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Lombardia tra fiori e piante: i 5 migliori giardini botanici da non perdere

Per riconnetterci con la natura non è sempre necessario andare lontano, a volte basta semplicemente salire in macchina, sul bus o in sella alla propria bicicletta e raggiungere il giardino botanico più vicino. In Lombardia ne esistono diversi che, soprattutto con l’arrivo della primavera, sbocciano trasformandosi in vivaci tappeti multicolore.

Se state cercando un rifugio lontano dalla folla, un angolo di tranquillità dove godervi le bellezze dei fiori e delle piante, ecco la nostra lista dei migliori giardini botanici della Lombardia, da Milano a Brescia, fino a Bergamo e oltre.

Orto botanico di Brera, Milano

Uno dei giardini più belli della Lombardia si trova proprio nel cuore di Milano, nello storico quartiere di Brera. In origine centro di meditazione e coltivazione dei Gesuiti, diventa nel Settecento un orto botanico dedicato alla formazione scientifica, dove poter studiare le specie medicinali coltivate al suo interno.

Oggi è un museo universitario in cui si tutela la biodiversità, suddiviso in tre settori: le collezioni di specie medicinali, alimentari, tintorie e di altri usi si trovano nei primi due settori, mentre il terzo ospita l’arboreto, le cui star sono i due esemplari di Ginkgo Biloba con due secoli e mezzo di vita.

L’orto botanico si trova in Via Brera ed è consigliato raggiungerlo con i mezzi pubblici: MM3 (Montenapoleone), MM2 (Lanza), MM1 (Cairoli) tram e bus 1, 2, 4, 12, 14, 61, 94. Dall’1 aprile al 31 ottobre è aperto dalle 10:00 alle 18:00, mentre dal 1 novembre al 31 marzo è aperto dalle 9:30 alle 16:30. L’ingresso è libero e gratuito.

Orto botanico Brera Milano

Fonte: iStock

Scorcio dell’orto botanico di Brera

Orto botanico Lorenzo Rota, Bergamo

È un piccolo eden cittadino l’orto botanico Lorenzo Rota a Bergamo, nato nel 1972. Seppur di dimensioni ridotte (2400 metri quadri), custodisce al suo interno un’incredibile varietà di specie vegetali, offrendo allo stesso tempo un meraviglioso panorama sulla città e sulle Prealpi Orobie.

Al suo interno ci sono due sezioni: Città Alta, dov’è possibile osservare soprattutto la flora autoctona e alcune piante derivanti da altre parti del mondo, tra cui succulente e carnivore, e Astino dov’è possibile fare un viaggio nel mondo delle piante alimentari e comprendere come possiamo vivere in modo sostenibile.

L’ingresso all’orto è gratuito, ma la sezione Città Alta è aperta solo dal 1 marzo al 30 novembre; gli orari di apertura variano ogni mese e consigliamo di consultarli sul sito ufficiale. La sezione Astino, invece, è aperta dal 1 aprile al 31 ottobre.

Giardino Botanico Alpino Rezia, Campello

Nato nel 1979 in seguito a un intervento di riqualificazione, il Giardino Botanico Alpino Rezia si trova Campello, a nord di Bormio, a un’altitudine di 1500 metri sul livello del mare. Gestito dal Parco dello Stelvio, è organizzato su una superficie di quasi 15.000 metri quadrati e ospita più di 2500 specie vegetali, suddivise in quattro macro aree di appartenenza: la flora del Parco Naturale dello Stelvio, gli esemplari alpini delle zone europee ed extraeuropee, le specie artiche e antartiche.

L’obiettivo principale del giardino è quello di conservare e preservare le specie vegetali dei territori alpini, spesso minacciate a causa delle azioni distruttive dell’uomo. L’accesso è gratuito, ma lo spazio è aperto solo a maggio, dalle 9:00 alle 17:00 tutti i giorni, a giugno, luglio e agosto dalle 9:00 alle 18:00 tutti i giorni, settembre e ottobre dalle 9:00 alle 17:00 dal lunedì al venerdì e fino alle 18:00 nei weekend.

Giardino Botanico Fondazione Heller, Gardone Riviera

A Gardone Riviera, in provincia di Brescia, c’è un giardino botanico speciale che unisce natura e arte. Stiamo parlando del progetto della Fondazione André Heller, creato nel 1903 dal dentista naturalista A. Hruska (dentista dell’ultimo Zar e di illustri personaggi come Sigmund Freud o i Papi Pio XII e Giovanni XXIII), successivamente acquistato nel 1989 dall’artista viennese Andrè Heller.

L’obiettivo di questo giardino è quello di coniugare la natura con l’arte: all’interno dei suoi 10.000 metri quadrati, infatti, le specie botaniche provenienti da ogni parte del mondo convivono con opere d’arte firmate da Keith Haring, Auguste Rodin, Joan Mirò e dello stesso Heller. Le 3.000 specie botaniche provenienti dalle Alpi all’Himalaya al Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, dal Canada all’Africa

Il biglietto d’ingresso costa 12 euro e il giardino è aperto da marzo a ottobre, tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00.

Orto botanico di Pavia

Infine, vi consigliamo l’orto botanico più antico della Lombardia. Quello di Pavia, infatti, venne fondato nel 1773 per volere di Maria Teresa d’Austria e nacque come istituzione all’avanguardia dedicata allo studio dei molteplici aspetti del mondo vegetale.

Qui potrete ammirare diverse serre, da quelle che custodiscono le piante tropicali alle serre scopoloniane, le quali racchiudono una collezione di cactacee, piante succulente e cicadaceae. All’interno dell’orto botanico è presente anche una collezione di piante officinali e tossiche come lo stramonio (Datura stramonium) o l’edera velenosa (Toxicodendron radicans).

Grande protagonista dell’orto è il famoso platano che Scopoli piantò in onore della morte di Linneo nel 1778, oltre che il Roseto che, con le sue 300 fra rose botaniche, antiche e moderne, colora in primavera la facciata meridionale.

Orto botanico Pavia

Fonte: IPA Agency

L’orto botanico di Pavia
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Cosa fare ai Piani di Bobbio in ogni stagione

A poca distanza da Milano, tra la provincia di Lecco e quella di Bergamo, si trova un luogo adatto per essere vissuto in ogni stagione: stiamo parlando dei Piani di Bobbio, un comprensorio sciistico molto amato dove godere al meglio la natura, la buona cucina e, naturalmente, gli sport all’aria aperta.

I suoi paesaggi sono frequentati d’inverno, grazie alla presenza di piste ideali per ogni livello di preparazione, dalle più semplici per bambini e principianti alle piste nere dell’Oscellera e di Valtorta, ma anche d’estate per chi ricerca una fuga rigenerante dalla città. In più possono essere raggiunti facilmente anche con la cabinovia dal bellissimo villaggio di Barzio, per vivere un’emozionante avventura ancor prima di arrivare ai Piani di Bobbio, la vostra meta finale.

In questo articolo vi consigliamo tutte le attività da fare in ogni stagione e non solo per godervi questo angolo incantato della Lombardia.

Cosa fare ai Piani di Bobbio in inverno

I Piani di Bobbio offrono ben 36 chilometri di piste da sci per ogni livello di esperienza, accessibili grazie ai 12 impianti di risalita tra funivie, seggiovie e skilift. Questo è il luogo ideale per insegnare ai più piccoli a sciare, grazie anche alla presenza di apposite piste baby e azzurre, oltre che di scuole con istruttori esperti e certificati. Non mancano, però, anche le piste nere per soddisfare le esigenze degli sciatori più esperti, come la pista Orscellera, con una vista che spazia fino a Milano, oppure la discesa del Tre Signori al cospetto dell’omonimo pizzo.

Chi ama lo sci di fondo, invece, deve assolutamente recarsi alla pista Rododendro, che ha ospitato anche i campionati italiani Master e quelli assoluti. I Piani di Bobbio sono in grado di accontentare anche chi pratica lo sci alpinismo, offrendo diversi percorsi di durata e difficoltà variabile. Si parte da quelli più semplici che durano un paio d’ore, fino ad arrivare al percorso di Aralata, che richiede ben 10 ore di salita, per cui spesso è frazionato in due giorni. E per chi vuole sperimentare emozioni nuove sulle piste, Piani di Bobbio offre la possibilità di provare il Telemark, ovvero lo sci a tallone libero, mentre i freestyler possono usufruire dei 1500 metri di area dove esibirsi nelle loro performance.

Per chi non è amante dello sci, ma non vuole rinunciare a un po’ di movimento sulla neve, la ciaspolata è l’attività migliore da praticare. Ai Piani di Bobbio si pensa anche ai meno esperti che qui possono noleggiare tutta l’attrezzatura necessaria e scegliere il percorso che conduce all’ex Albergo Pequeno, un hotel degli anni ’60 ormai dismesso. Si tratta di un itinerario prevalentemente pianeggiante, con soli 130 metri di dislivello, l’ideale per far provare ai bambini o a chi è alle prime armi questa bellissima attività. I più esperti, invece, possono optare per il percorso dei rifugi di Artavaggio con una pendenza di oltre 300 metri.

Cosa fare ai Piani di Bobbio in estate

I Piani di Bobbio sono perfetti anche durante la stagione estiva grazie ai tanti sentieri escursionistici presenti. Adatto a tutti è il percorso ad anello attraverso l’anfiteatro del Gruppo dei Campelli e del Corno Grande nel Vallone dei Megoffi, mentre più impegnativa è l’escursione panoramica attorno al Gruppo dei Campelli. Qui godrete di una vista unica delle Prealpi lecchesi con le Grigne e le Orobie bergamasche.

I Piani di Bobbio sono famosi anche per i tanti rifugi, raggiungibili con escursioni adatte a tutti, anche a chi viaggia con bambini. Chi è alla ricerca di un piatto tipico deve assolutamente fare tappa al Rifugio Lecco, dove potrà degustare la migliore polenta. Per chi invece cerca qualcosa di più raffinato, vi consigliamo di fermarvi al Rifugio di Ratti-Cassin. Potrete approfittare anche del centro benessere per farvi coccolare dopo tutte le attività svolte. Molto accoglienti sono anche il Rifugio Stella e quello Campelli Barzio, che offrono un bellissimo esempio dell’ospitalità tipica dei Piani di Bobbio.

Durante l’estate potete fare tappa anche al suggestivo villaggio di Barzio, una meta molto amata dai turisti che scelgono la Valsassina. Questo luogo è ideale per rilassarsi tra strade caratteristiche e per poter osservare dall’alto tutta la valle.

Piani Bobbio estate

Fonte: iStock

Piani di Bobbio durante l’estate

Dove si trovano i Piani di Bobbio

I Piani di Bobbio si trovano in Valsassina, in provincia di Lecco, a 1662 metri di altezza e a 75 chilometri di distanza da Milano. È proprio grazie alla vicinanza con il capoluogo lombardo che rappresentano una meta particolarmente amata in ogni stagione. Una volta arrivati, lasciate l’auto nell’ampio parcheggio a pagamento (5 euro per il giornaliero) situato presso la funivia o nei parcheggi appositi presenti nella cittadina di Barzio. Da qui salite sulla funivia o percorrete un’escursione di un paio d’ore a piedi per raggiunger i Piani di Bobbio.

Cosa fare ai Piani di Bobbio fuori stagione

Fuori stagione potete scoprire i Piani di Bobbio intraprendendo delle escursioni semplici, adatte anche ai bambini, e approfittarne per fermarvi in un rifugio e provare le migliori specialità tipiche del territorio. Tra queste vi consigliamo la polenta taragna, una particolare polenta di grano saraceno alla quale viene unito il taleggio, formaggio tipico della zona, e gli scapinasc, ravioli di carne rossa e carne bianca. Se amate i dolci, invece, provate i sassetti della Valsassina, ossia biscotti croccanti con mandorle prodotti in tutta la valle.

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Le migliori province italiane per qualità della vita: la classifica

È dal 1990 che il Sole 24 Ore pubblica ogni anno la classifica dedicata alle province italiane dove si vive meglio tenendo in considerazione diversi parametri. Analizzando fattori quali ricchezza, consumi, ambiente, servizi, salute o cultura, la provincia che ha primeggiato è stata Bergamo, seguita da Trento e da Bolzano. Rispetto all’anno passato, invece, perdono posizioni Bologna, Milano, Firenze e Roma, mente il Sud rimane fanalino di coda con il punteggio peggiore raggiunto da Reggio Calabria, seppur siano stati evidenziati dei segnali positivi per il futuro.

La top 10 delle migliori province italiane

È Bergamo che per la prima volta ottiene il riconoscimento come città più vivibile d’Italia, dimostrando un’incredibile capacità di ripresa soprattutto dopo il periodo buio attraversato durante il Covid. Il secondo e terzo posto è occupato dalle province di Trento e Bolzano, storicamente presenti nelle classifiche dedicate alla qualità della vita. Trento, infatti, è stata prima per ben tre volte e nelle prime tre posizioni per 14 volte, mentre Bolzano ha primeggiato per 5 volte, occupando il podio per 18 volte in tutto.

Nella top 10 compare al quarto posto Monza e Brianza, seguita da Cremona e da Udine, vincitrice dell’edizione 2023 e che, secondo il report del Sole 24 Ore, ha registrato performance positive anche quest’anno. Al settimo e all’ottavo posto troviamo Verona e Vicenza, al nono Bologna, l’unica grande area metropolitana presente nella top 10 e, infine, Ascoli Piceno.

Qui la classifica completa:

  • Bergamo
  • Trento
  • Bolzano
  • Monza e Brianza
  • Cremona
  • Udine
  • Verona
  • Vicenza
  • Bologna
  • Ascoli Piceno

Il metodo usato per l’indagine

Per realizzare questa classifica relativa alle migliori province italiane per qualità della vita, il Sole 24 Ore ha utilizzato 90 indicatori, divisi a loro volta in 6 grandi categorie tematiche: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, salute e società”, “giustizia e sicurezza” e “cultura e tempo libero”.

Per ogni indicatore viene dato un punteggio da 0 a 1000: più la provincia è vivibile, più punti ottiene. Per ottenere la classifica generale, il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi (1000 e 0). Successivamente, per ciascuna delle sei categorie, si individua una graduatoria determinata dal punteggio medio riportato nei 15 indicatori, ciascuno pesato in modo uguale all’altro (1/90). Infine, la classifica finale è costruita in base alla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore.

La città migliore e quella peggiore per qualità della vita

Quali sono gli indicatori che hanno permesso a Bergamo di ottenere il primo posto? Dopo il Covid, la città si è rimboccata le maniche per migliorare in tanti settori, in particolare quello relativo alla salute. Nell’indicatore riguardante l’emigrazione ospedaliera si è dimostrata autosufficiente: da una parte non esiste emigrazione sanitaria, dall’altra il sistema sanitario è considerato altamente attrattivo anche dai pazienti provenienti dalle altre regioni italiane.

Inoltre ha raggiunto ottimi punteggi nelle categorie “ambiente e servizi” e “demografia e società”, primeggiando nell’indice di “sportività”, calcolato in base al numero di atleti tesserati e società sportive. I punteggi peggiori, invece, li ha ottenuti nella categoria “ricchezza e consumi”, posizionandosi 98esima per crescita del PIL procapite.

In fondo alla classifica, invece, troviamo Reggio Calabria, dove hanno inciso fattori come la bassa aspettativa di vita, il divario nella parità salariale tra uomini e donne, il numero delle imprese in fallimento, i livelli di criminalità e la disoccupazione. In generale, però, il Sole 24 Ore ha evidenziato una maggiore crescita economica al Sud dove si stanno registrando tassi di crescita del Pil più elevati.

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La leggenda dei Laghi Gemelli

Chiusi da una corona di montagne, suggestivi e legati a più di una leggenda: sono i Laghi Gemelli, che si trovano all’interno del territorio del comune di Branzi, piccolo borgo di nemmeno mille abitanti in provincia di Bergamo.

L’alta val Brembana è circondata da montagne: il Pizzo Farno, il Monte Corte e il Pizzo del Becco, solo per citarne qualcuno. E da due valichi: il Passo del Laghi Gemelli, che collega la val Brembana alla val Seriana, e il passo di Mezzeno.

La natura qui è affascinante vi sono diversi percorsi per raggiungere i Laghi Gemelli, immergendosi in uno scenario alpino che leva il fiato. Ma come nascono questi due specchi d’acqua e quali sono le leggende a essi legate? Tutto quello che c’è da sapere sui Laghi Gemelli, per una gita fuoriporta in un luogo bellissimo in Italia, ma anche legato a storie affascinanti.

I Laghi Gemelli dove sono e come nascono

Oggi a guardarli i Laghi Gemelli sono un unico specchio d’acqua; infatti, si dividono solamente quando la diga viene svuotata, magari per effettuare opere di manutenzione. Ma prima della realizzazione di quest’opera, che è datata 1932, i due erano separati da una sottile lingua di terra, più piccoli e sembravano riflettersi uno nell’altro.

Si trovano in val Brembana e si raggiungono percorrendo alcuni sentieri, ma sono più o meno due quelli principali. Uno di questi si snoda per circa quattro chilometri e mezzo con partenza dalle Baite di Mezzeno. L’altro, invece, percorre circa 6 chilometri e parte dal lago di Carona.

Nei pressi si trova un rifugio che è aperto tutti i giorni da metà giugno a metà settembre, nei weekend e nei giorni di festa dal 25 aprile al 9 giugno e dal 21 settembre al 3 novembre: offre servizio bar, ristoro e pernottamento. Situato a 1968 metri di altitudine, ha ben 80 posti letto ed è incastonato nel cuore della natura più sensazionale.

Branzi, nel suo territorio si trovano i Laghi Gemelli

Fonte: iStock

Il borgo di Branzi

La leggenda dei Laghi Gemelli

Un ambiente tipicamente alpino, tra montagne, natura, animali e scorci di incredibile bellezza. È qui, nella val Brembana in Lombardia, che si trovano i Laghi Gemelli ammantati – come accade ai luoghi più belli e suggestivi – da più di una leggenda. Ma la più famosa cela una romantica e tristissima storia d’amore.

Protagonisti di questa antica storia erano due giovani: lei di una ricca famiglia di Branzi, lui pastore della Val Taleggio. Una storia destinata a non avere un lieto fine in quanto erano innamorati ma al tempo stesso erano impossibilitati a stare insieme, poiché il padre di lei aveva già preso accordi per un matrimonio combinato con il figlio di un’altra ricca famiglia.

E così, nonostante il dolore della giovane, la volontà del padre non poteva essere messa in dubbio: nulla, però la faceva stare meglio. Fino a quando un medico non è riuscito nella difficile prova di farle tornare il sorriso, peccato che in realtà fosse il suo innamorato.

I due hanno tentato la fuga ma mentre scappavano sono caduti in una radura morendo e generando due conche, che – piano piano – si sono colmate d’acqua. Ma se in vita i due non hanno potuto coronare il loro sogno d’amore, lo hanno fatto quando i due laghi sono stati riuniti con la costruzione della diga nel 1932.

Una storia amara ma al tempo stesso romantica che dona ulteriore fascino a questo luogo.

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Tour letterari, i luoghi d’autore da Bergamo a Crespi d’Adda

Dal 5 ottobre al 23 novembre 2024 si svolge l’evento Luoghi d’autore che propone una serie di tour letterari a Crespi d’Adda, Dalmine, Ponte San Pietro e Bergamo. Il territorio orobico sarà protagonista di una serie di iniziative che uniscono letteratura e storia organizzando visite guidate inedite. Un’occasione per esplorare posti di solito non accessibili al pubblico che offrono interessanti dettagli su epoche passate e permettono di rivivere antiche emozioni. Di seguito i dettagli su date e modalità di partecipazione.

Tour letterari: consigli pratici

Il villaggio di Crespi d’Adda è noto per il cotonificio realizzato nel 1878 e la centrale idroelettrica del 1909, mentre la città di Dalmine è stata sempre operaia e custodisce ancora bunker antiaerei usati durante la guerra. A Ponte San Pietro invece si trovano alcuni rifugi antiaerei e le mura veneziane di Bergamo sono state riconosciute Patrimonio UNESCO nel 2017. All’interno dell’evento Produzioni ininterrotte, il festival di letteratura del lavoro che ha luogo a Crespi d’Adda si inseriscono i tour letterari che permettono alle famiglie del posto o di turisti di prendere parte a qualcosa di unico e speciale.

I bambini dai 5 ai 12 anni potranno seguire due laboratori didattici molto interessanti: Storie di uomini, macchine e turbine previsto per il 5, 6 e 20 ottobre 2024 e T-Essere la nuova Storia, l’1, il 3 e 17 novembre 2024 a Crespi d’Adda, con inizio alle ore 15 e 16,30 per la durata di un’ora circa e al costo di 8 euro a persona.

Bunker antiaereo Dalmine

Fonte: Ufficio Stampa

Interno di un bunker antiaereo a Dalmine

Il calendario dei tour letterari

Il 5 e 19 ottobre, ma anche sabato 2 e 16 novembre 2024 avrà luogo il tour I rifugi antiaerei di Ponte San Pietro, tratto da Bombe sulla città di Achille Rastelli. Si potrà visitare i rifugi antiaerei di Ponte San Pietro, attraverso il racconto dei bombardamenti degli alleati su Milano e sulle provincie lombarde durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi vennero realizzati dal Comune a partire dal 1942 in vari punti della città, per proteggere la popolazione dai bombardamenti da parte delle truppe alleate vista la presenza sul territorio di un ponte ferroviario della linea Bergamo – Milano. Questi tour partono alle 10 e alle 1 e durano circa un’ora e il costo del biglietto  di 8 euro a persona.

La centrale idroelettrica e il villaggio operaio Crespi d’Adda è un tour previsto per il 6 e 20 ottobre e per il 3 e 17 novembre. Tratto da Al di qua del fiume di Alessandra Selmi questo ripercorre i luoghi e la storia della famiglia Crespi, la nascita del cotonificio nel 1877 e del villaggio operaio tra i fiumi Adda e Brembo per ospitare i lavoratori della fabbrica. Dal 1995 Patrimonio Unesco e secondo sito industriale più visitato in Italia. Il tour è un’occasione per visitare anche la vicina centrale idroelettrica, gioiello di archeologia industriale fondata nel 1909 per sopperire al fabbisogno energetico del cotonificio e del villaggio. Oggi la centrale è nuovamente in attività dopo il fermo avvenuto nel 2009. Questo tour parte alle 10 o alle 14.30 o 15.30 e dura circa due ore e mezza per il costo di 10 euro a persona.

Il 12 e 26 ottobre, ma anche il 9 e 23 novembre 2024 è previsto il tour La città operaia di Dalmine e i bunker antiaerei,  tratto da Tute blu di Andrea Sangiovanni. Percorrendo i siti scelti si potrà esplorare i luoghi del lavoro operaio della città di Dalmine, rivivendo le storie dell’Italia operaia dal 1950 al 1980. Dalmine rappresenta luogo iconico del lavoro grazie alla grande industria siderurgica nata nei primi anni del novecento con gli edifici pubblici e le residenze per i lavoratori e le dirigenze. Compresa nel tour è la visita ai bunker antiaerei costruiti nel periodo della seconda guerra mondiale nei quartieri in prossimità dell’azienda. Questo tour parte alle 10, alle 14 e alle 16 e dura circa due ore al costo di 12 euro a persona.

Il 13 e 27 ottobre 2024 ci sarà il tour La fabbrica cotonificio e il villaggio operaio di Crespi d’Adda, tratto da Luci dell’alba di Elena Liguori. Tra la grande fabbrica cotonificio costruita dall’imprenditore visionario Benigno Crespi nel 1787, le vie e i luoghi del villaggio operaio Unesco Crespi d’Adda, tutt’oggi abitato, si svolgono le vicende di una storia nera che ammanta di paura e di tensione quello che soltanto in apparenza è un progetto sociale ma che cela un esperimento di soggezione dai risvolti inaspettati. Crespi d’Adda è lo scenario di una misteriosa morte e di una rivolta silenziosa alla propaganda industriale. Questo tour parte alle 14, 14.30 e 15.30 e dura circa tre ore al costo di 18 euro a persona.

Il 31 ottobre, 1 e 2 novembre 2024 si può partecipare infine al tour Le Mura di Bergamo Alta, tratto da una selezione di racconti e materiali d’archivio sugli omicidi che hanno macchiato di sangue Bergamo Alta. Per esplorare e scoprire luoghi meno conosciuti delle Mura di Bergamo Alta, oggi Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO che sono state testimoni di avvelenamenti, morti violente e complotti. Una visita notturna, da Porta san Lorenzo al borgo storico, tra percorsi inediti e luoghi misteriosi per vivere uno dei beni storici più rinomati della città nel weekend di Halloween. Si parte alle 21 per questo percorso di circa due ore al costo di 12 euro a persona.

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Passeggiata al lago di Endine: come arrivare e cosa vedere

Le gite fuori porta in Lombardia sono sempre a portata di mano e una delle più amate è sicuramente quella al lago di Endine, in provincia di Bergamo. Una passeggiata qui è sinonimo di benessere a 360 gradi perché offre diverse opportunità per rilassarsi e per svolgere attività fisica. Questo incantevole specchio d’acqua incastonato tra le colline della Val Cavallina, infatti, immerso in una natura incontaminata, offre, tra le altre cose, anche un percorso a piedi di circa 18 chilometri.

Durante il giro completo del lago, interamente pianeggiante quindi facilmente percorribile da chiunque, potrete godere delle sue meraviglie tra borghi, musei e castelli. Oppure, se siete arrivati qui per dedicarvi a esperienze più attive e sportive, potete praticare diversi sport acquatici o salire in sella a una Mountain Bike. Ecco cosa fare al lago di Endine e come terminare la giornata alla ricerca delle migliori specialità tipiche del territorio.

Cosa visitare al Lago di Endine

Il lago di Endine offre uno splendido percorso ad anello tra storia e natura: sono davvero molte le località della zona che meritano una visita, per esempio il paese dal quale prende il nome, Endine Gaiano, oppure Monasterolo, con il suo bel centro storico medievale.

Il paese di Bianzano

Tra i paesini caratteristici situati intorno al lago di Endine, quello di Bianzano merita sicuramente una visita grazie al suo centro storico caratteristico, composto da un dedalo di vicoli acciottolati. È il paese più piccolo della valle, circondato da antiche mura medievali, ma al suo interno custodisce il Castello Suardi, dalle cui mura si può ammirare uno scorcio panoramico del lago di Endine. Molto bello anche il Santuario di Santa Maria Assunta, che sorge sul vicino colle, in cui mistero e leggenda si intrecciano.

Casazza e il sito archeologico di Cavellas

Nella parte settentrionale della Val Cavallina si trova Casazza, dove si può ammirare il sito archeologico Cavellas. L’area archeologica di oltre 1000 metri quadrati si trova sotto a un supermercato del paese e comprende molti ritrovamenti di epoca romana. Tra gli edifici da vedere c’è Palazzo Bettoni, che diede ospitalità a Giuseppe Garibaldi.

Endine Gaiano

Endine Gaiano è un’altra località splendida situata sul lago di Endine. Le spiagge del lungolago offrono diverse opportunità di relax, mentre nelle sue acque è possibile praticare sport acquatici come canoa, windsurf e canottaggio. A livello artistico la città offre alcuni importanti edifici, tra cui la Chiesa di San Giorgio, che al suo interno conserva splendide opere d’arte, o quella di San Remigio, che nel Quattrocento era stata distrutta dall’esondazione di un torrente.

Sempre in questo paese è possibile vedere anche il lago di Gaiano e la vicina Valle del Freddo, un parco naturale molto particolare perché, nonostante l’altezza di soli 360 metri sul livello del mare, qui crescono specie di piante che normalmente si trovano solo ad altitudini elevate.

Monasterolo del Castello

Il Comune di Monasterolo del Castello sorge lungo le sponde del lago di Endine e offre l’opportunità di visitare alcuni siti storici di rilievo, a partire dal castello medievale, il quale custodisce uno dei giardini più belli del Nord Italia, o la barocca Chiesa del SS. Salvatore. Particolari anche le stazioni della via Crucis sul sagrato della Chiesa, decorate con i mosaici di Trento Longaretti.

Lago di Endine ghiacciato

Fonte: iStock

Persone pattinano sul lago di Endine d’inverno

Il paese di Ranzanico

Situato in una posizione un po’ più elevata c’è Ranzanico, dal quale si può godere di una vista panoramica su tutta la Val Cavallina. Il paese sorge su un antico percorso utilizzato in passato per raggiungere il lago dalla Val Seriana. Nel cuore del paese restano le tracce della struttura fortificata originaria, con una torre che si affaccia sulla piazza principale e con bellissimi portali in pietra.

Merita una visita anche l’antica chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, mentre nel centro storico troverete il Palazzo Suardi-Re, dove è stato allestito il Museo della Seta. Infine, da vedere è l’Oratorio di San Bernardino e la Cappella degli Alpini.

Cosa fare al lago di Endine

Il lago di Endine è il luogo perfetto per trascorrere un soggiorno di totale relax in mezzo alla natura, organizzare escursioni avventurose o fare un picnic in riva con la famiglia.

Sport al lago di Endine

Oltre a passeggiare lungo le rive del lago di Endine, gli appassionati di mountain bike potranno fare un percorso panoramico di 60 chilometri che da Nembro conduce fino al lago. Il percorso è di media difficoltà, ma regala una vista meravigliosa sul lago. È possibile anche attraversare il lago di Endine in kayak, scoprendo gli angoli più nascosti fra canneti e animali.

Durante l’inverno, quando le temperature scendono vertiginosamente, sul lago di Endine si forma una superficie di ghiaccio percorribile a piedi. Questa attività può essere molto pericolosa ed è meglio informarsi sulle condizioni del ghiaccio: la superficie deve essere spessa e robusta per poter resistere al calpestio.

Pedalo lago Endine

Fonte: iStock

Pedalo a noleggio sul lago di Endine

Cosa mangiare al Lago di Endine

Tutta la zona è costellata di piccoli ristoranti con splendida vista sul lago o sulla valle, dove potrete assaggiare alcune specialità lombarde e tipiche di montagna. Tra queste vi consigliamo di assaggiare la polenta con i funghi e la salsiccia: molta della farina da polenta che trovate nei negozi italiani proviene proprio da queste terre. Da non perdere anche i formaggi e i vini, senza dimenticare i pesci di lago preparati nei modi più svariati. Si trovano il pesce persico, il luccio e la tinca, solo per citarne alcuni.

Come arrivare al lago di Endine

Arrivare al Lago di Endine è molto semplice perché situato in una posizione strategica in Lombardia, a 40 minuti da Bergamo. Con l’auto potete prendere l’autostrada A4 che collega quasi tutte le principali città del nord e prendere l’uscita a Bergamo e seguire la strada statale fino al lago di Endine. Se invece preferite usare i mezzi pubblici, da Bergamo ci sono diversi autobus che fermano nelle diverse località situate intorno al lago.

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Nasce la Ciclovia culturale che collega Bergamo e Brescia: cosa sapere

Con un totale di 179 km complessivi, la nuova Ciclovia culturale Bergamo-Brescia è un percorso ricco di sorprese, per esplorare una regione che offre paesaggi naturali e monumenti architettonici di grande valore artistico e storico. L’itinerario, che presenta innumerevoli varianti per tutte le esigenze, è stato ideato per lasciare traccia indelebile di un 2023 che ha visto le due città elette Capitali della Cultura italiane: un anno colmo di appuntamenti su tutto il territorio, da suggellare con qualcosa che rimarrà per sempre nel patrimonio paesaggistico di Bergamo e Brescia. Scopriamo qualcosa in più.

La nuova Ciclovia culturale tra Bergamo e Brescia

Il 2023 è stato l’anno di Bergamo e Brescia, due città particolarmente affascinanti, nonché ricche di storia e cultura: elette Capitali della Cultura italiane, hanno ospitato un notevole calendario di appuntamenti che ha permesso ai turisti di scoprire lati inediti di questo territorio. Ma ora il testimone è passato alla città di Pesaro, che porterà lo scettro per il 2024, organizzando tantissimi eventi interessanti in ambito culturale. Per Bergamo e Brescia, tuttavia, non è ancora finita: le amministrazioni hanno avuto l’idea di dare vita ad un percorso ciclabile che consenta ai turisti non solo di vivere una bella esperienza all’aria aperta, ma anche di ripercorrere i luoghi più belli delle due città.

Nasce così la Ciclovia culturale che collega Bergamo e Brescia, un lungo itinerario che si snoda tra le due province e affronta un altro tema particolarmente importante: quello del turismo slow, che fa uso di mezzi green per spostarsi da un luogo all’altro, come forma di rispetto per l’ambiente e come esperienza unica per chi la vive. Il percorso è stato inaugurato sabato 13 aprile 2024 a Paratico, borgo che segna il confine tra le province di Bergamo e Brescia, davanti ai 28 sindaci dei comuni interessati dalla ciclovia.

Il percorso ciclabile e le tappe più belle

Vediamo qualche dettaglio in più sulla Ciclovia culturale: il percorso principale, che collega Bergamo e Brescia, è lungo ben 76 km e attraversa 28 comuni divisi tra le due province. Ma non è tutto, perché i più curiosi possono andare alla scoperta di 13 anelli culturali (per un totale di 79 km) e di 18 collegamenti di 24 km, per allungare un po’ l’avventura e immergersi davvero nel prezioso patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico della Lombardia. Nei prossimi mesi, l’intero progetto giungerà a compimento: intanto sono già molti i tratti aperti, per poter iniziare subito a vivere quest’esperienza.

Il percorso ha inizio da Bergamo, e più precisamente da piazza Cittadella: ci si muove nel cuore del centro storico, ammirando gli antichi palazzi e i tanti monumenti architettonici della città, per poi attraversare Borgo Palazzo e Seriate, sino a giungere lungo la Ciclovia del Parco del Serio. Da qui, l’itinerario si snoda attraverso alcuni splendidi borghi storici come Brusaporto, Costa di Mezzate e Montello. Il primo paesaggio bresciano che si incontra lungo la ciclabile è quello della Riserva Naturale delle Torbiere, dal quale si affrontano poi i luoghi meravigliosi che caratterizzano la Franciacorta, tra colline e vigneti.

Altri meravigliosi borghi sono quelli di Provaglio d’Iseo e Borgonato, ma c’è anche l’occasione per ammirare qualche antico castello come quello di Passirano o quello di Bornato. Eccoci di nuovo tra i vigneti, stavolta immersi nel panorama tra Gussago e Cellatica, come ultima tappa prima di arrivare a Brescia e attraversare il suo centro storico. Come abbiamo visto, ci sono poi diversi percorsi alternativi da visitare, come quello che porta verso il lago d’Iseo o i giri ad anello tra Grumello del Monte e Castelli Calepio.

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Bergamo e Brescia elogiate da ‘El Mundo’: “Due gioielli italiani da scoprire”

La bellezza paesaggistica e monumentale, la storia che si lascia attraversare, la vivacità culturale e le tradizioni gastronomiche di Bergamo e Brescia varcano i confini italiani e approdano in Spagna, sulle pagine del quotidiano El Mundo. L’articolo si dipana come un viaggio alla scoperta delle due città, invitando i visitatori a visitarle e stuzzicando la loro fantasia attraverso la descrizione di peculiarità e curiosità di questi “due gioielli della Lombardia che, oltre a condividere una regione del nord del Paese, quest’anno si fregiano insieme del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2023”.

Bergamo e Brescia, raccontate da El Mundo

“In una è stato inventato il famoso gelato alla stracciatella, ispirato all’omonima zuppa fatta con brodo e uovo sbattuto. L’altra ha vinto l’ultima edizione del concorso per il miglior panettone del mondo”. Così Isabel García inizia il suo articolo pubblicato su El Mundo in cui celebra Bergamo e Brescia, “lontane dal classico circuito di Roma, Firenze o Venezia ma con tanta storia, bellezza e brio come ognuna di loro”.

Come ricorda la giornalista spagnola, è la prima volta che due città detengono contemporaneamente l’ambito riconoscimento, dando vita a una sola Capitale della Cultura. Lo stesso tema portante, “La città illuminata”, intenzionalmente singolare e non plurale, è una prima testimonianza della decisione che Bergamo e Brescia hanno preso nel progettare insieme questo anno speciale. I visitatori sono invitati a scoprire questi “tesori nascosti” a circa un’ora da Milano,  separati da una cinquantina di chilometri, godendo dei progetti e iniziative che nel 2023 le stanno vedendo brillare più che mai, tra mostre, festival, concerti e programmi imperdibili.

Ma come appaiono queste due perle italiane agli occhi degli stranieri? Ciò che colpisce al primo sguardo è lo splendido paesaggio in cui sono incastonate, “al riparo tra montagne verdi, vallate lussureggianti, laghi eterni (come il Garda) e castelli arroccati prodigiosamente sulle colline”. E poi c’è il loro autentico fascino senza tempo, una storia che si legge su ogni pietra, ciascuna scritta nel suo modo peculiare. “Bergamo è medievale, preziosa ed elegante. Brescia, importante colonia romana nell’antichità”. La penna si sofferma quindi su una descrizione più dettagliata di ciascuna delle due città, svelando curiosità e attrattive, e guidando i lettori in un viaggio che ha in sé tutto il gusto autentico della scoperta.

Bergamo, attrazioni imperdibili e curiosità culinarie

Si comincia con Bergamo, partendo da Piazza Vecchia, epicentro della Città Alta, descritta dal celebre architetto Le Corbusier come “la più bella d’Europa”, con il Palazzo della Ragione, la fontana Contarini e le sue trattorie, la contigua Piazza del Duomo e la basilica di Santa Maria Maggiore. Le suggestioni medievali sono ancora palpabili nei 100 rintocchi del Campanone della Torre Civica, che continuano a suonare ogni sera alle 22, per ricordare quando le quattro porte della città si chiudevano per il coprifuoco notturno.

Nella zona bassa, invece, la giornalista di El Mundo invita a non perdere l’Accademia Carrara, considerata il museo del collezionismo italiano, che offre un viaggio di cinque secoli attraverso la storia dell’arte italiana, dal Rinascimento all’Ottocento, tra capolavori firmati da Botticelli, Raffaello, Bellini, Rubens, Tiziano o Caravaggio, il cui allievo, Cecco, è protagonista di una delle mostre chiave di questo 2023.

A stuzzicare la curiosità (e il palato) dei visitatori è anche la storia del primo gelato alla stracciatella, “inventato nel 1961 al caffè La Marianna per mano di Enrico Panattoni, il suo titolare, che ideò un composto che veniva stracciato versando cioccolato fuso sopra una crema di panna, latte, tuorli e zucchero. Nel bar si usano ancora le macchine verticali di allora, le Carpigiani L40, con campana in rame stagnato. Da notare – ricorda Isabel García – che la cucina è una parte vitale di Bergamo, tanto da essere stata Città Creativa della Gastronomia dall’Unesco e Città Europea del Formaggio, con 30 tipologie offerte”.

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Fonte: iStock

Bergamo, tra attrazioni e curiosità

Brescia, viaggio nella natura, nella storia e nel gusto

Da Bergamo si parte alla volta di Brescia, e l’articolo di El Mundo ricorda che ci sono diversi modi per farlo. Tra questi, la pista ciclabile di 155 chilometri tra castelli, monasteri, uliveti e montagne, e la Via delle Sorelle, un percorso escursionistico bidirezionale di 130 chilometri in sei tappe che attraversa 36 comuni, mostrando il lato più verde e naturale delle due città, oltre alle loro meraviglie urbane.

Fiore all’occhiello della città è il Parco Archeologico di Brixia, la Brescia romana, patrimonio dell’UNESCO, che offre un percorso nella città antica tra i più significativi e meglio conservati d’Italia. Qui si può camminare nella storia, tra il santuario di età repubblicana, il Capitolium con i resti di età imperiale e le integrazioni museali ottocentesche, la Vittoria Alata, con parte del deposito dei bronzi e il Teatro Romano.

Fno al termine dell’anno, Piazza Vittoria ospita il portale “The gate 2023”, realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura. Il progetto consiste in due installazioni (l’altra situata a Bergamo in piazza Matteotti), che collegano in tempo reale le due città e permettono un’interazione diretta ed esperienziale per tutti coloro che le attraverseranno.

Oltre ai vari tesori artistici, architettonici e culturali, Brescia è famosa anche per un altro fenomeno pressoché unico in Italia: la cosiddetta “piazza delle due cattedrali”, con il Duomo Nuovo che si erge maestoso al centro di Piazza Paolo VI, vantando la terza cupola più alta d’Italia, e il Duomo Vecchio, conosciuto anche come “Rotonda” per la sua forma circolare – fu costruito a partire dal 1.100 da una antichissima Corporazione di muratori specializzati.

Lo sguardo viene poi rapito dal Castello arroccato sul colle Cidneo, che costituisce uno dei più affascinanti complessi fortificati d’Italia e il secondo più grande d’Europa, in cui si possono leggere ancora oggi i segni delle diverse dominazioni. Tra le sua mura, accoglie anche due musei: il Museo delle Armi Luigi Marzoli e il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia. Ai suoi piedi – si legge ancora su El Mundo – si trova, invece, il prestigioso vigneto Pusterla, riconosciuto come il più grande vigneto urbano produttivo del Vecchio Continente. Infine, la giornalista spagnola invita a non lasciare Brescia senza aver prima provato alcuni dei suoi piatti forti: i casoncelli, tipici ravioli bresciani ripieni di carne, e per dessert, il bossolà, descritto dall’autrice spagnola come “una sorta di delizioso panettone con un buco al centro”.

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Brescia, viaggio nella natura e nella storia
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Treni storici: una stagione di nuove tratte

Al via domenica 2 aprile la nuova stagione di viaggi sui treni storici della Lombardia con 29 itinerari tutti con partenza da Milano.

Novità principale di quest’anno, i viaggi verso Bergamo e Brescia, splendide città Capitali della Cultura 2023, e per Cremona e Mantova dove, rispettivamente il 30 aprile e il 21 maggio, verrà impiegato per la prima volta l’ETR 252 Arlecchino, il rapido che effettua servizio di prima classe con servizio bar a bordo.

Nuovo anche l’itinerario verso Chiavenna, lungo le sponde del Lago di Como e la Val Chiavenna.

Confermati gli itinerari degli anni passati, all’insegna di un turismo lento e sostenibile anche grazie alla possibilità di trasportare gratuitamente a bordo la propria bici negli antichi bagagli appositamente attrezzati.

Antiche locomotive per andare alla scoperta della Lombardia

L’offerta turistica, promossa dalla Fondazione FS per la Regione Lombardia, è l’occasione perfetta per andare alla scoperta delle bellezze del territorio lombardo nella sfavillante cornice dei treni d’epoca, locomotive a vapore ed elettriche al traino di antiche vetture centoporte degli anni Trenta.

Troviamo, così, il Lario Express, treno storico a vapore che da Milano Centrale punta a nord verso Como, attraversa la verde Brianza agricola su una linea secondaria di grande fascino effettuando brevi fermate, e arriva a Lecco.
È anche previsto un nuovo servizio di navigazione, in coincidenza con il treno, sul piroscafo storico ‘Concordia’, gestito dalla società di Navigazione Laghi, da Como a Lecco via Bellagio, in alternativa al percorso ferroviario Como-Lecco.

Altrettanto interessante è l’itinerario percorso dal Sebino Express, locomotiva elettrica e a vapore con carrozze anni Trenta “Centoporte”, carrozze anni Cinquanta Corbellini e bagagliaio, che partendo da Milano Centrale viaggia nel cuore del Parco Regionale del fiume Oglio, alle pendici della Valcamonica: qui spicca il Lago d’Iseo, abbracciato dai monti e punteggiato da graziosi borghi ricchi di tradizione e arte.
Il treno storico arriva a Palazzolo sull’Oglio e, dopo una decina di chilometri, raggiunge Paratico-Sarnico dove, in passato, si svolgeva sull’imbarcadero tuttora esistente, il trasbordo dei carri ferroviari sulle chiatte a motore dirette agli stabilimenti siderurgici di Lovere.

Ancora, ecco il Besanino Express, che da Milano Centrale oltrepassa Monza e la Brianza per giungere a Besana e poi a Lecco,  il Laveno Express, da Milano Centrale a Laveno, dove il panorama sul Lago Maggiore è a dir poco incantevole, e il Lomellina Express da Milano a Mortara dove i viaggiatori potranno scegliere tra quattro tour: “Colori di Maggio”, Storie lomelline”, “Avventura e natura”, “Tra sacro e profano”.

Le parole di soddisfazione in merito alla coinvolgente iniziativa 2023

Un’iniziativa importante” ha commentato l’assessore regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibile, Franco Lucente “che permette di scoprire angoli e borghi della Lombardia in maniera inedita, a bordo di treni storici dal grande fascino. Sono tante le perle che ci riserva la nostra regione: paesi, scorci naturali, laghi e città che tra modernità e tradizione meritano di essere scoperti.
Grazie alla collaborazione tra Regione Lombardia e Fondazione FS, il viaggio diventa un’esperienza unica.
Un avvincente e stimolante salto nel passato, un momento di stacco dalla quotidianità per immergersi totalmente in epoche dal sapore antico e attrattivo.
L’iniziativa, che mira a valorizzare percorsi e progetti legati alla mobilità sostenibile, ha un grande impatto sul settore turistico, come dimostrato dal successo degli anni scorsi.
Sono sicuro che con l’implementazione dei nuovi itinerari il servizio sarà ancora più apprezzato e amato sia dai lombardi sia dai turisti
“.

Il direttore generale della Fondazione delle Ferrovie dello Stato, Luigi Cantamessa, ha dichiarato: “Quest’anno, d’accordo con l’Assessorato ai Trasporti della Regione Lombardia, abbiamo introdotto nuovi affascinanti itinerari in treno storico che, oltre ai laghi, puntano a valorizzare anche le capitali della Cultura nel 2023 e anche Cremona e Mantova che ospitano importanti manifestazioni culturali. Per alcune di queste circolazioni, metteremo a disposizione l’ETR252 ‘Arlecchino’ simbolo del made in Italy e del boom economico degli anni ’60 del secolo scorso“.

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Il nuovo cammino tra Bergamo e Brescia, Capitale della Cultura 2023

In occasione dell’anno di Bergamo e Brescia, Capitale della Cultura 2023, sono tantissime le iniziative che stanno nascendo per promuovere non soltanto le due città lombarde, ma l’intero territorio.

Una di queste resterà per sempre ed è un itinerario che collega Bergamo e Brescia da percorrere interamente a piedi in qualunque stagione. È la nuova Via delle Sorelle, ben 130 chilometri di cammino dedicato al turismo lento, nato per valorizzare e far scoprire i Comuni che attraversa in modo sostenibile. Una sorta di Cammino di Santiago, con tanto di passaporto da far timbrare e da tenere come ricordo.

La Via delle Sorelle tra Bergamo e Brescia

Il nome richiama il concetto del rapporto stretto tra le due città, che si assomigliano, che sono vicine e che, come sorelle, sono molto unite.

Il percorso si sviluppa quasi interamente in collina, in mezzo alla natura, e incrocia sentieri già esistenti e altre vie storiche, come l’Antica Strada Valeriana e il Cammino di Santa Giulia, facendo conoscere caratteristiche, tradizioni e, perché no, prodotti del territorio a tutti coloro che lo attraversano.

Unendo le due città principali, la via tocca 34 Comuni, oltre a Bergamo e a Brescia, sei dei quali saranno considerati tappe principali, dove si potranno trovare ostelli o strutture ricettive dove pernottare, dai b&b ai campeggi, con tariffe agevolate per chi presenta il passaporto con le credenziali.

Si attraversano anche due Parchi regionali – il Parco dei Colli di Bergamo e il Parco regionale Oglio Nord – e due strade del vino, la Strada del Vino di Franciacorta e la Strada del Vino Valcalepio e dei sapori della bergamasca.

Fanno parte dell’itinerario anche due siti Unesco, il Complesso Santa Giulia a Brescia e Città Alta a Bergamo, con le sue Mura venete.

I Comuni attraversati dalla Via delle Sorelle sono: Collebeato, Concesio, Cellatica, Gussago, Rodengo Saiano, Ome, Monticelli Brusati, Iseo, Provaglio di Iseo, Corte Franca, Adro, Capriolo, Paratico, Sarnico, Credaro, Villongo, Gandosso, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Chiuduno, Carrobbio degli Angeli, Gorlago, Montello, Costa di Mezzate, Bagnatica, Brusaporto, Albano S. Alessandro, San Paolo D’Argon, Torre de’ Roveri, Scanzorosciate, Villa di Serio, Nembro (e la sua frazione Lonno), Alzano Lombardo (frazioni di Brumano – Burro – Olera) e Ponteranica.

La “Compostela” lombarda

La Via delle Sorelle è un cammino bidirezionale, pertanto si può scegliere la città di partenza, Bergamo, Brescia o uno dei 34 Comuni, e raggiungere l’arrivo in sei tappe, ciascuna nella media dei 20-25 km l’una, bene indicate da un’apposita segnaletica. Sì, perché ogni tappa della Via delle Sorelle ha una propria particolarità naturale e culturale tale da essere vissuta anche come gita giornaliera o per un weekend fuori porta.

Il percorso è tutto una scoperta. Lungo l’intero territorio attraversato dalla via s’incontrano installazioni e si può assistere a performance artistiche, concerti o spettacoli: un vero palcoscenico a cielo aperto per le arti visive, insomma.

Sarà un lascito di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023, la Via delle Sorelle, anche chiamata “Cammino della Cultura”, un itinerario culturale, prima di tutto, oltre che artistico, naturalistico, sostenibile e resiliente.