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L’itinerario di trekking che unisce Albania, Macedonia e Kosovo

Camminare lungo le creste di imponenti montagne sul confine tra tre Stati, immersi nella natura più selvaggia e incontaminata, ricca di vegetazione e di fauna locale, con panorami mozzafiato sul paesaggio circostante.

Questo viaggio meraviglioso è possibile se si percorre uno specifico sentiero, molto suggestivo, alla scoperta dei luoghi più spettacolari dei Balcani: si tratta dell’High Scardus Trail che si estende per circa 500 chilometri.

Albania, Macedonia e Kosovo sono i Paesi che vengono toccati da questo itinerario, suddivisibile in circa 20 tappe. Un viaggio a passo lento che rigenera la mente e pone gli amanti delle escursioni e delle vacanze all’aria aperta in connessione con l’essenza della natura.

Le tappe dell’High Scardus Trail

Si parte da Staro Selo, a un’ora d’auto da Skopje, la capitale della Macedonia del Nord. Dopo aver toccato in più punti anche Albania e Kosovo, il punto finale del percorso è fissato a Sveti Naum, sul Lago di Ohrid, sempre in Macedonia del Nord.

Percorribile nella sua interezza in circa 20 giorni, l’High Scardus Trail è un percorso suggestivo che attraversa ben 6 parchi nazionali, ricchi di flora e fauna locali tutti da ammirare: due in Macedonia del Nord, uno in Kosovo e tre in Albania.

Il sentiero di trekking ha inizio al Rifugio Ljuboten, nel piccolo villaggio di Staro Selo, sul confine delineato dalle montagne Sharr tra Kosovo e Macedonia.

Si prosegue verso la stazione sciistica di Brezovica e poi oltre, lungo sentieri che attraversano pianure e altipiani meravigliosi, fino alla cima del Monte Korab. È la vetta più alta della Macedonia del Nord e dell’Albania, con i suoi 2500 metri, e custodisce uno splendido parco naturale. Qui trova rifugio una varietà di animali incredibile, tra i quali anche i lupi e gli orsi bruni.

Il tragitto prosegue in Albania per circa 150 chilometri con un sentiero semplice. L’ultima parte del percorso attraversa il meraviglioso Parco Nazionale Galicica e giunge a Sveti Naum, un monastero affacciato sullo splendido lago di Ocrida (Ohrid), riconosciuto come patrimonio dell’UNESCO. La vista, da qui, è mozzafiato.

Monastero Sveti Naum sul Lago Ohrid, in Macedonia del Nord

Fonte: iStock

Monastero Sveti Naum sul Lago Ohrid, Macedonia del Nord

La storia legata al percorso che attraversa tre Stati

Lungo tutto il percorso dell’High Scardus Trail si possono incontrare le testimonianze della storia del XX secolo dei Balcani occidentali, con le guerre Jugoslave: bunker nucleari, strutture di guerra abbandonate, depositi di armi.

Durante i conflitti, le cime delle montagne su questo confine tra Albania, Macedonia e Kosovo erano ottimi punti strategici militari. E proprio durante la più recente guerra in Kosovo (1998-99), furono molte le mine terrestri che vennero diffuse sul confine. Ma a partire dal 2001, dopo un lungo lavoro di bonifica, il Kosovo è stato dichiarato libero da tali ordigni, divenendo un luogo perfetto per escursioni sicure immerse in panorami mozzafiato, dove la natura e la storia si intrecciano in un racconto suggestivo.

Informazioni utili per fare trekking lungo l’High Scardus Trail

Lungo tutto il tragitto, ben segnalato da cartelli in inglese, si possono trovare ostelli e rifugi nei quali pernottare e rifocillarsi per poi ripartire all’avventura. Sono ottime occasioni anche per conoscere le tradizioni locali e assaggiare i piatti tipici di diverse nazioni.

Non è necessario percorrerlo in tutta la sua interezza. Lungo il percorso si può decidere di uscire e abbandonare il sentiero per raggiungere le varie cittadine. Per questo la durata e la difficoltà della camminata è a discrezione dell’escursionista. È, inoltre, consigliato essere accompagnati da guide locali specializzate lungo questo percorso.

Vi state chiedendo qual è il periodo migliore per vivere questa speciale esperienza? Il periodo più adatto è quello che va dalla metà di giugno alla metà di ottobre, quando le temperature sono più confortevoli e i nevai invernali non bloccano il tragitto.

Le verdeggianti pendici del Monte Korab, tra Macedonia e Albania, lungo l'High Scardis Trail

Fonte: 123RF

Monte Korab, tra Macedonia e Albania

Altri percorsi sui confini

L’High Scardus Trail non è l’unico sentiero interessante che si trova in quest’area. Molto più estesa, ad esempio, è la Via Dinarica, che può essere percorsa sia a piedi che in bicicletta e che è lunga ben 1930 chilometri, andando a congiungere otto Paesi. Dalla Slovenia fino alla Macedonia, attraverso Croazia, Serbia, Bosnia – Erzegovina, Montenegro, Kosovo e Albania. Non è un unico percorso, ma si possono scegliere tre varianti in base alla proprie capacità.

Un altro sentiero, “Le vette dei Balcani”, invece, si estende per 192 chilometri e collega le zone montuose di Montenegro, Kosovo e Albania.

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Il Cammino dei Setteponti, il percorso più bello della Toscana

Un percorso storico attraversa paesaggi di grande bellezza, punteggiati di vigneti e uliveti e di incredibili formazioni morfologiche. Si trova in Toscana ed è il Cammino dei Setteponti che parte da Pieve di Cascia, in provincia di Firenze, attraversa Reggello al Ponte, il bellissimo borgo di Castelfranco di Sopra, Montemarciano, San Giustino Valdarno e percorre 60 chilometri fino a Buriano di Castiglion Fibocchi, già in provincia di Arezzo.

L’itinerario del Cammino dei Setteponti

L’itinerario si sviluppa prevalentemente su strade secondarie asfaltate, che si possono percorrere anche in bicicletta. Il paesaggio che si attraversa è di un’incredibile bellezza, con colline caratterizzate da coltivazioni di vino e olio e formazioni rocciose uniche come le Balze del Valdarno.

La via dei Setteponti è una strada di origine etrusca che, nel Medioevo, conobbe una particolare fortuna non solo per i collegamenti tra Firenze e i dintorni, ma anche come itinerario per raggiungere Roma, per la possibilità che offriva di utilizzare, a partire da Arezzo, la via dell’Alpe di Serra, un’importante alternativa alla già ben nota Via Francigena.

Il nome Setteponti (o Sette Ponti) deriva dai numerosi passaggi sopra i torrenti che scendevano dal Pratomagno nel Valdarno. In realtà, i ponti erano molti di più, ma questo numero nel Medioevo aveva un forte significato religioso. Il numero sette, infatti, per molte culture rappresenta il numero perfetto, per la religione cristiana, che lo associa ai giorni della creazione, significa completezza.

I ponti erano di pietra a schiena d’asino, con una sola arcata, come il ponte romano di Loro Ciuffenna. Tuttavia, ce n’era uno che aveva sette arcate – lo attraversò anche da Leonardo da Vinci nei suoi viaggi da Firenze in Val di Chiana -, il Ponte a Buriano, che ancora oggi conserva inalterata la sua bellezza. Qualcuno sostiene che il nome Setteponti derivi proprio dalle sette arcate di questo ponte.

La strada è punteggiata da antiche pievi romaniche, borghi medievali e chiese millenarie, luoghi che sono stati fonte di ispirazione per artisti come Masaccio, Piero della Francesca e Leonardo stesso, che riprese le famose Balze per dipingere lo sfondo della Gioconda.

Le tappe del percorso

Prima tappa

Il punto di partenza del Cammino dei Setteponti è dalla pieve di Cascia di Reggello per raggiungere, dopo circa 15 km di cammino, Castelfranco di Sopra. Lungo il tragitto, si passa per un sentiero che conduce al ponte romanico di Pian di Scò e si risale per una vecchia strada romanica verso la pieve di Pian di Scò. Fino a Castelfranco, la strada è percorribile solo a piedi e conserva ancora un antico selciato di pietra.

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Fonte: 123RF

Il borgo di Loro Ciufenna in Valdarno

Seconda tappa

Da qui inizia il percorso più scenografico del cammino, quello che passa dalla Balze del Valdarno, delle formazioni fatte di sabbia, argilla e ghiaia stratificata che assumono i colori dell’ocra e che possono essere alte fino a un centinaio di metri. Modellate da aria e acqua nel corso dei secoli, formando uno scenario bizzarro e ricco di gole e canyon. Una sorta di “Monument Valley” italiana, insomma.

Il sentiero passa attraverso i boschi e risale verso il magnifico borgo di Pantravigne prima di giungere a Montemarciano, un altro bellissimo borgo medievale, e poi a quello di Loro Ciuffenna. Proseguendo, si arriva a Gropina, dove si trova una bella Pieve che è stata inserita tra i simboli del cammino, e la tappa si conclude dopo circa 30 km da Castelfranco a San Giustino Valdarno.

Terza tappa

L’ultima parte del cammino è lunga circa 17 km e fa tappa prima di tutto al Borro, un borgo medievale trasformato in un albergo diffuso da mille e una notte. Il percorso qui è molto bello fino a giungere al Ponte di Buriano con le sue sette arcate, uno dei gioielli più preziosi della strada dei Setteponti, situato nell’omonima Riserva naturale, un’area di circa 7 km lungo il letto dell’Arno che arriva fino alla diga della Penna, amata anche da Leonardo da Vinci che venne qui a studiare il territorio dell’Arno tra il 1502 e 1503 per bonificare la Val di Chiana. Il Genio fu colpito dal paesaggio delle Balze e le riprodusse in molti suoi dipinti.

Info utili sul Cammino dei Setteponti

Per percorrere interamente il cammino dei Setteponti ci vogliono circa tre giorni, con pernottamenti in tenda oppure nei paesi che s’incontrano lungo la strada, dove si trovano diversi agriturismi. Tuttavia, è anche possibile fare un breve percorso in giornata seguendo anche solo una delle tappe. Il cammino è adatto a tutti e non ci sono dislivelli particolarmente impegnativi. Il Cammino dei Setteponti è una vera cartolina.

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Fonte: Ufficio stampa

Il Borro, un borgo medievale trasformato in albergo diffuso
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St. Olav Ways, il cammino spirituale segreto che inizia in Norvegia

Tra le sperdute foreste di conifere e il paesaggio naturale incontaminato del nord della Scandinavia si stende un sentiero lungo seicento chilometri, che attraversa la Norvegia.

Falesie maestose a picco sul mare e un entroterra tra montagne, colline verdeggianti e vaste campagne, che accolgono città e borghi medievali ricchi di storia. Stiamo parlando del Saint Olav Ways (o St. Olavsleden), uno dei più suggestivi cammini che si possono affrontare durante la propria vita, in alternativa al Cammino di Santiago: una perfetta coniugazione tra la tranquillità della natura più incontaminata e la spiritualità che questo percorso può infondere.

Chiamati anche Cammini di Sant’Olav, in realtà non sono formati da un unico sentiero, bensì da un insieme di otto percorsi collegati tra loro da una meta comune: la Cattedrale di Nidaros, a Trondheim.

I Cammini di Sant’Olav: tra storia e religione

Quella dei Saint Olav Ways è una rete di itinerari che percorrono Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia, con molteplici sentieri tra i quali scegliere, che variano in lunghezza e difficoltà: si passa dai più brevi (una sola giornata), a quelli più impegnativi che possono durare anche più settimane.

Riconosciuto dal Consiglio d’Europa, nel 2010, come Grande Itinerario culturale, l’insieme dei cammini di Sant’Olav è un’ottima alternativa ai più celebri cammini di pellegrinaggio della Via Francigena e di Santiago di Compostela.

La via venne concepita come tributo a Re Olav (o Re Olaf), dal quale prende il nome. Si tratta del sovrano norvegese rimasto ucciso nel 1.030 nel corso della battaglia di Stiklestad. Era un personaggio molto importante in Norvegia, tanto da essere considerato un eroe per l’indipendenza nazionale, colui che ha ideato e fondato il Regno.

Olav fu colui che impose il culto della fede cristiana e, dopo la morte, la sua fama aumentò in maniera esponenziale tra i credenti, anche perché si credeva che fosse stato in grado di compiere miracoli. I suoi resti si trovano nel punto in cui venne successivamente eretta la Cattedrale di Trondheim. Per rendere omaggio a questo mito della storia scandinava, i cristiani intrapresero costantemente questa via, ed essa rimase una delle tratte più percorse sino al periodo della Riforma.

Ecco allora che sono nati i St. Olav Ways, i cammini che portano gli amanti del trekking in un pellegrinaggio alla ricerca di se stessi.

Cattedrale di Nidaros, a Trondheim lungo i Cammini di Sant'Olav

Fonte: iStock

Cattedrale di Nidaros, Trondheim

Gli 8 percorsi delle St. Olav Ways

La meta dei Cammini di Sant’Olav in Norvegia è la Cattedrale di Nidaros, a Trondheim, ma i percorsi per arrivarci sono molteplici e tutti differenti, attraversando la parte più autentica del paese, tra natura incontaminata, borghi medievali, paesaggi spettacolari e città ricche di storie da raccontare.

La leggenda vuole che sia necessario fare tre volte il giro della Cattedrale di Nidaros prima di entrare. È l’atto finale di un viaggio tra pianure e valli, tra boschi e rovine, a cavallo dei fiordi scandinavi.

Il percorso più scelto dai pellegrini è quello che parte da Oslo, il Sentiero Gudbrandsdalen (che è anche il più lungo). In tale percorso, St. Hallvard è l’alfa di questa via verso il ricongiungimento con il proprio io interiore. Dell’antica cattedrale di Oslo, oggi, restano solamente le rovine, ma rappresentano ancora oggi una meta fondamentale per turisti provenienti da ogni parte del mondo. Da qui, il percorso si sviluppa verso nord, sino alle rovine della cattedrale di Hamar, e sino a giungere, dopo un percorso lungo seicento chilometri, ad un altro antico luogo di culto: Nidaros. Questa è la meta, l’omega, il luogo più mistico e, forse, più misterioso.

Vediamo quali sono tutti gli 8 percorsi che seguono le tracce dei cammini di Sant’Olav e le loro caratteristiche principali.

Sentiero Gudbrandsdalen

Come descritto in precedenza, è il percorso di Sant’Olav più popolare e battuto, oltre che il più lungo, con ben 643 chilometri e un totale di 32 tappe. Collega Oslo a Nidaros (oggi Trondheim). Per percorrerlo interamente servono circa 4 settimane intere di cammino: un vero e proprio pellegrinaggio da dedicare al trekking nella natura e alla meditazione. È il percorso lungo il quale riconoscersi e ritrovarsi.

St. Olavsleden

Inizia in Svezia, a Selånger e passa in Norvegia a Stiklestad, per 580 chilometri complessivi suddivisi in 30 tappe. Questo è un percorso particolarmente simbolico, poiché rappresenta il tragitto dell’ultimo viaggio di Olav Haraldson prima della storica battaglia di Stiklestad, nel 1.030, quando perse la vita.

Østerdalsleden

Natura incontaminata e selvaggia per 320 chilometri di camminata suddivisa in 21 tappe. Consigliato agli escursionisti con più esperienza, è meglio seguirlo nel periodo estivo.

Nordleden

135 chilometri di cammino, diviso in 7 tappe, che ha inizio nel nord del Paese, alla chiesa di Gloshaug, ridiscende e attraversa Stiklestad prima di arrivare a Trondheim.

Romboleden

Anche questo tragitto, il più antico, è consigliato agli appassionati di trekking più esperti. Composto da 7 tappe, attraversa montagne e boschi per un totale di 150 chilometri lungo quella che una volta era un’importante strada commerciale.

Sentiero Borg

Colline e campi per 176 chilometri di strada, percorribile a piedi o in bicicletta, che attraversa in 9 tappe il sud-est del Paese e sale fino a Oslo, dove confluisce nel lungo percorso Gudbrandsdalen.

Valldalsleden

Partenza a Valldal per un cammino di 150 chilometri che partono dai maestosi fiordi norvegesi. Suddivisibile in 7/8 tappe, una volta arrivato al Monte Dovre il percorso si unisce al sentiero Gudbrandsdalen, il più battuto.

Tunsbergleden

Da sud, in particolare dal fiordo di Oslo, a Larvik si risale verso la Capitale, ricongiungendosi, anche in questo caso, con il sentiero Gudbrandsdalen. Sono 9 tappe per 190 chilometri di camminata attraverso la campagna e i caratteristici piccoli centri abitati.

Cammino di Sant'Olav, Gudbrandsdalen, in Norvegia

Fonte: iStock

Segnaletica del Sentiero Gudbrandsdalen

Informazioni utili

I percorsi delle St. Olav Ways sono ben segnalati lungo tutto il tragitto con il logo del pellegrinaggio, ossia la croce rossa di Sant’Olav. È possibile scaricare le mappe di tutti i percorsi tramite il National Pilgrim Center, che le tiene costantemente aggiornate.

Non tutti i percorsi sono adatti ai principianti e per intraprendere quest’esperienza di trekking è opportuno esserne allenati (questo vale per qualsiasi pellegrinaggio). È bene, inoltre, partire attrezzati con tutto l’occorrente e con un abbigliamento comodo e adeguato.

Vi state chiedendo quale sia il periodo migliore per percorrere il Cammino di Sant’Olav? L’ideale è farlo nei mesi più caldi, visto il clima rigido della Norvegia, quindi da maggio a fine agosto.

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Sette Valli Sospese, è in Algarve il “miglior cammino d’Europa”

Alte falesie a picco sull’oceano alternate ad alcune delle spiagge più belle del mondo, in un paesaggio in cui la natura incontaminata fa da padrona. Uno di quei luoghi da cartolina che entrano nell’immaginario umano come paradisi terrestri.

Ci troviamo lungo la costa dell’Algarve, in Portogallo, in uno degli scenari più incredibili e spettacolari. Qui esiste un percorso che segue la cresta delle falesie, eletto (nel 2019) il cammino migliore d’Europa dall’organizzazione European Best Destinations: il Sentiero delle Sette Valli Sospese. Scopriamo le principali tappe di questo percorso immerso nella meraviglia della natura.

Il Sentiero delle Sette Valli Sospese

Scoprire le spiagge e i panorami dell’Algarve da una prospettiva diversa e unica, ovvero dall’alto delle imponenti falesie che si affacciano sull’Oceano Atlantico. Il Sentiero delle Sette Valli Sospese (Percurso dos Sete Vales Suspensos) permettere ai visitatori di scoprire tutta la bellezza della costa portoghese.

L’European Best Destinations, l’organizzazione  che mira a far conoscere la ricchezza, la diversità e la qualità delle destinazioni europee, lo ha nominato come il cammino migliore d’Europa. Un riconoscimento di grande autorevolezza per Algarve, che incanta con la sua natura selvaggia fatta da calette segrete che si sovrappongono ai lontani campi da golf presenti sul territorio.

Il percorso delle Sette Valli Sospese è uno spettacolo da attraversare a piedi: lungo sei chilometri, parte dalla Praia da Marinha, una delle spiagge più belle del Portogallo, e arriva a Praia do Vale de Centianes (ma nulla vieta di percorrerlo in senso contrario).

Le sette valli che fanno parte del percorso sono i canyon naturali che l’acqua e il vento hanno scavato nella roccia nel corso di millenni e che rendono questo paesaggio tanto particolare e suggestivo.

Il sentiero è abbastanza semplice e percorribile in circa 3 ore di camminata. Lungo il tragitto permette di addentrarsi in tunnel scavati nella roccia e ammirare archi naturali e faraglioni. Un sentiero delineato e facile da seguire, alla portata di tutti, per meravigliarsi davanti alle acque color smeraldo che lambiscono la costa. Vediamo alcune delle tappe più suggestive di questo meraviglioso percorso.

Il percorso: le tappe più suggestive

Zaino in spalla e si parte per un’esperienza suggestiva e memorabile. Si inizia dal punto più a est del Sentiero delle Sette Valli, per spostarsi verso ovest, ma è tranquillamente percorribile anche in senso opposto.

Dal parcheggio gratuito vicino alla splendida Praia da Marinha, il sentiero porta subito sulla scogliera che sovrasta tale spiaggia, caratterizzata da sabbia dorata, acqua color smeraldo e meravigliosi faraglioni. La spiaggia, considerata una delle più belle del Portogallo, è infatti contornata da imponenti falesie in arenaria che formano i due famosi archi che emergono dalle acque cristalline del mare.

La splendida Praia da Marinha, in Algarve, con i famosi archi di pietra nel mare

Fonte: iStock

Praia da Marinha, in Algarve

Si prosegue lungo il sentiero segnalato per arrivare in cima alla Praia da Mesquita, la continuazione quasi celata di Praia da Marinha e dalla quale sono ben visibili i due imponenti archi naturali, tra i più fotografati della zona.

Camminando lungo la scogliera rocciosa si incontrano spettacolari grotte che sembrano voragini nel terreno e dalle quali spicca l’azzurro del mare sottostante.

Dopo circa mezz’ora di camminata si arriva al punto che guarda dall’alto Praia da Corredoura, mentre il successivo stop lungo il Sentiero delle Sette Valli Sospese è la celebre grotta di Benagil: un’enorme apertura ovale nella falesia visibile dall’alto, come una grande finestra aperta verso la meraviglia. Il cammino passa sulla sommità della caverna, visibile in tutto il suo splendore dall’alto, ma non porta al suo interno. Per poter accedere alla grotta più famosa d’Europa è necessario muoversi dal mare, quindi a nuoto o in barca (molti si addentrano con il kayak).

La suggestiva grotta marina di Benagil, lungo la costa dell'Algarve

Fonte: iStock

La grotta marina di Benagil

Proseguendo oltre la celebre grotta, si raggiunge il paese di Benagil, in cui poter fare una sosta per mangiare o bere qualcosa al riparo dal sole. In seguito, il percorso riprende a salire lungo la scogliera fino ad arrivare a Praia do Carvalho. Qui è possibile scendere per godersi un po’ di sano relax sulla soffice sabbia dorata della spiaggia.

Si riparte per la mete successive del percorso: il suggestivo Cabo Carvoeiro, la splendida Praia do Vale Espinhaço e successivamente il Faro di Alfanzina, una struttura secolare alta 23 metri che domina una delle scogliere più alte di tutta la costa.

Lasciando alle spalle il faro, si prosegue lungo il sentiero panoramico con un ultimo tratto in salita per giungere all’ultima tappa del Percurso dos Sete Vales Suspensos: Praia do Vale Centianes, una tranquilla spiaggia dorata in cui riposarsi dopo la fatica, accarezzati dal sole e coccolati dalle onde che si infrangono sulle scogliere circostanti.

Informazioni utili

Il percorso delle Sette Valli Sospese è segnalato da simboli gialli e rossi sugli steccati lungo tutto il tragitto, un consiglio per non avventurarsi e rischiare di invadere l’ecosistema. È sconsigliato incamminarsi nelle ore più calde, soprattutto in estate, dato che ci sono pochi posti riparati dal sole.

Per questo è consigliato anche un abbigliamento adeguato: calzature da trekking, abiti traspiranti, occhiali da sole e cappellino, oltre a una buona quantità di acqua per mantenersi idratati e la crema solare per proteggersi da eventuali scottature.

Nonostante la camminata sia abbastanza semplice, con pochi dislivelli e protetto da staccionate, è bene porre comunque particolare attenzione durante il tragitto, poiché l’altezza delle falesie è considerevole e il terreno in certi punti può risultare sabbioso e quindi più scivoloso.

Per coloro che vogliono scendere verso le spiagge, è opportuno fare molta attenzione alle maree, che innalzano o abbassano velocemente l’acqua anche di 4 metri.

 

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La Strada dei Castelli del Chianti, alla scoperta di antiche fortezze

Colline ricoperte di vigneti e boschi, cipressi che seguono le bianche stradine sterrate, castelli medioevali e abbazie che spiccano tra gli ulivi e i prati verdeggianti. Stiamo parlando dello splendido paesaggio toscano, unico nel suo genere e meta prediletta per gli amanti del vino, della natura e delle passeggiate dedicate alla lentezza, disconnessi dalla vita quotidiana.

Proprio in Toscana c’è un itinerario che unisce il vino alla storia e alla natura: è la Strada dei Castelli del Chianti, e non conoscerla è un peccato.

La Strada dei Castelli del Chianti

Più che di una strada, si tratta in realtà di sei itinerari lungo cui ammirare e che toccano – oltre ai castelli – anche i borghi, le chiese e le magnifiche colline del Chianti. Itinerari da percorrere a piedi, segnalati da diversi colori, che si imboccano tutti dal tratto di statale 408, da Montegrossi a S. Giusto a Rentennano. Vediamoli tutti.

Itinerario Marrone: Pieve di Spaltenna, Vertine, Uliveta, S. Donato in Perano, Vistarenni

Il percorso marrone parte da Gaiole in Chianti, raggiungibile dalla Statale 408. La camminata porta prima al centro del grazioso borgo di Gaiole, per salire sul colle che ospita la Pieve di Spaltenna, di antica origine etrusca, e il Castello di Spaltenna, immersi tra vigneti e cipressi. Servono soltanto 10 minuti di camminata per raggiungere la splendida testimonianza medievale del castello, che oggi è stato trasformato in un hotel di lusso.

Il percorso continua in salita per circa 2 chilometri per fare tappa al borgo medievale di Vertine. L’ingresso del paesello è un colpo d’occhio splendido: un portale ad arco al cui fianco sorge un imponente torrione in pietra, testimonianza di un passato ricco di fascino. Dopo una tappa in questo bellissimo borghetto, si riparte percorrendo l’Uliveta, una delle ultime strade bianche rimaste intatte e immersa in campi ricchi di olivi che la custodiscono gelosamente.

Si arriva così a S. Donato in Perano, una grande villa dall’aspetto secentesco, ma che in realtà fu un antico castello medievale. Poco oltre la villa di S. Donato, il sentiero marrone sbuca sulla provinciale che viene da Badia a Coltibuono e Montevarchi. Si prosegue verso sinistra, in direzione di Radda in Chianti, e si attraversa il suggestivo paesaggio boscoso fino all’imbocco della strada da Molinungo. A sinistra, una via porta all’ultima tappa del sentiero: Villa Vistarenni, una meravigliosa villa risalente al ‘600.

Itinerario Rosso: Tornano, Morelline, Cacchiano, Monte Lodoli

Si parte ancora dalla statale dei Castelli (la ss. 408) e, una volta raggiunta l’Osteria della Passera, si prende una strada privata a destra, si attraversa il torrente e si sale verso il Castello di Tornano. Trasformato in hotel di lusso dopo una meticolosa ristrutturazione, la sua struttura in pietra è imponente e resta visibile anche un frammento delle mura che racchiudevano il borghetto del castello.

Proseguendo lungo la statale dei castelli, dopo circa 4 chilometri di camminata si prende una strada a sinistra in salita che porta al nucleo abitato di Monte S. Marcellino, dove spicca l’alta torre medioevale in pietra di Morelline e la chiesa di San Marcellino in Avane, una delle più antiche pievi del Chianti. La strada continua per un chilometro, fino a raggiungere il Castello di Cacchiano, in posizione panoramica, composto da corpi di fabbrica appartenenti a diverse epoche storiche.

Si continua lungo l’itinerario rosso, lasciando a destra Monte Lodoli, una costruzione medioevale in pietra per arrivare alla Madonna a Brolio. A sinistra si sale per Tarci, altra opera del Medioevo che era avamposto del Castello di Brolio.

Itinerario Giallo: Gaiole, Barbischio, Capannelle, Cancelli, Castello di Montegrossi, Badia a Coltibuono

Il percorso giallo, come quello marrone, parte Gaiole in Chianti, ma in questo caso si prende una strada a sud del paese, sulla sinistra del torrente Massellone (che attraversa il paese) e che si spinge verso il pittoresco borgo collinare di Barbischio, distante circa 2,5 chilometri dal punto di partenza. Qui le casette sono raggruppate attorno all’antica torre, come a volerla abbracciare. Questa località una volta era un castello, almeno dal 1086. Le testimonianze odierne dell’antica fortezza risiedono nell’alto rudere della torre in pietra.

Tornando a Gaiole in Chianti, a metà del borgo un’altra strada sterrata si dirige verso est: lungo il percorso in salita si passa vicino alla casa colonica, oggi trasformata in azienda agricola, chiamata Capannelle.

Continuando a percorrere la salita, si sbuca nuovamente sulla statale e, oltrepassato il valico, si ridiscende verso il Valdarno. Lungo il percorso è prevista una tappa alla Torre dei Cancelli, in pietra, quadrata e slanciata, oggi ancora ben conservata e parzialmente inglobata in una casa colonica.

Si continua il tragitto del sentiero giallo e, attraversando un bosco, si raggiunge il Castello di Montegrossi, conosciuto per lungo tempo come Montegrossoli. Oggi si può ammirare la maestosa struttura con il suo torrione in pietra.

Tornando al valico della statale, parte anche una strada che attraversa un bosco suggestivo: percorrendola si giunge alla Badia a Coltibuono, l’ormai ex Abbazia di San Lorenzo a Coltibuono chiamata “l’abbazia del buon raccolto” dai Monaci di Vallombrosa, oggi trasformata in villa e azienda agricola.

Vigneti vicino a Gaiole in Chianti, una tappa della Strada dei Castelli

Fonte: iStock

Colline e vigneti vicino a Gaiole in Chianti

Itinerario Viola: Vertine, Meleto, Rietine, Castagnoli, Starda, Monte Luco della Beraredenga, Montecastelli

Partendo dalla statale 408, a circa 2 chilometri a sud di Gaiole in Chianti, c’è una strada che appartiene al percorso viola che conduce al Castello di Meleto. Poco dopo si trova anche una “panchina gigante” (parte del Big Bench Project), dalla quale ammirare lo splendido panorama circostante, tra colline, vegetazione e borghi medievali.

Si riprende il cammino in salita fino a raggiungere Rietine, dopo quasi 3 chilometri, e successivamente la magnifica Rocca di Castagnoli. La strada panoramica continua fino al pittoresco villaggio di Starda e poi a Monte Luco della Beraredenga, che fu uno dei castelli più importanti e storici della zona, anche se oggi ne rimangono pochi frammenti dopo che venne incendiato e smantellato.

Da Monte Luco, una strada che si addentra nel bosco raggiunge l’ultima tappa del percorso viola: Montecastelli, una fortezza i cui resti spuntano tra la vegetazione boschiva.

Itinerario Arancione: Campi, San Sano, Monteluco di Lecchi, San Polo in Rosso, Galenda, Le Selve

Per percorrere l’itinerario arancione si parte dal chilometro 19 della statale 408. Prendendo una strada in salita per S. Sano, si arriva in poco tempo alla località di Campi, un antico castello del quale rimangono i ruderi e una parte di una piccola torre. Arrivati nel centro di S. Sano, un caratteristico villaggio medioevale, si possono ammirare numerose tracce architettoniche dell’antico castello in pietra.

Il percorso prosegue fino al villaggio di Lecchi, dal quale si raggiunge, a destra, il Castello di Monteluco di Lecchi. Un poderoso torrione in basso e un arco in pietra nella cinta muraria che conduce al grande complesso costruito attorno a un cortile, formano la struttura di questo castello che domina la valle del Massellone.

Dopo la magnifica vista del castello, si sale ulteriormente fino a giungere al Castello di Ama prima, e poi alla Pieve di S. Polo in Rosso. Continuando la camminata si arriva al piccolo villaggio di Galenda, che conserva una splendida torre in pietra.

La strada discende verso la valle delle Filicaie e risale fino a raggiungere l’ultima tappa: Le Selve, un insediamento in cima alla collina con la sua chiesa di S. Martino.

Itinerario Blu: San Giusto a Rentennano (alle Monache), Lucignano, La Torricella, Castello di Brolio

L’itinerario blu parte più a sud del ponte sul fiume Arbia, nel comune di Gaiole. La prima tappa è a S. Giusto a Rentennano (o “Alle Monache”), un antico monastero benedettino femminile che venne trasformato in fortezza dalla famiglia Ricasoli. Oggi rimangono i resti di alcuni tratti di mura medioevali.

Riprendendo la strada immersa nella campagna troviamo a poca distanza il Castello di Lucignano in Chianti e successivamente La Torricella, trasformata in una splendida villa del XVII secolo. Il cammino prosegue attraversando S. Regolo e arrivando alla tappa più suggestiva: il Castello di Brolio.

I Castelli lungo gli itinerari

I luoghi più belli, oltre al paesaggio collinare? Neanche a dirlo, i castelli. A cominciare dal castello di Brolio (o Ricasoli), costruito in età longobardo ma arrivato al massimo splendore nel 1141. Sito tra Siena e Firenze, fu attaccato dagli spagnoli nel Quattrocento e bombardato dai tedeschi durante la II Guerra Mondiale. Oggi ospita un’osteria, un agriturismo e un’enoteca, e può essere visitato con un tour: il tour classico, il tour dei vigneti, la visita dei giardini e – per i più romantici – il tour al tramonto.

Castello di Brolio a Gaiole in Chianti, lungo la Strada dei Castelli del Chianti

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Castello di Brolio a Gaiole in Chianti

C’è poi il Castello di Meleto, possedimento dei monaci Benedettini nel XI secolo, teatro di guerre tra Guelfi e Ghibellini, invaso dagli Aragonesi e poi occupato durante la guerra dei Medici. Oggi al suo interno si tengono degustazioni di vini e d’olio d’oliva, e si può partecipare a visite guidate della durata di trenta minuti. E poi il castello di Spaltenna, di Tornano, di Cacchiano. E il castello di Ama, sito in una delle zone più belle e selvagge del Chianti, o Vertine che – più che un castello – è uno straordinario borgo fortificato.

Ma non ci sono, lungo la Strada dei Castelli del Chianti, solamente i castelli. C’è anche la Badia a Coltibuono, chiamata “l’abbazia del buon raccolto” dai Monaci di Vallombrosa, e ci sono i borghi: Spaltenna con la sua leggenda del crocifisso o Lecchi. Luoghi in cui il tempo pare essersi fermato veramente.

Castello di Meleto, lungo la Strada dei Castelli nel Chianti

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Castello di Meleto
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In Gran Bretagna c’è un trekking che segue il muro dell’Antica Roma

Avete sempre pensato che la costruzione più spettacolare della Gran Bretagna fosse il The Shard di Londra? Vi state sbagliando. Ne esiste una decisamente più grandiosa, e la sua origine è antichissima.

Stiamo parlando del Vallo di Adriano, una fortificazione d’epoca romana che corre lungo tre contee inglesi: Tyne and Wear, Northumberland e Cumbria. Inizia alla foce del fiume Tyne (sul Mare del Nord) e termina laddove si trova il Solway Firth, un estuario del fiume Solway, sul Mare d’Irlanda. Voluto dall’omonimo imperatore romano, il muro di Adriano è il protagonista del favoloso percorso di trekking che lo costeggia.

Dedicato agli appassionati delle camminate e a chi ama respirare tutta la bellezza del patrimonio naturalistico, storico e artistico che rende meraviglioso il nostro pianeta. Vediamo cos’è il Vallo di Adriano e tutte le tappe dello splendido cammino che costeggia il muro dell’Antica Roma.

Cos’è il Vallo di Adriano: origini e storia

Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, il Vallo di Adriano è la fortezza che venne fatta costruire dall’imperatore Adriano per segnare il confine con la parte settentrionale dell’Impero Romano, mettendo così al sicuro i villaggi della Britannia dai Pitti, il popolo che abitava quella che – oggi – è la Scozia.

I lavori iniziarono nel 122 d.C., e terminarono alcuni anni dopo. La volontà di Adriano era quella di costruire un muro imponente che rappresentasse la grandezza della potenza romana, in Britannia come a Roma. Ancora oggi, dopo secoli di storia, il muro di Adriano è uno straordinario capolavoro di edilizia militare, di urbanizzazione e organizzazione civile.

Costruito con una larghezza di 3 metri e un’altezza di circa 5 metri, lungo il Vallo di Adriano erano stati posizionati quattordici forti ausiliari e ottanta fortini (ossia i castelli miliari), uno per ogni miglio romano. Si racconta che per terminare l’opera ci vollero 6 anni e la manodopera di ben 15.000 uomini.

Con il declino dell’Impero Romano, il muro venne man mano abbandonato, cadendo in disuso. Una buona parte delle pietre che lo componevano vennero prelevate e riutilizzate per la realizzazione degli edifici vicini. Un fenomeno che continuò fino al XX secolo, quando la fortezza venne riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1987.

Trekking lungo il Vallo di Adriano, il muro dell’antica Roma

Oggi, il muro di Andriano disegna un percorso di trekking che è tra i più belli e suggestivi d’Inghilterra, l’Adrian’s Wall Path. Per 135 chilometri, a sud rispetto al confine con la Scozia, l’itinerario attraversa un paesaggio rurale che rende l’esperienza autentica e indimenticabile.

Il cammino che attraversa la storia dell’Antica Roma è percorribile in 6 tappe (che possono variare a seconda del punto di partenza o della quantità di strada percorsa ogni giorno) costeggiando per buona parte del tragitto il fiume Tyne e attraversando inizialmente il centro di Newcastle. Il sentiero si immerge in un paradiso terrestre: la campagna fatta di giardini, campi coltivati, villette in perfetto stile inglese, fattorie, pascoli pieni di pecore e la brughiera più selvatica, soffiata dai venti che provengono da nord.

Vallo di Adriano, Gran Bretagna

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Resti del Vallo di Adriano, il muro dell’Antica Roma

Le 6 tappe del sentiero lungo il muro di Andriano

Zaino in spalla e si comincia. Il percorso parte da Wallsend (l’antica Segedumum), borgo alla periferia di Newcastle upon Tyne e si conclude al villaggio di Bowness-on-Solway. Un itinerario che attraversa l’isola da est a ovest, percorrendo un pezzo di storia e andando alla scoperta dell’Inghilterra più selvaggia.

Da Wallsend a Heddon-on-the-Wall

Da Wallsend, facilmente raggiungibile in metro partendo dalla vicina città di Newcastle, si parte dal muro che anticamente scendeva dal forte fino al fiume Tyne e si segue il corso d’acqua verso l’entroterra. Lungo il cammino si costeggia un’antica ferrovia in disuso attraverso Newcastle, addentrandosi nel paesaggio urbano per terminare poi nella meravigliosa campagna ricca di prati verdi costellati di fiori selvatici e di terreni agricoli coltivati, sopra a Tynedale. Dopo circa 21 chilometri di camminata si raggiunge il caratteristico villaggio di Heddon-on-the-Wall, dove è possibile fermarsi per una notte per recuperare le energie.

Da Heddon-on-the-Wall a Cholleford

L’itinerario prosegue costeggiando sempre il muro di Adriano e addentrandosi nel cuore della campagna inglese, con terreni agricoli, animali al pascolo e creature selvagge come lepri, conigli, uccelli, con la possibilità di ammirare numerosi reperti archeologici romani. Ci si può fermare alla seconda tappa, Cholleford, dove potrete riposare.

Da Cholleford a Once Brewed

Il trekking lungo il Vallo di Andriano riparte costeggiando i tratti meglio conservati del muro dell’antica Roma e uno dei suoi forti nel punto più a nord della fortezza, con suggestivi panorami sul paesaggio circostante che lasciano a bocca aperta. La terza tappa, dopo un camminata di  circa 20 chilometri, può essere fissata nel paese di Once Brewed.

Da Once Brewed a Banks

Si riparte per il cammino lungo il celebre muro romano attraversando il distretto di Northumberland per raggiungere la contea di Cumbria. Lungo il tragitto lo scenario si evolve, dalle brughiere e i dirupi battuti dal vento, alle dolci colline verdeggianti dell’estremo nord-ovest dell’Inghilterra. Ci troviamo nel punto più alto del percorso di trekking lungo il muro di Andriano e qui si possono ammirare gli antichi resti di un ponte romano, torrette e castelli miliari, per un tuffo nella storia antica. Superando Gilsland, infatti, si raggiunge il forte romano di Birdoswald. Dopo circa 24 chilometri di camminata si raggiunge il villaggio di Banks, la quarta tappa.

Da Banks a Carlisle

Da Banks si torna lungo i sentieri che costeggiano il Vallo di Adriano immersi nella brughiera inglese e nel paesaggio agricolo attraversato dal fiume Eden. Dopo circa 24 chilometri di percorso a piedi, lo scenario naturale lascia spazio a quello urbano di Carlisle, una città ricca di storia e monumenti medievali di pregio. Qui si trova il Castello di Carlisle, risalente al 1093, e la splendida Cattedrale, che meritano sicuramente una visita.

Castello di Carlisle, Gran Bretagna

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Castello di Carlisle, lungo il cammino che costeggia il Vallo di Adriano

Da Carlisle a Bowness-on-Solway

Zaino in spalla per la sesta e ultima tappa dell’emozionante cammino lungo il muro di Adriano. Seguendo il fiume Eden si esce da Carlisle e, tornando per 24 chilometri in un paesaggio naturale di straordinaria bellezza, si attraversano Burgh by Sands, Port Carlisle e infine Bowness-on-Solway, affacciata sul Mare d’Irlanda.

Caratteristiche del trekking lungo il muro di Adriano

Il percorso dell’Adrian’s Wall Path non è troppo impegnativo ed è adatto a molti appassionati di trekking e camminate, con tragitti di circa 20/25 chilometri e dislivelli di massimo 200 metri. L’esperienza è davvero magica e si torna a casa con la consapevolezza d’aver camminato lungo la storia. Ed è anche decisamente agevole: il percorso è ben tenuto, ottimamente segnalato (col simbolo della ghianda) e ricco di interessanti musei. 

Tipicamente il percorso segue l’ordine delle tappe indicate, da est a ovest, ma nulla toglie che sia possibile seguire il senso opposto, partendo quindi da Bowness-on-Solway e terminando a Wallsend.

È bene tenere a mente che questa zona è soggetta alle piogge, soprattutto nei mesi autunnali e invernali. Si consiglia quindi un abbigliamento comodo e di attrezzarsi al meglio per superare senza ostacoli eventuali intemperie.

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Sta per nascere un nuovo cammino con una spettacolare vista mare

Camminare per 126 chilometri passando per l’entroterra, per poi andare a inebriarsi dei colori e degli odori del mare. Si tratta di un nuovo bellissimo cammino che sta per nascere nel nostro Paese, e che permette di fare un viaggio a passo lento tra panorami mozzafiato e luoghi sacri.

Il “Cammino dei Santuari del Mare”

Si chiama il “Cammino dei Santuari del Mare“, un nome che che evoca meraviglie e spiritualità. Si tratta di un progetto realizzato dall’Associazione Monte Gazzo Outdoor in collaborazione con i Comuni di Genova, Ceranesi, Campo Ligure, Masone, Tiglieto, Arenzano e Mele.

Ci troviamo in Liguria, quindi, e parliamo di un sentiero che consente di visitare alcuni dei più significativi monumenti religiosi del territorio devoti al culto mariano, passando per boschi, antichi insediamenti e panorami che sono in grado di emozionare.

Diviso in sei magnifiche tappe, permette di vivere un’esperienza straordinaria creando ricordi che difficilmente si dimenticano.

Tappa 1: Sestri Ponente – Santuario della Guardia

La prima tappa del “Cammino dei Santuari del Mare” va da Sestri Ponente al Santuario della Guardia. Si parte dall’affascinante Basilica di Santa Maria Assunta a Sestri Ponente, edificio religioso con una facciata che è opera dell’architetto Piero de Barbieri e dello scultore sestrese Luigi Venzano e pregno di affreschi, stucchi e marmi realizzati in tempi diversi.

Si percorrono 13 chilometri scoprendo vie storiche e luoghi di culto, come la Chiesa dei Santi Rocco ed Isidoro e il Santuario di N.S. del Gazzo. Passo dopo passo si arriva sulla cima del Monte Figogna che svetta nei cieli a 890 metri sul livello del mare, e dominato dal maestoso Santuario di Nostra Signora della Guardia, il più importante santuario mariano della Liguria e uno dei più rilevanti di tutto il nostro Paese.

Il cammino continua attraversando boschi e antiche strade che lascino scorgere paesaggi da cartolina sulla città di Genova e la sua pittoresca costa.

Tappa 2: Santuario della Guardia – Campo Ligure / Masone

La seconda tappa parte dal magnifico Santuario della Guardia, che offre persino una cupola alta 40 metri e decorata con affreschi che raffigurano la miracolosa apparizione, ed è di circa 26 chilometri. Abbraccia la bellezza delle alture liguri scovando antiche mulattiere, boschi di castagni e panorami sulla costa che in altri pochi luoghi del mondo si possono ammirare.

Il viaggiatore si ritrova al cospetto della Cappellina di Rocca Maja e dell’Altopiano dei Piani di Praglia, caratterizzato da una sorprendente natura selvaggia e autentica.

La tappa termina nel suggestivo centro di Campo Ligure, incantevole borgo che sorge sulle sponde del torrente Stura e dove storia e artigianato si fondono nel Castello e nel Museo della Filigrana.

Tappa 3: Campo Ligure – Tiglieto

Partendo da Campo Ligure, parte dell’Associazione “I Borghi più Belli d’Italia” e circondato da una natura rigogliosa e pressoché intatta, il viandante scopre paesaggi mozzafiato che rimettono al mondo.

Si cammina per 15,5 chilometri tra salite e discese, sfidando un po’ di più la propria resistenza. Anche in questo caso, si attraversano antiche mulattiere e boschi suggestivi, per poi giungere sulle panoramiche cime del Monte Pavaglione e del Monte Calvo, che permettono di godere di emozionanti scorci sulla Pianura Padana e sulle valli circostanti.

Non mancano luoghi di reale suggestione, come il Passo Fruia e le Vasche di Tiglieto, dei laghetti in parte balneabili che si sono formati fra monti sinuosi, edifici medievali, una ricca vegetazione e limpidi corsi d’acqua.

La tappa si conclude nell’incantevole centro di Tiglieto, dove svetta nei cieli il complesso monumentale architettonico-culturale della Badia di Tiglieto, primo insediamento cistercense costruito in Italia. Questa, tra le altre cose, è una località famosa per i tradizionali taglialegna custodi della cultura del bosco.

Tappa 4: Tiglieto – Arenzano

Quella che inizia da Tiglieto, borgo che fa parte del magnifico Parco naturale regionale del Beigua, è forse la tappa più impegnativa del “Cammino dei Santuari del Mare”, ma offre un’ alternanza e una varietà di ambienti di cui è davvero impossibile non innamorarsi.

Con una lunghezza di 29,5 chilometri e un dislivello che varia da 10 a 1182 metri, permette di scovare magnifici angoli storici come il Ponte Romanico di Tiglieto, monumento di epoca romanica interamente in pietra di serpentino e con una struttura composta da cinque maestose arcate; l’Abbazia di Santa Maria della Croce – conosciuta anche come Badia di Tiglieto -, che costituisce un “unicum” dal punto di vista storico, architettonico e paesaggistico perché sorge al centro di una conca montuosa attraversata dal torrente Orba; la Cappella della Gattazzè, una struttura in pietra su base circolare che si erge tra le foglie.

C’è poi da affrontare la salita al Monte Reixa, che ripaga la fatica vissuta con panorami spettacolari, per poi scendere attraverso il suggestivo Sentiero degli Inglesi per raggiungere il Santuario del Santo Bambino di Praga di Arenzano, che si fa spazio a poca distanza dal centro cittadino e che offre un ampio panorama sulla città e sui monti circostanti.

Tappa 5: Arenzano – Acquasanta

La quinta tappa parte da Arenzano, stupendo borgo abbracciato dal mare e dai monti, e si snoda per circa di 16,5 km com un dislivello di 600 metri in salita e 450 in discesa.

Si attraversa il suggestivo lungomare cittadino per continuare, sempre con un leggiadro passo lento, lungo la costa che permette di ammirare dei panorami che toccano le corde del cuore.

Si arriva alla Madonna dell’Aguggia, graziosa statuetta in cima ad uno scoglio nel mare di Vesima e patrona dei pescatori dell’ormai lontanissimo 1700, per poi entrare nel Comune di Genova e attraversare luoghi storici come il Mulino di Crevari e il Santuario delle Grazie.

La tappa termina ad Acquasanta presso il Santuario omonimo, un mistico luogo di culto con interni magnifici affrescati da Giuseppe Canepa nel XVIII secolo e ripresi, nel 1911, da Rodolfo Gambini.

Tappa 6: Acquasanta – Genova

L’ultima tappa del “Cammino dei Santuari del Mare” parte dal centro di Acqusanta, suggestivo e antico borgo incastonato tra la costa del ponente genovese e le alte cime dell’Appennino ligure, e può essere diviso in due itinerari diversi perché conduce presso le innumerevoli meraviglie del centro storico di Genova.

Il principale, ovvero quello che porta verso Genova Pegli, permette di camminare tra colline, antiche strade romane e mulattiere panoramiche.

Un passo dopo l’altro ci si ritrova al cospetto dell’imponente gruppo montuoso di Punta Martin, da dove si snoda il sentiero delle “Lische Alte” che è pregno natura e avvolto da un costante profumo di piante mediterranee.

Al contempo, la tappa attraversa borghi storici come Prà, quartiere del ponente genovese, e Pegli, che ancora oggi conserva l’antico affaccio sul mare, un vibrante lungomare e una spiaggia perfetta per godersi il limpido mare ligure.

La tappa si divide al Molo Archetti da dove è possibile partire per dirigersi nel cuore di Genova.

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A piedi tra le Ande: è questo il trekking più bello del mondo

Camminare nella natura e ammirare splendidi paesaggi è sempre un’avventura meravigliosa, un’esperienza che ci riavvicina alle radici della terra e ci permette di connetterci con la bellezza selvaggia del nostro pianeta.

Ma c’è un viaggio che va fatto almeno una volta nella vita, un percorso che tocca il cuore e l’anima con la sua grandiosità e la sua purezza. È il circuito della Cordillera Huayhuash, un gioiello nascosto nelle imponenti Ande del Perù.

In questo paradiso terrestre, ci troviamo immersi in scenari andini di straordinaria bellezza, in cui le vette delle montagne si ergono maestose, vigilando silenziose sulle meraviglie che si svelano ad ogni passo. Le cime, coperte di neve e ghiaccio, risplendono sotto la luce del sole, mentre i laghi di montagna riflettono la loro limpida e cristallina bellezza. Ciò che conferisce a questo trekking un carattere veramente unico è la sensazione di essere completamente immersi in uno scenario eccezionale, in cui il passare del tempo sembra essersi fermato e la modernità è solo un lontano ricordo.

Un’avventura epica tra le vette delle Ande peruviane

Cordillera Huayhuash

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Cordillera Huayhuash, Ande Peruviane

Nella zona centro-occidentale del Perù, poco a sud della più famosa Cordillera Blanca, si estende un regno di meraviglia e mistero: la Cordillera Huayhuash. Questa catena montuosa, spesso trascurata dal turismo di massa, è un gioiello nascosto che attende di essere scoperto da coloro che vogliono vivere un’avventura unica e indimenticabile.

Una zona selvaggia e remota, priva di punti di appoggio lungo il percorso. Le tappe all’interno di questa catena montuosa possono risultare lunghe e impegnative ma, lo assicuriamo, la ricompensa è straordinaria. Mentre ci si avventura in queste terre incontaminate, ci si trova circondati da paesaggi spettacolari, caratterizzati da dislivelli moderati che permettono di apprezzare appieno la bellezza naturale di questa regione.

A oltre 6000 metri sul livello del mare, ci si sente veramente in cima al mondo. Le sei vette principali della Cordillera Huayhuash sembrano letteralmente toccare le nuvole, e camminare tra di esse è un’esperienza che rimane impressa nell’anima. In particolare, la montagna Yerupajá rappresenta la sfida più ardua, e al contempo avvincente, per ogni scalatore. Un’autentica epopea che mette alla prova la determinazione e la forza di chi si avventura sulle sue spettacolari pendici. Con la sua mole imponente e le condizioni climatiche imprevedibili, questa montagna sfida i limiti umani, trasformando ogni salita in una vera e propria battaglia contro la natura stessa. Ma non è l’unico gioiello di questa regione.

La Siula Grande e il Rondoy, con le loro pareti maestose e il loro magnetismo selvaggio, non sono da meno. Queste vette, infatti, sfidano letteralmente il cielo, un richiamo irresistibile per gli animi più impavidi e avventurosi.

Cordillera Huayhuash: alla scoperta delle meraviglie andine

Questi percorso ad anello, che dura circa 10 giorni, ti porterà in un viaggio attraverso panorami mozzafiato, mettendo alla prova la tua resistenza e il tuo coraggio. L’itinerario si snoda per circa 115/120 chilometri attraverso montagne imponenti, valli remote e laghi cristallini. Ogni giorno ti attende una camminata di 6-8 ore, un impegno fisico notevole ma incredibilmente gratificante.

Le temperature, in questo angolo remoto delle Ande, possono raggiungere persino i -15 gradi durante le notti più fredde. Questo significa che dovrai essere ben preparato, indossare un abbigliamento adatto ed essere equipaggiato con un sacco a pelo che ti protegga dal gelo. Eppure, la sensazione di dover affrontare la natura selvaggia e indomabile delle Ande ti farà sentire vivo come mai prima d’ora. Ogni passo ti condurrà alla scoperta di valli remote, dove potrai fare incontri unici con la fauna selvatica locale. Sarai testimone di tramonti che dipingono il cielo con colori indescrivibili e di notti stellate così luminose da lasciarti senza parole.

Cordillera Huayhuash

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Cordillera Huayhuash, Ande Peruviane
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I migliori cammini da fare d’inverno nel Sud Italia

Tra un periodo di festa e un altro e in attesa delle ferie estive, ritagliarsi un weekend oppure quattro o cinque giorni per una mini vacanza fuori porta durante i mesi autunnali e invernali è la scelta ideale per ricaricare le pile e dimenticare per un po’ il lavoro e gli impegni della routine quotidiana.

E per rilassarsi e staccare davvero, cosa c’è di meglio che organizzare un viaggio all’insegna dei cammini immersi nella natura, con cui vivere vacanze attive ma lente e assaporare il fascino dei paesaggi che scorrono lenti passo dopo passo?

Ecco, allora, una selezione dei migliori cammini che potete prendere in considerazione in inverno nel Sud Italia, per fare il pieno di bellezza e di relax.

La Via Francigena nel Sud

Sono 930 chilometri tra Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, un affascinante itinerario culturale che consente di vivere preziose esperienze e che può essere suddiviso in base ai giorni a disposizione.

Da non perdere sono, ad esempio, due tappe nei luoghi più suggestivi dell’agro romano: dopo aver visitato le antiche catacombe cristiane, si cammina per vari chilometri sul selciato del Parco regionale dell’Appia Antica per poi ritrovarsi al cospetto di Castel Gandolfo, con la residenza papale, e la sorprendente bellezza dei laghi Albano e di Nemi.

Si tratta di un percorso facile e raggiungibile con i mezzi pubblici, che è possibile completare con altre due tappe: da Velletri al lago di Giulianello e, camminando tra le colline punteggiate da ulivi, si arriva a Cori; da qui si prosegue verso Norma, lungo una strada panoramica che apre lo sguardo sulla pianura Pontina e il mare. Senza mancare la visita all’antica abbazia di Valvisciolo, ecco infine il borgo medievale di Sermoneta.

Il Cammino di San Nilo

100 chilometri in otto tappe dai monti al mare del Cilento sulle tracce del monaco vissuto intorno all’anno Mille, un autentico viaggio nelle tradizioni dell’entroterra campano che dà il suo meglio con cinque giorni a piedi nella natura del Parco nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e dei monti Alburni.

Con partenza da Sapri, seguendo le prime quattro tappe del Cammino, si giunge a Caselle in Pittari.

Il Cammino di Don Tonino Bello

400 chilometri in Puglia da Molfetta ad Alessano, per scoprire il territorio del pastore salentino che ha trascorso la sua vita ad “aiutare gli ultimi”.

Il modo perfetto per familiarizzare con questo itinerario è camminare da Lecce, la bellissima “Firenze del Sud“, fino ad Alessano, la città natale di don Tonino, per visitare i luoghi dell’infanzia e della formazione del religioso, tra capolavori di arte e fede.

Il Cammino Materano

Si tratta di uno straordinario viaggio a piedi di sette giorni tra Puglia e Basilicata, lungo la Via Peuceta.

Se non riuscite a ritagliarvi una settimana per percorrerlo interamente, con tre giorni potete goderne un assaggio tra colline e grotte rupestri: la partenza è dal borgo medievale di Altamura e l’arrivo a Matera, la città dei sassi.

La Via Normanna da Palermo a Messina

È un interessante itinerario storico attraverso le cime delle Madonie, i boschi dei Nebrodi e le vette dei Peloritani, fino allo Stretto, antica porta della Sicilia sull’Oriente, con 21 tappe a piedi tra il Tirreno e lo Ionio.

Se i giorni a disposizione sono quattro, il percorso consigliato parte dal castello di Caccamo per apprezzare i borghi medievali madoniti, Montemaggiore Belsito, Caltavuturo, Polizzi Generosa e le Petralie, tra arte gotica siciliana, barocco e natura, alla scoperta delle chiese normanne.

La Via Fabaria

I 300 chilometri da Agrigento all’Etna si possono suddividere in più tappe come, ad esempio, i quattro giorni da Agrigento a Niscemi lungo la Via dei castelli, la variante interna della Fabaria, a piedi sulle regie trazzere un tempo percorse dai cavalieri del Tau, giunti da Altopascio sulla Francigena toscana a protezioni dei viandanti.

Oppure, chi ama il barocco orientale siculo può pianificare un itinerario breve tra i borghi di Ragusa, Modica, Ispica e Noto, ricostruiti dopo il terremoto del 1693 e che oggi fanno bella mostra del loro stile unico.

La Magna Via Francigena

Sono 190 chilometri sulle strade percorse dai greci, romani, arabi e normanni, da Palermo ad Agrigento.

Durante una mini vacanza di tre giorni, è possibile camminare sul tratto che parte da Sutera, fra i Borghi più Belli d’Italia, per percorrere zone boschive e distese di campi di grano e così raggiungere Racalmuto, il paese natio di Leonardo Sciascia, scrittore, saggista, giornalista, poeta e drammaturgo, ma anche critico d’arte, politico e insegnante di italiano.

Si procede poi verso i centri minerari della valle del Platani, Comitini e Aragona, dove si estraevano sale e zolfo. Infine, gli ultimi chilometri conducono alla magnifica cattedrale di Agrigento.

Il Cammino minerario di Santa Barbara

Per ammirare tutto il fascino del Sulcis-Iglesiente-Guspinese, tra storia e natura, il Cammino minerario di Santa Barbara in Sardegna è davvero imperdibile, un percorso ad anello di 500 chilometri che da Iglesias si snoda lungo le piste e i sentieri battuti dai minatori lungo 8.000 anni di storia, dal Neolitico al Novecento.

Per una prima esperienza, chi ama il verde dei boschi può dedicare un week end lungo a conoscere una Sardegna più insolita: arrivati a Monti Mannu (con i mezzi pubblici), si attraversano in tre tappe le più estese foreste della regione, si cammina sulle rocce granitiche del Linas e dell’Oridda, incise da spettacolari cascate, e sulle formazioni calcaree del Fluminese, scavate da splendide grotte come quella di Su Mannau, per poi raggiungere il Tempio di Antas e arrivare al borgo minerario di San Benedetto dove termina la tappa.

13 spettacolari itinerari per vivere la Sardegna a piedi

Infine, per godersi la Sardegna a piedi sono ben 13 gli itinerari dedicati con escursioni di un giorno, un week-end o veri e propri percorsi a tappe su sentieri alla portata di tutti.

Una proposta di tre giorni prevede l’esplorazione della penisola del Sinis.

La prima tappa, la più breve e facile, si snoda lungo il promontorio di Capo San Marco ed è una “preparazione” alle due tappe successive, più impegnative: si segue la costa del Sinis su sentieri e sterrate che corrono lungo i bordi della falesia fino alle spiagge di is Arutas e, poi, si continua là dove la costa diventa più alta e frastagliata con le spettacolari falesie di su Tingiosu.

Si torna al mare a s’Arena Scoada e agli insediamenti di Putzu Idu e Porto Mandriola per camminare di nuovo nella macchia e lungo piccole appartate spiagge aggirando l’articolato promontorio di Capo Mannu.

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I migliori Cammini da fare d’inverno in Italia

Il nostro Paese è ricco di itinerari che fanno la felicità dei viandanti, per la bellezza indescrivibile dei paesaggi e della storia in cui ci si imbatte, immergendosi a passo lento in scenari sorprendenti. Se il vostro desiderio è di pianificare un lungo weekend, un ponte o una pausa di quattro/cinque giorni immersi nella natura che ha tanto da offrire anche nei mesi autunnali e invernali, questi splendidi Cammini vi aspettano con tutte le loro meraviglie.

I Cammini del Nord Italia da fare questo autunno e inverno

Le guide di Terre di mezzo Editore propongono una selezione di Cammini del Nord Italia, perfetta per questo periodo dell’anno, con informazioni dettagliate sul percorso – cartine, altimetrie, dislivelli, ospitalità, servizi, descrizione del tracciato – e con suggerimenti per pianificarlo al meglio, oltre a una serie di spunti preziosi per personalizzare il proprio viaggio a seconda del tempo che si ha a disposizione, spesso proponendo itinerari tematici.

Ecco gli itinerari ideali per i camminatori che desiderano concedersi una pausa, in attesa di periodi di vacanza più duraturi, andando alla scoperta di territori che sanno regalare inaspettate suggestioni a ogni scorcio anche nella stagione fredda.

Il Grande Giro del Garda

Questo favoloso trekking si snoda attraverso l’intero perimetro del Lago di Garda, a cavallo tra Lombardia, Veneto e Trentino Alto-Adige. Particolarmente adatto agli appassionati di storia e archeologia, grazie ai siti e ai musei presenti, è l’itinerario che, in quattro giorni, conduce attraverso la sponda sud-occidentale del lago, in cammino da Gardone Riviera a Peschiera del Garda. La vacanza perfetta in ogni stagione, inverno compreso.

Il Sentiero del Viandante

Il Sentiero del Viandante è un itinerario di 49 chilometri che collega Lecco a Colico e si sviluppa interamente nel bacino del Lago di Como. È percorribile da tutti in cinque tappe, mentre per i camminatori più allenati sono adatti anche tre giorni. In inverno è inoltre praticabile il Sentiero di Leonardo: 78 chilometri da Milano a Lecco, a piedi sul territorio attraversato dall’Adda e legato alla figura del geniale ingegnere Da Vinci. Un facile percorso, in gran parte pianeggiante o in leggera discesa, su fondo prevalentemente asfaltato, adatto a chiunque, sia a piedi sia in bicicletta, anche con bambini.

Il Cammino di San Colombano

Un’occasione per ripercorrere i passi del Santo, che dalle Alpi giunse nella Milano Longobarda e da lì, verso Bobbio, all’estremità settentrionale degli Appennini. Un cammino spirituale di 330 chilometri, dalla Svizzera all’incantevole borgo medievale in Emilia-Romagna. Per familiarizzare con questo tracciato si suggeriscono tre giorni attraverso le colline piacentine. Dalla pieve di Verdeto a Bobbio, lungo continui saliscendi, i colori del bosco in autunno regalano la vista di panorami meravigliosi.

CamminaForeste in Lombardia

Non solo città, fabbriche e campi: la Lombardia è ricca di boschi e luoghi da scoprire in un trekking mozzafiato tra montagne, pascoli e valli inondate di luce o nascoste come tesori. Nove itinerari a piedi, adatti a ogni tipo di camminatore, dal più esperto alle famiglie con bambini, che uniscono le venti foreste regionali collegando le sponde dei grandi laghi. Un itinerario adatto da percorrere anche in inverno, è quello che dall’Isola Boschina conduce al Lago di Garda: quattro tappe alla scoperta della Foresta della Carpaneta e della riserva naturale Bosco Fontana.

La Strada delle Abbazie

130 chilometri a piedi alle porte di Milano, per scoprire la sua campagna ed immergersi nel silenzio dei campi. Tre giorni di cammino, da Rozzano al capoluogo lombardo, seguendo tre corsi d’acqua – il Naviglio Pavese, il Naviglio di Bereguardo e il Naviglio Grande – fino all’abbazia di Morimondo. Inoltre, percorrendo le prime due tappe dell’itinerario, è possibile ammirare quattro fra i più bei gioielli dell’architettura sacra della zona: le abbazie di San Lorenzo in Monlué, Chiaravalle, Viboldone, e la basilica di Santa Maria in Calvenzano.

I Cammini di Oropa

Quattro percorsi verso il Santuario dedicato alla Madonna Nera. Una pausa dalle grandi città per beneficiare dell’immensità della spiritualità e della straordinaria natura alpina. Da Milano a Torino si può raggiungere in treno Santhià o Ivrea e mettersi in cammino verso Oropa. In quattro o cinque giorni si può vivere un’esperienza straordinaria nell’ambiente della Serra Morenica e del lago di Viverone, immergendosi nella spiritualità di Valperga con il Sacro Monte di Belmonte, il monastero di Bose e il santuario di Graglia, fino a raggiungere il più importante tempio mariano delle Alpi.

Il Cammino Balteo

Tra il corso lineare della Dora Baltea e i vigneti eroici strappati alla montagna, c’è un territorio ricco di storia e piccoli borghi, costruiti pietra su pietra da generazioni. Questo itinerario ad anello di 350 chilometri porta alla scoperta della Valle d’Aosta, da vivere ognuno al proprio passo. I camminatori possono esplorare questa regione anche in inverno, dedicandosi a passeggiate semplici, tra i vigneti di nebbiolo, che invitano a concludere le giornate con il buon cibo e il buon bere. Si cammina tra Pont-Saint-Martin e Donnas, si raggiunge poi Aosta in treno e La Salle in bus. Si prosegue quindi a piedi, alla scoperta del Blanc de Morgex et de La Salle fino a Morgex, e poi un altro viaggio in bus verso Aymavilles, per camminare fino ad Aosta in vista dei vigneti delle Crêtes.

La Via Francigena

Dalle Alpi a Roma a piedi, lungo il percorso degli antichi pellegrini sulle orme dell’arcivescovo Sigerico. La Via Francigena è un’avventura imperdibile anche in inverno. Per gli amanti dell’arte, si suggerisce il facile cammino lungo il tratto padano tra Pavia e Fidenza. Quattro giorni alla scoperta di alcuni tra i più importanti monumenti di arte medievale del Nord Italia, fra cui San Michele a Pavia, il duomo di Piacenza, l’abbazia di Chiaravalle della Colomba e il duomo di Fidenza.

Il Sentiero dei Ducati

Sulle tracce di Matilde di Canossa e dei Malaspina lungo i confini dei ducati che si contesero le terre di Emilia, Liguria e Toscana. 200 chilometri a piedi, da Reggio Emilia a Sarzana, dalla grande pianura al mare attraverso l’Appennino. Una proposta per un assaggio di questo itinerario, ed evitare gli ambienti montani durante l’inverno, è quella di percorrerlo a ritroso: da Sarzana quattro giorni di cammino fino a Casola in Lunigiana o Regnano Castello.