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Gesualdo, il borgo panoramico nel cuore dell’Irpinia

Tra i Borghi Più Belli d’Italia, Gesualdo in provincia di Avellino è un affascinante borgo nel cuore dell’Irpinia raccolto attorno al suo castello medievale: strette lastrine lastricate, vicoli e antichi passaggi ne disegnano il centro storico e si aprono su incantevoli scorci panoramici sulla Valle del Fredane.

È conosciuto anche con il nome di “Città del Principe dei Musici” in onore di Carlo Gesualdo, l’ultimo importante esponente della polifonia rinascimentale.

gesualdo avellino

Scorcio di Gesualdo

Cosa vedere nel borgo panoramico

Dalla caratteristica forma circolare a cerchi concentrici attorno al castello, il centro di Gesualdo è idealmente suddiviso in tre aree:

  • a ovest della fortezza si addossano le piccole case costruite secondo i canoni dell’architettura feudale, con pochi vani e tetti spioventi
  • a sud si susseguono eleganti palazzi signorili del XVII secolo, perfettamente restaurati dopo il terremoto del 1980
  • a est si staglia l’autentica città barocca impreziosita da fontane, grandiosi portali, piazze e ampie scalinate

Passeggiando nel cuore antico del borgo, meritano una sosta in particolare i Palazzi Pisapia e Mattioli, dall’originale bellezza, la Fontana dei Putti, Piazza Umberto I e Piazza Neviera.

Ma non soltanto. Tra gli edifici religiosi spiccano la Chiesa di San Nicola e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

La prima risale al XII secolo e sorge nei pressi delle mura del castello. L’interno custodisce la tela raffigurante la Madonna della Neve, commissionata nel XVI secolo dal Principe Carlo Gesualdo all’artista napoletano Taurella.
Di sicuro interesse anche le statue in legno e le numerose reliquie che ne fanno meta di pellegrinaggio.

La seconda venne edificata nel 1592 insieme al Convento dei Cappuccini.
A un’unica grande navata, conserva altari rivestiti in marmo policromo ed è una delle chiese più frequentate e amate del suggestivo borgo dell’Irpinia.

gesualdo panorama

Panorama di Gesualdo con il Castello

Il leggendario Castello di Gesualdo

Il Castello è, senza dubbio, la meta principale da ammirare durante una visita a Gesualdo, fulcro del borgo antico che lo domina dall’alto e dona una visuale mozzafiato.

Maestoso e imponente, risale all’Alto Medioevo, forse all’epoca longobarda nel VII secolo su incarico di Romualdo, duca di Benevento, oppure, secondo alcuni, di Radelchi, Principe di Benevento, nel IX secolo.

Primo signore fu Guglielmo d’Altavilla e poi, nella seconda metà del Cinquecento, divenne dimora del Principe Carlo Gesualdo che qui si rifugiò da Napoli, dopo l’omicidio della moglie Maria d’Avalos e del suo amante, per sfuggire alla vendetta delle due potenti famiglie.
La leggenda narra che il Principe visse al castello nel senso di colpa per l’atto compiuto e che il fantasma di Maria d’Avalos si aggiri tra le stanze durante le notti di luna piena.

Per volere di Carlo Gesualdo, il castello da fortezza militare si trasformò in una splendida dimora signorile in stile rinascimentale.

Dopo decenni di abbandono, nel 1855 divenne proprietà della famiglia Caccese che lo riportò a nuova vita.

A seguito del sisma dell’1980, fu dichiarato inagibile fino a quando, nel Duemila, acquistato dal Comune e dalla provincia di Avellino, è stato sottoposto a restauro.

Oggi si presenta nuovamente in tutta la sua bellezza, con la facciata che richiama l’architettura ottocentesca e gli interni, dagli ampi soffitti a volta, in stile rinascimentale con elementi gotici.

Al piano terra sono visitabili le cucine e le stanze della servitù mentre al primo piano è esposta la Mostra permanente “Carlo Gesualdo da Venosa. Gli strumenti musicali” con fedeli riproduzioni degli strumenti musicali appartenuti al Principe, partiture a stampa e manoscritte, e stupende riproduzioni degli abiti in voga nelle corti nobiliari napoletane del Cinquecento.

gesualdo

Il borgo di Gesualdo

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Il paese sotto al Gran Sasso che sembra disegnato da un bambino

C’è un piccolo paese situato ai piedi del suggestivo Gran Sasso che è di incantevole bellezza. Lo è per le sue storie che sono tramandate dalle persone, per le testimonianze del passato e per quelle tradizioni di montagna preservate preziosamente nel tempo. Ma anche per i suoi muri che parlano e raccontano il passato della nostra infanzia.

Ci troviamo nel piccolo borgo di Azzinano di Tossicia, in provincia di Teramo. Nel paese in cui sono state ritrovate delle tombe risalenti al neolitico e che testimoniano la sua antica identità, tra le case e gli edifici tipici dell’architettura montana dell’Abruzzo che addossati l’un l’altro si affacciano sugli stretti vicoli che attraversano il paese. Ed è propio qui, tra le stradine, che sui muri sono conservati i ricordi più belli dell’infanzia raccontati con colori vivaci e disegni incantati.

Il borgo che parla attraverso i muri

Azzinano di Tossicia è un borgo dipinto, un paese della meraviglie che ci catapulta in quello che sembra un museo en plain air di straordinario incanto. I meravigliosi e inediti murales naïf parlano di tutti noi, dei giochi della nostra infanzia, quando ancora non esistevano smartphone e connessioni. Una galleria d’arte a cielo aperto, proprio alle pendici del Gran Sasso, che ogni anno si arricchisce di nuove storie e colori, creando un’atmosfera magica e unica.

Azzinano, il borgo dipinto

Azzinano, il borgo dipinto

In questo paesino nacque Annunziata Scipione, una delle più grandi artiste naïf italiane che ha saputo raccontare l’identità delle popolazioni agreste del Gran Sasso attraverso i suoi capolavori. È proprio per celebrare la pittrice che, nel 2001, gli abitanti del borgo decisero di rinnovare le strade, le piazze e i vicoli, colorando le facciate della case con disegni e pitture murali.

Quella scelta si tramutò in un omaggio alla spensieratezza fanciullesca, ai giochi d’infanzia delle vecchie generazioni. Così ecco che i muri di Azzinano hanno preso vita attraverso il gioco della campana, quello del nascondino, la mosca cieca e il tiro dei dadi.

Giochi semplici ma fondamentali per la spensieratezza dei bambini vissuta all’aria aperta con pochi oggetti, tanti amici e una scia di creatività lasciata dietro le spalle. La stessa che ora rivive nel borgo di Azzinano.

Azzinano, il borgo dipinto

Azzinano, il borgo dipinto

Azzinano: il borgo dipinto

Visitare il borgo di Azzinano è un’esperienza unica, un viaggio attraverso il tempo e i ricordi d’infanzia che passa per un’arte reale e suggestiva, favolistica e concreta. Un paese dipinto che, negli anni, si è trasformato in un museo a cielo aperto visitabile gratuitamente a ogni ora del giorno e in ogni momento dell’anno.

Questi muri d’autore, che portano la firma di artisti di fama nazionale, hanno trasformato il piccolo borgo di Azzinano in un Paese dei Balocchi dove è possibile tornare bambini, anche solo attraverso lo sguardo. Ed è proprio sotto di questo che i colori sembrano cambiare, brillanti alla luce del sole, intensi con quella del tramonto, ma sempre spettacolari.

Il museo a cielo aperto di Azzinano però, è in continua evoluzione. Lo è perché ogni estate artisti provenienti da ogni parte d’Italia tornano qui a dare voce a quei muri, pronti a raccontare nuove storie.

Azzinano, il borgo dipinto

Azzinano, il borgo dipinto

 

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Borghi itinerari culturali Notizie Viaggi

Borghi più Belli d’Italia: ci sono 8 new entry

Altri 8 gioielli del nostro Paese entrano a far parte dei “I Borghi più Belli d’Italia”. Salgono così a 334 i borghi ammessi all’interno dell’Associazione sorta dall’esigenza di salvaguardare e valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che spesso sono emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti. Scopriamo, dunque, quali sono gli 8 nuovi borghi più belli d’Italia.

Bagnara di Romagna, splendido esempio di ‘castrum’ medievale

Ciò che rende speciale Bagnara di Romagna, situato nella verde pianura ravennate a sud-ovest di Lugo, lungo gli Stradelli Guelfi, è che tra tutti i borghi fortificati che sorgevano lungo il percorso parallelo alla Via Emilia resta l’unico esempio di castrum medievale tuttora integralmente conservato, con l’intero sistema difensivo visibile ancora oggi.

Emblema della graziosa cittadina è la Rocca sforzesca, col grande mastio, i loggiati perimetrali, il cortile centrale restituito all’aspetto rinascimentale e alcuni ambienti interni con i soffitti lignei originali. Oggi vi si può visitare il Museo del Castello, con la sezione archeologica che comprende importanti reperti che illustrano la storia del borgo dall’Età del Bronzo al Medioevo, di cui rimane l’importante sito archeologico dei Prati di S. Andrea, parte fondamentale dell’originario abitato di Bagnara.

Bagnara Romagna

La Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna

Deiva Marina, tra terra e mare

Si trova in provincia della Spezia, Deiva Marina, che ha appena fatto il suo ingresso tra I Borghi più Belli d’Italia. La cittadina è divisa in due parti principali. C’è il borgo antico, caratterizzato da vicoli stretti e dalle case dalle tonalità pastello, tipiche dell’architettura ligure, che si sviluppa attorno alla piazza antistante la chiesa di Sant’Antonio Abate, cuore del centro storico. E c’è poi la zona turistica della Marina, caratterizzata da un’ampia passeggiata a mare, costellata da alberghi, ristoranti e villaggi. Perfetta anche per gli amanti del trekking, per le piacevoli passeggiate che offrono i sentieri dell’entroterra.

Gesualdo, nel cuore dell’Irpinia

Ci spostiamo in Campania, in provincia di Avellino, dove incontriamo il borgo di Gesualdo, uno dei paesi più tipici dell’Irpinia. Celebre per aver accolto il compositore Carlo Gesualdo, che vi si rifugiò dopo una serie di tragiche vicende, fino alla sua morte nel 1613, si inerpica su una collina sul fianco destro della piccola valle del fiume Fredane e si raccoglie attorno al suo Castello, da cui si può godere di un panorama davvero emozionante. Passeggiando per le vie, i vicoli e le piazze si possono ammirare monumenti, chiese e scorci caratteristici che testimoniano un passato illustre gelosamente custodito tra questi luoghi e tradizioni ancora solide, che vale la pena scoprire.

Ingria, tra i borghi meno popolosi d’Italia

Ingria è uno dei comuni meno popolosi d’Italia – conta circa 45 abitanti – ed è il primo che si incontra risalendo la Val Soana, in Piemonte. Si trova a poco più di 50 km a nord di Torino, ad una altitudine di 816 metri, ed è caratterizzata da tipiche case in pietra, con i tetti a “lose”, arcate, scalette e ballatoi squisitamente alpestri, che conferiscono un tono pittoresco a tutta la zona. Partendo dal borgo, si potranno scegliere suggestive passeggiate tra le incantevoli frazioni che costellano questo affascinante borgo, lungo le mulattiere e i sentieri che si snodano tra i boschi, corsi d’acqua, borgate e panorami mozzafiato.

Miglionico, fascino antichissimo

Tra i nuovi Borghi più Belli d’Italia scopriamo anche Miglionico, situato nella parte orientale della Basilicata, in provincia di Matera. Abitato sin dai tempi più remoti, come testimonia il rinvenimento in zona di vasi e tombe del VI secolo a.C., sorge su una collina tra i fiumi Bradano e Basento a 465 metri sul livello del mare. Secondo la tradizione, fu fondato da Milone, atleta olimpico di Crotone del VI secolo a.C.; secondo altri studiosi, il fondatore di Miglionico srebbe stato Milone di Taranto, un luogotenente di Pirro che prese parte anche alla battaglia di Heraclea, che su queste colline fondò una colonia militare.

Tra i siti di maggior interesse, spiccano il Castello del Malconsiglio, un tempo imponente maniero situato nella parte più alta del borgo, con mura di recinzione e torri di avvistamento, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, con portale rinascimentale e preziose tele – tra cui una di Tintoretto, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e il convento di San Francesco.

Miglionico

Veduta del borgo di Miglionico dal Castello

Rosazza, il borgo più misterioso d’Italia

Nell’alta Valle Cervo, lungo il corso dell’omonimo fiume in provincia di Biella, incontriamo l’affascinante e misterioso borgo di Rosazza, con le sue eccentriche strutture e architetture legate alla figura di Federico Rosazza, Senatore del Regno, già membro della Giovane Italia mazziniana e Gran Maestro Venerabile della massoneria biellese.

Prime fra tutte, il Castello di Rosazza, fatto erigere dallo stesso Senatore, con la sua caratteristica torre guelfa e i riferimenti all’esoterismo e alla Loggia, i muri e le colonne che richiamano i templi di Paestum e l’ingresso realizzato tramite un arco in pietra sbrecciata che riproduce l’arco di Volterra, opera etrusca del IV secolo a.C. Un luogo che, al di là delle suggestioni esoteriche, è custode di arte e cultura, tradizioni e mestieri legati alla vita della valle e un passato da riscoprire.

Varzi, un tuffo nel medioevo nel cuore dell’Oltrepò Pavese

Per incontrare Varzi bisogna giungere nel cuore dell’Oltrepò Pavese, nella splendida Valle Stàffora. Visitare il centro storico medievale di questo affascinante borgo lombardo è come compiere un viaggio a ritroso nel tempo. Attraverso una passeggiata tra le sue vie strette e ripide ricche di storia, le piazze, i palazzi, le chiese, le torri e il castello si ripercorrono otto secoli di storia. Invidiabile la sua posizione, che offre scorci di una bellezza paesaggistica unica e sorprendente. Il borgo fa parte, inoltre, del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli antichissimi.

Lollove, borgo senza tempo in Sardegna

L’ultima new entry tra i Borghi più Belli d’Italia è l’antico villaggio medievale di Lollove, situato a pochi chilometri da Nuoro. Dopo aver sofferto un massiccio spopolamento a metà degli anni ’60, questo affascinante borgo sardo è avvolto da un silenzio quasi surreale e regala suggestioni uniche, tra le sue ripide e strette viuzze acciottolate e le case in pietra grigia inerpicate sul declivio di una collina, da cui si può godere di uno splendido panorama che abbraccia la valle sottostante. Oggi il villaggio rivive grazie all’impegno dell’associazione turistica “Lollovers”, creata dai residenti per combattere l’abbandono di questi luoghi, proponendo eventi e mini tour esperienziali per fare conoscere la storia e le tradizioni di un borgo ricco di fascino.

Lollove

Una splendida veduta del borgo di Lollove

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Questo antico borgo dell’Umbria un tempo era uno Stato a sé

Oggi è una piccola frazione del Comune di San Giustino, in provincia di Perugia, ma un tempo ebbe una grandissima importanza storica. Stiamo parlando di Cospaia, e qui si è svolta una vicenda incredibile.

Nel 1441, si trovava tra il confine dello Stato Pontificio e la Repubblica di Firenze dei Medici e, in un periodo storico tra i più importanti della nostra storia, mentre dal Medioevo si entra nel Rinascimento, in questo un minuscolo territorio succede una cosa imprevedibile: per errore prende vita la Repubblica di Cospaia, che allora contava solamente 350 abitanti, e che è esistita fino al 26 giugno 1826.

La storia della Repubblica di Cospaia

Un piccolo Stato indipendente, durato quattro secoli, la cui storia è nota a pochi. Fu Papa Eugenio IV, impegnato nella lotta con il Concilio di Basilea, a cedere il territorio di Sansepolcro alla Repubblica di Firenze. Per errore, nella designazione del confine, una piccola striscia di terra non venne inclusa nel trattato che delimitava i confini, e gli abitanti dichiararono prontamente l’indipendenza. Nacque così la più piccola Repubblica del mondo.

Un consiglio di anziani e l’insieme dei capifamiglia bastavano a dirimere le questioni, magari con l’intervento del curato, l’unico in grado di leggere e scrivere. Facendosi notare il meno possibile, questa comunità anarchica visse così indisturbata.

Solo dopo alcuni secoli, ottenuto un atto di sottomissione da parte di 14 rappresentanti del territorio, Cospaia entrò a far parte dello Stato della Chiesa. Ogni anno, ancora oggi, nel mese di giugno, si celebra la Festa della Repubblica di Cospaia, per commemorare la fine dell’indipendenza.

Cosa resta a Cospaia della Repubblica

Gli abitanti della Repubblica fecero tesoro di questa insolita situazione geo-politica, traendo vantaggio dalla mancanza di tasse, dazi e gabelle, e ne approfittarono per sviluppare, fra i primi in Italia, la coltivazione del tabacco. Cospaia, la Repubblica dove tutto era lecito, diventò a tutti gli effetti la capitale del tabacco.

Il piccolo Stato resistette, nei secoli, ai tentativi dello Stato Pontificio e del Granducato di Toscana di imporre dazi alle coltivazioni, superò il periodo napoleonico e il Congresso di Vienna che riconobbe solo quattro Repubbliche al mondo: gli Stati Uniti, la Svizzera, San Marino e Cospaia.

E la coltivazione e il commercio clandestino del tabacco portarono così un certo benessere. Tuttora, alcune varietà di tabacco vengono definite con il nome di “cospaia”. Ancora oggi, nonostante il tabacco non sia più una fonte di reddito per gli abitanti del borgo, rimangono ancora le tipiche strutture utilizzate per la sua produzione, come gli essiccatoi sparsi in tutto il territorio.

Tra gli edifici degni di nota, c’è Villa Giovagnoli-Liuti risalente al XVIII secolo. Rappresenta un tipico esempio di villa padronale con una casa colonica annessa, a testimonianza di un passato legato alla coltivazione del tabacco le cui tracce sono ancora ben visibili nell’essiccatoio.

Sulla porta della chiesa parrocchiale della confraternita, resta un’iscrizione in latino che fa riferimento all’indipendenza del passato (“Perpetua et firma libertas”, “Perpetua e sicura libertà”).

Alcuni reperti sulla Repubblica di Cospaia sono conservati oggi nel Museo del Tabacco a San Giustino.

Per esigenze d’irrigazione dei campi di tabacco, fu innalzato un terrapieno come diga creando così un laghetto artificiale. Il Lago di Cospaia è oggi un luogo molto amato, specie d’estate, dagli abitanti della zona che vengono a pescare, ma che attira anche turisti da altre zone d’Italia.

Il Sentiero del contrabbandiere

Tutt’intorno si snoda il Sentiero del contrabbandiere, che un tempo veniva percorso dai contrabbandieri che portavano il tabacco di contrabbando verso il Montefeltro. Il Sentiero del contrabbandiere è un percorso ad anello di 12,5 chilometri che tocca ben tre Regioni, Umbria, Toscana e Marche. Il punto di partenza è Cospaia.

Dall’abitato, che si trova a soli a 373 metri sul livello del mare, si sale verso le colline fino raggiungere i 659 metri del Monte Garrole e, più avanti, Poggio Sportino, il punto più alto della camminata a 861 metri. Da qui si ridiscende verso Cà Concello, si segue il corso del Vertola e poi lo si abbandona per risalire verso Corposano. Da qui, un lungo tratto in discesa riporta fino a Cà Magnano (392 metri) e Cà Mulinello. L’ultimo tratto è verso Cedinna da dove il sentiero riconduce alla Chiesa di San Lorenzo e infine a Cospaia.

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Il borgo con la più importante raccolta di opere seriali d’Italia

Nella magica Maremma Laziale svetta Tarquinia, città del viterbese che è uno scrigno incredibile di cultura etrusca e romana. Uno dei centri più importanti dell’Etruria dal punto di vista artistico e architettonico, un borgo che si lascia scoprire lentamente e che possiamo definire un sito archeologico a cielo aperto. Non è un caso che abbia saputo conquistare viaggiatori da tutto il mondo.

Cosa vedere a Tarquinia

Tarquinia è un luogo in cui i turisti possono trovare ogni meraviglia: bellezze architettoniche, artistiche e archeologiche di grande valore storico, e riserve naturali come la Riserva Naturale delle Saline di Tarquinia, la Campagna Maremmana, i Monti della Tolfa e i Monti Cimini. L’antico centro etrusco e romano su cui si fonda la città, sorgeva sulla Civita”, una collina alle spalle del “colle dei Monterozzi” dove oggi si trovano l’abitato di Tarquinia, e la necropoli antica (necropoli dei Monterozzi).

Il Duomo costruito nel 1260 è il principale luogo di culto del borgo, e merita di certo una visita. Così come le bellissime chiese: la Chiesa di Santa Maria in Castello, l’arabeggiante Chiesa della Santissima Annunziata, la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa di San Leonardo e la Chiesa del Suffragio. Passeggiando per il centro storico di Tarquinia, si scorgono le spiccate caratteristiche medievali: le grandi torri che svettano qua e là tra le case, e le possenti mura di cinta che proteggono ancora la parte nord della città.

Da non perdere, durante la visita a questa cittadina così ricca di storia e cultura, anche i resti di Palazzo dei Priori,  Palazzo Vitelleschi,  in cui ammirare i reperti nelle sale del Museo Nazionale Etrusco, qui ospitato, e la Fontana Nova, lungo Via di Fontana Nuova: una scenografica fontana posta in uno scenario suggestivo di rupi, arcate e verdi prati. Questo è anche un apprezzato punto panoramico su tutto il centro storico di Tarquinia.

Tarquinia cosa vedere

Uno scorcio di Tarquinia

Tarquinia: il borgo con la raccolta di opere seriali più importante d’Italia

Tarquinia, tuttavia, non è solo uno dei borghi scrigno d’arte e cultura antichissime. In questa cittadina della maremma laziale è presente la raccolta di opere seriali più importante e vasta d’Italia. Si tratta della Collezione Peruzzi (prima a Milano e dal 2017 a Tarquinia): oltre duecento opere seriali di arte italiana contemporanea, che ha preso vita dal 1980 grazie alla passione dell’Ingegner Vittorio Peruzzi, che ha raccolto opere di artisti che rappresentano in modo completo i movimenti e gli artisti italiani conosciuti in tutto il mondo.

La Casa Museo Peruzzi di Tarquinia, alle Piane del Marta, è diventata un vero e proprio punto di riferimento assoluto per appassionati, studenti, critici, studiosi delle avanguardie internazionali dalla seconda metà del Novecento.

Cosa si può ammirare a Casa Museo Peruzzi? Diverse icone della storia del mobile moderno con le opere dei più importanti architetti del movimento moderno internazionale come: Le Corbusier, Wright, Jacobsen, Rietveld, Van Der Rohe, Castiglioni, Mollino, Frattini, Mari, Sapper, De Lucchi, Wegner, Ponti, Thonet, Magistretti, Ingrand, Starck. E rappresentanze eccellenti dei vari movimenti artistici, con opere seriali pop di Baj, Rotella, Spoldi, le sculture di Consagra e Arnaldo Pomodoro; pezzi di Afro, Burri, Capogrossi, Fontana, Vedova, Agnetti, Fabro, Kounellis, e i nuovi e già consacrati nomi come Bonvicini, Vitone e Cattelan.

Casa Peruzzi Tarquinia

Casa Museo Peruzzi

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Il borgo sommerso dal lago di Vagli che sta per riemergere

C’era una volta, tanto tempo fa, un piccolo borgo situato sulle rive del fiume Eldron, incastonato tra le Alpi Apuane non lontano da Lucca. Aveva tante case in pietra, una chiesa romanica e un ponte a tre arcate, proprio lì dove i cittadini passeggiavano e si incontravano, vivevano.

I giorni erano scanditi dai ritmi lenti fin dalla sua nascita in epoca medioevale. Fabbriche di Carreggine, nel cuore della Garfagnana, divenne in tempi moderni uno dei più grandi fornitori di ferro del nostro Paese. Ma con il passare del tempo le fabbriche situate nella zona entrarono in crisi e così il suo borgo.

Questo portò gli abitanti a dedicarsi alla pastorizia e ai campi, ma nei primi decenni del Novecento le cose sembravano destinate a cambiare grazie alla presenza del marmo del territorio. Eppure accade qualcosa che segnò per sempre l’esistenza del paese e che lo fece scomparire tra le acque.

Fabbriche di Careggine

Fabbriche di Careggine dopo svuotamento

La piccola Atlantide nel cuore della Garfagnana

Nel 1941, a seguito della costruzione della diga per sbarrare il corso del fiume Edron, si creò il lago di Vagli, un bacino artificiale collegato alla diga idroelettrica. Quello che non era previsto, però, era innalzamento delle acque di questo che in poco tempo sommersero completamente l’intero borgo medievale di Fabbriche di Careggine.

Come una piccola Atlantide, Fabbriche di Careggine, le strade, le vie e e le case degli abitanti del borgo, furono totalmente inghiottite dalle acque. Abbandonato nel 1947 dai cittadini che furono trasferiti in nuove abitazioni create nella località Vagli di sotto, Fabbriche di Careggine rimase solo un lontano ricordo tra vecchie fotografie d’epoca e memorie custodite gelosamente.

La suggestione del passato, però, è destinata a rivivere attraverso gli occhi di chi guarda ancora oggi i resti di alcuni edifici che emergono timidamente sulla superficie del lago, quasi a voler chiedere di non dimenticare. Ma non è tutto perché  nel corso degli anni il lago artificiale è stata svuotato in diverse occasioni e il vecchio borgo è riemerso in tutto il suo splendore.

Fabbriche di Careggine

Fabbriche di Careggine

Il borgo fantasma riemergerà dalle acque

Lo svuotamento del lago è un evento tanto atteso quanto incredibile perché è questa l’occasione per ammirare i resti dell’antico borgo medievale.

Quando nel 1994 il bacino fu svuotato, la visione delle case in pietra, del cimitero e della chiesa di San Teodoro, così come il quella del ponte e il campanile quasi perfettamente conservati, suscitò scalpore e suggestione nella Garfagnana e in tutta Italia. Come un viaggio nel tempo dove sembrava quasi di vedere ancora le persone vivere e parlare, camminare tra le strade del paese.

Lo svuotamento del lago, con tanto di riemersione del borgo fantasma, è diventato così un vero e proprio evento da attendere con entusiasmo, non solo dagli abitanti di Vagli di sotto che conservano lì le loro memorie e le origini, ma anche da tutti quelli che sono curiosi di guardare con i loro occhi i resti della Atlantide italiana. Un altro svuotamento era stato annunciato nel 2021 ma a causa dell’emergenza sanitaria e di ragioni tecniche questo è stato posticipato.

Da quanto annunciato negli scorsi mesi da Mario Puppa, ex sindaco di Careggine, sarà possibile osservare di nuovo il borgo fantasma di Fabbriche di Careggine nel 2023. Così, dopo quasi trent’anni il paese riemergerà dalle acque.

Fabbriche di Careggine

Fabbriche di Careggine

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Borghi Viaggi

È offline e felice uno dei più bei borghi d’Italia

I borghi d’Italia non smettono mai di stupirci perché è loro l’onere e l’onore di preservare le tradizioni autentiche e antiche che si tramandano da generazioni, di promuovere un ritmo di vita lento che ormai è andato perduto tra il caos e il disordine dei giorni e di conservare la genuinità in ogni suo aspetto.

Passeggiare tra i borghi d’Italia è un’esperienza unica. Qui si può ancora sentire il profumo del ragù che invade le strade a mezzogiorno, si possono osservare i panni stesi alla stregua di un’installazione moderna e ascoltare le persone del posto, che si conoscono tutte, e che ti tutti conoscono la storia.

E Lollove deve essere esattamente così, un paesino sospeso nel tempo e nello spazio, anche se grazie alle sue coordinate geografiche può essere raggiunto facilmente. Un borgo, ora annoverato tra i più belli d’Italia, dove si può vivere una vacanza all’insegna del digital detox, offline e felici, esattamente come sono i suoi abitanti.

LOLLOVE

Lollove

Lollove, il borgo più bello d’Italia

Il suo nome desta tanta curiosità, probabilmente proprio per quel love che sembra riferirsi a un rifugio d’amore. E in effetti questo paesino sardo, eletto tra i borghi più belli d’Italia, è davvero un angolo di pace straordinario, un luogo da raggiungere per staccare da tutto e da tutti, in compagnia della propria dolce metà o in solitudine.

Lollove, infatti, è completamente disconnesso dal resto del mondo, e lo è letteralmente. Il borgo sardo, situato a pochi chilometri da Nuoro, è sprovvisto di rete. Questo vuol dire che non c’è possibilità alcuna di connettere device o smartphone a internet. E allora sì che qui si può vivere una vera esperienza di digital detox.

Ed è proprio la possibilità di restare offline, anche se solo per qualche giorno o per un mese, e di godere del territorio nella sua forma più genuina, ha fatto sì che Lollove sia stato scelto per essere inserito tra Borghi più belli d’Italia. Il paesino sardo, già presente nella Guida 2022 dell’Associazione, è al fianco di altri borghi del territorio come La Maddalena, Sadali e Posada.

E quindi, senza internet, cosa si può fare nel borgo? Scopriamolo insieme.

Lollove

Lollove

La vacanza detox e felice nel borgo offline

Detox e felice: è questa la vacanza perfetta, quella che da qualche anno a questa parte ricerchiamo e pretendiamo. E ora abbiamo un luogo meraviglioso in cui vivere questa esperienza di disconnessione.

Lollove è un piccolo borgo medievale immerso nel verde dell’entroterra della Sardegna. Non c’è traffico e le stradine sono poco popolate, qui, infatti, vivono appena 12 abitanti. Eppure quelli bastano a mantenere viva la storia del luogo, la sua tradizione l’arte e la gastronomia. Lo fanno, per esempio, con le feste dedicate ai Santi Curatori, con le tradizioni, con laboratori organizzati per i turisti in cui questi possono imparare a fare il pane, la pasta o a coltivare l’orto.

Ma gli obiettivi sono molto più ambiziosi: con il riconoscimento di borgo più bello d’Italia l’amministrazione locale vuole rilanciare il Paese puntando tutto sull’offerta di un‘esperienza lenta, offline e a contatto con la natura.

Presto si inizierà a lavorare per costruire servizi e infrastrutture per i turisti e per i nuovi residenti, ma la promessa è quella di mantenere questo borgo autentico e genuino, perché è questa la caratteristica che oggi lo rende un luogo in cui perdersi e ritrovarsi, senza Google Maps.

Lollove

Lollove

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Nel cuore di questo ghiacciaio esiste un palazzo incantato

Esistono luoghi, in ogni parte del globo, che ci ricordano che il mondo che abitiamo è un posto meraviglioso. Sono le opere architettoniche e quelle scultoree costruite dall’uomo alle quali si affiancano anche tutti quei capolavori che portano la firma di Madre Natura. Come quel ghiacciaio in Tirolo che nasconde nelle viscere della terra il suo tesoro più prezioso.

Ci troviamo nella conosciuta e suggestiva Zillertal, la più grande delle valli della Inntal nel Tirolo Austriaco. È qui che, immerso in cento sfumature di un blu quasi surreale che fanno da contrasto alle bianche trasparenze del ghiaccio, si trova un regno incantato. Un palazzo di 15 metri che si nasconde all’interno di un ghiacciaio.

Tirolo: il regno di Frozen in un ghiacciaio

Il Natur Eis Palast, letteralmente Palazzo naturale di ghiaccio, si trova all’interno del ghiacciaio dell’Hintertux, già meta prediletta di tutti gli amanti degli sport invernali. La porta di accesso per questo viaggio straordinario si trova a 3.250 metri di altitudine, da qui è possibile entrare all’interno di una grotta e attraversare questo magico e suggestivo universo di ghiaccio.

Viaggio all'interno del ghiacciaio di Hintertux

Viaggio all’interno del ghiacciaio di Hintertux

Un palazzo che è un vero e proprio capolavoro unico al mondo e porta la firma di Madre Natura. Si è formato a seguito di una profonda crepa all’interno del ghiacciaio Hintertux, la stessa che oggi ci permette di entrare nel suo ventre. Un labirinto che si snoda a una profondità di circa 25 metri sotto le piste da scii presenti sul territorio e che offre delle visioni straordinarie e idilliache.

Ci sono le camere di cristallo che, come il nome stesso suggerisce, sono contraddistinte dalla presenza di cristalli di ghiaccio che sono in eterna mutazione, c’è la camera del vestibolo glaciale, il fiume, i laghi e le cascate ghiacciate. Tutto qui sotto assume i contorni favolistici di una realtà surreale, quella di un regno gelato tutto da scoprire.

Natur Eis Palast: tutte le attività

Entrare all’interno del Palazzo naturale di ghiaccio nel Tirolo austriaco è un’esperienza straordinaria da fare almeno una volta nella vita in solitudine, in coppia o con la famiglia. Questo regno magico è aperto tutto l’anno e consente di vivere un’esperienza al di fuori dall’ordinario.

Viaggio all'interno del ghiacciaio di Hintertux

Viaggio all’interno del ghiacciaio di Hintertux

La visita si svolge in totale sicurezza con tanto di casco e cintura e inizia attraversando una sala d’ingresso immersa in questo azzurro quasi mistico. Dopo di che si prosegue per le sale di ghiaccio, il laghetto e una cappella illuminata da luci rosse fino ad arrivare al cuore di questo regno: palazzo alto 15 metri.

Si può scegliere di visitare il ventre di ghiacciaio a piedi, seguendo il percorso e attraversando i cunicoli tra incanti giochi di ombre e luci, oppure vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario. Il palazzo, infatti, è visitabile anche con un gommone che naviga sul piccolo fiume che attraversa gli interni di Hintertux, in alternativa – e per i più allenati – è possibile anche remare sul corso d’acqua sopra uno Stand Up Paddle.

I più temerari, infine, possono scegliere di attraversare il crepaccio a nuoto e provare il brivido di fare il bagno in un ghiacciaio. La temperatura è da brividi, raggiunge infatti i -0,2 gradi sotto lo zero. Ma se avete una certa preparazione sportiva, tanta audacia e un pizzico di follia, una visita nel palazzo naturale di ghiaccio può trasformarsi in un’avventura indimenticabile.

Viaggio all'interno del ghiacciaio di Hintertux

Viaggio all’interno del ghiacciaio di Hintertux

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I migliori borghi d’Italia dove andare con il tuo cane

Sono sempre più le persone che decidono di partire per le vacanze accompagnate dai loro fedeli animali domestici. Condividere un viaggio con il proprio cane è un’esperienza entusiasmante e sicuramente unica, ma non bisogna sottovalutare l’importanza di un’accurata organizzazione. Ci sono infatti luoghi che non sono molto adatti ai nostri amici a quattro zampe, e non è difficile incappare in qualche ostacolo se non si sceglie con attenzione la meta delle vacanze. In Italia, per fortuna, si può optare per tantissime splendide destinazioni. Ecco i borghi più belli dove andare insieme al nostro cane.

Come scegliere la meta per le vacanze con il cane

Quando si parla di borghi, il nostro Paese vanta un patrimonio immenso: splendidi villaggi perduti tra le montagne o affacciate sul mare turchese, immersi nel verde delle colline o a due passi da laghi suggestivi. E naturalmente, molti di questi custodiscono capolavori architettonici tutti da scoprire. Ma se vogliamo esplorare questi posti con i nostri amici animali, potremmo trovare qualche brutta sorpresa. Non tutti i luoghi sono infatti pet friendly, ed è importante organizzare con anticipo le nostre vacanze per evitare ostacoli in grado di rovinarci il viaggio.

Quali sono i requisiti a cui prestare attenzione se abbiamo intenzione di spostarci con il cane? Dalle strutture ricettive che accolgono anche gli animali all’ampia varietà di spazi aperti dove poter passeggiare e magari addirittura lasciar scorazzare liberamente i nostri fedeli amici: queste sono necessità primarie per potersi davvero godere una vacanza. E molti borghi italiani si stanno attrezzando per offrire i migliori servizi alle persone che viaggiano insieme ai loro animali. Ad occuparsi di queste realtà sempre più diffuse è BorghiDog, portale dove è possibile consultare tutti i paesi veramente a misura di cane. Ecco quali sono.

Borghi dove andare con il cane

Tremezzina

I borghi dog friendly d’Italia

Piccolissimo paese dell’Alta Val Brembana, immerso in un panorama mozzafiato, Valnegra è un’ottima scelta per chi vuole godersi vacanze all’aria aperta assieme al proprio cane. Oltre a poter usufruire di locali pronti a coccolare tutti i piccoli (e grandi!) compagni pelosi di viaggio, ci sono incantevoli sentieri nella natura perfetti da condividere anche con gli amici a quattro zampe. Tra boschi rigogliosi e bellissime vedute, il divertimento è garantito per tutti. Chi è invece alla ricerca di un suggestivo borgo da esplorare, le Marche offrono una meravigliosa alternativa: Treia. Paese ricco dal punto di vista culturale e architettonico, è pronto a sorprendere i turisti che passeggiano tra le sue strette viuzze, anche in compagnia del proprio animale.

Chi ama il panorama lacustre, non può proprio perdersi una visita a Tremezzina: il borgo, affacciato sul lago di Como, ha una splendida passeggiata che si snoda lungo la sponda orientale del bacino per oltre 11 km. Un itinerario dal grande fascino, che regala non solo scorsi incantevoli sulle acque turchesi, ma anche tanti punti di riposo dove godersi la compagnia del proprio cane. Qui ci sono anche delle spiagge dog friendly, l’ideale per trovare refrigerio nelle calde giornate estive. E a proposito di spiagge, non possiamo fare a meno di citare quella di Fiumaretta, a due passi dal borgo ligure di Ameglia. Dopo aver passeggiato per il suo centro storico, non c’è niente di meglio che un tuffo per rinfrescarsi un po’. E c’è persino un’area di sgambamento sulla sabbia, un vero e proprio parco divertimenti per ogni cane.

Borghi dove andare con il cane

Sottoguda

Ma sono molti altri i suggestivi borghi dove concedersi una gita fuori porta con un amico a quattro zampe. In Piemonte, ad esempio, si può visitare l’affascinante panorama del Ricetto di Candelo, una vera e propria fortificazione medievale dove le lancette si sono fermate. Sul lago di Garda c’è invece il paese di Tremosine, che offre una delle viste più spettacolari d’Italia. Il Veneto vanta un’ottima scelta dog friendly: da Asolo, il cui centro storico è un vero gioiello, a Valeggio sul Mincio, dove ci sono splendide passeggiate. Senza dimenticare Sottoguda, antico villaggio disteso ai piedi delle Dolomiti. Nel Friuli Venezia Giulia, si possono ammirare le bellezze naturali che circondano il borgo di Venzone, oppure fare un tuffo nella storia tra le viuzze di Cordovado.

Nell’entroterra romagnolo, il paese di Montefiore Conca è il posto ideale per fare lunghe escursioni in compagnia del proprio cane. Ma anche la Toscana vanta bellissimi luoghi perfetti per chi viaggia con un animale domestico: è il caso di Barga, bellezza che sorge tra le colline lucchesi. Mentre in Umbria si può visitare il borgo di Bevagna, dove riposano splendide testimonianze d’epoca romana. Infine, la Basilicata: il piccolo villaggio di Grassano è un luogo ricco di storia e cultura, tutto da scoprire, mentre Latronico offre delle bellissime terme naturali e tante prelibatezze da assaporare.

Borghi dove andare con il cane

Bevagna

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Capurso, il borgo di Checco Zalone di cui tutti parlano

È balzato alle cronache per un episodio legato al 72° Festival di Sanremo. Durante la seconda serata della kermesse musicale, ospite d’eccezione è stato Checco Zalone, nome d’arte di Luca Pasquale Medici, originario del Comune di Capurso.

L’antefatto di Capurso

Prima di partire per la cittadina ligure che ospita il festival, il comico avrebbe chiamato il parroco della propria cittadina, don Toni, per comunicargli che stava cercando alcuni parrocchiani che lo accompagnassero sul tanto ambito palco sanremese. La parrocchia Santissimo Salvatore ha così lanciato un vero e proprio casting, con un post sui social che è diventato subito virale. Alla fine, però, si sarebbe trattato del classico “scherzo da prete” e Zalone, sul palco di Sanremo, è salito da solo. Del resto, come non aspettarsi una burla da uno dei più divertenti comici italiani?

Cosa vedere a Capurso

Fatto sta che ora Capurso è sulla bocca di tutti. Ma dove si trova questo paese? È ubicato nella prima cerniera dell’area metropolitana di Bari, a ridosso della periferia Sud. Capurso è famoso per il culto della Madonna del Pozzo, per la quale, nel 1778, è stata eretta una grande basilica, il Santuario Basilica della Madonna del Pozzo, in stile tardo-barocco. A questo luogo sarebbero legati alcuni eventi miracolosi e, ogni anno, l’ultima domenica di agosto, viene ricordata con una festa patronale. Dopo i festeggiamenti della Madonna del Pozzo, si svolge una delle manifestazioni più importanti durante la quale viene eletto il “Capursese dell’anno”, premio conferito a quei cittadini che si sono distinti in vari campi. Tra questi naturalmente c’è anche Checco Zalone.

Dal punto di vista architettonico, a Capurso spicca soprattutto il centro storico, di impianto tipicamente medievale, con i bassi, le corti, gli archi, le viuzze lastricate, su cui s’affacciano le pochissime case “palazziate”, con bugne sporgenti, come Palazzo D’Addosio che ospita oggi la biblioteca comunale, e antefisse scolpite sui tetti.

Al di sotto del livello stradale di un sentiero sterrato, nella contrada di Santa Barbara, è presente anche una piccola grotta, collocata in una campagna appartenente a privati, nella quale è ritratta l’icona di una Madonna. La Madonna di Santa Barbara (o Laura Basiliana) è un’icona bizantina che ritrae la Vergine a mezzo busto che sorregge sul braccio destro il bambino Gesù.

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Il Santuario Basilica della Madonna del Pozzo a Capurso