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Mugnano, il paese dei muri dipinti in Umbria

Nell’incantevole regione dell’Umbria, tra le sue colline verdi e i preziosi borghi antichi, si trova un piccolo gioiello che attira l’attenzione di artisti e viaggiatori, nonostante sia decisamente poco noto al turismo di massa: Mugnano, conosciuto anche come il “Paese dei Muri Dipinti”. Questo affascinante borgo è un vero e proprio museo a cielo aperto, dove l’arte si intreccia con la vita quotidiana e il passato si fonde con il presente.

Mugnano è una frazione del comune di Perugia, infatti dista circa 15 km dal capoluogo umbro ed è situato a sud-ovest sulla strada che conduce al Lago Trasimeno. Questo piccolo borgo si trova a poca distanza dalle sponde del lago e rappresenta una meta ideale per chi desidera scoprire l’Umbria più autentica, lontana dalle mete turistiche più frequentate. Circondato da una natura incontaminata, Mugnano è facilmente raggiungibile in auto e rappresenta una tappa perfetta per un’escursione di un giorno.

Scopriamo insieme cosa vedere in un giorno a Mugnano e quali attività fare nei dintorni di questo sorprendente borgo umbro.

Cosa vedere a Mugnano in un giorno

Il principale motivo per cui Mugnano è famoso è senza dubbio la sua galleria d’arte a cielo aperto. I muri delle case del borgo dell’Umbria sono adornati con oltre 40 dipinti murali realizzati da artisti provenienti da ogni parte del mondo. Questa tradizione, iniziata negli Anni Ottanta, ha trasformato il piccolo centro in un luogo di cultura e creatività. Passeggiare per le stradine di Mugnano significa scoprire racconti e suggestioni diverse, dove ogni murales racconta un messaggio, un’emozione o un pezzo di storia.

Il museo a cielo aperto di Mugnano ha avuto inizio grazie all’impegno costante di Benito Biselli, pittore mugnanese che ogni anno organizzava mostre d’arte che richiamavano moltissimi visitatori, ma col passare del tempo divenne sempre più complesso e dispendioso. Biselli, nell’83, capì che occorreva trovare un’alternativa, dunque iniziò ad invitare artisti durante le acclamate feste di paese, che avrebbero trasformato i vicoli dell’antico borgo medioevale in tele d’artista.

I murales che oggi si trovano a Mugnano sono diversi da quelli che siamo abituati a vedere, infatti questi anche se su parete, sono “incorniciati” in una cornice anch’essa disegnata, come una galleria d’arte moderna disseminata lungo le vie del centro storico. Dagli Anni Ottanta ad oggi, quasi ogni estate si aggiunge un nuovo dipinto.

I temi dei dipinti sono i più disparati, si è data massima liberà agli artisti di esprimere il proprio pensiero. Molti riprendono scene di vita umbra, i campi, i lavori ormai dimenticati, le feste popolari, le rivisitazioni storiche, altri ci portano in luoghi lontani, come l’india o l’Africa o l’America Latina.

Oltre a questi splendidi pezzi d’arte, durante una gita di un giorno a Mugnano, vi consigliamo però di vedere anche la Chiesa di San Benedetto, un’antica chiesa che risale all’XI secolo ed è un ottimo punto di partenza per la visita del borgo stesso. Al suo interno, si trovano opere d’arte sacra che testimoniano la profonda spiritualità di questo paese.

Un luogo di incontro per gli abitanti è invece la piazza principale di Mugnano, che offre un’atmosfera tranquilla e accogliente ai visitatori. Qui è possibile sedersi e ammirare il panorama circostante, riflettendo sulle opere d’arte appena viste e magari guardando le fotografie appena scattate.

Cosa vedere nei dintorni di Mugnano

Se avete più tempo a disposizione e volete scoprire altri bellissimi e interessanti scorci in Umbria, i dintorni di Mugnano offrono altre meraviglie da scoprire, anche in un weekend.

Lago Trasimeno, Umbria

Fonte: iStock

Il paesaggio del Lago Trasimeno

A pochi chilometri dal borgo medievale di Mugnano si trova il bellissimo Lago Trasimeno, uno spot ideale per gli amanti della natura più pura, i paesaggi da cartolina e le escursioni a passo di trekking. Il Lago Trasimeno è il quarto lago più grande d’Italia. Qui è possibile trascorrere del tempo immersi nella natura, fare una passeggiata lungo le sue sponde, o prendere un traghetto per visitare le isole del lago, come l’Isola Maggiore e l’Isola Polvese. In ambedue queste isole, inoltre, avrete l’opportunità di immergervi ancora più a fondo nella natura umbra, scoprendo scorci davvero emozionanti.

Lo splendido borgo di Castiglione del Lago, situato sulla riva occidentale del Lago Trasimeno, è un’altra meta imperdibile se vi trovate nei dintorni di Mugnano. Il Castello del Leone, con le sue alte torri e le imponenti mura medievali ben conservate, domina il paesaggio e offre una vista mozzafiato sul lago dalla sua cima. Le stradine medievali e il Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago sono perfetti per una visita all’insegna della storia e della cultura.

Il capoluogo dell’Umbria si trova a circa 20 minuti di auto da Mugnano: Perugia è una città d’arte e storia, famosa per le sue piazze, i musei e le tradizioni gastronomiche. La Fontana Maggiore, la Cattedrale di San Lorenzo e la Galleria Nazionale dell’Umbria sono solo alcune delle attrazioni da visitare.

Amanti del vino? Stiamo parlando proprio con voi! A pochi chilometri da Mugnano si trova Torgiano, una piccola cittadina nota per la produzione di ottimi vini. Qui potrete visitare il Museo del Vino, che offre una panoramica sulla storia della viticoltura in Umbria, e fare degustazioni presso le cantine locali.

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Lago di Como, la passeggiata tra i borghi

Quel ramo del lago di Como, famoso nella letteratura e in tutto il mondo: il paesaggio di questo angolo d’Italia non smette mai di affascinare i visitatori con la sua incredibile e malinconica bellezzza.

Il lago di Como ha diversi scorci interessanti, suggestivi, romantici e pittoreschi: è il caso della località di Lezzeno, affacciata sulle acque del lago di Como, un luogo incantevole che si estende lungo la riva come un serpente sinuoso, composto da ben 17 frazioni tra Nesso e Bellagio. Spesso chi vi transita non si accorge della sua ricchezza nascosta, un tesoro di antichi borghi e bellezze naturali che meritano di essere scoperti con calma e attenzione.

Un itinerario tra storia e natura

Lezzeno offre uno dei tratti più affascinanti della storica Strada Regia, un’antica via che collega i paesi del lago di Como, offrendo panorami spettacolari e un’esperienza immersiva nella natura. Uno dei luoghi simbolici è il Ponte del Diavolo, un’opera di ingegneria che si intreccia con leggende e storie locali. Tuttavia, il vero fascino di Lezzeno risiede nei suoi borghi storici, ciascuno con un carattere unico e una bellezza autentica, dove il tempo sembra essersi fermato.

Viaggio tra i borghi di Lezzeno

Tra le frazioni di Lezzeno, Villa rappresenta una delle tappe imperdibili. Qui, oltre alla parte alta caratterizzata dalle storiche cantine, è possibile passeggiare lungo le rive del lago, tra le case colorate e le incantevoli insenature che si affacciano sull’acqua. Il porticciolo, con le barche dei pescatori ormeggiate, regala uno scorcio di vita autentica e senza tempo, dove la dimensione più genuina del Lario si rivela in tutta la sua semplicità e bellezza.

Proseguendo verso Sormazzana, un borgo tipicamente lariano, ci si addentra in un intreccio di stradine e gradinate, tra case arroccate e viste panoramiche mozzafiato sul lago. Questo piccolo gioiello offre angoli caratteristici, tracce degli antichi mestieri e una sensazione di viaggio nel tempo, con il silenzio e la tranquillità che avvolgono ogni passo.

Lezzeno, Lago di Como

Fonte: iStock

Vista spettacolare su Lezzeno

Un’altra frazione affascinante è Cavagnola, situata poco prima di Lezzeno. Questo minuscolo borgo è un angolo di paradiso nascosto tra le rive del lago, accessibile attraverso una stradina panoramica. Il suo antico porticciolo, costruito con pietre squadrate, è il cuore di un piccolo nucleo abitativo che emana resistenza e bellezza. Il lago di Como qui accarezza dolcemente le rive, creando un’atmosfera incantata, perfetta per chi cerca pace e connessione con la natura.

Lezzeno non è solo natura e borghi, ma anche storia religiosa. Nel borgo di Sormazzana sorge la Chiesa di Sant’Antonio, presente almeno dalla seconda metà del Seicento. Un’altra tappa religiosa significativa è la Chiesa della Santissima Trinità, che si trova in località Casacca e si raggiunge tramite una pittoresca scalinata adornata dalle stazioni della Via Crucis. Questo edificio religioso, risalente al XVI secolo, è un esempio della ricchezza storica e artistica che si nasconde tra i borghi di Lezzeno.

Visitare Lezzeno significa immergersi in un percorso che unisce storia, spiritualità e natura, esplorando borghi dove la vita scorre ancora al ritmo del passato. Ecco perché se state cercando un’esperienza diversa, lontana dalle rotte più battute, Lezzeno e i suoi borghi vi aspettano per una passeggiata tra natura e storia, lungo le rive di uno dei laghi più iconici d’Italia.

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Passignano sul Trasimeno, con un patrimonio artistico e architettonico millenario

In provincia di Perugia, nel cuore dell’Umbria, il piccolo borgo di Passignano sul Trasimeno è una località non mota a molti, ma che vale decisamente la pena conoscere e visitare.

Questo pittoresco borgo posto sulla sponda settentrionale del Trasimeno, infatti, conserva in sé un patrimonio architettonico e artistico che vanta una storia addirittura millenaria. Ecco cosa vedere e cosa fare durante un soggiorno a Passignano sul Trasimeno.

Cosa vedere a Passignano sul Trasimeno

Il borgo di pescatori di Passignano sul Trasimeno si trova tra la Toscana e l’Umbria e per questo il suo nome deriva dal termine “Passus Nani” ovvero il Passo di Giano, alludendo appunto al mitico Dio delle Porte.

Anticamente, questo pittoresco borgo era abitato da Etruschi e Romani e sulla sua terra sostarono persino le truppe del generale cartaginese Annibale, quando sconfisse le truppe romane nella battaglia del Trasimeno del 217 a.C.

Tra le cose da vedere durante un soggiorno a Passignano sul Trasimeno c’è sicuramente l’antica Rocca, costruita durante il periodo medievale. Il centro urbano di Passignano sul Trasimeno è invece di epoca moderna e infatti venne costruito tra il Rinascimento e il Seicento. La Rocca, che non cedette nemmeno durante il conflitto della Seconda Guerra Mondiale, permette ai visitatori che vi salgono sopra per mezzo di una scala a chiocciola di godere dello splendido panorama sulle colline e sul Trasimeno da un’altezza di ben 32 metri.

Passignano sul Trasimeno, veduta

Fonte: iStock

Panorama sul lago da Passignano sul Trasimeno

Proprio insieme alla Rocca medievale, il visitatore può esplorare i tesori del Museo delle Barche, che racconta la storia di Passignano sul Trasimeno come borgo di pescatori, con esposizioni di imbarcazioni tipiche del Lago Trasimeno, di Piediluco e il “Fassoi”. Quest’ultima è una barca fattada piante palustri, provenienti dallo Stagno di Cabras, che però si trova in Sardegna. Periodicamente ed occasionalmente, inoltre, presso la Rocca vengono allestiti spettacoli di teatro, eventi musicali e mostre temporanee.

Da non perdere è anche una sosta presso la Chiesa di San Cristoforo, risalente addirittura al periodo antecedente l’anno 1000 ed edificata sopra le rovine di antico tempio pagano. Vi consigliamo di visitare anche la Chiesa di San Rocco, del 1400 e il Santuario della Madonna dell’Ulivo, risalente invece al XVI secolo, al cui interno sono oggi conservate opere di pittura e scultura di grande rilevanza, come ad esempio la Madonna col Bambino di Ascanio da Cortona, in pietra arenaria.

Nei dintorni di Passignano sul Trasimeno, invece, siamo certi che vi potrebbe entusiasmare una sosta presso il borgo di Castel Rigone, una vera e propria finestra panoramica sul Trasimeno, da cui ammirare il Santuario della Madonna dei Miracoli, tra i maggiori capolavori architettonici del Rinascimento umbro.

Altre attività da fare a Passignano sul Trasimeno

Passignano sul Trasimeno non è solo arte e cultura: tra le varie cose da fare per i viaggiatori che si avventurano in questo verde e artistico angolo d’Umbria c’è anche lo sport all’aria aperta, ad esempio.

Infatti, qui potete darvi agli sport acquatici sulle acque del Trasimeno (dal sup alla canoa), oppure costeggiarlo in sella alla mountain bike per poi avventurarvi su altri sentieri panoramici. Potete anche osservare il paesaggio a bordo di un traghetto, ma attenzione: se siete amanti delle esperienze enogastronomiche, avventuratevi lungo la Strada del Vino e dei Colli del Trasimeno e datevi alle degustazioni tra le cantine locali.

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Cosa vedere nella regione della Carnia

Incastonata nell’angolo nord occidentale del Friuli Venezia Giulia, al confine a ovest con il Veneto e a nord con l’Austria, si trova la Carnia, un dedalo di paesaggi di montagna straordinari, valli incantate e borghi dal fascino antico, ricco di storia e con una prelibata tradizione culinaria. Alle famiglie, agli amanti dello sci, della bici e di passeggiate ed escursioni a stretto contatto con la natura una vacanza in Carnia, in estate così come in inverno, assicura autenticità, tranquillità e benessere.

Ecco le cose da vedere e le attività da fare durante un viaggio nel territorio della Carnia.

Cosa vedere e cosa fare in Carnia

Considerato il capoluogo della Carnia, Tolmezzo è un borgo ricco di storia e di tradizioni e anche un ideale luogo di soggiorno per scoprire le valli circostanti. Nel centro storico del paese meritano una visita il Duomo settecentesco dedicato a San Martino e i numerosi edifici nobiliari, tra cui il Palazzo Campeis, con il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari. Inoltre, tra i vicoli del vicino borgo rurale di Ileggio si possono ammirare il cinquecentesco Mulin de Flec, ancora funzionate e la Pieve di San Floriano, una chiesa rurale risalente al IX-X secolo.

Nel cuore della Carnia, si trova anche Arta Terme, nota stazione termale, dove soggiornò persino il poeta e scrittore Giosuè Carducci. Grazie alle acque sulfuree, in particolare dell’acqua “Pudia”, è una destinazione perfetta per un soggiorno sia terapeutico sia di benessere, a cui abbinare d’inverno lo sci e d’estate passeggiate nella natura o escursioni in bici alla scoperta del territorio. Meritano una visita anche la vicina Zuglio, sulla sponda destra del torrente But, il più importante sito archeologico della Carnia, e il borgo di Cabia, famoso per i formaggi della latteria e per lo sliwovitz, un distillato di prugne.

Sutrio è un caratteristico borgo di montagna, aderente all’Associazione Borghi Autentici d’Italia, che si trova nella Valle del But. Questo borgo è molto affascinante per le sue case tradizionali in pietra e qui l’atmosfera diventa ancora più suggestiva nel periodo delle festività natalizie, quando per le vie del paese vengono allestiti presepi lignei, di ogni genere e tipo, persino a dimensione naturale. Legata alla tradizione della lavorazione del legno, la prima domenica di settembre si svolge la manifestazione “Magia del legno”. Sutrio è una piacevole destinazione per una vacanza in estate così come in inverno.

Sutrio, Carnia

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Panorama di Sutrio, in Carnia

Chi non ha sentito parlare del Monte Zoncolan, una delle tappe più famose del Giro d’Italia? La salita che da Ovaro porta in cima è tanto impegnativa che il monte è stato soprannominato “Kaiser”, ma non preoccupatevi, perché vi sono anche vie più rilassanti, quali la Funivia Ravascletto-Zoncolan in inverno e il sentiero “Gjalinar” in estate. Ravascletto è, quindi, la meta ideale per una vacanza bianca, grazie alle bellissime piste da cui è circondata, e per una vacanza attiva in estate, quando godere di bellissimi paesaggi montani, tra passeggiate e pedalate in MTB, più o meno impegnative.

Capoluogo della Val Pesarina è Prato Carnico, composto da 10 paesini e circondato da imponenti montagne dolomitiche che superano i 2.000 metri d’altezza. Una delle frazioni più conosciute è Pesariis, dove da più di quattro secoli si fabbricano orologi. Alla bellezza del luogo, si aggiunge la peculiarità di una passeggiata tra le vie di questo borgo, decorate da orologi pubblici di ogni genere, con relativa descrizione. Un itinerario unico nel suo genere, che culmina nella visita al Museo dell’Orologeria: una realtà davvero sorprendente.

Forni Avoltri è il comune più a nord del Friuli Venezia Giulia ed è famoso per il Centro Biathlon, nel quale si sono disputati numerosi eventi sportivi a livello nazionale e internazionale. Si tratta in realtà di due borghi e il nome è legato alla loro storia: i forni, in cui si fondevano i minerali estratti dal monte Avanza, e Avoltri, che fu il primo nucleo abitativo dei minatori. Numerose sono le passeggiate attraverso oasi faunistiche e laghetti alpini, fino al monte più alto del Friuli Venezia Giulia, il Coglians, così come tante sono le possibili escursioni in bici, contando anche sulle strutture ricettive del Club Bike Experience, dotate di tutti i servizi e comfort ideali per i cicloturisti.

Per una vacanza all’insegna della tranquillità immersi in un paesaggio mozzafiato, Sauris è la meta ideale, dove fare escursioni a piedi nei boschi, tra torrenti e malghe, pescare lungo i fiumi o fare canoa sull’omonimo lago. Interessanti da visitare sono il Santuario di Sant’Osvaldo a Sauris di Sotto e a Sauris di Sopra la Chiesa di San Lorenzo e il Centro Etnografico. Un’attenzione particolare merita la tipica architettura delle case, unica nel suo genere: le case in pietra e legno vengono, infatti, costruite con la tecnica block bau, ovvero con tronchi di legno sovrapposti e incastrati agli angoli. Da non perdere la degustazione del prosciutto crudo locale, un po’ affumicato, e della birra artigianale.

Forni Sopra e Forni Sotto erano una volta un unico comune, infatti le due località, che si trovano nell’alta Val Tagliamento, distano solo 8 km. Forni di Sotto è il comune più esteso della Carnia e si suppone essere già abitato in epoca pre-romana, i ruderi del castello sono ancor oggi visibili nella località detta Chiastelàt; completamente raso al suolo nel 1944 dai nazisti fu poi ricostruito conservando le fontane delle tre borgate in cui era suddiviso. Forni di Sopra, pittoresco paese di montagna con case in pietra e antiche chiese, è dominato dalle vette delle Dolomiti Friulane, che regalano paesaggi mozzafiato, ed è una delle mete sciistiche più amate dagli appassionati di sci, snowboard e ciaspole. Durante l’estate entrambe i comuni sono mete ideali per le vacanze dei walker e biker che qui possono scegliere, dopo un percorso in bici lungo i sentieri di fondovalle o un’escursione nel Parco delle Dolomiti Friulane, Patrimonio Unesco, di soggiornare nelle strutture ricettive dei Club Bike Experience e Walking Hotels Experience qualificate, attrezzate e studiate ad hoc per le loro esigenze. Inoltre, per coloro che vogliono misurare il loro coraggio con lanci nel vuoto e percorsi acrobatici sospesi tra gli alberi e molto altro, non può mancare una visita al Dolomiti Adventure Park.

La cucina della Carnia

Anche in campo gastronomico la Carnia ha un carattere distintivo rispetto al resto della regione, con la sua cucina ricca di cereali, legumi, ortaggi, erbe aromatiche, che si trovano nei boschi e nei prati di questa terra. Assolutamente da gustare sono i Cjarsòns, ravioli ripieni di ricotta, erbe e altri ingredienti come spinaci, uvetta, formaggio grattugiato, uova, spesso tendenti al dolce,, cotti in acqua bollente e conditi con burro fuso, ricotta affumicata e cannella. Squisiti sono i formaggi, come il Formadi Frant o il formaggio di malga, e i salumi, come il Prosciutto di Sauris affumicato, da abbinare alla birra artigianale locale.

Sauris, Carnia

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Il prosciutto tipico della Carnia
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Edolo, uno dei più importanti borghi dell’Alta Valcamonica

Nella suggestiva cornice della Valle Camonica, importante punto di accesso all’Alta Valle è il grazioso borgo di Edolo, capolinea della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, che sorge laddove le maestose montagne dominano il paesaggio: oltre a essere un luogo strategico per raggiungere note località sciistiche come il Passo del Tonale e Aprica, è ricco di storia e cultura, con il centro che conserva intatte le sue radici medievali.

Passeggiando per le vie selciate o lastricate, infatti, si possono ammirare dimore signorili contraddistinte da portali in granito lavorato, porte chiodate e loggiati in legno, nonché decorazioni in stile romanico a testimoniare il passato artistico e culturale del paese. Inoltre, durante l’inverno, gli appassionati di sport sulla neve possono sfruttare un servizio di ski bus che collega Edolo con le vicine piste del comprensorio Pontedilegno-Tonale per una giornata all’insegna dello svago e del divertimento nel cuore della natura.

Non mancano campi da tennis in terra battuta, una palestra per l’arrampicata sportiva, una piscina coperta, il cinema e l’occasione di incantevoli passeggiate lungo il fiume Oglio o il torrente Ogliolo. Ma non basta: Edolo è anche sede di una delle maggiori centrali idroelettriche Enel in Europa, capace di sviluppare una potenza di 1.000.000 kW grazie al salto di 1265 metri, da conoscere grazie a visite guidate su prenotazione.

Uno sguardo al passato

Edolo, in posizione strategica al vertice di un triangolo che collega la bassa Valle Camonica, la valle di Corteno con il passo dell’Aprica e la Valtellina, e l’alta Valle Camonica con il passo del Tonale, vanta origini antiche, con tracce di un tempio pagano dedicato a Saturno e di un insediamento romano. Crocevia di rilevanti vie di comunicazione, ha visto la presenza di una “statio” romana, che fungeva sia da controllo militare che da snodo commerciale lungo il corso del fiume Oglio.

Nel tempo, Edolo divenne tappa per i pellegrini diretti ai centri di culto cristiani, con la costruzione di ospizi lungo le strade a sottolineare l’importanza economica e spirituale della zona. Sotto la dominazione dei monaci francesi e poi del vescovo di Brescia, il borgo visse una crescita politica e religiosa testimoniata dalla presenza di chiese e castelli. Ma la sua storia è anche segnata da periodi difficili, con epidemie, carestie e guerre che colpirono la comunità.

Durante il Risorgimento, Edolo partecipò attivamente alle lotte per l’indipendenza italiana, resistendo all’occupazione austriaca e contribuendo alle imprese dei Mille di Garibaldi. Nel XX secolo, conobbe una significativa fase di sviluppo industriale e amministrativo, con l’avvento di infrastrutture quali la ferrovia e la centrale idroelettrica.

Oggi, è un vivace centro che attrae i turisti non soltanto per il ricco patrimonio storico, ma anche per la vicinanza alle piste da sci del Tonale e dell’Aprica, donando un perfetto connubio tra cultura e natura.

Cosa vedere a Edolo

Edolo, Lombardia

Fonte: Photo by Education Images/Universal Images Group via Getty Images

Particolare del centro di Edolo

Il pittoresco borgo dell’Alta Valle Camonica, oltre a una vacanza attiva all’aria aperta in ogni stagione, offre anche molteplici punti di interesse da non perdere, a partire dalla Chiesa di San Giovanni Battista, in stile rinascimentale con cinquecentesco campanile romanico: al suo interno custodisce pregevoli affreschi databili tra il 1530 e il 1535 a opera di Paolo da Caylina il Giovane.

Altrettanto meritevoli di attenzione, in località Mu, sono la Parrocchiale di Santa Maria Nascente, trecentesca pieve tra le prime a sorgere sul territorio, che può vantare il campanile più alto della Valle Camonica, ben 68 metri, le rovine del Castello medievale, e la Chiesa dei Santi Ippolito e Casiano, rimaneggiata più volte (l’ultima nel Settecento), finemente affrescata e custode di opere lignee della Famiglia Ramus.

Infine, una menzione anche al Ponte Vecchio che, in passato, univa Edolo e Mu (unificati in un unico comune, insieme a Cortenedolo, nel 1927).

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Costa Azzurra: i luoghi e le esperienze da non perdere

Nell’immaginario collettivo la Costa Azzurra ha consolidato un mito intramontabile fatto di mare scintillante, spiagge sabbiose, città glamour e profumo di lavanda. I colori pastello sono onnipresenti e non importa la location: vi sentirete sempre catapultati dentro un quadro. Soprattutto se visitato in bassa stagione, il sud della Francia offre scenari magici e i luoghi da scoprire sono davvero tanti tra borghi dalle strade acciottolate, buganvillee e le onde del Mediterraneo a fare da sfondo.

Come creare il giusto itinerario? Per aiutarvi nella scelta abbiamo selezionato i luoghi e le esperienze da non perdere, da visitare in pochi giorni, in una o due settimane in base al tempo a vostra disposizione.

Mentone, la perla della Riviera Francese

Non stupisce che Mentone sia stata soprannominata ‘la perla della Riviera Francese’, con le sue case color pastello, i tetti in terracotta e i giardini di limoni. Ed è proprio questo frutto a offrirvi la possibilità di fare esperienza della città in un momento particolare dell’anno: il Festival dei Limoni. Dal 1934, tra febbraio e marzo, Mentone ospita un evento unico e colorato che vede sfilare tra le strade carri realizzati con gli agrumi. Alla fine dei festeggiamenti, per non sprecarle, le 120 tonnellate di agrumi utilizzate vengono rivendute agli abitanti e ai turisti. Inoltre, è considerato uno dei luoghi più caldi della costa, con oltre 316 giorni di sole all’anno.

Festival limoni Mentone

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Un carro realizzato con gli agrumi per il Festival dei Limoni

Antibes, la città amata dagli artisti

C’è stato un tempo in cui la Costa Azzurra attirava a sé gli artisti e gli scrittori più importanti. Tra i luoghi più amati c’era Antibes che, oltre gli yacht e le spiagge, conquista i suoi visitatori proprio con il suo passato artistico e letterario. E sono le ville, ancora oggi parte importante del paesaggio, a raccontarlo: fu in quella di Saint Louis (ora hotel Belles-Rives) che Francis Scott Fitzgerald trascorse l’estate con Zelda e sua figlia nel 1926 e dove iniziò a lavorare al romanzo “Tenera è la notte”. E poi c’è Picasso che utilizzò il Castello Grimaldi come atelier, oggi trasformato in museo e considerato tra le attrazioni culturali più importanti della città balneare.

Nizza, una tappa irrinunciabile

Qualsiasi itinerario nella Costa Azzurra non può rinunciare a una tappa come Nizza. Incastonata tra le Alpi e il Mediterraneo, è considerata una delle mete più frequentate, soprattutto durante l’alta stagione. Essendo una località balneare, la giornata perfetta comincia in una delle sue numerose spiagge. Seguite la Promenade des Anglais, un lungo viale che costeggia il mare, e scegliete quella più adatta a voi tra aree pubbliche e lidi privati. Nel pomeriggio perdetevi nel suo centro storico, acquistate qualche prelibatezza nei mercati e concludete l’esperienza con un picnic a La Colline du Château (Collina del Castello). Qui si apriranno davanti a voi panorami mozzafiato. Se amate andare in bicicletta, invece, sarete felici di sapere che Nizza vanta 125 chilometri di piste ciclabili, perfette per scoprirla in modo sostenibile.

Nizza

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Il lungomare di Nizza

Cannes, non solo cinema

Molto prima che diventasse sinonimo del Festival Internazionale del Cinema, di luogo per le celebrità e per il lusso, Cannes rappresentava una destinazione balneare perfetta semplicemente per rilassarsi. Ancora oggi, sorpassato il velo del glamour, è possibile godersela senza spendere una fortuna. Attraversando le strade del centro storico si arriva sulla cima della collina del Suquet, dove potrete visitare il Musée de la Castre (le sue stanze ospitano collezioni dedicate all’arte etnografica proveniente da tutto il mondo) e godervi la vista sul porto turistico e sulla Croisette. Se invece cercate spiagge meno affollate, vi basterà prendere un traghetto che, in 15 minuti, vi condurrà a Ile St. Honorat, nota per il suo monastero e i boschi, e Ile Ste-Marguerite, un luogo ricco di calette e spiagge nascoste.

La città medievale di Èze

Tra i borghi medievali più caratteristici della Costa Azzurra c’è sicuramente Èze. Con i suoi edifici in pietra perfettamente conservati, i vicoli tortuosi, le cappelle del XIV secolo e sullo sfondo il mare, sembra di essere trasportati in un set cinematografico. Qui potete dedicarvi anche a un sano turismo attivo percorrendo il sentiero escursionistico di Nietzsche, un trekking di circa due kilometri che collega Èze-Bord-de-Mer a Èze-Village. Perché si chiama così? Perché si racconta che il filosofo trascorse proprio qui il periodo della sua vita durante il quale compose la terza parte di “Così parlò Zarathustra”.

Grasse e i suoi profumi

Grasse, situata tra Cannes e Nizza, offre una sosta perfetta per immergersi in un mondo fatto di fiori e profumi. Questo borgo, infatti, è famoso per la sua arte del profumo riconosciuta anche Patrimonio UNESCO. Qui potrete visitare le profumerie storiche come Fragonard, partecipare a workshop per creare la vostra fragranza personalizzata o percorrere strade panoramiche tra i campi dove tutto profuma di lavanda, gelsomino e fiori di arancio. Se la visitate durante il mese di agosto, non perdetevi il Festival del Gelsomino tra fuochi d’artificio, sfilate e spettacoli itineranti.

Grasse in Costa Azzurra

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Il centro storico di Grasse

Villefranche-sur-Mer e il lungomare colorato

Questa incantevole cittadina, situata tra Nizza e Saint-Jean-Cap-Ferrat, offre un’atmosfera perfetta fatta di case colorate, piccole boutique, caffè e ristoranti affacciati sul mare. È una delle destinazioni meno affollate rispetto alle sue vicine, ma offre comunque tante possibilità di svago tra spiagge bellissime e un centro storico perfettamente conservato dov’è un piacere perdersi tra le sue strade alla ricerca degli scorci migliori.

Saint-Paul-de-Vence e il gioco delle bocce

Avete mai sentito parlare della “pétanque“? Si tratta del classico gioco delle bocce che, in Francia, è considerato un vero e proprio sport nazionale. Per scoprirlo al meglio e farne esperienza, vi basterà dirigervi verso Saint-Paul-de-Vence e, in particolare, ne La Place De Gaulle, chiamata anche “place du jeu de boules”: questa è la porta d’ingresso del villaggio, il suo cuore nevralgico, ma soprattutto il campo prediletto dei giocatori di bocce di qualsiasi età.

La Riserva dei Monts d’Azur

Non solo spiagge e borghi medievali, il vostro itinerario nella Costa Azzurra può essere arricchito anche da attività nella natura come quelle offerte dalla Riserva dei Monts d’Azur. Questa è l’area più selvaggia delle Alpi Marittime ed è situata a pochi chilometri da Cannes. In particolare, questa riserva si concentra soprattutto sul comportamento della fauna selvatica, studiato per valutare il potenziale di reintroduzione del bisonte europeo e dei cavalli di Przewalski in natura. Il parco propone tante attività legate all’ecoturismo, che potete approfondire nel dettaglio all’interno del sito ufficiale.

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Monteviasco, il borgo appeso a un filo, perché qui non arrivano le strade

A pochi chilometri da Varese c’è un borgo fermo nel tempo e il percorso per raggiungerlo è un’esperienza di per sé. Stiamo parlando di Monteviasco, paesino di montagna facente parte del comune di Curiglia dove vivono circa 15 abitanti, isolato da tutto perché letteralmente “appeso a un filo”. Qui non ci sono strade e, oltre i 1400 gradini di una mulattiera da percorrere a piedi, fino al 2018 l’unico modo per raggiungerlo era una funivia, ora tristemente inattiva.

L’abitato, affacciato sul Lago Maggiore, appare silenzioso anche se, dentro di loro, gli abitanti chiedono a gran voce un cambiamento che ancora oggi non viene ascoltato. I suoi scenari, quindi, sono riservati ai pochi camminatori e avventurieri che intraprendono il percorso attraverso i gradini per poi essere ripagati da un borgo dalla bellezza caratteristica. Le case sono rustiche, fatte in piode con balconi in legno, mentre i vicoli sono lastricati in pietra, secondo la tradizionale “rizzada”.

Monteviasco, il borgo isolato dal mondo

Monteviasco non è sempre stato un borgo isolato. La funivia Ponte di Piero-Monteviasco, realizzata nel maggio del 1989, permetteva di raggiungerlo facilmente in meno di dieci minuti da chiunque volesse sfuggire al caos turistico del Lago Maggiore per rintanarsi nella quiete del paesino e della sua natura circostante. Tutto questo fino al 2018, quando lo storico manutentore dell’impianto morì a causa di un incidente. Da quel giorno sono passati ben 6 anni e, seppur dopo un primo sequestro da parte della magistratura la funivia è stata ammodernata e i lavori di adeguamento sono terminati a dicembre, il borgo vive ancora nel suo isolamento.

Oltre ad aver causato una progressiva diminuzione del numero di abitanti, la situazione ha provocato non poche rinunce e disagi per chi, invece, ha deciso di restare in attesa di un cambiamento che tarda ad arrivare. Sono loro, gli abitanti che non vogliono abbandonare il borgo che amano e che desiderano veder rinascere, a prendersene cura in qualità di volontari. Con amore per il proprio paese, si impegnano a mantenere in ordine i selciati che rappresentano le strade, a sgomberare e liberare il borgo dai rifiuti e a garantire un’accoglienza dignitosa a chi raggiunge Monteviasco, oggi possibile solo a piedi.

E sono gli stessi abitanti a chiedere un cambiamento e la riapertura della funivia per terminare questo isolamento dal mondo e rendere la loro quotidianità più semplice in nome del diritto di abitare il proprio borgo.

Un’occasione per perdersi nella natura

La Val Veddasca si origina al valico dell’Alpe di Neggia, nel territorio svizzero di Gambarogno e termina a Maccagno, dove sbocca sul Lago Maggiore. Sono molti gli itinerari possibili per andare alla scoperta di queste bellissime Prealpi lombarde in mezzo a castagni, faggi e noci e alcuni di questi partono proprio da Monteviasco. Dal borgo infatti, curato e con una chiesetta bellissima, cominciano silenziosi sentieri ideali per chi desidera semplicemente perdersi nella bellezza della natura, tra pinete, boschi e alpeggi.

I più allenati, per esempio, possono percorrere il suggestivo anfiteatro della Val Viascola sul sentiero contrassegnato dalla segnaletica 3V Via Verde Varesina, colore bianco-rosso dove, in circa 2 ore e 30 minuti, si passano Alpe Pulosa, Alpe Fontanella, Alpe Cortetti, Viasco e Curiglia.

Attendiamo nuovi aggiornamenti sulla funivia per poter tornare a scoprire il borgo in sicurezza (considerando che il sentiero della mulattiera non è semplice e non adatto a tutti), per ascoltare le storie dei suoi abitanti e condividere con loro i meravigliosi paesaggi offerti dal paese e dal territorio circostante.

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Le più belle sagre gastronomiche nei borghi d’Italia

L’Italia è un paese ricco di tradizioni, le quali prendono vita soprattutto in occasione delle sagre, eventi unici dove respirare appieno l’essenza e l’autenticità del territorio in cui ci troviamo. Queste feste popolari rappresentano anche un’opportunità per scoprire piccoli borghi che, per un motivo o per un altro, non compaiono nelle classiche rotte turistiche, ma non per questo meno meritevoli di essere visitati.

Le sagre possono nascere per festeggiare eventi diversi, da quelli legati all’agricoltura come il raccolto a quelli di matrice religiosa, organizzati per omaggiare il santo patrono. Non mancano le sagre più deliziose, ossia quelle nate per raccontare un determinato prodotto gastronomico scelto come simbolo del territorio. Il tutto in un’atmosfera unica dove si crea un senso di comunità davvero speciale.

Queste sono le più belle sagre gastronomiche nei borghi d’Italia selezionate da SiViaggia.

XVI Festival Nazionale dei Borghi più belli d’Italia, Calabria

Dal 6 all’8 settembre, i borghi di Oriolo e Rocca Imperiale saranno i protagonisti della manifestazione annuale più importante dell’Associazione Borghi più belli d’Italia. L’evento, sostenuto dalla Regione Calabria, sarà ricco di convegni, dibattiti, mostre e degustazioni. Si tratta di un appuntamento molto importante perché permette non solo di far conoscere l’enorme patrimonio artistico, culturale e ambientale dei 362 borghi che fanno parte dell’Associazione, ma offre anche un’occasione per affrontare le problematiche relative alla vita dei piccoli borghi.

Festa dell’amaretto di Sassello, provincia di Savona

Qual è una delle specialità dolci più amate della Liguria? Sicuramente l’amaretto! E dove provarlo se non nel borgo dov’è nato nella seconda metà dell’800? Stiamo parlando di Sassello, in provincia di Savona, dove la produzione dell’amaretto è una cosa seria: si fa come una volta, utilizzando semplicemente zucchero, mandorle e uova. Tra le strade del centro storico di uno dei Borghi più belli d’Italia, l’8 settembre, potrete assaporare il celebre dolcetto dagli stand delle fabbriche più famose come Virginia o La Sassellese. Non mancano altre prelibatezze tipiche che potrete provare nei ristoranti locali.

Festival della Bottarga a Cabras, Oristano

Anche fuori stagione, la Sardegna offre tante opportunità per scoprirla e, una di queste, è sicuramente il festival dedicato a uno dei suoi prodotti più pregiati: la bottarga di muggine. Il 14 e 15 settembre, il borgo di Cabras, in provincia di Oristano, ospiterà grandi chef per condividere con i visitatori la cultura e le eccellenze del territorio con un occhio di riguardo alla sostenibilità. In questa occasione, i ristoranti vi accoglieranno nelle piazze principali del paese con menù speciali a base di bottarga e prodotti locali.

Bottarga muggine Cabras

Fonte: iStock

La bottarga di muggine tipica di Cabras

Sagra della Varola a Melfi, Potenza

Dal 18 al 20 ottobre, il borgo storico di Melfi, una delle cittadine della Basilicata più importanti sia dal punto di vista economico che turistico e storico, organizza la Sagra della Varola. Durante queste giornate, la castagna sarà la vera protagonista insieme a tante altre iniziative pensate per far divertire i partecipanti come musica, balli e stand gastronomici dedicati anche ad altre specialità del territorio.

Sagra del Fungo Cardoncello a Minervino Munge, Barletta-Andria-Trani

Il 26 e 27 ottobre, nel borgo autentico di Minervino Murge, si terrà la sagra di sua maestà il “fungo cardoncello”, un appuntamento fisso e irrinunciabile per moltissimi degustatori. Quella di Minervino è una delle tappe del più ampio evento Cardoncello on the Road che interesserà anche i paesi pugliesi di Poggiorsini, Spinazzola, Gravina in Puglia e Ruvo di Puglia. Durante questa sagra avrete anche l’opportunità di scoprire i luoghi d’interesse del borgo come la Grotta di San Michele o il Museo Civico Archeologico.

Sagra del cinghiale a Chianni, provincia di Pisa

Il borgo di Chianni organizza dal lontano 1976 la rinomata sagra del cinghiale, nata per far conoscere l’antica cucina contadina delle origini. Quest’anno si terrà nel mese di novembre, dal 7 al 10 e dal 14 al 17. L’evento non rappresenta solo l’occasione di provare questa specialità attraverso tante ricette diverse, ma anche un’opportunità per scoprire il paese e il suo territorio, ricco di natura, itinerari paesaggistici ed enogastronomici con radici ben affondate nella terra degli Etruschi.

Sagra dell’Oliva Dolce a Bitetto, provincia di Bari

Torna a Bitetto, borgo autentico della Rete Puglia, la Sagra dell’Oliva Dolce: dal 20 al 22 settembre, in occasione della XXXI edizione della manifestazione, si terranno due giorni dedicati alla cultura enogastronomica del territorio. In particolare, l’attenzione sarà riservata all’oliva baresana nella varietà Térmite di Bitetto, raccontata attraverso la passione e la professionalità dei maggiori produttori olivicoli locali, dei ristoratori e dei commercianti.

Chiesa Bitetto

Fonte: iStock

Cattedrale romanica a Bitetto

Sagra della Polenta di Arborea

Si svolgerà il 19 e il 20 ottobre, nel borgo sardo di Arborea, l’attesa Sagra della Polenta. La sagra rappresenta un’occasione unica per conoscere la storia e la cultura della Sardegna attraverso un piatto che unisce l’isola alle tradizioni gastronomiche di altri paesi italiani, con i quali è gemellato. In programma sono previsti anche tanti altri stand e attività pensate per divertire i partecipanti.

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Usseaux, piccolo borgo montano nel cuore delle Alpi Cozie

Usseaux, piccolo comune situato nell’area occidentale della provincia di Torino, è uno dei borghi più belli e suggestivi d’Italia. Il borgo si trova in Val Chisone e fa parte di quella che un tempo era la comunità Montana Valli Chisone e Germanasca e che a partire dal 2009 è entrata a far parte della più ampia comunità montana del Pinerolese Pedemontano, costituita di recente per via degli accorpamenti territoriali voluti dalla Regione Piemonte.

L’incanto di splendide aree naturalistiche

Il territorio del comune di Usseaux, situato nel contesto mozzafiato delle Alpi Cozie, è compreso tra due incantevoli aree naturalistiche, il parco naturale Orsiera-Rocciavrè e il parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand.
Queste due meravigliose aree naturalistiche sono state istituite al fine di proteggere e conservare gli ecosistemi alpini e gli ambienti umani in essi sorti, con i loro monumenti ed edifici di grande valore storico-culturale. Il territorio di questi parchi, tra i quali il comune di Usseaux, è compreso è caratterizzato da numerose miniere e da alcuni ghiacciai, oltre che da antiche strade e da splendidi edifici religiosi di pregio.

Il parco naturale Orsiera-Rocciavrè è situato nell’area delle Alpi Cozie settentrionali ed è celebre per il suo aspro ambiente roccioso che presenta vette di notevole altezza quali il Monte Rocciavrè, la Punta Rocca Nera e il Monte Orsiera, che sfiorano i tremila metri.
La ricchissima fauna include moltissimi piccoli mammiferi, quali ricci, scoiattoli, marmotte ma anche mufloni, stambecchi e cinghiali. L’area di questo parco è puntellata da numerosi laghetti alpini, presso i quali è presente un’interessante fauna ittica.

L’istituzione del parco del Gran Bosco di Salbertrand risale al 1980, quando fu deciso di preservare in modo stabile e proficuo l’incredibile foresta alpina dell’area, caratterizzata da larici, pini, abeti, betulle, aceri e castagni. La fauna del luogo è caratterizzata da una vasta rappresentanza di volatili, tra cui splendide aquile reali, e dalla cospicua presenza di lupi.
L’area del parco del Gran Bosco di Salbertrand è occupata in parte da pascoli di alta quota e per la maggior parte da boschi.

Atmosfera incantata e natura incontaminata

L’area di Usseaux è attraversata dal piccolo torrente Chisone, presso le cui rive vi suggeriamo di sostare per trascorrere ore piacevoli all’aria aperta in un contesto paesaggistico davvero incontaminato e caratterizzato da un’aria pura e frizzante nonché da fitte foreste secolari, che conferiscono alla zona un’atmosfera davvero magica, mentre sul corso del torrente è presente uno specchio d’acqua artificiale, il lago di Pourrieres, utilizzato per produrre energia elettrica.

Borgo montano dall’atmosfera sospesa e incantata, il comune di Usseaux vanta edifici risalenti al XVIII secolo, moltissimi dei quali completamente restaurati e ben conservati, che hanno il potere di evocare in modo suggestivo la dura e arcaica vita di una tipica comunità alpina, come il mulino, il lavatoio e il forno. Il villaggio vanta altresì svariati murales che ne raccontano la storia, tra i quali vi segnaliamo quello posto all’ingresso del centro.

L’edificio religioso più importante è certamente la splendida chiesa parrocchiale di San Pietro, che domina l’abitato con la sua candida facciata e l’alto campanile.

Il fascino da fiaba dei dintorni

Il comune di Usseaux confina con alcune cittadine assai celebri per i turisti amanti delle aree alpine, quali Fenestrelle, Exilles e Pragelato.
Comprende anche alcune pittoresche frazioni: Fraisse, Laux e il suo omonimo laghetto alpino, Pourrieres e la favolosa località di Balboutet, le cui strade sono disseminate di bellissime meridiane dipinte sui muri degli antichi edifici.

Le frazioni, disseminate sul territorio, sono una meta privilegiata per gli amanti delle camminate lungo gli antichi e meravigliosi borghi delle Alpi, oltre a rappresentare il luogo ideale dove trascorrere sane e rigeneranti giornate all’aria aperta.

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Soleschiano di Manzano, il primo borgo vegano d’Italia

Incastonato tra le verdeggianti colline del Friuli orientale, si trova un borgo che ha qualcosa di speciale non soltanto per la sua bellezza paesaggistica e architettonica, ma anche perché è il primo borgo vegano d’Italia. Stiamo parlando di Soleschiano di Manzano, nel Friuli Venezia Giulia: un luogo in cui viene portato avanti da anni un progetto lodevole che vuole sensibilizzare sulla sostenibilità attuale e futura nel rapporto tra uomo e ambiente, un tema a cui viene posta sempre maggior attenzione in un mondo in cui il cambiamento climatico causato dall’essere umano sta dimostrando tutti i suoi effetti drammatici.

Scopriamo qualcosa in più sull’impegno di Soleschiano a diventare un borgo vegano, un progetto ideato e condotto dalla RAVE Residency, che salva gli animali destinati al macello per riportarli ad una vita di campagna. Vediamo anche quali sono le cose da non perdere visitando questo borgo vegano in cui l’uomo si impegna a rispettare l’ambiente naturale circostante.

Il progetto che unisce arte, territorio e sostenibilità

Tutto ha inizio dall’idea delle promotrici, le sorelle Isabella e Tiziana Pers, insieme a Giovanni Marta, di dare vita ad un progetto artistico chiamato RAVE East Village Artist Residency. L’obiettivo è quello di contribuire nel cambiamento della realtà di Soleschiano, in provincia di Udine, unendo le attività produttive e quelle creative presenti nel territorio, per creare uno stile di vita più biocentrico. Così facendo si può puntare a ripristinare l’equilibrio virtuoso tra uomo e natura, soprattutto in relazione all’urgenza climatica di cui tanto si parla.

Quello di RAVE è un progetto multidisciplinare che unisce l’arte contemporanea alla salvaguardia della vita animale, sensibilizzando chiunque verso uno stile di vita più sostenibile. Qui viene praticata quella che viene chiamata la “Art_History”, ovvero uno scambio di opere d’arte, create dalle fondatrici di questo progetto, con animali destinati al macello, che vengono quindi salvati e riportati a vivere all’aria aperta.

Ogni anno, in più occasioni, la residenza ospita artisti contemporanei che sono chiamati a sviluppare idee, opere, riflessioni approfondite sulle tematiche che guidano la loro missione. Vengono organizzati eventi, incontri e mostre diffuse (soprattutto nel periodo estivo), che si snodano lungo le vie del borgo storico di Soleschiano di Manzano, tra le antiche case di pietra e le sue piante secolari. In tali occasioni, aperte a tutti, non mancano anche degustazioni di prodotti a chilometro zero e laboratori per bambini.

Nella descrizione di uno degli eventi organizzati, il gruppo Zero Waste FVG, aveva scritto: “La necessità di porre attenzione verso la vita in ogni sua forma e di ricercare un nuovo equilibrio uomo-natura è il punto cardine che l’umanità deve affrontare in questa era storica e geologica per fermare il cambiamento climatico in atto. A 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il suo pensiero nei confronti del regno animale e l’estremo rispetto per il mondo naturale ritornano nella nascita di un borgo per ripensare gli attuali squilibri degli ecosistemi e per porre ogni vita al centro”.

Cosa vedere nel borgo di Soleschiano di Manzano

È un borgo che racconta l’Italia più autentica e attenta al paesaggio, quello di Soleschiano. Sorge a circa 17 chilometri da Udine, in un territorio collinare nel quale scorre il fiume Natisone. Anche questo piccolo gioiello a 20 minuti d’auto da Palmanova (famosa per la sua incredibile pianta a stella) ha diversi punti di interesse che meritano di essere visitati, dai palazzi alle chiese, fino alle enormi querce che punteggiano il territorio: vediamoli tutti.

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, nel cuore del borgo

Tra le viuzze che compongono il centro abitato, spicca Villa Piccoli Brazzà Martinengo, risalente al 1715. Alla vista, la costruzione che si sviluppa su tre piani è incorniciata da un grande portale in pietra con motivi decorativi e volute, e da un cancello in ferro battuto. La vasta area verde circostante è arricchita da reperti archeologici di provenienza aquileiese, oltre che da un’originale riproduzione di rovine romane. Fu nel 1877 che venne realizzato anche un corso d’acqua e un laghetto, opera idraulica che risulta molto utile per tutta la zona circostante. Le visite alla villa sono possibili soltanto previo appuntamento e per gruppi di persone (possono essere chieste informazioni alla Pro Loco di Manzano).

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, a Soleschiano di Manzano

Fonte: iStock

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, a Soleschiano di Manzano

Chiesa dei Santi Ermacora e Fortunato

A due passi dalla storica villa Piccoli Brazzà Martinengo, si trova la Chiesa dei Santi Ermacora e Fortunato, fondata nel XII secolo per opera di alcuni monaci benedettini. Dopo diversi interventi di rifacimento e restauro nel corso dei secoli, oggi l’edificio si presenta con una facciata arricchita da una decorazione “a graffio” su intonaco chiaro, con paraste doriche e con un’architrave a triglifi.

La quercia secolare cara ad una poetessa

Qui si trova anche la Farnia, ovvero una quercia secolare che conta ben duecento anni di vita. Ciò che la rende speciale, oltre alla sua longevità e imponenza, è il fatto che fosse il luogo prediletto della scrittrice e poetessa friulana Caterina Percoto (1812-1887). Si racconta infatti che l’artista si sedesse qua sotto, all’ombra dei suoi imponenti rami, per scrivere i propri componimenti.

A 500 metri dalla quercia si trova la casa natale della poetessa, risalente al Seicento: un antico edificio padronale su tre piani che presenta all’ingresso una lapide commemorativa, mentre tutt’attorno sorgono alcune costruzioni rurali di valore ambientale.

Abbazia di Rosazzo, con una vista mozzafiato

A 8 km da Soleschiano, infine, merita una tappa l’antica Abbazia di Rosazzo, in cima all’omonimo colle e immersa in un suggestivo paesaggio fatto di vigne, colline e attraversato dal fiume Natisone. Il complesso abbaziale è composto da diversi edifici che formano gli ambienti tipici di un monastero, arricchiti da giardini pensili e da un belvedere. La struttura più importante è la chiesa di San Pietro Apostolo, costruita all’inizio dell’XI secolo, il stile romanico e ricca di affreschi. È visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Dal belvedere dell’Abbazia di Rosazzo la vista è spettacolare e nelle giornate in cui il cielo è più limpido si scorgono i piccoli borghi rurali che punteggiano il territorio, come Manzinello, San Lorenzo, San Nicolò e Soleschiano.

Paesaggio nei dintorni di Soleschiano di Manzano

Fonte: iStock

Paesaggio nei dintorni di Soleschiano di Manzano