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Cosa conviene comprare a Vienna

Quando si viaggia oltre al desiderio di conoscere, esplorare, avvicinarsi ad altre culture, o approfondirne una vicina alla nostra, c’è anche la voglia di collezionare ricordi che non sbiadiscano nel tempo, ma che restino per sempre a memoria di un’esperienza bellissima.

Succede anche quando si visita Vienna, la meravigliosa capitale dell’Austria è tutta da scoprire. E qui, tra fotografie e video, viene anche la voglia di comprare qualcosa che possa ricordarci il viaggio compiuto.

Ci sono diverse cose che si possono comprare a Vienna, veri e proprie souvenir ma anche oggetti che abbelliscono le case o diventano utili nella vita quotidiana, per noi che abbiamo vissuto la vacanza o da portare a casa per una persona speciale, a testimoniare il fatto che si è pensato a lei.

Dal cibo, che a Vienna è delizioso, agli oggetti più disparati, senza dimenticare i veri e propri souvenir: tutto quello che si può acquistare in questa stupenda capitale europea.

Cibo, ma non solo: cosa comprare a Vienna

Vienna è la città dei sapori: qui si possono assaggiare tantissime specialità, che spaziano dal dolce al salato, si può fare un viaggio nel gusto e nella tradizione. E, perché no, portare a casa qualcosa con sé.

Ovviamente non si può parlare di questa capitale europea senza citare quello che forse è uno dei suoi piatti simbolo: la sacher tort. Si tratta di una torta molto gustosa, realizzata con cioccolata e un sottile strato di marmellata, imperdibile per chi ama i dolci. Quindi, oltre a gustarla nella capitale austriaca in uno dei locali dove la preparano (ci sono due indirizzi da segnare in agenda: Cafè Demel e Cafè Sacher) , la si può portare a casa, per riprovare il piacere di mangiarla. Piace a grandi e piccini, per cui è un piatto da sperimentare anche con i bambini.

Tra i dolci da provare anche i biscotti Schnitten: sono piccole cialde, come dei wafer, e sono anche facili da trasportare. Si trovano in tutti i supermercati e hanno un prezzo piccolo, ma sono buonissimi e possono fare la felicità di chi li riceve, o sono un’ottima merenda per ricordare i sapori di questa città.

Le praline, infine, sono un’altra specialità da provare e da riportare con sé al ritorno: si trovano di diverse tipologie, anche nei supermercati. E sono una vera coccola per il palato.

Insomma, Vienna è il posto giusto per chi è ghiotto di dolci, in tutte le loro declinazioni. Ma è anche la meta ideale per gli amanti del vino, è imperdibile una bottiglia di quello viennese: infatti questa città ha nei propri confini dei vigneti. Vale la pena visitare, ad esempio, è gli Heuriger:si tratta di luoghi in cui assaggiare un buon bicchiere, meglio se è di produzione propria, accompagnato da del cibo. Il vino cittadino si può assaporare in tanti locali. E, perché no, si può pensare di portarsene un assaggio a casa.

Vienna: la torta sacher è una delle specialità da comprare

Fonte: iStock

A Vienna bisogna provare e comprare la sacher

Gli oggetti più particolari e belli che puoi comprare a Vienna

Ci sono alcuni oggetti speciali e particolari che puoi comprare a Vienna per ricordati la tua vacanza nella capitale dell’Austria. Si tratta di una città dove arte, storia, passato e presente, si fondono dando vita a una cultura vivace, intrigante e ricca, che lascia il segno.

Qui si possono comprare ricordi preziosi e per tutti i gusti. Come creazioni in vetro o in ceramica, oggetti di pregio, che oltre a diventare il ricordo indelebile della vacanza, sono anche belli da conservare ed eleganti. Rispettivamente bisogna ricordare due nomi: Lobmeyr per il vetro e Augarten per la ceramica.

Se si visita la città durante i mercatini di Natale e Capodanno, poi, non si può passare dai tanti chioschi di bevande presenti. Lì cioccolate calde e tisane vengono servite in tazze di incredibile bellezza, dalle fogge e dimensioni differenti. Quando si acquista la bevanda prescelta si lascia una caparra, che volendo permette di non restituire la tazza (chiedete sempre) oppure pare che ci siano attività che permettono di comprarle separatamente. In ogni caso vale la pena provare per tenere con sé e conservare un ricordo di viaggio davvero particolare.

Sono sempre affascinanti, poi, i globi di neve che si dice siano nati proprio in questa città grazie a Erwin Perzy I. Non esiste posto migliore, dunque, per acquistarne uno.

Infine, Vienna è una città imperiale, in cui risuona in tanti luoghi il fascino dell’Imperatrice Sissi. Quindi, tra i tanti oggetti che vengono realizzati per celebrarla, perché non acquistare i gioielli simbolo che ne ornavano la chioma nel ritratto di Franz Xaver Winterhalte? Si tratta delle Stelle di Sissi, che si trovano a diversi prezzi: da quelle delle gioiellerie, a quelle in cristalli, fino a souvenir che le riproducono.

Cosa acquistare a Vienna: i souvenir più belli

A Vienna si trovano diversi negozi di souvenir che propongono davvero di tutto: dalle calamite, ai carillon, senza dimenticare penne, oggetti di cartoleria e molto altro. Tutto con raffigurate alcune delle location iconiche e rappresentative della città: dallo skyline, che non può non comprendere la ruota panoramica del Prater, ai monumenti simbolo, fino ai personaggi celebri.

Ci sono tantissimi negozi che vendono cartoline belle e particolari: da spedire a qualcuno di speciale, per non perdere il romanticismo di inviare un ricordo di viaggio scritto a mano, oppure da conservare e inserire nell’album della vacanza.

Quando si visitano i musei, poi, negli shop si possono trovare tante cose particolari e speciali, che racchiudono un po’ delle emozioni che ci ha fatto provare quella tappa del viaggio: dai volumi che raccontano gli artisti, a quelli relativi al museo, pensati per tutte le età.

Senza dimenticare gli oggetti dedicati ad alcune delle opere e dei geni che le hanno create. Se si visita a Vienna, ad esempio, non si può non tornare a casa con qualcosa che raffiguri l’arte di Gustav Klimt: dalle stampe, agli oggetti, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Di lui come di altri grandi nomi che hanno fatto parte della scena culturale di questa fantastica città europea.

Shopping a Vienna

Fonte: iStock

Shopping a Vienna: cosa comprare
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Un treno in stile “metropolitana” collegherà tante città europee? Il progetto è un sogno

Il settore dei trasporti europei sta per proporre una soluzione che ha del rivoluzionario: sta prendendo forma un progetto ambizioso che promette di trasformare radicalmente il modo in cui ci spostiamo all’interno del vecchio continente. Si chiama Starline ed è un vero e proprio treno in stile metropolitana che sfrutterà l’alta velocità per collegare diverse città. Con tratte fino a 400 km/h, offrirà una rete ultra-rapida, sostenibile e tecnologicamente avanzata. Una buona notizia per gli amanti dei viaggi che avranno così un’alternativa più green ai voli low cost per poter visitare le capitali d’Europa.

Come funzionerà il nuovo treno in stile metropolitana che attraversa l’Europa

Il progetto è ambizioso ma sicuramente saprà dare grandi soddisfazioni: l’obiettivo è includere tutti gli stati d’Europa nella rete collegando anche Regno Unito e Turchia in un progetto futuro. Ogni nazione avrebbe così almeno una stazione servita facendo da scalo alternativo agli aeroporti. Si tratterebbe di un’opportunità importante lato business, turismo e anche trasporto merci.

Il primo punto di forza sarebbe la velocità: i treni potranno viaggiare a circa 400 km orari riducendo in modo drastico il tempo di percorrenza tra le mete. Berlino e Parigi disterebbero meno di 3 ore e si potrebbero collegare Roma e Vienna in una manciata di ore. L’efficienza non riguarda solamente la velocità, ma anche di sostenibilità: rispetto a un volo a corto raggio, qui si parla dell’80% in meno di impatto sull’ambiente. Insomma, una scelta etica che potrebbe fare del bene al pianeta.

Treno in stile metropolitana collega le città europee

Fonte: Starline Ufficio Stampa

Treno in stile metropolitana collega le città europee: la mappa del progetto

A cambiare sarà anche il concetto stesso di stazioni: spazi multifunzionali che coinvolgeranno le aree circostanti per alimentare nuove aree urbane in cui cultura, socialità e mobilità lavoreranno a braccetto. L’ebrezza di viaggiare su un treno Starline sarà aperta a tutti: non sono previste classi così da non creare una suddivisione tra passeggeri. In più, ci saranno sistemi di intelligenza artificiali che aiuteranno a garantire alti livelli di sicurezza, monitorando il tutto in modo automatizzato. Un altro aspetto interessante? I biglietti saranno molto più accessibili e si acquisteranno tramite una piattaforma o terze parti rendendo la collaborazione tra operatori ferroviari molto più agile.

Un progetto ambizioso in divenire

Il progetto è attualmente ancora in fase di studio e pianificazione, ma possiamo cominciare ad affermare che le idee che vi sono alla base potrebbero davvero dar modo di migliorare la connessione tra nazioni, sia velocizzando i collegamenti che abbattendo l’inquinamento generato dai tantissimi voli a corto raggio. Per realizzare questa tipologia di opera servirà però una grande collaborazione tra governi e anche investimenti importanti, tanto in termini economici quanto di tempi.

Il nuovo progetto è quindi ancora un sogno, ma al momento ha già attirato l’attenzione di esperti di mobilità e di cittadini amanti dei viaggi che desiderano potersi muovere agilmente in treno senza dover raggiungere il centro dagli aeroporti, spesso dislocati e scomodi. Un design essenziale e inclusivo e l’intelligenza artificiale miglioreranno il comfort e la sicurezza, tenendo sempre l’occhio puntato sulla gestione intelligente delle risorse e provando a sfruttare persino le potenzialità dell’energia rinnovabile.

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Annunciate le migliori capitali europee del Natale

Mentre fervono i preparativi per le celebrazioni natalizie del 2024, la Christmas Cities Network ha annunciato le capitali europee del Natale per il 2025, riconosciute grazie alle eccezionali tradizioni natalizie, l’impegno per lo spirito di comunità e le originali e indimenticabili esperienze messe in campo durante le Festività.

Ognuna delle prescelte, infatti, offre attrazioni uniche e ambientazioni magiche che la rendono una meta da visitare almeno una volta nella vita in questo periodo dell’anno.

Ed ecco, allora, Vilnius (Lituania), Celje (Slovenia) e Noja (Spagna) fregiarsi, rispettivamente, del titolo di Capitale, Città e Villaggio europei del Natale 2025.

Il processo di selezione: come è avvenuto

Il processo di selezione è, come accennato, supervisionato dalla Christmas Cities Network, un’organizzazione dedicata alla promozione dei valori culturali, sociali ed economici delle celebrazioni natalizie in tutta Europa. Supportata dal Parlamento europeo, la suggestiva iniziativa mira a mettere in luce quei Paesi e città che simboleggiano l’impegno della comunità, l’innovazione e la tutela del patrimonio legato alle Feste natalizie.

La giuria internazionale, presieduta dalla professoressa Danuta Hübner, stimata economista e politica, porta con sé una vasta competenza. Hübner ha ricoperto il ruolo di Commissario europeo per la politica regionale, Ministro degli affari esteri polacco e Membro del Parlamento europeo, così da rafforzare l’impegno della Rete nei confronti dei valori e dell’eccellenza culturale europea.

Vilnius: Capitale Europea del Natale

La storica e vivace capitale della Lituania è al centro dell’attenzione come Capitale Europea del Natale. Rinomata per il magnifico albero di Natale (famoso in tutto il mondo) che svetta su Piazza della Cattedrale, Vilnius unisce tradizione e innovazione, e dona un’esperienza di festa intrisa di storia e creatività.

La Città Vecchia, Patrimonio UNESCO, diventa un vero e proprio “paese delle meraviglie invernale”, con le stradine acciottolate illuminate dalle calde luci festive.

Ma non è tutto: fiori al’occhiello sono poi l’iconico albero di Natale, i tipici mercatini e gli eventi culturali come la Città del Natale e il pattinaggio sul ghiaccio. Ancora, Vilnius mette al centro la sostenibilità ambientale, con l’illuminazione a risparmio energetico e le decorazioni ecologiche.

Da sperimentare il treno di Natale, le visite guidate e i deliziosi piatti locali come i kugelis e il vin brulé.

Celje: Città Europea del Natale

Ogni dicembre, Celje si trasforma in una località da favola grazie al suo evento distintivo, Fairytale Celje, e offre momenti davvero irripetibili tra spettacoli, mercatini e iniziative sostenibili.

Da non perdere, infatti, sono The Fairytale Land con narrazioni, esposizioni artistiche e decorazioni a tema, e il mercatino Treasure Trove of Gifts con prodotti artigianali e musica dal vivo.

Non mancano attività a tema medievale al Castello e le installazioni luminose uniche nel proprio genere, che sanno unire la storia con il fascino delle Feste.

Noja: Villaggio di Natale europeo

Lungo la costa cantabrica spagnola, Noja incanta con l’atmosfera marinara e le sentite celebrazioni da parte della comunità: si trasforma in un Villaggio di Natale dove risplendono le tradizioni e i sapori del territorio.

La Casa del Natale propone laboratori e spettacoli per famiglie mentre i mercatini mettono in mostra artigianato e delizie gastronomiche come sobaos e quesadas.

Inoltre, è la destinazione perfetta per concedersi tranquille passeggiate nella natura tra le paludi di Santoña e le strade illuminate del villaggio che cristallizzano lo spirito del Natale in riva al mare.

Il “passaggio della torcia” a Brno

Vilnius, Celje e Noja riceveranno ufficialmente i riconoscimenti durante la cerimonia speciale a Brno, Repubblica Ceca, il 15 dicembre 2024, alle ore 17:00.

L’evento celebrerà l’impegno dell’Europa nel preservare le tradizioni delle Feste e promuovere i legami culturali, alla presenza di autorità locali, membri della giuria e precedenti vincitori.

Che preferiate la maestosa Vilnius, la magia delle fiabe di Celje o il calore costiero di Noja, le Capitali europee delle Feste per il 2025 promettono esperienze indimenticabili ricche di gioia, tradizione e senso di appartenenza.

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Lotta all’overtourism: ad Amsterdam non costruiranno più nuovi hotel

Non è un mistero che uno dei problemi delle destinazioni più apprezzate e gettonate del mondo oggi sia anche quello dell’overtourism, ovvero il “sovraffollamento turistico” che emerge quando il numero di turisti che visitano una località supera la sua capacità di accoglienza, provocando una serie di conseguenze negative sia per l’ambiente che per i residenti.

Le cause di questo fenomeno sono molteplici e spesso interconnesse. La globalizzazione e la crescente accessibilità per quanto riguarda i viaggi internazionali hanno reso più conveniente e accessibile esplorare nuove mete così come l’uso diffuso dei social media ha contribuito ad aumentarne la visibilità, attirando un numero sempre maggiore di viaggiatori. Questo, a sua volta, ha portato a una concentrazione eccessiva di visitatori in alcune zone, talvolta a discapito di altre realtà meno conosciute ma altrettanto affascinanti.

Overtourism, gli effetti

Ma quali sono, in concreto, le conseguenze di un fenomeno che ha raggiunto una portata mondiale (e che non risparmia l’Italia)?

Il degrado ambientale è uno dei più preoccupanti: l’alta concentrazione di turisti può causare danni irreversibili agli ecosistemi locali, contaminare le risorse idriche e provocare danni ai siti storici e culturali. Inoltre, l’afflusso massiccio di visitatori mette sotto pressione i servizi pubblici locali, come i trasporti, i servizi sanitari e la gestione dei rifiuti, peggiorando la qualità della vita per i residenti.

Non va dimenticato, poi, che il turismo di massa compromette e rende meno stabile il diritto alla casa in numerose città, togliendo numerosi immobili dal mercato residenziale per affitti brevi a scopo, appunto, turistico.
Di conseguenza, anche abitare e trovare impiego in certe località è diventato più difficoltoso e causa una perdita di competitività in tutti gli altri settori.

La risposta di Amsterdam

Di fronte al complesso e dilagante fenomeno dell’overtourism, tuttavia, le città più inflazionate non stanno a guardare e mettono in campo una serie di iniziative per tutelarsi e cercare di arginare il fenomeno.

Amsterdam, una delle capitali più visitate a livello mondiale, da tempo pensa a soluzioni per “calmierare” l’afflusso dei turisti: a marzo 2023, ad esempio, aveva avviato una campagna per scoraggiare l’arrivo dei turisti mentre adesso è arrivata la decisione di impedire la realizzazione di nuovi hotel.

Basti pensare che lo scorso anno sono stati oltre 20,6 milioni i pernottamenti in albergo (senza considerare le crociere, le case vacanze e i b&b): così, mercoledì 17 aprile, il consiglio della capitale ha reso noto che tutta la città diverrà “no zone” per nuovi hotel.

Ma non soltanto: ulteriori alberghi saranno consentiti esclusivamente alla chiusura di strutture già esistenti (e se il numero di posti letto rimane invariato) e il numero di soggiorni, ogni anno, non dovrà superare i 20 milioni. Inoltre, è preferibile che siano costruiti al di fuori del centro cittadino e che seguano un approccio sostenibile e moderno.

Unica eccezione, coloro che hanno già ottenuto l’autorizzazione (e sono circa 26 i progetti in cantiere).

Infine, la lotta di Amsterdam all’eccesso di turisti ha portato anche l’aumento della tassa per i croceristi da 8 a 11 euro e all’idea di introdurre il biglietto d’ingresso per i tutti i visitatori in giornata.

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Castello di Rosenborg, un luogo da fiaba nel cuore della città

Copenaghen, tra le innumerevoli bellezze, custodisce un autentico luogo da fiaba, ovvero il Castello di Rosenborg, antica residenza reale, oggi sede del Museo della Corona Reale Danese.

La sua architettura in stile rinascimentale si sposa alla perfezione con il paesaggio tutt’intorno, i suoi magnifici giardini sono un apprezzato punto di ritrovo e gli interni lasciano senza parole tanta è la loro opulenza.

La storia del Castello di Rosenborg

Il Castello vide la luce tra il 1606 e il 1633 per volere del re Cristiano IV che lo scelse come residenza estiva: l’architettura raffinata, priva di fortificazioni, rende subito chiaro come non rivestì mai una funzione di difesa.

In seguito, nel Settecento, il re Federico IV decise di far edificare un palazzo più ampio, a nord di Copenaghen, presso la città di Fredensborg: fu così che il Castello di Rosenborg venne utilizzato soltanto per ricevimenti estivi e per conservare i tesori della Corona.

A questo proposito, negli anni trenta dell’Ottocento divenne il Museo che conosciamo, con l’apertura ufficiale nel 1833.

Le attrazioni da non perdere

La visita del Castello di Rosenborg include i sotterranei, il piano terra, il primo piano e il secondo piano e mostra una vasta serie di meraviglie che rimangono impresse.

In particolare, vi sono alcune attrazioni che non si possono proprio perdere, a partire dall’appartamento privato del re Cristiano IV al piano terra, dove ammirare la camera da letto, il bagno, lo studio, e la “Winter Room”, la più significativa fra le sue tre stanze con i dipinti e ritratti appesi alle pareti, gli scuri pannelli di legno e un’eleganza senza tempo.

Altrettanto affascinante è la Sala dei Cavalieri, l’ultima a essere decorata, una delle più straordinarie: conosciuta anche come “Grande Galleria”, in origine venne pensata come sala da ballo e impreziosita con affreschi, velluti, marmi, arazzi, argenteria e stucchi ma poi fu utilizzata per banchetti e ricevimenti.
Al centro, fa bella mostra di sé il trono (Coronatio Chair) su cui sedevano i re e le regine durante la cerimonia di incoronazione, dal 1671 al 1840.

Il momento più atteso è poi rappresentato dai gioielli della Corona Danese, i Crown Jewels, un tesoro di rubini, smeraldi, oro, diamanti e perle appartenuto nei secoli alle regine e principesse danesi e conservato nei sotterranei.
La storia della favolosa collezione ha inizio nel 1746 quando, annientata dalla morte del marito e convinta di morire di dolore, la regina Sofia Maddalena scrisse nel testamento che i suoi gioielli dovevano rimanere per sempre alla Corona, e non diventare appannaggio di una sola persona.

Tra le sfarzose ricchezze spicca la corona in oro tempestata di pietre preziose realizzata dal gioielliere di corte Frederick Fabritius per Sofia Maddalena e in uso fino al 1840.

Infine, non certo da meno è la collezione di insegne regali (Crown Regalia) tra cui vanno menzionati la spettacolare corona dei re assolutisti, il globo imperiale in oro e pietre preziose e lo scettro.

Informazioni utili e consigli per la visita al Castello di Rosenborg

Il biglietto per accedere al Castello di Rosenborg si può acquistare sia online sia alle biglietterie almeno venti minuti prima della chiusura: è possibile scegliere tra biglietto di ingresso singolo per il Castello (bambini e ragazzi fino ai 17 anni entrano gratis mentre per gli studenti con student card internazionale è previsto uno sconto) oppure un biglietto combinato Rosemborg+Amalienbog (la residenza ufficiale dei Reali danesi) valido 36 ore o, ancora, il Park Museum Ticket per un network di musei che comprende (oltre a Rosenborg):

  • Natural History Museum of Denmark
  • Hirschsprung Collection
  • Workers Museum
  • National Gallery of Denmark
  • David Collection

Inoltre, il Castello di Rosenborg è incluso nella Copenaghen card, la carta turistica della capitale che permette di vedere molte più attrazioni insieme e usufruire dei mezzi pubblici.

Prima di programmare la visita, è importante sapere che l’uso del cellulare è consentito soltanto per scattare foto e consultare le guide online sul Castello ma non è permesso parlare al telefono al suo interno.

È a disposizione un bar caffetteria nonché un’area picnic esterna per pranzare all’aperto portando con sé cibo e bevande.

Ancora, non si può portare all’interno del Castello carrozzine e passeggini né borse di grandi dimensioni che vanno lasciate negli appositi armadietti per cui è richiesta una moneta da 20 corone (restituita all’uscita).
Permesse, invece, borse di dimensioni contenute (15 x 23 x 15 centimetri).

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Via dell’Acqua, la pista ciclabile che collega Roma e Assisi

È un percorso meraviglioso, ricco di storia e bellezza, che si inerpica tra la natura e regala una visione diversa di ciò che ci circonda. È la Via dell’Acqua, che collega Assisi a Roma e che si può percorrere in bicicletta, ma anche a piedi e – perché no – a cavallo.

Si snoda per 250 chilometri e porta ad attraversare questo tratto di Italia centrale, potendone apprezzare la natura, la campagna che si ha intorno a sé e i corsi d’acqua. Un percorso fatto di bellezza, che fa da filo rosso tra Umbria e Lazio, tra Valle Spoletana, Valnerina e la Valle del Tevere. Ma anche spirituale, infatti collega due centri della Cristianità: Assisi e Roma.

Tutto quello che c’è da sapere sulla Via dell’Acqua, per provare una vacanza diversa, più lenta che ci permette di apprezzare il territorio e di vivere in prima persona il turismo sostenibile.

La Via dell’Acqua, cosa c’è da sapere

Si estende per 250 chilometri la Via dell’Acqua, di questi 200 si snodano lungo percorsi ciclabili già esistenti e lungo strade di campagna, gli altri 50 – invece – su asfalto. Non importa quanto tempo si impiega a percorrerla, perché l’obiettivo è un altro. Tra le cose più belle, infatti, di un viaggio così ci sono la possibilità di lasciarsi incantare dal paesaggio circostante e quella di conoscere luoghi nuovi lungo il percorso.

Inoltre, lungo la Via dell’Acqua si incontrano anche diverse attività per mangiare e dormire, ma anche servizi, che offrono una scontistica grazie alla convenzione attiva per coloro che viaggiano in bici, a cavallo o a piedi e sono in possesso della credenziale che si può richiedere sul sito ufficiale. Il dislivello complessivo è di 2100 metri ed è una vera e propria immersione nella natura alla scoperta di luoghi suggestivi e del fascino di un tratto di Italia a cavallo tra due regioni: l’Umbria e il Lazio.

Perché si chiama così e la storia della sua nascita

Sul sito ufficiale di questo percorso si racconta che la genesi di tutto è stata l’acqua, che è stata ciò che ha ispirato ma che è anche l’elemento che lo caratterizza. Infatti si snoda proprio nei pressi di alcuni argini.

Il percorso è facile, fattibile per tutti.  Come viene spiegato – sempre sul sito ufficiale – la realizzazione della Via dell’Acqua è stata possibile anche grazie al fatto che in Umbria c’era già una fitta rete di percorsi ciclabili. Numeri alla mano, infatti, dei 160 chilometri di tratta che scorrono in questa regione, ben 120 erano su ciclabili già esistenti.

Il risultato sono seniteri, strade e ciclabili che uniscono due regioni e due città: un modo per conoscere il territorio da un altro punto di vista, una maniera per godere della bellezza intorno a sé senza alcuna fretta, ma lasciando che lo sguardo si meravigli a ogni scorcio.

Come si deve percorrere e le info utili

Come percorrerla? La si può fare da Assisi verso Roma e viceversa. Sul profilo Facebook ufficiale dedicato alla Via dell’Acqua vengono pubblicati e condivisi aggiornamenti utili da conoscere prima di partire. Sempre tramite Facebook si arriva ad altre informazioni che contengono le indicazioni e i suggerimenti sulle soste da fare lungo il tragitto, come quella al sito archeologico Lucus Feroniae, che si sviluppa in un’area archeologica e in un museo a ingresso gratuito, oppure la sosta a Terni per visitare la Basilica di San Valentino.

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Pista ciclabile del Tevere: percorso e informazioni

Roma, la città eterna costruita su sette colli, come tutte le più grandi metropoli è spesso inondata di caos. Ma lei, la nostra Capitale, ha diverse anime, molte delle quali la rendono unica nel contesto mondiale. No, non stiamo necessariamente parlando dei suoi sontuosi monumenti che sì, sono tra i più eccezionali del pianeta intero, ma della sua anima rurale, silenziosa, fatta di una natura sorprendente e scorci che lasciano senza fiato.

Per percepire più a fondo tutte queste sue speciali sfaccettature, basta salire in sella ad una bici e percorrere la preziosa pista ciclabile che costeggia il Tevere.

La pista ciclabile del Tevere

Il vero nome della pista ciclabile che costeggia il fiume Tevere è Pista ciclabile della Tiberina. Tuttavia, viene spesso chiamata con il nome del fiume perché lo attraversa, su entrambi i lati, in un interessante tratto. Parliamo perciò di un percorso di circa 35 chilometri, che può vantare il titolo di essere la pista ciclabile più lunga di Roma (o almeno lo è per il momento).

Un itinerario bellissimo e che collega la Capitale dal versante Nord a quello Sud, costeggiando gli argini di questo fiume che ha fatto la storia della città. È un percorso adatto a tutti, grazie alla presenza di ampie zone dalle tratte regolari e con un dislivello minimo. Tuttavia, è bene tenere a mente che si può fare solo in alcuni periodi dell’anno: il tragitto lungo la banchina del fiume viene completamente sommerso dall’acqua durante i periodi di piena.

Tevere, pista ciclabile

Fonte: iStock – Ph: Photo Beto

Godersi Roma dalla pista ciclabile del Tevere

Il percorso della pista del Tevere

La pista ciclabile del Tevere parte nella zona di Labaro, area situata nell’estremo nord di Roma, e si conclude nel quartiere di Tor di Valle, a Sud-Ovest di questa splendida Capitale.

Iniziando il viaggio in sella a una bici dal centro abitato di Labaro, si segue l’argine del fiume, fino ad attraversare il depuratore di Roma Nord, il parco di Tor di Quinto e il ponte della via Olimpica.

Pedalando per circa circa 10 chilometri si raggiunge Ponte Milvio, da dove si devono seguire le indicazioni in direzione Piazza del Fante, Ponte Matteotti fino a raggiungere Castel Sant’Angelo e la graziosa Isola Tiberina (d’estate, poi, è più bella che mai grazie a una serie di eventi davvero imperdibili).

Superata l’Isola Tiberina, questa affascinante pista ciclabile continua andando verso il vecchio e sontuoso Gazometro, per poi procedere in direzione della Magliana, fino a concludersi nella località di Tor di Valle.

È bene sapere che tale tragitto può essere effettuato in entrambe le direzioni, e che è chiaramente accessibile da più punti di questa magica città

Castel Sant'Angelo, Roma

Fonte: iStock – Ph: Andrea Izzotti

Castel Sant’Angelo visto dalla riva sinistra del Fiume Tevere

Punti di interesse della ciclabile del Tevere

Tra i vari punti di interesse che si possono scoprire pedalando su questa pista, c’è senza ombra di dubbio il Parco di Tor di Quinto. Si tratta di un’oasi verde nel bel mezzo della città, che si estende per circa 9 ettari e in cui sono impiantati 250 alberi tipici delle zone umide, come pioppi, frassini, carpini e querce comuni.

È presente anche un grazioso laghetto attorno al quale di snodano diversi percorsi, che permettono di raggiunge i canneti che si sviluppano lungo l’ansa del fiume Tevere.

Il ponte della via Olimpica, il cui vero nome è Ponte Tor di Quinto, ha una storia del tutto olimpionica: fu realizzato nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma, proprio per facilitare il collegamento tra la via Olimpica e gli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa. Dotato di 7 arcate in cemento armato, è lungo 72 metri e largo 27.

Ponte Milvio è ormai uno dei ponti più famosi della città: è qui che vengono appesi i lucchetti dell’amore. Ma nei fatti questo è uno dei ponti più antichi di tutta Roma, che oggi rappresenta anche un luogo di ritrovo di giovani romani e turisti.

Ponte Milvio, Roma

Fonte: iStock

L’antico Ponte Milvio visto dal Tevere

Costruito nel 109 a.C., fu la sede della famosa battaglia tra l’imperatore Costantino e Massenzio ed è sormontato da una famosa torre in stile neoclassico, oggi conosciuta con il nome di Torretta Valadier.

Decisamente affascinante è anche il Ponte Giacomo Matteotti, con le sue tre imponenti arcate in muratura che si estendono per una lunghezza di circa 138 metri. Poi ancora Castel Sant’Angelo, che nel corso dei secoli ha ricoperto diverse funzioni: da sontuoso sepolcro dell’imperatore Adriano e della sua famiglia ad avamposto fortificato, poi ancora da carcere spaventoso a splendida dimora rinascimentale, fino a diventare prigione risorgimentale e infine museo.

L’Isola Tiberina è l’incredibile (e unica) isola urbana del Tevere, che vanta la caratteristica di essere collegata alle sponde del fiume da due ponti. Stando alla leggenda, nacque nel 509 a.C., quando i romani, insegno di odio verso Lucio Tarquinio Superbo, l’ultimo re di Roma, gettarono nel Tevere un enorme deposito di grano che apparteneva al re, il quale andò a formare questa isoletta. Ovviamente non è andata esattamente così, ma questo angolo delle Capitale sembra quasi un borgo a parte nel cuore della Città Eterna.

Infine il vecchio e imponente Gazometro, un vero e proprio gigante di ferro che, per la sua monumentalità, è affettuosamente chiamato il “Colosseo industriale” o “Colosseo moderno”. Oggi è uno degli emblemi più suggestivi dell’archeologia industriale della Capitale, tanto da essere un elemento vero e proprio dello skyline romano.

Insomma, la pista ciclabile che costeggia il Tevere è una angolo di pace nel cuore di Roma, che permette di scoprire la Città Eterna da un punto un punto di vista privilegiato e rispettando anche l’ambiente.

Gazometro, Roma
Vista dell’imponente Gazometro e del fiume Tevere ai suoi piedi
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In Gran Bretagna c’è un trekking che segue il muro dell’Antica Roma

Avete sempre pensato che la costruzione più spettacolare della Gran Bretagna fosse il The Shard di Londra? Vi state sbagliando. Ne esiste una decisamente più grandiosa, e la sua origine è antichissima.

Stiamo parlando del Vallo di Adriano, una fortificazione d’epoca romana che corre lungo tre contee inglesi: Tyne and Wear, Northumberland e Cumbria. Inizia alla foce del fiume Tyne (sul Mare del Nord) e termina laddove si trova il Solway Firth, un estuario del fiume Solway, sul Mare d’Irlanda. Voluto dall’omonimo imperatore romano, il muro di Adriano è il protagonista del favoloso percorso di trekking che lo costeggia.

Dedicato agli appassionati delle camminate e a chi ama respirare tutta la bellezza del patrimonio naturalistico, storico e artistico che rende meraviglioso il nostro pianeta. Vediamo cos’è il Vallo di Adriano e tutte le tappe dello splendido cammino che costeggia il muro dell’Antica Roma.

Cos’è il Vallo di Adriano: origini e storia

Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, il Vallo di Adriano è la fortezza che venne fatta costruire dall’imperatore Adriano per segnare il confine con la parte settentrionale dell’Impero Romano, mettendo così al sicuro i villaggi della Britannia dai Pitti, il popolo che abitava quella che – oggi – è la Scozia.

I lavori iniziarono nel 122 d.C., e terminarono alcuni anni dopo. La volontà di Adriano era quella di costruire un muro imponente che rappresentasse la grandezza della potenza romana, in Britannia come a Roma. Ancora oggi, dopo secoli di storia, il muro di Adriano è uno straordinario capolavoro di edilizia militare, di urbanizzazione e organizzazione civile.

Costruito con una larghezza di 3 metri e un’altezza di circa 5 metri, lungo il Vallo di Adriano erano stati posizionati quattordici forti ausiliari e ottanta fortini (ossia i castelli miliari), uno per ogni miglio romano. Si racconta che per terminare l’opera ci vollero 6 anni e la manodopera di ben 15.000 uomini.

Con il declino dell’Impero Romano, il muro venne man mano abbandonato, cadendo in disuso. Una buona parte delle pietre che lo componevano vennero prelevate e riutilizzate per la realizzazione degli edifici vicini. Un fenomeno che continuò fino al XX secolo, quando la fortezza venne riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1987.

Trekking lungo il Vallo di Adriano, il muro dell’antica Roma

Oggi, il muro di Andriano disegna un percorso di trekking che è tra i più belli e suggestivi d’Inghilterra, l’Adrian’s Wall Path. Per 135 chilometri, a sud rispetto al confine con la Scozia, l’itinerario attraversa un paesaggio rurale che rende l’esperienza autentica e indimenticabile.

Il cammino che attraversa la storia dell’Antica Roma è percorribile in 6 tappe (che possono variare a seconda del punto di partenza o della quantità di strada percorsa ogni giorno) costeggiando per buona parte del tragitto il fiume Tyne e attraversando inizialmente il centro di Newcastle. Il sentiero si immerge in un paradiso terrestre: la campagna fatta di giardini, campi coltivati, villette in perfetto stile inglese, fattorie, pascoli pieni di pecore e la brughiera più selvatica, soffiata dai venti che provengono da nord.

Vallo di Adriano, Gran Bretagna

Fonte: iStock

Resti del Vallo di Adriano, il muro dell’Antica Roma

Le 6 tappe del sentiero lungo il muro di Andriano

Zaino in spalla e si comincia. Il percorso parte da Wallsend (l’antica Segedumum), borgo alla periferia di Newcastle upon Tyne e si conclude al villaggio di Bowness-on-Solway. Un itinerario che attraversa l’isola da est a ovest, percorrendo un pezzo di storia e andando alla scoperta dell’Inghilterra più selvaggia.

Da Wallsend a Heddon-on-the-Wall

Da Wallsend, facilmente raggiungibile in metro partendo dalla vicina città di Newcastle, si parte dal muro che anticamente scendeva dal forte fino al fiume Tyne e si segue il corso d’acqua verso l’entroterra. Lungo il cammino si costeggia un’antica ferrovia in disuso attraverso Newcastle, addentrandosi nel paesaggio urbano per terminare poi nella meravigliosa campagna ricca di prati verdi costellati di fiori selvatici e di terreni agricoli coltivati, sopra a Tynedale. Dopo circa 21 chilometri di camminata si raggiunge il caratteristico villaggio di Heddon-on-the-Wall, dove è possibile fermarsi per una notte per recuperare le energie.

Da Heddon-on-the-Wall a Cholleford

L’itinerario prosegue costeggiando sempre il muro di Adriano e addentrandosi nel cuore della campagna inglese, con terreni agricoli, animali al pascolo e creature selvagge come lepri, conigli, uccelli, con la possibilità di ammirare numerosi reperti archeologici romani. Ci si può fermare alla seconda tappa, Cholleford, dove potrete riposare.

Da Cholleford a Once Brewed

Il trekking lungo il Vallo di Andriano riparte costeggiando i tratti meglio conservati del muro dell’antica Roma e uno dei suoi forti nel punto più a nord della fortezza, con suggestivi panorami sul paesaggio circostante che lasciano a bocca aperta. La terza tappa, dopo un camminata di  circa 20 chilometri, può essere fissata nel paese di Once Brewed.

Da Once Brewed a Banks

Si riparte per il cammino lungo il celebre muro romano attraversando il distretto di Northumberland per raggiungere la contea di Cumbria. Lungo il tragitto lo scenario si evolve, dalle brughiere e i dirupi battuti dal vento, alle dolci colline verdeggianti dell’estremo nord-ovest dell’Inghilterra. Ci troviamo nel punto più alto del percorso di trekking lungo il muro di Andriano e qui si possono ammirare gli antichi resti di un ponte romano, torrette e castelli miliari, per un tuffo nella storia antica. Superando Gilsland, infatti, si raggiunge il forte romano di Birdoswald. Dopo circa 24 chilometri di camminata si raggiunge il villaggio di Banks, la quarta tappa.

Da Banks a Carlisle

Da Banks si torna lungo i sentieri che costeggiano il Vallo di Adriano immersi nella brughiera inglese e nel paesaggio agricolo attraversato dal fiume Eden. Dopo circa 24 chilometri di percorso a piedi, lo scenario naturale lascia spazio a quello urbano di Carlisle, una città ricca di storia e monumenti medievali di pregio. Qui si trova il Castello di Carlisle, risalente al 1093, e la splendida Cattedrale, che meritano sicuramente una visita.

Castello di Carlisle, Gran Bretagna

Fonte: iStock

Castello di Carlisle, lungo il cammino che costeggia il Vallo di Adriano

Da Carlisle a Bowness-on-Solway

Zaino in spalla per la sesta e ultima tappa dell’emozionante cammino lungo il muro di Adriano. Seguendo il fiume Eden si esce da Carlisle e, tornando per 24 chilometri in un paesaggio naturale di straordinaria bellezza, si attraversano Burgh by Sands, Port Carlisle e infine Bowness-on-Solway, affacciata sul Mare d’Irlanda.

Caratteristiche del trekking lungo il muro di Adriano

Il percorso dell’Adrian’s Wall Path non è troppo impegnativo ed è adatto a molti appassionati di trekking e camminate, con tragitti di circa 20/25 chilometri e dislivelli di massimo 200 metri. L’esperienza è davvero magica e si torna a casa con la consapevolezza d’aver camminato lungo la storia. Ed è anche decisamente agevole: il percorso è ben tenuto, ottimamente segnalato (col simbolo della ghianda) e ricco di interessanti musei. 

Tipicamente il percorso segue l’ordine delle tappe indicate, da est a ovest, ma nulla toglie che sia possibile seguire il senso opposto, partendo quindi da Bowness-on-Solway e terminando a Wallsend.

È bene tenere a mente che questa zona è soggetta alle piogge, soprattutto nei mesi autunnali e invernali. Si consiglia quindi un abbigliamento comodo e di attrezzarsi al meglio per superare senza ostacoli eventuali intemperie.

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Questa antica colombaia è stata trasformata in un rifugio da sogno

Nel cuore vivace di Edimburgo, tra le strade animate e i monumenti storici che catturano lo sguardo dei turisti, si nasconde un gioiello inaspettato: una colombaia trasformata in un rifugio elegante e rustico, immerso in un giardino segreto incantevole.

Questo luogo unico rappresenta un perfetto equilibrio tra storia e tranquillità, dove il passato si fonde armoniosamente con il presente. Lontano dagli sguardi indiscreti, questa pittoresca dimora offre un’oasi di pace e serenità, permettendo agli ospiti di immergersi nella bellezza della natura circostante, lontano dal frastuono delle vie cittadine.

Il cottage inaspettato nel cuore di Edimburgo

Cottage Edimburgo

Fonte: Photo courtesy of Airbnb community

Interno, Colombaia del XVI Secolo (Edimburgo, Scozia, Regno Unito)

Nel cuore di un vasto giardino recintato, avvolto dal profumo di rose e circondato da un’aura di mistero, sorge un piccolo cottage in pietra, saldo testimone della storia e dell’architettura dell’antica Edimburgo.

Un tempo abitata da colombe, questa struttura è ora un affascinante capolavoro architettonico che cattura l’attenzione con la sua singolare bellezza. Le imponenti travi in legno e le scalinate finemente lavorate trasportano in un suggestivo viaggio nel tempo, mentre il camminamento lastricato in pietra sottolinea la grandezza e l’eleganza di questa costruzione risalente al 1600.

Attraversando la porta d’ingresso in vetro, gli ospiti sono accolti da un’atmosfera di calma e serenità. La luminosa sala da pranzo, con le sue pareti in pietra originali e il soffitto alto adornato da lucernari, crea uno spazio accogliente e suggestivo, perfetto per riunioni intime o cene romantiche.

Nonostante le dimensioni ridotte dell’edificio, ogni angolo è stato sfruttato al meglio per garantire il massimo comfort. La stufa a legna, posizionata di fronte a un divano letto estraibile, offre calore durante le fredde serate invernali, mentre il riscaldamento a pavimento dell’intero piano terra assicura una temperatura piacevole in ogni stagione.

Con soli 2,4 metri di larghezza, questo cottage è una delizia straordinaria e rara che incanta e stupisce gli ospiti, offrendo loro un assaggio autentico della vita passata mentre godono delle comodità e dei lussi moderni.

Un cottage nel cuore di Midlothian

Se hai in programma un viaggio a Edimburgo e cerchi un’esperienza autentica e accogliente, il cottage è la soluzione ideale. Posizionato nell’incantevole area di Midlothian, questo rifugio rustico ti permette di esplorare non solo la vivace città, ma anche i suoi affascinanti dintorni.

A pochi passi dalle animate zone di Bruntsfield e Morningside, il cottage è immerso in un vivace panorama urbano, ricco di negozi, supermercati, ristoranti e caffetterie trendy. Questa vivace atmosfera permette di immergersi appieno nella cultura locale, gustare piatti tipici della regione e fare shopping tra le caratteristiche boutique che arricchiscono il quartiere.

Grazie alla sua posizione privilegiata, il cottage permette di raggiungere il centro città in soli 20 minuti a piedi, attraversando incantevoli parchi e scenari naturali mozzafiato. Questa piacevole passeggiata offre non solo un’opportunità per esplorare le bellezze paesaggistiche di Edimburgo, ma anche per assorbire l’atmosfera unica e l’architettura storica della città.

In conclusione, il soggiorno nel cottage rappresenta un’opportunità unica per gli ospiti di vivere appieno l’essenza di Midlothian e scoprire tutto ciò che questa ricca e diversificata zona ha da offrire, garantendo un soggiorno indimenticabile.

Cottage Edimburgo

Fonte: Photo courtesy of Airbnb community

Giardino privato, Colombaia del XVI Secolo (Edimburgo, Scozia, Regno Unito)
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In questo museo si nasconde un giardino di cuori: è un incanto

Nel cuore della vivace Bruxelles, tra le vie trafficate e gli edifici storici, si cela un gioiello dell’Art Déco che pochi conoscono: il Van Buuren Museum. Questo splendido parco, un tempo residenza privata della famiglia Van Buuren, è diventato recentemente il primo sito belga a entrare a far parte dell’esclusiva rete dei giardini storici promossa dal Consiglio d’Europa.

L’istituzione di questo itinerario culturale risale al 2016 e rappresenta un’importante iniziativa volta a preservare e promuovere la ricchezza artistica e paesaggistica dei giardini storici sparsi per il contintente. Il Museo si unisce così a una selezionata lista di siti iconici, tra cui spiccano il Giardino di Boboli in Italia e il Parco Serralves in Portogallo, rinomati per la loro bellezza e importanza storica.

Van Buuren Museum, tesoro nascosto di Bruxelles

Nascosti tra le tranquille strade di Uccle, i giardini del Van Buuren Museum sono molto più di un semplice parco: sono un tributo alla passione per l’arte e la bellezza di Alice e David van Buuren, un rinomato banchiere e collezionista d’arte di origine ebraico-olandese. Da quando hanno aperto le loro porte al pubblico nel lontano 1975, questi giardini hanno incantato il mondo con la loro atmosfera unica e affascinante.

Un capolavoro che prende il nome proprio da questa coppia affiatata, il cui impegno per il design ha plasmato non solo i giardini stessi, ma anche la sontuosa villa che li sovrasta. Originariamente estesi su una superficie di 26 acri nel lontano 1924, i giardini si sono trasformati nel corso degli anni in un’incantevole oasi verde che si estende su 1,2 ettari, una vera e propria oasi di serenità e incanto senza tempo.

La residenza, oltre a essere un esempio superbo di architettura dell’epoca, è intrisa di storia e racconta la vita affascinante di questa coppia visionaria. Tuttavia, con l’occupazione nazista del Belgio nel 1940, fu costretta a fuggire a New York, dove trascorse gli anni più bui della guerra.

Nonostante le avversità, il loro legame con la casa e i giardini rimase saldo, tanto che al loro ritorno in Belgio, decisero di mantenere viva la memoria di questo luogo unico aprendolo al pubblico. Oggi, una sala della villa è dedicata a documentare la storia travagliata dell’edificio e la vita straordinaria dei suoi proprietari

Salvaguardare un patrimonio inestimabile

I giardini del Van Buuren Museum a Bruxelles sono stati creati in più fasi grazie alla partnership tra i celebri architetti paesaggisti belgi Jules Buyssens e René Pechère, che ha portato alla creazione di un luogo unico, dove ogni angolo è un’opera d’arte in sé.

Gli interni della dimora sono un vero e proprio scrigno di tesori, dove si trovano mobili rari, tappeti pregiati, vetrate colorate, sculture e dipinti di maestri belgi e internazionali. Dalle opere rinascimentali alle creazioni dell’Art Nouveau, fino ai capolavori dell’Art Déco, ogni pezzo racconta una storia e offre uno sguardo privilegiato sulla ricca eredità culturale di Bruxelles e oltre.

Il viaggio inizia con il suggestivo Giardino Pittoresco, che accoglie con la sua tavolozza di fiori colorati e sentieri sinuosi, promettendo una passeggiata tanto rilassante quanto romantica. Proseguendo lungo il percorso, si incontrano il Piccolo e il Grande Roseto, dove la bellezza dei fiori è celebrata in tutto il suo splendore, catturando l’essenza più romantica di questi gioielli botanici. Infine, il suggestivo Giardino del Cuore e l’incantevole Frutteto chiudono il cerchio di questa straordinaria esperienza, offrendo ai visitatori un rifugio di pace e relax, arricchito dalla magia di un patrimonio naturale inestimabile.

In aggiunta alle esposizioni d’arte e ai concerti musicali, il sito ospita convegni culturali e incontri con artisti di fama internazionale, garantendo un programma ricco di stimoli e di interesse per il pubblico. Questa varietà di eventi conferma i Giardini Van Buuren come un centro culturale vivace e dinamico, posizionandoli saldamente come un punto di riferimento nel panorama artistico e culturale di Bruxelles.

Giardini Van Buuren

Fonte: Van Buuren Mudeum and Gardens © Visit Brussels – Jean-Paul Remy

Van Buuren Museum, Bruxelles