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Il più bel modo per scoprire l’isola di Minorca

Minorca non è un’isola come le altre. Qui, all’ambiente, tengono molto. E non solo ora che il tema della sostenibilità è di grande attualità. Grazie alla sua vocazione ecologica e al paesaggio ancora piuttosto selvaggio, è stata dichiarata nel 1993 dall’Unesco riserva mondiale della biosfera.

La più piccola delle Baleari, l’”isola del vento”, è un piccolo gioiello naturale tutto da scoprire. E il modo migliore per farlo è percorrendo l’itinerario che le gira tutt’intorno, che tocca alcune delle spiagge più belle e famose di Minorca, che si addentra nell’entroterra attraversando il parco naturale S’Albufera des Grau, che regala scorci panoramici unici chiamato Camí de Cavalls.

Il Camí de Cavalls a Minorca

Lungo 185 chilometri, il Camí de Cavalls corre tutt’intorno la costa di Minorca e può essere percorso interamente in una settimana circa, o anche solo in parte. Lo si può fare a piedi – muniti di scarpe da trekking – , in mountain bike o a cavallo. Un modo slow e green per scoprire i segreti di quest’isola. Non tutti i tratti sono impegnativi, alcuni sono accessibili anche ai bambini, si può scegliere quello che più si addice alla propria preparazione atletica, insomma.

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Trekking lungo il Camí de Cavalls a Minorca

Essendo un percorso ad anello, si può iniziare in qualsiasi punto dell’isola, ma il km zero si trova nel porto di Mahón, il Capoluogo di Minorca, dove inizia la prima tappa. Il Camí è segnato con pannelli informativi che indicano il punto esatto del cammino, indicato con il numero GR 223, in cui ci si trova.

Il percorso si snoda attraverso le diverse zone dell’isola che, a Nord, sono più rocciose e impervie mentre, a Sud, più verdi e tranquille. Si possono ammirare antichi canyon scavati dai corsi d’acqua, ampie vallate, zone agricole fatte di pascoli, vigneti e uliveti, ma anche cittadine, siti archeologici, torri di guardia, fari, come quello di Favàritx, che spunta in mezzo al nulla su un suolo quasi lunare, o quelli di Punta Nati e di Cap d’Artrutx.

Le spiagge lungo il Camí de Cavalls

Per una sosta lungo il cammino – o anche solo per chi desidera fare una vacanza di solo mare -, sono tantissime le spiagge raggiungibili percorrendo il Camí de Cavalls. Tra queste, la famosa spiaggia di Arenal d’en Castell, nel piccolo Comune di Es Mercadal, dalla sabbia chiara e il mare cristallino.

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Le spiagge lungo il Camí de Cavalls a Minorca

Un’altra bellissima spiaggia che s’incontra è Cala Tirant, nei pressi di Fornells. La si scorge arrivando dall’alto restando abbagliati dalle sue acque color smeraldo. Per raggiungerla, si deve scendere una passerella di legno. La sabbia dorata e le dune che le fanno da cornice l’hanno resa una delle più suggestive di Minorca.

Il fondale trasparente e la sabbia sottilissima della spiaggia di Binimel-La non possono non invogliare chiunque a tuffarsi in questo paradiso. È un angolo assolutamente selvaggio, per questo molto amato anche da chi pratica naturismo. Per chi decide di fermarsi, non lontano c’è anche un’altra bellissima spiaggia chiamata Cala Pregonda.

Se si decide di percorrere il tratto che da Binimel-là porta alla tappa successiva del Camí, Els Alocs, quello più impegnativo di tutto l’itinerario (circa 9 km) si è ripagati da uno degli angoli più incontaminati della costa minorchina: quella di Cala Pilar. Questa grande spiaggia di sabbia dorata, raggiungibile con una lunga passerella di legno, è poco frequentata ed è un vero angolo di paradiso. Chi non percorre il Camí de Cavalls e la vuole comunque raggiungere deve lasciare l’auto a mezz’ora di cammino, spesso da fare sotto il sole e questo decisamente frena molti vacanzieri.

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La selvaggia Cala Pilar a Minorca

Una tranquilla baia con acque turchesi circondata da splendide scogliere è anche Cala Algaierens, conosciuta anche come La Vall, che si raggiunge dopo la tappa di Els Alocs. Questa spiaggia piace molto a chi decide di soggiornare nella cittadina di Ciutadella, che dista solamente 12 km, è che è una vera bomboniera fatta di strade acciottolate e di splendidi edifici storici, con diversi boutique hotel e appartamenti che si possono affittare.

Si resta assolutamente sbalorditi, però, quando, lungo il cammino, s’incontra Cala Morell, un piccolo porto naturale nella costa settentrionale non lontano di Ciutadella. È una spiaggia di ciottoli e sabbia, con scogliere scoscese e verticali tra le più impressionanti dell’isola. Oltre ad avere acque cristalline e profonde, perfette per gli amanti delle immersioni, qui si trova una delle più grandi necropoli dell’isola e un insediamento preistorico a picco sul mare. Ma non è tutto: in questo punto dell’isola si può notare chiaramente la geologia dell’isola, formatasi in periodi diversi, dapprima in quello primario e secondario e poi nel terziario ovvero 1,8 milioni di anni fa. Qui si può anche osservare il tramonto più bello di Minorca.

Sembra di stare ai Caraibi quando si arriva a Cala en Turqueta, la caletta più famosa di Minorca il cui nome non è un caso. Piccola, protetta da falesie e da una fitta macchia mediteranea, s’affaccia su un mare che più trasparente non c’è. Bellissima ma molto più grande è la spiaggia successiva lungo il cammino, Cala Galdana, a Sud di Minorca, nei pressi del Comune di Ferreries. Anche qui l’acqua è trasparente come poche, la sabbia finissima e i colori sono caraibici.

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La splendida Cala en Turqueta a Minorca

Piccola è bellissima è poi la spiaggia a Santo Tomás, circondata da una fresca pineta. È una delle più amate dalle famiglie con bambini perché offre anche bar e ristoranti, letti e ombrelloni ed è facilmente raggiungibile anche in auto.

È famosa per le sue dune di sabbia la tappa del Camí de Cavalls che arriva a Son Bou. Questa spiaggia che si getta gentilmente nel mare dalle acque turchesi è il luogo perfetto per le vacanze in famiglia, anche se spesso è molto ventilata e per questo frequentata dagli appassionati di surf.

Molto amata dalle famiglie è anche Cala en Porter, che dista circa 8 km da Son Bou proseguendo lungo il cammino. È uno spettacolo della natura per la sua bellezza selvaggia. È, infatti, una meravigliosa spiaggia naturale circondata da imponenti scogliere che la proteggono e la rendono molto sicura.

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Cala en Porter a Minorca

La tappa successiva è quella di Binissafúller, dove c’è una spiaggia di sabbia bianca, circondata da palme che crescono ai bordi della scogliera a picco sul mare. È una spiaggia piccolissima, sulla quale s’affacciano le vecchie case rimaste intatte lungo la costa che le conferiscono un grande fascino.

Sulla punta più a Sud di Minorca s’incontra a questo punto Punta Prima, chiamata “Sandy Beach” durante la dominazione britannica dell’isola nel XVIII secolo per via della sabbia bianca e fine. Il paesaggio qui è da cartolina, grazie ai colori e alla posizione della spiaggia con una piccola isola che si trova di fronte e che si chiama l’isola dell’Aire. Andando verso Est inizia un sentiero che arriva fino a Cala Alcalfar.

L’ultima spiaggia che s’incrocia lungo il Camí de Cavalls prima di tornare al punto di partenza che è Mahón è Cala de Sant Esteve, a Sud-Est dell’isola nel Comune di Es Castell. È una piccola insenatura rocciosa, con un ripido pendio che porta fino al mare su cui s’affacciano piccole case bianche e i vecchi moli. La baia è fiancheggiata dal Castell de Sant Felip e dal Forte Marlborough, costruito dagli inglesi all’inizio del 1700 e il 1716) e uno dei sette fari di Minorca, il Faro de Mahón, che dà accesso al porto più importante dell’isola delle Baleari.


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Il Dublin Coastal Trail è la strada panoramica più bella d’Irlanda

Dublino è una città splendida, ricca di storia e di cultura: meta prediletta di tantissimi turisti, è nei suoi quartieri storici che solitamente questi si concentrano. Tra chiese antiche e piccoli pub dove assaporare le specialità locali, la capitale irlandese ha molte sorprese da regalare. Ma ora c’è una nuova esperienza emozionante per scoprire il lato nascosto di questa città: il Dublin Coastal Trail è un vero e proprio viaggio, un’avventura mozzafiato tra panorami incantevoli e monumenti storici.

Nasce il Dublin Coastal Trail

La città di Dublino è adagiata sulla sponda orientale del Paese, affacciato splendidamente sul Mare d’Irlanda, da cui gode di una vista incredibile. Ed è proprio seguendo il profilo della contea lambito dalle acque, in un lungo cammino di ben 64 km, che possiamo ammirare la vera identità di questo luogo magico e sorprendente. Il Dublin Coastal Trail nasce con l’intento di valorizzare le tante bellezze che si susseguono lungo la costa, in un itinerario che rappresenta esso stesso una tra le più suggestive attrazioni del Paese.

Il cammino offre panorami ricchi di fascino e magia, addentrandosi in piccoli quartieri periferici dove il tempo sembra essersi fermato e poi esplorando veri e propri angoli di natura ancora incontaminati. Il Dublin Coastal Trail può essere percorso a piedi o in bici, l’importante è assaporarne la sua essenza più autentica e fare il pieno di esperienze che rimarranno per sempre nella memoria. Ma quali sono le tappe più belle di questo itinerario, quelle assolutamente da non perdere? Andiamo a scoprirle insieme.

Dublin Coastal Trail, cosa vedere

Il Dublin Coastal Trail è una strada panoramica che percorre l’intera costa della contea di Dublino, affrontando paesaggi diversissimi tra loro – eppure ciascuno davvero splendido nella sua autenticità. Si parte da Skerries, piccolo porto commerciale dal florido passato, divenuto oggi una località balneare graziosissima. Il suo grande mulino a vento, immerso in una vasta distesa verde, sembra uscire da una cartolina. Mentre il mulino ad acqua, che ancora macina farina per preparare vere delizie da forno, è un’attrazione turistica molto apprezzata.

Per chi ama fare sport, questa è l’occasione giusta: dal kitesurf al kayak, qui si può vivere un’avventura incredibile. Ma è a Malahide, delizioso villaggio alle porte di Dublino, che si può ammirare una delle bellezze più suggestive della contea: il Castello di Malahide, che spicca per essere forse il più antico d’Irlanda, ma anche per i suoi fantasmi – si dice che qui ve ne siano ben cinque! Attorno al maniero, un gigantesco parco e dei giardini botanici che racchiudono un ampio patrimonio naturalistico.

Proseguendo verso sud, ci si imbatte nelle ammalianti scogliere di Howth: il sentiero, a picco sul mare, regala una vista unica al mondo. Con un po’ di fortuna, qui non è affatto raro imbattersi in bellissimi uccelli e in numerose specie marine – tra cui alcuni esemplari di foca. Dopo aver attraversato il porto di Dublino, la strada si spinge a meridione verso il quartiere di Sandymount. La sua spiaggia ventosa non è la sola meraviglia di questo luogo: merita assolutamente una visita il Poolbeg Lighthouse, che emerge dall’acqua e che si può raggiungere tramite un lungo cammino che si addentra nella baia di Dublino.

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Lungo il Cammino Borlezza che porta fino al Lago d’Iseo

Con la bella stagione, non c’è niente di meglio che immergersi nella natura e ammirare gli incredibili panorami che il nostro territorio ci offre. E nell’immenso patrimonio paesaggistico che possiamo vantare ci sono anche fiumi, laghi, torrenti e sorgenti: proprio per valorizzare queste risorse idriche, nascono i Cammini d’Acqua. Tra le colline e i primi rilievi alpini del Bergamasco, questi itinerari ci portano alla scoperta di bellezze uniche al mondo. Come il Cammino Borlezza, che arriva sino al Lago d’Iseo.

Il Cammino Borlezza, natura magnifica

Il progetto Cammini d’Acqua nasce con l’intento di dare nuovo slancio al turismo lento sul territorio, valorizzando al contempo un patrimonio ambientale dal grande fascino, concentrandosi prevalentemente sulle vie d’acqua. L’idea è quella di sfruttare antichi sentieri già presenti e quasi completamente dimenticati, ma anche di creare nuovi itinerari per dare vita ad una rete di percorsi tematici. Le prime due sorprese sono già state presentate al pubblico.

Si tratta del Cammino dei Fontanili e del Cammino Borlezza, entrambi approntati nella massima tutela del paesaggio e della natura. Il secondo è quello che vogliamo andare ora a scoprire, un bell’itinerario da percorrere a piedi seguendo il corso del torrente Borlezza. Lungo ben 29 km, è un sentiero di media difficoltà perfetto per gli amanti del trekking, che conduce alla scoperta di alcune delle bellezze più suggestive dell’intera regione. Dipanandosi dalle pendici del Monte Pora, massiccio delle Prealpi Bergamasche, il cammino giunge sino al Lago d’Iseo, offrendo panorami da mozzare il fiato.

Songavazzo

Songavazzo

Le tappe più belle del Cammino Borlezza

Perché avventurarsi in questa lunga camminata tra la natura incontaminata del Bergamasco? L’esperienza outdoor lungo il Cammino Borlezza è senza dubbio inimitabile: si parte dalla sorgente di questo torrente dalle acque fredde e cristalline, seguendo il suo corso in verdi vallate e ampie praterie, attraverso boschi rigogliosi e canyon imponenti. Il sentiero conduce anche ad ammirare deliziosi paesini dove il tempo sembra essersi fermato: come il borgo di Onore o quello di Rovetta, che offrono alla vista bellissime architetture di gran pregio.

Il paesino di Songavazzo, con il suo maestoso campanile che spicca in mezzo al verde, regala poi una visione mozzafiato: è qui che si trova una delle Panchine Giganti sparse in tutta Italia, da cui si gode di un panorama incredibile sull’intera vallata circostante. Poco più distante, nel borgo di Cerete, ci sono splendide testimonianze di un passato in cui l’acqua aveva un ruolo di gran spicco. Qui sorge il Parco dei Mulini, dove antiche strutture con le loro imponenti ruote si sono perfettamente conservate, regalandoci un piccolo stralcio di vita quotidiana dei secoli scorsi.

Ancora, seguendo il torrente Borlezza, si incontra un altro paesaggio naturale a dir poco incredibile. Il corso d’acqua, deviato attraverso un canale artificiale, ha scavato nei millenni un canyon meraviglioso, oggi racchiuso all’interno del Parco della Gola del Tinazzo. La potenza dell’acqua si nasconde in questo panorama suggestivo, caratterizzato da rocce scavate e detriti che pian piano si sono accumulati sul letto del torrente. E a due passi da qui, finalmente, il Lago d’Iseo: si conclude così un cammino quasi magico, con uno scorcio che ripaga di tutti gli sforzi compiuti in questi lunghi chilometri.

Parco dei Mulini

Il Parco dei Mulini

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La Shannon Blueway è il percorso più bello e incontaminato d’Irlanda

Se la chiamano Isola di Smeraldo, ci deve pur essere un buon motivo: l’Irlanda è la patria di verdi distese che si allungano a perdita d’occhio, interrotte solamente da bianche scogliere che si tuffano in un mare di mille sfumature diverse. La sua natura incontaminata è il panorama più bello del mondo, ed è proprio per viverla appieno che nascono le Blueways. Questi splendidi sentieri immersi nella vegetazione costeggiano laghi e fiumi, portandoci alla scoperta del polmone verde dell’Irlanda. E quello più suggestivo è probabilmente la Shannon Blueway.

Shannon Blueway, un viaggio mozzafiato

Tanti sono gli itinerari che ci potrebbero sorprendere con la loro bellezza, addentrandosi nel cuore dell’Irlanda più selvaggia. La Shannon Blueway è senza dubbio uno di questi: decine di chilometri seguendo il corso del fiume Shannon ci conducono in uno scenario magico e semplicemente meraviglioso, tra foreste fatate e piccoli villaggi colorati. Unico fil rouge, l’acqua: è questo l’elemento che caratterizza l’intero percorso, dallo spumeggiare dei fiumi alla placida serenità di deliziosi laghetti.

La cosa più affascinante? La possibilità di dedicarsi a tantissime attività outdoor, per unire il divertimento e l’adrenalina al fascino di paesaggi incantevoli. Ci sono esperienze per tutti, dai grandi ai piccini. Si può semplicemente godere della natura concedendosi una lunga camminata e poi un buon picnic sulle rive del fiume, oppure imbarcarsi in una pedalata mozzafiato tra i tanti sentieri ciclabili – alcuni adatti anche a chi è meno allenato.

E poi, ovviamente, tante esperienze in acqua: in canoa, si può pagaiare per chilometri lungo fiumi e canali, ammirando le bellezze naturali che scorrono lente a riva. Un’avventura, questa, disponibile per tutti grazie alle numerose guide che offrono assistenza e permettono di vivere emozioni incredibili.

Il percorso della Shannon Blueway

La Shannon Blueway ha molti punti d’accesso, quindi la si può percorrere anche solo in parte. Uno dei principali è il villaggio di Leitrim, graziosissimo agglomerato di casette a due passi dal fiume Shannon – e non solo. Proprio qui, infatti, il corso d’acqua si collega al fiume Erne attraverso un canale, chiamato il canale di Shannon Erne, che funge da punto di inizio di un’altra importante Blueway.

Ma torniamo all’itinerario principale, la Shannon Blueway: questa si dipana da Drumshanbo a Carrick on Shannon, tra tantissime bellezze. Si può pagaiare lungo il fiume, oppure passeggiare sulla splendida passerella galleggiante d’Irlanda, un tratto di appena 600 metri che si affaccia sull’Acres Lake. Da qui prende il via anche una bella pista ciclabile, che offre diversi percorsi (tra cui due anelli di pochi km, perfetti da affrontare anche con i più piccini).

Una volta giunti a Carrick on Shannon, l’itinerario si fa decisamente più suggestivo, essendo completamente in acqua. L’unica alternativa è dunque mettersi in canoa e iniziare a pagaiare, godendo la vista di panorami mozzafiato fino ad arrivare a Roosky, e poi ancora più a sud fino a Lanesborough, dove il fiume Shannon si getta nelle acque del Ree Lake.

D’altra parte, se questa avventura incredibile non basta a soddisfare la voglia di esplorare un angolo bellissimo d’Irlanda, nei dintorni ci sono tante altre sorprese in attesa di essere scoperte. Piccoli villaggi antichi, brughiere ricche di misteri e miniere che si perdono nelle viscere della terra, ma anche castelli imponenti e rustiche distillerie dove assaporare qualche prelibatezza locale: non resta che affrontare con entusiasmo questo viaggio da favola.

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Scoprire la montagna con il cuore: il Cammino di San Vili apre ai non vedenti

Esiste un luogo meraviglio e suggestivo, che attraversa alcuni dei paesaggi più straordinari del nostro Paese. Un cammino, del cuore e dell’anima, tanto caro alla popolazione del Trentino quando ai viaggiatori di tutta Italia.

Stiamo parlando del Cammino di San Vili, quello che si snoda tra i panorami mozzafiato delle Dolomiti di Brenta, quello che permette di attraversare paesaggi naturali, selvaggi e incontaminati dove la natura è assoluta protagonista.

Lo stesso cammino che, in concomitanza con l’inizio dell’estate, si farà portavoce di un turismo inclusivo aprendo l’intero percorso suddiviso in sei tappe a gruppi di persone non vedenti. L’obiettivo? Scoprire la montagna con il cuore e con gli altri sensi.

Cammino San Vili Special Week

Cammino San Vili Special Week, è questo il nome della manifestazione che si terrà dal 21 al 26 giugno 2022, proprio in occasione dell’inizio dell’estate. Un evento, questo, che permetterà a gruppi di persone con disabilità visive e non, di percorrere insieme quei 100 chilometri di meraviglia che caratterizzano questo straordinario itinerario.

Da Madonna di Campiglio, celebre e amatissima località sciistica fino a Trento, il cammino attraverserà gli straordinari scenari che caratterizzano il territorio circostante. E chi non può vederli potrà comunque sentirli, toccarli e odorarli.

Del resto l’obiettivo di questa manifestazione è proprio questo: quello di rendere accessibile la montagna e le sue meraviglie, in modi diversi, inediti e straordinari.

L’idea, nata nel 2021, era stata già sperimentata a ottobre dello stesso anno con un’escursione nel Parco Fluviale della Sarca. Visto il grande entusiasmo con il quale l’evento è stato accolto, si è pensato di organizzare una settimana di eventi e di cammino su tutta la tratta del cammino San Vili con un duplice obiettivo: da una parte promuovere il turismo inclusivo e accessibile, dall’altra promuovere, valorizzare e scoprire queste meravigliose terre.

Scoprire e riscoprire il Cammino di San Vili

L’evento che si terrà dal 21 al 26 giugno 2022 si configura come l’occasione perfetta per scoprire e riscoprire quello che è stato ribattezzato il piccolo Cammino di Santiago.

Grazie alle 6 tappe che caratterizzano l’intero itinerario, sarà possibile ripercorrere e calcare le orme di San Vigilio, il terzo vescovo della storia di Trento. Il percorso, che si snoda per circa 100 chilometri, segue naturalmente le strade di montagna percorse dal Santo nel 400 d.C. in occasione della sua missione di evangelizzazione.

Solo nel 1988, grazie alla Società Alpinisti Tridentini, il cammino è stato valorizzato, promosso e reso accessibile a tutti gli escursionisti. Nel 2018, invece, il Parco Fluviale della Sarca ha messo a punto il percorso di 6 tappe creando una rete di strutture e una mappa per intraprendere il cammino.

Oggi il Cammino di San Vili è un’esperienza del cuore e dell’anima. Percorrendo i 100 chilometri, che si snodano tra sentieri sterrati, tratti forestali, piste ciclabili e vecchie strade di montagne, ci si trova al cospetto di laghi trasparenti e straordinari, santuari all’ombra delle montagne e valli e distese di prati che si perdono all’orizzonte.

Ma il percorso permette anche di scoprire quelle che sono le tradizioni indissolubilmente legate a questo territorio, quelle fatte di profumi inebrianti e di sapori genuini, di terreni coltivati e di villaggi e borghi tutti da scoprire.

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Perché dovresti fare il Cammino di Santiago quest’anno

Impegnativo, intenso, spirituale, unico. Non bastano questi aggettivi per descrivere il Cammino di Santiago, una delle esperienze più belle al mondo, una di quelle da concedersi almeno una volta nella vita.

E non c’è bisogno di spendere poi così tante parole per raccontare quello che è uno dei più antichi e famosi pellegrinaggi d’Europa, quello che ogni anno accoglie e ospita più di 300000 persone provenienti da ogni parte del mondo, perché il Cammino di Santiago non si può descrivere, ma solo vivere.

E il periodo migliore per farlo è proprio questo. Già perché nel 2022, per la prima volta nella storia, l’Anno Santo Giacobeo atteso da oltre un decennio dura due anni, fino al 31 dicembre 2022. È questo il momento giusto per mettersi in cammino e ritrovarsi.

Il Cammino di Santiago

Esistono percorsi più lunghi, faticosi e intensi che richiedono una preparazione fisica e mentale non indifferente, ci sono poi pellegrinaggi più brevi e meno impegnativi alla portata di tutti. Alcuni sono celebri e altri meno conosciuti, ma non per questo non meno affascinanti.

Quello che è certo è che ognuno di esso, a ogni passo, restituisce emozioni straordinarie, uniche e immense. Perché questo pellegrinaggio ci costringe a guardarci dentro, a guardare in faccia i nostri limiti e a superarli. E se vogliamo ci aiuta anche a smarrirci, per poi ritrovarci.

Compiere il Cammino di Santiago nel 2022 è un’esperienza destinata a lasciare il segno, che assume per i credenti un significato spirituale ancora più importante. Sì perché quest’anno, per la prima volta, l’Anno Santo Giacobeo è stato prolungato di un altro anno, fino alla fine del 2022.

Dopo l’emergenza sanitaria, e la conseguente difficoltà negli spostamenti in Europa e nel mondo, i pellegrini possono ritornare a percorrere i sentieri più o meno battuti del Camino di Santiago prendendo parte a eventi e manifestazioni che si celebrano proprio durante l’Anno Santo Giacobeo.

Perché fare il Cammino di Santiago nel 2022

Di motivi per cui intraprendere un viaggio spirituale tra gli itinerari che si snodano tra Spagna, Portogallo e Francia, e che consentono di ottenere il perdono o l’indulgenza plenaria, ce ne sono tantissimi, e sono gli stessi che si perpetuano da secoli. Quello che possiamo dirvi noi oggi è perché andarci adesso, nel 2022.

In occasione dell’Anno Santo Giacobeo, infatti, saranno diversi gli eventi e le manifestazioni che si terranno lungo le tappe del pellegrinaggio e nella città di Santiago di Compostela. Momenti di intrattenimento all’insegna dell’arte, della musica, della storia e della cultura.

Il Museo Centro Gaiás, già punto di riferimento della storia e della ricchezza patrimoniale del Cammino di Santiago, ha organizzato una mostra per rivelare i significati delle tracce del pellegrinaggio. Fino al 25 settembre, invece, sarà possibile visitare la mostra Ecce Mater Tua – LUX allestita all’interno delle chiese di Santa María del Camino e Santiago a Carrión de los Condes.

Anche la musica diventerà assoluta protagonista del capoluogo della regione della Galizia. A Giugno, infatti, in occasione del festival O Son do Camiño saliranno sul palcoscenico artisti di fama internazionale come i Chemical Brothers e Liam Gallagher. Dal 29 giugno al 2 luglio, invece, a Viveiro si terrà un altro importante festival musicale dedicato a tutti gli amanti della musica rock e punk: El Resu.

Un calendario fitto di eventi e attività culturali che si snodano lungo tutto il percorso continueranno a susseguirsi fino al mese di dicembre 2022 per rendere ancora più straordinaria l’esperienza del cammino.

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Il primo sentiero che si può percorrere solo di notte

Se per percorrere i cammini di montagna servono belle giornate soleggiate, non è il caso del primo sentiero d’Italia che si può fare di notte. Il percorso di cui vi vogliamo parlare è illuminato da 15mila mini-led e da 180 fari di diversi colori, tali da rendere l’atmosfera “magica” oltre che assolutamente sicura.

Il primo sentiero notturno in Italia

Si tratta del Giardino botanico esperienziale “Lumina Milia” che si trova ad Ampezzo in provincia di Udine, sulle alpi carniche ed è il primo percorso naturalistico notturno in Italia. L’idea di creare un itinerario da percorrere solo al buio ha lo scopo di consentire a chi lo percorre di osservare il bosco di notte.

Appena la luce lascia spazio all’oscurità, il bosco, infatti, cambia aspetto e la vista lascia il posto agli altri sensi che troppo spesso vengono messi in secondo piano.

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Il Giardino botanico esperienziale “Lumina Milia”

Il bosco si rivela, così, con tutti i suoi segreti notturni, stimolando un’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale, amplificata dalla notte, con i suoi colori, i suoi suoni e i suoi profumi. Le tenebre avvolgono la realtà e la poca luce rimanente dà spazio all’immaginazione. I tronchi degli alberi assumono forme grottesche. Le fronde dei rami si trasformano in esseri misteriosi indecifrabili e anche il vento sembra sussurrare frasi.

Accompagnati dai versi dei molti animali notturni, si giunge sino ai margini del torrente Teria che, ancora oggi, molti giurano sia abitato da Sbilfs e Aganis, due esseri fatati della tradizione carnica-friulana, abitanti dei boschi e dei corsi d’acqua.

Il sentiero ad anello si completa in circa un’ora e venti minuti, dopo aver percorso 1,5 chilometri, superato cento metri di dislivello, salito 140 scaloni e attraversato diversi ecosistemi, dalla faggeta al bosco misto, dal bosco ripariale al torrente e il prato.

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Il sentiero Lumina Milia si percorre di notte

Questo progetto di “didattica leggera”, unico in Italia, intende approcciare la conoscenza della natura secondo un metodo esperienziale, facendo vivere al visitatore esperienze particolari, combinando le dinamiche naturali con le emozioni e le sensazioni. In questo modo, il bosco non avrà più segreti. Si può apprezzare la bellezza delle piante spontanee e l’utilità di quelle officinali.

I benefici del bosco

Sono tantissimi i benefici che può avere il bosco sulla nostra salute. Secondo alcune ricerche condotte in Giappone, si è potuto constatare che i vari elementi dell’ambiente boschivo come per esempio l’odore del legno, il suono prodotto dall’acqua che scorre e più in generale il paesaggio portano a una sensazione di rilassamento, riducendo così lo stress.

In particolare, tra i volontari che si sono sottoposti ai test si è verificato un abbassamento dei livelli di cortisolo (l’ormone associato allo stress), una riduzione della frequenza cardiaca e una diminuzione della pressione sanguigna.

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Un percorso notturno, unico in Italia

A conclusioni simili sono giunti anche i ricercatori britannici dell’Università dell’Essex, le cui ricerche hanno evidenziato che sono sufficienti pochi minuti al giorno trascorsi all’aria aperta immersi in uno spazio verde per migliorare l’umore, la salute mentale e l’autostima, soprattutto fra le persone stressate, sedentarie e con difficoltà a livello psicoemotivo.

Di particolare interesse scientifico sono anche le ricerche condotte da Qing Li, professore alla Nippon Medical School di Tokyo, il quale ha scoperto che la terapia forestale ha un effetto stimolante sull’attività delle cellule Natural Killer (NK). Le cellule NK fanno parte dell’immunità innata, la prima linea di difesa contro gli agenti patogeni e il cancro. In uno studio del 2009, i soggetti esaminati dal Professor Li hanno mostrato un aumento significativo dell’attività delle cellule NK nella settimana successiva alla visita di una foresta, e gli effetti positivi sono perdurati nel tempo. Una sola giornata trascorsa nel bosco fa aumentare, in media, di circa il 40% le cellule NK. Se si rimane per due giorni consecutivi in una zona boschiva, il numero di queste cellule può crescere addirittura del 50%.

Buona parte di questi miglioramenti sono con ogni probabilità dovuti ai “fitoncidi” ovvero agli oli essenziali presenti nel tronco delle piante, che vengono rilasciati nell’aria per difendersi dall’attacco di parassiti e insetti. In Giappone si è dunque diffusa la consuetudine di trascorrere più tempo possibile immersi nella natura. Tale pratica prende il nome di “Shinrin-yoku“, che potremmo tradurre con “bagno nella foresta”. Una pratica consolidata anche in Nuova Zelanda dove il ministero della Salute propone, da diversi anni, le “Green Prescriptions” (“prescrizioni verdi”) ossia suggerimenti ed esercizi da fare obbligatoriamente in mezzo al verde.

Dove fare Forest Bathing in Italia

È quella pratica che si è diffusa negli ultimi anni anche da noi e che chiamiamo “Forest Bathing”. Il Giardino botanico esperienziale “Lumina Milia” fa proprio parte delle zone Forest Bathing del Friuli Venezia Giulia. Ma nel nostro Paese di zone dove praticarlo che ne sono diverse.

Il più famoso è il Parco del Respiro che si trova sulle Dolomiti della Paganella, in Trentino, un’area forestale di 36 ettari ricoperta da un bosco misto. Lo CSEN, il primo Ente nazionale del CONI riconosciuto per le attività sociali dal ministero dell’Interno, ha nominato quest’area come Centro nazionale di formazione qualificato per le prove in presenza di conduzione gruppi in foresta del Diploma nazionale Forest Bathing ed è una realtà terapeutica unica in Europa.

Nell’Appennino parmense ci sono boschi di querce, faggi e castagni; abeti rossi, qualche esemplare di abeti bianchi, larici e pino cembro sono gli abitanti del Parco Nazionale dello Stelvio, un luogo in cui la natura regna sovrana; i tronchi alti e sottili dei pini silvestri sono i protagonisti intorno al lago naturale di Flötscher Weiher, nel cuore della Valle Isarco.  Questo è il posto perfetto per riscoprire un contatto autentico con la natura e con il proprio io interiore; pino mugo, larice, abete rosso e un sottobosco di mirtilli e rododendri, una natura che sa resistere anche agli inverni più rigidi, sono quelli che si trovano nel Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies in Alto Adige, una delle mete più in voga di sempre, per la sua bellezza incontaminata.

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Tour dei Lose: 150 km in bicicletta alla scoperta della Brianza

Sono trascorsi esattamente due secoli da quando i coniugi Federico e Carolina Lose, entrambi affermati pittori, percorsero colline e monti della Brianza alla scoperta di un territorio unico e ricco di fascino. E oggi, per celebrare quell’importante viaggio che ha reso l’entroterra brianzolo una rinomata meta turistica lombarda, nasce il Tour dei Lose: un suggestivo percorso ciclabile tra arte e natura, una vera avventura di ben 152 km.

Il Tour dei Lose, il nuovo percorso ciclabile

Nell’aprile del 2022 è stato dunque inaugurato il Tour dei Lose, che nacque proprio due secoli fa. Le sue origini sono davvero particolari: nell’estate del 1822, i coniugi Lose (artisti di origine tedesca, da tempo residenti a Milano) decisero di scoprire i dintorni della loro città, esplorando quel territorio all’epoca quasi misterioso e decisamente poco conosciuto.

Addentrandosi tra le colline e le prime cime montuose della Brianza, i due pittori dipinsero una serie di stampe a colori – 24, per la precisione – che ottennero in breve tempo un successo strepitoso. E, soprattutto, diedero il via ad un ampio flusso turistico verso la natura incontaminata e i paesaggi suggestivi della regione brianzola, divenuta così meta prediletta per un weekend fuori porta o addirittura località dove acquistare una casa per le vacanze.

Oggi, per ricordare il viaggio intrapreso da Federico e Carolina, nasce il Tour dei Lose. Il loro itinerario è stato pian piano ricreato, anche sulla base dei loro splendidi quadri che ancora ci deliziano la vista. E nella guida Il Tour dei Lose, redatta da Renato Ornaghi, è possibile scoprire questo affascinante percorso all’insegna dell’arte e della natura, esplorando tappa dopo tappa e ammirando, al contempo, le incredibili opere pittoriche che i due coniugi ci hanno lasciato in eredità.

Questo percorso ciclabile ci permette di esplorare un paesaggio incantevole, che ha conservato intatto il fascino di una volta – quello stesso fascino che aveva meravigliato i coniugi Lose. Tutto in sella alla nostra bici, ovviamente: è un modo rispettoso ed intrigante per addentrarsi in questi territori così suggestivi, regalandoci un’esperienza outdoor lenta e sostenibile per l’ambiente.

Le tappe del Tour dei Lose

Questo affascinante tour ciclabile è lungo ben 152 km, ma ciò non deve spaventare i ciclisti meno esperti. Proprio per rendere l’avventura più agevole anche a chi vive la bici come un momento di relax, il percorso è stato suddiviso in 10 tappe ad anello della lunghezza di 30-45 km ciascuno, l’ideale per una gita fuori porta non troppo impegnativa.

Ogni anello ha assunto il nome di un importante personaggio celebre che è stato profondamente legato al territorio brianzolo: Teodolinda, Stendhal, Agostino, Leonardo, Cantù, Manzoni, Barbarossa, Segantini, Parini e Foscolo. E ciascun percorso è un vero scrigno di bellezze tutte da scoprire, tra paesaggi naturali mozzafiato e piccole perle architettoniche. Ma quali sono le tappe più suggestive da esplorare?

Una di esse segue il corso del fiume Lambro, affrontando una lunga pedalata tra bellezze della natura che lasciano a bocca aperta. Poi l’itinerario si addentra alla scoperta di alcune splendide ville del luogo, come Villa Trotti (situata a Verano) e la meravigliosa Villa Crivelli di Inverigo. Per gli amanti dei panorami più affascinanti, infine, non resta che pedalare verso le suggestive cascate della Vallategna, per poi scendere verso la Valle dell’Oro e il piccolo borgo di Civate, da cui si può ammirare il bellissimo lago di Annone.

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Il Cammino Celeste, dove s’incrociano i confini di tre Paesi

Escursioni mozzafiato tra terra e cielo, che ti offrono l’opportunità imperdibile di abbracciare con lo sguardo scorci di una bellezza quasi mistica. Il Cammino Celeste è un itinerario religioso internazionale che coinvolge tre diversi Paesi – Italia, Austria e Slovenia – fino a convergere al Monte Lussari, dove sorge il santuario mariano detto, per l’appunto, dei “tre popoli”. Un percorso davvero mozzafiato, caratterizzato da un’estrema varietà paesaggistica e monumenti di grande fascino. Tutto da scoprire.

Cammino Celeste, l’itinerario italiano

Il percorso italiano del Cammino Celeste si contraddistingue per la ricchezza paesaggistica senza eguali e la varietà di esperienze offerte lungo il tragitto a pellegrini e turisti. Ci si può imbattere, ad esempio, in piccole chiese di campagna e santuari famosi, visitare città ricche di storia e arte o perdersi nel silenzio delle foreste e dei parchi naturali. Il tutto per una lunghezza di circa 200 km, suddivisi in 10 tappe da percorrere orientativamente in dieci giorni, passando su strade sterrate, viottoli di campagna e bellissimi sentieri di montagna

Il principale punto di partenza del tragitto italiano è la Basilica patriarcale di Santa Maria Assunta ad Aquileia, importante città dell’Impero romano e principale centro per la diffusione del Cristianesimo nell’Europa del nord e dell’est. C’è però anche la possibilità di iniziare il percorso un po’ prima, dal Santuario di Barbana, immerso in un paesaggio mistico, uno tra i più antichi santuari mariani del mondo, raggiungibile in traghetto, e da qui poi proseguire alla volta di Aquileia, da cui si sviluppa la prima tappa ufficiale del cammino, destinazione Aiello.

La seconda tappa conduce da Cormons a Castelmonte, dopodiché si prosegue per Masarolis passando per Cividale del Friuli, borgo ricco di leggende. Si sale ancora, fino a Montemaggiore, raggiungendo il rifugio A.N.A. e giungendo a Prato di Resia, da dove, scarpinando per altri 13,4 km si arriva a Dogna, per poi spostarsi in Val Saisera fino a Valbruna/Camporosso. L’ultima tappa dell’itineraio italiano è la salita del Monte Lussari, all’estremo nordest dell’Italia, con il suo santuario che può a ragione definirsi europeo, poiché meta di pellegrinaggi di tre Paesi.

Basilica Santa Maria Assunta Aquileia

La Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia

Cosa vedere assolutamente lungo il tragitto italiano

Tra i luoghi più imperdibili del Cammino Celeste, c’è senza dubbio Aquileia, sito UNESCO dal 1998 per l’importanza della sua area archeologica e la bellezza dei mosaici pavimentali che custodisce, una gemma del Friuli-Venezia Giulia che è uno scrigno di tesori unici.

Dalla sua basilica, sede dell’antico patriarcato, si passa ad altri luoghi di culto affascinanti, come il santuario della Rosa Mistica di Cormons o quello della Beata Vergine a Castelmonte, fino al santuario della Madonna del Monte Lussari, raggiungibile attraverso il suggestivo Sentiero del Pellegrino che si snoda tra i boschi dell’incantevole foresta di Tarvisio.

I percorsi alternativi del Cammino Celeste

Il Cammino Celeste è composto da tre itinerari, ciascuno dei quali ha inizio in località ricche di storia e di fede. Oltre al tragitto italiano, si può quindi scegliere di intraprenderlo anche seguendo il ramo austriaco o quello sloveno. L’itinerario austriaco del Cammino Celeste è lungo 80 chilometri e parte dalla chiesa di Maria Saal, passando per quelle di Sankt Egyden, Sankt Leonhard, Camporosso, fino ad arrivare al Santuario di Monte Lussari.

Di 80 chilometri è anche la lunghezza del percorso sloveno, che parte dalla chiesa di Brezje, elevata al rango di basilica nel 1988 da Giovanni Paolo II, e raggiunge anch’esso il Monte Lussari, punto di incontro e pellegrinaggio di tre popoli, ciascuno con la sua affascinante storia.

Cammino Celeste dove incrociano confini tre Paesi

Il Monte Lussari, punto di arrivo del Cammino Celeste

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In cammino seguendo le tracce dei lupi

“Un trekking lungo per conoscere: i luoghi che attraverseremo, gli uomini dei borghi ammirati, il lupo che avremo accanto”. Si presenta così la Via dei Lupi, affascinante cammino di conoscenza di questo splendido animale che porta alla scoperta della natura dell’Appennino centrale e dei tesori che custodisce. Un percorso ricco di suggestioni che si snoda da Tivoli fino a Civitella Alfedena, attraversando quattro aree protette in 14 tappe per una lunghezza complessiva di 210 chilometri.

La finalità di questo magico percorso è quella di promuovere il ritorno allo stato selvatico e naturale di alcune aree, attraverso politiche mirate alla salvaguardia del territorio e alla conservazione del  lupo appenninico, nonché alla promozione della biodiversità e di uno sviluppo locale sostenibile. Vivere, quindi, l’esperienza di un turismo slow, ecologico e consapevole, seguendo le tracce di questi meravigliosi predatori.

Come prepararsi per la nuova Via dei Lupi

Ideata alla fine degli anni Novanta, la Via dei Lupi è promossa da un’organizzazione no-profit sostenuta dalle Aree Protette attraversate, da una Associazione Culturale, una Rete di Imprese Turistiche, un Dipartimento di una Università, una sezione CAI e i Volontari del Servizio Civile Universale che hanno unito le forze per rilanciare, sostenere, occuparsi e promuovere il percorso modificato di recente, così da raggiungere un totale di 14 tappe.

Tra le principali novità c’è l’inserimento del sentiero ad anello all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in 5 tappe. Con questo trekking si esplorano, in diverse giornate, ben 4 Aree Protette Regionali che tutelano il pre-Appennino e l’Appennino Laziale ed Abruzzese, giungendo a uno dei più antichi Parchi nazionali d’Italia.

Cosa serve, dunque, per immergersi in questa avventura? A rispondere sono gli organizzatori che, sul sito, ricordano che oltre a un buona preparazione fisica e mentale e un equipaggiamento idoneo alle escursioni in montagna, è fondamentale avere con sé alcuni strumenti utili. Si tratta di: una cartografia escursionistica dei luoghi attraversati, una bussola, una lampada e/o frontale con batterie di ricambio, un fischietto, un’applicazione con cui poter leggere sui propri smartphone i percorsi georiferiti(scaricabili dal sito), o in alternativa uno strumento di rilevazione satellitare GPS.

Parco Regionale Monti Simbruini

Il suggestivo Parco Regionale Monti Simbruini

Le principali tappe della Via dei Lupi

La lunga avventura sulle tracce dei lupi parte da Tivoli, custode di ville Patrimonio UNESCO. Questa prima tappa, dolce e non molto impegnativa, si sviluppa per buona parte lungo il crinale della Riserva di Monte Catillo, attraversando la singolare Sughereta di Sirividola, e toccando diverse cime.

La seconda tappa attraversa una delle aree più belle e visitate del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili. Qui si può scegliere tra due sentieri: uno impegnativo e piuttosto lungo porta sulla vetta di Monte Gennaro, mentre l’altro, più breve, porta a scoprire i resti della Villa di Orazio, nel borgo di Licenza.

Il cammino prosegue portando alla scoperta di buona parte del versante orientale del Parco dei Monti Lucretili, con l’incantevole Laghetto del Fraturno, e da qui fino a Riofreddo, al confine tra Lazio e Abruzzo. Con la quarta tappa si attraversa su di un fianco il Monte San Fabrizio, per poi ammirare l’estesa Piana dei Cavalieri con i suoi innumerevoli paesi. Alternando radure e faggete, si entra nel territorio del Parco Regionale dei Monti Simbruini per arrivare a Cervara di Roma, il borgo che sembra nato dalla tela di un artista, dove si può visitare l’area faunistica del cervo.

Proseguendo, si passa su un antico tratturu, fino al Piano di Camposecco. Da lì, tra verdi pascoli e un belvedere panoramico, si arriva nella frazione di Livata. Inizia, quindi, la sesta tappa, nell’insieme breve e con un dislivello principalmente in discesa, che lambisce delle aree del Parco dei Monti Simbruini di estrema suggestione, come la Piana di Fondi e le faggete circostanti, e la Piana di Frassigno e i suoi boschi misti di querce, frassini e carpini.

La settima tappa conduce, invece, al borgo di Trevi, con la sua bella Torre Caetani, mentre con l’ottava lasciamo il Lazio per andare ad esplorare le perle naturalistiche i borghi dell’Abruzzo. Questo sentiero è il più lungo e impegnativo dell’intera Via dei Lupi, e permette di entrare e attraversare buona parte della Riserva naturale di Zompo lo Schioppo, che prende il nome dalla cascata naturale più alta dell’Appennino centrale, dopo quella del Rio Verde di Borrello.

La Riserva naturale di Zompo lo Schioppo

Si giunge, quindi, a Civita d’Antino, dove, abbandonato il fondovalle, si possono ammirare gli antichi ruderi di Morino Vecchio. Il percorso conduce nel bosco, attraversando la strada che risale l’ampio versante della catena spartiacque tra la Val Roveto e la Valle di Collelongo e Villavallelonga, nell’area della Marsica, e regalando emozioni a ogni scorcio.

Con la tappa numero 10 si entra, infine, nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove lungo il sentiero si affaccia sui bellissimi Prati d’Angro e sull’ampia conca della Val di Sangro, cuore del Parco, che ospita lil grazioso borgo di Pescasseroli. Circondato da montagne e boschi centenari di faggi, pini, abeti, aceri e querce, il rinomato paese abruzzese sorge in una delle zone montane più suggestive d’Italia, per la selvaggia bellezza paesaggistica e per la straordinaria varietà della flora e della fauna.

Una volta giunti qui, si può scegliere se proseguire per una delle nuove tappe del percorso ad anello proposto per la Via dei Lupi, e quindi concludere il trekking sul ramo orientale, arrivando così al piccolo borgo antico di Civitella Alfedena, un vero e proprio gioiello architettonico arroccato a 1123 metri d’altitudine nel cuore dei Monti Marsicani. Qui, negli anni ’70 del secolo scorso, fu costruita una delle prime Aree Faunistiche che ospitò il lupo.

In alternativa, si può optare per attraversare e conoscere tante altre zone del Parco Nazionale, scegliendo la tappa che conduce al borgo di San Donato Val di Comino, nel versante laziale del Parco, e proseguendo per il ramo sud fino al Santuario di Madonna di Canneto, interamente immerso nel bosco. A questo punto, si può optare per la tappa molto lunga del ramo est, che offre una incredibile varietà di panorami e ambienti naturali, conducendo nella meravigliosa Valle Iannanghera e nella tappa finale di Civitella Alfedena. Oppure, si può raggiungere il borgo dagli altrettanto emozionanti sentieri che si sviluppano dal Rifugio e Passo di Forca Resuni. Insomma, qualunque sia il sentiero che deciderete di percorrere, preparatevi a fare il pieno di emozioni senza fine.

Civitella Alfedena, il borgo dei lupi