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Il Sentiero dei Celti e dei Liguri: l’itinerario tra arte e natura

La primavera è la stagione ideale per andare alla scoperta di paesaggi incantevoli e immergersi nella natura: gli amanti del trekking avranno ora una nuova opportunità per esplorare luoghi meravigliosi e concedersi una bella camminata nel verde più rigoglioso, con un occhio sempre puntato ai panorami mozzafiato che si incontrano lungo il percorso. Nasce infatti il Sentiero dei Celti e dei Liguri, un nuovo itinerario nel Nord Italia che conduce dalla trafficata città al pacifico paesaggio del mare.

Nasce il Sentiero dei Celti e dei Liguri

Il 21 maggio 2023 è stato inaugurato il Sentiero dei Celti e dei Liguri, un bellissimo cammino che si snoda per ben 222 km e attraversa 3 diverse regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Liguria). L’idea è quella di collegare la città di Milano al mar Ligure, affrontando un lungo itinerario che porta alla scoperta di splendidi borghi ricchi d’arte e cultura e di paesaggi naturali meravigliosi. Questo nuovo percorso nasce dall’ispirazione di Emanuele Mazzadi, guida, architetto e progettista di escursioni incredibili.

“Da anni accompagniamo persone sui sentieri che dall’Appennino portano al mare. Vediamo i loro occhi illuminarsi, mano a mano che si allontanano dalla città, si immergono nella natura e si riappropriano delle cose semplici. Ecco quindi l’idea di riscoprire un antico itinerario, di alto valore culturale e ambientale, che partisse da una metropoli come Milano” – ha raccontato Mazzadi con grande orgoglio.

D’altra parte, i numeri parlano chiaro: l’ultimo rapporto di Terre di Mezzo evidenzia che ben il 34% dei camminatori italiani proviene dalla Lombardia, e se si aggiungono coloro che abitano in Emilia Romagna, Liguria e Toscana (tutte regioni che orbitano attorno al Sentiero dei Celti e dei Liguri) la percentuale sale al 64%. Dunque, non c’è luogo migliore per regalarsi un’avventura unica al mondo, un vero e proprio viaggio iniziatico che ci porta alla scoperta di panorami indimenticabili.

Le tappe più belle del cammino

Il Sentiero dei Celti e dei Liguri si snoda per 222 km, che vengono divisi in 10 tappe per poter rendere il cammino accessibile a tutti. L’obiettivo è infatti non solo di accogliere gli escursionisti più esperti, ma anche di avvicinare sempre più persone al mondo delle attività outdoor: per questo motivo, i tratti più impegnativi presentano delle varianti che permettono anche ai principianti di godere di questa avventura.

Si parte da Milano: luogo simbolo da cui prende il via questo sentiero è Piazza del Duomo, davanti ad uno dei monumenti italiani più famosi al mondo. A fare da sfondo al percorso è principalmente l’acqua, il fil rouge di questa splendida escursione. Si seguono infatti i Navigli di Milano, per poi attraversare i bellissimi paesaggi della riserva Mab-Unesco del fiume Ticino, incontrando poi le impetuose acque del fiume Po. E poi ci si imbatte nei torrenti di montagna, limpidi e freschi: dall’Appennino Tidone alla Val Trebbia, passando per la Val d’Aveto e il Monte Sacro Penna.

Infine, ecco i panorami incontaminati della Val Graveglia, con suggestivi corsi d’acqua carsici, gole impervie e graziose cascate che fanno da perfetta cornice all’ultimo tratto del cammino. Il punto d’arrivo è il mar Ligure, e più precisamente una delle spiagge più suggestive della cittadina di Sestri Levante: la celebre Baia del Silenzio. È la meritata ricompensa per aver affrontato un’avventura incredibile, che lascerà tanti ricordi meravigliosi e, per chi lo desidera, il passaporto del pellegrino (scaricabile sul sito ufficiale) dove apporre il sigillo di ogni luogo visitato.

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Il nuovo Cammino della Regina Camilla: l’itinerario

Dopo tre anni di appassionato lavoro, dal 20 maggio 2023 è finalmente aperto e percorribile da tutti il Cammino della Regina Camilla che entra a far parte della straordinaria rete dei Cammini Italiani e che consente di rendere fruibile il patrimonio materiale e immateriale della Valle dell’Amaseno, tra le province di Latina e Frosinone: un luogo unico dal punto di vista naturalistico e culturale.

Si tratta di un progetto “partecipativo” che ha messo al centro un gruppo di lavoro “territoriale” coordinato dall’Ass. A Piedi Liberi insieme alla XIII Comunità Montana Monti Lepini e Ausoni e costituito, oltre che da Enti e Comuni, anche da numerose Associazioni locali e liberi cittadini desiderosi di dare un contributo per il loro territorio.

Tra gli Enti e le Associazioni aderenti vi sono, infatti, la Società Geografica Italiana, il Laboratorio geocartografico “Giuseppe Caraci” del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre, le sezioni di Latina e Frosinone del Club Alpino Italiano, Federtrek, XXI Comunità Montana Monti Lepini, Ausoni e Valliva, il parco archeologico Privernum, il Parco naturale regionale Monti Ausoni e lago di Fondi, la Compagnia dei Lepini, le associazioni Free Wheels, Cultores Artium, Sentieri Nord Sud e I cavalieri della Valle di Amaseno.

Chi era Camilla, la Regina dei Volsci

Il Cammino prende il nome da Camilla, la Regina dei Volsci, protagonista della leggenda narrata da Virgilio nell’Eneide che accomuna tutti i borghi della Valle: donna forte e coraggiosa, venne definita da alcuni storici la “capostipite delle genti Ciociare”.

Era figlia di Metabo, il Re dei Volsci, e trascorse tutta la sua vita tra le colline dei Monti Lepini e dei Monti Ausoni nella Valle del Fiume Amaseno.

Istruita fin da piccola dal padre all’arte della guerra, diventò più abile di molti guerrieri uomini e scese in battaglia con le popolazioni del Lazio Meridionale per difendere il suo regno dall’assalto di Enea, fuggito da Troia in fiamme.

Ed è proprio traendo ispirazione dal coraggio, dalla forza, dalla determinazione e dall’amore di Camilla per questa Valle che nasce il Cammino a lei dedicato.

L’itinerario del Cammino della Regina Camilla

Il Cammino della Regina Camilla prevede un percorso ad anello di circa 185 chilometri tra i paesaggi rurali più belli d’Italia che parte e si conclude alla stazione ferroviaria di Priverno-Fossanova e attraversa tutti i borghi della Valle dell’Amaseno: Abbazia di Fossanova, Priverno, Roccagorga, Maenza, Prossedi, Giuliano di Roma, Villa Santo Stefano, il borgo di Castro dei Volsci, Vallecorsa, Amaseno, la frazione di Pisterzo, Roccasecca dei Volsci e Sonnino.

Inoltre, l’itinerario si collega agli altri cammini già esistenti sul territorio (come la Via Francigena nel Sud) e segue antichi percorsi della transumanza, mulattiere, itinerari storici e vie di pellegrinaggio, per dare valore a tutto il patrimonio già esistente nella Valle.

Potrà essere percorso a piedi, in mountain bike o a cavallo. Inoltre, è il primo Cammino che, in collaborazione con l’associazione Free Wheels onlus, è stato costruito dall’inizio per essere accessibile anche a persone con esigenze speciali.

Ognuno potrà modularlo come desidera, in funzione del tempo a disposizione, dell’allenamento fisico e delle attitudini: ad esempio, chi sceglie di percorrerlo a piedi deciderà se camminare 9 oppure 13 giorni mentre gli appassionati di mountain bike e di bici da turismo avranno la possibilità di suddividerlo in tre tappe giornaliere.

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Ruta de las Caras, il cammino più originale della Spagna

Trascorrere una bella giornata all’aria aperta, magari in famiglia, è sempre un’avventura meravigliosa: se poi la location è un connubio di sorprese, allora il divertimento è assicurato. La meta perfetta per vivere un’esperienza diversa dal solito si trova in Spagna. È qui che si dipana un cammino curioso e originale, alla portata di tutti e senza alcun dubbio ricco di fascino. Si tratta della Ruta de las Caras, andiamo alla sua scoperta.

Ruta de las Caras, perla spagnola

Amate camminare nella natura e ammirare splendidi paesaggi? Non potrete che restare incantati dalle tante meraviglie che si snodano lungo l’itinerario spagnolo: Ruta de las Caras è poco più di una semplice passeggiata, breve e priva di qualsivoglia difficoltà, tanto da essere perfetta per grandi e piccini, ma anche per chi vuole percorrerla in compagnia del proprio fedele amico a quattro zampe. Siamo a poca distanza da Buendia, piccolo villaggio situato nel cuore della regione autonoma di Castiglia-La Mancia. Nei pressi del centro abitato, una diga convoglia le acque dei fiumi Guadiela e Mayor in un bacino artificiale che fa da sfondo al cammino.

In questa cornice, è la natura a farla da padrone: sulle sponde del lago c’è una rigogliosa pineta che racchiude uno splendido segreto. Vi si celano, infatti, ben 18 sculture e bassorilievi scolpiti nella roccia, che raffigurano delle enormi facce. Non a caso il sentiero che le unisce si chiama Ruta de las Caras, che potremmo tradurre con l’espressione “itinerario dei volti”. Le sculture sono state costruite a partire dagli anni ’90 e sono davvero imponenti, dal momento che misurano da uno a sei metri di altezza. Alcune di esse hanno richiesto anni di duro lavoro, ma ne è valsa davvero la pena.

Ogni scultura ha un significato: ci sono bassorilievi che rappresentano la croce templare, la moneta della vita e la spirale dello stregone, ma le opere più affascinanti sono sicuramente i volti. Uno di essi assomiglia a Beethoven, altri invece raffigurano divinità e figure spirituali come l’imponente statua di Maitreya, alta ben 4,5 metri, o quella di Krishna. C’è persino un gigantesco teschio dall’aspetto decisamente inquietante, mentre sul fronte opposto c’è la Dama del Pantano, un sereno vis di donna che al tramonto si colora d’oro.

Cosa vedere nei pressi di Ruta de las Caras

Ruta de las Caras, in Spagna, è un cammino facilissimo, di appena 2 km e mezzo: per chi volesse cimentarsi in qualcosa di un po’ più impegnativo, c’è un percorso ad anello (lungo circa 14 km e mezzo) che parte dal borgo di Buendia per giungere sulle sponde del lago, addentrarsi nella pineta per ammirare i giganteschi volti e poi tornare sui suoi passi. Lungo questo itinerario, potete fermarvi qualche minuto ad osservare il panorama mozzafiato dal belvedere di Peña de la Virgen, da cui lo sguardo si spinge sulle acque cristalline del bacino e oltre.

Per riposare un po’, approfittando magari di una calda giornata estiva, non resta che stendersi al sole sulle rive del lago (e – perché no? – concedersi anche un tuffo rinfrescante). Ma ci sono molte altre bellezze da visitare, nei dintorni. Se volete fare un tuffo indietro nel tempo, la meta giusta è il sito archeologico di Ercavica, dove sono conservati i resti di un’antica città romana. Mentre presso il Parco Archeologico di Recopolis potrete ammirare le rovine di una delle città più importanti del regno dei Visigoti. È una vera meraviglia.

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Pozze cristalline e marionette in Lombardia

Cercate un Hiking&water rinfrescante e poco impegnativo in Lombardia? Scopriamo insieme come rinfrescarci!

L’itinerario parte dal grazioso paese di Erve (LC), situato alle pendici del Monte Resegone a ca 600 metri di altitudine, diviso longitudinalmente dal torrente Gallavesa, e caratterizzato da numerosi ponti che congiungono le case dell’una e dell’altra riva.

Le Marionette

Erve vi accoglierà con creatività: gli abitanti si sfidano con divertenti marionette fatte di vasi, che assemblano dandogli una forma antropomorfa, per poi dipingerli con i colori più sgargianti.

Le Marionette di Erve
Le Marionette di Erve

Un’idea nata per intrattenere i bambini del locale oratorio, poi trasformatasi in una tradizione locale.

Le Pozze

Prendete la stradina in salita subito dopo la rotonda finale della strada, oltre il parcheggio e, dopo pochi metri, noterete le prime pozze d’acqua cristallina. Le pozze sono poco profonde (ca 1-1,5 m) ma deliziose. Subito dopo e precisamente qui, 45.829418, 9.454888, vedrete di lontano una deliziosa spiaggetta di ghiaia.

La pozza con la spiaggetta di ghiaia
La pozza con la spiaggetta di ghiaia

Individuate a destra la deviazione dal sentiero principale che la raggiunge. La spiaggetta è di ghiaia e ciottoli, incantevole e comoda, ma se avete voglia di ronfare 💤, portatevi un tappetino tipo yoga, addolcirà le zone più sassose.

La piscina naturale è poco profonda, ma a dir poco incantevole e si forma in una pausa che il torrente si concede dopo un paio di salti dell’acqua: sarete costantemente accompagnati dal confortante gorgoglio dell’acqua. 

Se proseguite oltre potete scoprire una bella cascata (45.828306, 9.454444): prendete una seconda deviazione che si inoltra nel bosco e seguitela fino in fondo. La deviazione è in piano e non più lunga di 100 m, però è un po’ stretta ed esposta, perciò attenzione se siete con bambini: precedeteli in modo da verificarne di persona la fattibilità. La cascata è sempre in ombra ma non c’è molto spazio per fermarsi.

La cascata in ombra
La cascata in ombra

Proseguendo oltre, evitate la deviazione presso la nicchia votiva rosa e prendete la successiva per una nuova pozza rinfrescante. Questa deviazione, non più di 50 m, è fattibile ma presenta un breve tratto ripido e scivoloso alla fine, di nuovo attenzione se siete con bambini o persone non nel pieno delle forze.

Si tratta di un bel posto con una piscina naturale principale (45.829674, 9.455460), profonda fino a 1,5 m, alimentata da una bella cascata.

Pozza, spiaggetta e cascata!
Pozza, spiaggetta e cascata

Oltre alla pozza principale ve ne sono qui altre più in basso che potrete esplorare.

Più avanti superato un ponticello in legno, ci sono due pozze (45.831342, 9.456452) davvero poco profonde, ma adatte per un picnic.

L’Alpeggio

Il sentiero principale esce gradualmente dal bosco, e arriva nei pressi di un bellissimo alpeggio (45.835889, 9.455472): lo scenario cambia radicalmente per farsi più montano. E’ possibile vedere di lontano alcuni camosci pascolare nella parte alta dell’alpeggio. Qui c’è posto veramente per tutti: un grande prato montano ospita armoniosamente tutti i tipi di tovaglie da picnic e troverete certamente un posto per pucciare i piedi nell’acqua del torrente.

Il grande alpeggio alla fine del sentiero
Il grande alpeggio alla fine del sentiero

Perciò, se capitate in una giornata calda e affollata e la sveglia non ha suonato ⏰ non disperate, qui c’è posto anche per voi! 😎

Per chi vuole inforcare i piedi sotto a un tavolo, in alpeggio c’è anche un agriturismo solitamente aperto per pranzo.

Il sentiero principale è abbastanza semplice, non presenta particolari ostacoli e misura, dal parcheggio all’alpeggio, 1 km per un dislivello di 70 m. E’ adatto ai bambini e si fa in 15 minuti circa.

Da qui, per chi vuole continuare a camminare, si snodano vari sentieri che risalgono il Resegone.

Anche se non si nuota, per la relativa profondità delle pozze (1-1,5 m), questa gita è una buona alternativa al caldo estivo, e presenta angoli davvero incantevoli.

Parcheggio

Attraversate tutto il paese, la strada termina con un grande parcheggio gratuito (45.828306, 9.454444). Se non trovate qui, in paese ci sono almeno altri 2 parcheggi: non vi incaponite ad arrivare fino in fondo se vedete parecchio viavai, la strada è stretta ed è facile che si ingorghi. E’ molto più rilassante fare due passi in più che imbottigliarsi in un paese così grazioso che davvero non lo merita!

Piuttosto se è un fine settimana molto caldo, scegliete di arrivare la mattina presto e certamente non avrete problemi. Se invece è già tardi beh… non disperate, vi spiego perchè più avanti.

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In Italia nascono 35 cammini religiosi: quali sono

Fare trekking lungo antichi cammini, seguendo le orme di grandi personaggi di fede che hanno lasciato tracce indelebili: è un’esperienza meravigliosa e tutta da vivere, soprattutto ora che ci prepariamo al Giubileo 2025. Per questo, il Ministero del Turismo ha deciso di catalogare i più suggestivi cammini religiosi italiani, per regalare ai turisti l’opportunità di fare escursioni lungo i tracciati di un passato lontanissimo nel tempo. Per il momento, sono ben 35 gli itinerari raccolti. Andiamo alla loro scoperta.

Turismo slow: i cammini d’Italia

Passeggiare indietro nel tempo, ammirando i segni lasciati da secoli di storia, è un’avventura che attira un sempre maggior numero di turisti: la voglia di concedersi una vacanza slow, a contatto con la natura, sembra crescere di anno in anno, soprattutto dopo la pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi mesi. Nel nostro Paese, l’offerta è davvero molto ampia. Ci sono tantissimi cammini tra cui scegliere, da quelli in alta montagna ai più semplici, perfetti persino per le famiglie. Sono molti anche i progetti volti a valorizzare questi itinerari, per far sì che non si perdano nel nulla, trascinando via con sé antiche testimonianze.

In occasione del Giubileo 2025, nasce così il Fondo per i Cammini Religiosi: l’iniziativa del Ministero del Turismo vuole non solo dare nuovo lustro ai sentieri spirituali d’Italia, ma anche stanziare i soldi necessari per lavori d’intervento sui percorsi stessi e sulle strutture pubbliche che sorgono lungo gli itinerari, creando luoghi di sosta, permanenza e svago per i pellegrini in viaggio. Per iniziare, sono stati individuati ben 35 cammini religiosi, alcuni già molto noti, altri decisamente meno conosciuti e assolutamente da scoprire.

I 35 cammini religiosi italiani

Sono molti i cammini religiosi che attraversano il nostro Paese, affrontando panorami meravigliosi. È il caso del Cammino di San Francesco di Paola, che si snoda in Calabria per ben 112 km, tra natura e bellissimi santuari, o del Cammino di San Giacomo in Sicilia, che invece collega Caltagirone al piccolo borgo di Capizzi, nell’entroterra isolano. Alcuni sentieri valicano i confini regionali, come il Cammino della Pace, che si dipana tra Abruzzo, Molise e Puglia, o il Cammino del Perdono – Sui passi di Celestino, che prevede diversi itinerari in tutto il centro Italia.

A cavallo tra Umbria e Lazio, il Cammino di San Benedetto segue le tracce di uno dei personaggi più importanti e spirituali di tutti i tempi. Mentre è nelle Marche che il Cammino dei Cappuccini ci permette di scoprire i luoghi simbolo che hanno segnato la nascita dell’ordine di frati. Ci sono poi itinerari che portano alla scoperta di splendidi edifici di culto, come quello dedicato al Santuario Madonna del Carmelo o la Via dei Santuari Mariani nell’Anello del Nisi, in provincia di Messina. Ecco l’elenco completo dei 35 cammini religiosi italiani.

  • Cammino di San Francesco di Paola
  • Cammino di San Giacomo in Sicilia
  • Santuario Madonna del Carmelo
  • Cammino della pace
  • Via Romea Germanica
  • Cammino dei Cappuccini
  • Cammino di San Benedetto
  • Cammino di San Vili
  • Cammino del Perdono – Sui passi di Celestino
  • Cammino di San Colombano
  • Via dei Santuari Mariani nell’Anello del Nisi
  • Sentier Transfrontalier
  • Cammino di Santu Jacu
  • Romea Strata
  • Via Francigena
  • Via Francigena Renana
  • Cammino di don Tonino
  • Cammino del Salento
  • Via di Francesco nel Lazio
  • Cammino di San Giorgio Vescovo
  • Cammino Materano – Sei vie di fede nel Sud Italia
  • Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna
  • Cammino Francescano della Marca
  • Cammino dei Protomartiri Francescani
  • Cammino minerario di Santa Barbara
  • Via di Francesco per Gerusalemme
  • Sentiero dei Fioretti
  • Di qui passò Francesco… con le ali ai piedi
  • Cammino di Oropa
  • Cammino di San Nilo
  • Cammino di San Bernardo delle Alpi
  • Cammino di San Carlo
  • Cammino di San Pellegrino
  • Cammino di Hasekura e dei martiri giapponesi
  • Cammino di San Bartolomeo
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Italia, un Paese sempre più di camminatori

Sempre più cammini e sempre più camminatori. L’Italia si riscopre il Paese di chi ama andare alla scoperta di itinerari all’aria aperta. I numeri sono stati annunciati in occasione della sesta edizione di “Italia, Paese di Cammini”, il dossier di Terre di mezzo Editore che raccoglie i dati di associazioni ed enti che rilasciano le Credenziali e i Testimonium, cioè i documenti di partenza e di arrivo con cui viene “certificato” che il camminatore ha concluso un cammino, e i risultati di un questionario a cui hanno risposto oltre 3.000 camminatori e camminatrici.

I numeri

Solo lo scorso sono, sono stati 33.014 coloro che si sono cimentati negli itinerari a piedi, ma si stima che abbiano intrapreso un cammino almeno 123mila persone. Un netto incremento rispetto al 2021 quando erano stati soltanto 10.821. Merito anche dell’incremento di cammini in Italia: oggi sono 47 i cammini che rilasciano il Testimonium, rispetto ai 19 del 2021 (nel 2017 erano solo tre e nel 2023 se ne aggiungeranno altri 12).

Il 72% di chi ha risposto al sondaggio è un camminatore particolarmente “appassionato”: tra questi, il 37% dichiara di non poter più fare a meno dei Cammini. Solo il 15% ha dedicato al camminare meno di 20 giorni nel corso del 2022, mentre il 16% dichiara di avere speso dai 51 ai cento giorni camminando e il 12% più di tre mesi.

Ma le sorprese non sono finite. Sono sempre di più le donne a mettersi in cammino. Dal questionario di quest’anno emerge che le donne sono state il 54,6%, mentre l’anno scorso erano il 50,4%. Per quanto riguarda l’età, una persona su tre che si mette in cammino ha tra i 51 e i 60 anni. Inoltre, il 46% è un lavoratore dipendente mentre il 17% un libero professionista: i Cammini non sono quindi appannaggio di chi ha molto tempo libero, ma sono alla portata anche di chi deve conciliare questa passione con il lavoro o con gli impegni famigliari.

Un vantaggio per il territorio

A beneficiarne, oltre alla salute di chi cammina, sono anche i territori attraversati da questi itinerari. In base allo studio condotto, è stato calcolato che solo nel 2022 ci sono stati almeno un milione di pernottamenti documentati. Un cammino apporta dunque un contributo tangibile ed economico. Il 70% degli italiani interpellati lo ha fatto perché era alla ricerca di un “benessere mentale ed emotivo”, il 59% per stare in mezzo alla natura, il 54% per conoscere i borghi e il territorio.

Se l’incremento di Credenziali e Testimonium è dovuto soprattutto alla nascita di nuovi cammini, una nota a favore la merita anche il miglioramento dei servizi offerti dalla segnaletica alle strutture per l’ospitalità. Il camminatore, insomma, muove l’economia, soprattutto quella di zone e borghi spesso ai margini del turismo di massa.

Dal sondaggio è emerso che la spesa media di un camminatore è di circa 40 euro al giorno. Il 38% (e sono in crescita rispetto all’anno precedente) ha scelto di pernottare nei bed & breakfast, mentre il 24% in un ostello. Se a pranzo quasi tutti si accontentano di un pasto veloce al sacco, per la cena si cerca di recuperare le energie in un ristorante o in una pizzeria.

I Cammini preferiti dagli italiani

Nell’immaginario degli italiani, il Cammino per eccellenza resta sempre il Cammino di Santiago de Compostela. Tuttavia, ce ne sono diversi proprio in Italia che sono i più amati e più frequentati. A partire dalla mitica Via Francigena che, sul nostro territorio nazionale, inizia al Colle del Gran San Bernardo per concludersi in Puglia – da dove un tempo ci si imbarcava per raggiungere la Terra Santa.

Una strada percorsa per secoli, a piedi, da pellegrini, Santi e commercianti e oggi divenuto uno degli itinerari turistici più famosi del mondo. Se un tempo metteva in collegamento luoghi di culto, pievi e abbazie, ora attorno a questi luoghi si sono sviluppati borghi e comunità, attività e servizi: tutto ciò che oggi chiamiamo “turismo”.

Tra i Cammini preferiti c’è anche la Via degli Dei che collega Bologna e Firenze, passando attraverso l’Appennino tosco-emiliano, un itinerario non religioso ma che nasce dallo spirito di un gruppo di camminatori bolognesi del CAI che hanno voluto ripercorrere un tracciato storico che gli Etruschi e i Romani percorsero per sviluppare i loro traffici e che mercanti e viandanti intrapresero durante il Medioevo. Oggi, questa via divenuta turistica, ha fatto rinascere i piccoli paesi dell’Appennino che altrimenti avrebbero subìto l’abbandono dei loro abitanti.

Il periodo preferito per mettersi in viaggio

Primavera ed estate sono le due stagioni preferite per mettersi in cammino. Anche se con notevoli differenze tra i mesi. E così, il luglio 2022 è risultato meno gradito rispetto a maggio-giugno o anche rispetto ad agosto e settembre.

Quasi il 40% dedica più di una settimana al Cammino scelto, ma crescono le persone che camminano da un giorno a una settimana (dal 55% al 63%). Il 28% cammina da solo, il 34% in coppia. In crescita anche il dato di coloro che decidono di partire in gruppo.

Dove trovare le info

La guida cartacea resta intramontabile per queto tipo di viaggiatore: viene utilizzata dal 60% dei camminatori. Il 41% utilizza anche le tracce Gps sul cellulare e il 34% ha consultato una app. Il passaparola conta ancora più di ogni altro mezzo di conoscenza. È stato fondamentale per il 34% di chi si messo in cammino, mentre il 24% si è informato navigando in Internet (qui i Cammini raccontati su SiViaggia) e il 15% sui social.

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C’è un nuovo e bellissimo itinerario alle porte di Milano

Basta poco per uscire da Milano, dalle sue strade grigie e dai suoi negozi affollati nel weekend, per trovarsi in un’altra dimensione. Molto più lenta, più verde e decisamente più rilassante. Un nuovo itinerario, che tocca luoghi poco noti dal punto di vista turistico, porta alla scoperta di veri e propri gioielli architettonici che si possono visitare.

L’itinerario è la Strada delle Abbazie ed è un cammino che porta alla scoperta di sette meraviglie della Lombardia, radicate nel territorio e che hanno contribuito allo sviluppo dal punto di vista culturale, ma anche economico e ambientale. La secolare presenza delle comunità monastiche in questo territorio, nel Parco agricolo Sud Milano e nel Parco del Ticino, ha lasciato un’impronta importante intorno a Milano, tutt’oggi ben visibile. E che pochi, neppure i milanesi, conoscono.

Questi sette luoghi sono così vicini da poter essere raggiunti a piedi partendo dal Capoluogo lombardo, ma tanto quanto basta per immergersi in una zona troppo spesso trascurata – spesso definita semplicemente periferia – e che oggi può essere valorizzata con una semplice gita fuori porta.

La Strada delle Abbazie: itinerario

L’itinerario ad anello s’inoltra nella campagna milanese, attraversando un paesaggio contrassegnato da rogge, terreni coltivati, navigli e cascine, un tempo fulcro dello sviluppo agricolo, e, oggi, luoghi di aggregazione a contatto con la natura. Lungo il cammino s’incontrano le abbazie medievali, che danno il nome alla strada, quella di San Lorenzo in Monlué, di Chiaravalle, Mirasole, Morimondo e Viboldone, con le loro affascinanti storie, e due chiese, la Basilica di Santa Maria in Calvenzano e la chiesa di San Pietro in Gessate. Sono luoghi di fede, ma anche di cultura e di accoglienza che meritano di essere conosciute.

Il cammino intero è lungo 130 chilometri ed è diviso in sei tappe. Naturalmente, non è necessario percorrerlo interamente, chi desidera può anche fare una sola tappa e fermarsi, magari, a mangiare in una delle tante trattorie lungo la strada.

Le tappe della Strada delle Abbazie

La strada delle Abbazie parte da Milano per giungere alla prima tappa che è quella di Chiaravalle (16,9 km). La tappa successiva è da Chiaravalle a Melegnano (21,8 km), la terza tappa va da Melegnano a Rozzano (25 km), la quarta da Rozzano a Morimondo (21,6 lm), la quinta arriva a Trezzano sul Naviglio (17,9 km) e l’ultima tappa è quella che torna a Milano (14,1 km).

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué fu fondata nel 1267 dai monaci dell’ordine degli umiliati. La costruzione è in stile romanico-lombardo, realizzata in cotto. Tutt’intorno venne costruito il borgo: un’ampia corte agricola con gli edifici monastici e i rustici agricoli, tra cui il mulino, circondati da prati e campi, a formare la grangia. Questo luogo era simbolo di laboriosità, di preghiera, di meditazione e di suoni dolci, oggi prevaricati dall’imponenza della tangenziale.

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Fonte: 123rf

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle fu fondata nel XII secolo da San Bernardo di Chiaravalle e costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia. Tutte le pareti interne dell’abbazia sono impreziosite da cicli pittorici, tra cui gli affreschi realizzati nel 1600 dai fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro della Rovere. Al di là della strada, nel parco della Vettabbia, c’è un antico mulino, in uso per l’attività dei monaci fino al 1798. Oggi è un centro polifunzionale di educazione alla sostenibilità.

L’Abbazia di Viboldone

L’Abbazia di Viboldone a San Giuliano Milanese fu costruita tra il 1176 e il 1348 ed è una delle più importanti del Medioevo lombardo. La chiesa, con la facciata a capanna di mattoni in cotto, su cui spicca il portale in candido marmo, è un bell’esempio di transizione dal romanico al gotico. All’interno conserva numerose opere d’arte, tra cui diversi affreschi di scuola giottesca dipinti intorno alla metà del XIV secolo. Fondata dagli umiliati, le cui principali attività lavorative erano la coltivazione dei campi e la tessitura dei panni in lana, fu in seguito affidata ai benedettini olivetani e, oggi, è gestita dalle benedettine di Viboldone, dedite alla clausura, che dal 1940 l’hanno restituita a nuova vita.

abbazia-Viboldone

Fonte: 123rf

L’Abbazia di Viboldone

La Basilica di Santa Maria in Calvenzano

Prima di entrare a Melegnano si fa una deviazione per ammirare la Basilica di Santa Maria in Calvenzano. L’edificio è il risultato di tre chiese sovrapposte: la più antica di epoca paleocristiana (IV secolo), quindi una chiesetta dell’anno Mille e, infine, una chiesa cluniacense, che è quella a noi visibile oggi. Quest’ultima, costruita sul finire dell’XI secolo da monaci benedettini riformati di Cluny, fu realizzata in stile romanico, in mattoni e utilizzando pietre di reimpiego, provenienti da costruzioni precedenti o da crolli. Fu il primo priorato cluniacense nella diocesi di Milano, a cui ne seguirono oltre 50 in tutta la Lombardia, promotori dell’emancipazione della Chiesa dal potere feudale.

L’Abbazia di Mirasole

Si arriva poi all’Abbazia di Mirasole, un esempio ottimamente conservato di una corte medievale, da cui deriva l’impianto della cascina lombarda. La chiesa, risalente alla fine del Trecento, conserva all’interno affreschi rinascimentali, mentre la torre campanaria è più antica di un secolo. All’esterno ruba la scena a tutto il complesso il piccolo chiostro quattrocentesco. Il giardino interno è suddiviso in quattro parti per simboleggiare i quattro passi della spiritualità claustrale, che accompagnano il monaco nell’esperienza del paradiso terrestre. Gli edifici della corte formano un quadrilatero ed erano circondati da un fossato con una torre munita di ponte levatoio.

L’Abbazia di Morimondo

L’antica Abbazia cistercense e il borgo di Morimondo racchiudono lo spirito di questo itinerario, un luogo magico e fuori dal tempo a due passi dalla metropoli. Fondata nel 1134 da monaci provenienti da Morimond, nella Haute-Marne, in Francia, fu la prima abbazia cistercense costruita in Lombardia. I monaci scelsero questo luogo sia per la sua posizione elevata rispetto alla valle sia per la ricchezza delle acque e la fertilità del territorio. Oggi, conserva ancora la maestosa e solenne architettura originaria in stile gotico. Per la costruzione vennero utilizzati mattoni prodotti in una fornace costruita dai monaci. L’abbazia è costruita su quattro livelli, sfruttando un terrazzamento ricavato dal terreno. La struttura comprende la chiesa, il chiostro, la sala capitolare, le celle dei monaci, il refettorio e lo scriptorium.

La Chiesa di San Pietro in Gessate

Sulla strada del ritorno s’incontra la Chiesa di San Pietro in Gessate. Documentata già dal XIII secolo, probabilmente eretta dagli umiliati, venne ricostruita alla metà del XV secolo dai benedettini, ai quali fu affidata unitamente al monastero, per diventare, alla fine del Settecento, sede dell’orfanotrofio dei Martinitt. Il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La chiesa offre oggi un angolo di pace e raccoglimento, sia all’interno, dove sono conservati ancora degli affreschi quattrocenteschi, sia all’esterno, con il piccolo sagrato, le aiuole e le panchine nel pieno centro della città.

L’itinerario è raccolto nella guida “La strada delle abbazie” scritta da Caterina Barbuscia, Valeria Beretta e Denis Trivellato per Terre di mezzo Editore.

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Questo cammino nel Sud della Sardegna è paradisiaco

C’è un modo insolito di scoprire la Sardegna più autentica, che non è soltanto fatto di mare e di spiagge. Un modo slow, sostenibile – come piace fare oggigiorno – e, perché no, economico. È il turismo dei cammini e, come accade in tutte le altre Regioni d’Italia, può essere praticato anche qui.

Tra i numerosi cammini che si possono percorrere in Sardegna ce n’è uno praticabile da chiunque e in qualsiasi stagione dell’anno. Un itinerario che attraversa paesaggi meravigliosi, che costeggia splendidi lidi e che tocca anche siti archeologici di grandissima importanza storica.

L’itinerario

Stiamo parlando del Cammino di Sant’Efisio, che da Cagliari giunge all’antica città di Nora dopo aver percorso a piedi 65 chilometri. Chi desidera percorrerlo per intero può farlo in due giorni di marcia.

Cagliari

La prima tappa per i fedeli che percorrono il Cammino di Sant’Efisio è alle porte di Cagliari, a Giorgino, uno dei rioni marittimi, dove si trova la chiesa che ospita la statua di Sant’Efisio. Una volta lasciata Cagliari, si cammina fino ad arrivare a La Maddalena Spiaggia di Capoterra, un ampio lido affacciato su acque limpide il cui colore varia tra il verde e l’azzurro.

Su Loi e Sarroch

Da qui, si procede verso la località di Su Loi, dominata da una torre cinquecentesca chiamata Torre degli Ulivi per poi proseguire verso Villa d’Orri dei marchesi Manca di Villa Hermosa, a Sarroch, sulla riva di ponente del Golfo degli Angeli. Si tratta dell’unica villa reale che esista in Sardegna. Risale alla fine del 1700 ed è rimasta intatta nel tempo. Ubicata in un’amena posizione tra i colli e il mare, è circondata da un grande parco. Famosa per aver ospitato illustri personaggi storici, tra i quali Carlo Felice di Savoia con la consorte Maria Cristina di Borbone, custodisce preziose memorie, anche documentali ed insigni tesori storici e artistici relativi al periodo dell’esilio sabaudo nell’isola e mantiene ancor oggi gran parte dei suoi originari arredi.

Villa San Pietro

Chi ne avesse voglia può anche dormire in uno dei tanti hotel, alcuni molto belli, che si incontrano lungo la strada, per riprendere, il giorno dopo, alla volta di Villa San Pietro (in sardo, Santu Perdu), una tappa che è stata introdotta solo nel 1943. Questo luogo è molto antico ed è abitato sin dall’epoca prenuragica e nuragica. Lo testimonia la presenza di domus de janas, di tombe dei giganti (se ne contano tre: “Su Cuccumeu”, “Perda e accuzzai” e “Su Lilloni”) e di un nuraghe, ancora in buona parte sotterrato.

L’antica Nora

Da qui manca solo di arrivare a Pula e, infine, alla splendida Nora, l’antica città fenicia e romana, un vero gioiello archeologico. Nora sorge all’estremità del capo di Pula ed è considerata uno degli insediamenti più antichi della Sardegna. Dominata dalla splendida Torre di Coltellazzo e caratterizzata da un importante porto, la città fenicia è ricca di fascino e di bellezza. Venne fondata intorno al VIII secolo a.C. da Norace, eroe iberico, mentre il suo sviluppo iniziò a partire dal IV secolo a.C., quando divenne un grande centro amministrativo, commerciale e religioso. Nel 238 a.C., Nora venne conquistata dai romani e in seguito arrivò ad ospitare 8mila abitanti, divenendo “caput vie” della Sardegna.

Il suo declino iniziò intorno al V secolo d.C. a causa dei saccheggi a opera degli arabi e dei vandali. Le continue scorribande costrinsero la popolazione a rifugiarsi verso le montagne, dove nacque la città di Pula.

Oggi, gran parte degli edifici di Nora è arrivato sino a noi ed è visitabile. Gli scavi nella zona iniziarono nel 1889, quando, nella spiaggia accanto alla Chiesa di Sant’Efisio – tappa ultima del nostro cammino – venne portato alla luce un “tophet”, l’antichissimo cimitero fenicio per bambini. Da allora, le ricerche non si sono più fermate e, a decenni di distanza dalle prime scoperte, sembra che Nora abbia ancora molto da raccontare agli archeologi.

Il pellegrino che percorre il Cammino di Sant’Efisio solitamente poi fa anche ritorno a Cagliari, sempre a piedi ed è per questo che viene anche chiamato “Grande” Cammino di Sant’Efisio.

Quando andare

Il momento migliore per intraprendere questo percorso è senza dubbio il 1° maggio, quando Cagliari celebra la Festa di Sant’Efisio, uno dei principali eventi annuali della città. Dal 1657, si svolge ininterrottamente ed è diventata la più lunga processione religiosa d’Italia.

Nato come pellegrinaggio, oggi è un itinerario che può fare tranquillamente chiunque sia appassionato di trekking e voglia scoprire il lato più selvaggio e tranquillo di questa parte della Sardegna del Sud, attraverso scenari mozzafiato, in bilico tra mare e terraferma.

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Un cammino in sette tappe sulle tracce del lupo

È il “cattivo” delle fiabe, ma anche un animale meraviglioso: il lupo diventa protagonista di un lungo cammino in sette tappe che porta alla scoperta di splendidi paesaggi d’alta quota e di una natura rigogliosa e incontaminata. Dipanandosi tra Italia e Francia, questo lungo e impervio sentiero offre non solo una vista mozzafiato, ma anche la possibilità di incontrare alcuni esemplari di lupo che oggi vivono in pianta stabile nei centri faunistici della regione.

Il Trekking del Lupo, un cammino tra Italia e Francia

Un’escursione tra sentieri di montagna, per ben 75 km di pura magia: è questo il Trekking del Lupo, un itinerario d’alta quota che ha inizio presso una delle località più suggestive del Piemonte, incastonata tra le Alpi Marittime, per poi sconfinare verso la Francia e concludersi presso il Parco Nazionale del Mercantour. Si tratta di un percorso piuttosto arduo, caratterizzato da belle salite che offrono panorami meravigliosi, ma ci sono tappe adatte persino ai più piccini, che rimarranno a bocca aperta davanti alla maestosità dei lupi, indiscussi protagonisti di questa avventura.

Lungo il percorso non è certo facile avvistarli: i lupi sono animali estremamente intelligenti, e nel momento in cui percepiscono la presenza dell’uomo si ritirano nel profondo dei boschi. In compenso, con un po’ di fortuna, si possono incontrare tanti altri splendidi animali come stambecchi, camosci, marmotte e gipeti. È una vera immersione nella natura incontaminata, che vi permetterà di lasciarvi alle spalle il caos della città e vivere intere giornate all’aria aperta, dall’alba al tramonto, circondati solamente dalle montagne.

E i lupi? Niente paura, c’è ovviamente spazio anche per loro: il punto di partenza e quello di arrivo del trekking non sono altro che due centri faunistici dove vivono alcuni di questi meravigliosi esemplari. Qui è possibile ammirarli in totale sicurezza e scoprire qualcosa in più sulla loro specie, che negli ultimi decenni è tornata a popolare le Alpi grazie ad una maggior attenzione nel ricreare quello che è il loro habitat. Il centro italiano è quello di Uomini e Lupi, che si trova presso il borgo di San Giacomo di Entracque. Mentre sul versante francese, come ultima tappa di questo incantevole cammino, potrete trovare il centro faunistico Alpha Loup, nei pressi di Le Boréon.

Le tappe più belle del Trekking del Lupo

Se i due centri faunistici sono senza alcun dubbio la parte più curiosa del trekking, l’intero percorso è un’avventura che non potrete dimenticare. L’itinerario è suddiviso in sette tappe, ciascuna non troppo ardua: nonostante si tratti di sentieri di montagna, il dislivello giornaliero da affrontare non è mai particolarmente impegnativo. Tanto che sono molte le famiglie che decidono di affrontare qualche tappa per regalare una splendida emozione all’aria aperta ai propri bambini. Dopo essere partiti dal centro Uomini e Lupi, il percorso si dipana sino al Rifugio Soria-Ellena (a ben 1800 metri di quota), che conclude la prima giornata.

Nei giorni seguenti, attraversando rigogliose faggete e seguendo le antiche Strade di Caccia Reali, ovvero i sentieri fatti costruire nell’800 da Re Vittorio Emanuele II per le sue battute di caccia, vi avvicinerete al confine con la Francia. Proseguendo tra le Alpi Marittime Francesi, avrete l’opportunità di ammirare panorami mozzafiato come quello di Pas des Ladres o quello del Lac de Trécolpas. Un ultimo sforzo, tra ampie vallate dove lo sguardo si perde verso l’orizzonte, vi porterà al centro Alpha Loup per un’ultima esperienza a contatto con i lupi.

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Il Cammino delle Dolomiti, l’itinerario più panoramico d’Italia

La bella stagione è sempre più vicina e, in un modo o nell’altro, si rivela il momento dell’anno ideale per fare trekking. Di sentieri in Italia ce ne sono davvero tantissimi, ma oggi vogliamo portarvi a scoprire il più panoramico del nostro Paese: il Cammino delle Dolomiti.

Cosa c’è da sapere sul Cammino delle Dolomiti

Le Dolomiti, da molti considerate le montagne più belle della Terra, sono in grado di regalarci scorci che il resto del mondo ci invidia. Ammirarle a passo lento e udendo al contempo i suoni della natura, non può che essere un’esperienza a dir poco appagante.

E il Cammino delle Dolomiti ci permette di farlo al massimo possibile: è un percorso ad anello che si dirama in 30 tappe che abbracciano l’intera provincia di Belluno. In poche parole questa straordinario tragitto porta a conoscere le terra di Tiziano, Dino Buzzati, Papa Luciani. Delle Dolomiti Patrimonio Unesco, del Parco Nazionale, del Piave. Di Marmolada, Civetta, Pelmo, Tofane, Tre Cime. Di Belluno, Feltre, Cortina d’Ampezzo, del Vajont.

Una tappa al giorno, per un mese intero, attraverso cinquecento affascinanti chilometri. Ovviamente ognuno può strutturarlo come preferisce, magari due tappe a scelta, per un fine settimana lento, intenso e profondo. In sostanza, lo si può modulare come riteniamo più opportuno.

Questo sentiero che porta nel cuore delle Dolomiti è stato pensato per andare a piedi, ma ai più avventurosi farà piacere sapere che per molti tratti è percorribile anche in bicicletta.

Dolomiti Bellunesi cammino

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Alla scoperta delle Dolomiti Bellunesi

Per chi è indicato

Il Cammino delle Dolomiti non è solo un semplice trekking: risponde al bisogno di ritrovare se stessi, nella fatica e nello stress quotidiano, nel silenzio, nel ritmo dei propri passi, nella condivisione e nel confronto con la gente, nel vivere la storia, la spiritualità e la cultura dei luoghi.

Pe compierlo è necessario l’impegno, la dedizione, l’amore per la terra che si attraversa e per la gente che vi si può incontrare. 30 tappe che sono impegnative per lunghezza, ma che allo stesso tempo presentano un tracciato agevole e non pericoloso, pensato per i gruppi e le famiglie desiderose di un contatto emozionante con la natura di queste montagne.

Ma non solo: le soste si possono fare in località dove sono presenti strutture ricettive adatte a chi cammina, spartane ma dignitose e di prezzo contenuto. Parliamo di agriturismi, bed &breakfast, campeggi, ostelli, case per ferie, rifugi. Luoghi in cui ci sono a disposizione anche i timbri per riempire le trenta caselle e completare la tessera del viandante. La difficoltà è E o EE, in funzione della tappa scelta.

Le 30 tappe del Cammino delle Dolomiti

Come vi accennavamo in precedenza, le tappe del Cammino delle Dolomiti sono ben 30 e conducono direttamente a contatto con la dimensione più autentica di queste straordinarie montagne, seguendo le orme lasciate dall’uomo nei secoli.

Ciò vuol dire che il percorso mette in relazione i luoghi della più antica presenza umana e delle più rilevanti testimonianze storiche e artistiche nella provincia di Belluno, perle incastonate in una natura preziosa. Si seguono le antiche muratiere e i sentieri che l’uomo ha tracciato in quota, prima che fossero create le attuali strade di fondovalle.

Nel dettaglio le tappe si suddividono in:

  • tappa n. 1 San Vittore – Facen;
  • tappa n° 2 – Facen, Cima Loreto;
  • tappa n° 3 – Cima Loreto, Croce d’Aune;
  • tappa n° 4 – Croce d’Aune, Arson;
  • tappa n° 5 – Arson, Col Cumano;
  • tappa n° 6 – Col Cumano, Sospirolo;
  • tappa n° 7 – Sospirolo, Val Imperina;
  • tappa n° 8 – Valle Imperina, Col di Prà;
  • tappa n° 25 – Perarolo di Cadore, Longarone;
  • tappa n° 26 – Longarone, Farra d’Alpago;
  • tappa n° 27 – Farra d’Alpago, Nevegal;
  • tappa n° 28 – Nevegal, Belluno;
  • tappa n° 29 – Belluno, Trichiana;
  • tappa n° 30 – Trichiana, San Vittore.

Lungo tutti questi chilometri le meraviglie da non perdere sono davvero tantissime.

trekking delle dolomiti belluno

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Panorami lungo il Cammino delle Dolomiti

Cosa vedere assolutamente

Difficile fare una selezione delle meraviglie da ammirare durante il Cammino delle Dolomiti, ma secondo il nostro punto di vista non dovete assolutamente perdervi ciò che vi stiamo per elencare.

Per prima cosa il punto di partenza: il Santuario dei Santi Vittore e Corona alle porte di Feltre. Si tratta di un’antica basilica che si rivela una gemma della fede arroccata sul Monte Miesna da cui si scende percorrendo il Sentiero dei Capitelli fino all’abitato di Anzù.

Molto interessante è anche la quarta tappa che parte dalla piazza di Croce d’Aune, nel comune di Pedavena, ossia dal territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Da qui si imbocca il sentiero “Chiesette pedemontane” che porta al borgo di Arson.

Particolarmente panoramica è la tredicesima tappa che da Passo Falzarego segue diversi sentieri che conducono in angoli del nostro Paese che tolgono davvero il fiato.

Altrettanto eclatante è la tappa numero 17 che ha inizio dalla chiesa parrocchiale di S. Giustina, collocata nella piazza principale di Villagrande e prosegue per via Tarin in direzione Larietto, da dove si può intravedere la via Crucis che porta al Colle del Calvario, un antico sito religioso di epoca preromana.

L’itinerario si sviluppa poi in costa fino ad incontrare la strada forestale. Durante questo tratto avrete l’opportunità di intraprendere il percorso “troi di mistieri” che si snoda prima in discesa fino a Mulino Berto e poi in salita verso Dosoledo. Una volta attraversato questo caratteristico paesino di montagna, si giunge a borgata Sacco dove si incontra un altro interessante itinerario tematico “al troi dli tradizion” che collega Dosoledo a Candide e che presenta numerose sculture rappresentanti la storia e le tradizioni del luogo.

Dosoledo belluno

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Il paesino di montagna Dosoledo

La tappa 24, invece, inizia dalla Piazza di Pieve di Cadore, nei pressi della chiesa di S. Maria Nascente, e prosegue fino al santuario del Cristo Crocifisso dove alcune scalette e un sentiero conducono alla pista ciclabile da seguire verso Tai.
Percorrendo la pista ciclabile, una volta superata la vecchia stazione ferroviaria e il campo di pattinaggio, è necessario attraversare la strada asfaltata che porta a Cortina d’Ampezzo. Da lì si prosegue fino ad attraversare un ponte che conduce alla alla meta finale della tappa: Perarolo di Cadore, dove è possibile visitare il Museo del Cidolo e del Legname, la chiesa parrocchiale di S. Nicolò, nonché la “villa reale” Palazzo lazzaris-Costantini.

Infine, molto interessante (anche se in realtà sono una più bella dell’altra) è la tappa numero 29 che parte da Piazza Duomo a Belluno e sale verso il quartiere di Mussoi. Da qui si attraversa poi il Bosco delle Castagne per raggiungere il paese di Tisoi caratterizzato dalla presenza di numerose case tradizionali che conservano ancora il cosiddetto “piol”, la terrazza esterna in legno.

L’itinerario scende verso Bribano e la chiesetta di San Nicolò a Bribanet per poi giungere a Longano e quindi in località San Felice dove si attraversa l’omonimo ponte sul fiume Piave arrivando a Trichiana.

Insomma, passo dopo passo il Cammino delle Dolomiti regala meraviglie davvero uniche nel loro genere.

Belluno dolomiti

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Veduta di Belluno