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Cosa fare a Sanary sur Mer, borgo della costa provenzale

Con i suoi 17.000 abitanti, Sanary sur Mer è una perla nascosta della Costa Provenzale, un piccolo borgo marino che conserva il suo elegante fascino del passato e che gode di un eccellente clima, simile alla regione siciliana e che la rende uno dei luoghi perfetti da visitare ogni stagione dell’anno. Ma cosa fare e cosa vedere a Sanary sur Mer, che la rende una delle mete ideali per le prossime vacanze? Ecco una lista delle attrazioni principali.

Il porticciolo: cuore della vita locale

Uno dei luoghi principali di Sanary sur Mer è sicuramente il suo caratteristico porticciolo, il cuore pulsante della città. Passeggiare lungo il molo della città permette di respirare e vivere l’aria salmastra, ma anche i colori vivaci dei pointus, ovvero le tradizionali barche da pesca locali e rappresentano l’icona di questo borgo della Costa Provenzale. Inoltre, al mattino presto è possibile assistere al ritorno dei pescatori e delle pointus, che portano il pescato del giorno direttamente ai ristoranti del porto.

Barche tipiche di Sanary-sur-Mer chiamate pointus, una dietro l'altra, ferme al porto

Fonte: iStock

Pointus, piccole imbarcazioni tipiche di Sanary-sur-Mer

Alla scoperta del centro storico: tra arte, storia e cultura

La città di Sanary sur Mer, situata sulla Costa Provenzale, tra le bellissime Nizza e Marsiglia, è anche un luogo ricco di storia e cultura. Il centro storico del borgo è un labirinto di piccole vie acciottolate, dove il tempo sembra essersi fermato. Passeggiare tra le vie, infatti, permette di ammirare delle bellissime case color pastello, in grado di catapultare i visitatori nel passato.

Qui si può visitare la cappella Notre-Dame-de-Pitié, edificio risalente al Sedicesimo secolo, che offre una vista mozzafiato sulla costa francese e che è anche uno dei punti più alti della città. Si trova, infatti, su una collina e rappresenta il luogo perfetto non solo per chi cerca tranquillità e meditazione, ma anche per tutti coloro che amano la fotografia e sono alla ricerca di uno scatto perfetto.

Nei pressi di questa cappella si trova anche l’Église Saint-Nazaire, un’altra chiesa che sorge sul sito di un antico edificio distrutto durante la guerra che colpì il Paese durante il ventesimo secolo e che rappresenta, proprio per questo, un vero e proprio simbolo della rinascita della città di Sanary sur Mer.

Infine, ma non per importanza, c’è l’attrazione storico per eccellenza: la Tour Romane, una torre medievale che testimonia l’antico passato della città di Sanary come città portuale colpita in passato da pirati ed invasori stranieri. Oggi, all’interno della struttura viene ospitato un museo dedicato all’archeologia subacquea, con reperti recuperate proprio nelle acque circostanti e dedicati all’evoluzione delle tecniche della pratica dell’immersione.

Sanary sur Mer: un rifugio per scrittori ed artisti

La città vanta una ricca eredità culturale, che risale agli anni Trenta, quando Sanary sur Mer e la Costa Provenzale divennero un rifugio soprattutto per scrittori ed intellettuali tedeschi in fuga dal regime nazista della Germania. Qui vissero figure importanti e di spicco del panorama culturale europeo, come Thomas Mann, Bertolt Brecht e Joseph Roth, i quali riuscirono a trasformare il borgo in una piccola capitale culturale dell’epoca.

Oggi è possibile visitare una lapide commemorativa, installata per rendere omaggio a questi illustri ospiti e che ricorda il legame indissolubile che si è creato negli anni tra Sanary e la letteratura. È un pezzo di storia poco conosciuto, che allo stesso tempo riesce ad aggiungere un fascino intellettuale all’atmosfera e che renderà il soggiorno in città molto più di una semplice vacanza.

Spiaggia e relax sulla Costa Provenzale

Uno degli aspetti attraenti di questa affascinante città francese sono le sue spiagge. La più famosa e celebre è senza dubbio la Plage de Portissol, una piccola baia incastonata tra le scogliere che offre un rifugio sereno per i bagnanti ed i visitatori della località marina. Qui è possibile godere di un mare limpido ed una sabbia dorata, che valgono sicuramente la visita anche in periodi di alta stagione, quando il numero di turisti presenti è decisamente più alto. La spiaggia di Portissol è anche il luogo ideale per gli amanti degli sport acquatici, come il windsurf o il kayak.

Un altro luogo da raggiungere, per chi vuole passare una giornata al mare, si trova ad est del porto. Qui, infatti, è. possibile passeggiare su una lunga distesa di sabbia che si snoda per più di un chilometro e che è perfetta per chi cerca un po’ di tranquillità lontano dal turismo di massa. L’accesso libero a molte spiagge, inoltre, rende la vacanza ancora più accessibile per tutti i tipi di visitatori, con e senza famiglia, che vogliono spostarsi facilmente tra mare e centro storico.

Vista del mare turchese di Sanary-sur-Mer con poche barche al largo

Fonte: iStock

Mare limpido e turchese di Sanary sur Mer

Tra sapori e profumi del Mercato Provenzale

Una valida opportunità per riuscire ad immergersi completamente nella cultura locale di un nuovo Paese e di una nuova città è sicuramente quella di visitare i mercati locali. Sanary sur Mer non è da meno. Il Mercato Provenzale che si tiene ogni mercoledì in città è un evento imperdibile, che riesce a trasformare la piazza cittadina grazie alla sua vivace atmosfera, rendendola il luogo ideale per assaggiare scoprire profumi e sapori locali: dai formaggi di capra fino ai famosi vini locali.

Sport ed avventura per gli amanti della natura

Per gli amanti dello sport e delle avventure a cielo aperto, Sanary sur Mer è la destinazione ideale dove passare l’estate in Provenza. Qui è possibile praticare sport acquatici come il surf, il windsurf ed il kitesurf, grazie alle correnti che colpiscono laCosta Provenzale, oppure seguire e vivere esperienze a stretto contatto con la natura, passeggiando per i numerosi sentieri che si snodano lungo la costa. Fra tutti, quello più conosciuto è il sentiero che conduce a Capo Sicié, un promontorio che domina il mare e dalla cui cima è possibile godere di un panorama fantastico.

La dolce vita provenzale

Infine, una delle esperienze più piacevoli che questa città della Francia ha da offrire, è semplicemente rilassarsi e godersi la vita lenta e dolce della Provenza: sorseggiare un bicchiere di vino locale in uno dei numerosi locali sul porto, mentre il sole tramonta dietro le colline è il modo perfetto per concludere una giornata passata alla scoperta di Sanary sur Mer e della Costa Provenzale.

Sanary sur Mer, grazie a queste peculiarità, si dimostra sicuramente come una destinazione in grado di combinare in modo armonioso mare, storia, cultura e natura. Questo piccolo borgo della Costa Provenzale è in grado di offrire tutto quello di cui si ha bisogno per passare una vacanza all’insegna del relax, ma anche del divertimento e delle avventure a contatto con la natura.

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Visitare il Taman Mini Indonesia Indah: tutta l’Indonesia in un luogo solo

Lo sapevi che a Giacarta c’è un luogo che ti permette di visitare tutta l’Indonesia in una sola giornata? Ovviamente si tratta di una versione in scala e rappresentativa di questa nazione asiatica. Si tratta del Taman Mini Indonesia Indah, un parco pensato e costruito appositamente per mostrare tutte le bellezze che questo splendido paese custodisce. Quelle che troverai di seguito sono alcune indicazioni e informazioni per organizzare la tua visita al Taman Mini Indonesia Indah, chiamato dagli indonesiani stessi semplicemente TMII.

Cosa è Taman Mini Indonesia Indah

Inaugurato nel 1975, il Taman Mini Indonesia Indah è stato un progetto voluto dalla moglie del presidente di quel periodo, Ibu Tien Suharto, con l’intento di creare uno spazio che aiutasse i viaggiatori a scoprire la diversità culturale delle varie regioni dell’Indonesia, senza dover viaggiare da un’isola all’altra. Non tutti i turisti che si recano da quelle parti, infatti, hanno tempo e mezzi a sufficienza per girare per bene tutte le regioni dell’Indonesia.

Questo parco vanta una superficie di circa 150 ettari e ospita dei veri e propri padiglioni rappresentativi di tutte le 34 province indonesiane, un po’ come se fosse un Expo dedicato solo all’Indonesia stessa. Le varie aree del parco mostrano riproduzioni dettagliate delle loro architetture tradizionali, costumi, artigianato e ci sono anche spettacoli di danze tipiche.

Padiglione di Bali al Taman Mini Indonesia Indah

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Il padiglione che racconta Bali

Come raggiungere il Taman Mini Indonesia Indah

TMII si trova fuori dal centro della capitale indonesiana, a circa 20 km, nella zona di East Jakarta. Il modo più comodo e semplice per raggiungere il parco è utilizzare un taxi, mezzo decisamente molto facile da trovare in una città come Giacarta. Molti indonesiani e anche tanti viaggiatori usano alcune app conosciute a livello mondiale per ricercare un trasporto privato. Costa meno ed è anche più sicuro, visto il pagamento elettronico.

Anche i mezzi pubblici arrivano al Taman Mini Indonesia Indah, ma  va messo in conto un buon tempo per il tragitto. La città, infatti, è molto trafficata e usare l’autobus potrebbe amplificare i tempi di spostamento verso il parco.

Informazioni utili per visitare il Taman Mini Indonesia Indah

Come per molte attrazioni turistiche e culturali, è necessario programmare e organizzare per bene la propria vista al Taman Mini Indonesia Indah a Giacarta. Questo luogo, infatti, non è solo celebre tra i turisti: anche molti indonesiani stessi lo visitano incuriositi.

Il parco è aperto tutti i giorni dal mattino presto (solitamente dalle 6) fino alle 20. In alcune occasioni, il parco chiude alle 22. Questi orari così prolungati sono un toccasana per organizzare la propria visita. Il clima e la temperatura di Giacarta, infatti, sono decisamente umidi e, spesso, il caldo si fa sentire copiosamente nelle ore centrali della giornata. Avere a disposizione il mattino presto e anche le ore serali è ottimo per chi teme di soffrire e non vuole rovinarsi la visita a questa Indonesia in miniatura. Gli orari di apertura indicati si riferiscono ai cancelli del parco: alcune attrazioni potrebbero seguire orari diversi.

Per quanto riguarda i costi, il biglietto si può davvero considerare low cost perché costa intorno alle 25.000 IDR (circa 1,5 €). Tuttavia, molte attrazioni all’interno come i musei e la teleferica, richiedono un biglietto separato con costi variabili a seconda delle rappresentazioni o delle esposizioni. Le comuni carte di credito sono accettate all’interno del parco ma localmente consigliano di avere anche dei contanti: spesso, in questo contesto, vengono preferiti ai pagamenti elettronici.

La durata della visita al Taman Mini Indonesia Indah dipende, ovviamente, dall’interesse individuale ma è sempre bene contare almeno una mezza giornata all’interno del parco. Questo tempo, ovviamente, si può estendere a piacere. Vale davvero la pena prendere in considerazione questo luogo e inserirlo nel tuo itinerario di viaggio in Indonesia.

Il padiglione di West Giava al Taman Mini Indonesia Indah

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Il padiglione di West Giava

I padiglioni regionali del Taman Mini Indonesia Indah

Le varie aree delle regioni indonesiane sono la vera e propria ricchezza del TMII. Come accade in molti musei che raccontano la diversità del proprio paese, ogni padiglione replica in miniatura delle case tradizionali tipiche della propria regione d’appartenenza. Le strutture sono arricchite con dettagli culturali, arte e oggetti caratteristici. Giusto per fare un esempio, nel padiglione di Bali si possono vedere i templi tipici e le sculture sacre, mentre nel padiglione di Papua vengono esposti strumenti musicali e artigianato locale.

L’Indonesia è uno stato insulare e le isole abitate in modo permanente sono oltre 900. Con una tale ricchezza, era impossibile rappresentarle tutte in una sola Mini Indonesia ma questo parco ha davvero fatto del suo meglio in questo senso. Ognuna delle 38 province dell’Indonesia è rappresentata da qualcosa all’interno del parco. Perché non giocare a riconoscerle e nominarle tutte?

I musei tematici del Taman Mini Indonesia Indah

Oltre a padiglioni, non potevano mancare i musei. Essi non sono suddivisi per provincia, bensì per tematica. I musei sono 15 e tutti si concentrano nel raccontare la cultura indonesiana e la storia del paese che, in epoca coloniale, ha visto avvicendarsi occupazioni e dominazioni diverse. I musei che contano la maggiore affluenza e riscuoto in più grande interesse ci sono il Museo dell’Indonesia, luogo che espone arte e manufatti storici di tutto il paese e il Museo della Tecnologia, che celebra i progressi tecnologici e scientifici indonesiani.

Anche il Museo dei Trasporti è sempre tra i più visitati. Recentemente sono state aggiunte delle installazioni che utilizzano la realtà virtuale per far immergere i visitatori nell’ambiente di una data zona o epoca storica dell’Indonesia: avrai la possibilità di fare un viaggio come se avessi, a tua disposizione, il teletrasporto. Alcuni dei musei sono gratuiti mentre, come dicevamo, per altri si paga un biglietto.

Il teatro Keong Emas

Come se la realtà virtuale non fosse già quasi magica, ci penserà il teatro Keong Emas a farti compiere un vero e proprio viaggio in Indonesia senza farti muovere dalle sue poltrone. Al suo interno, infatti, troverai un cinema IMAX. Qui vengono proiettati film sulla storia, la cultura e la bellezza naturale dell’Indonesia. La struttura del teatro è iconica e il suo design unico lo rende facilmente riconoscibile. Fa decisamente venire in mente alcuni film o romanzi di fantascienza.

La teleferica del Taman Mini Indonesia Indah

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La teleferica che attraversa il parco

La teleferica del Taman Mini Indonesia Indah

La vera superstar del Taman Mini Indonesia Indah di Giacarta è la teleferica, attrazione per la quale vanno matti soprattutto gli indonesiani stessi. La teleferica offre la possibilità di attraversare l’intera area e ammirare il parco dall’alto. Solo da questa prospettiva si può notare l’architettura di alcune zone del Taman Mini Indonesia Indah.

I giardini del Taman Mini Indonesia Indah

L’Indonesia è una nazione in cui la natura è rigogliosa e regna sovrana in una grande parte del paese. Poteva mancare in una mini Indonesia un qualcosa dove il verde e i fiori trionfassero? Ovviamente no. Una buona parte della visita al  Taman Mini Indonesia Indah può essere fatta ammirando gli splendidi giardini tematici. Troverai gli ambienti di molti luoghi conosciuti e splendidi, come il Parco Nazionale di Komodo, giusto per citarne uno.

Anch’essi sono studiati e suddivisi per mostrare tutto il meglio che la natura indonesiana sa offrire ai viaggiatori. Ogni giardino è curato nei minimi dettagli e non mancano, ovviamente, le descrizioni di tutta la flora presente. Dove c’è del verde, però, ci sono anche gli animali e i giardini del TMII sono casa per molte specie. Tieni gli occhi aperti e avrai la possibilità di avvistare molte creature interessanti.

Danze tipiche indonesiane

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Uno spettacolo di danze tipiche indonesiane

Gli eventi e le attività culturali del Taman Mini Indonesia Indah

Il Taman Mini Indonesia Indah non è un parco di divertimenti né tantomeno un luogo ricreativo, benché si trascorra davvero del tempo piacevole al suo interno. L’intento della sua creatrice era di dare un luogo univoco dal quale godere della bellezza e della cultura dell’Indonesia al completo.

Per questo motivo, non è raro che nei giorni di apertura del parco ci siamo molti eventi culturali di ogni genere. I più frequenti sono gli spettacoli di danze tipiche indonesiane, un qualcosa alla quale vale la pena di assistere durante la tua visita al Taman Mini Indonesia Indah.

Curiosità sul Taman Mini Indonesia Indah

L’Indonesia è un paese, attualmente, a maggioranza musulmana ma accoglie credenti di ogni fede. La religione è un elemento molto importante per questa nazione asiatica e trova spazio, soprattutto per la preghiera, anche al Taman Mini Indonesia Indah. All’interno del parco, infatti, ci sono luoghi di culto consacrati e riconosciuti per la fede musulmana, cristiana (sia cattolica che protestante), induista, buddista e anche per chi professa il Confucianesimo.

Pensando a un parco come il TMII, viene subito in mente di esplorarlo camminando. Questa, ovviamente, è l’attività maggiormente scelta sia dai turisti che dai locali ma, all’interno di questa mini Indonesia, si può fare anche altro. È ammesso, infatti, correre e praticare jogging, oltre che utilizzare la propria bicicletta. Il parco tende a voler stimolare e sostenere anche uno stile di vita attivo nonché promuove una cultura della sostenibilità e del rispetto per la natura.

Una parte del parco, infine, è disponibile per essere affittata per eventi: sono in molti che scelgono il Taman Mini Indonesia Indah come location per i festeggiamenti del proprio matrimonio o, se non altro, per le foto.

Mangiare e bere al Taman Mini Indonesia Indah

Un parco così grande e così importante dal punto di vista culturale non può non prevedere che almeno una parte del viaggio alla scoperta dell’Indonesia passi attraverso i gusti e sapori di questa nazione asiatica. Le aree di ristoro sono sparse per tutta l’area del TMII e i ristoranti presenti in loco presentano una grande diversità di proposte gastronomiche, proprio per far conoscere l’Indonesia anche a tavola.

Al di là di questo, il parco vanta moltissime aree picnic ed è concesso portare con sé il proprio cibo da fuori.

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Cosa vedere ad Antanarivo: guida alla scoperta della capitale del Madagascar

Se ami viaggiare ti sarai informato sul Madagascar che è sicuramente una delle mete top del periodo; la tua vacanza qui non può che partire da Antananarivo, la sua capitale. Ma quali sono le migliori attrazioni, i monumenti, i musei e i luoghi cult che non dovresti perdere? Scopriamolo insieme in una guida completa su Tana, perché è proprio così che la città viene chiamata più frequentemente.

Il palazzo della regina

Dopo esserti procurato il visto per il Madagascar non ti resta che pianificare il tuo viaggio alla scoperta di Antananarivo. Tra i simboli che rappresentano la città c’è il palazzo della regina, conosciuto ai più con il nome di Rova di Antananarivo. In una posizione dominante sulla collina di Analamanga, il complesso elegante racconta il passato glorioso della città e in modo particolare il periodo in cui è stato la residenza ufficiale dei sovrani del Regno di Merina, una delle dinastie più influenti nella storia del Madagascar. La sua costruzione risale al XVII secolo e al suo interno comprende il palazzo reale, templi e tombe reali. Seppur un incendio nel 1995 ne abbia danneggiato e distrutto una parte, le opere di restauro sono iniziate ed è sicuramente un must. Il mio consiglio? Dal Rova potrai scattare foto suggestive grazie ad una vista mozzafiato su tutta la città. Prenota una visita guidata così potrai avere maggiori dettagli storici e approfondire leggende e tradizioni.

Il parco zoologico e botanico di Tsimbazaza

Vuoi visitare il Madagascar esplorando a fondo la biodiversità? Nel tuo itinerario non dovrà mancare una visita al parco zoologico e botanico di Tsimbazaza. Perfetto con i bambini, ma non solo, dà modo di vedere vicino diverse specie endemiche del territorio tra cui i lemuri, i camaleonti, le tartarughe di terra giganti e tanti uccelli esotici. Oltre alla fauna, il parco ospita anche un ricco giardino botanico con tantissime tipologie di piante endemiche del Madagascar, molte delle quali sono uniche al mondo. Non molti lo sanno ma al suo interno è anche custodito un piccolo museo etnografico che fornisce uno spaccato interessante sulla cultura e le tradizioni delle diverse etnie malgasce.

Analakely market

Se ami la cultura local e vuoi fare shopping o acquistare souvenir unici non perdere una visita all’Analakely market. Si tratta del mercato principale della città, dove potrai trovare di tutto, dai prodotti freschi locali, come frutta tropicale e spezie, fino a oggetti di artigianato, tessuti e souvenir. Oggi è considerato a tutti gli effetti una vetrina autentica della quotidianità e offre un’occasione unica per interagire con la popolazione locale, assaporare cibi tipici e acquistare oggetti tradizionali malgasci.

Il lago Anosy

Un’altra attrazione che non puoi assolutamente perderti è il lago Anosy; diversamente da quanto solitamente accade non dovrai allontanarti dalla città poiché si trova proprio in centro. Sì, perché si tratta di un lago artificiale, oggi circondato da alberi di jacaranda che in primavera si tingono di una splendida tonalità violacea, è un luogo di tranquillità in mezzo al caos cittadino. Al centro sorge un monumento dedicato ai soldati malgasci caduti durante la Prima Guerra Mondiale, e un ponte lo collega alla riva, rendendolo un punto panoramico ideale per una passeggiata rilassante. Ti consiglio di raggiungerlo al tramonto, perché la luce è incredibilmente suggestiva.

Lago Anosy a Antanarivo

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Lago Anosy nel cuore della capitale del Madagascar

Il palazzo di Ambohitsorohitra

Tra le tappe must in città c’è il palazzo di Ambohitsorohitra, la residenza ufficiale del Presidente del Madagascar. Lo riconoscerai: è un edificio in stile coloniale francese ed è circondato da giardini ben curati e rappresenta uno degli edifici più importanti dal punto di vista politico del paese. Ricorda che però non è aperto al pubblico, potrai solamente goderti la vista esterna.

La cattedrale di Andohalo

Un altro punto di interesse religioso e storico ad Antananarivo è la cattedrale di Andohalo, costruita dai missionari cattolici francesi nel XIX secolo; è un imponente edificio in pietra che rappresenta uno degli esempi più significativi dell’architettura coloniale religiosa della città. La cattedrale offre una splendida vista su Antananarivo e, se sei appassionato di storia o di architettura, vale la pena visitarla per ammirare i suoi interni decorati e conoscere meglio la storia del cristianesimo nell’isola.

Il palazzo di Andafiavaratra

Se sei un appassionato di storia dovrai assolutamente visitare il museo Andafiavaratra. Oggi sede museale, il palazzo coloniale è stato un tempo del primo ministro Rainilaiarivony. La collezione al suo interno ospita oggetti legati alla storia della monarchia del Madagascar, molti dei quali sono stati recuperati dal Rova dopo l’incendio del 1995. Tra le proposte in mostra ci sono gioielli, abiti reali, antichi manufatti e strumenti tradizionali.

La collina sacra di Ambohimanga

Se hai modo di spostarti poco fuori dal centro, ti suggerisco di raggiungere in circa 20 km la collina sacra di Ambohimanga. Si tratta di un sito patrimonio dell’UNESCO ed è anche uno dei luoghi più venerati e storicamente significativi del Madagascar; per secoli considerata il cuore spirituale e politico del Regno di Merina, ospita antiche tombe reali, mura di pietra e i resti di un antico villaggio reale. Circondata da una vegetazione rigogliosa, ha un significato storico importante che ancora oggi non viene trascurato dai locali.

Visitare la Collina Reale di Ambohimanga

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Perché vedere la Collina Reale di Ambohimanga in Madagascar

Il Lemur’s Park

Se non hai abbastanza tempo per esplorare le foreste del Madagascar ma desideri vedere i lemuri in un ambiente più naturale, una visita al Lemur’s Park è una valida alternativa. Si trova a soli 22 km dalla città e si tratta di una riserva in cui convivono nove diverse specie di lemuri in libertà, garantendo agli animali un ambiente sicuro e protetto. Il parco offre visite guidate che permettono di osservare i lemuri da vicino e conoscere meglio le specie endemiche dell’isola. Si tratta di una tappa must per le famiglie che viaggiano con bambini ma non solo.

Il museo dei pirati

Se si viaggia con bambini ma non solo, una delle tappe imperdibili è il museo dei pirati. Si trova non lontano dalla stazione e dà modo di scoprire quello che era un tempo un pericolo effettivo: quello dei pirati. Se per molte nazioni erano un nemico, bisogna sapere che proprio qui hanno avuto una base segreta e hanno custodito i propri tesori.

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A spasso per Nørrebro, il quartiere più bello del mondo

Copenaghen è una città vivace, viva, ricca di luoghi da scoprire e di cose da fare. Tra queste c’è senza alcun dubbio visitare il quartiere di Nørrebro, un luogo molto alla moda, multietnico, tra negozi, locali e tantissime attrazioni.

Non stupisce che qualche anno fa (nel 2021 per la precisione) sia stato eletto da Time Out il quartiere più cool del mondo, perché qui si trovano tanti elementi che convivono assieme creando un luogo accogliente e tutto da scoprire: dal passato al moderno, senza dimenticare una comunità vivace e tante iniziative.

Da cosa fare a cosa vedere a Nørrebro, uno dei cuori pulsanti di Copenaghen e quartiere dal fascino che cattura al primo sguardo.

Nørrebro, tutto quello che c’è da sapere sul quartiere

La Danimarca è una terra tutta da scoprire, affascinante e unica, che regala scorci suggestivi e location indimenticabili. A partire dalla sua capitale, Copenaghen (ma non solo) che regala ai turisti tantissime cose da fare e bellezze da esplorare. Come il quartiere Nørrebro, cool e pieno di vita.

Si trova nella zona nord ovest dei laghi cittadini, che nel passato erano un braccio di mare, e nel suo perimetro si incontrano moltissimi locali per tutti i gusti, in cui sperimentare non solo piatti locali ma sapori da tutto il mondo e una vivace vita notturna.

Tra le strade da non perdere vi è Jægersborggade, una via in cui ci si imbatte in attività diverse come gallerie d’arte, botteghe biologiche, negozi vintage, botteghe d’arte e tanti locali. Nel corso della primavera, poi, qui si tiene un bel mercatino delle pulci. Il luogo perfetto, dunque, per chi è alla ricerca di posti autentici in cui scoprire artigiani e artisti, ma anche gustare piatti indimenticabili.

Da non perdere anche Nørrebrogade, la principale arteria del quartiere che ne rispecchia la sua affascinante anima multiculturale. Nella strada Elmegade, invece, ci si può lasciare incantare dai suoi piccoli negozi ma pieni di cose super alla moda. E poi tappa a Blågårdsgade con i suoi tantissimi locali.

Quartiere Nørrebro la strada Nørrebrogade

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Nel quartiere Nørrebro la strada Nørrebrogade

Se si programma una vista si deve passare dal ponte Dronning Louises Bro, che si può percorrere in bici e che collega il centro di Copenaghen con il quartiere. La sua realizzazione va datata 1887, ma è stato poi leggermente modificato successivamente per renderlo più attrattivo per le biciclette ma anche per i pedoni che si incontrano lì grazie ai suoi marciapiedi più larghi.

Per facilitare ciò sono state posizionate molte panchine e questo ponte è divenuto un luogo di incontro molto popolare, in particolare quando il tempo è bello e splende il sole. Oltre a queste location nel quartiere ci sono delle aree verdi davvero speciali, tutte da scoprire.

Cimitero di Assistens nel quartiere di Nørrebro

Merita un discorso a parte, ad esempio, il Cimitero di Assistens, che è stato inaugurato nel 1760 e pare estendersi in circa 200mila metri quadrati. Al suo interno vengono ospitate le tombe di alcuni dei più celebri esponenti della cultura danese. Fra tutti, ad esempio, vale la pena ricordare che qui riposa Hans Christian Andersen, celebre scrittore, ma anche il filosofo Kierkegaard e lo scrittore Dan Turèll mancato nel 1993. Immerso in un vero e proprio parco, qui si può passeggiare, si può correre, fare un giro in bicicletta oppure fermarsi per leggere un libro o mangiare nel mezzo della natura.

Nørrebro Cimitero di Assistens

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Nørrebro, al suo interno il cimitero di Assistens

Al suo interno è stato realizzato anche un museo dedicato a Stilling, artista e scrittore, convertendo e ristrutturando le vecchie scuderie.

Il cimitero – parco è aperto tutti i giorni, osserva un orario diverso in estate e in inverno (quando invece delle 22 chiude alle 19).

Superkilen Park e non solo, le aree verdi nel quartiere di Nørrebro

Un altro luogo che vale la pena visitare nel quartiere di Nørrebro è il Superkilen Park, si tratta di una realizzazione abbastanza recente infatti è stato inaugurato nel giugno del 2012 e porta la firma di Bjarke Ingels Group, Superflex e Topotek1.

Superkilen Park nel quartiere Nørrebro

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Il modernissimo Superkilen Park nel quartiere Nørrebro

Concepito per avere una continuità con l’esperienza e la vivacità multietnica del quartiere, può essere suddiviso in tre aree. The Red Square caratterizzata da caffè, musica e sport, The Black Market una piazza con fontana e panchine e Green Park dove, come suggerisce il nome, a emergere è il verde.

Passeggiare al suo interno è un vero e proprio viaggio culturale; infatti, viene indicato che ci si possono trovare fontane del Marocco, altalene dell’Iraq e anche uno scivolo a forma di polpo direttamente dal Giappone.

Tra le altre cose è molto esteso, basti pensare che ha una lunghezza di circa 750 metri coprendo 30mila metri quadri. E ha anche vinto ed è stato selezionato per premi prestigiosi. Un luogo vivo, in cui si può fare skate ma anche una passeggiata con i bambini.

Di dimensioni più piccole, ma anche questo perfetto per i bambini è il Folkets Park creato dai residenti nel 1971, il suo nome si può tradurre con Parco del popolo. È uno spazio verde che è stato sottoposto a opere di riqualificazione tra il 2013 e il 2014.

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Vacanze in Tanzania: cosa vedere e quale periodo scegliere

Sono luoghi che sembrano appartenere a un altro mondo, quelli che caratterizzano la Tanzania. Un Paese dove i colori si fanno più vividi ed il paesaggio è un incantevole unione tra terra e mare, ma anche tra uomo, animali e natura incontaminata.

Se il vostro viaggio dei sogno prevede di raggiungere queste incantevoli terre dell’Africa Orientale, qui trovate alcuni consigli che possono chiarire i principali dubbi sulla programmazione della vacanza: qual è il clima e il periodo migliore per andare in Tanzania? E quali luoghi valgono veramente la pena di essere visti (e vissuti)?

Tanzania: clima e temperature

Chi ci è stato ha assicurato di aver provato quella nostalgia che viene chiamata “mal d’Africa“, al proprio ritorno, proprio come cantava Franco Battiato tra le note di una sua celebre canzone. Meravigliosa e suggestiva la Tanzania è un mondo di tesori da scoprire, che offre una diversità di ambienti e di climi che la rendono ancor più attrattiva, anche se è bene informarsi prima della partenza per scegliere il periodo e il luogo migliore in base al tipo di viaggio che si ha intenzione di intraprendere.

La Tanzania, affacciata sull’Oceano Indiano in corrispondenza dell’arcipelago delle Seychelles e a nord delle Isole Comore, si trova poco più a sud dell’Equatore e tra i due tropici. È per questo che presenta un clima tropicale, influenzato però dall’altitudine. Alcune aree, infatti, sono più elevate di altre, presentando così temperature diverse: gli altipiani (come il Parco Nazionale di Ngorongoro) e le zone di montagna (come il Kilimanjaro), godono di temperature più basse rispetto alla media nazionale, toccando anche i 10° in inverno, oltre a un tasso di umidità inferiore rispetto a pianure, zone costiere ed isole.

Le stagioni in questo territorio africano sono differenti da quelle a cui siamo abituati in Europa, ovvero l’estate opposta all’inverno. La distinzione principale qui è tra la stagione verde (da metà novembre a metà maggio) e la stagione secca (da metà maggio a metà novembre, con temperature che si attestano attorno dai 25°C ai 31°C). Ma anche al loro interno presentano periodi piovosi che spezzano tali stagioni, creando quindi quelle che vengono chiamate la stagione delle piogge breve e la stagione delle piogge lunga. La prima, chiamata Vuli, va generalmente da metà ottobre all’inizio di dicembre, con rovesci deboli e poco frequenti, mentre la seconda, la stagione delle piogge lunga (Masikatra) va da fine marzo ai primi di giugno ed è quella soggetta ai monsoni, grandi a frequenti rovesci soprattutto nelle ore pomeridiane.

Alla scoperta dei grandi parchi nazionali della Tanzania

La Tanzania è la patria dei parchi nazionali: se ne contano ben sedici in questo Paese in cui il 30% del territorio è tutelato all’interno di aree naturali protette. I parchi nazionali più famosi? Il Parco del Serengeti, la riserva naturale di Ngorongoro, il Tarangire National Park e il Parco Nazionale del Kilimangiaro.

Il Parco Nazionale del Serengeti permette di assistere, nei mesi che vanno da fine dicembre a marzo, allo spettacolo della Grande Migrazione, la transumanza della fauna selvatica che si sposta verso sud. Si possono ammirare anche gli spostamenti degli gnu tra maggio e settembre, o ancora le nascite vicino alle pianure Ndutu, a febbraio.

Parco nazionale del Serengeti, in Tanzania

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Parco nazionale del Serengeti, Tanzania

Anche la Riserva naturale di Ngorongoro merita una visita (durante tutto l’anno). Sorge vicina al Kilimangiaro e presenta un grande cratere vulcanico al cui interno si trova un lago, ed è la casa di elefanti e rinoceronti neri. Tanti non rinunciano anche a fare percorsi naturalistici sui pendii della montagna più alta dell’Africa, ovvero il Kilimangiaro.

Non mancano poi i safari al Parco nazionale del Tarangire, nella Tanzania settentrionale, caratterizzata da secolari baobab e popolata da branchi di elefanti e, durante la stagione secca, anche da bufali, giraffe, gazzelle, leoni e ghepardi.

Altri preziosi parchi nazionali protetti sono: Lake Manyara National Park, Riserva di caccia del Selous, Ruaha National Park e Mikumi National Park. Nella regione occidentale del Paese si trova anche il Parco nazionale del Gombe Stream, fondato per la tutela e lo studio degli scimpanzé.

Cratere Ngorongoro, parco della Tanzania

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Riserva naturale Ngorongoro, Tanzania

Zanzibar e le altre spiagge della Tanzania

Non si può nominare la Tanzania senza che la mente vada subito a Zanzibar. La costa di questa perla africana è un tripudio di spiagge paradisiache e isolette altrettanto splendide in cui trascorrere piacevoli momenti di puro relax in ambientazioni dalle mille e una notte.

Zanzibar, tra queste, è la regina indiscussa: splendide spiagge con acque turchesi e sabbia bianchissima, caratterizzata da un pittoresco centro storico. Il luogo perfetto per immersioni subacquee, per fare snorkeling e per nuotare insieme ai delfini.

Zanzibar, paradiso terrestre in Tanzania

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Zanzibar, Tanzania

Ma ci sono altre isolette che non hanno nulla da invidiare alla più celebre Zanzibar (che in realtà si chiama Unguja e che prende il nome dall’arcipelago di Zanzibar essendo quella principale): sono le isole di Mafia, angolo di paradiso a soli 25 km dalla costa del continente africano, e Pemba, il cui entroterra è ricco di piantagioni di chiodi di garofano e noci di cocco.

Altre località frequentate dai numerosi turisti che scelgono la Tanzania come meta per le loro vacanze sono Dar Es Salam, corrispondente alla città principale del Paese, Bagamoyo, di fronte a Zanzibar, e più a nord Pangani, meno conosciuta ma formata da finissima sabbia candida, pochi affollamenti turistici e resort tranquilli in cui soggiornare.

Altri consigli utili prima di partire per la Tanzania

Programmando la prossima vacanza in Tanzania è bene tenere a mente che è necessario presentare un visto d’ingresso per poter visitare il Paese. Il documento deve essere richiesto per tempo seguendo una procedura esclusivamente online gestita dal Consolato Onorario di Milano. Inoltre per entrare nel Paese è necessario che il vostro passaporto abbia almeno sei mesi di validità residua. Per evitare spiacevoli imprevisti controllate quindi per tempo i vostri documenti facendo bene i conti con il programma del viaggio e le date di validità del passaporto.

Secondo quanto riportato dalla Farnesina, è obbligatorio inoltre stipulare prima della partenza, sia per la Tanzania che per Zanzibar, una “Certificazione Internazionale di Assicurazione Sanitaria”, che copra le spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario del paziente.

Per ogni altra informazione in merito ad eventuali vaccinazioni e ai luoghi in Tanzania nei quali la sicurezza non è garantita, è importante informarsi tramite il sito ufficiale ViaggiareSicuri della Farnesina.

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Cosa fare a Brindisi in un giorno

Brindisi viene considerata da molti soprattutto come un luogo da cui partire per destinazioni più famose e invitanti, dalla Grecia all’Albania. Un aspetto che non stupisce se si pensa che, da sempre, la sua storia è fortemente legata al suo porto: per motivi bellici o commerciali, questo angolo di Puglia ha rappresentato un crocevia importante per l’incontro di culture e genti diverse plasmando l’identità stessa della città. Accoglienza è infatti una delle parole in grado di descrivere l’atmosfera che si respira tra le sue strade, non prive di difficoltà.

Molti viaggiatori la scoprono solo di passaggio perché i problemi di cui soffre sono evidenti, ma l’impegno dei suoi cittadini e di coloro che vogliono vederla rifiorire è altrettanto presente. In questo articolo vogliamo aiutarvi a conoscere le sue bellezze suggerendovi cosa fare e cosa vedere a Brindisi anche se avete un solo giorno a disposizione. Fidatevi, ne vale la pena.

Cosa vedere a Brindisi

La città di Brindisi ha saputo creare negli anni un

micromondo dal paesaggio vivace e culturalmente attivo fortemente legato alla sua storia millenaria. Un passato che possiamo approfondire visitando i luoghi di interesse più importanti come Piazza Duomo, la Chiesa di San Giovanni al Sepolcro o le Colonne Romane, monumento simbolo della città.

Piazza Duomo, cuore del centro storico

Questo è uno dei luoghi più belli di tutta la città: su Piazza Duomo, infatti, si affacciano alcune delle migliori bellezze architettoniche di Brindisi come la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Portico dei Cavalieri Templari o il Museo Archeologico, tutti edifici realizzati in stile romanico-medievale. Una piazza ampia e luminosa, ma non l’unica presente in città. Se ne contano ben 13 che, nel tempo, hanno rivestito un proprio ruolo nella vita sociale e quotidiana dei suoi abitanti.

Da Piazza Vittoria, in passato luogo d’incontro della plebe, a Piazza del Sedile, al contrario quella vissuta soprattutto dai nobili, fino a Piazza Cairoli, situata lungo Corso Umberto I, che agli inizi del ‘900 rappresentava il place to be con caffè concerto, cinema e teatri. Durante la vostra giornata a Brindisi perdetevi tra le stradine tortuose e labirintiche del centro storico per scoprirle passo dopo passo.

Cattedrale Brindisi

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Cattedrale nel centro storico di Brindisi

Castello Svevo e Castello Aragonese

Imponente ed elegante, il Castello Svevo conquista lo sguardo di tutti i viaggiatori in visita a Brindisi. Situato in Via dei Mille 4, proprio nel cuore della città, è chiamato anche “castello grande” o “di terra” per distinguerlo da quello aragonese “sul mare”. Fu costruito per volere di Federico II nel 1227 come residenza fortificata ed è composto da materiali derivanti dalle vecchie mura e dai monumenti cittadini che all’epoca cadevano in rovina.

Il Castello Aragonese invece, da ammirare al tramonto quando le sue mura assumono un colore rosato, fu commissionato da Ferdinando d’Aragona, come lascia intendere il nome stesso della costruzione. Situato sull’isolotto di Sant’Andrea, può essere visitato previa prenotazione e con guida.

Lungomare Regina Margherita

Se il centro storico racconta il passato, il Lungomare Regina Margherita accoglie un presente vivace dove residenti e turisti trascorrono il tempo passeggiando, mangiando un gelato o godendosi un rilassante aperitivo estivo. Simbolo della città, la sua pianificazione urbana è stata curata con attenzione per offrire un luogo di incontro accogliente e piacevole. Da qui potete raggiungere la Scalinata Virgilio, intitolata a Publio Virgilio Marone, in cima alla quale si trova la Colonna Romana situata nel punto in cui la Via Appia raggiungeva il mare.

Monumento al Marinaio d’Italia

Risalente al periodo fascista, questo monumento è stato costruito come un timone con una grande torre in cemento armato rivestito. Essendo situato su una sponda diversa dal lungomare, per raggiungerlo dovrete salire su una barca che vi porterà in poco tempo a quello che viene chiamato come il villaggio di pescatori. Consigliamo di prendere l’ascensore e di salire in cima al monumento per godervi una vista panoramica sulla città.

Lungomare Brindisi

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Il lungomare di Brindisi

Dove andare al mare a Brindisi

Se capitate in questa città della Puglia in estate, vi starete sicuramente domandando dove andare al mare perché in questi mesi, si sa, il caldo ci attira naturalmente verso le acque meravigliose di questa parte di costa e l’unica cosa che desideriamo è tuffarci al loro interno.

Sul litorale di Brindisi troverete riserve naturali e spiagge bianche come Torre Santa Sabina, distante solo un paio di chilometri dal centro. Se invece avete più giorni a disposizione, non perdetevi Ostuni e le sue spiagge, perfette soprattutto per chi viaggia con bambini. Nei suoi 17 chilometri di costa si alternano grandi spiagge di sabbia, piccole calette o scogli più selvaggi, sempre bagnati da un mare pulito, limpido e dai colori mozzafiato.

Cosa mangiare a Brindisi

Una giornata a Brindisi non può concludersi senza aver provato alcuni dei suoi piatti tipici. A regnare è soprattutto il pesce, dove consigliamo di assaporare il gusto unico delle cozze gratinate, il polpo alla pignata (stufato di polpo) o una squisita grigliata o frittura di pesce fresco. Non mancano ricette a base di pasta fresca offerta in formati diversi, dalle orecchiette alle fettuccine lisce o arricciate. Agli amanti dei dolci, infine, consigliamo di provare la cupeta (torrone di mandorle tostate), dolcetti ricoperti di cioccolato (mustuazzeli) o ripieni di marmellata di amarene (biscotto cegliese).

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Jardin Majorelle: uno dei giardini più belli del mondo compie 100 anni

Uno dei giardini più incantevoli e misteriosi del Marocco festeggia 100 anni. Parliamo del Jardin Majorelle, un’oasi di verde e cultura situata a Marrakech, a due passi dalla Medina. La celebrazione di questo importante anniversario comprende mostre, eventi speciali, conferenze, concerti e proiezioni di film, ma è soprattutto un’occasione per mettere in evidenza il ruolo storico e attuale di una destinazione di fama mondiale. Scopriamo perché è diventata un’attrazione iconica.

Alla scoperta del Jardin Majorelle, attrazione simbolo di Marrakech

Questa meraviglia, che si estende su una superficie di novemila metri quadri, deve il suo nome al pittore orientalista francese Jacques Majorelle, il quale, stabilitosi nel 1919 a Marrakech, concepì qui il grande e rigoglioso giardino come un un luogo di pace e tranquillità, in cui potersi dedicare alla pittura, e un “laboratorio” botanico.

Nel 1922, l’artista comprò un palmeto nel nord-ovest della Medina, e iniziò ad arricchirlo con esemplari botanici esotici – in particolare cactus – e specie rare, provenienti dagli angoli più remoti del mondo. Negli anni Trenta, commissionò all’architetto Paul Sinoir la costruzione di una villa in stile moresco, creando il famoso “blu Majorelle”, un blu oltremare/cobalto, intenso e chiaro al tempo stesso, che contraddistingue le pareti della struttura e le architetture circostanti. La sua casa era al primo piano, mentre al piano terra c’era il grande studio in cui dipingeva.

Nel corso di quarant’anni, il Jardin Majorelle è diventato un’opera d’arte vivente in movimento, un sogno impressionista, “una cattedrale di forme e colori”, con un labirinto di vicoli che si incrociano su diversi livelli, edifici dalle tonalità vivaci che mescolano influenze Art Déco e moresche, incantevoli laghetti, fontane e pergolati.

Nel 1947, il complesso è stato finalmente aperto al pubblico. Rimasto abbandonato per molti anni, dopo la morte del suo creatore, avvenuta nel 1962, è stato acquistato da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé nel 1980, i quali hanno strappato questo patrimonio di inestimabile valore dalle mani di chi avrebbe voluto farne un complesso alberghiero.

I due geni della moda sono così diventati i nuovi proprietari della villa di Jacques Majorelle, che hanno ribattezzato Villa Oasis. Le ceneri di Yves Saint Laurent sono state disperse nel roseto dell’edificio e in suo onore è stato eretto un memoriale nel giardino.

Il Museo Berbero, viaggio nella storia e nell’arte

“Dal mio arrivo a Marrakech nel 1966, non ho mai smesso di essere affascinato dalla cultura e dall’arte berbera. Nel corso degli anni, ho raccolto e ammirato quest’arte che abbraccia diversi paesi contemporaneamente. I berberi sono giustamente orgogliosi della loro cultura, che hanno costantemente rivendicato nonostante le vicissitudini che hanno incontrato. A Marrakech, nel Paese dei Berberi, nel Jardin Majorelle creato da un artista che dipinse così tante scene di uomini e donne berberi, l’idea di questo museo ci è venuta naturale”. Sono le parole con cui Pierre Bergé introduce i visitatori al Museo Pierre Bergé delle Arti Berbere, inaugurato nel 2011 nell’ex studio di pittura dell’artista Jacques Majorelle.

Al suo interno si può venire a contatto con la straordinaria creatività dei Berberi (nell’antichità chiamati Imazigenes, che significa “popolo libero”), tra i più antichi abitanti del Nord Africa. Oltre 600 manufatti, raccolti da Pierre Bergé e Yves Saint Laurent tra i monti del Rif e il Sahara, testimoniano la ricchezza e la diversità di questa vibrante cultura, ancora oggi molto viva.

La collezione è esposta in quattro spazi distinti, ciascuno dedicato a un tema particolare. Prima di entrare nelle sale espositive, viene presentata ai visitatori una panoramica della storia di questa popolazione e una mappa che mostra la posizione delle principali tribù berbere in tutto il Marocco. Insieme al Musée Yves Saint Laurent Marrakech, aperto al pubblico nel 2017, questi due magnifici poli culturali aggiungono una dimensione artistica a un’oasi di rara bellezza, offrendo un viaggio immersivo a chi ama sia la natura che il mondo creativo del grande stilista francese.

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Il palazzo di Gyeongbokgung a Seul, info utili

Situato nel cuore di Seul, il Palazzo di Gyeongbokgung rappresenta uno dei simboli più importanti della storia coreana. Costruito nel 1395, durante il quarto anno del regno di Re Taejo, fondatore della dinastia Joseon, questo magnifico complesso ha servito come residenza principale della famiglia reale e come centro politico e amministrativo del paese.

Oggi, il Gyeongbokgung non è solo un’importante attrazione turistica, ma un’immersione nella storia e nella cultura della dinastia Joseon. Dove ogni edificio, padiglione e giardino racconta una storia di potere, bellezza e resistenza, e nonostante le devastazioni subite nel corso dei secoli, continua a rappresentare uno dei tesori più preziosi della Corea del Sud.

Da Gwanghwamun a Geunjeongjeon, dalle porte monumentali ai padiglioni nascosti, vi proponiamo un itinerario alla scoperta dei luoghi più iconici e significativi di questo straordinario complesso, senza dimenticare le info utili per organizzare al meglio la visita.

Un po’ di storia del Palazzo di Gyeongbokgung

Il Palazzo di Gyeongbokgung fu costruito nel 1395 come residenza ufficiale della dinastia Joseon dal fondatore Yi Seong-gye, il futuro Re Taejo. Spesso chiamato il “Palazzo del Nord” per la sua posizione rispetto al Palazzo Changdeokgung a est e al Palazzo Gyeonghuigung a ovest, il Gyeongbokgung è il più grande e importante dei cinque palazzi reali ed è stato lo scenario dell’incoronazione di molti sovrani della dinastia Joseon.

L’assassinio dell’Imperatrice Myeongseong nel 1895 portò alla perdita della funzione reale del palazzo, segnando l’inizio della fine della dinastia Joseon. Nonostante tutto, il Palazzo di Gyeongbokgung conserva ancora il Padiglione Gyeonghoeru, un esempio notevole di architettura della dinastia Joseon, e il Padiglione Hyangwonjeong con il suo stagno.

Le sculture nella Sala Geunjeongjeon sono un eccellente esempio delle tecniche scultoree dell’epoca Joseon. Oggi, sul lato ovest dell’area esterna alla Porta Heungnyemun si trova il Museo Nazionale della Corea, mentre sul lato est del Padiglione Hyangwonjeong, all’interno del palazzo, si trova il Museo Nazionale del Folklore della Corea del Sud.

Inizio della Visita: La Porta Gwanghwamun

Il nostro itinerario inizia dalla maestosa Porta Gwanghwamun, l’ingresso principale del Palazzo di Gyeongbokgung. Questa imponente struttura, situata all’estremità settentrionale di Sejongno, è considerata un simbolo della capitale coreana. Sebbene sia stata distrutta e ricostruita più volte nel corso della storia, la porta è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico il 15 agosto 2010. Attraversare Gwanghwamun significa fare un salto indietro nel tempo, entrando in un mondo dove la tradizione e la maestosità della dinastia Joseon rivivono in ogni angolo.

La Sala del Trono: Geunjeongjeon

Proseguendo oltre la Porta Gwanghwamun, ci si imbatte nella Geunjeongjeon, la Sala del Trono, il luogo dove il re teneva le udienze ufficiali, emetteva dichiarazioni di importanza nazionale e riceveva ambasciatori stranieri. Con la sua grandiosità, la Geunjeongjeon trasmette tutto il senso del potere e della dignità che caratterizzavano la corte reale.

Situata al centro di un ampio cortile rettangolare, la sala troneggia su una piattaforma di pietra a due livelli, circondata da balaustre decorate con sculture raffiguranti animali reali e mitologici, come draghi e fenici. Nel cortile, si possono osservare le pumgyeseok, letteralmente “pietre di rango”, che indicavano il posto dove i funzionari di corte dovevano posizionarsi in base alla loro posizione gerarchica.

L’Ufficio del Re: Sajeongjeon

Dietro la Geunjeongjeon si trova la Sajeongjeon, la sala utilizzata dal re come ufficio esecutivo principale per svolgere le sue funzioni amministrative e dove si riuniva con i più alti funzionari del governo. Due edifici laterali, Cheonchujeon e Manchunjeon, dotati di sistemi di riscaldamento Ondol che li rendevano particolarmente confortevoli durante i mesi invernali, fiancheggiano la sala a ovest e a est. Quest’ala del palazzo evidenzia quello che era l’aspetto più pratico e quotidiano del potere reale, mostrando come il re non fosse solo una figura cerimoniale, ma un vero e proprio leader impegnato nel governare il regno.

Gyeongbokgung, Seul

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Primavera al Palazzo di Gyeongbokgung, Seul, Corea del Sud

Il Padiglione dei Banchetti: Gyeonghoeru

Un’altra tappa imperdibile è il Gyeonghoeru, uno splendido padiglione costruito su un’isola artificiale all’interno di un lago rettangolare. Utilizzato per ospitare banchetti di stato ed eventi speciali, Gyeonghoeru è un capolavoro di architettura in legno e pietra, sostenuto da 48 massicci pilastri di pietra.

I pilastri esterni, quadrati, e quelli interni, cilindrici, simboleggiano l’idea del Yin e Yang, riflettendo la filosofia orientale profondamente radicata nella cultura coreana. Le tre pietre che collegano l’isola ai terreni del palazzo e le decorazioni con i dodici animali dello zodiaco alle balaustre sono dettagli che meritano di essere osservati con attenzione.

Gli Appartamenti Reali: Gangnyeongjeon e Gyotaejeon

Dirigendosi verso l’interno del complesso, si arriva al Gangnyeongjeon, la residenza principale del re, e al Gyotaejeon, l’alloggio della regina. Costruito originariamente nel 1395, ma andato più volte distrutto e quindi ricostruito nel corso dei secoli, il Gangnyeongjeon è composto da corridoi e quattordici camere dove il re e i suoi attendenti vivevano e lavoravano. Mentre il Gyotaejeon, situato alle spalle del Gangnyeongjeon, risale al 1440, ma fu ricostruito nel 1994 seguendo il design originale e mantenendo il giardino di Amisan, che con i suoi caratteristici camini esagonali è un notevole esempio dell’arte decorativa della dinastia Joseon.

I Padiglioni Nascosti: Hyangwonjeong e Jagyeongjeon

Un po’ più nascosti, ma non meno affascinanti, sono i padiglioni di Hyangwonjeong e Jagyeongjeon. Il primo, di forma esagonale, sorge su un’isola artificiale all’interno del lago Hyangwonji, collegato alla terraferma dal ponte Chwihyanggyo. Hyangwonjeong, letteralmente “Padiglione della Fragranza Lontana”, è la meta ideale per una passeggiata tranquilla e per godere della bellezza naturale e architettonica del complesso del palazzo imperiale.

Jagyeongjeon, invece, fu la residenza della Regina Sinjeong, madre di Re Heonjong. Nonostante sia stato distrutto per ben due volte da incendi, fu ricostruito nel 1888 e oggi rappresenta l’unico alloggio reale sopravvissuto alla demolizione avvenuta durante l’occupazione giapponese. I camini di Jagyeongjeon, decorati con i dieci simboli della longevità, sono un altro esempio di arte simbolica, che esprimeva l’augurio di lunga vita per la regina.

Info utili per visitare il palazzo di Gyeongbokgung

Orari di visita

Novembre – Febbraio ore 9-17 (ultimo ingresso ore 16)
Marzo – Maggio e Settembre – Ottobre ore 9 -18 (ultimo ingresso ore 17)
Giugno – Agosto ore 9 – 18,30 (ultimo ingresso ore 17,30)
Chiuso Martedì (aperto nel caso in cui il martedì sia una festa pubblica)

Biglietti d’ingresso

Adulti 19-64 anni: 3000 won (2400 won se in gruppo di almeno 10 persone)
Ingresso gratuito: minori di 18 anni, senior 65+ anni, persone che indossano l’Hanbok; per tutti i visitatori nel Giorno della Cultura (ultimo mercoledì del mese)

Tour guidati gratuiti

In inglese, giapponese e cinese, ogni giorno con inizio alle 11, 13,30, 15,30
In spagnolo, venerdì e sabato, con inizio alle 10,30, 15
I tour partono dal Gyeongbokgung Palace Information Center all’interno del Heungnyemun Gate a Seul, hanno una durata di circa 1 ora e mezza, obbligo di prenotazione per gruppi di 10 o più persone.

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Sossusvlei, il deserto delle dune rosse in Namibia

Ci sono luoghi di viaggio che ti fanno venire voglia di partire solo dopo aver visto foto, video e documentari ma di cui prima poco conoscevi. Probabilmente tra questi c’è Sossusvlei spesso soprannominato “il deserto delle dune rosse”. Il nome, per nulla incoraggiante, significa letteralmente “palude senza uscita” e si è conquistato questa reputazione per la posizione all’interno del bacino del fiume Tsauchab. Il luogo, estremamente suggestivo, è davvero una palude di sale e argilla ma a renderla particolarmente interessante è la cornice di dune di sabbia rossa nel cuore del deserto. Se non hai mai pensato ad un viaggio in Namibia, probabilmente questo nome non ti risulterà particolarmente noto ma in loco è una delle attrazioni principali, tanto da essere in cima alle attrazioni turistiche.

Perché a Sossusvlei le dune sono rosse

Sossusvlei è una zona davvero interessante dal punto di vista culturale e turistico. Posizionato nel Parco Nazionale Namib-Naukluft, dista circa 5 ore di auto dalla capitale di Windhoek. La località è concentrata tra due fiumi: Kuiseb e Kochab e deve il suo successo agli intensi colori arancione e rosa della sabbia che sono dovuti all’alta concentrazione di ferro. Nelle zone in cui la percentuale è maggiore, il colore diventa più intenso. Una curiosità in più? Secondo gli esperti qui ci sono le dune più alte del mondo: molte superano i 200 metri ma alcune persino i 300, come la Big Daddy di ben 325 metri, numeri da record!

Uno degli aspetti più affascinanti è la nebbia che si forma lungo la costa e si spinge nell’entroterra: è una delle poche fonti di umidità e molte piante e animali si sono adattati per sfruttarla. Sossusvlei ha attirato l’attenzione persino del mondo cinematografico. Forse non lo immagini ma il paesaggio è stato utilizzato come sfondo per diversi film, come ad esempio Mad Max: Fury Road con protagonisti Tom Hardy e Charlize Theron che hanno sfidato un mondo post-apocalittico.

Il cielo stellato sopra Sossusvlei

Se ti stai chiedendo cosa fare qui, oltre ad avventurarti con l’aiuto di esperti ti suggerisco di goderti un autentico spettacolo: osservare le stelle. Lontano dall’inquinamento e dal caos cittadino, è uno dei punti migliori al mondo per poter vedere le costellazioni in modo chiaro e limpido.

Dead Vlei

Tra le attrazioni principali c’è però Dead Vlei: si tratta di una vasca di sale e argilla di almeno mille anni fa, creata da un fiume che nel tempo è scomparso. L’umidità e la particolare conformazione ha fatto in modo che gli alberi, seppur morti, rimanessero in posizione e conservati per l’eternità. Un autentico spettacolo naturale da non perdere.

Dune 45

Esplorando la località in auto, e seguendo i cartelli, si raggiunge la Dune 45: è una delle più interessanti da scalare, dopotutto si distingue per un pendio dolce e in pochi minuti di camminata sulla sabbia soffice si raggiunge la cima. Attenzione però: per quanto possa sembrare facile, in realtà la salita può rivelarsi estenuante per chi non è molto allenato.

Safari a Sossusvlei

Contrariamente ad altre zone della Namibia, qui non si svolgono veri e propri safari ma con un po’ di fortuna e un occhio attento, il soggiorno nel deserto dà modo di imbattersi in alcuni esemplari che abitano la zona. Non sarà complicato vedere da vicino bufali, struzzi, springbok, orici o sciacalli.

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Viaggio a Roma alla scoperta delle sue ville più belle e da visitare assolutamente

Roma, la nostra affascinante Capitale, è un vero e proprio museo a cielo aperto che attraversa diverse epoche storiche. Molte sono le attrazioni da visitare tra le sue pressoché infinite vie e piazze, spesso prese d’assalto dai turisti che non possono fare a meno di ammirare estasiati l’eternità di questa città. Ed è proprio tra il caos che il più delle volte si nascondo luoghi di pura pace e bellezza, fatti di pinete, laghi, fiumi, giardini e sentieri che lasciano senza fiato. Parliamo delle ville storiche romane, che sono dei veri e propri gioielli tutti da scoprire.

Scopri tutte le attività che puoi fare a Roma

Villa Doria Pamphilj, tra le meglio conservate in città

Iniziamo questo viaggio dalla suggestiva Villa Doria Pamphilj, residenza storica dell’omonima famiglia nobile romana, che sorge in Via di San Pancrazio, appena fuori dalle mura nel quartiere Gianicolense. Si tratta di un luogo di puro incanto e che può essere davvero definito un’oasi di pace, poiché comprende il terzo più grande parco pubblico di Roma (184 ettari) e il Casino del Bel Respiro, sede di rappresentanza ufficiale del governo italiano e una delle opere architettoniche esteticamente più pregevoli di tutta la struttura.

Progettata da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi nel Seicento, è considerata una delle più importanti ville romane (oltre che un capolavoro perfettamente conservato), poiché mantiene ancora dopo secoli la sistemazione seicentesca e le principali caratteristiche del 700 e dell’800.

Villa Doria Pamphilj, Roma

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L’Arco dei Quattro Venti nel parco di Villa Doria Pamphilj

Da ammirare assolutamente sono il Giardino del Teatro, dove si svolgevano manifestazioni teatrali; la Cappella Doria Pamphilj, ultimo degli edifici costruiti nella villa; la Fontana del Giglio, con giochi d’acqua che vanno a confluire nel Laghetto del Belvedere; la Villa Vecchia, l’edificio più antico del Parco; i resti archeologici che comprendono anche una necropoli romana nella quale furono trovate due tombe di età Augustea; piante da frutto come cedri, limoni, aranci e molto altro ancora.

Regalati un indimenticabile tour della meravigliosa Villa Doria Pamphilj

Villa Medici, sul punto più alto di Roma

In posizione panoramica sulla collina del Pincio (punto più alto della città), accanto all’altrettanto affascinante Trinità dei Monti, sorge la maestosa Villa Medici che dal 1803 ospita l’Accademia di Francia a Roma. Si tratta di un pregevole edificio che risale alla metà del XVI secolo realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio.

La struttura è altamente sorprendente perché offre una facciata esterna dallo stile sobrio, che crea poi un netto contrasto con la facciata interna impreziosita da ghirlande, maschere, statue e bassorilievi antichi. Non mancano magnifici giardini popolati da sculture e fontane, ma anche siepi e pini che si estendono per oltre 7 ettari.

Villa Medici, Roma

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Tutta la bellezza di Villa Medici

Non sono di certo da meno gli interni, che custodiscono gelosamente pregevoli opere d’arte collezionate nei secoli e anche una delle più grandi biblioteche di arti decorative di Roma: possiede circa 37.000 volumi in lingua francese, dedicati alle arti plastiche, architettura e storia dell’arte.

Concediti un tour di Villa Medici e di Castel Sant’Angelo

Villa Borghese, meraviglioso parco cittadino

È molto difficile descrivere con poche parole Villa Borghese, perché è un grande parco cittadino che può vantare sistemazioni a verde di diverso tipo, dal giardino all’italiana alle ampie aree di stile inglese, edifici, piccoli fabbricati, fontane e laghetti. Non a caso, è il quinto più grande parco pubblico a Roma (circa 80 ettari), un capolavoro che impreziosce il Municipio II, quartiere Pinciano.

Come accennato, gli edifici che si trovano al suo interno sono davvero numerosi: il Casino del Graziano, il Casino Giustiniani, l’Uccelliera e la Meridiana con i giardini segreti, il Casino dell’Orologio, la Fortezzuola, l’ampio Giardino del Lago con un romantico isolotto artificiale su cui domina il Tempietto di Esculapio e molto altro ancora.

Al suo interno vi è persino il Museo Canonica, casa-studio dall’artista Pietro Canonica, il Casino di Raffaello con una ludoteca per bimbi, la Casina delle Rose con la Casa del Cinema, il giardino zoologico recentemente convertito in Bioparco e chi più ne ha più ne metta.

Villa Borghese, orologio

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Il pittoresco orologio ad acqua di Villa Borghese

Straordinario è anche lo stesso Parco di Villa Borghese, che si estende tra il tratto delle Mura Aureliane che unisce Porta Pinciana a Piazzale Flaminio, ed i nuovi quartieri Salario e Pinciano. Ma non è ancora tutto, perché questa è anche una delle ville romane più ricche di testimonianze artistiche e paesaggistiche della città (e non solo): per la sua incredibile concentrazione di musei e istituti culturali è definita “Parco dei Musei”.

Fai un tour dei giardini di Villa Borghese in golf cart

Villa Torlonia, dalla storia complessa ma affascinante

Villa Torlonia ha una storia piuttosto complessa, un passato che contribuisce a renderla estremamente affascinate: situata nel quartiere Nomentano, è stata dapprima proprietà agricola della famiglia Pamphilj, per poi essere acquistata dal banchiere Giovanni Torlonia che la fece trasformare in propria residenza, fino a diventare residenza di Mussolini, poi struttura e in stato di abbandono e infine meraviglioso parco pubblico a partire dal 1978.

Oggi, infatti, è un affascinante parco con un complesso di edifici tra cui il bunker per Mussolini e due rifugi antiaereo che è possibile visitare insieme al giardino e ai preziosi musei.

Tra i luoghi di interesse da non perdere ci sono certamente il Casino Nobile, magistrale esempio di architettura neoclassica; la Casina delle Civette, trasformata ad opera dell’architetto Enrico Gennari in un “Villaggio Medievale” caratterizzato da porticati, torrette e loggette, decorato da maioliche e vetrate; il Complesso della Serra moresca, in stile neomoresco e con annessi anche altri elementi architettonici come la torre e la grotta; obelischi e molto altro ancora.

Villa Torlonia, Roma

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Casina delle Civette presso Villa Torlonia

Senza dimenticare che l’area naturalistica urbana di Villa Torlonia presenta una notevole biodiversità vegetale tutta da scoprire.

Villa del Priorato di Malta, dove c’è il “buco” più bello di Roma

Infine la Villa del Priorato di Malta che sorge in tutto il suo splendore sul Colle Aventino. Si tratta della sede storica del Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta, oggi Sovrano Militare Ordine di Malta.

È un affascinante complesso di edifici che si affacciano su un meraviglioso giardino all’italiana e che si presenta con una straordinaria piazzetta settecentesca decorata con trofei di guerra che narrano delle imprese dei cavalieri di Malta. Ma non è tutto, perché essa è nota anche perché il famoso buco della serratura del portone d’ingresso, dal quale sbirciando è possibile scorgere la maestosità della cupola di San Pietro.

Villa del Priorato di Malta, Roma

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La vista dal buco della serratura della Villa del Priorato di Malta

Oggi l’area gode del diritto di extraterritorialità e il suo centro ideale è la Chiesa di Santa Maria del Priorato, interna al giardino, che evoca il modello architettonico di un tempio romano, mentre l’interno riesce ad integrare la fantasia barocca e controriformista con le memorie classiche.

Roma è pura magia in ogni suo angolo, ma anche la culla di oasi di pace dove meno te lo aspetti.