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Apre una funivia con vista mozzafiato sul Lago di Como

Siete mai saliti a bordo della funivia più ripida d’Italia? Si trova in provincia di Como e offre una vista mozzafiato sul lago e sulle montagne che lo circondano. La funivia Argegno-Pigra è una vera e propria attrazione turistica, ma non solo: si rivela davvero molto utile per chi abita nelle vicinanze e per chi lavora o studia lontano da casa. Purtroppo, da un anno e mezzo è fuori servizio e si attende da tempo la sua riapertura. Che, a quanto pare, finalmente è vicinissima.

Riapre la funivia Argegno-Pigra

L’impianto che collega il borgo di Argegno a quello montano di Pigra, in provincia di Como, è ormai chiuso dall’ottobre 2022. Si parlava di una sua possibile riapertura durante la scorsa estate, ma il momento tanto atteso – sia dai turisti che dai residenti – ha continuato a slittare nel tempo. Finalmente, dovremmo esserci: la data prevista per la ripartenza della funivia è il 15 giugno 2024, sebbene Atm Milano – l’azienda che si occuperà della sua gestione – sta ancora effettuando gli ultimi controlli. Un anno fa, infatti, il Comune aveva avviato l’iter per raccogliere le adesioni riguardanti la riapertura della funivia, considerata un servizio importantissimo per le comunità locali.

La richiesta del Comune ha trovato grande interesse, così Atm si è fatta avanti e ha lavorato duramente per rimettere in sesto l’impianto. Il primo obiettivo è quello di far ripartire la struttura per sole tre volte alla settimana, ma ci si aspetta di poter tornare a lavorare a pieno regime il prima possibile, forse già entro la fine dell’estate. “Riteniamo la riapertura della funivia di Pigra di primaria importanza in quanto, oltre a rappresentare un importante attrattore turistico per la zona, crea opportunità, connessioni e crescita economica. La funivia è, infatti, il ponte che collega il passato al futuro” – ha affermato Giovanni Stefano Galli, presidente dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Como, Lecco e Varese.

La storia della funivia più ripida d’Italia

La funivia Argegno-Pigra è la più ripida d’Italia (ad esclusione del piccolo impianto che permette di raggiungere il Santuario del Sacro Monte di Varallo). Permette infatti di superare un dislivello di oltre 650 metri in appena 4 minuti, offrendo ai passeggeri un panorama mozzafiato: quello del Lago di Como e delle montagne che lo circondano, le Prealpi Comasche. L’impianto prevede l’utilizzo di due cabine da 12 posti, le quali affrontano un percorso dalle pendenze incredibili – si passa dal 71% al 95%. La sua importanza, come abbiamo visto, non è solo turistica.

La funivia consente infatti agli abitanti di Pigra e dintorni di raggiungere in un attimo il borgo di Argegno, da dove si può facilmente prendere il traghetto per Como o per Bellagio. Se un primo progetto venne abbozzato già nel 1913, purtroppo si dovette attendere solamente il 1971 per poter inaugurare l’impianto, che permise di congiungere i paesi irraggiungibili della Val d’Intelvi alla riva del Lago di Como. Il suo funzionamento, tuttavia, trovò un primo ostacolo nel 2010: a causa della mancanza di fondi per effettuare i necessari lavori di manutenzione, la funivia venne chiusa.

Grazie all’interesse dei cittadini, l’impianto riaprì appena un anno dopo. Ma nell’ottobre 2022 qualcosa si è bloccato nuovamente. Stavolta ci è voluto un po’ di più prima di riuscire a trovare la giusta soluzione, tuttavia pare proprio che si sia vicini ad una svolta. Il 15 giugno la funivia dovrebbe ripartire, offrendo ai turisti una possibilità unica per godersi il panorama del Lago di Como.

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Weymouth e le antiche rovine del Castello di Sandsfoot

Situata su una splendida baia riparata in corrispondenza dell’estuario del fiume Wey, sulla costa della Manica, Weymouth è uno dei luoghi in cui è nata l’idea stessa della vacanza al mare in Inghilterra. Questa popolare destinazione balneare britannica vanta una delle spiagge più belle del Dorset, un grazioso lungomare fiancheggiato da architetture georgiane, un pittoresco porto di pescatori circondato da case dai colori pastello e una serie di attrazioni che la rendono perfetta per ogni tipologia di visitatore, dai più avventurosi alle famiglie. Ma qui si può viaggiare anche a ritroso nel tempo, con una imperdibile visita alle antiche rovine del Castello di Sandsfoot.

La storia del Castello di Sandsfoot

Il Castello di Sandsfoot, noto anche come Castello di Weymouth, è un forte d’artiglieria costruito da Enrico VIII, che in origine faceva parte del programma del re per proteggersi dalle invasioni dalla Francia e dal Sacro Romano Impero e difendere l’ancoraggio della baia di Weymouth. La struttura aveva due piani e un seminterrato e forniva una postazione per cannoni pesanti, polveriere e alloggi per circa cinquanta uomini. Era protetto da un fossato e da un terrapieno, i cui resti caratterizzano ancora oggi i giardini. Sandsfoot è stato utilizzato durante la guerra civile inglese, quando è stato occupato a turno dal Parlamento e dai Realisti. Sopravvisse all’interregno ma, dopo la restaurazione sul trono di Carlo II Stuart, la fortezza fu ritirata dall’uso militare nel 1665.

All’inizio del XVIII secolo, il Castello di Sandsfoot era in rovina. Le scogliere di argilla su cui era stato costruito il forte erano sempre state instabili e soggette all’erosione. La piattaforma dei cannoni del castello iniziò a crollare in mare e, negli anni Cinquanta, fu completamente distrutta. Le rovine furono chiuse ai visitatori per motivi di sicurezza, anche se nel 1951 furono realizzati dei giardini civici accanto al castello.

Tra il 2009 e il 2012 sono state effettuate delle riparazioni che hanno permesso di riaprire il sito al pubblico, con l’aggiunta di una passerella interna illuminata, realizzata con i fondi dell’Heritage Lottery Fund,  al fine di permettere libero accesso ai visitatori e conservare il castello per le generazioni future. L’Historic England considera Sandsfoot “uno degli esempi più significativi” di fortini del XVI secolo sopravvissuti in Inghilterra.

Cosa fare e vedere a Weymouth

Tutti conoscono la splendida sabbia dorata di Weymouth, ma pochi sanno che la città ospita il Sandworld Sculpture Festival, l’unico festival di sculture di sabbia del Regno Unito che mette in mostra le opere di alcuni dei più importanti scultori di sabbia del mondo, capolavori d’artista che sfidano la logica.

Se, invece, volete esplorare la città in modo divertene e fantasioso, provate la caccia al tesoro guidata “Treasure Trails Dorset”, seguendo gli indizi che vi porteranno alla scoperta di edifici e monumenti, mentre sarete sulle tracce del tesoro scomparso.

Imperdibile per le famiglie il Weymouth Sea Life Adventure Park, che permette di esplorare un fantastico mondo sottomarino e viaggiare nelle profondità dell’oceano, entrando in contatto con oltre 2.000 creature, tra cui le giocose lontre e le tartarughe marine, mentre alla Fairy Penguin Island si possono ammirare i pinguini più piccoli del mondo. Tra le novità più recenti, l’Ocean Tunnel  offre la possibilità di sperimentare la meraviglia di una barriera corallina 24 ore su 24, vedendola mutare dal giorno alla notte.

Gli amanti della natura possono avventurarsi alla scoperta della splendida fauna selvatica in una delle riserve RSPB di Weymouth, come RSPB Radipole Lake e RSPB Lodmoor. Se siete appassionati di escursionismo, non potete non percorrere un tratto del South West Coast Path, dove la vista sull’isola di Portland nelle giornate limpide vi stupirà. I sentieri per fare il pieno di panorami e natura qui non mancano di certo, che si tratti di una passeggiata lungo il Rodwell Trail o sulla passerella che costeggia la splendida spiaggia di sabbia dorata.

Infine, tra le attrazioni storiche di Weymouth, oltre al Castello di Sandsfoot, merita una visita anche il Nothe Fort, situato all’ingresso del porto, che offre un’eccellente vista a 360 gradi sulla Costa Giurassica del Dorset. Qui potrete scoprire un labirinto di passaggi sotterranei, un museo, una piazza d’armi, impressionanti cannoni posizionati in alto sui bastioni e divertenti percorsi per tenere occupati i bambini.

Le rovine del Castello di Sandsfoot, a Weymouth, in Inghilterra

Fonte: Getty Images – Ph: Prisma by Dukas

Le rovine del Castello di Sandsfoot
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Il Colosseo si rinnova: una nuova apertura entro il 2025

Tutti conosciamo il monumento più famoso di Roma ed anche il primo ed il più grande anfiteatro stabile in muratura del mondo. Parliamo del Colosseo, unico monumento europeo che è stato inserito fra le Nuove Sette Meraviglie del Mondo e che nonostante questo sta per cambiare il look: in tale sito patrimonio Unesco, infatti, è prevista una nuova apertura entro il 2025.

Come cambierà il Colosseo

Entro il 2025, o almeno queste sono le previsioni, sarà aperta al pubblico una straordinaria passeggiata archeologica con un itinerario ideato dal progetto dello Studio Labics, vincitore del concorso al quale hanno aderito architetti e studi italiani e internazionali.

Verrà realizzato un grande anello pedonale che collegherà l’area archeologica centrale alla città moderna e agli splendidi rioni romani che si trovano nelle vicinanze di questo impressionante monumento.

Nel dettaglio: questa nuova passeggiata collegherà i Fori Imperiali al Colosseo, Celio, Palatino, Terme di Caracalla, Circo Massimo e Campidoglio con la città moderna e la vita quotidiana dei rioni circostanti.

In sostanza, non solo il Colosseo continuerà ad essere uno dei monumenti più incredibili del nostro pianeta, ma avrà anche passeggiata unica al mondo che congiungerà via dei Fori Imperiali con gli altri percorsi intorno al Palatino, intercettando l’itinerario ciclo-pedonale di via di S. Gregorio, via dei Cerchi, via di S. Teodoro e delle salite e discese del Colle Capitolino.

Verranno incrementati anche i servizi dell’area, includendo spazi pedonali, aree verdi, balconate, percorsi sopraelevati e percorrenze ciclo-pedonali.

Curiosità sul Colosseo

Fu l’imperatore Vespasiano a richiedere la costruzione di questo mastodontico monumento, intorno al 70-72 dopo Cristo, mentre a inaugurarlo fu il figlio Tito il 2 aprile dell’80 avanti Cristo, nella giornata che oggi viene celebrata come il Natale di Roma. Come hanno potuto notare tutti coloro che lo hanno già visitato o che lo hanno ammirato in foto, il Colosseo è arrivato a noi purtroppo non è integro, in quanto rappresenta solo 1/3 della costruzione originaria.

Tutto ciò ci fa capire che in passato era una struttura ancor più mastodontica di come ci appare oggi: è lungo 189 metri, largo 156 metri ed è costruito su una superficie di 24.000 metri quadrati. L’altezza è di più di 48 metri e possiede circa 80 ingressi da cui potevano entrare più o meno 50mila spettatori.

Molto interessante è il fatto che durante le giornate assolate veniva ricoperto da un grosso telaio composto da 80 vele triangolari e 320 funi di sostegno, poiché si volevano evitare le insolazioni al pubblico.

Al posto del Colosseo, quindi prima della sua costruzione, in quella zona di Roma era presente un lago artificiale, che venne quindi prosciugato per far spazio all’anfiteatro romano più grande del mondo.

Ma Perché si chiama Colosseo? Ci sono diverse ipotesi sull’argomento, ma secondo la teoria più accreditata è questo il suo nome perché fu costruito nei pressi della statua del “colosso” di Nerone, che sorgeva a pochi metri di distanza.

In passato era certamente più luminoso ed elegante di come lo vediamo oggi: era ricoperto di marmo, ma gran parte di esso è stato rimosso nel corso dei secoli e utilizzato per abbellire altri edifici.

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Stop ai pacchetti di viaggio che prevedono attrazioni con animali

Basta aprire un qualsiasi social network per ritrovarsi invasi di foto di turisti con animali. Certo, il più delle volte non si hanno brutte intenzioni, ma in molte circostanze quelle graziose creature soffrono e, anzi, in alcune situazioni vengono persino maltrattate, senza che il turista se ne accorga. Nonostante questo, nel corso del tempo ha sempre più preso piede una forma di turismo che impiega diverse specie animali come una vera e propria attrazione: i WTA (wildlife tourist attractions).

Si tratta di un settore che non è del tutto chiaro, perché mentre noi pensiamo di investire soldi in attività che potrebbero aiutare e sostenere la vita degli animali, in realtà in diverse circostanze non è affatto così: l’elefante thailandese che porta a spasso i turisti soffre, così come il leone sedato in una gabbia. Sì, ci sono anche delle eccezioni come i santuari, dei centri che si occupano del recupero e riabilitazione degli animali selvatici per poi consentire un naturale reinserimento all’interno del loro habitat: qui gli animali sono controllati ma anche liberi e il turista può osservarli in tutta la loro naturalezza. Purtroppo, però, non è sempre così.

Per questo motivo, uno dei più importante tour operator del Regno Unito ha deciso di eliminare dal suo catalogo i pacchetti di viaggio che prevedono attrazioni con animali.

La nuova politica di easyJet Holidays

Il tour operator in questione è easyJet Holidays che ha fatto sapere, per mezzo di comunicato stampa, che è stata delineata una nuova politica rivolta al benessere degli animali: prevede l’impegno ad offrire solo esperienze che non minaccino il benessere, la conservazione e il loro importante ruolo nell’ambiente globale.

Si tratta di una politica che incorpora le linee guida ABTA sul benessere degli animali e nata in seguito a diverse consultazioni effettuate con alcune organizzazioni per i diritti degli animali, tra cui World Animal Protection. easyJet Holidays ha anche affermato che che incoraggerà gli hotel partner a seguire la medesima politica sul benessere degli animali.

In sostanza: easyJet Holidays non promuoverà  e non offrirà più attrazioni turistiche che potrebbero essere dannose per gli animali, compresi zoo e parchi marini, spettacoli con animali, giostre ed eventi sportivi che coinvolgono queste preziose creature. In più, l’azienda continuerà la sua lotta contro lo spreco alimentare negli hotel e, in generale, per rendere il turismo,  e tutte le sue sfaccettature, un’attività più più rispettosa del pianeta e di chiunque lo abiti.

Le dichiarazioni degli “addetti ai lavori”

Matt Callaghan, Chief Operating Officer di easyJet Holidays, ha dichiarato: “Essendo uno dei più grandi tour operator, ci impegniamo a essere leader del settore quando si tratta di viaggi responsabili. Le nostre ricerche ci dicono che le esperienze di viaggio sostenibili sono importanti per i nostri clienti, quindi vogliamo rendere loro più facile trascorrere vacanze migliori”.

Ha poi continuato sottolineando che: “Siamo appassionati della protezione e del rispetto di tutte le forme della natura nelle destinazioni in cui offriamo vacanze, motivo per cui abbiamo deciso di non offrire o promuovere attrazioni che potrebbero sfruttare gli animali all’interno del nostro programma di tour e attività. Sappiamo che i tour e le attività sono un modo brillante per vivere le nostre destinazioni di vacanza, quindi non vediamo l’ora di continuare a offrire esperienze più sostenibili e responsabili ai nostri clienti per migliorare ulteriormente la loro meritata vacanza”.

Katheryn Wise, responsabile delle campagne sulla fauna selvatica presso World Animal Protection UK, ha invece fatto sapere che: “easyJet Holidays ha davvero fatto un passo avanti a favore degli animali con questa politica forte e ambiziosa sul benessere degli animali. Fin dall’inizio easyJet Holidays è stata chiara nell’impegnarsi ad offrire ai propri clienti un’assistenza responsabile, opzioni di viaggio rispettose della fauna selvatica ed è stato un piacere lavorare con un’azienda focalizzata sull’ascolto dei propri clienti e sulla scelta di non trarre profitto dall’intrattenimento della fauna selvatica in cattività. È attraverso la collaborazione e un impegno come questo che possiamo davvero aspettarci di vedere un cambiamento duraturo per animali selvatici in tutto il mondo.”

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È in arrivo una nuova attrazione a Gardaland e sarà spettacolare

Una nuova e misteriosa attrazione per gli amanti del brivido e dell’avventura sta per arrivare in uno dei più famosi paradisi del divertimento in Italia per grandi e piccini. A partire da giugno, i visitatori di Gardaland Resort potranno vivere un’esperienza davvero unica nel suo genere. Un maestoso lupo di oltre 16 metri, colpito da una maledizione che lo ha trasformato in pietra, è pronto a regalare emozioni forti a grandi e piccini.

A Gardaland Resort arriva un lupo di oltre 16 metri

La nuova attrazione, in arrivo questa estate a Gardaland, sarà resa ancora più affascinante da scenografie mozzafiato, luci e suoni accuratamente progettati per adattarsi al tema, e dalla sincronizzazione con gli effetti fumo, per offrire un’esperienza davvero immersiva con una storia avvincente e ricca di mistero, che si svilupperà intorno all’imponente animale.

Come sappiamo, la figura del lupo, elemento chiave di questa new entry, è da sempre associata a molteplici significati e simbolismi. Lo si considera una vera e propria guida spirituale, incarnazione di forza e coraggio, connessione con la natura e simbolo di comunità e famiglia. Cresce, dunque, l’attesa per liberare questa misteriosa creatura dalla maledizione che l’ha pietrificata. Un’esperienza che si preannuncia indimenticabile, rivolta non solo ai visitatori più temerari ma anche alle famiglie.

Le altre novità e le pietre miliari

Il gigantesco lupo non sarà l’unica novità prevista a Gardaland da questa estate. Come vi avevamo già accennato nei mesi scorsi, una pietra viola e grigia con 22 misteriosi simboli e con un messaggio da decifrare, è stata posizionata al centro del cantiere, dove presto vedremo spuntare anche il lupo di oltre 16 metri. La pietra viola, realizzata dal reparto creativo di Gardaland in 100 ore di lavoro, sarà un altro elemento chiave della nuova attrazione, ed è molto probabile che nasconda qualche indizio sul suo nome e sulla sua ambientazione.

Da quando è stata scoperto, questo antico manufatto di origine sconosciuta, ricoperto di simboli misteriosi, ha suscitato grande curiosità. Finalmente, “dopo mesi di ricerche e studi”, “un gruppo di esperti” ne avrebbe svelato il significato. Si tratta di un messaggio sorprendente, che rivelerà una verità straordinaria. Posizionata in un’area di 494 metri quadrati, prenderà il posto di Sequoia Magic Loop, accanto alle attrazioni Shaman e Colorado Boat, e potrà trasportare circa 350 persone all’ora, con un’altezza superiore ai 120 centimetri. Ricca di effetti speciali e con un alto impatto scenografico, saprà assicurare ai visitatori di tutte le età un’avventura immersiva.

Oltre alle nuove attrazioni, il parco offre la possibilità di visitare quelle che sono considerate le pietre miliari del Resort del divertimento. Tra queste, il Gardaland SEA LIFE Aquarium, il primo acquario interamente tematizzato d’Italia, il primo LEGOLAND® Water Park in Europa, un parco acquatico di 15 mila metri quadrati, aperto nel 2021, dove ci si può immergere tra milioni di mattoncini LEGO, in un mare di giochi d’acqua interattivi, giocare sui coloratissimi scivoli e rilassarsi nelle straordinarie aree interamente tematizzate, e “Jumanji the Adventure”, la prima attrazione al mondo a tema Jumanij, una dark ride che accompagna gli ospiti a bordo di alcuni fuoristrada tra pericolosi animali, ostacoli di ogni tipo e un potente gigante di pietra.

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Vacanze in famiglia: questi alloggi Lego sono il sogno di ogni bambino

Un luogo che può essere apprezzato dai grandi, ma anche dai più piccoli: del resto se ci sono giochi che mettono d’accordo proprio tutti allora quelli sono i Lego. E per trasformare il sogno di ogni bambino (o ex tale) in realtà arrivano nuovi alloggi a tema, per immergersi nella fantasia e tornare a quando, rapiti dai mattoncini colorati, si sognavano case, intere città, mezzi che solo le mani e la mente di un bambino è in grado di creare.

Tutto questo si può toccare con mano a Legoland, il villaggio vacanze di Günzburg, in Baviera: una vacanza in Germania con tutta la famiglia (ma anche da soli) deve prevedere una tappa in questo luogo in cui la magia e la fantasia si possono toccare con mano. Da marzo, poi, ci sarà un ampliamento degli alloggi immersi nel verde e nella bellezza della natura.

I nuovi alloggi di Legoland, immersi nella natura

Appuntamento a marzo 2024 con i vacanzieri che vogliono sperimentare i nuovi alloggi del villaggio vacanze Legoland di Günzburg, in Baviera. Manca poco, dunque, per l’apertura del Forest Adventure Lodge che si trova all’interno dell’oasi verde e che regala ai visitatori una doppia esperienza: quella di vivere in un mondo a tema Lego e di apprezzare la bellezza della natura bavarese. Il luogo perfetto per una vacanza all’insegna del divertimento, ma anche del relax, dove i bimbi possono sentirsi accolti e così anche i genitori.

Legoland: la camera del Forest Adventure Lodge: lo spazio per i genitori

Fonte: LEGOLAND Deutschland

Lo spazio dedicato ai genitori nella camera del Forest Adventure Lodge a Legoland

La nuova struttura è dotata di un ristorante a tema (il Zum Hungrigen Bären) e aree gioco abbinate. Il contesto poi è stato pensato per essere in armonia con la natura: “Dove il comfort di un hotel per famiglie incontra la meravigliosa atmosfera di una riserva naturale per scoprire la foresta all’insegna dell’avventura e del divertimento”, viene spiegato in una nota.

La comodità deriva anche dal fatto che si tratta di stanze dotate di una zona notte per i genitori, separata da quella dei bambini. Il lodge dispone di 80 camere che, se sommate con quelle le altre strutture porta Legoland ad avere ben 589 stanze per accogliere i propri ospiti.

L'area bambini nella camera del Forest Adventure Lodge a Legoland

Fonte: LEGOLAND Deutschland

L’area dedicata ai bambini nella camera del Forest Adventure Lodge a Legoland

Legoland, dove il sogno diventa realtà

Legoland in Germania è un parco in cui la fantasia e il sogno di grandi e piccini diventa realtà. Di grandi dimensioni, vi sono giostre, attrazioni, aree tematiche e viene organizzata una parata colorata e divertente. Il tutto, come viene spiegato sul sito ufficiale, in mezzo a oltre 57 milioni di mattoncini. Lego, ovviamente.

Ora la già ricca offerta si amplia a partire da marzo 2024. “Con il Forest Adventure Lodge creeremo un ambiente unico, all’interno del nostro villaggio, coniugando l’affascinante mondo dei Lego alla ricchezza della natura bavarese – ha detto Manuela Stone, direttore generale di Legoland Deutschland Resort -. Ogni dettaglio del lodge è stato progettato per offrire ai nostri ospiti un’esperienza indimenticabile. Offriamo ai nostri ospiti un’esperienza tematica completamente nuova, mai vissuta prima nel nostro resort.”

Tra l’altro con un’attenzione particolare nei confronti dell’ambiente e delle sostenibilità. Infatti, gli edifici sono alimentati dal sole e un impianto fotovoltaico da 430 kWp permette di riscaldare (o raffreddare) la struttura, l’energia in eccesso – poi- serve per alimentare anche il ristorante.

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L’attrazione di Milano che nessuno conosce e che merita una tappa

Il centro di Milano è anche il luogo dove sono concentrate le attrazioni turistiche più famose. Dal Duomo con la sua Madonnina, al Castello Sforzesco, la Galleria Vittorio Emanuele II, Palazzo Reale che ospita alcune delle più importanti mostre d’Italia, corso Vittorio Emanuele e il Quadrilatero della moda con via Montenapoleone, via della Spiga e via Gesù.

E sono colo alcuni dei punti più frequentati dai turisti.

Cosa vedere in piazza della Scala

Solo in piazza della Scala ci si può soffermare per ore ad ammirare ogni singolo edificio o monumento che ha una storia tutta sua da raccontare. Da un lato, il Teatro alla Scala, il più famoso del mondo, dove si sono esibiti tutti i più grandi musicisti, direttori d’orchestra e tenori internazionali. Dall’altro, Palazzo Marino, un edificio altrettanto sontuoso che speso viene confuso con l’opera, ospita il Municipio.

E poi, l’accesso alla galleria, il salotto di Milano, con il Leonardo3 Museum, un innovativo museo interattivo con modelli funzionanti delle sue macchine e il restauro digitale dei suoi dipinti, e le gallerie d’Italia, l’altro museo che ha una collezione permanente di opere e che ospita sempre grandi esposizioni.

Al centro, domina il monumento dedicato a Leonardo da Vinci, ritratto in atteggiamento pensoso con le mani sul petto, un’opera realizzato da Pietro Magni e inaugurata nel 1872. Tutt’intorno, un’aiuola con panchine meta prediletta dai turisti in sosta. Pochi, però, sono a conoscenza di una vera chicca che si trova in questa famosa piazza milanese, preziosa testimonianza della città e dei suoi abitanti, ma che il più delle volte passa inosservata.

La fontana che nessuno conosce

A due passi dalla statua di Leonardo (da non confondere con quella dedicata a Giulio Ricordi, compositore ma soprattutto editore musicale, che si trova sull’altro lato della piazza) c’è una fontana, una cosiddetta “vedovella”, come la chiamano i milanesi, non una delle tante che si possono trovare in giro per la città perché questa detiene non un primato ma ben due. Infatti, si tratta delle più antica della città – ha appena compiuto 90 anni – ed è anche l’unica di bronzo.

In giro per Milano se ne contano altri 640 esemplari, nelle piazze e nei parchi, ma le altre fontanelle, tutte di acqua potabile, hanno il corpo principale fatto di ghisa.

Quella di piazza della Scala fu realizzata intorno agli Anni ’20 del Novecento dall’architetto Luca Beltrami, autore del restauro del Castello Sforzesco, incaricato dal Comune di Milano di progettare gli ornamenti per la piazza.

Le caratteristiche fontanelle milanesi sono alte un metro e 55 centimetri, hanno il corpo principale ftto di ghisa e il bocchello in ottone, ma solo quella in piazza Scala è di bronzo.

Perché le fontanelle di Milano si chiamano “vedovelle”

Secondo la leggenda, il nome “vedovella” dato alle fontanelle verdi che ci sono in giro per Milano risale alla Prima guerra mondiale e si riferisce al pianto delle vedove di guerra che persero i loro mariti durante il conflitto. Dal rubinetto, infatti, sgorga ininterrottamente un rivolo d’acqua, proprio come le lacrime.

Le fontanelle milanesi sono anche chiamate “draghetti verdi” in quanto l’erogatore dell’acqua ha proprio la forma di un drago, ispirato ai gargoyle del Duomo a loro volta ispirato dal biscione simbolo dei Visconti e stemma della città di Milano.

Le “vedovelle” o “draghetti verdi” sono ancora oggi prodotti e installati nelle nuove vie e piazze della città e sono realizzate dalle Fonderie Lamperti di Castellanza per conto del Comune di Milano. La prossima volta che visitate la città e vi trovate in centro, fate tappa anche alla fontanella di piazza della Scala. Sulla app “la tua acqua” si trova la mappa dei luoghi dove sono state posizionate tutte le “vedovelle” milanesi.

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Narrow House: la casa più stretta del mondo è un’attrazione turistica imperdibile

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per esplorare il mondo che abitiamo e le sue meraviglie, quelle naturali, artistiche, storiche e architettoniche. Lo facciamo anche per vivere e condividere esperienze straordinarie e per toccare con mano la cultura e le tradizioni di popoli lontani. Certo è che mai avremmo immaginato di farlo per visitare una casa.

Ma quella in Normandia non è una casa qualsiasi, ma la più stretta del mondo. Un primato sicuramente insolito e bizzarro che ha trasformato l’edificio realizzato da Erwin Wurm in una vera e propria attrazione turistica. Il motivo? Si tratta di un vero e proprio capolavoro artistico, un gioiello in miniatura che ha conquistato l’interesse della critica e anche quello dei viaggiatori.

Con le sue piccole dimensioni – 7x13x16 metri – Narrow House – questo il suo nome – viene ogni giorno raggiunta, contemplata e fotografata da avventurieri provenienti da ogni parte del mondo. Ecco dove si trova e come visitarla.

Narrow House: benvenuti nella casa più stretta del mondo

Fate spazio nella vostra travel wish list: c’è un nuovo luogo da raggiungere e si chiama Square Claude Érignac. Ci troviamo in Normandia, e più precisamente a Le Havre, nel comune francese situato sulla riva destra dell’estuario della Senna.

Anche se lontana dai sentieri più battuti dal turismo di massa, questa città sa sorprendere come poche. Non solo per le sue dimensioni e i suoi abitanti, che la rendono la prima città della Normandia, ma anche per il centro urbano, ricostruito da Auguste Perret, che è stato inserito dal 2005 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

Se questi motivi non dovessero bastarvi per raggiungere Le Havre, allora segnaliamo Narrow House, un’attrazione turistica unica e uguale a nessun’altra che, da sola, merita l’intero viaggio. La casa più stretta del mondo, opera d’arte che porta la firma di Erwin Wurm, ha infatti ridefinito l’aspetto della piazza Claude Érignac. Un’installazione visitabile, ma poco abitabile, per le dimensioni, le fattezze e i dettagli ha accolto l’attenzione di appassionati d’arte e viaggiatori provenienti da ogni dove.

Narrow House, gli interni della casa più stretta del mondo

Fonte: Kai Pilger / Alamy / IPA

Narrow House, gli interni della casa più stretta del mondo

Come visitare la casa stretta di Erwin Wurm

È visitabile, la casa più stretta del mondo, e questo basta per raggiungere Le Havre. L’installazione di Erwin Wurm, come anticipato, fa da cornice alla piazza Claude Érignac diventandone attrazione turistica aperta al pubblico dal 24 giugno del 2022.

Sono le sue dimensioni a parlare per lei: Narrow House, infatti, misura solo 7x13x16 metri e spicca, non certo per maestosità, all’interno di un giardino alberato che la circonda. Ma a differenza di quanto si può pensare non è solo un involucro vuoto, perché i suoi interni sono a disposizione dei più curiosi.

Sono piccoli, stretti e quasi claustrofobici ma sapientemente pensati gli arredamenti della Narrow House. Non aspettatevi, certo, mobili tradizionali perché quelli presenti negli ambienti della casa più stretta del mondo sono quasi surreali. Così come lo sono le pareti delle stanze che si restringono e si allargano invitando i visitatori a ripensare agli spazi e a dialogare, in maniera inedita, con loro.

Erwin Wurm ha prodotto negli anni diversi modelli di questa casa, ispirati tutte alla sua dimora d’infanzia seppur reinterpretata in maniera surreale e visionaria, uno tra i quali è stato anche in Italia, a Venezia, in occasione della Biennale del 2011. Ma adesso, Narrow House è diventata un’installazione permanente, nonché una tappa obbligata per tutti coloro che viaggiano in Normandia.

Narrow House, la casa più stretta del mondo a Venezia

Fonte: Getty Images

Narrow House, la casa più stretta del mondo a Venezia
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Isola di Cat Ba, come un sogno che si avvera

Una delle destinazioni più affascinanti del Vietnam è la famosa Baia di Halong, Patrimonio UNESCO nonché una delle “Sette meraviglie naturali del mondo”: un luogo magico, da sogno, punteggiato da quasi duemila isole tra cui spicca l’Isola di Cat Ba, la più grande dell’arcipelago, a circa 30 chilometri da Haiphong.

Si tratta di una meta turistica oggi molto apprezzata, plasmata da una lussureggiante foresta tropicale, promontori, piccole baie, grotte visitabili, brevi tratti di costa sabbiosa che si alternano a un profilo in gran parte roccioso: qui, oltre a lasciarsi incantare da un panorama ineguagliabile, è possibile dedicarsi a svariate attività all’aria aperta come escursioni in kayak, rock climbing, trekking e itinerari in mountain bike.

Inoltre, Cat Ba è il punto di partenza privilegiato per andare alla scoperta della Baia di Lan Ha, meno nota rispetto alla Baia di Halong ma più tranquilla e altrettanto straordinaria: i tour in barca offrono l’occasione di conoscere da vicino gli antichi e tradizionali villaggi di pescatori con le “case galleggianti” direttamente sul mare.

Le principali attrazioni dell’Isola di Cat Ba

A torto, moltissimi visitatori si fermano a Cat Ba soltanto per il tempo necessario a imbarcarsi alla volta della Baia di Lan Ha: eppure, l’isola offre innumerevoli attrazioni che richiedono almeno un paio di giorni di permanenza.

In cima alla lista va menzionato senz’altro il Parco Nazionale, istituito nel 1986 e riconosciuto dall’UNESCO come “Riserva della biosfera” nel 2004: le strutture principali e il Centro Visite sono ubicati lungo la strada che collega il centro abitato di Cat Ba con il porto di Gia Luan.

Le opzioni per entusiasmanti escursioni sono molteplici a partire dal sentiero di 1,5 chilometri nel cuore della foresta di Kim Giao che conduce sulla cima di una montagnola da cui godere di un panorama davvero mozzafiato. I più fortunati potranno imbattersi in uno dei rari esemplari di Cat Ba Langur, una piccola scimmia a serio rischio di estinzione poiché rimangono soltanto una sessantina di individui.

E poi il fascino delle grotte: l’Hospital Cave (Grotta dell’Ospedale), priva di luce naturale, trasformata in ospedale durante la Guerra del Vietnam, la Grotta di Trung Trang, a una quindicina di chilometri dalla cittadina di Cat Ba, un vero tesoro di migliaia di stalattiti e stalagmiti, la Grotta di Thien Long formata da tre caverne e la Grotta di Ho Coung.

Ancora, per immergersi appieno nella cultura locale, da vedere è l’appartato villaggio di pescatori e agricoltori di Viet Hai che mantiene intatta la sua identità mentre un’altra tappa da favola è la Valle delle Farfalle, dove rilassarsi e avvistare colorate farfalle che volteggiano in un paesaggio disegnato da ripide rocce calcaree a strapiombo.

Infine, l’Isola di Cat Ba, seppur la quasi totalità della costa sia rocciosa, vanta anche alcune spiagge lungo il promontorio a sud dell’omonimo centro abitato, denominate Cat Co 1, Cat Co 2 e Cat Co 3, e la spiaggia Tung Thu, alla periferia occidentale.

Come arrivare e quando andare

Cat Ba si trova a circa 150 chilometri dalla capitale Hanoi e il modo migliore per raggiungerla è il viaggio in autobus di circa 3 ore e mezza con un breve tratto in traghetto (incluso nel prezzo) di un paio di chilometri e una decina di minuti.

Partendo, invece, da Haiphong (molo di Ben Binh) si arriva a Cat Bat con un’ora di catamarano mentre, nella parte nord dell’isola, il porto di Gia Luan serve la linea di catamarani e traghetti che provengono dal molo di Tuan Chau della città di Ha Long.

Per quanto riguarda i mesi migliori per visitare Cat Ba, sono marzo e aprile in primavera e ottobre e novembre in autunno, quando le piogge sono scarse e le temperature gradevoli.

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L’attrazione più popolare del 2024 è un’esperienza immersiva unica

Stiamo per portarti in un viaggio virtuale verso un luogo più unico che raro. Non il solito museo d’arte digitale, ma un universo creativo senza precedenti. Qui, le opere artistiche non sono statiche, ma si muovono liberamente, interagendo tra loro senza confini.

Stiamo parlando del MORI Building DIGITAL ART MUSEUM: teamLab Borderless, un regno dove l’arte si sposa con la tecnologia, dando vita a un’esperienza che toglie il fiato. Un viaggio unico ed emozionante attraverso paesaggi digitali in continua trasformazione.

Questo spazio straordinario è il risultato del genio e dell’impegno di un gruppo visionario formato da artisti, scienziati ed esperti informatici, che hanno saputo fondere arte e tecnologia in modi innovativi, catturando l’immaginazione di milioni di persone in tutto il mondo. Nel corso degli anni, le loro opere hanno raggiunto più di 160 Paesi, affermandosi come un fenomeno globale che ridefinisce i confini dell’espressione artistica.

Dopo aver illuminato il quartiere di Odaiba con le sue meravigliose esposizioni digitali, il museo è pronto a dire addio alla sua storica sede e si trasferirà ad Azabudai Hills, nel cuore pulsante di Tokyo. L’inaugurazione di questa nuovissima location è prevista per l’inizio di febbraio, un evento davvero imperdibile.

Digital Art Museum di Tokyo: un tuffo nell’arte del futuro

DIGITAL ART MUSEUM Tokyo

Fonte: Getty Images

MORI Building DIGITAL ART MUSEUM: teamLab Borderless, Tokyo

Nel MORI Building DIGITAL ART MUSEUM, non troverai le classiche tele appese alle pareti o statue di marmo su piedistalli. Al contrario, le opere d’arte sono tutto tranne che statiche. Infatti, ti immergeranno in un universo mozzafiato di luci, suoni e immagini in costante movimento.

Un universo oscuro punteggiato da proiezioni digitali vibranti che danzano e si intrecciano, creando una sinfonia di immagini sulle pareti, sul pavimento, sul soffitto e persino sul tuo corpo. Qui, l’arte non è solo qualcosa da guardare, ma un mondo da vivere e da esplorare.

Ogni angolo del museo offre una nuova sorpresa, un nuovo scenario da scoprire, rendendo ogni visita un’avventura unica e affascinante. Alcune stanze sono piene di colori brillanti e forme geometriche in movimento, altre invece sono più tranquille e meditative, con immagini delicate che sembrano fluttuare nell’aria.

Esplorando l’arte senza confini

Il viaggio attraverso le installazioni del MORI Building DIGITAL ART MUSEUM di Tokyo è un’esperienza senza un vero e proprio punto di partenza. Le opere d’arte non sono ancorate a posizioni fisse, ma fluttuano liberamente nello spazio, creando un ambiente in perenne movimento. Non possono essere “consumate” con una semplice occhiata, ma richiedono tempo, pazienza e coinvolgimento per essere veramente apprezzate. È un invito a rallentare il passo, a prendersi un momento per osservare, ascoltare e sentire.

Tra tutte le attrazioni, imperdibile è il Bubble Universe, un’esperienza che ti trasporterà in un universo alternativo affascinante e luminoso. Immerso in un mare di bolle sfavillanti, ti sembrerà quasi di fluttuare in mezzo a loro. Ma ciò che rende davvero speciale questa installazione è la sua interattività. Le bolle reagiscono alle interazioni dei visitatori, cambiando colore e comportamento a seconda del tocco e del movimento.

Un’altra esperienza affascinante è la Megalith Crystal Formation, un’opera d’arte che ti trasporterà in un paesaggio quasi alieno, dominato da enormi formazioni cristalline che spuntano dal pavimento e si innalzano verso il soffitto, come gigantesche stalagmiti di luce. La bellezza di questo museo risiede proprio nella sua imprevedibilità, un’esperienza artistica mai uguale a sé stessa.

DIGITAL ART MUSEUM Tokyo

Fonte: Getty Images

MORI Building DIGITAL ART MUSEUM: teamLab Borderless, Tokyo