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Il borgo italiano che è entrato nel Guinness dei Primati

Non è la prima volta che questo piccolo comune italiano sale sul tetto del mondo aggiudicandosi il Guinness World Records. È esattamente la seconda, infatti, e la cosa che colpisce di più è che è un luogo dove vivono solo 1778 anime.

Perdasdefogu, il paese dei record

Siamo a Perdasdefogu, un comune della provincia di Nuoro, in Sardegna, situato a 599 metri sul livello del mare tra le meraviglie dell’Ogliastra. Un posto che si era già conquistato il Guinness World Record nel 2014 per la famiglia più longeva del globo (nove fratelli che insieme facevano 837 anni). E oggi sale di nuovo sul tetto del mondo aggiudicandosi il Guinness World Records di Londra come paese con la più alta concentrazione di centenari in tutto il pianeta.

In totale sono otto i cittadini “nativi e residenti” che hanno raggiunto o superato il secolo di vita sul totale degli abitanti, pari a 0,449%, in pratica più di 4 centenari ogni mille abitanti. Guida la classifica un uomo di  104 anni, la chiude un altro di 100 anni appena compiuti.

Ogliastra, una delle Blu Zone del mondo

Come detto in precedenza Perdasdefogu è situato in Ogliastra, una provincia della Sardegna che oggi è considerata una delle cinque Blu Zone a livello mondiale, ossia un’area demografica e/o geografica del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale.

Le altre sono i’Isola di Okinawa in Giappone, la Penisola di Nicoya in Costa Rica, Icaria in Grecia dove nel 2009 uno studio ha scoperto la più alta percentuale di novantenni nel pianeta, oltre a una percentuale del 20% minore di casi di cancro e il 50% di percentuale in meno per quanto riguarda le malattie al cuore, e Loma Linda in California.

Perdasdefogu, cosa sapere e vedere

Il toponimo è “pietre da fuoco”, vale a dire le pietre calcaree usate nelle fornaci per produrre calce. I suoi quasi duemila abitanti sono soliti chiamare il paese Foghesu, che tradotto è ‘fornace’. Perdasdefogu si distingue per essere un centro montano di origine medievale circondato dai ‘Tacchi’, rilievi calcarei dalla forma singolare.

Camminando tra le sue vie è possibile scoprire edifici ottocenteschi e case in pietra con al centro la classicheggiante parrocchiale di San Pietro apostolo, costruita a fine XIX secolo. Nella parte alta del paese si erge, invece, la Chiesa di San Sebastiano con forme proto-romaniche dell’XI secolo.

Nella periferia sorge da metà XX secolo il poligono interforze di Quirra, centro militare e di ricerca scientifica, integrato nella vita del paese. Accanto, invece, prende vita il parco di Bruncu Santoru con boschi di lecci e macchia mediterranea, popolati dal cervo sardo.

Imperdibili da queste parti sono Sa Brecca de is Tapparas, una sorta di canyon o grotta a cielo aperto, e le Grotte di Is Angurtidorgius. Meravigliosi anche i paesaggi solitari del Salto di Quirra e dei ‘tacchi’ di Jerzu. Immerse tra le querce, le Cascate di Luesu, tra cui il ‘salto’ di 70 metri di Su Strumpu.

Insomma, Perdasdefogu è il paese con la più alta concentrazione di centenari nel mondo, ma anche un luogo da scoprire poiché circondato da bellezze uniche.

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In Italia esiste un borgo pittoresco dove la follia è di casa

Nel cuore delle Marche, immerso nell’entroterra della regione a pochi chilometri dal mare, esiste uno dei luoghi più suggestivi, affascinanti e seducenti del nostro Paese.

Arroccato su un colle che domina il fiume Nevola, e circondato tutto intorno da vigneti e campi di girasole, Corinaldo è una delle mete turistiche d’eccellenza in Europa come testimonia il titolo di Borgo più bello d’Italia e la Bandiera Arancione conferita dal Touring Club Italiano.

È un patrimonio immenso e straordinario, quello del borgo marchigiano, che vede fondere storia, tradizione e spiritualità in un paesaggio che lascia senza fiato. Ma c’è qualcos’altro che affascina e attira viaggiatori e turisti da tutto il mondo, qualcosa che non si può spiegare ma solo scoprire e vivere: la follia che da sempre caratterizza questo luogo e i suoi abitanti.

Il paese dei matti e dei Santi

Matti e Santi hanno vissuto e convissuto in questo luogo per secoli lasciando testimonianze visibili e percettibili ancora oggi all’interno del borgo.

Perché Corinaldo è il Paese dei Santi lo sappiamo tutti. Qui, il 16 ottobre del 1980, nacque Maria Goretti, venerata come Santa e martire dalla Chiesa Cattolica. All’interno del borgo è possibile seguire un itinerario spirituale che ci porta alla scoperta dei luoghi della Santa, come la sua casa natale e il santuario che preserva le sue reliquie.

Perché il borgo in provincia di Ancona sia considerato folle, invece, non tutti lo sanno. Possiamo anticiparvi però che l’appellativo ha a che fare con gli abitanti del luogo e con le loro leggendarie storie, con curiosità e aneddoti che ancora oggi aleggiano misteriosamente tra le strade del paese.

I matti di Corinaldo

C’è un libro che spiega perfettamente perché Corinaldo è considerato il paese dei matti, o meglio, lo fanno le storie raccolte in questo testo. Ne I matti di Corinaldo di Mario Carafòli sono narrate alcune delle vicende che hanno contribuito a questo bizzarro appellativo ricavate dalle memorie del Cavalier Nicola Bolognini Bordi.

C’è la storia del signor Atavico, un cacciatore che tutte le notti svegliava le persone del paese per informarle sulle condizioni meteorologiche del giorno dopo. C’è quella del signor Gecco che, ubriaco, si gettò completamente nudo nella fontana del borgo e per questo venne arrestato. Si natta anche di un certo Pietrino Del Mosciuto che scrisse una lettera all’allora presidente del consiglio Francesco Crispi lamentandosi di non essere stato consultato prima di far entrare l’Italia in guerra.

Queste sono solo alcune delle bizzarre storie raccontante nel libro e che riguardano gli abitanti del luogo. Ma Corinaldo, tra tradizioni folcloristiche e luoghi leggendari, continua a stupire.

La casa di Scuretto, la leggenda del Pozzo e il Passaporto da Matto

Per scoprire le altre strambe storie di Corinaldo basta una passeggiata nel borgo. È attraverso questa che possiamo andare alla scoperta della casa di Scuretto, un bevitore accanito che per dimostrare al figlio di non spendere tutti i soldi nelle osterie del borgo fece costruire solo la facciata di una casa, per dimostrare ai suoi familiari che era una persona responsabile. La casa, in realtà, non fu mai costruita, ma al suo posto c’è la facciata con tanto di numero civico e finestre.

A Corinaldo celebre è anche la leggenda del Pozzo della Polenta, luogo iconico situato proprio sulla scalinata della Piaggia. La storia vuole che qui un contadino si gettò per raccogliere la polenta caduta nel pozzo senza risalire più. Le donne del paese, per sfamarlo, si recavano sul luogo ogni giorno per lanciargli salsicce e altri alimenti per sfamarlo.

E se questo ancora non vi bastasse per considerare Corinaldo un luogo folle, allora dovete raggiungere il borgo in occasione della Festa dei Folli che si tiene qui ogni anno dopo Pasqua. Una sorta di Carnevale dove colori, luci e manifestazioni sui generis si tengono tra le strade del borgo. Partecipando alla festa è possibile ottenere anche il Passaporto da Matto.

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Castelnuovo Berardenga, il borgo ricco di itinerari ciclo-pedonali

Da molto tempo ormai la Toscana strizza l’occhio ad un turismo più sostenibile. E il piccolo borgo di Castelnuovo Berardenga ha colto l’occasione per sfruttare le sue incredibili bellezze naturali, dando il via ad una lunga serie di itinerari ciclo-pedonali per invogliare i visitatori a salire in sella alla loro bici (o a camminare), proteggendo l’ambiente e godendosi al contempo un panorama meraviglioso.

Castelnuovo Berardenga, le sue ciclovie

Piccoli borghi medievali, foreste rigogliose e splendide città d’arte: la Toscana è una regione ricca di meraviglie tutte da scoprire, e farlo in bici è una vera avventura. Immerso nella natura incontaminata delle colline senesi, là dove si producono vini così rinomati da essere apprezzati in tutto il mondo, il paesino di Castelnuovo Berardenga spicca non solo per la sua bellezza senza tempo, ma anche per il suo sempre più vivo interesse per il turismo sostenibile. È in quest’ottica che, negli ultimi anni, l’amministrazione ha scelto di puntare sullo sviluppo di infrastrutture alternative, in particolare adottando un’ampia rete escursionistica e diversi itinerari cicloturistici.

Il risultato di questo grande sforzo? Ben 193 km di sentieri per chi ama fare trekking e 227 km di ciclovie, alcuni dei quali hanno già visto la luce (o sono stati finalmente rimessi a nuovo) e altri solamente in progetto. Le sorprese sono tantissime, soprattutto per i visitatori appassionati di attività all’aria aperta. Si può andare alla scoperta di paesaggi naturali incredibili e di borghi dove il tempo sembra essersi fermato, e poi fermarsi ad assaporare le prelibatezze locali, accompagnando il tutto con un buon bicchiere di vino – o, perché no?, godersi una degustazione in qualche cantina senese.

Cosa vedere a Castelnuovo Berardenga

Incantevole paesino incastonato tra le colline, Castelnuovo Berardenga è la meta perfetta per un weekend fuori porta. Oltre ad offrire lunghe camminate e avventurosi percorsi in bici, possiede un immenso patrimonio artistico e culturale che spetta a noi svelare. Nel cuore del borgo, ad esempio, ci sono tante splendide architetture medievali che si snodano tra strette stradine e scalinate in pietra, ma anche antiche ville nobiliari che hanno accolto personaggi che hanno fatto la storia. Una delle più belle è Villa Chigi Saracini, eretta sulle rovine di un castello e circondata da un grande parco all’inglese: qui sembra proprio di fare un tuffo indietro nel tempo.

Giardino Villa Chigi

Il giardino di Villa Chigi

È invece allontanandosi un po’, tra vigneti rigogliosi e profumatissimi oliveti, che si giunge ad una delle piccole perle segrete di questo territorio. Stiamo parlando del borgo fortificato di San Gusmè, circondato da imponenti mura che sono ancora oggi in perfetto stato di conservazione, e che racchiudono il cuore pulsante di questo luogo magico. A non molta distanza si erge poi la suggestiva Certosa di Pontignano, realizzata verso la metà del ‘300 e più volte rimaneggiata, ma conservante comunque il suo fascino antico. Ormai divenuta di proprietà dell’Università di Siena, ospita spesso eventi e convegni.

Non può mancare, infine, una visita al Parco Sculture del Chianti: dove il lunare paesaggio delle crete senesi si interseca con una rigogliosa foresta, è nato un lungo sentiero che si immerge nella natura, sul quale si affacciano 26 installazioni provenienti da ogni parte del mondo. L’ampia varietà di materiali impiegati, di stili rappresentati e di arte nel suo significato più vasto fanno di questo vero e proprio museo a cielo aperto un’attrazione da non perdere.

Certosa di Pontignano

La Certosa di Pontignano

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Il borgo italiano che racconta storie attraverso i muri

C’è un luogo nel cuore del Mediterraneo che da sempre incanta viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. E non lo fa solo per quelle spiagge bianche e dorate e per quelle acque turchesi e cristalline, anche se queste da sole meritano il viaggio. Lo fa sopratutto con i suoi colori, con i sapori, con la sua storia e con le sue contraddizioni, presenti e passate. Questo luogo si chiama Sardegna.

Ma quella che vi raccontiamo oggi è una Sardegna diversa da quella che in molti conoscono, lontana da quelle distese di azzurro che si perdono all’orizzonte, dal lusso e dai luoghi che d’estate vengono invasi dai turisti.

È la Sardegna della Barbagia di Ollolai, in provincia di Nuoro. Quella del borgo di Orgosolo, quella dove le storie del passato, del presente e del futuro sono raccontate attraverso i muri, attraverso oltre 200 murales.

I murales di Orgosolo

I murales di Orgosolo

Orgosolo, il borgo dei murales

Quella tra la Sardegna e l’arte dei murales è una storia d’amore antica e indissolubile tracciata in tutta la regione. Ma è Orgosolo che sembra detenere il primato di capitale dei dipinti murali con le sue 200 opere d’arte, e anche di più, che si snodano tra le case e gli edifici del borgo, le stesse opere che ogni anno attirano migliaia di turisti italiani e stranieri.

Perché Orgosolo è così speciale è presto detto. La presenza dei murales non è legata ai colori e alle forme, e neanche a un valore estetico, seppur questo è indiscutibile. Ciò che rende speciale il borgo barbaricino in cui vivono circa 4000 persone, è il fatto che le opere murali sono parlanti e tutte raccontano una storia.

Storie di chi qui è vissuto e di chi è andato via, vicende che appartengono alle memorie del borgo e dell’Italia intera. Narrazioni nei quali i cittadini possono identificarsi e riconoscersi, oppure semplicemente osservare per non dimenticare.

Ci sono uomini e donne, ci sono personaggi storici e persone identificabili. C’è la resilienza, il coraggio, il presente e il futuro. C’è tutto in quei murales che brillano al sole e che illuminano le pareti delle abitazioni, degli edifici e pure le rocce del borgo.

I murales di Orgosolo

I murales di Orgosolo

Tutte le storie di Orgosolo

Se dovessimo paragonare il borgo di Orgosolo a qualcosa di tangibile, questo sarebbe senz’altro un libro, e i suoi muri le pagine da sfogliare. Storie da osservare, da leggere a da interpretare. Perché i murales di questa terra sarda non rappresentano solo una forma d’arte da contemplare, non celebrano solo la bellezza, ma si trasformano in nuovi e inediti strumenti di comunicazione per il borgo e i suoi abitanti.

Del resto è così che è nato quel primo murale nel 1969, un dipinto firmato da un collettivo di anarchici, seguito poi dal progetto promosso da un insegnante della scuola media del borgo che, in occasione del trentennale della Liberazione dal nazifascismo, ha realizzato con i suoi studenti una serie di opere lungo Corso della Repubblica. A questi se ne sono aggiunti tanti altri grazie al contributo di artisti locali.

I murales presenti oggi a Orgosolo non si contano, ma sappiamo che sono più di 200. Raccontano la storia dei costumi locali, della cultura e delle persone che popolano questo territorio. Raccontano eventi impressi nella memoria collettiva, ma anche fenomeni storici come quelli del banditismo. Raccontano la guerra e la pace, la libertà e la bellezza.

Alcune opere d’arte, le più significative, vengono rinnovate anno dopo anno e al fianco di queste ne vengono aggiunte di nuove. Altre sono consumate dal tempo e dagli agenti atmosferici eppure sono ancora lì, impresse nei muri e nella memoria di chi le ha viste sbiadire, di chi le può raccontare alle future generazioni.

Ed è questa la meraviglia di Orgosolo, un borgo fatto di storie dipinte sui muri da leggere e da scoprire.

I murales di Orgosolo

I murales di Orgosolo

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Da sempre, è la meta più amata dai vip in Italia

Il suo fascino di borgo pittoresco, dalle case color pastello che incorniciano una delle baie più belle d’Italia risale già a molti secoli fa. Sì, perché, questo luogo d’incanto non è mai cambiato negli anni.

È rimasto tale e quale al borgo di pescatori di un tempo, incastonato in pochi metri quadrati tra il porticciolo e i monti a ridosso del paese a picco sul mare. Sono mutate solo le attività commerciali: al posto delle piccole botteghe artigiane, dove si ricucivano le reti da pesca, si vendeva il pescato appena preso e dove le donne dai monti portavano giù frutta e verdura oggi ci sono costosissime boutique di lusso ed eleganti ristoranti.

Portofino, meta vip

Samo a Portofino, nel Golfo del Tigullio, sulla Riviera ligure, un angolo incantato che continua ad affascinare. E sono soprattutto vip e celebrity d’oltreoceano che affollano la sua celebre piazzetta, eletta qualche anno fa “Locale storico d’Italia”, gli stretti vicoli e i tavolini dei bar.

Nozze e “celeb”

Questo borgo regala così tanti scorci romantici da essere tra le location predilette dei matrimoni celebri. L’ultimo celebrato in ordine di data è stato quello di Kourtney Mary Kardashian, celebre personaggio televisivo statunitense divenuto famoso per il reality “Al passo con i Kardashian” con protagonista tutta la famiglia, e il produttore discografico Travis Barker. La coppia ha scelto Portofino per dichiararsi amore eterno (con la speranza che questa sia la volta buona, essendo già la terza). Presente alle nozze tutto il clan Kardashian, mamma, sorelle, nipoti e naturalmente anche tanti amici vip.

Meta social

Negli stessi giorni, a far girare sui social le immagini di Portofino, con il suo cielo e mare blu, è stata anche un’altra celebre coppia: i Ferragnez. L’imprenditrice digitale Chiara Ferragni e il marito Fedez si sono infatti regalati un weekend d’amore – lasciando i figli Leo e Vittoria a casa con i nonni – nella cornice romantica di Portofino, alloggiando in uno degli alberghi da loro preferito, il Belmond Splendido, che ha una bellissima terrazza panoramica proprio sul golfo.

Post e story vista Portofino, a colazione, pranzo e cena. Tour in Vespa brandizzata Christian Dior messa a disposizione degli ospiti dall’hotel, tappa a San Fruttuoso in barca – non sulla micro-spiaggia in mezzo alla folla, naturalmente, ma dalla terrazza dell’unico ristorante che si trova nella piccola frazione, un fine settimana di lusso in uno degli angoli più incantevoli d’Italia.

Scoperta dai turisti stranieri

Agli inizi del 1900, sono stati dapprima i britannici e poi i tedeschi a scoprire che Portofino, da piccolo borgo marinaro, poteva diventare un’eccellente meta delle vacanze. Oggi, questo borgo – che conta ancora oggi meno di 400 abitanti effettivi, mentre si arriva a migliaia di ospiti con i turisti – insieme ai suoi dintorni sono un’importante meta turistica, soprattutto per gli stranieri, che considerano questa località una delle più gradevoli del Mar Mediterraneo.

Portofino e dintorni

Il territorio è, infatti, compreso nel Parco naturale regionale di Portofino, con ben 80 chilometri di itinerari nell’entroterra e lungo la costa (tra i più suggestivi, quello che porta all’Eremo Niasca e quello che arriva a San Fruttuoso, con la sua abbazia che è un bene del FAI), e nell’Area naturale marina protetta Portofino, un’area sommersa fatta di posidonie e di coralli intorno ai quali si è formato un habitat eccezionale.

portofino-vip

Il porticciolo di Portofino, nel Golfo del Tigullio

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In Molise c’è un piccolo borgo che sembra un museo a cielo aperto

L’Italia è un Paese meraviglioso che non smette mai di stupire. Lo sanno i viaggiatori del mondo, che giungono nella terra del sole e del mare per viverla, e lo sappiamo noi che percorriamo in lungo e in largo lo Stivale per scoprire quali sorprese questo ancora ci riserva.

E tra i mari, le montagne, i siti naturalistici e i monumenti storici e iconici ci sono anche loro, i borghi. Luoghi intrisi di fascino, di storia e di cultura, di tradizioni antiche e perpetuate nei secoli. Luoghi sospesi nel tempo e nello spazio che incantano per la loro genuinità, per la forza di restare ancorati al passato e il coraggio di guardare il futuro.

Come ha fatto e continua a fare Civitacampomarano, il piccolo borgo del Molise che è rinato grazia alla street art e che oggi è diventato un museo a cielo aperto tutto da scoprire.

Civitacampomarano

Civitacampomarano

Civitacampomarano: il borgo dei murales

Incastonato negli Appennini alla stregua di un tesoro prezioso, Civitacampomarano è diventato l’emblema del coraggio, così come coraggiosi lo sono i suoi abitanti. Il piccolo borgo del Molise, situato a circa 40 chilometri da Campobasso, condivide con molti altri borghi d’Italia lo stigma dello spopolamento.

Sono appena 400 le anime che vivono in questo comune che domina un paesaggio mozzafiato, che hanno scelto di restare nonostante tutto. Ma oggi queste persone non sono più sole perché sono circondate da quei viaggiatori che si mettono in cammino per scoprire il borgo, per ammirare gli splendidi murales che sono stati disegnati sulle case vuote e sui vecchi edifici e per partecipare a un festival straodinario.

Da borgo quasi dimenticato a museo a cielo aperto: è questa la storia di Civitacampomarano legata indissolubilmente alla figura di Alice Pasquini, street artist di origini romane, che nel 2014 ha cambiato il destino del borgo grazie alla scelta di venire qui per dipingere i muri del centro storico quasi completamente disabitato.

Civitacampomarano

Civitacampomarano

Un museo a cielo aperto

Cos’è Civitacampomarano oggi? Un museo a cielo aperto, un luogo dove storia, colore e arte convivono e meravigliano tutte le persone che scelgono di venire a scoprire il territorio molisano.

La sua seconda vita, come abbiamo anticipato, è iniziata del 2014 quando la street artist romana ha scelto di venire nel borgo e colorarlo. Alice Pasquini ha dipinto le vecchie porte, le finestre e i muri di quelle case bellissime lasciate vuote da chi ha scelto di cercare fortuna altrove. Ma questo non era abbastanza, così nel 2016 ha organizzato quella che è stata la prima edizione del Cvtà Street Fest.

In quell’occasione street artist di fama internazionale hanno creato delle vere e proprie opere d’arte sui muri del borgo portando avanti quel dialogo inaugurato anni prima dalla Pasquini. Ma quello era solo l’inizio perché anno dopo anno, nel mese di giugno, il festival è diventato un appuntamento ricorrente e indissolubilmente legato al territorio destinato a colorare tutto il borgo e ad attirare artisti e viaggiatori provenienti da ogni parte dello stivale.

Oggi Civitacampomarano è come un libro meraviglioso: ogni edificio assume le sembianze di una pagina da sfogliare che conserva tantissime storie da scoprire e da preservare oggi e domani.

Civitacampomarano

Civitacampomarano, opera di Alice Pasquini

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Manciano, il borgo della Maremma che fa sognare

Nel cuore della Maremma, non lontano dal mare, ci si imbatte in una caratteristica cittadina dalla storia millenaria. Parliamo di Manciano, gioello della Toscana su cui ora sventola la Bandiera Arancione, il prestigioso riconoscimento che il Touring Club Italiano assegna ai borghi eccellenti dell’entroterra. La destinazione ideale per chi vuole fare un viaggio nella natura e nel tempo, un luogo di benessere e tradizioni enogastronomiche da scoprire.

Manciano, la ‘Spia della Maremma’

Circondato da un territorio ancora selvaggio, Manciano offre una vista unica su tutta la Maremma Toscana, spaziando dal mare alle colline, dalle cime del monte Amiata al Lago di Bolsena. Una particolarità che è valso al borgo l’appellativo di “Spia della Maremma“.

Il paese è dominato dal Cassero di origine aldobrandesca, oggi sede del Comune, costruito su un masso di pietra arenaria grigia, al cui interno si possono ripercorrere le vicende del paese attraverso i cimeli recuperati nelle proprietà comunali. Dalla torre panoramica si può godere di una vista a 360° della Maremma fino alle isole dell’Arcipelago Toscano arrivando a scorgere, nelle giornate con il cielo particolarmente terso, persino la Corsica.

Ai piedi del Cassero, si trova un altro monumento iconico, la fontana di Piazza Garibaldi, realizzata in stile liberty nel 1913 per celebrare l’arrivo dell’acquedotto in paese. L’abitato antico di Manciano è circondato da una cinta muraria tuttora in ottimo stato di conservazione. Completata dagli Aldobrandeschi verso la fine del Duecento, costituisce l’ultimo tassello di un sistema difensivo tra i più efficienti dell’epoca, che comprendeva ben 11 torri di avvistamento, di cui oggi restano una intatta e un’altra rimasta a metà, quest’ultima sulla sinistra di Porta Fiorella.

All’interno del borgo spicca il campanile della Chiesa di San Leonardo, costruita nella prima metà del XIV secolo in stile romanico-gotico, e in seguito sottoposta a diversi interventi di restauro che ne hanno modificato l’aspetto originale. A spiccare è anche la Torre dell’Orologio, probabilmente costruita nel 1472, parte integrante del più antico palazzo comunale che ospitava anche il granaio, la scuola, la stalla e l’alloggio del vicario. Da vedere ancora nel centro storico c’è, inoltre, il Museo di Preistoria e Protostoria della Valle del fiume Fiora, che custodisce importanti reperti che permettono di ricostruire la vita delle comunità precedenti la civiltà etrusca.

Manciano borgo Maremma fa sognare

Veduta del borgo di Manciano, la “Spia della Maremma”

Cosa fare a Manciano e dintorni

A pochi chilometri da Manciano ci si imbatte in un altro gioiello toscano, il borgo medievale di Montemerano, arroccato su una collina incorniciata da ulivi secolari e dalla splendida campagna maremmana. Una meta amata dagli spiriti romantici per le mura che cingono il centro storico a forma di cuore, ma anche un luogo ricco di attrazioni da visitare, come la Chiesa di San Giorgio, al cui interno sono custodite opere d’arte di grande valore, tra cui notevoli affreschi di scuola senese del XV e XVI secolo.

Poco distante da Manciano troviamo, poi, Saturnia con le sue celebri terme. Qui ci si può immergere nelle calde acque sulfuree dalle molteplici virtù terapeutiche, che sgorgano naturalmente e incessantemente da circa 3000 anni, alla temperatura sempre costante di 37,5°. Acque prodigiose di cui si può godere gratuitamente per tutto l’anno, presso le famose Cascate del Mulino e quelle del Gorello, in una cornice naturalistica di incredibile suggestione.

Per i buongustai, questo è un territorio che vanta una produzione molto variegata di formaggi, dai classici di pecora freschi e stagionati, come il Pecorino Toscano DOP a quelli più ricercati, ma anche vino, olio, zafferano e il ciaffagnone, antenato delle crêpes. Da non perdere, infine, gli eventi che svelano storie e tradizioni del posto, tra cui il Manciano Street Music Festival, a luglio, interamente dedicato alle street band, e il Palio delle Botti, in programma nel mese di agosto. Insomma, Manciano è un borgo che sa davvero sorprendere.

Montemerano

Il borgo medievale di Montemerano

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Alla scoperta del borgo di Sasso di Castalda

Arroccato a 949 metri di altezza sul “Saxum”, enorme sasso roccioso del gruppo montuoso Arioso-Pierfaone nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Angri Lagonegrese, svetta come un presepe il borgo di Sasso di Castalda, una meraviglia della provincia di Potenza.

Nuova Bandiera Arancione del Touring Club, “U Sasse” (come viene definito dai suoi circa 800 abitanti) accoglie nella sua quieta anima disegnata da caratteristiche casette in pietra, ripide scalinate, balconi fioriti e graziosi vicoletti da cui scorgere l’incantevole panorama che lo abbraccia.

E non è tutto. Regala anche una sorpresa davvero mozzafiato e ricca di adrenalina: non per niente è conosciuto come il “borgo dei ponti tibetani”!

sasso di castalda

Veduta di Sasso di Castalda

Sasso di Castalda, il borgo che mira alla luna

Non è possibile raccontare il borgo lucano senza iniziare dalla principale attrazione che lo rende unico e avvincente, lo spettacolare “Ponte alla Luna“, inaugurato nel 2017 e costituito da due ponti tibetani tra i più lunghi al mondo.

Il percorso, sogno dei più avventurosi, si snoda lungo le sponde del “Fosso Arenazzo” che si apre alle pendici del pittoresco centro storico: passeggiando tra i vicoli, ecco la partenza del primo ponte, il Ponte Petracca, lungo 95 metri e sospeso nel vuoto a una trentina di metri d’altezza.

“Percorso di prova” per testare il proprio coraggio, conduce al versante caratterizzato dalle formazioni geologiche: dieci minuti di cammino, ed ecco il maestoso Ponte alla Luna, 300 metri di percorso sospesi nel vuoto a 102 metri di altezza sul torrente sottostante!

All’arrivo, presso i ruderi della Rocca Medievale, si apre una spettacolare terrazza panoramica in vetro da cui ammirare l’incredibile Ponte e il suggestivo panorama a 360 gradi anche grazie a un binocolo rotante.

Ponte alla Luna

Ponte alla Luna

Non solo ponti tibetani: innamorarsi del borgo tra case in pietra e itinerari naturalistici

Sasso Castalda, con le tipiche case in pietra, è uno scrigno di bellezza da scoprire senza fretta in un ritmo rilassato d’altri tempi.

Il centro storico offre notevoli punti d’interesse quali la Fontana Vecchia, la triangolare Piazza del Popolo, la casa del saggista Don Giuseppe de Luca, illustre cittadino del borgo, i resti della Chiesa della Pietà, distrutta dal sisma del 1980, la Chiesa di Sant’Antonio Abate e la Chiesa di San Rocco, risalente al 1658 con imponente campanile.

Da non perdere poi il “quartiere della Manca“, tra i più antichi di Sasso, con un arco degno di nota: da qui si prosegue per la Chiesetta della Madonna delle Grazie, restaurata di recente.

Ma non basta.

Sasso di Castalda è attorniato da una natura che fa bene al cuore: gli appassionati di trekking ed escursioni rimarranno incantati dal Geosito nel canyon, testimonianza dello scontro tra la zolla eurosiatica e quella africana durante le ere geologiche, dal Sentiero Frassati, 22 chilometri tra i più panoramici della Basilicata, dal sentiero di San Cosma e Damiano, tra le vie lucane più interessanti, e dal magnifico Bosco della Costara dove troneggia un faggio monumentale di ben 400 anni!

Ancora, regalano emozioni la vista di Pietra Castalda, gigantesco masso monolite dove sorse in passato il nucleo originario del borgo, e l’Area faunistica del cervo, oasi in collina dove avere un incontro ravvicinato con gli animali del bosco che qui vivono custoditi e tutelati da esperti.

sasso di castalda panorama

Panorama di Sasso di Castalda

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Borghi Curiosità Idee di Viaggio panorami Viaggi

Il borgo immerso tra dolci colline e panorami da sogno

Un piccolo gioiello medievale incastonato nel cuore del Chianti, dove lo sguardo si perde tra dolci colline, panorami mozzafiato, poderi e vigneti. Uno borghi più belli della Toscana e d’Italia, scrigno di tesori inediti immerso in suggestivi scenari, che regala passeggiate in un tempo sospeso, fatte di quiete, antiche tradizioni enogastronomiche e qualche piccola curiosità. Oggi vi portiamo alla scoperta di una perla imperdibile.

Alla scoperta di Montefioralle, gioiello medievale della Toscana

Anticamente, così come si legge in un documento del 1115, si chiamava “Monteficalle”, probabilmente per via delle piante di fico che ricoprivano le pendici della collina intorno al castello. Sembra, poi, che il nome sia stato cambiato in Montefioralle, perché quest’ultimo suonava più elegante e aristocratico dell’originale. Questo piccolo e incantevole borgo medievale sorge appena sopra Greve in Chianti, il cui territorio, a metà strada circa tra Firenze e Siena, è considerato porta d’accesso privilegiata alla celebre area vinicola.

Sviluppatosi per anelli concentrici intorno al cassero feudale, alla sommità del colle, il paese è racchiuso in una cinta muraria di forma ellittica, in buona parte ancora perfettamente conservata, che presenta i resti di alcune torri, oggi trasformate in abitazioni, e le tre porte di accesso, tutte aperte direttamente nelle mura, datate tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo.

Il castello di Montefioralle si trova al centro di una zona che racchiude preziose testimonianze di vita romana. La sua origine risale al 931 circa, quando, nel viaggio da Cluny a Roma, il monaco tedesco Tanchelmo fondò su questa un monastero fortificato, sullo stile dell’architettura militare germanica. Nel 1325, Castruccio Castracani prese con la forza l’abbazia fortificata e ne modificò l’architettura, rinforzando la cinta con un secondo ordine di mura e aumentando il numero delle torri.

Successivamente, passando sotto il controllo di Firenze prima e Siena poi, fino a diventare definitivamente fiorentino, Montefioralle ha avuto e conservato a lungo una certa importanza politica. Oggi, questo grazioso paesino, inserito nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia (in cui ci sono 8 new entry), conta circa 100 abitanti ed è la destinazione perfetta per chi cerca il silenzio intervallato solo dalle dolci melodie della natura.

Cosa fare e vedere a Montefioralle

Passeggiando tra suggestivi vicoli di pietra, sui quali si affacciano le caratteristiche case che si inerpicano per il borgo di Montefioralle, verrete rapiti dalla bellezza del paesaggio toscano che lo circonda. In centro, nella parte più alta, si può visitare la Chiesa di Santo Stefano, di grande interesse artistico e architettonico, poiché al suo interno custodisce opere di pittori del XV e del XVII secolo.

Tra gli edifici più imperdibili c’è la casa tradizionalmente indicata come appartenente alla famiglia fiorentina dei Vespucci, di cui era parte il celebre navigatore Amerigo, accreditato come colui che diede il nome all’America.

Durante una visita a Montefioralle avrete, poi, l’occasione unica di degustare il Chianti Classico e i prodotti tipici della zona, partecipando a eventi unici, come la “Festa delle Frittelle”, che si tiene ogni anno nel mese di marzo, e la manifestazione “I vini del Castello”, il cui prossimo appuntamento è previsto per il 20 e 21 Maggio 2023.

Borgo immerso dolci colline panorami sogno

L’incantevole borgo di Montefioralle, perla della Toscana

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Il borgo italiano diventato una “Little America”

In Italia c’è una “Little America” e ogni giorno che passa sembra diventarlo sempre di più. Un borgo bellissimo, situato in una delle regioni più amate del mondo, è stato definito dalla prestigiosa CNNil paese d’Italia più amato dagli statunitensi. Ma perché è proprio questo luogo ad esserlo? Cosa sta succedendo esattamente?

Sambuca di Sicilia, la Piccola America

Benvenuti a Sambuca di Sicilia, borgo di origini arabe in provincia di Agrigento che conserva ancora oggi tracce del suo passato. Un vero e proprio angolo di paradiso da vivere a ritmo lento, scoprendo passo dopo passo la storia le tradizioni di un luogo che colpisce ogni visitatore.

Da queste parti le vie del centro storico pullulano di ristoranti e locali dove ordinare le specialità della cucina siciliana, altrettanti sono poi i luoghi d’interesse legati al suo passato. Sambuca, inoltre, nei suoi dintorni regala una natura straordinaria che lo rende un vero e proprio concentrato di bellezza e armonia. Poi c’è il sito archeologico di Monte Adranone, la città greco-punica posta a circa 1000 metri di altitudine da cui si gode uno dei panorami più vasti e incredibili della Sicilia.

Ma arriviamo al punto: perché Sambuca di Sicilia è diventata una Piccola America?

Sambuca di Sicilia e le case a 1 euro

Era il 2019 e la CNN scelse di pubblicizzare la vendita delle case a 1 euro in questo delizioso borgo agrigentino. Da quel momento sono passati 3 anni e la cosa più curiosa è che questo periodo ha portato ben 150 compravendite, di cui l’ottanta per cento a stelle e strisce, motivo per cui Sambuca di Sicilia è diventato “il paese italiano più amato dagli americani”.

Sambuca di Sicilia case 1 euro

Una splendida veduta di Sambuca di Sicilia

Basta scendere tra le strade di questo eccezionale paese siciliano per scoprire decine e decine di statunitensi che passeggiano nel centro storico. Chiacchierano con la gente del luogo, sorseggiano un caffè e si godono la meravigliosa atmosfera. La vita scorre lenta, nessuno ha fretta. Le panchine sono di nuovo affollate e i bar un viavai di clienti pronti a guastarsi una qualsiasi specialità.

Un risultato che sorprende: nel giro di poche ore dal lancio dell’iniziativa, le mail di richiesta di informazioni erano già 40mila e, dopo due anni di pandemia, tornano a fare capolino gli investitori di mezzo mondo, giunti a Sambuca di Sicilia per la festa della Madonna che si è tenuta il 15 maggio.

Arrivare qui, per gli americani, è come fare un cambio di vita radicale: in Sicilia si vive lentamente, senza fretta, mentre in America tutto corre velocemente, tanto da diventare sfiancante.

Addio sogno americano, ora c’è il sogno italiano

L’articolo della CNN riporta le parole di alcuni americani che hanno acquistato un’abitazione a 1 euro a proprio in questo affascinante luogo della Sicilia. Tra le varie affermazioni spicca una frase che potrebbe portare a riflettere: “Se voi avete il sogno americano, noi americani abbiamo l’”italian dream”“, dice David Waters, youtuber e imprenditore dell’Idaho che con le case a un euro ha pensato di farci un business, acquistandole e rivendendole ristrutturate: “Ho un canale YouTube con ventimila iscritti interamente dedicato alle case sambucesi“. Un risultato davvero sorprendente!

Lago Arancio sicialia

Il Lago Arancio, presso Sambuca di Sicilia

A questo prezzo in America non avremmo comprato neanche un caffè”. Una faccenda, quindi, che per gli americani è serissima. Lo chiamano “un affare di cuore” a tal punto da venire in Sicilia almeno sei volte l’anno, e dopo bene diciotto ore di volo ogni volta. Perché? Perché non importa la fatica, a loro basta mettere piede a Sambuca di Sicilia per rigenerarsi.

Jessica, che ha un figlio che spera che un giorno venga a vivere qui, ha dichiarato: “Quando sarà grande questa casa sarà per lui una risorsa inestimabile“, e ha continuato con una sorta di dichiarazione d’amore per il bel borgo siciliano: “È l’effetto Sambuca, quando sono qui mi sento un adolescente che sogna a occhi aperti“.

Le serie tv sulle case a 1 euro

La cosa ancor più positiva per questo paesino che sta rinascendo dalle sue ceneri è che gli acquirenti delle case a 1 euro non sono solo americani. Ci sono anche l’avvocato franco-canadese Brigitte Doufour, l’arabo Marko Zigon, la tedesca Susanna Heinson, lo svizzero Manfred Walder. A far più notizia è stata, però, l’attrice newyorkese Lorraine Bracco, nota per aver recitato nel film “Quei bravi ragazzi” di Martin Scorsese e nella serie tv “I Sopranos”, che della sua casa a un euro ha fatto una serie tv, “Vado a vivere in Sicilia“.

Non è finita qui: un’altra serie tv sulle case a 1 euro verrà trasmessa dalla Bbc. Questa volta, però, non sarà Sambuca di Sicilia ad attrarre i media stranieri. Sarà Salemi, in provincia di Trapani, anch’esso un borgo con un delizioso centro storico che vanta stradine strette, piazze, antichi palazzi, chiese ed un maestoso castello:è un vero e proprio museo a cielo aperto.

A Salemi si respira un’aria particolare, un miscuglio di antico e di passato, di popolazioni che si sono alternate e che hanno lasciato segni visibili. Grazie a questo, la casa di produzione inglese Voltage Tv ha acquistato una delle abitazioni messe in vendita dal Comune al prezzo simbolico di 1 euro. Lo scopo è realizzare una docuserie di otto puntate che percorre tutte le fasi di ristrutturazione dell’immobile.

C’è molto interesse, quindi, per l‘Italia più autentica. La pandemia si è rivelata certamente una sfida nel portare a questo livello i progetti di Sambuca di Sicilia e di qualsiasi borgo italiano che ha abbracciato questa iniziativa, ma alla fine tutto sembra procedere nel migliore dei modi.

Il motivo di questo grande interesse per case da rimettere in sesto completamente, tante rimaste danneggiate quasi completamente dal terremoto, secondo la CCN risiede nel fatto che in molti desiderano avere una casa per le vacanze in uno dei Paesi più belli del mondo. Ma c’è anche un’altra importante componente: il grande desiderio di rivedere rinascere un paese e la sua economia.

Insomma, mentre i giovani italiani – in questa caso specifico i siciliani – fanno le valigie alla ricerca di un lavoro all’estero, sempre più stranieri ci ricordano che non dovrebbe andare così, perché il vero sogno è quello italiano e non americano.

sicilia little america

Angoli meravigliosi di Sambuca di Sicilia