascata che si getta negli abissi a Mauritius è reale?

Per ammirare quella che è una visione difficile da dimenticare bisogna volare verso l’isola di Mauritius, che fa parte di un arcipelago che si trova nell’Oceano Indiano, molto noto per le sue tante meraviglie.

La natura qui ci ha regalato spiagge indimenticabili, mare dalle mille sfumature di blu e spazi verdi lussureggianti. Mark Twain aveva detto di questi luoghi che: “Dio creò prima Mauritius e poi il Paradiso”. Ma è in uno dei suoi punti più scenografici che la natura fa la sua vera magia. Si tratta del mare nei pressi della penisola di Le Morne Brabant, un’area che sulla cartina punta verso sud-ovest, e che dal 2008 fa parte dei Patrimoni dell’Umanità Unesco.

Lì l’acqua del mare sembra trasformarsi in una cascata che si getta negli abissi. È un fotomontaggio o realtà? Nulla di tutto questo, infatti si tratta di un’illusione ottica data dalla conformazione dei fondali e dai colori della sabbia.

La spiegazione, naturalmente, nulla toglie all’incanto che questa visione regala all’occhio umano. A guardare con attenzione, infatti, l’acqua sembra sprofondare verso il centro della terra, proprio come fa una cascata gettandosi dalle rocce verso la natura sottostante.

A creare l’illusione della cascata è la sabbia che assume colorazioni diverse e il fondale che in maniera repentina diventa più profondo. Infatti qui si getta nel profondo del mare regalando l’effetto ottico della cascata.

Il risultato finale è una vista da sogno: sembra di ammirare una gola profonda e che si getta a strapiombo verso le profondità oceaniche. Suggestiva e magica, tanto da togliere il fiato.

Mauritius, cosa c’è da sapere su questo paradiso terrestre

La Repubblica di Mauritius è composta dall’isola principale e dalle isole Agalega, Cargados Carajos e Rodrigues. È curioso sapere che la lingua ufficiale è l’inglese dal momento che questi luoghi sono stati per lungo tempo colonia del Regno Unito, ma la più parlata è il creolo mauriziano.

Ci sono tanti luoghi da visitare in questo paradiso terrestre che si trova al largo del Madagascar, tra questi il monolite di roccia basaltica che si trova proprio sulla penisola di Le Morne Brabant. Ovviamente non possono mancare le spiagge come quella di Pereybere Beach. Tra le aree più rinomate vi è quella di Grand Bay che si trova nel nord dell’isola di Mauritius ed è ricca di offerte per i turisti, pur mantenendo la sua autenticità. E poi l’entroterra, la costa sud, perché ogni angolo dell’isola (e delle altre dell’arcipelago) regala emozioni.

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Un paradiso incontaminato: le cascate di Kravice

Flussi d’acqua che sgorgano da ripide rocce che si fanno spazio in mezzo alla natura, quella più autentica e vera: questo e molto altro sono le cascate di Kravice – chiamate anche cascate di Kravica – che si distinguono per essere alcuni dei gioielli più preziosi della Bosnia ed Erzegovina.

Dove si trovano

Le cascate di Kravice sono un’incredibile – e largo – salto d’acqua del fiume Trebižat che scorre tra le meraviglie della Bosnia ed Erzegovina. Localizzate a 10 km a sud del comune di Ljubuški e 40 km da Mostar, offrono al visitatore anche la possibilità di fare un fresco bagno nel laghetto sottostante.

In passato erano di proprietà di Zaim-beg Selimić, un consigliere comunale di Ljubuški, filantropo e benefattore, mentre oggi sono accessibili con una breve ma sorprendente passeggiata.

Cosa aspettarsi

La visione delle cascate di Kravice è emozionate: si gettano un’imponente parete di tufo da cui fanno un salto di approssimativamente 30 metri. La piscina naturale ai loro piedi, invece, vanta un diametro di circa 120 metri ed è una vera piacevolezza.

Il momento migliore per visitarle è senza ombra di dubbio la primavera, stagione dell’anno in cui il flusso d’acqua è maggiore e la vegetazione circostante si colora di un verde smeraldo. Tuttavia, è durante i mesi estivi che, per via delle temperature, è davvero possibile fare il bagno e praticare alcuni sport acquatici.

Come arrivare

È possibile visitare lo spettacolo che regalano le cascate di Kravice partecipando a uno dei tanti tour organizzati in partenza da città come Mostar e Sarajevo, così come Dubrovnik e Spalato in Croazia. Tuttavia, c’è la possibilità di raggiungerle in autonomia con la propria automobile o in autobus.

I punti più vicini in cui arrivare in bus sono la città di Ljubuški o Čapljina, da dove però occorre poi proseguire in taxi.

Le attività che si possono fare in zona

Oltre ad ammirare un vero e proprio spettacolo della natura e a fare un bagno in acque fresche e limpide, da queste parti ci si può dedicare anche al puro escursionismo in mezzo alla natura.

Un modo alternativo per andare alla scoperta di questa zona sorprendente è fare è un safari canoa. Il fiume Trebižat è infatti ricco di biodiversità con molte specie vegetali e animali e barriere di travertino bellissime.

Non molto distanti, inoltre, ci sono anche siti che vale la pena conoscere. Ne è un esempio la fortezza di Herceg Stjepan, o meglio, i resti di questa eccezionale struttura.

Decisamente interessanti sono anche le Tombe situate a Ljubuški che contano ben 214 lapidi stećak, di cui 88 lastre, 78 cassapanche, 1 cassapanca con piedistallo, 9 sarcofagi e 48 esemplari di lastre e cassapanche non descritte singolarmente.

Infine, se di cascate non ne avete abbastanza il consiglio è quello di dirigervi presso il pittoresco villaggio di Veljaci dove sgorga un piacevole flusso d’acqua alto circa 5 metri e largo 50.

Insomma, se le maestose cascate di Kravice incantano e consentono di fare bagni rigeneranti, non sono di certo meno emozionanti i dintorni. Non resta che prenotare un viaggio in Bosnia ed Erzegovina e inserire nel proprio itinerario questo autentico angolo di natura.

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Riaprono le cascate più alte d’Italia, vero spettacolo della natura

Sono le cascate più alte (e forse anche le più belle) d’Italia, ma il loro spettacolo è riservato a pochi: per gran parte dell’anno, infatti, le loro acque sono convogliate da una diga per permetterne l’utilizzo a scopi idroelettrici. Tuttavia in alcune occasioni speciali, solamente 5 volte durante la stagione estiva, tornano a regalare un’emozione incredibile agli spettatori che si assiepano lungo i sentieri per poter ammirare questa magia della natura. Ecco le Cascate del Serio e gli appuntamenti da non perdere per poter assistere alla loro riapertura.

Le Cascate del Serio, un capolavoro della natura

Incastonate tra le Alpi Orobie, in provincia di Bergamo, le Cascate del Serio sono formate dall’omonimo fiume e si trovano a ben 1750 metri di quota, in una cornice naturale semplicemente favolosa. Sono considerate le più alte d’Italia (nonché tra le più alte d’Europa), caratterizzate da tre salti principali per un totale complessivo di 315 metri. Ma, come abbiamo anticipato, sono uno spettacolo che solo pochi fortunati riescono ad ammirare. Il motivo? Facciamo un piccolo passo indietro: negli anni ’30, a Valbondione venne realizzata la diga del Barbellino, uno sbarramento sul fiume Serio che permise la creazione di un bacino artificiale per poter sfruttare le acque nella produzione di energia idroelettrica.

Da quel momento, le cascate scomparvero completamente: solo dal 1969, grazie ad un accordo tra l’Enel (che gestisce la diga) e l’amministrazione di Valbondione, fu possibile tornare a vedere l’acqua tuffarsi spumeggiante tra le rocce. Ciò avviene ancora oggi, in cinque giornate speciali che sono considerati dai turisti degli appuntamenti imperdibili. Le date vengono accuratamente scelte tra giugno e ottobre, quando il tempo è più clemente e permette ai curiosi di addentrarsi nella natura per assistere allo spettacolo. E in quei giorni, a Valbondione si respira un’atmosfera davvero speciale, con migliaia di persone che arrivano da tutta Italia per la riapertura delle cascate.

Quando riaprono le Cascate del Serio

Solo cinque volte all’anno, dunque, si può godere della bellezza delle Cascate del Serio. Quando l’invaso del Barbellino viene aperto, le sue acque defluiscono tra le rocce aumentando notevolmente la portata del fiume Serio: si stima, infatti, che in appena mezz’ora si liberino tra gli 8mila e i 10mila metri cubi di acqua. Quali sono queste date imperdibili? Per l’estate 2023, il calendario è davvero interessante: oltre alla riapertura (ormai passata) del 15 giugno, sarà possibile assistere a quelle del 20 agosto, 10 settembre e 8 ottobre. In queste giornate, lo spettacolo andrà in scena tra le 11:00 e le 11:30, un intervallo piuttosto breve ma assolutamente ricco di fascino.

C’è poi un evento che attirerà tantissimi turisti: stiamo parlando della riapertura in notturna, che avverrà il 15 luglio tra le 22:00 e le 22:30. In questa occasione, le cascate saranno illuminate da potenti riflettori per regalare ai presenti una visione mozzafiato. Se volete godervi questi appuntamenti in tutta tranquillità, c’è un punto d’osservazione davvero speciale che potete raggiungere facilmente, lungo il sentiero che conduce al Rifugio Curò. È un cammino adatto a tutti, richiede circa un’ora e mezza per percorrerlo e consente di ammirare un panorama che non ha eguali al mondo.

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Cascata delle Due Rocche, meraviglia a due passi dalla città

Una vera e propria meraviglia naturale che si trova a due passi dalla città e che sembra uscita direttamente da un libro di favole. Parliamo della Cascata delle due Rocche, un affascinante flusso d’acqua da raggiungere attraversando paesaggi nascosti, spesso poco noti al turismo nazionale e internazionale.

Dove si trova la Cascata delle Due Rocche

La fragorosa Cascata delle Due Rocche si trova a Corleone, una cittadina che svetta fiera nel cuore dell’entroterra della provincia di Palermo. Si tratta di una vera e propria meraviglia naturale che prende vita a pochi passi dal centro storico e in un contesto che per le sue caratteristiche morfologiche è chiamato Canyon.

Un fascino assolutamente unico nel suo genere che viene amplificato anche dalla presenza di alcuni resti di un acquedotto, forse di origine medievale.

Cosa aspettarsi

La Cascata delle Due Rocche non è di certo paragonabile alle ben più famose Cascate del Niagara o alla più familiare Cascata delle Marmore. Essa, infatti, possiede un salto che raggiunge un altezza di soli 4 metri, eppure ritrovarsela di fronte catapulta direttamente in un luogo magico.

Cayon di Corleone

Fonte: iStock

Il meraviglioso Canyon di Corleone

Situata all’interno del Parco delle due Rocche, è il frutto del salto del fiume San Leonardo, un affluente del fiume Belice. Il flusso dell’acqua nel corso dei secoli ha creato un ambiente davvero soprendente, comprensivo anche di una piccola conca circondata da pareti a strapiombo che amplificano i suoni della natura rendendo la visita ancor più speciale.

Il paesaggio è uno di quelli in grado di lasciare senza fiato, di quelli che si vedono solo nei film americani. E invece no, siamo in Italia e a due passi dalla città, un sito di notevole interesse e dove a dominare incontrastato è il silenzio, che ben si mescola ai suoni della natura.

I più avventurosi saranno felici di sapere che attorno al Canyon ci sono alcuni sentieri, non facili da percorrere, dai quali si ha una veduta piuttosto suggestiva. Inoltre, vale la pena imboccare una strada che collega in salita il Convento del Ss. Salvatore, altro luogo suggestivo da visitare.

Come raggiungere la Cascata delle Due Rocche

Lo abbiamo già detto sopra: la Cascata delle Due Rocche si trova a due passi dal centro cittadino di Corleone eppure è poco nota, o almeno non lo è quanto meriterebbe. Non vi sorprenderà sapere, quindi, che raggiungerla prevede la necessità di organizzarsi per benino perché la segnaletica è sfortunatamente scarsa.

Dopo aver attraversato una serie di viuzze nel quartiere San Giuliano, si giunge davanti a una piccola chiesa dedicata alla Madonna delle Due Rocche. Ed è proprio alla sinistra di questa chiesetta che si può scorgere un sentiero dove si fanno spazio pioppi, salici e olmi.

In sostanza occorre innanzitutto raggiungere Corleone e da lì affidarsi al navigatore, oppure chiedere informazioni ai passanti. Si può raggiungere anche in auto ma, come indicato dalla polizia municipale di Corleone, meglio parcheggiare in aree apposite individuate e percorrere una quindicina di minuti a piedi: le strade non sono il massimo della sicurezza.

Informazioni utili per la visita

Il momento migliore per inebriarsi del potere della natura che si percepisce presso la Cascata delle Due Rocche è la primavera: durante questa stagione si sciolgono i ghiacciai ed il fiume è ricco di acqua. Ma non solo, perché questo periodo dell’anno è anche pregno di colori che invitano alla vita come il blu intenso del cielo, il giallo, bianco e il viola dei fiori che sbocciano e le tante farfalle dalle mille sfumature che svolazzano in libertà.

In estate, invece, il rischio è di trovare un flusso non affatto soddisfacente, anche se la bellezza del contesto naturale rimane pressoché immutata. Occorre visitare questo angolo di paradiso naturale indossando abbigliamento sportivo, soprattutto scarpe da trekking.

Inoltre, compresa la passeggiata per raggiungerla, il sito non richiede tantissimo tempo per essere scoperto. Per questo motivo vi invitiamo a raggiungere anche qualche meraviglia nei dintorni o la stessa Corleone, che ha davvero molo da offrire ai suoi ospiti.

La cascata di Corleone

Fonte: iStock

Veduta della Cascata delle Due Rocche

Cosa vedere a Corleone

Corleone è una bellissima cittadina del palermitano che sorge in una zona interna di montagna tra i famosi castelli di Soprano e Sottano. Si tratta quindi di una realtà che si trova immersa in uno splendido paesaggio naturalistico. Purtroppo è nota ai più per il suo passato dalle radici mafiose, ma nei fatti è una località ricca di storia e dove natura e architettura creano degli angoli che sono dei piccoli capolavori.

Tante la cose da vedere, ma la prima che vi consigliamo è la Chiesa Madre che conserva opere notevoli come le tele di Fra Felice da Sambuca, una scultura in marmo che raffigura la Madonna del Soccorso di scuola gaginiana e un’opera di Valsi risalente al XVI. Dedicata a San Martino, si distingue per il suo stile tipicamente musulmano soprattutto nella struttura esterna.

Molto interessante è anche il Castello Soprano che sovrasta fiero il centro cittadino. Trovarselo di fronte è davvero emozionante: si erge a 861 metri dal livello del mare su un maestoso blocco calcareo. Oggi sfortunatamente rimane poco del castello originale, ma ciò non toglie che sappia ancora sorprendere il visitatore.

C’è poi il Castello Sottano che al giorno d’oggi è l’eremo dei Francescani. Fino alla metà del XX secolo fu adibito a carcere, mentre adesso è un importante punto di riferimento per la città in cui ritirarsi in preghiera: è davvero buffo come cambiamo le cose nel tempo.

Il viaggio alla scoperta di Corleone continua per giungere al cospetto di un altro bellissimo edificio religioso: la Chiesa di San Domenico. Si tratta di una struttura suddivisa in tre navate che custodisce moltissimi dipinti commissionati tra il Settecento e l’Ottocento, tra cui una tela raffigurante San Tommaso d’Aquino e una Madonna del Rosario. Altri edifici sacri di notevole importanza sono:

  • Monastero del Ss. Salvatore: un santuario di origini medievali in cui ammirare l’affresco di Filippo Randazzo risalente al 1735, il monocolo di Nicosia e molto altro ancora;
  • Chiesa e convento di Sant’Agostino: con un assetto esteriore dallo stile “musulmano” che conserva un altare barocco e delle splendide pitture;
  • Chiesa di San Leoluca: dove scoprire un’incantevole statua lignea del 1761 che rappresenta l’angelo custode.

Coloro che invece vogliono approfondire una parte del controverso passato di questa bellissima città siciliana devono fare un salto presso il Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e del Movimento Antimafia che è stato creato proprio per sensibilizzare il pubblico su questa organizzazione criminale.

Insomma, Corleone ha davvero molto da offrire e la sua Cascata delle Due Rocche è un piccolo paradiso naturale che vale la pena conoscere.

Cosa vedere a Corleone

Fonte: iStock

Veduta di Corleone
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La Gola dell’Inferno, una meraviglia a due passi da casa

La Slovenia è il cuore verde d’Europa, una destinazione affascinante che offre innumerevoli occasioni per immergersi nella natura, trascorrere piacevoli giornate all’aria aperta camminando, facendo escursioni o seguendo percorsi da trekking, pedalare e rilassarsi nell’abbraccio di paesaggi a dir poco spettacolari.

La natura è davvero “a portata di mano”: dalle spiagge ai rifugi alpini nello stesso giorno, da verdeggianti pianure a limpidi laghi alpini, da fitte foreste a cascate che sanno emozionare, anche a poca distanza dalla capitale Lubiana.

E’ questo il caso della Gola dell’Inferno, o Gola di Pekel, suggestiva e romantica gola di 1,5 chilometri accanto al piccolo insediamento di Ohonica, nel comune di Borovnica.

Pekel, un luogo magico

A mezz’ora di auto a sud-ovest della capitale, si apre il magico scenario della Gola di Pekel, un favoloso mondo di boschi, cascate e torrenti, molto simile a quello descritto nelle fiabe dell’infanzia.

Si tratta di un paesaggio scolpito dal corso del torrente Borovniščica, che nasce dall’altipiano della Rakitna e si snoda attraverso pittoresche forre e profonde gole per scendere verso la piana di Lubiana: l’acqua precipita dando vita a pozze color smeraldo di rara bellezza e a fragorose cascate di cui le più famose e belle sono cinque, che si tuffano dai 3 ai 20 metri circa.

L’itinerario per ammirarle, della durata di circa un’ora e mezza, inizia presso la trattoria Pekel e percorre la gola in varie direzioni: dapprima è una facile camminata lungo il torrente che passa accanto a una piccola cascata di 5 metri e a un’altra di sedici metri.

Dopo aver ammirato il loro fascino indiscutibile, inizia la salita vera e propria, in alcuni tratti talmente ripida da presentare alcuni cavi d’acciaio cui aggrapparsi: tuttavia, è proprio lungo questo tratto del sentiero che si svelano le altre tre cascate della Gola dell’Inferno, tra cui spicca la quinta, la più alta e spettacolare, con un salto di ben 20 metri.

Basta lasciarsi trasportare dal suono dell’acqua e dall’incanto del momento per dimenticare, in un secondo, qualsiasi fatica!

In ogni caso, l’intero percorso è assoluta meraviglia, un piacere per gli occhi e per il cuore, una meta ideale per gli amanti della natura, un tesoro nascosto che fa bene all’umore e allo spirito.

Per il suo indiscusso valore, la Gola dell’Inferno (che deve il suo nome all’atmosfera buia, umida e fredda che la caratterizza durante l’inverno poiché il sole, almeno nella parte bassa, non arriva mai) è stata proclamata di importanza nazionale.

Già nel 1897, Josip Ciril Oblak, avvocato sloveno, scrittore di viaggi, di montagna e saggista, la definì “un paradiso turistico” e gruppi organizzati di escursionisti iniziavano a scoprirla.

L’apertura ufficiale al pubblico avvenne invece il 29 giugno 1904, mentre il sentiero pedonale comprensivo di ponti e scale fu terminato nel 1925 e, da allora, è soggetto a regolare manutenzione.

Oltre alle incredibili cascate, è possibile scorgere il camoscio e il merlo acquaiolo, che nidifica nella gola, interessanti specie arboree nonché flora alpina ed endemica come la primula carniola.

Inoltre, la Gola di Pekel si estende fino al roccioso e ripido Hudičev zob (Dente del Diavolo).

Come raggiungere la Gola dell’Inferno dall’Italia

Questo luogo incantato a ingresso libero è “a due passi da casa”: da Trieste, infatti, si imbocca la strada verso Postumia, si prosegue per Vrhnika, poi verso Verd, Bistra e infine Borovnica.

Da qui, è sufficiente seguire le indicazioni per Pekel.

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Zampilli, scale e visioni mozzafiato: è questa la cascata più bella del mondo

La natura regala le scenografie più belle, gli scorci più emozionanti e gli spettacoli più straordinari. Ci sono alcuni luoghi la cui visione è davvero mozzafiato, in cui la potenza degli elementi si percepisce in tutto il suo incanto. Come nella cascata più bella del mondo, dove i visitatori possono immergersi in un’esperienza che lascia senza fiato: zampilli, scale e poi il rumore dell’acqua che compie un tuffo altissimo. Siamo in Ecuador e, più precisamente a Baños una località che è ricca di cose da vedere e di esperienze da vivere. Tra queste c’è la cascata Pailón del Diablo, maestosa e che colma gli occhi di meraviglia, come quando ci si ritrova proiettati  dentro un’ambientazione da sogno che sembra uscita dalla nostra fantasia.

La cascata di Pailón del Diablo, la più bella del mondo

Contrasti di colori, di suoni e a contatto con la natura selvaggia in un’atmosfera che lascia senza fiato: visitare Pailón del Diablo è un’esperienza da fare, perché è una delle cascate più belle e affascinanti al mondo.

Si trova lungo la Ruta de las Cascadas a Baños in Ecuador ed è una visione mozzafiato, non solo perché la potenza dell’acqua che si lancia dalle rocce è sempre magica, ma perché ci fa immergere in una location da sogno. E visitarla è a tutti gli effetti un’esperienza adrenalinica come solo il contatto con la natura selvaggia può essere.

Il costo per l’ingresso a persona ammonta a circa due dollari, che vale la pena spendere per lasciarsi stupire dall’incanto di un luogo simile. Ovviamente lungo le scale che costeggiano la cascata è praticamente impossibile non bagnarsi, ma questo non fa che accrescerne il fascino. I visitatori possono anche transitare su un ponte sospeso da dove godere di una vista straordinaria e immersiva tra acqua, rocce e il verde degli arbusti che si arrampicano tra le gole e gli zampilli.

La cascata è alta 80 metri e ci sono due sentieri che permettono di raggiungerla, vivendo un’esperienza profondamente emozionante e che mette a contatto con la natura più vera, selvaggia e straordinaria.

Perché si chiama Pailón del Diablo

Ma perché questa cascata si chiama Pailón del Diablo. Sembrerebbe che il nome sia stato scelto per la particolare forma di una roccia che, vista da un punto ben preciso, pare ricordare il volto del Diavolo. Se questo non dovesse bastare, poi, l’acqua quando cade sembra precipitare in una grande padella.

Tutto quello che si può fare a Baños

Baños de Agua Santa in Ecuador è un vero e proprio gioiello, un’area ricca di esperienze da vivere e di luoghi da visitare. Proprio come la cascata Pailón del Diablo che – però – non è l’unica. Lungo la Ruta de las Cascadas ce ne sono tantissime da visitare, tra queste vale la pena citare il Manto de la Novia e la cascata di Agoyán.

La città è nota anche come “porta dell’Amazzonia”, perché l’ultimo grande centro prima di immergersi nella giungla. Inoltre si trova alle pendici del vulcano Tungurahua, che dà il nome all’omonima provincia.

Nota come centro termale, gli abitanti dicono che la sua acqua sia miracolosa, offre anche la possibilità di praticare diverse attività sportive come rafting e giri in bicicletta. Per godere di un’altra vista mozzafiato, poi, basta raggiungere la Casa del Arbol e dondolarsi su una delle spettacolari altalene sospese nel vuoto.

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Il borgo sul Lago di Como con pozze smeraldo (e altalena) e cascata rilassante

Tra i tanti bei borghi che s’affacciano sul Lago di Como, questo è, forse, tra i meno noti. Eppure, Domaso, con le sue case color pastello che si riflettono nelle acque trasparenti non è affatto da meno. Nell’alto Lario occidentale, questo piccolo Comune è formato da un borgo antico in riva al lago e da piccole due frazioni.

Di origine romana e attraversata dalla via Regina, l’antica strada che collegava Como alla Rezia (l’attuale Svizzera) passando per la Valchiavenna, si sviluppò come piccolo borgo di pescatori, con case dai colori vivaci addossate le une alle altre con archi e portici.

Domaso, il villaggio dei pescatori

Ancora oggi il paese è rimasto praticamente tale e quale, con ripidi vicoli acciottolati (detti “strecc”) che dai portici salgono a monte costeggiando case le cui facciate sono rimaste affrescate con gli stemmi di famiglia dell’epoca rinascimentale.

Meritano una visita la chiesa affrescata di San Bartolomeo, costruita nel XVI secolo, e il santuario della Madonna della Neve, eretto nel ‘600 per un voto dei capifamiglia durante la peste. Tra le belle ville che ci sono a Domaso da notare sono Villa Miani, eretta all’inizio dell’800 e appartenuta al generale Miani, conquistatore della Libia e Villa Camilla, costruita dai nobili di Calderara nel ‘600, che oggi è la sede del Municipio, con soffitti affrescati e un bellissimo giardino dove fioriscono diverse varietà di camelie, cedri e conifere.

Da antico villaggio di pescatori, Domaso è diventato, col tempo, il centro più ospitale dell’alto Lago, con tanti campeggi e accoglienza per i turisti, molti stranieri, che si concentrano soprattutto nella stagione estiva. Il lago offre sicuramente tante attività acquatiche, e c’è anche una bella spiaggia dove rilassarsi a prendere il sole.

Le cascate di Domaso e le pozze smeraldine

Ma tra i luoghi imperdibili che ci sono a Domaso, le pozze d’acqua color smeraldo (con tanto di altalena da cui lanciarsi) e le cascate che vi si gettano roboanti. Per raggiungere questo luogo idilliaco, basta seguire il corso del Torrente Livio che parte proprio dal paese e andare verso monte (si consiglia di indossare scarpe con gomma e che si possano bagnare perché in certi punti si cammina proprio dentro l’acqua).

Lungo il torrente, si incontrano diverse cascate artificiali, ai piedi delle quali si sono create delle bellissime pozze d’acqua fresca color smeraldo – grazie al greto di sassi chiari sul fondo – dove si può anche fare il bagno, temperatura esterna permettendo. Alcune pozze sono molto profonde e sono un invito per i più temerari che si possono tuffare dalle rocce. I più fifoni possono invece dondolarsi su un’altalena che è stata collocata proprio su una di queste pozze e lanciarsi da pochi centimetri d’altezza nell’acqua cristallina.

Chi lo desidera, può addentrarsi oltre per trovare una delle cascate più deliziose (e inaspettate) del Lago di Como. Per salire fino a questo punto dal paese bisogna, però, camminare all’incirca tre ore. Ne vale sicuramente la pena.

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Fonte: 123rf

Le cascate di Domaso
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In Italia c’è una cascata con un’aria limpida quanto quella dell’Artide

La forza incredibile dell’acqua, che spumeggiante si tuffa a valle infrangendosi tra le rocce, è uno degli spettacoli più suggestivi che la natura ci offre. Il patrimonio paesaggistico italiano vanta numerose cascate, delle vere oasi di pace e tranquillità. Una delle più belle si trova in Alto Adige, ed è un gioiello dove l’aria è così limpida da somigliare a quella dell’Artide, uno degli ultimi luoghi davvero incontaminati al mondo. Andiamo alla sua scoperta.

La cascata di Parcines, perla della natura

Tra le tante splendide cascate italiane da ammirare, ce n’è una davvero speciale: stiamo parlando della cascata di Parcines, una delle più belle dell’intero arco alpino. Situata in Alto Adige, si trova a due passi da un piccolo centro abitato da cui prende il nome, e a pochi chilometri di distanza da una meta turistica molto rinomata, la cittadina di Merano. Qui, nel cuore selvaggio della Val Venosta, uno spumeggiante tuffo d’acqua alto quasi 100 metri regala un’emozione incredibile ai tanti turisti che vi giungono davanti, dopo una meravigliosa passeggiata tra i boschi.

Incastonata tra le montagne, la cascata è davvero imponente: in primavera, quando la natura si risveglia e le nevi si sciolgono, viene alimentata da ben 6.000 litri d’acqua al secondo, i quali si riversano a valle con uno scroscio che rompe il silenzio incantevole. Non potrebbe esserci spettacolo più affascinante, e la magia non finisce qui. Nei dintorni, ci sono tante altre cascatelle da scoprire, tutte immerse nella vegetazione più rigogliosa, e collegate da sentieri che offrono agli amanti del trekking un’opportunità imperdibile per fare un po’ di attività all’aria aperta.

Cosa fare e cosa vedere nei dintorni

La cascata di Parcines vanta una caratteristica davvero particolare: lontana da qualsivoglia fonte di smog, ha delle acque cristalline di altissima qualità e un’aria così limpida che sembra di stare nell’Artide. Le analisi condotte dall’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera dimostrano che il microclima sviluppatosi attorno alla cascata è un vero toccasana per disintossicarsi dall’inquinamento di città. Insomma, questo è il luogo migliore dove fare un bagno nella natura e tornare a respirare a pieni polmoni.

Dopo un’escursione alla scoperta di questa incantevole cascata, ci si può concedere qualche altra esperienza interessante in Val Venosta. Da non perdere è una visita al borgo di Parcines, che giace all’ombra delle cime del Gruppo di Tessa. È qui che si trovano alcune architetture davvero affascinanti, come la bella Chiesa di San Giacomo, capolavoro tardogotico eretto nel ‘500: al suo interno sono custodite pregiate opere d’arte. Molto suggestivi sono poi i castelli medievali che punteggiano il territorio. Uno è il Castello Spauregg, costruito nel XII secolo e cinto da un parco lussureggiante. Mentre il Castello Stachelburg, che risale al XIV secolo, è oggi stato trasformato in un’azienda vinicola.

Allontanandosi solo di qualche chilometro, si può infine fare una passeggiata presso il centro storico della splendida Merano. La città, incastonata anch’essa tra le Alpi, è da sempre considerata un luogo di cura per il suo clima mite e l’aria pulita. Tra i monumenti assolutamente da visitare ci sono il Duomo di San Nicolò e il Kurhaus, l’antica casa di cura realizzata in stile liberty nella seconda metà dell’800 e poi ristrutturata nel corso di tutto il ‘900, sino ad avere ben 13 sale in grado di ospitare circa 1000 persone.

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Savogno, il borgo fantasma tra le cascate

Incorniciato da paesaggi straordinari, a 932 metri di altezza, il piccolo borgo fantasma di Savogno si aggrappa alla montagna testimoniando la bellezza della antica vita rurale. Questo gioiello medievale alpino si può raggiungere esclusivamente a piedi, attraverso una splendida mulattiera, e si ripopola solo in estate. Il suo fascino fuori dal tempo l’ha reso una meta irresistibile delle Alpi, per visitatori ed escursionisti: scopriamolo.

Alla scoperta di Savogno, borgo fantasma della Lombardia

Antico villaggio in provincia di Sondrio, nel comune di Piuro, Savogno è arroccato su un terrazzo naturale dove si sviluppa gran parte dell’abitato, appena sopra le Cascate dell’Acquafraggia, in Valchiavenna, gioiello verde da scoprire, circondato da boschi e vicino alla località che, nel gergo dei paesani, prende il nome di Alpigia.

Il borgo ha origini medievali e conserva ancora le interessanti caratteristiche di un’architettura rurale spontanea, con mura in pietra e loggiati in legno. In passato, era diventato un punto di transito obbligato per chi si recava a Coira, capitale delle Tre Leghe Grigie, in Svizzera. Qui si può ammirare l’antica chiesa parrocchiale dedicata ai santi Bernardino da Siena e Antonio Abate, consacrata nel 1465, che presenta interessanti affreschi del periodo ed è impreziosita da un campanile dalle forme rinascimentali, uno dei pochi della Val Bregaglia a conservare immutati nei secoli i suoi tratti architettonici caratteristici. Nella parte alta del paese ci si imbatte, invece, in una seicentesca fontana pubblica, risalente ai tempi delle prime cure igieniche contro la peste manzoniana.

Savogno venne definitivamente abbandonato a partire dal 1968, a seguito di un progressivo spopolamento del villaggio da parte degli abitanti che avevano l’esigenza di trasferirsi nei paesi più a valle, facilmente accessibili. In estate, però, alcuni dei vecchi residenti tornano a ripopolarlo. Ma Savogno è anche una meta molto amata dai turisti, che nei mesi estivi possono soggiornare in rifugio di recente costruzione, godendo appieno di un luogo dalla bellezza indescrivibile.

Come raggiungere Savogno

Altrettanto suggestiva è la strada che conduce al borgo fantasma di Savogno. Per raggiungerlo, infatti, dovete lasciae la macchina e avventurarvi per la bellissima mulattiera in pietra che ha inizio presso la località Sarlone a Borgonuovo di Piuro. In tutto sono 2886 gradini che si inoltrano nel bosco, inerpicandosi sul fianco della montagna, ma il paesaggio che si rivela alla vista e il villaggio che aspetta i visitatori in cima ripagano della fatica.

Prima di intraprendere la salita si possono ammirare le incantevoli Cascate dell’Acquafraggia, che offrono percorsi trekking unici in Valtellina,  che per secoli hanno costituito il filone d’acqua necessario per lo sviluppo del borgo. Il loro maestoso spettacolo impressionò anche Leonardo da Vinci, il quale le descrisse nel “Codice Atlantico” con queste parole: “Su per detto fiume (la Mera) si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere…”. Tutt’attorno lo sguardo si ritrova ad abbracciare gli antichi terrazzamenti, un tempo coltivati a vigneto.

Arrivati a 590 metri, in località “Stalle dei ronchi”, si incontra una caratteristica fontana costituita da tre vasche in pietra, datata 1869. Qui si può effettuare una breve deviazione che permette di raggiungere un edificio interamente in pietra dove è situato un gigantesco torchio da vino, datato 1706.

Lungo il sentiero principale, ci si imbatte in un altro punto di notevole interesse, nei pressi di una cappella, situata in una zona panoramica da cui si può osservare dall’alto l’area dove un tempo sorgeva l’antico borgo di Piuro, cancellato dopo la frana del 4 settembre 1618. Da qui restano ancora 200 metri di dislivello per raggiungere Savogno, dove, una volta arrivati, si può godere di un panorama della vallata strabiliante, da uno dei più suggestivi terrazzi naturali della zona.