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Il mistero del Castello di Vicalvi, circondato da case diroccate

Il borgo medievale di Vicalvi è uno dei centri abitati più piccoli e attivi della Valle di Comino, in provincia di Frosinone, e presenta attrazioni turistiche che regalano esperienze cariche di suggestioni. Ci troviamo in Ciociaria, nel versante laziale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove un affascinante castello, circondato da antiche abitazioni diroccate, domina il paese e il paesaggio dalla sommità di un colle, seducendo i visitatori con la sua storia e una leggenda inquietante.

Il Castello Longobardo di Vicalvi

Si presenta come rudere, eppure i resti del Castello Longobardo di Vicalvi consentono di leggerne le varie fasi di costruzione, le funzioni originarie e come era strutturato all’interno di un più ampio sistema difensivo, che comprendeva anche i vicini manieri di Alvito e Picinisco.

Risalente all‘XI secolo, l’antico maniero svetta sulla sommità del colle che sovrasta l’omonimo borgo a circa 600 metri d’altezza, ed è stato costruito sullo sperone roccioso dove un tempo sorgeva una acropoli romana. Lo si può riconoscere da una croce di colore rosso dipinta durante la seconda guerra mondiale dalle truppe tedesche che lo trasformarono in un ospedale da campo. Le maestose rovine invitano a esplorarlo, offrendo subito l’impressione di trovarsi al cospetto di quella che un tempo fu una magnifica fortezza, di grande importanza strategica.

Ciò che è rimasto del castello consente di testimoniare le prime fasi di fortificazione all’epoca preromana, in particolare al V o al IV secolo a.C., laddove i primi documenti che attestano la sua presenza sono del 937. Dopo essere stato prima possedimento longobardo, con principi di Capua, nel 1017 entrò nel possesso di Montecassino (dove dorge la più antica abbazia d’Italia). Fu tenuto dai monaci fino all’inizio del XIII secolo, per poi passare alla famiglia d’Aquino, che ne rafforzò la fortificazione, cingendola di un doppio anello di mura. Dopo una breve successione fra gli Étendard e, di nuovo, i conti d’Aquino, il castello passò ai Cantelmo, i quali, avendo scelto come dimora il castello di Alvito, ne decretarono l’abbandono e la graduale rovina.

Appena varcato il cancello, sollevando lo sguardo sulle mura si può ammirare uno dei pochi esempi di latrina sospesa presenti nella Media e Bassa Valle Latina. Si scorgono poi le stanze del castello, alcune delle quali completamente affrescate, la Cappella con ancora visibile un affresco raffigurante una splendida Madonna Nera, la Sala Capitolare, tramezzata per accogliere le monache di San Nicandro.

Ciò che toglie il fiato più di ogni cosa è lo splendido panorama di cui si gode sul camminamento delle mura perimetrali, che fa abbracciare con lo sguardo i boschi, le montagne, i paesi che costellano la valle e l’affascinante borgo antico di Vicalvi, tra le perle imperdibili della Ciociaria.

La leggenda della ‘Signora incatenata’

Il Castello di Vicalvi è anche noto alle cronache esoteriche per essere stato teatro delle misteriose apparizioni di una castellana. Nel XV o forse XVIII secolo, risiedeva nel maniero Alejandra Maddaloni, moglie di un nobile di origine spagnola che la lasciava spesso sola per andare in battaglia. La nobildonna iniziò a colmare la propria solitudine adescando giovani uomini ai quali prometteva una notte d’amore. Gli amanti sarebbero stati poi uccisi e dei loro corpi l’indomani sarebbe sparita ogni traccia, grazie all’aiuto di un fedele servitore che li abbandonava lontano dalla fortezza.

Le notti di passione e di sangue andarono avanti per molto tempo, finché le voci sulla crudele Alejandra non arrivarono alle orecchie del marito, che decise di punirla in un modo atroce, incatenandola e murandola viva in una delle torri del castello. Leggenda narra che da allora, soprattutto dopo il tramonto, si possa ancora vedere il fantasma di una donna con i capelli lunghi e neri vagare tra le rovine del castello. C’è chi afferma di aver udito lamenti e rumori di catene e chi giurerebbe che questa inquietante figura spettrale cerchi ancora di attrarre a sé giovani uomini, per trascinarli in un baratro senza ritorno.

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Cos’è e cosa include il Jordan Pass

Se state pensando di visitare la Giordania, un Paese che riesce a fare innamorare chiunque vi ci metta piede, il nostro consiglio è di prendere in considerazione il Jordan Pass. Si tratta di uno strumento turistico proposto dal Ministero del Turismo giordano – quindi assolutamente affidabile – che mette a disposizione diverse agevolazioni. Un pacchetto tutto compreso (sì, acquistandolo avrete anche il visto turistico), e che permette di usufruire di tariffe ridotte per entrare in oltre 40 attrazioni: dalla suggestiva Petra ai castelli del deserto, dai musei alle rovine più celebri del Paese (e molto altro ancora).

Cos’è il Jordan Pass

Il Jordan Pass è una sorta di pacchetto turistico creato appositamente per le persone che vogliono visitare la Giordania. Si tratta di un prodotto ufficiale, messo a disposizione dalle Autorità locali, con il quale le procedure burocratiche e quelle legate al viaggio sono notevolmente semplificate. Lo scopo è incentivare il turismo nel Paese, per questo motivo può essere acquistato soltanto se la vacanza dura almeno 4 giorni (minimo 3 notti).

Come funziona il Jordan Pass

Il funzionamento del Jordan Pass è piuttosto semplice. La prima cosa da sapere è che lo potete acquistare online tramite il sito web ufficiale. In sostanza lo potete fare direttamente dal vostro divano. Ha una validità di 12 mesi complessivi, che scattano a partire dalla data di acquisto, mentre il periodo massimo per utilizzarlo è di 14 giorni. La prima volta che si usa, infatti, viene avviato un conteggio di due settimane al termine del quale scade automaticamente. Per usarlo quando sarete sul posto, è sufficiente mostrarlo prima di entrare nell’attrazione che desiderata visitare: otterrete così lo sconto e anche maggiore facilità d’ingresso nei luoghi turistici.

Cosa include il Jordan Pass

Il Jordan Pass include tutte le principali attrazioni da visitare in Giordania, con oltre 40 luoghi compresi all’interno del pacchetto. Tra i posti più importanti ci sono ben 4 siti UNESCO, tra cui la bellissima area archeologica di Petra, situata nelle vicinanze di Gerusalemme. Qui è possibile ammirare le magnifiche costruzioni scavate nella roccia rossa, tra cui il Siq, il Teatro Romano, il Monastero di Ad-Dair e l’emozionate Palazzo del Sacrificio.

Tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO inclusi del Jordan Pass c’è anche Wadi Rum, uno spettacolare deserto monumentale che è stato anche l’ambientazione del celebre Lawrence d’Arabia, una riserva naturale dove incontrare i famosi Sette Pilastri della Saggezza, colonne naturali di pietra, il canyon di Al Khazali e gli antichi tempi dei Nabatei, una popolazione che abitò queste terre circa 2000 anni fa. Da non perdere sono anche Quseir Amra, uno dei castelli più belli della Giordania e le rovine di Umm Ar-Rasas, entrambi protetti dall’UNESCO.

Tra le attrazioni comprese nel Jordan Pass ci sono anche il castello di Ajloun, il sito archeologico di Umm Qays e la cittadella antica di Amman, affascinate Capitale chiamata anche 2città bianca”. Non mancano i monumenti di Jerash, una delle aree archeologiche più visitate e apprezzate della Giordania, considerata da molti come la Pompei del Medio Oriente, un posto ricco di storia e di fascino, localizzato a soli 40 chilometri da Amman e a circa un centinaio da Gerusalemme.

La lista dei posti proposti dal pass per visitare la Giordania sono diversi, con attrazioni come il Castello di Karak, i musei di Lowest Place on Earth, l’As-Salt Historical, il Karak Museum, l’As-Salt, il Museo delle Tradizioni Popolari di Amman e il Jordan Archaeological Museum, situato nella zona di Ras al-Ayn. L’elenco prevede anche le rovine di Quseir Amra, Al-Hamimah e Qasr Al-Mushatta, il Teatro Romano di Amman, il parco archeologico di Madaba e l’edificio storico del Burnt Palace, ubicato sempre nella suggestiva a Madaba.

Gli itinerari proposti dal Jordan Pass

Il Ministero del Turismo giordano, attraverso il Jordan Pass, propone anche una serie di itinerari studiati appositamente per i possessori del pacchetto. Il primo è il percorso biblico, un tour di 5 giorni che permette di scoprire i luoghi simbolo della tradizione cristiana del luogo, partendo dalla cittadina di Amman e da Jerash, per spostarsi a Pella, Rihab, Madaba, Betania con la grotta di Lot e infine concludere il giro a Petra, dove vedere la monumentale Chiesa di Aqaba.

Il secondo invece è l’itinerario dei siti UNESCO della Giordania, per trascorrere 4 giorni tra i siti archeologici di Umm ar-Rasas, Wadi Rum e Petra, con soste al Castello di Amra e una visita speciale alla spettacolare Petra by Night. Il terzo percorso è dedicato agli appassionati dei musei: include il Museo Archeologico della Giordania, il Royal Automobile Museum, il centro storico di Salt, il Museo del Mar Morto, Petra e il Castello di Aqaba, per una durata complessiva di circa 6/7 giorni.

L’ultima opzione fornita dal Jordan Pass è l’itinerario delle rovine antiche, sicuramente il più impegnativo, ma allo stesso tempo in grado di regalare le emozioni più intense. All’interno del tour si possono trovare luoghi unici come i castelli nel deserto di Qasr Al-Halabat, Qasr Al-Azraq e Quseir Amra, il Palazzo di Iraq al Amir, Amman, Jerash, il Mukawir e le attrazioni localizzate intorno alla zona del Mar Morto. Naturalmente si tratta soltanto di indicazioni, tuttavia si possono trovare ottimi spunti per organizzare un viaggio in Giordania.

Dove acquistare il Jordan Pass e quanto costa

Chi desidera comprare il Jordan Pass deve andare sul sito web ufficiale Jordanpass.jo, disponibile in diverse lingue tra cui anche l’italiano, dopodiché bisogna cliccare sulla voce Acquista ora e scegliere uno dei pacchetti proposti. Si possono trovare in tutto 3 pass, le cui caratteristiche principali non cambiano, tuttavia ognuno include una durata differente per visitare Petra, perciò se volete rimanere più tempo in questa località è necessario selezionare l’opzione giusta.

Le tre opzioni disponibili sono le seguenti:

  1. Jordan Wanderer: costa 70 JOD (circa 90 euro) e prevede un solo giorno da passare a Petra, il libero ingresso a oltre 40 attrazioni in Giordania, la possibilità di scaricare gratuitamente le brochure in formato digitale e l’annullamento del visto d’ingresso se acquistato il Jordan Pass prima dell’arrivo in Giordania con almeno tre pernottamenti consecutivi (4 giorni)
  2. Jordan Explorer: con un prezzo di 75 JOD (meno di 100 euro) è prevista la possibilità di trascorrere due giornata a Petra e tutto ciò che è compreso anche nel Wanderer;
  3. Jordan Expert: con 80 JOD (circa 105 euro) si può rimanere fino a 3 giorni consecutivi nella magnifica Petra e usufruire di tutto ciò che prevedono anche le due altre opzioni.

Una volta indicato il tipo di pass è necessario inserire alcune informazioni, tra cui il proprio nome e cognome, l’indirizzo email, un numero di telefono e specificare la quantità di pacchetti che si vogliono acquistare, ricordando che si tratta di pass personali. Infine basta concludere il pagamento, saldando con una carta di debito o di credito Visa o MasterCard, quindi si riceverà il pass direttamente via email.

Dopo averlo ricevuto bisogna stamparlo prima di partire per la Giordania, assicurandosi che il codice e le informazioni riportate siano ben leggibili, portandolo sempre con sé durante il viaggio. Per entrare nelle attrazioni bisogna soltanto mostrarlo all’entrata, fornendo se richiesto anche il proprio passaporto per comprovare l’identità. Nonostante sia possibile mantenerlo in formato digitale, fornendo il Jordan Pass sul proprio smartphone, è consigliabile stamparlo per evitare qualsiasi contrattempo.

Opinioni sul Jordan Pass: conviene davvero?

Il Jordan Pass non è obbligatorio per viaggiare in Giordania, tuttavia è necessario fare alcune riflessioni. Innanzitutto per visitare il paese bisogna ottenere un visto turistico, il cui costo è di 40 JOD, circa 55 euro. Inoltre, in alcune località il prezzo d’ingresso è abbastanza caro, soprattutto per chi vuole visitare Petra, dove è previsto un costo d’accesso di 50 JOD, circa 66 euro e per un solo accesso. Le altre attrazioni invece hanno dei prezzi più economici, dai 2 ai 12 euro, allo stesso tempo il conto finale potrebbe diventare piuttosto elevato, soprattutto per una famiglia con dei ragazzi.

I bambini sotto i 12 anni, invece, possono entrare gratuitamente in tutti i musei, i monumenti e i siti archeologici, quindi il pass diventa ancora più conveniente in questo caso, perché basta prenderne due per tutta la famiglia. Acquistando il Jordan Pass non solo non bisogna richiedere il visto, ottenendo già un risparmio iniziale, ma si è esenti da altri costi per gli ingressi, pagando soltanto un prezzo ridotto per accedere ai luoghi da visitare.

Nel complesso conviene senza dubbio comprare il Jordan Pass, poiché richiede una procedura veloce e semplice da effettuare online, ha un costo contenuto e mette a disposizione tante agevolazioni per chi vuole organizzare un viaggio indimenticabile in Giordania. Anche il materiale informatico è di qualità, perciò è possibile prendere spunto dalle brochure per pianificare al meglio l’itinerario e i posti da vedere, specialmente se si viaggia da soli e non ci si avvale del supporto di una guida turistica.

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Viaggio a Cogne, una vera perla tra le Alpi

È un’autentica perla delle Alpi incastonata nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, meta perfetta per una rigenerante vacanza invernale in Valle d’Aosta: ecco Cogne, a 1544 metri di altitudine, affacciata su una delle praterie montane più vaste d’Europa, il prato di Sant’Orso.

Meta turistica molto gettonata ma sempre tranquilla e accogliente, ha sviluppato nel tempo un’offerta turistica ampia e variegata, nel pieno rispetto del suo favoloso patrimonio naturalistico e paesaggistico.

Cogne, la vacanza sulla neve che rende tutti felici

In versione ancora invernale, la porta d’accesso al Parco del Gran Paradiso propone molteplici spunti per vivere momenti preziosi ed esperienze indimenticabili all’aria aperta: punti di interesse da visitare, nuovi piatti da assaggiare, l’artigianato locale da ammirare passeggiando per le vie del centro storico e l’immancabile sci grazie alle svariate decine di chilometri e anelli (a Cogne e nelle frazioni di Valnontey e Lillaz) con differenti livelli di difficoltà apprezzati sia dai principianti che dagli esperti con, in più, la sorprendente opportunità di scorgere gli animali del Parco in libertà, durante la loro discesa a valle in cerca di cibo.

I punti salienti da non perdere

Ma quali sono i punti di maggior interesse da vivere durante una vacanza invernale a Cogne?

Senza dubbio, la Valnontey, tra le zone più apprezzate della Valle, dove respirare appieno l’atmosfera “selvaggia” del Parco: qui radure e boschetti si alternano e consentono di avvistare e fotografare la fauna selvatica, in particolare camosci e volpi nonché uccelli di varie specie.

I più esperti, sempre con gli sci ai piedi, ma dotati di pelli di foca, potranno cimentarsi ad affrontare entusiasmanti escursioni di sci alpinismo seguendo gli itinerari nelle valli e tra i ghiacciai, magari insieme alle guide locali.
Da non perdere, a questo proposito, il ghiacciaio del Grand Sertz a 3552 metri di altezza.

Ancora, un’altra possibilità per scoprire la magnifica Valle di Cogne con le Guide Alpine è fare cramponnage con i ramponi ai piedi e percorrere piccole e suggestive gole incassate tra torrenti, ruscelli ghiacciati e rocce, in completa sicurezza.
La meta top? Le gole di Moline, magnifico spettacolo di colate di ghiaccio.

Chi, invece, desidera camminare e immergersi nel silenzio dei boschi con ramponcini o ciaspole, sono innumerevoli i tracciati ben segnati: davvero imperdibile è il bosco incantato di Sylvenoire, con curve e saliscendi al cospetto di molteplici forme create da piante, cristalli e sassi.

Inoltre, chi preferisce ammirare il paesaggio in tutta comodità, può inoltrarsi a Valnontey nel Parco Nazionale su una suggestiva slitta trainata dai cavalli, lungo un percorso affiancato da alberi o in valle aperta, e che attraversa il torrente su ponticelli di legno, giocando a chi avvista il maggior numero di camosci.

Infine, per i più piccoli, tappa obbligata è lo snow park in centro paese, dotato di tapis-roulant e gommoni colorati e affiancato dalla pista di pattinaggio.

Le attività per vivere Cogne

Non esiste la noia a Cogne grazie all’interessante calendario settimanale di attività outdoor proposte stagionalmente dal Consorzio Operatori Turistici della Valle di Cogne.

Ogni lunedì giornate sugli sci stretti, ogni martedì cramponage e, al venerdì, la possibilità di pedalare sulla neve, per conquistare sentieri innevati in sella a una e-bike, su tracciati semplici, alla portata di tutti.

Non mancano diverse soluzioni per ciaspolate/passeggiate sulla neve e la scoperta del passato minerario di Cogne nel nuovo Museo del Parco Minerario presso il Villaggio Minatori in cui ritrovarsi catapultati nella vita che conducevano i minatori nei vari momenti della loro giornata.

Una vacanza a Cogne è anche una festa per il palato, grazie ai numerosi locali tipici dove assaggiare succulenti piatti tradizionali, come la Seupetta de Cogne a base di pane fritto nel burro, riso cotto nel brodo e fontina, il tutto passato al forno; la Favò, tipica pasta con le fave, o la Crema di Cogne, dessert con cioccolato e panna, in cui intingere le Tegole, deliziosi biscotti fatti a cialde croccanti, sottili e dolci.

Gustoso anche un aperitivo a base di mocetta e formaggi come la Fontina DOP, accompagnati dai migliori vini di produttori locali e cantine vitivinicole della Valle.

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Piscina naturale di Cane Malu, un angolo di paradiso

A pochi chilometri dal pittoresco borgo medievale di Bosa sorge un gioiello naturalistico unico nel suo genere, incastonato in uno spettacolare scenario lunare. Si tratta della piscina naturale di Cane Malu, un’attrazione imperdibile nella costa occidentale della Sardegna. Una volta qui, lo sguardo viene rapito da un paesaggio quasi surreale, caratterizzato da scogliere di trachite bianca che fa brillare ancora di più il turchese intenso del mare. Un luogo dalla bellezza onirica che vale la pena esplorare.

Un ‘bagno sulla luna’ nella piscina di Cane Malu

Cane Malu, in sardo, significa ‘cane cattivo’. Ma perché è stato dato questo nome a un paradiso del genere? Il motivo è nella conformazione di questa grande vasca naturale, plasmata dall’impeto del vento che fa infuriare le acque, che per millenni hanno scavato e modellato la trachite, una roccia magmatica tipica della Sardegna. Quando il mare è agitato, il lembo bianco che delimita la piscina a una estremità ricorda la coda di un cane: da qui deriverebbe il nome ‘Cane Malu’.

Chi conosce bene questo luogo suggerisce di scegliere una giornata con il mare calmo e senza vento per evitare la corrente di risacca e godere appieno di tutta la bellezza da cui si è circondati. Nell’ora del tramonto, i giochi di luce che i raggi caldi del sole creano tra il candore della scogliera e i riflessi blu del mare rendono l’esperienza ancora più suggestiva.

Come raggiungere Cane Malu

Cane Malu sorge sulla Punta di Cabu d’Aspu, situata a pochi passi dalla grande spiaggia di Bosa Marina. Qui inizia il tratto settentrionale del litorale, in direzione Capo Marargiu, affascinante promontorio situato nella cosiddetta Costa dei Grifoni, per via dei rarissimi esemplari di questa specie di avvoltoio che vi nidificano. Si può raggiungere l’affascinante piscina naturale dopo una breve camminata di circa dieci minuti attraverso un sentiero che parte dal porto fluviale a ridosso della foce del Temo, costeggiando il mare e passando sulle candide scogliere di trachite che accentuano la trasparenza delle acque, perfette per gli amanti dello snorkeling.

Fare un bagno in questo piccolo capolavoro della natura è sicuramente un’esperienza magica. Tuttavia, bisogna prestare attenzione al fondale scivoloso, che si presenta pieno di ricci di mare. Cane Malu è anche il luogo ideale per godersi il sole e il relax, in una cornice paesaggistica che catapulta i bagnanti sulla luna.

Le altre spiagge nei dintorni di Bosa

Altrettanto incantevoli sono spiagge e calette nei dintorni. Quella di Turas, ad esempio, a sud di Bosa Marina, caratterizzata da sabbia dorata mista a ghiaia e frequentata soprattutto dagli amanti del windsurf. Pochi chilometri a nord del borgo in provincia di Oristano si incontra, invece, la spiaggia di S’Abba Druche, che in sardo significa “Acqua Dolce”. Incorniciata da un suggestivo paesaggio, di scenografiche rocce di tufo e vegetazione delle montagne costiere, è molto apprezzata dai turisti, e per le sue modeste dimensioni è sempre abbastanza affollata nei mesi estivi. A poche centinaia di metri dalla costa ci si imbatte anche in un’area archeologica, con vasche risalenti al periodo nuragico.

Dirigendosi ancora più a nord, lungo la strada che porta ad Alghero, ci si imbatte nello scenario incontaminato della spiaggia di Cumpoltitu (chiamata anche ‘Compultitu’ o ‘Cumpoltittu’), protetta ai lati da promontori ricoperti di macchia mediterranea che scendono fino al mare, dalle tonalità turchesi e azzurre. Un fondale roccioso e profondo caratterizza, invece, la piccola cala Sa Codulera, perfetta per lo snorkeling, poco distante da Torre Argentina, una delle spiagge più frequentate del bellissimo borgo di Bosa, caratterizzata da calette incorniciate da scogliere e falesie, grandi rocce trachitiche e scogli dall’aspetto lunare che affiorano dalle acque basse e trasparenti. Per il suo fondale basso è adatta anche alle famiglie con bambini.

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Cosa vedere a Bergamo, Capitale Italiana della Cultura 2023

Il 2023 è l’anno in cui bisogna assolutamente visitare Bergamo, nominata Capitale italiana della Cultura, insieme a Brescia. Con un patrimonio storico e artistico incredibile, monumenti e attrazioni di ogni tipo, “la Città dei Mille” è la destinazione perfetta dove trascorrere un weekend ricco di eventi speciali, che portano anche alla scoperta di luoghi inediti. Ecco cosa fare e vedere assolutamente.

Musica e arte: gli eventi da non perdere a Bergamo

Dopo avervi parlato degli eventi imperdibili a Brescia, eccoci a Bergamo, legata a doppio filo alla “Leonessa d’Italia” da una comune visione che è alla base del concept della Città Illuminata, dove la cultura diventa strumento inclusivo e di potenziamento per rilanciare e rigenerare le comunità. Nel secondo weekend di inaugurazione della Capitale, la musica sarà protagonista della tre giorni “La città in festa”, insieme ad una serie di splendide iniziative e all’avvio del programma “family friendly”, il primo nella storia delle Capitali italiane della Cultura dedicato in particolare alle famiglie e agli spettatori più giovani.

Il 28 e 29 gennaio, musica e arte si fondono nella rassegna “Unexpected Jazz”, concerti jazz “in luoghi che non ti aspetti”, che si terranno in location d’eccezione di Città Bassa, poco note o normalmente non destinate ad eventi musicali, tra cui Sala degli Specchi di Palazzo Frizzoni, ex Diurno in piazza Dante, Chiesa del Monastero Matris Domini di via Locatelli, Chiesa del Monastero di San Benedetto in via Sant’Alessandro. Città Alta è, invece, il palcoscenico di “ImprovvisAzioni – Azioni Improvvise. Teatro Sociale in musica”, il format che prevede l’apertura del teatro con ingresso gratuito per un intero pomeriggio. Per chi ama le sorprese, ci sono i concerti “Sofar Sounds”, movimento di concerti segreti nato a Londra nel 2009, che organizza per l’occasione un evento musicale in un luogo segreto, che verrà comunicato solo a chi iscriverà alla serata.

Tra musei e biblioteche

All’Accademia Carrara fervono i lavori di rinnovamento, in vista della grande riapertura del 28 gennaio, quando verrà inaugurata la mostra “Cecco del Caravaggio. L’Allievo Modello”, allestita fino al 4 giugno. L’aggiornamento del museo, in occasione di Bergamo Brescia Capitali della Cultura, ha tra gli obiettivi non solo conservazione, studio, ricerca, promozione e divulgazione, ma anche maggiore flessibilità e attrattività, grazie a nuove idee e a un importante investimento economico in un’ottica di sostenibilità e proiezione verso il futuro.

Da cogliere al volo anche l’occasione di una visita al Museo di Scienze Naturali e al Museo e Tesoro della Cattedrale, che continueranno la loro partecipazione alle giornate inaugurali mantenendo l’ingresso gratuito sia sabato 28 che domenica 29, comprese alcune visite guidate. Ai musei istituzionali si affiancano nuove mostre inaugurate per l’occasione, come il nuovo e affascinante spazio espositivo Cordani in via Moroni, dedicato al lavoro di Gianriccardo Piccoli, e la mostra “Fiberstorming” all’Ex Ateneo, che racconta il meglio dell’arte tessile, con una particolare attenzione a giovani artisti bergamaschi.

Particolarmente interessante anche la programmazione del Sistema Bibliotecario Urbano, che sabato 28 gennaio propone la giornata “Porte Aperte”, con tante attività dedicate a bambini e bambine in tutte le biblioteche dei quartieri. È, inoltre prevista un’apertura pomeridiana straordinaria della Biblioteca Galizzi di Loreto, molto amata dai più piccoli, mentre la Biblioteca Civica “Angelo Mai” guiderà il pubblico affezionato in un itinerario tra i tesori di Palazzo Nuovo.

Andare alla scoperta dei maestri artigiani bergamaschi

Tra le novità da non perdere a Bergamo c’è la possibilità di conoscere da vicino l’artigianato artistico bergamasco. Nelle giornate inaugurali della Capitale Italiana della Cultura si propone, infatti, una selezione delle botteghe artigiane della città,  dall’oreficeria alla ceramica, dalla liuteria al mosaico, dalla sartoria al restauro del metallo, fino all’ebanisteria. Il percorso di visita è libero e offre la possibilità di recarsi direttamente negli atelier per conoscere i maestri artigiani, ammirare i loro prodotti e scoprire tutti i segreti del loro lavoro. La piattaforma Wellmade, progetto digitale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, mette a disposizione un sito e una app per intercettare i migliori artigiani in Italia e creare itinerari personalizzati per visitare le botteghe più interessanti.

Divertirsi con le creazioni artistiche del Théâtre de la Toupine

Durante la tre giorni “La città in festa”, il programma dedicato alle giornate inaugurali della Capitale Italiana della Cultura, approderanno a Bergamo le creazioni artistiche del Théâtre de la Toupine. Vere e proprie sculture realizzate con oggetti bizzarri, legno recuperato dai fiumi e materiali eterogenei, collocate in Piazza Dante e in due parchi cittadini, che potranno essere utilizzate dai bambini come vere giostrine da parco e prendere vita grazie all’interazione del pubblico adulto. Magiche sculture ecologiche, giochi ambulanti, macchine teatrali e curiosità vaganti per il divertimento dei piccoli e degli adulti.

Il primo programma dedicato alle famiglie

Tante e inedite le iniziative dedicate alle famiglie. Nel weekend del 27 e 29 gennaio si accenderanno i riflettori su “Che spettacolo il 2023!”, il primo programma ‘family friendly’ di una Capitale Italiana della Cultura, un progetto nato dalla co-progettazione fra gli enti dei due territori che si occupano di teatro ragazzi e gli Assessorati alla Cultura di Bergamo e di Brescia, che propone un calendario ricchissimo e multiforme, in cui sono raccolte tutte le attività dedicate ai più piccoli, tra teatro, lettura, cinema, storia, scienza. Con uno sguardo alle nuove generazioni, la Capitale 2023 dedica un palinsesto che prevede una selezione di spettacoli ed eventi dedicati agli spettatori che inizieranno la loro vita culturale proprio con BGBS2023. Un’offerta che si distingue per l’appeal internazionale e darà vita al Passaporto culturale della Capitale, uno strumento che mira a raggiungere le nuove genreazioni con un supporto digitale e analogico.

Effetto Capitale Italiana della Cultura: boom di prenotazioni

Stando a quanto riporta Airbnb, cresce la ricerca di alloggi a Bergamo per il 2023, quasi duplicata rispetto allo scorso anno, con picchi nei primi giorni di gennaio e nel primo weekend di aprile. Per le due città designate per la prima volta insieme Capitali Italiane della Cultura, la parola d’ordine dei prossimi dodici mesi è la valorizzazione della storia e del patrimonio artistico per incentivare l’incremento del turismo culturale. Per quanto riguarda gli arrivi, a prevalere è il turismo domestico, mentre i dati raccontano come brasiliani e americani si posizionano al secondo e terzo posto nella top 5 dei viaggiatori che stanno valutando un soggiorno, seguiti a livello europeo da tedeschi e francesi.

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La meta insolita d’Italia dove andare quest’inverno

Soprannominata il “Giardino sul Lago” questa perla del Piemonte è una meta vivace e ricca di attrazioni durante tutto il corso dell’anno, circondata da natura incontaminata ma con le comodità di un centro urbano ben sviluppato, amata da scrittori e artisti illustri per il paesaggio fiabesco che la incornicia e l’eleganza che la contraddistingue. Il luogo ideale dove vivere magiche atmosfere invernali.

Benvenuti a Verbania, l’incantevole “Giardino sul Lago”

Nella stagione più fredda Verbania sembra una cartolina. Terrazzo naturale sul Golfo Borromeo, è la città più popolosa della provincia del Verbano Cusio Ossola e ospita un tripudio di ville, giardini fioriti anche d’inverno – con le straordinarie fioriture delle Camelie Invernali – e parchi affacciati sul Lago Maggiore che la rendono una destinazione turistica molto apprezzata dai viaggiatori italiani e stranieri. L’intera zona del Verbano fu una delle mete di villeggiatura più amate a partire dal 1700, che conquistò anche personalità del calibro di Flaubert, Dickens e Stendhal.

Verbania conserva un passato ricco di storia, basti pensare che il primo insediamento urbano risale alle popolazioni dei Leponzi che nel I secolo a.C. vennero annesse all’Impero Romano. Le origini medievali della città, invece, sono ben visibili nel borgo di Intra, lungo via San Vittore, via San Fabiano, Vicolo del Freschetto fino all’affascinante Piazza San Rocco.

Il suo centro storico, zona nevralgica dello shopping e del passeggio con caffè, ristoranti, boutique e botteghe artigianali, fa sfoggio di palazzi barocchi e neoclassici come il sontuoso Palazzo Peretti o l’ottocentesco Palazzo delle Beccherie in Piazza Ranzoni.

Cosa fare e vedere a Verbania

Nelle frazioni di Pallanza e Suna ci si imbatte nel suggestivo lungolago che si affaccia sul Golfo Borromeo (tra le mete del Piemonte amate anche in estate) e dal quale si può godere in lontananza dello spettacolare panorama delle catena alpina innevata. Lungo la passeggiata di Pallanza si incontra, inoltre, la splendida Villa Giulia, un edificio di fine ‘800 in stile neoclassico con uno incantevole parco aperto al pubblico. Gli interni, oggi sede di mostre e spettacoli, si presentano in stile Liberty e fanno viaggiare la mente fino alla Belle Époque.

Di grande interesse è anche la Chiesa della Madonna di Campagna, al confine tra le due antiche comunità di Pallanza e Suna, costruita a inizio ‘500, a sostituzione della precedente cappella, in cui è custodito l’affresco della Madonna del Latte, risalente alla chiesa preesistente, oltre ad affreschi e tele del XVI sec.. Il campanile romanico, invece, risale all’anno Mille.

Gli appassionati non potranno farsi mancare una visita al Museo del Paesaggio, istituito a Pallanza a inizio ‘900, ospitato all’interno del Palazzo Viani Dugnani, un’antica dimora barocca del ‘700. Gli amanti degli spettacoli dal vivo hanno, invece, a disposizione il fitto calendario proposto dal Centro Eventi Il Maggiore, che accoglie sul proprio palco il meglio della prosa, della musica, della danza e molto altro.

Percorsi in bicicletta e passeggiate sulle sponde del lago

Chi desidera alternare al proprio soggiorno a Verbania attività più dinamiche, può esplorare la città e i suoi dintorni anche attraverso percorsi in bicicletta. I tragitti spaziano dai circuiti con vista lago a pedalate tra piccoli borghi e immersi nella natura alle falde del Monte Rosso, dolce e rigogliosa collina con vista mozzafiato sul Golfo Borromeo. Particolarmente suggestiva la lunga pista ciclabile che unisce la Riserva Naturale del Fondo Toce al centro cittadino.

Da non perdere nella stagione invernale anche l’infinita gamma di colori offerta dal Lago Maggiore, con le sfumature delle colline e delle montagne che si rispecchiano nelle sue acque. Una passeggiata sulle sue sponde offre impagabili scorci su edifici storici, opere d’arte e bellezze naturali, oltre a vedute del Golfo Borromeo che lasciano senza fiato.

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Cosa fare a Bari secondo gli stranieri

Bari, da “semplice” porta d’accesso della Puglia, negli ultimi anni si sta trasformando in un’affascinante meta turistica: il clima per lo più mite, gli spazi all’aperto, i vivaci ristoranti e bar, le spiagge e la cultura tradizionale attraggono sempre più turisti, anche stranieri, che hanno stilato un elenco su cosa vedere e fare in città.

Perdersi a Bari Vecchia

Il fiore all’occhiello di Bari è la labirintica Bari Vecchia, il suo centro storico, dove incontrare sorprese a ogni angolo: che si tratti delle rovine di un’antica chiesa, di caffetterie improvvisate che offrono squisiti snack fatti in casa o residenti seduti fuori dall’uscio.

Passeggiando tra le vie lastricate di questo cuore pulsante, da vedere sono la Basilica di San Nicola dall’architettura romanica-pugliese e la particolare forma asimmetrica, custode delle spoglie di San Nicola nella cripta, la Cattedrale di San Sabino, anch’essa in stile romanico-pugliese, con il maestoso campanile che domina la città, e il Castello Normanno-Svevo-Angioino, a ridosso della città vecchia, di epoca medievale con un grande fossato, tre torri normanne e mura di difesa angioine.

Da non perdere, poi, la caratteristica e tipica “Strada delle Orecchiette“, il soprannome di “strada della pasta” dato alla zona intorno a Via Arco Basso: è proprio qui che le donne del centro storico asciugano quotidianamente la loro pasta fatta in casa e vendono il prodotto finito fuori dalle loro abitazioni.

Andare alla ricerca di arte e design

Teatro Margherita di Bari

Fonte: iStock

Teatro Margherita di Bari

Piazza Del Ferrarese, la piazza principale del centro storico, ha iniziato la sua trasformazione in un hub per l’arte, il design e la cultura.

Merita una sosta il Puglia Design Store, scrigno dei migliori talenti contemporanei della regione dove ammirare e acquistare moltissimi prodotti “made in Puglia”: fodere per cuscini stampate in modo audace, gioielli di tendenza, borse di arte astratta, quadri e stampe, accessori moda, complementi d’arredo e molto altro ancora.

Altrettanto interessante è il Museo Teatro Margherita, uno dei teatri storici di Bari, costruito su palafitte, oggi luogo di incontro e confronto sull’arte contemporanea e protagonista di mostre ed eventi di carattere internazionale.

Fare un tour in bicicletta

Per gli amanti delle due ruote, un must può essere partecipare a un tour guidato in bicicletta alla scoperta dei quartieri più intriganti della città: con il commento della guida su come il passato mercantile di Bari ne abbia influenzato il presente e il vento tra i capelli, si assapora e comprende Bari molto più che a piedi.

Una tappa del tour include il mercato ortofrutticolo, in posizione arretrata rispetto alla zona centrale, dove si viene accolti con assaggi di squisite olive e gustosi pomodorini.

Dedicarsi allo shopping

I luoghi principali dove dedicarsi allo shopping a Bari sono Via Sparano e Corso Camillo Benso Cavour, che si estendono paralleli dalla stazione ferroviaria fino al centro storico: qui vi è soltanto l’imbarazzo della scelta, dai negozi più economici alle boutique dei migliori stilisti.

Un’attrazione imperdibile per fare spese e andare alla ricerca di occasioni è il grande outlet di design “Puglia Village” dove trovare articoli a prezzo ridotto di grandi marche del calibro di Adidas, Nike, Levi’s, Calvin Klein oltre alle creazioni di designer italiani di nicchia.

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Gardaland, la grande attrazione che sta per arrivare

Dall’anno prossimo, a Gardaland ci sarà una nuova attrazione. Dopo Jumanji – the Adventure, basata sulla popolare serie cinematografica di Sony Pictures inaugurata quest’anno, arriva anche Jumanji -The Labyrinth.

Sarà un’attrazione adatta a tutta la famiglia e a bambini di tutte le età. Un vero e proprio labirinto dal quale riuscire a uscire indenni e che farà divertire grandi e piccini. È quanto è trapelato da un primo annuncio fatto da Merlin Entertainments di cui fa parte il parco. il resto è top secret e lo sarà per tutti i prossimi mesi, fin quando non arriveranno anche le prime immagini di Jumanji -The Labyrinth e le prime indiscrezioni.

Il successo di “Jumanji”

Dopo il primo film del 1995 con Robin Williams, l’avventura è proseguita nelle nuove produzioni “Jumanji Welcome to the Jungle” (2017) e “Jumanji: The Next Level” (2019), con Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart e Karen Gillan. Un colossal a Gardaland: “Jumanji”, infatti, è stata la più grande serie cinematografica di tutti i tempi tra quelle completamente di proprietà della Sony Pictures.

Con oltre 2,1 miliardi di dollari di incassi nel mondo, i film di “Jumanji” sono popolari sia tra il pubblico delle famiglie sia tra gli adolescenti. I due film hanno incassato in Italia un totale di 26,7 milioni di euro al box office, dimostrando di essere popolarissimi anche per il pubblico italiano, che ora diventa protagonista e vivere una fantastica esperienza a Gardaland.

Jumanji – the Adventure

L’attrazione Jumanji – the Adventure aperta quest’anno in occasione della riapertura stagionale del parco, progettata dal team di creativi e storyteller, è una dark ride ovvero un’attrazione al buio. Un viaggio pieno di insidie, pericoli e sorprese per gli amanti dell’avventura di tutte le età, dai più piccoli agli adulti. L’esperienza nella giungla di Jumanji è immersiva e coinvolgente. Sembra davvero di essere i protagonisti del film, tra ostacoli, e animali che invadono le città.

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Vacanze a New York: il sogno americano low cost

Visite ai musei, spettacoli e gallerie, nella città che non dorme mai le cose da vedere sono talmente tante che a volte non si ha il tempo e il budget a disposizione per visitarle tutte. New York è una città affascinante, ma anche molto costosa, però non c’è bisogno di svuotare il conto in banca per vivere in pieno l’atmosfera della Grande Mela, ci sono parchi, edifici ed eventi che possono essere gustati gratuitamente.

Le attrazioni immerse nel verde

Verde ed edifici urbani possono convivere tranquillamente e New York lo dimostra con luoghi immersi nella natura. Con aree gioco per i bambini, laghi e statue, Central Park è l’attrazione a costo zero in cui scoprire un angolo della metropoli. Uno dei simboli è lo Strawberry Field Memorial, un giardino dedicato a John Lennon, in cui accanto a piante e fiori è possibile ammirare un mosaico con la scritta “Imagine” in stile pompeiano. Per le famiglie l’associazione che gestisce il parco mette a disposizione un’escursione di circa 90 minuti totalmente gratis in cui scoprire i paesaggi e gli ecosistemi presenti nel luogo.

Central Park non è l’unica attrazione immersa nel verde, Governors Island, raggiungibile attraverso un traghetto che costa pochi dollari, nei suoi 70 ettari ospita aree dedicate al minigolf, percorsi ciclabili e permette di fare il classico pic-nic. Nella zona nord-orientale di Prospect Park, c’è poi il Brooklyn Botanic Garden con giardini, serre, fiori e meravigliosi laghetti, che da marzo a novembre può essere visitato gratuitamente il venerdì.

Veduta dall'alto di Central Park

Fonte: iStock

La bellezza e la natura di Central Park

Alla scoperta della vera New York

Per ammirare le opere d’arte presenti nella Grande Mela non bisogna andare necessariamente in un museo, ma ci si può recare nella Grand Central Terminal. Non è una semplice stazione ferroviaria, ma la più grande del mondo, con tanto di soffitti affrescati e l’orologio che è diventato il simbolo di questo posto con le sue quattro facce. Lo stesso discorso vale per la New York Public Library, una delle più frequentate della città americana. All’interno sono presenti libri antichi e introvabili, oltre ad esposizioni particolari, come ad esempio quella dedicata a Winnie-the-Pooh, il celebre orsetto dei cartoni animati. E che dire del Brooklyn Brewery? A New York anche un birrificio può trasformarsi in un’esperienza indimenticabile. Il tour all’interno dell’edificio termina con la degustazione di una buona birra artigianale, spendendo pochi dollari. Il bere può essere accompagnato poi dalla buona musica, meglio ancora se quella jazz del Barbès di Brooklyn che permette ogni sera di assistere a sessioni completamente gratuite.

Il Memorial costruito dopo l'11 settembre

Fonte: 123RF

Il Memorial dell’11 settembre

Quando si parla di musica, però, viene subito in mente un’altra forma d’arte, la pittura. Nella zona di Chelsea sono presenti numerose gallerie d’arte, tutte a ingresso gratuito e che fanno capire cosa significa la vita culturale a New York. Il National September 11 Memorial con le due grandi fontane costruite dove una volta sorgevano le Torri Gemelle è un’altra tappa fissa da accompagnare a una visita al vicino Memorial Museum dell’11 settembre, gratuita ogni martedì a partire dalle 17:00.

Infine, un viaggio a New York non può fare a meno di uno dei suoi simboli, la Statua della Libertà. Grazie ai traghetti gratuiti della linea Staten Island Ferry, si può ammirare questo inconfondibile monumento che domina il paesaggio newyorkese.

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C’è un vitigno all’ombra del Colosseo ed è spettacolare

I motivi per organizzare un viaggio nella capitale d’Italia, in ogni momento dell’anno, sono così tanti che non si possono elencare. Del resto tra i 7 colli si snodano tutta una serie di meraviglie antiche e moderne che raccontano la storia di Roma e dell’Italia intera.

Antiche rovine, capolavori rinascimentali, arte classica e moderna, e poi ancora paesaggi urbani che lasciano senza fiato e scorci meravigliosi che hanno incantato e ispirato registi, musicisti e artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Eppure, come se tutto questo non bastasse, c’è un altro motivo per raggiungere Roma adesso, si tratta di un piccolo vigneto che è nato nel cuore della città eterna, proprio lì, all’ombra del Colosseo.

Il vitigno sul Colle Palatino

Ci troviamo nel cuore della Roma Imperiale, quella dominata dal Colosseo e attraversata dalla magica e suggestiva via dei Fori Imperiali. In quella scenografia da cartolina che rappresenta la capitale d’Italia nel mondo, la stessa che attira milioni di viaggiatori provenienti da ogni dove.

È questo il primo luogo che si desidera raggiungere quando si mette piede a Roma, è questo il posto dove si lascia il cuore. Tutto intorno, invece, si snoda il Colle Palatino, quel luogo che, secondo la leggenda, ha visto la nascita della città eterna. Lo stesso luogo che racconta di Remo e di Romolo, del primo re della città e della sua storia.

Ed è qui, tra i resti delle dimore patrizie e dei palazzi reali, tra le chiese straordinarie e quei muri che sembrano custodire storie antiche e mai dimenticate, che è stato realizzato un piccolo vigneto per continuare quel dialogo tra antichità e modernità, tra passato e futuro, tra storia e agricoltura.

C’era una volta l’uva pantastica

La storia d’amore tra la vite e Roma è tanto antica quanto indissolubile. Già Plinio il Vecchio aveva parlato di uva pantastica per far riferimento ai prodotti del vitigno in epoca romana, gli stessi che adesso vengono coltivati nell’area del Parco Archeologico del Colosseo e in molte altre zone di Roma.

Conosciuta anche come uva pane, perché consumata dai contadini in abbinamento con il pane, questa uva è considerata la materia prima per fare quello che è considerato il vero vino romano, oggi come ieri.

Grazie alla collaborazione tra il Parco e l’azienda vitivinicola Cincinnato, e alla conseguente nascita del vitigno al Palatino, sarà possibile valorizzare, preservare e portare avanti quel legame culturale tra la tradizione agricola che affonda le radici nella storia dell’antica civiltà romana e il territorio stesso. Così passato, presente e futuro si fondono nel cuore di Roma dando vita a quella che potrebbe diventare una delle esperienze di eno-archeologia più belle del nostro Paese.

Le barbatelle della varietà Bellone, che Plinio il Vecchio chiamava uva pantastica sono state già piantante in un piccolo appezzamento di terra della Vigna Barberini, appartenuta all’omonima famiglia e situata nell’angolo orientale del Colle Palatino, nel prato verdeggiante della terrazza capitolina che offre uno dei panorami più belli e suggestivi dell’intera città. E ora, proprio lì, un pezzo di storia dell’antica Roma tornerà a vivere.

Vigneto Vigna Barberini

Vigneto Vigna Barberini