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In Italia è avvenuta una scoperta risalente al 79 d.C.

La storia più antica torna a rivivere in reperti preziosissimi, che presto saranno visibili al pubblico: siamo ad Ercolano, uno dei siti archeologici più belli d’Italia, che ci regala uno spaccato immortale della civiltà romana congelato dalla terribile eruzione del Vesuvio, avvenuta nel 79 d.C. Alcuni recenti lavori hanno permesso di riportare alla luce delle travi di legno carbonizzate, che verranno messe in sicurezza (per la loro protezione) ed esposte.

Ercolano, trovate travi di legno antichissime

Sebbene un po’ meno famosa di Pompei, anche l’antica città di Ercolano è un gioiello archeologico assolutamente da scoprire: fondata in epoca romana, venne distrutta dall’eruzione vulcanica che ha ricoperto tutto sotto un enorme strato di lava e cenere, proteggendo ville, botteghe e persino corpi umani dagli agenti atmosferici. Grazie a lunghe campagne di scavi, ciò che per tanti secoli è rimasto nascosto nelle viscere della terra ora torna pian piano a riemergere, in perfetto stato di conservazione. È il caso di alcune travi e di svariati altri elementi lignei architettonici, rinvenuti già decine di anni fa e oggi finalmente restaurate.

La scoperta è avvenuta presso alcune botteghe situate lungo il Decumano Massimo, la via principale di Ercolano. Spiccano, in particolar modo, le ante di legno appartenute alla porta di uno dei negozi dell’antica città, oltre ad una grande trave carbonizzata. È incredibile come questi elementi di legno si siano conservati così bene, soprattutto se pensiamo che all’epoca dell’eruzione del Vesuvio sono stati sommersi da fango bollente, che ha raggiunto persino temperature di 400-500°C. Ciò è dovuto al fatto che questi materiali, sepolti sotto strati di colate laviche, non avevano contatti con l’ossigeno e quindi non potevano prendere fuoco.

“Elemento di spicco di questo intervento è la lunga trave in legno carbonizzato che, con i suoi 14 metri di lunghezza e situata a quasi 3 metri di altezza, rappresenta un unicum nell’archeologia romana” – ha affermato Elisabetta Canna, che ha lavorato al restauro dei reperti di Ercolano – “Fu rinvenuta insieme al porticato conservato fino all’altezza dei piani superiori, con abitazioni e botteghe, al seguito dello scavo avvenuto nella seconda metà degli anni ’60”. Ora le travi e le ante in legno tornano visibili: l’obiettivo è di aprire al pubblico il portico con le botteghe del Decumano Massimo già nel mese di giugno.

L’intervento per proteggere i resti di Ercolano

La delicata operazione di restauro degli elementi in legno fa parte di un più ampio progetto volto a proteggere i resti della città romana. Un tempo, le travi venivano consolidate con cera di paraffina, che però ha iniziato a colare a causa delle alte temperature – qui l’estate può far arrivare la colonnina di mercurio a ben 50°C. Quando frammenti di legno hanno iniziato a staccarsi, gli esperti si sono messi subito all’opera: dapprima hanno asportato la paraffina rimasta attaccata alle travi, quindi hanno impiegato nuovi materiali sperimentati per la prima volta proprio ad Ercolano.

Sono stati quindi piazzati dei teloni automatizzati realizzati con fibre naturali, che proteggeranno il legno sia dagli agenti atmosferici che dal caldo. “Si tratta di una progettazione pilota, che si potrà utilizzare qui come in altri siti per proteggere gli affreschi, ove le condizioni lo consentano, ovviamente” – ha spiegato Francesco Sirano, archeologo e direttore del Parco Archeologico di Ercolano sin dal 2017.

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Hai mai provato ad attraversare questa piazza “bendato”? Dicono che è impossibile

Ogni città ha una storia fatta di misteri, avvenimenti oscuri e inspiegabili in cui i protagonisti sono persone di spicco o che hanno avuto un ruolo importante nel contesto urbano. Questi personaggi sono spesso al centro di leggende e racconti popolari che gettano un ulteriore velo di mistero sulla città. Tra quelle che hanno un fascino indiscutibile Napoli non poteva essere da meno. Uno dei luoghi simbolo del capoluogo campano è Piazza del Plebiscito. Oltre ad essere un luogo in cui la bellezza artistica si sposa alla perfezione con l’imponenza architettonica è al centro di una leggenda che ha come protagonista la Regina Margherita e le persone che tentano di attraversare la piazza bendati.

La maledizione della Regina Margherita

Maestosa e affascinante: queste sono le prime cose che vengono in mente quando si arriva a Piazza del Plebiscito. Con i suoi 2500 metri quadrati trasmette al turista un senso di imponenza confermato dalla bellezza delle sue opere. Tra queste spiccano le due statue equestri al centro della piazza realizzate da Antonio Canova, raffiguranti Carlo III di Borbone e suo figlio, Ferdinando I delle due Sicilie.

Le statue di Piazza del Plebiscito

Fonte: 123RF

Le statue equestri di Piazza del Plebiscito

Queste statue sono le protagoniste della leggenda. Si narra infatti che chiunque cerchi di attraversare bendato la piazza partendo dall’entrata di Palazzo Reale, non riuscirà mai ad arrivare al lato opposto e a passare tra le due statue. Il motivo? Secondo un mito, tutto è legato a una maledizione della Regina Margherita. La sovrana, infatti una volta al mese concedeva la libertà a quei prigionieri che riuscivano in questa impresa. Facile a dirsi, ma non a farsi, infatti nessuno ci è mai riuscito proprio perché sembra che la regina avesse lanciato una maledizione.

Una spiegazione scientifica dietro la leggenda

Una leggenda è sempre una leggenda e credere che la regina abbia potuto scagliare una maledizione è affascinante, ma in realtà c’è un motivo se nessuno riesce a passare in mezzo alle due statue equestri. La piazza è molto ampia e priva di punti di riferimento che portano chi l’attraversa a confondersi facilmente. A questo bisogna aggiungere la sua conformazione particolare e una leggera pendenza che impedisce di seguire una traiettoria dritta e quindi a deviare a destra o a sinistra. In questo modo immancabilmente non si riesce a passare tra le due statue.

Palazzo Regio a Napoli

Fonte: 123RF

La facciata del Palazzo Regio a Piazza del Plebiscito

Questa non è l’unica leggenda legata alla piazza, ci sono molte storie e aneddoti che rendono Piazza del Plebiscito ancora più intrigante e amata dai turisti e dagli abitanti del capoluogo campano. Sulla facciata del Palazzo Reale all’interno delle nicchie ci sono 8 statue che raffigurano i sovrani del Regno di Napoli, ma l’attenzione deve essere rivolta alle ultime quattro. La posizione in cui sono stati ritratti ha spinto a creare una simpatica storiella su di loro. Si dice che Carlo V D’Asburgo con l’indice verso il basso abbia indicato una pozza d’acqua esclamando “Chi ha fatto pipì per terra?”. Carlo III avrebbe risposto: “Io non ne so niente”, mentre Gioacchino Murat puntando la mano al petto si sarebbe accusato dicendo: “Sono stato io e allora?”. A questo punto Vittorio Emanuele II avrebbe cercato di risolvere il problema sguainando la spada e minacciando di evirarlo.
È innegabile che le storie e le leggende legate ai luoghi siano sempre piene di fascino, ma Piazza del Plebiscito ha il merito di conquistare i visitatori anche e soprattutto per la sua bellezza senza pari.

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Dov’è girata la seconda stagione del “Commissario Ricciardi”

Come tutti i romanzi dedicati al Commissario Ricciardi scritti da Maurizio de Giovanni, anche la fiction Tv della Rai è stata girata a Napoli. È qui che si dipanano le storie affascinanti, popolate da lucidi assassini o da individui incapaci di contenere improvvisi impulsi omicidi, che Ricciardi riesce a smascherare con la sua testardaggine – e un superpotere – nel ricercare verità e giustizia.

Luigi Alfredo Ricciardi (interpretato nella serie televisiva dall’attore Lino Guanciale), Barone di Malomonte, cilentano d’origine ma trapiantato a Napoli nonché commissario di Polizia ha una capacità investigativa fuori dal comune e con un dono – che è anche una maledizione -, quello di vedere i fantasmi delle vittime di morte violenta e ascoltare il loro ultimo pensiero.

Le location a Napoli

Ambientato nella Napoli degli Anni Trenta, le indagini si svolgono tra i vicoli cittadini e tra alcuni dei luoghi simbolo della città. E così è anche per la seconda stagione di “Il Commissario Ricciardi”. Come il Teatro di San Carlo – o Real Teatro di San Carlo – uno dei più famosi e prestigiosi del mondo. Fondato nel 1737, è il più antico teatro dell’opera a essere tuttora attivo. È stato inserito dall’Unesco tra i monumenti Patrimonio dell’Umanità. Alcune scene degli interni sono state però girate nella ex base Nato di Bagnoli.

Altra location è il Museo nazionale di Capodimonte, il rione collinare di Napoli, che un tempo era una reggia. Oggi ospita gallerie di arte antica, con opere di Maestri dell’arte come Raffaello, Tiziano e il Parmigianino, una di arte contemporanea e un appartamento reale.

Riconoscibile tra i set è anche un altro edificio monumentale napoletano: Villa Pignatelli che si trova lungo la Riviera di Chiaia. È uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica della città ispirata a una domus pompeiana, con la facciata abbellita da un grande colonnato neo-dorico. Davvero spettacolare. E poi c’è l’inconfondibile Palazzo Reale in piazza del Plebiscito, nel pieno centro storico di Napoli. Fu la residenza dei viceré spagnoli, poi degli austriaci, de Borboni, dei francesi e, infine, dei Savoia. Oggi è adibito principalmente a polo museale, in particolare gli Appartamenti Reali, ed è anche sede della Biblioteca nazionale.

Ma non ci sono solo ville storiche e palazzi nella fiction del Commissario Ricciardi, anche alcuni dei luoghi più frequentati dai napoletani, primo fra tutti il Gambrinus, lo storico bar di via Chiaia, che oggi fa parte dell’Associazione Locali storici d’Italia. Nato a metà dell’800, è anche oggi arredato in stile beaux-arts, con stucchi, statue e quadri di artisti napoletani. Ci sono anche opere di Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti.

Taranto come Napoli

Per alcune scene di “Il Commissario Ricciardi 2” la produzione si è spostata da tutt’altra parte ovvero a Taranto, in Puglia. È tra i vicoli e le piazze della città vecchia che sono state girate alcune scene che nei romanzi sono ambientate tra i vicoli di Napoli.

Ultimamente Taranto ha fatto da sfondo a diverse produzioni, tra le ultime anche “Sei donne – Il mistero di Leila” con Maya Sansa, nel ruolo del pubblico ministero Anna Conti. Soprannominata la “città dei due mari” per la sua peculiare posizione, a cavallo tra il Mar Grande e il Mar Piccolo attorno ai quali si sviluppa tutto l’abitato, questa città offre uno dei panorami architettonici più ricchi e vari della nostra Penisola. Si va dal romanico-gotico ai palazzi in stile rinascimentale al barocco fino alle forme più eleganti di palazzi e installazioni in stile Liberty e neoclassico.

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Fonte: ANSA

Una scena della fiction Tv “Il Commissario Ricciardi”
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Borghi Campania Napoli Viaggi

In questo piccolo borgo marinaio il tempo si è fermato

Napoli è conosciuta per il calore e l’accoglienza della sua popolazione, ma anche perché è una città ricca di storia e paesaggi mozzafiato che stupiscono e lasciano senza parole ogni volta che si ammirano. Girare tra le vie del capoluogo campano riserva ogni volta una sorpresa e capita spesso di imbattersi in un angolo o in uno scorcio mai visto prima. Quartieri e vicoli sono il tratto distintivo di Napoli, ma la città che affaccia sul Vesuvio non poteva di certo farsi mancare un incantevole borgo.

Sull’isolotto di Magaride è possibile imbattersi in Borgo Marinari, un quartiere legato alla città tramite un piccolo lembo di terra, in cui è possibile assaporare il silenzio e un’atmosfera quasi sospesa nel tempo, lontana dai ritmi frenetici e dalla vivacità del capoluogo campano.

L’affascinante storia di Borgo Marinari

La storia e la vita di questo borgo è strettamente legata a quella di Napoli e inizia nel momento in cui alcuni coloni greci di Cuma, decisero di colonizzarlo e fondare un emporio portuale. La presenza dei greci, nel corso degli anni, fu rimpiazzata da quella dei romani, tanto che secondo alcune leggende, il territorio diventò la sede della dependance del generale romano Lucio Licinio Lucullo.

I greci e i romani, non furono gli unici abitanti del borgo: poco prima dell’inizio dell’epoca medievale giunsero anche i monaci Basiliani che fondarono il loro convento inizialmente dedicato a San Salvatore e poi in seguito a San Sebastiano. Non a caso, ancora oggi, infatti, la zona è conosciuta come isolotto di San Salvatore. Il timore di un’invasione da parte dei Normanni costrinse i monaci a trasferirsi dall’isolotto stesso che fu trasformato in un piccolo presidio per proteggere la città. La conquista normanna fu però inevitabile e il presidio militare divenne la base per la costruzione del futuro Castel dell’Ovo.

Nel corso dei secoli Borgo Marinari ospitò sempre più famiglie di pescatori, ma alla fine del XIX secolo in seguito a una bonifica il quartiere ha assunto un aspetto ancora più pittoresco. Da quel momento è come se qui il tempo si fosse fermato.

Borgo Marinari di Notte

Fonte: iStock/SergeYatunin

Una veduta notturna di Borgo Marinari

Un panorama unico: Borgo Marinari oggi

La zona prettamente turistica è riuscita a conservare la sua antica bellezza: le barche sono una presenza costante e attirano immediatamente la vista con le loro forme e i loro colori. Anche i pescatori che entrano ed escono di continuo dal porto sembrano essere gli stessi che popolavano questo borgo tanti anni fa. Scoprire oggi Borgo Marinari significa anche fare un tuffo in uno dei luoghi più romantici e magici della movida napoletana.

L’imponenza di Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli, regala uno scenario unico e mozzafiato. Ma non è l’unica attrazione che si può ammirare: a pochi passi si possono incontrare gli altri simboli della città, come il Palazzo Reale, il Teatro San Carlo, oltre alla splendida Piazza del Plebiscito. In poche parole, qui c’è il panorama perfetto per chi vuole godersi un momento di relax in un posto da sogno, destinato a rimanere a lungo nel cuore di ogni visitatore.

Borgo Marinari e le barche

Fonte: iStock/photooiasson

Le barche attraccate a Borgo Marinari
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Asia Campania crociere Giappone Msc Napoli Notizie Viaggi

MSC Crociere per la prima volta in Giappone, dove c’è un’altra Napoli

Probabilmente non tutti sanno che in Giappone, e quindi dall’altra parte del mondo, sorge un’altra Napoli, come prendono vita i tropici, la città più felice del mondo e molto altro ancora. Ad esserne assolutamente consapevole, però, è MSC Crociere che per la prima volta ha deciso di andare alla conquista di queste incredibili meraviglie dell’estremo Oriente.

Il nuovo itinerario di MSC Bellissima

Da aprile del 2023 e fino a novembre dello stesso anno, MSC Bellissima sarà protagonista di un nuovo itinerario che porterà i suoi ospiti a scoprire uno dei Paesi più affascinanti del mondo: il Giappone. Una splendida imbarcazione che navigherà nei mari dell’Asia toccando, oltre al Paese del Sol Levante, anche Corea del Sud e Taiwan.

In poche parole, a bordo della straordinaria MSC Bellissima sarà possibile fare un viaggio nel tempo attraverso culture millenarie, per scoprirne e apprezzarne l’arte, la storia e la tradizione, ma anche restare affascinati dalla connotazione futuristica delle metropoli che si contrappone all’assenza dello scorrere del tempo dei villaggi ancorati ad un’epoca mai passata. Non a caso, nel corso dell’itinerario in Giappone molte sono le meraviglie da ammirare.

Tutte le meraviglie del Giappone da ammirare a bordo di MSC Bellissima

Quest’anno, e per la prima volta, MSC Crociere posiziona una nave in Giappone e con itinerari estivi da 6 a 9 notti con sconfinamenti in Corea del Sud e Taiwan. Viaggi che condurranno dinnanzi ad antichi templi buddisti, vulcani, storia antica e cultura moderna dell’affascinante mondo giapponese (e non solo). Scopriamo insieme le tappe più incredibili.

Kagoshima, la Napoli d’Oriente

Come vi accennavamo in precedenza, in Giappone prende vita una vera e propria Napoli d’Oriente. Il suo nome è Kagoshima, una città in cui sorge un golfo bellissimo, un vulcano attivo dal nome Sakurajima, e caratterizzata da uno straordinario clima mediterraneo.

Kagoshima giappone

Fonte: iStock

Kagoshima, la Napoli d’Oriente

La somiglianza estetica con il capoluogo partenopeo è impressionante, tanto che le due città, separate alla nascita, dal 1960 hanno deciso di avvicinarsi con un gemellaggio che dura ancora oggi.

Isole Okinawa, i tropici giapponesi

Sono considerati i tropici giapponesi: le splendide isole Okinawa che fanno parte dell’arcipelago delle Ryūkyū. Il loro capoluogo è Naha, sede della residenza medievale della dinastia Ryūkyū, centro del governo e sede religiosa, uno dei nove patrimoni dell’umanità dell’UNESCO di Okinawa.

Ma qui c’è un altro sito dichiarato patrimonio dell’umanità: il Shikinaen Garden, dove si possono ammirare i tipici edifici di legno con i tetti di tegole rosse, che si affacciano su un laghetto artificiale e su una vegetazione, che inducono alla meditazione e alla pace.

Di grande impatto emotivo è senza ombra di dubbio il Peace Memorial Park innalzato in onore delle 200.000 persone, più della metà civili, venute a mancare verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. Incredibile, infine, la scogliera del capo Manzamou che è una vera propria scultura naturale modellata dall’oceano: una parte di essa sembra la proboscide di un elefante.

Tokyo, la città che non dorme mai

Il viaggio in Giappone di MSC Bellissima continua con uno sbarco a Yokohama, una città accogliente al confine con Tokyo, la seconda del Giappone per numero di abitanti, nonché frizzante città portuale di livello internazionale.

Da qui in mezz’ora si raggiunge il centro di Tokyo, straordinaria megalopoli considerata la città che non dorme mai e che si rivela perfetta per gli amanti della frenesia come per quelli del buon cibo; per la gente in cerca di pace e bellezza o gli appassionati dell’urbanistica e dei videogiochi vintage.

tokyo crociera

Fonte: iStock

Veduta di Tokyo

Un luogo in cui  il moderno si fonde con l’antico in un binomio suggestivo che rende questa città unica. Templi, giardini, tradizione e buon cibo, fanno di Tokyo una città che non può essere descritta o racchiusa in una definizione, troppo poliedrica per essere stretta nei confini di pochi aggettivi.

Fukuoka, tra le città più felice del mondo

Altra tappa della crociera è Fukuoka, un luogo spensierato tanto da comparire in ogni lista dei migliori posti al mondo dove vivere. La felicità da queste parti è regalata dagli innumerevoli yatai rustici ai lati della strada, le tipiche bancarelle di cibo dove la gente del posto gusta contenta il ramen buttando giù birra, sake o ciò che preferisce.

Ma non solo: questa città è famosa anche per le sue feste e per l’artigianato popolare, i panorami stupendi che caratterizzano la parte più a sud che è anche ricca di templi e santuari.

Kobe, con la vista più bella del mondo e Kyoto, dove trovare l’essenz

L’itinerario di MSC Bellissima prevede una sosta anche sull’isola di Honshu, un vero e proprio incanto in cui sorge Kobe ai piedi del Monte Rokko, dalla cui cima la vista sulla città è spettacolare tanto da essere considerata una delle più belle vedute del mondo, e Kyoto, quella che è considerata l’esempio più tangibile, per architettura, cultura, storia, religione, dell’essenza nipponica.

Kyoto, giappone

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Un angolo di Kyoto

Non a caso per circa mille anni è stata la capitale del Giappone ed è attualmente celebre per i suoi santuari shintoisti, templi buddisti, per il complesso di giardini e palazzi imperiali e per le tipiche abitazioni in legno e i ciliegi in fiore in primavera, che trasformano la strade della città in posti incantati dai profili surreali.

A Hiroshima per un momento di raccoglimento

Non poteva mancare Hiroshima, purtroppo famosa in tutto il mondo per lo sgancio della prima bomba atomica della storia. Un posto in cui dedicarsi alla memoria e al raccoglimento anche perché, a ricordo di questo evento, sono stati creati il parco della memoria e il museo della pace.

Simbolo della città è l’A-Bomb Dome, uno dei pochi edifici rimasti in piedi dopo lo scoppio della bomba. La struttura è stata proclamata patrimonio dell’Unesco. Da vedere inoltre la vicina isola di Miyajima, famosa per il Torii rosso nelle acque dell’oceano.

MSC Bellissima in Corea del Sud e Taiwan

I nuovi itinerari di MSC bellissima sono così incredibili che toccano il Giappone per poi estendersi anche in Corea del Sud, dove Busan conquista i visitatori con le sue bianche spiagge e i suoi grattacieli illuminati, e per finire Taiwan.

Ampia la scelta nella programmazione con itinerari da 6, 8, 9 notti. Le partenze e i rientri saranno tutti dal porto di Yokohama.

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Viaggio ad Amalfi, una città vertiginosa

Perla del sud Italia e della famosissima Costiera Amalfitana, il piccolo borgo di Amalfi si affaccia sul mar Tirreno da una posizione incredibile: le sue casette sono abbarbicate tra le rocce, vertiginosamente in bilico al di sotto di una scogliera che si tuffa tra le acque cristalline del Golfo di Salerno. È un paese ricco di sorprese, tra storia e natura incontaminata. Andiamo alla scoperta delle sue tante bellezze.

Amalfi, tra storia e natura

Oggi è uno dei paesi più suggestivi della Costiera Amalfitana, meta di tantissimi turisti durante la stagione calda, ma Amalfi vanta anche una ricchissima storia. Fondato molti secoli fa (secondo alcune testimonianze, affonderebbe le sue radici addirittura all’epoca precedente alla Magna Grecia), il borgo campano divenne la prima Repubblica Marinara italiana, potendo vantare una posizione quasi inaccessibile e un riparo sicuro per le navi. Così, prosperò sia in ambito militare che in quello commerciale: fiorente sino all’XI secolo, in seguito il paese venne assediato, conquistato e poi devastato da un terribile maremoto.

Ma Amalfi conserva ancora il suo fascino incredibile, grazie alle tante testimonianze antiche presenti nel centro storico e ad una cornice naturale da sogno. Il borgo è infatti incastonato tra le rocce a picco sul mare, e alle sue spalle si dipana un’ampia area verde: si tratta della Valle delle Ferriere, una riserva che prende il nome dalle antiche ferriere utilizzate nell’industria della carta, oggi in disuso. Contigua alla Valle dei Mulini, percorsa dal fiume Canneto, è un luogo dove l’opera dell’uomo e la natura hanno vissuto per secoli in armonia, prima che quest’ultima tornasse a prendere il sopravvento.

Cosa vedere ad Amalfi e dintorni

Amalfi è la meta perfetta per vacanze balneari, viste le sue splendide spiagge di sabbia dorata che si tuffano nelle acque cristalline del mar Tirreno. Ma bisogna davvero ritagliarsi un po’ di tempo per ammirare il suo centro storico e i dintorni, così da immergersi tra bellezze architettoniche e monumenti incredibili. Tappa fondamentale per chi vuole scoprire il lato più autentico del borgo è il Duomo di Amalfi, abbarbicato sulla cima di una lunga scalinata da cui domina un panorama mozzafiato. Costruito a partire dalla fine del X secolo, è riccamente decorato e custodisce al suo interno molte pregevoli opere d’arte.

Passeggiando poi per il centro storico, è impossibile non rimanere affascinanti davanti alle sue fontane impreziosite da ricche sculture marmoree: la più bella è forse la Fontana di Sant’Andrea, che attinge le sue acque direttamente dal fiume Sele. Scendendo verso il mare, ecco il grazioso porticciolo turistico dove l’atmosfera diventa immediatamente più colorata e vivace. È questo il cuore pulsante del paese, tra alberghi e ristoranti che attirano migliaia di turisti ogni anno. Ed è anche il punto di partenza ideale per scoprire i dintorni di Amalfi.

Imbarcandosi, è infatti possibile ammirare il paese da un punto di vista inedito, per poi godere dello spettacolo dell’intera Costiera Amalfitana che si apre davanti ai nostri occhi. Dai piccoli borghi come Maiori e Minori, con le loro splendide ville nobiliari e la natura incontaminata che li circonda, sino alle coloratissime casette di Positano: l’intero tratto di costa affacciato sul Golfo di Salerno è una vera meraviglia. E, verso il mare aperto, ecco la suggestiva isola di Capri e i suoi faraglioni, patrimonio naturale dalla bellezza unica al mondo.

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A bordo del treno di Natale, il convoglio storico che attraversa l’Irpinia

E se per festeggiare in anticipo il Natale vi dedicaste a un tour all’insegna della bellezza di una terra sorprendente e dei suoi sapori caratteristici, unici e assolutamente indimenticabili? Una possibilità più che reale grazie allo storico treno Irpinia Express che, anche quest’anno e in occasione del Natale, parte per un viaggio natalizio alla scoperta di alcune delle zone e dei borghi più belli e suggestivi di questa parte d’Italia assolutamente da visitare. E che, proprio Domenica 18 dicembre 2022, farà tappa a Lapio, uno dei borghi più affascinanti dell’Irpinia, pieno di storia e di immagini incantevoli da portare per sempre con sé.

La “storia” antica di queste terre uniche

Già gli antichi romani, infatti, apprezzavano la grande fertilità che caratterizza queste terre e la fiorente produzione dei suoi vigneti, creatori di un vino dal sapore unico e di tantissimi prodotti tipici che sono delle vere e proprie eccellenze gastronomiche del nostro Paese.

Prodotti che arrivano dalle antiche tradizioni di questa splendida terra tutta da scoprire e che proprio in occasione del Natale e di questo questo viaggio dedicato alle infinite ricchezze dell’Irpinia, sarà possibile vivere a pieno e a 360°. Il tutto circondati da atmosfere uniche e interamente dedicate a questa festa che sa conquistare grandi e piccini.

Il tour magico tra le vie di Lapio

La partenza per questo imperdibile tour è, come da tradizione, alle 10.30 dalla stazione di Avellino (nella foto) per poi arrivare, con questo magico treno di Natale, direttamente nel cuore del borgo di Lapio. Una perla della Valle del Calore che vi saprà accogliere con tutta la magia di un luogo e di una festa unica, attesa e tanto amata.

Qui, tra rinfreschi pranzi con i prodotti tipici del luogo, le suggestive atmosfere create dal sottofondo musicale realizzato dal vivo dal tradizionale concerto natalizio e il caratteristico “Mercatino delle Eccellenze” in cui poter ammirare i presepi amabilmente creati dagli artigiani di Lapio, potrete scoprire ogni angolo e ogni meraviglia di questo borgo d’eccellenza, pieno di sorprese e di scorci meravigliosi. Il tutto circondati dalle infinte bellezze dei paesaggi circostanti e dai colori dell’Irpinia.

L’accensione delle luci: che il Natale abbia inizio

Ma non solo. Perché che Natale sarebbe senza luci? Verso sera, infatti, si potrà assistere alla magica accensione del Ponte Principe, illuminato e decorato con installazioni artistiche proprio per l’occasione. Per poi finire questo magico tour natalizio con un suggestivo spettacolo pirotecnico a dare il benvenuto all’ormai prossimo Natale.

Un appuntamento da non perdere e un’occasione a dir poco unica per vivere a pieno e in modo originale questa dolce attesa verso la notte più magica dell’anno e per scoprire le infinite bellezze del territorio Irpino. Una terra unica, con i suoi borghi dal fascino particolare circondati dalla natura incontaminata e che, soprattutto durante il periodo natalizio, è un vero tesoro tutto da scoprire e da vivere con ogni senso, godendo a pieno dei suoi colori, sapori e magiche atmosfere. Il tutto viaggiando a bordo di un treno storico, vestito a festa e che saprà portare gioia a ognuno di voi.

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Le meravigliose location di “Mina Settembre 2”

Chi ha seguito la prima stagione della fiction televisiva RAI “Mina Settembre”, che vede protagonista Serena Rossi, sa che è stata quasi interamente girata a Napoli.

Nella seconda stagione, però, non c’è solo il Capoluogo partenopeo tra i set dove è stata ambientata la serie, ma anche una location a dir poco meravigliosa.

La Napoli di “Mina Settembre”

Ma andiamo per ordine. Mina è un’assistente sociale che presta il proprio servizio nel Rione Sanità cercando di aiutare più persone possibili. Molte delle scene sono ambientate nel Palazzo Sanfelice, un edificio monumentale che, nella fiction, è il consultorio dove lavora Mina.

Ma non mancano scorci della città, dal lungomare alla sede centrale dell’Università Federico II in corso Umberto oppure l’Ospedale Ascalesi nel centro storico, a due passi da Forcella, e i vicoli del quartiere Montecalvario, al confine coi Quartieri spagnoli, e la celebre metropolitana di via Toledo.

Procida, set della seconda stagione

La seconda stagione, però, inizia nel piccolo borgo di Procida, la perla del Golfo di Napoli, con le sue casette dai vivaci colori pastello che si specchiano nel blu del mare, le barche che riposano al sole e il profumo di limoni.

È qui che Mina sta trascorrendo una vacanza quando un fatto gravissimo la obbliga a tornare a Napoli. Nelle scene si intravedono scorci del paese colorato della Marina della Corricella, un borgo affacciato sul mare che si distingue per essere il più antico di Procida. Prima di “Mina Settembre 2”, è stato il set cinematografico del film “Il Postino” con Massimo Troisi.

Impossibile non innamorarsi delle sue case dei pescatori con i tipici “Vefi”, i balconi coperti da archi di origine araba.

Proprio quest’anno, Procida è stata nominata Capitale italiana della cultura. Fino alla fine dell’anno sono previsti tantissimi eventi per scoprire questa perla mediterranea che tutto il mondo ci invidia.

procida

Fonte: iStock

I colori pastello del borgo di Procida

Mina nel sito archeologico di Cuma

Ma in una puntata che non vogliamo spoilerare, Mina sarà anche in un altro meraviglioso luogo del napoletano: il sito archeologico di Cuma, tra Bacoli e Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei. È la più antica colonia greca dell’Occidente, legata al mito della Sibilla Cumana.

Si dice infatti che il dio Apollo, follemente innamorato di una giovane donna di nome Sibilla, le offrì qualunque cosa pur di averla in cambio come sua sacerdotessa. Ella chiese l’immortalità, non pensando però di chiedere anche la giovinezza eterna. Man mano che invecchiava, il corpo della Sibilla divenne sempre più piccolo finché non fu messa in una gabbietta nel tempio di Apollo dove sparì del tutto e di lei rimase solo la voce.

La leggenda narra che in questo luogo venne anche Enea a interrogare proprio l’oracolo della Sibilla cumana. Motivo per cui Cuma è ancor oggi una meta di grande interesse turistico.

Questo sito regala grandi emozioni a chi visita le sue mura e i resti del Tempio di Giove, la cripta romana, l’edificio termale e l’anfiteatro. Ci sono anche numerosi sepolcri dell’età greca e romana vicini all’Arco Felice, un viadotto fatto costruire da Domiziano per il passaggio della strada che collegava Pozzuoli a Roma.

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In questa città italiana le stazione metro sono opere d’arte

Esiste una città italiana fatta di bellezza e contraddizioni, di monumenti architettonici maestosi e di case vecchie e scarupate, proprio lì dove sono conservate le storie, le tradizioni e le leggende di un territorio straordinario.

Stiamo parlando di Napoli, la città che che ha ispirato musicisti e cantanti, artisti e poeti, pittori e scrittori. Quella che quando la vedi muori, come ha scritto Goethe per celebrare quel posto che aveva conquistato e rapito il suo cuore. Perché è questo il destino condiviso di tutti i viaggiatori che arrivano a Napoli, quello di innamorarsi della città e di lasciare qui un pezzo di cuore.

Ed è proprio nel capoluogo della regione Campania che oggi vogliamo portarvi, tra il lungomare che brilla sotto il sole, il Vesuvio che domina l’intero paesaggio e il centro storico brulicante di storie, leggende e mistero, per scoprire le stazioni metro, proprio quelle che a Napoli sono state trasformate in opere d’arte.

La stazione metro più bella del mondo

Siamo abituati a considerare le stazioni della metropolitana come dei luoghi di transito, quelli da raggiungere velocemente per spostarsi da una parte all’altra delle città. Ma a Napoli è diverso, e lo è perché qui è stata realizzata quella che il Daily Telegraph e la CNN hanno definito la stazione della metropolitana più bella d’Europa e del mondo.

Chiunque ci sia stato non può che confermare quanto è straordinaria quella visione onirica che si apre davanti alle persone e che le catapulta in un visionario mondo fatto di colori e di meraviglia, una discesa ideale verso il mare con il quale la città ha una storia d’amore indissolubile.

La stazione metro di Toledo è una meraviglia. Situata nel cuore della città, nel quartiere di San Giuseppe, quello snodo che permette di raggiungere il rione Carità e la zona dei Quartieri Spagnoli, si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica, un capolavoro artistico e visivo che incanta. Ma quella di Toledo, non è l’unica stazione destinata a lasciare senza fiato.

Stazione metro Toledo

Fonte: Getty Images

Stazione metro Toledo

Le metro d’arte a Napoli

Si chiamano Stazioni dell’Arte di Napoli, e fanno parte di un progetto che ha visto la realizzazione di un complesso artistico e funzionale che riguarda le fermate della Linea 1 della metropolitana della città.

Le progettazioni, non a caso, sono state affidate a designer e ad architetti di fama internazionale come Gae Aulenti, Fuksas, Alessandro Mendini e Oscar Tusquets, giusto per citarne alcuni. L’obiettivo, raggiunto a pieno, era proprio quella di trasformare gli spazi funzionali delle stazioni in luoghi devoti all’arte pubblica, e accessibili a tutti. E così è stato.

Sotto il coordinamento di Achille Bonito Oliva, a partire dal 2001, sono state posizionate oltre 250 installazioni di arte contemporanea, sia negli spazi esterni delle stazioni che in quelli interni, che hanno trasformato la città in un inedito museo diffuso.

Tutte le nuove stazioni costruite lungo i binari della Linea 1 rendono Napoli l’unica città al mondo con un museo distribuito tra gli spazi interni ed esterni della metropolitana. Il consiglio è quello di organizzare un itinerario per scoprirle tutte e perdersi e immergersi tra le bellezze artistiche che creano un dialogo costante e unico con il resto della città.

A partire da Toledo, che è una vera e propria esperienza immersiva negli abissi marini grazie al mosaico di Kentridge, passando per Garibaldi, una stazione imponente e grandiosa, caratterizzata dalla copertura progettata da Dominique Perrault e da scale mobili sospese. C’è poi la fermata di Vanvitelli, quella che ospita una delle ultime opere firmate da Merz prima della sua scomparsa: una rappresentazione geometrica, tubolare e a neon, della serie di Fibonacci.

E poi, ancora, la più recente stazione Duomo, quella che porta la firma indelebile di Massimiliano e Doriana Fuksas che ha visto la trasformazione degli interni e degli esterni della fermata in piazza Nicola Amore.

Fermata Duomo, Metro Art Napoli

Fonte: IPA

Fermata Duomo, Metro Art Napoli
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Il lago di Telese e le sue rinomate terme, in Campania

Se avete voglia di trascorre una piacevole giornata all’insegna del benessere, una delle destinazioni italiani da prendere in considerazione è il lago di Telese, in Campania. Un luogo che vanta un’aria placida, ma che allo stesso tempo cela una storia di tremende sofferenze.

Lago di Telese: cosa sapere

Il lago di Telese si trova nel territorio comunale di Telese Terme, ai confini con quello di Solopaca, nella valle del fiume Calore in provincia di Benevento. Una zona, questa, ricca di acqua e caratterizzata da fenomeni carsici tendenzialmente lentissimi, ma che nel corso del tempo hanno dato vita a degli enormi cambiamenti del paesaggio.

Oggi il Lago di Telese è di forma circolare, con una superficie che misura circa 49.000 metri quadri e una profondità che va tra i 20 e i 30 metri. A livello generale si pensa che abbia origine vulcanica ma, in realtà, si è formato in seguito a un terremoto avvenuto nel 1349.

La tragica storia del Lago di Telese

Più o meno dove sorge il lago di Telese, circa 2000 anni fa prendeva vita un’antica città chiamata Telesia popolata dai Sanniti. Una località che prosperò per più o meno 1000 anni, fino al colossale terremoto del 1349 che distrusse praticamente tutto.

La città, infatti, venne completamente rasa al suolo, mentre il territorio su cui sorgeva sprofondò di circa 30 metri. Situazione che, molto probabilmente, fece nascere questo lago.

Ma non è finita qui! Si crearono anche diverse fratture che portarono alla nascita di paludi e di un forte inquinamento, tra cui anidride carbonica e anidride solforosa che causarono la malaria, che costrinsero coloro che erano sopravvissuti a scappare da questa città. Un evento che ebbe un grande risuono anche nei paesi limitrofi, poiché da un momento all’altro si ritrovarono migliaia di profughi alla porta.

A seguito di questo drammatico evento, la zona di Telese rimase abbandonata fino ai tempi di Ferdinando II (1810-1859), il quale fece rinascere questa particolare valle. La Telese che conosciamo oggi, invece, è una città decisamente moderna che fu inaugurata solo nel 1934.

Cosa fare al lago di Telese

Negli ormai lontani anni Settanta e Ottanta, il lago di Telese costituiva una rinomata meta turistica. Vi basti pensare che in quell’epoca era presente persino una piccola piscina con tanto di spiaggetta per i bagnanti e un trampolino. Oggi è impreziosito da imponenti alberi che ne aumentano il fascino, ma è anche il punto di partenza (o di arrivo) per passeggiate interessanti nel bel mezzo di una natura generosissima.

È un luogo in cui regna sovrana la pace, anche se spesso è pieno di persone. La sua posizione strategica, infatti, fa sì che venga raggiunto con facilità dalla quasi totalità delle città della valle. Non a caso si trasforma anche in luogo d’incontro in cui rilassarsi tra bar, ristoranti, piscina e albergo.

Da queste parti i più fortunati potranno anche avvistare diverse specie animali come i volatili, oltre che respirare aria fresca e pulita e dedicarsi alla pesca sportiva.

Telese Terme, a tutto benessere

Ma come dice il titolo di questo pezzo, il lago di Telese si trova in una zona anche termale. Fu lo stesso Ferdinando II a fondarle nel 1859, rendendo Telese Terme la meta perfetta per chi vuole trascorrere un weekend immerso in bellissimi paesaggi naturali.

Ma perché ci sono le terme da queste parti? Perché il paese sorge ai piedi del Monte Pugliano, la cui falda acquifera porta acqua sulfurea che alimenta famose terme di Telese, un’importante fonte di turismo.

L’impianto termale è situato nella centralissima Piazza Minieri, e si distingue per essere all’avanguardia e in una cornice storica e naturalistica d’eccezione. Vi basti pensare che ci prende vita un suggestivo parco con alberi secolari, tra i più grandi d’Italia.

Non resta che organizzare un fine settimana al lago di Telese, per poi scoprire le sue terme immerse nella natura.