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In Qatar, il varo della nave più green che ci sia

A pochi giorni dal calcio d’inizio della Coppa del mondo FIFA 2022 che si svolgerà nel Qatar, si terrà anche un evento memorabile: il varo della nave più più green che sia mai stata costruita.

Stiamo parlando della MSC World Europa, una nave da crociera da oltre 215mila tonnellate e un design incredibilmente innovativo.

La cerimonia di battesimo della nuova ammiraglia avverrà il 13 novembre a Doha, Capitale del Paese, dove sarà inaugurato anche il nuovo Grand Cruise Terminal della città, una struttura modernisisma di 24mila metri quadrati che gestirà fino a 28.000 passeggeri al giorno e avrà la capacità di ospitare due navi da crociera giornaliere.

I crocieristi potranno ammirare, tra le altre cose, un incredibile acquario all’interno del terminal e una galleria dedicata all’arte islamica. I Mondiali di calcio, invece, inizieranno il 20 novembre, quando la squadra del Qatar incontrerà la nazionale dell’Ecuador. Ma veniamo alla nave.

Com’è fatta la MSC World Europa

Il design della World Europa sarà innovativo, con una prua a 90° a forma di freccia che taglierà l’acqua con facilità, una caratteristica mai vista prima d’ora su una nave da crociera. La prua, però, non avrà solo un valore estetico, bensì sarà capace di migliorare ulteriormente la stabilità della nave offrendo comunque un comfort maggiore per gli ospiti.

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Fonte: MSC

La forma a “Y” della poppa della MSC World Europa

L’impressionante e inedita forma a “Y” a poppa si apre sull’Europa Promenade, una passeggiata lunga 104 metri, che offre una vista mozzafiato sul mare ed è divisa in una parte aperta e un’altra metà coperta da un imponente schermo a Led, che trasmetterà giochi di luci durante l’intero arco della giornata.

Una delle caratteristiche principali della Promenade sarà The Venom Drop The Spiral, un sorprendente elemento architettonico centrale sotto forma di scivolo a secco che si estende per undici ponti, il più lungo in mare.

Le dimensioni della nave, che è lunga 333,3 metri e che può ospitare fino a 6.762 passeggeri, consentiranno di avere delle aree completamente distinte, ognuna con il proprio stile e le proprie esperienze. Si potrà passare da una tranquilla area zen per soli adulti alla Promenade, con intrattenimento, negozi e bar, fino a un’area separata per le famiglie, che ospita ben dieci nuove strutture per bambini.

Come sulle altre navi della compagnia, non mancherà la Aurea Spa, un centro wellness in stile balinese di 1.012 metri quadrati, con area termale, palestra, barbiere e beauty saloon con trattamenti di bellezza e benessere.

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Fonte: Ufficio stampa

La Promenade della MSC World Europa

Una nave nella nave sarà poi lo Yacht Club, che prevederà oltre alle cabine più belle anche un’area riservata accessibile solo ai membri del club, con ristorante e lounge privati, una grande area piscina con solarium e vasche idromassaggio. Ci sarà anche un’area della spa dedicata a questi ospiti, con sale massaggi dedicate e accesso completo alla Thermal Suite nella Aurea Spa e tanto di servizio di maggiordomo 24 ore su 24.

La nave offrirà 13 punti di ristoro, inclusi sei ristoranti tematici e due locali completamente nuovi: lo Chef’s Garden Kitchen, che propone microverdure, e La Pescaderia, con grigliate di pesce e posti a sedere all’aperto. Un ristorante sarà anche aperto tutti i giorni 24 ore su 24.

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Fonte: Ufficio stampa

Lo scivolo a bordo della nave

Una nave green

La World Europa sarà la prima nave di MSC Crociere alimentata da gas naturale liquefatto (GNL), il combustibile fossile più pulito attualmente disponibile per le grandi navi da crociera e sarà la nave più grande ed ecologicamente più avanzata in navigazione nel Medioriente. Con il GNL la riduzione dei gas serra raggiungerà fino al 25%.

Ma non sarà l’unica tecnologia green rivoluzionaria a bordo della nave. Lo scopo della compagnia è infatti quello di arrivare a “operazioni a emissioni zero“. Anche il sistema di trattamento delle acque reflue sarà di nuova generazione e sarà dotata di altre tecnologie ambientali all’avanguardia, contribuendo sempre più alla tutela dell’ambiente.

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Fonte: Ufficio stampa

Il design unico della MSC World Europa

Le crociere della nave

La nave partirà per il suo viaggio inaugurale in Medioriente il 20 dicembre, offrendo crociere di sette notti verso Doha, Dubai, Abu Dhabi e Sir Bani Yas Island, negli Emirati Arabi Uniti, oltre a Dammam, in Arabia Saudita. Per raggiungere il porto di imbarco, MSC ha stretto una partnership con Qatar Airways e offrirà pacchetti volo+crociera.

Da marzo 2023, invece, si trasferirà nel Mediterraneo, dove offrirà crociere verso Genova, Napoli e Messina, oltre a La Valletta, a Malta, Barcellona, in Spagna e Marsiglia, in Francia.

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Il Giappone allenta le frontiere: le novità

Notizie positive per chi desidera visitare per la prima volta (o tornare ad ammirare) il Giappone: dopo due lunghi anni di stop, anche il Paese del Sol Levante sta progressivamente allentando le restrizioni all’ingresso dei visitatori stranieri.

E se dal 10 giugno la riapertura al turismo era già in atto, dal 7 settembre ci sono ulteriori novità per tornare a viaggiare.

Viaggi in Giappone: le novità

Dopo la riapertura dei confini al turismo dal 10 giugno (quando i gruppi organizzati gestiti da tour operator hanno ottenuto nuovamente l’autorizzazione a viaggiare per turismo), dal prossimo 7 settembre il Giappone continuerà ad allentare le misure per i viaggiatori in entrata.

A partire da quella data, infatti, non sarà più richiesto un test PCR negativo effettuato entro 72 ore dalla partenza, a condizione che si sia completato il ciclo vaccinale con 3 dosi.

Ma non è tutto: durante una conferenza stampa, il Primo Ministro Kishida ha anche annunciato l’intenzione di spostare il limite degli ingressi giornalieri (che include i cittadini giapponesi di ritorno dall’estero) dagli attuali ventimila a cinquantamila, sempre dal 7 settembre.

Inoltre, presto non sarà più in vigore neppure l’obbligo di essere seguiti da un accompagnatore durante la permanenza in Giappone, rimanendo all’interno di visite guidate; tuttavia, il viaggio dovrà sempre essere organizzato da un tour operator.

I viaggiatori singoli potranno quindi tornare a scoprire il Paese del Sol Levante senza restrizioni, una notizia positiva che apre importanti spiragli di luce verso il sospirato ritorno alla normalità: basti pensare che nel 2019, prima della pandemia, i turisti stranieri erano circa 32 milioni mentre nel 2021 il numero è drasticamente precipitato a circa 246.000.

Le regole finora in vigore per andare in Giappone

L’allentamento delle restrizioni annunciato dal 7 settembre è una ventata di aria fresca dopo due lunghi anni segnati dalle chiusure e dalle rigide regole per i viaggi.

In particolare, il Giappone è il Paese che mantiene le regole più severe alle frontiere tra i Paesi del G7 con una quota di arrivi giornalieri limitata a ventimila persone e la richiesta del test Pcr negativo (non è più necessaria invece la quarantena).
Inoltre, non riconosce il certificato di guarigione da Covid-19 in sostituzione di una dose vaccinale.

Dal 10 giugno, i turisti stranieri, tra cui gli italiani, possono recarsi nel Paese nipponico soltanto in gruppi organizzati con pacchetti turistici e il visto con l’invito di una dmc locale, con il risultato di un test Pcr effettuato prima della partenza e il certificato di avvenuta vaccinazione con tre dosi.
Un provvedimento che è comunque stato accolto come un segnale positivo e che ha permesso a un elenco di 36 nazioni di tornare a scoprire le bellezze del Sol Levante con l’obiettivo di rilanciare il turismo giapponese.

Un primo passo per il totale ripristino dei flussi turistici con un occhio di riguardo al turismo sostenibile, al turismo di lusso e all’adventure tourism.

Ora, con il nuovo allentamento delle misure di controllo alle frontiere previsto per il 7 settembre, il Giappone mira ad adeguarsi agli altri Paesi del G7 accettando i viaggiatori singoli e riaprendo la strada al turismo pre pandemia.

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Asia Giordania itinerari culturali Notizie Viaggi

Giordania, alla scoperta di Irbid, Capitale della cultura araba

Nell’estremo Nord della Giordania, a pochi chilometri dal confine con la Siria, c’è un gioiello che merita di essere scoperto. A un’ora e mezza da Amman e a tre quarti d’ora dall’antica città di Jerash, Irbid è uno dei siti storici meno noti del Paese e che nasconde un vero tesoro. E dire che sarebbe la seconda città più grande della Giordania, dopo la Capitale naturalmente.

Il Ministero della cultura e della gioventù giordana ha eletto Irbid Capitale della cultura araba. Con le sue radici culturali, che risalgono a secoli fa, la città di Irbid è stata un centro di poesia, arte, teatro e canto e ha donato al mondo arabo diverse icone.

Questo titolo appena conferitole fornisce l’occasione per andare alla scoperta di Irbid ed esplorare i contributi storici e contemporanei della città alla cultura.

Per tutto l’anno, la città ospiterà eventi culturali e mostre per mettere in luce quelle figure politiche, letterarie e sociali che hanno contribuito a elevare lo status di questa città come modello culturale per tutto il mondo arabo.

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Fonte: Wikimedia Commons – Sana Janakat

Un’antica casa a Irbid

Perché visitare Irbid

Dove oggi sorge la città di Irbid, sono stati ritrovati reperti della prima età del bronzo e tombe dell’età del ferro, a testimonianza del fatto che si tratti di un’area abitata fin dai tempi antichi.

Irbid è anche menzionata nella Bibbia con il nome di “Beth Arbel”, mentre durante l’Impero Romano, quando veniva chiamata con il nome di “Arbela” o “Arabella”, fu una città di secondo piano rispetto alla vicina Abila (Quwayliba), oggi uno dei più importanti siti archeologici della Giordania, risalente, secondo i ritrovamenti rinvenuti, al 3.500 a.C… Entrambe, però, facevano parte della cosiddetta Decapoli, un insieme di dieci città ubicate collocate nei pressi di quella che un tempo era la frontiera orientale dell’Impero Romano, fra le attuali Giordania, Siria e Israele.

Ma l’antico passato di questa città giace ancora nascosto sotto strade e edifici moderni. Ed è un vero tesoro quello che molto probabilmente cela ancora oggi.

A parte il tell (“tumulo”) che sorge nel centro della città, oggi sopravvivono pochissime testimonianze dell’illustre passato di Irbid. Molto di ciò che è stato recuperato negli anni è esposto all’interno del Museo archeologico che racconta la storia non soltanto della città ma di tutta la Giordania, a partire dalle prime suppellettili risalenti a 9.000 anni fa portati alla luce nei pressi dell’odierna Amman.

Anche il Museo Dar as Saraya, ricavato in una splendida villa d’epoca dell’800 costruita dagli Ottomani nel tipico stile dei caravanserragli come prigione, ospita manufatti locali che raccontano la lunga storia di Irbid.

Un luogo inaspettato

Irbid è sede di una delle più importanti università della Giordania, la Yarmouk University, e attira tantissimi giovani da ogni angolo del Paese, e non solo. Non sono moltissimi i turisti che la visitano, ecco perché può essere ancora apprezzata per la sua autenticità: lo stile di vita degli abitanti, i luoghi da loro frequentati non sono ancora stati contaminati dal turismo di massa. I locali dove mangiare, gli stand di street food, i bar dove fumare il narghilè sanno di Giordania.

Punto di partenza per esplorazioni

Irbid è anche il punto di partenza ideale per esplorare una parte di Giordania lontana dalle rotte più turistiche e dalle orde di gente. Basti pensare che dista più di quattro ore d’auto da Petra, il sito più visitato del Paese.

Da qui si possono invece visitare alcuni siti molto belli come Umm Quais, l’antica città Romana di Gadara, sui rilievi che dominano la Valle del Giordano, con le sue magnifiche rovine e i due teatri antichi. Sarebbe anche il luogo dove, secondo la Bibbia, Gesù compì uno dei suoi miracoli più prodigiosi, liberando due uomini posseduti dai demoni. Per questo motivo Gadara è anche una meta di pellegrinaggio.

Da Irbid si raggiunge facilmente anche il sito archeologico di Pella, i cui scavi hanno rivelato la presenza di insediamenti risalenti a 11mila anni prima della nascita di Cristo. La parte visitabile attualmente è molto piccola rispetto a ciò deve ancora essere scoperto e si cela nel sottosuolo.

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Spezie, profumi e colori: benvenuti nel bazar delle meraviglie

È un profumo forte, intenso e seducente quello che invade e pervade le strade e i quartieri della città. È lo stesso che avvolge e stordisce i sensi di tutti i viaggiatori che passeggiano tra le strade di Istanbul.

È sempre lui che guida le persone in un luogo magico e suggestivo che si apre davanti agli occhi di chi guarda come uno spettacolo senza eguali. I colori cangianti rapiscono lo sguardo mentre gli aromi inebriano l’olfatto. Il chiacchiericcio delle persone che contrattano tra i banchi, invece, si trasforma in un’avvincente colonna sonora di quell’esperienza sensoriale.

È il Bazar delle Spezie di Istanbul, uno dei più grandi e antichi mercati dell’intera città. È un luogo fatto di incontri e scontri, di meraviglia e incanto, di autenticità. Ed è proprio attraversandolo che potrete scoprire l’anima più vera della megalopoli turca.

Istanbul: il Bazar delle Spezie

Non è un semplice mercato, il Bazar delle Spezie – Mısır Çarşısı – è una vera e propria esperienza sensoriale da vivere almeno una volta nella vita. Una tappa imprescindibile per tutti i viaggiatori che passano da Istanbul.

Costruito nel lontano 1664, questo mercato, permette alle persone che lo raggiungono di entrare in contatto con l’anima più autentica dell’intero Paese. Tra i banchi del bazar, infatti, è possibile trovare spezie, frutta fresca e altre prelibatezze turche.

Conosciuto anche come Bazar egiziano, il Mısır Çarşısı è situato all’interno dell’affascinante quartiere di Eminonu, nelle immediate vicinanze del Ponte di Galata. In quest’area brulicante di gente a ogni ora del giorno e della sera, è possibile vivere una vera e propria esperienza incredibile che coinvolge tutti i sensi.

Tantissimi i negozi e le botteghe di gioielli, artigianato e souvenir dove è possibile concludere ottimi affari. Tuttavia le vere protagoniste del bazar sono loro: le spezie! Sono colorate, profumate e inebrianti. Vengono vendute separatamente oppure miscelate ad altre spezie per dei mix sorprendenti. I negozi si trovano sia all’interno del mercato coperto che immediatamente al di fuori di esso.

Mısır Çarşısı, il Bazar delle Spezie

Fonte: iStock

Mısır Çarşısı, il Bazar delle Spezie

Tutto quello che devi sapere prima di visitare Mısır Çarşısı

Entrare all’interno del Bazar Egiziano è un’esperienza unica e sorprendente che trasporta i visitatori in un mondo vivace e colorato che incanta e rapisce. Ecco perché prima di raggiungere questo luogo il consiglio è quello di prepararsi adeguatamente.

La prima cosa da sapere, infatti, è che all’interno del mercato troverete tantissimi prodotti che non sono tipicamente turchi, così come ne troverete altri estremamente turistici. Negli ultimi anni, infatti, sempre più botteghe hanno rinunciato alla vendita delle spezie per offrire ai viaggiatori abiti o gioielli.

Ma se state cercando qualcosa di caratteristico, allora, lasciatevi sedurre dal profumo delle spezie caratteristiche come il sumac o il pul biber. Deliziatevi anche con frutta secca, formaggi e dolci tipici del Paese.

Un altro consiglio è quello di fare acquisti nei negozi che si trovano immediatamente al di fuori del mercato coperto, gli stessi che frequentano i cittadini locali per fare la spesa. Per il resto, il consiglio è quello di godere dell’atmosfera incredibile che si respira all’interno del bazar al quale fa da sfondo un’architettura affascinante.

Arrivare a Mısır Çarşısı è semplicissimo. Il mercato, infatti, è servito anche dal tram della linea T1 di Eminou. Il Bazar delle Spezie è aperto dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 19.30.

Bazar delle Spezie

Fonte: iStock

Bazar delle Spezie
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Asia lusso Maldive Notizie Viaggi

Cercasi “libraio scalzo” alle Maldive: come candidarsi al lavoro dei sogni

Lascio tutto e cambio vita. Una frase, questa, che tutti abbiamo pronunciato almeno una volta esprimendo il desiderio di lasciare la città, e il lavoro, per trasferirci dall’altra parte del globo, magari proprio su un’isola che per forme e colori ricordasse un paradiso terrestre. Un desiderio che, però, è sempre rimasto confinato al mondo dei sogni.

Ma se vi dicessimo che questo potrebbe trasformarsi in realtà? La prospettiva è più concreta che mai, quella di trasferirsi su uno splendido atollo delle Maldive per lavorare e vivere in una suite di lusso che ha un costo che supera i 30mila dollari a notte.

No, non si tratta di un sogno irrealizzabile, ma di una proposta lanciata da Soneva Fushi, un resort di lusso situato sull’atollo di Baa che è alla ricerca di un libraio in grado di gestire la Barefoot Bookseller, una libreria pop up all’interno della struttura, e i profili social a essa collegata. Se quindi amate leggere e i social network sono il vostro pane quotidiano, allora, questa è davvero la vostra occasione per cambiare vita.

Un libraio scalzo per le Maldive

Correva l’anno 2018 quando, il resort di lusso a cinque stelle Soneva Fushi, inaugurava una straordinaria libreria, la Barefoot Bookseller, con l’obiettivo di fornire agli ospiti consigli sulla scelta dei libri da leggere in vacanza e migliorare così la loro esperienza di viaggio. Consigli forniti proprio dal libraio scalzo, il cui ruolo è quello di essere una guida e un consigliere per i lettori del resort e dell’atollo.

Ed è proprio un libraio che il resort dell’atollo di Baa sta cercando adesso. Il candidato ideale deve essere un appassionato di libri, e deve avere maturato esperienza nelle vendite. Ma deve essere anche un appassionato di social network perché il suo compito sarà anche quello di gestire i profili social della libreria e aggiornarli raccontando le sue personali esperienze.

Attenzione, però, perché chi riuscirà a superare la candidatura dovrà gestire la libreria rigorosamente a piedi nudi. Sull’isola, infatti, non è consentito indossare scarpe, proprio per rafforzare il contatto con la natura selvaggia e incontaminata che risiede nel territorio.

Come candidarsi al lavoro dei sogni

La ricerca del libraio scalzo alle Maldive rappresenta davvero un’opportunità per cambiare vita. Il contratto di lavoro, con tanto di stipendio e alloggio in una suite all’interno del resort, durerà 12 mesi.

Al candidato scelto verrà chiesto di occuparsi della gestione quotidiana della libreria, della vendita e dei rapporti con i clienti. Il libraio scalzo dovrà inoltre gestire i canali social legati a Barefoot Bookseller e scrivere e pubblicare articoli sul blog della struttura ogni mese.

Per candidarsi è richiesta un’ottima conoscenza dell’inglese scritto e parlato ed è necessario avere alle spalle esperienza nella vendita diretta. L’amore per i libri e per la letteratura è, ovviamente, un requisito imprescindibile. A questo si aggiunge anche la passione per i social network e le tendenze sul web.

Il candidato scelto volerà alle Maldive a ottobre 2022 per iniziare il lavoro. Se volete essere voi quella persona, non vi resta che inviare la vostra candidatura entro e non oltre il 13 agosto. Per farlo dovrete inviare una mail in lingua inglese all’indirizzo barefoot@ultimatelibrary.co.uk, allegando curriculum, lettera di presentazione e una recensione di uno dei vostri libri preferiti. Buona fortuna!

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Il palazzo sommerso, uno dei luoghi più suggestivi al mondo

“Yerebatan Sarnıcı” letteralmente, in turco, significa “palazzo sommerso”, ma noi lo conosciamo più con il nome di cisterna sotterranea, ed è quella che si trova nel sottosuolo di Istanbul.

È uno di quei luoghi che tutti quanti vanno a vedere quando decidono di visitare la città turca più turistica.

La cisterna sotterranea di Istanbul

La cisterna fu costruita nel 532 dall’Imperatore Giustiniano I durante il periodo fpiù prospero dell’Impero Romano d’Oriente. In precedenza, vi era già una struttura che risaliva all’epoca dell’imperatore Costantino, che però venne ampliata e cambiata completamente. Oggi misura circa 10mila metri quadrati.

Ai tempi, la cisterna poteva contenere fino ad 80 milioni di litri d’acqua. Serviva per irrigare le ville più belle e persino il giardino Topkapi, quello della residenza del sultano in persona. A un certo punto del periodo medievale, però, non venne più usata, in quanto i turchi preferivano acqua corrente a quella di una cisterna.

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Fonte: @Studioillumina

Il fondale illuminato della Cisterna

Fu scoperta per puro caso solo cinquecento anni dopo, durate alcuni scavi archeologici sulle rovine di Bisanzio, compiute dall’olandese P. Gyllius e fu proprio grazie a lui che la cisterna venne sistemata fino a diventare un’attrazione turistica imperdibile, fino ai giorni nostri.

Per secoli, quindi, è rimasta quella meraviglia che molti di noi hanno avuto la fortuna di vedere. È una gigantesca stanza sotterranea piena d’acqua. Misura circa 140 metri per 70 ed è sorretta da ben 336 colonne alte 9 metri ciascuna, disposte in 12 file a poco meno di 5 m. l’una dall’altra. I capitelli delle colonne sono di diversi stili, Dorico, Corinzio ecc. in quanto provenienti da altre strutture e riutilizzate. Ne sono la prova due splendide teste di Medusa rovesciate che sorreggono altrettante colonne.

Alle teste di Medusa è legata una terribile leggenda: pare infatti che Medusa fosse una delle tre Gorgoni, la femmina di un mostro ultraterreno della mitologia greca con serpenti al posto dei capelli ed era in grado di pietrificare chiunque avess eincrociato il suo sguardo.

Di primo acchito, sembra di entrare in una sorta di cattedrale sotterranea, insomma. Ecco perché viene sempre più spesso chiamata “Cisterna basilica“.

Questo luogo è talmente particolare da essere stato usato come set di alcuni celebri film, da “Agente 007, dalla Russia con amore” con Sean Connery a “Inferno”, tratto dal romanzo giallo di Dan Brown.

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Fonte: 123rf

La colonna di Medusa nella Cisterna romana

Oggi è ancor più suggestiva

Oggi, grazie a un progetto rivoluzionario, nel quale c’è anche lo zampino italiano, la cisterna di Istanbul è divenuta un luogo ancor più suggestivo.

All’imponenza del suo infinito colonnato è stata aggiunta una particolare illuminazione con ben 750 punti luminosi che rendono la cisterna di Istanbul un luogo assolutamente pazzesco, non soltanto dal punto di vista dell’impatto visivo, ma anche dell’esperienza.

La luce accompagna il visitatore all’interno delle cisterne Romane creando un racconto e un viaggio nella storia e nella cultura di questo luogo, che dona al palazzo sommerso un particolare fascino che è un mix tra Oriente e Occidente, tra cultura Romana e Ottomana, proprio come la stessa città che lo ospita.

Il viaggio di andata e quello di ritorno nella cisterna richiamano diversi stili: la rappresentazione orientale, segnata da arabesche e da miniature, prevalentemente e tipicamente in stili bidimensionali, e quella occidentale, basata sui concetti di prospettiva, profondità di campo e tridimensionalità degli oggetti.

L’ingresso nella cisterna è il momento della scoperta, in cui il visitatore si ritrova in un luogo senza tempo a lui sconosciuto, come nell’esperienza dei primi esploratori: l’abbassamento graduale dei livelli di luminosità man mano che ci si addentra nello spazio sotterraneo porta il visitatore a vivere un’esplorazione quasi archeologica e personale della cisterna.

Le teste di Medusa, in fondo al percorso di andata, rappresentano la fine del viaggio di andata e l’inizio del viaggio di ritorno. Il visitatore è costretto a soffermarsi intorno alle teste capovolte, luogo di sospensione e di riflessione.

l viaggio di ritorno svela la cisterna in chiave occidentale. Protagonista è la prospettiva e il mondo tridimensionale. Gli stessi punti luce che nel viaggio di andata erano nascosti dietro ogni colonna si riappropriano dello spazio in modo diretto: le colonne si vedono in tutta la loro bellezza permettendo una diversa percezione del lato architettonico della cisterna.

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Fonte: @Studioillumina

La Cisterna sotterranea illuminata durante il “viaggio di ritorno”

Infine, l’acqua è la costante, presente per tutto il viaggio. Sia all’andata sia al ritorno fa da specchio, sebbene le immagini riflesse siano diverse nel tour di andata rispetto a quello di ritorno.

La nuova illuminazione per il sito archeologico, fiore all’occhiello di Istanbul, che ogni anno attira milioni di visitatori da tutto il mondo, è stata ideata da Studioillumina, di Adriano Caputo, insieme alla designer Federica Cammarota e a tutto il suo team.

Il progetto della luce si affianca al progetto dei nuovi camminamenti, progettati dallo studio Atelye 70 di Istanbul e dallo studio Insula di Roma.

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In vacanza alle Maldive (come Federica Panicucci)

È la meta più amata dai vip italiani. Se c’è un luogo dove potersi mettere al riparo dalle luci artificiali dei riflettori è là dove splende quella naturale del sole: le Maldive.

Finita la stagione di “Mattino cinque”, Federica Panicucci ha quindi deciso di prendere un volo insieme ai figli, Mattia e Sofia (lasciando a casa il compagno, Marco Bacini), e di fuggire via. Il suo luogo del cuore è l’atollo di Raa, a Nord di Malè, la Capitale della Maldive.

Per raggiungere lo splendido resort dove la presentatrice trascorre le vacanze, l’Emerald Maldive Resort, si è imbarcata su uno di quei piccoli idrovolanti che in pochi minuti collegano l’aeroporto internazionale agli atolli. Volano bassi e, guardare fuori dal finestrino, ammirando i piccoli cerchi verdi (sono le palme delle isole) circondati da una sottile striscia chiara (quella è la spiaggia) e da una azzurra (il mare dal fondale basso) che affiorano dall’acqua è una vera gioia per gli occhi. Se siete stati alle Maldive almeno una volta sapete che questa è la (meravigliosa) sensazione che si prova.

Com’è fatto il resort

Il resort scelto dalla Panicucci, che fa parte dei Leading Hotels of the World, è un cinque stelle ed è stato costruito su una piccola isola di 20 ettari, con una spiaggia tutt’intorno di un chilometro e mezzo (da percorrere più volte al giorno, avanti e indietro, per fare un po’ di movimento).

Costruito in armonia con l’ambiente maldiviano, utilizzando materiali come bambù, pietre naturali e foglie di Ylang Ylang, i cui fiori hanno un profumo intenso e buonissimo. Inoltre, è un resort “green”, che pone una grande attenzione all’efficienza energetica e alla conservazione dell’ambiente. Forse è proprio per questo è piaciuto a Federica (e non solo).

O forse sarà stata la beach villa dove soggiorna, decisamente una delle più lussuose delle Maldive. Molto moderna, con una piscina privata che dà direttamente sulla spiaggia bianca, dove fare ricche colazioni a base di frutta esotica e dove, quando ci si sveglia la mattina, basta mettersi a osservare l’acqua per vedere passare mante, squaletti pinna nera, magari qualche tartaruga e miriadi di pesci colorati.

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Fonte: Emerald Maldives Resort

La piscina vista mare di una beach villa

I vip nello stesso resort

Qualche mese fa all’Emerald c’era stata anche Miriam Leone, ex Miss Italia e ormai attrice in carriera. Forse aveva deciso di trascorrervi una luna di miele posticipata, con il marito Paolo Carullo, con il quale s’è sposata lo scorso settembre in Sicilia, sua terra natìa.

Non solo le story e nei post su Instagram ci avevano fatti sognare, per i colori del mare dalle mille tonalità di verde smeraldo, per il bianco della sabbia abbagliante, per il piacevole clima che avevano trovato a febbraio, quando ci sono stati, mentre in Italia faceva ancora freddo, ma anche per il lusso della vacanza alle Maldive.

Quanto costa una vacanza nel resort dei vip alle Maldive

In questo periodo trascorrere una vacanza in questo resort di lusso in una beach villa, come quella di Federica, costa circa mille euro al giorno, naturalmente è all inclusive. La villa di 187 metri quadri può ospitare fino a quattro persone, ha la piscina privata, il bagno di marmo, la doccia esterna, la cabina armadio e il patio.

Se Miriam Leone, invece, ha prenotato la luna di miele, ha sicuramente potuto approfittare di una tariffa promozionale “Honeymoon Special” che prevede uno sconto del 20% pagando circa 800 euro a notte per la camera. Insomma, volendo, c’è anche modo di risparmiare…

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Fonte: Emerald Maldives Resort

La camera della villa a due passi dalla piscina e dal mare
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Estate sul treno storico più panoramico d’Italia

Chi l’ha provata sostiene sia la ferrovia più bella e panoramica d’Italia. Attraversa paesaggi solitari, selvaggi, meravigliosi. Luoghi che ricordano la Siberia, fredda e innevata d’inverno, secca e calda d’estate, motivo per cui è chiamata Transiberiana d’Italia.

Questa linea ferroviaria attraversa l’Abruzzo e il Molise, due Regioni poco abitate e con paesaggi naturali incontaminati come pochi ormai in Italia. È il viaggio perfetto da fare in famiglia o per tutti coloro che desiderano farsi trasportare alla scoperta delle bellezze naturalistiche e dei centri storici più pittoreschi del Centro Italia.

La Transiberiana d’Italia

La tratta ferroviaria collega Sulmona a Isernia. In passato, è stata una rotta piuttosto frequentata, poi dismessa, e recuperata solo negli ultimi anni. Venne costruita e inaugurata alla fine dell’800, un’opera di ingegneria che richiese molto impegno.

Transiberiana Italia

Fonte: Claudio Colaizzo

La tratta ferroviaria collega Sulmona a Isernia

Basti pensare che la stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo, una delle tappe più belle dell’itinerario, si trova a un’altezza di 1.268 metri, aggiudicandosi il titolo di seconda stazione più elevata della rete ferroviaria italiana (la più alta è quella del Brennero).

Una tratta ferroviaria storica

Per molti decenni, il tracciato, lungo 129 chilometri, è stato percorso da treni affollati di lavoratori e turisti, ma anche da convogli merci e da vagoni adibiti a trasporto di animali, dal momento che costeggia le principali vie della transumanza d’Abruzzo e del Molise.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, la Transiberiana d’Italia perse gran parte della sua importanza. Tra il 2010 e il 2011, venne definitivamente chiusa, per gli ingenti costi di gestione e lo scarso traffico ormai presente sul territorio. Ma un percorso così affascinante non poteva cadere nel dimenticatoio. Così, la linea Sulmona-Castel di Sangro è entrata a far parte del progetto Binari senza tempo ed è diventata oggi una tratta storica frequentata da migliaia di visitatori ogni anno.

L’itinerario della Transiberiana d’Italia

Un tracciato spettacolare che da solo vale un viaggio, attraverso centri abitati grandi e piccoli, dove la storia ha lasciato numerose e pregevoli tracce insieme a tradizioni artigianali ancora oggi praticate, ma anche parchi e paesaggi meravigliosi, tanto che il suo secondo nome è proprio “Ferrovia dei Parchi“.

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Fonte: Luca Catasta

La “Ferrovia dei Parchi” tra Maiella e Alto Sangro

È una vera e propria arrampicata sulla Maiella fino agli Altipiani Maggiori d’Abruzzo a quasi 1300 metri di quota, lungo distese completamente innevate durante l’inverno, per poi scendere sulla valle del fiume Sangro ed entrare nel verdissimo territorio dell’Alto Molise, tra vallate, panorami, sentieri e paesi di montagna.

Gli itinerari possono essere diversi e arrivare a Carovilli, un borgo dell’alto molisano, Castel di Sangro, un borgo dalle origini antichissime, oppure a Roccaraso, una delle principali località turistiche di montagna non soltanto dell’Abruzzo ma dell’intero Appennino.

Le escursioni

Anche le soste possono essere diverse e scelte autonomamente dai viaggiatori. Bellissima è quella alla stazione di San Pietro Avellana-Capracotta, dove visitare la riserva naturale Unesco Montedimezzo-Collemeluccio Alto Molise, una delle aree protette con la più diffusa biodiversità dell’Appennino.

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Fonte: @Abruzzo Instarail

Tra montagne e riserve naturali

Altrettanto interessante è la fermata ad Alfedena-Scontrone, dove si possono visitare due località dell’Alto Sangro, con un servizio di bus dedicato e una visita guidata dei due graziosi centri storici e del polo museale diffuso, toccando il suggestivo parco fluviale del Rio Torto nel centro di Alfedena e il belvedere di Scontrone che domina tutta la Val di Sangro.

Da non perdere è poi l’escursione a Campo di Giove, ai piedi della Maiella, con il suo grazioso centro storico tra vicoli, archi e antichi palazzi in pietra, mentre alla stazione di Palena, seconda sosta intermedia nello splendido scenario del Quarto di Santa Chiara, a oltre 1200 metri di quota, si può partecipare alla visita guidata dell’Eremo Celestiniano della Madonna dell’Altare, una fantastica roccaforte che sorge su una rupe, sorta là dove l’eremita Pietro Angelerio, poi futuro Papa Celestino V, si ritirò in una grotta.

A bordo di treni storici

Questo viaggio è reso ancora più affascinante perché fatto con treni storici. Le vetture d’epoca sono trainate da un locomotore a trazione termica. Le carrozze sono le cosiddette “Centoporte”, vetture risalenti agli Anni ’30, dai suggestivi interni e sedute di legno, composte ciascuna da quattro ambienti, con porte di salita e discesa su entrambi i lati.

Fonte: Wikipedia

Un’opera di ingegneria unica

Talvolta vengono impiegate le carrozze “Corbellini”, delle vetture più recenti, risalenti agli Anni ’50. Essendo vetture originali, a bordo è presente l’impianto di riscaldamento per la stagione fredda, mentre non è c’è l’aria condizionata, compensata però dai finestrini e dall’aria frizzante di montagna.

Le partenze estive

La Transiberiana d’Italia viaggia quasi tutto l’anno durante i weekend e ogni stagione ha un motivo per essere percorsa. D’estate, grazie alle belle e lunghe giornate soleggiate, regala tantissime esperienze da vivere all’aria aperta, facendo sosta nelle diverse tappe del treno.

Ecco le prossime date:

  • 25 giugno – Sulmona-Carovilli A/R
  • 26 giugno – Sulmona-Castel di Sangro A/R (evento speciale “Straor… binario)
  • 2 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 3 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 9 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 10 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 16 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 17 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 23 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 24 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 30 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 31 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 6 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 7 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 13 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 14 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 20 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 21 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 27 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 28 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R.

Info e prezzi

La partenza da Sulmona è sempre tra le 8.45 e le 9.00, mentre l’orario di rientro varia a seconda della stagione e della lunghezza dell’itinerario ed è tra le 19.00 e le 20.00 durante la stagione con più ore di luce, mentre d’inverno il rientro è previsto tra le 18.00 e le 19.00.

Il biglietto del treno storico costa 40 euro A/R per gli adulti e 20 euro per i bambini 4-12 anni non compiuti, mentre è gratuito fino ai 4 anni d’età (senza posto a sedere, uno per ogni adulto accompagnatore e solo se appartenente allo stesso nucleo familiare) e per persone con disabilità.

Le biciclette sono ammesse sul treno senza alcun supplemento, ma vanno consegnate alla partenza al personale per essere riposte sull’apposito carro bagagliaio posizionato in coda treno, dotato di rastrelliera bici.

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È ritornata alla luce una città antichissima

Se da una parte è una meravigliosa notizia perché quella che vi stiamo per raccontare è una scoperta eccezionale, dall’altra parte non lo è così tanto per un semplice motivo: è ritornata alla luce una città antichissima ma a causa di un prolungato periodo di siccità.

Scoperta una città di 3400 anni fa sul fiume Tigri, in Iraq

Siamo in Iraq, sul fiume Tigri, una zona del Paese che a fine 2021 è stata colpito da una siccità prolungata. Una situazione che ha costretto la popolazione locale a prelevare grandi quantità di acqua dal bacino di Mosul per poter continuare a irrigare i campi. La conseguenza di tutto questo è stata che il livello dell’acqua del bacino è sceso così tanto da far riapparire il complesso urbano ai margini del corpo idrico vicino al sito archeologico di Kemune.

Lo scavo è cominciato a inizio 2022 e, grazie a questo, un gruppo di archeologi ha riportato alla luce una città di 3400 anni fa. Tali resti, risalenti all’Età del bronzo, erano rimasti sommersi per diversi decenni proprio nel bacino idrico di Mosul. Si pensa che la città potrebbe essere l’antica Zachiku, un importante centro dell’impero Mitanni (o anche Mitanni o Mitani), al potere tra il 1550 e il 1350 a.C..

Cosa è stato scoperto ulteriormente

Durante gennaio e febbraio di quest’anno l’archeologo Hasan Ahmed Qasim, presidente dell’Organizzazione per l’archeologia del Kurdistan, gli archeologi Jun.-Prof. dott.ssa Ivana Puljiz (Università di Friburgo) e il Prof. Dr. Peter Pfälzner (Università di Tubinga) hanno deciso spontaneamente di intraprendere scavi di salvataggio congiunti in collaborazione con la Direzione delle Antichità e del Patrimonio a Duhok.

Ad oggi sono riusciti a ricostruire gran parte della pianta della città e a dare nuova vita ad alcuni grandi edifici finora sconosciuti come una massiccia fortificazione, un magazzino a più piani e un complesso di officine. Ciò che sorprende maggiormente è che le strutture in mattoni di fango sono ancora ben conservate, nonostante siano rimaste sott’acqua per tantissimo tempo.

Ivana Puljiz ha spiegato che il grande palazzo dedicato allo stoccaggio risulterebbe molto importante poiché all’interno di questo deposito venivano immagazzinate enormi quantità di merci di varia natura, che erano poi trasportate da tutta la regione dell’odierno Iraq.

Ma non solo. Sono stati ritrovati anche cinque vasi di ceramica con un archivio di oltre 100 tavolette cuneiformi, alcune delle quali ancora in contenitori di argilla, che potrebbero fornire nuove informazioni sulla fine della città sommersa e sull’inizio del dominio assiro nella regione.

tavolette cuneiformi iraqu

Fonte: Universities of Freiburg and Tübingen

Tavolette cuneiformi all’interno di un vaso in ceramica,

Attualmente, per proteggere quanto ritrovato, gli edifici sono stati coperti con un telo di plastica e della ghiaia, sperando di preservare le pareti di argilla da ulteriori danni causati dall’acqua. Nel frattempo, il sito di scavo è di nuovo completamente scomparso nel bacino idrico.

Non è la prima volta che il bacino di Mosul mostra siti archeologici quando il livello dell’acqua si abbassa. È già accaduto, infatti, nel 2018 quando alcuni ricercatori avevano scoperto i resti di un grande palazzo che un tempo troneggiava sopra la valle del Tigri.

Probabilmente, a nord la struttura confinava con una città più grande. Anche nelle stanze del palazzo gli archeologi hanno riportato alla luce tavolette cuneiformi di Mitanni che indicano che questo sito poteva essere la città di Zachiku.

resti di epoca Mitanni fiume tigri

Fonte: Universities of Freiburg and Tübingen

Misurazione dei resti di epoca Mitanni
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Asia Cina grotte Notizie Viaggi

Scoperta una grotta importantissima: dove e cosa conteneva

Non si finiscono mai di scoprire meraviglie antichissime in grado di raccontarci molto di più sul nostro passato. Questo è quanto possono certamente affermare gli archeologi che ogni giorno riportano alla luce tesori preziosissimi, come quello che è appena stato ritrovato.

Cina, scoperta una grotta buddista

Solo qualche giorno fa vi avevamo raccontato del paradiso naturale intatto scoperto in Cina, e anche oggi siamo di nuovo qui a parlarvi di questo immenso Paese e della scoperta importantissima che vi è appena avvenuta.

Nella provincia settentrionale cinese dell’Hebei, che circonda completamente le municipalità di Tientsin e di Pechino, gli archeologi hanno riportato alla luce una grotta con all’interno ben 20 statue buddiste risalenti alla dinastia Ming (1368-1644). Il luogo preciso del ritrovamento è la città di Shahe e a quanto pare questa incredibile cavità misura 5,8 metri di larghezza e 2,8 metri di altezza.

Le 20 statue buddiste rinvenute sono in pietra e tutte con diverse posture ed espressioni. Sono state ritrovate su dei piedistalli fatti dello stesso materiale presente nella grotta, mente all’esterno della stessa, a ovest, è stata scoperta una tavola rupestre alta ben 2 metri e larga 0,69 metri.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

A rendere noti questi interessantissimi ritrovamenti sono state le autorità locali preposte alla tutela dei reperti culturali. Han Zhigang, direttore dell’Istituto per la protezione dei reperti culturali della città di Shahe, ha dichiarato che l’iscrizione sulla tavola rupestre racconta che gli antenati di una famiglia locale si erano trasferiti da queste parti da un altro villaggio per tagliare gli alberi, coltivare i campi di montagna e realizzare statue buddiste.

Secondo Han è una rara iscrizione che testimonia il dissodamento del terreno e la costruzione di un villaggio. Ma non solo, questa iscrizione ha un importante valore storico per lo studio della produzione sociale e della vita della città di Shahe durante la dinastia Ming.

Anche perché, e per fortuna, la grotta è ben conservata e fornisce materiali importanti per lo studio della cultura locale delle grotte nella città di Shahe, come ha concluso Han.

L’importanza della dinastia Ming

Comprendere ancor più di quanto si conosce sulla dinastia Ming, e tutto quello che riguardava questo periodo storico, è molto importante poiché essa assunse il controllo assoluto della Cina dal 1368 al 1644.  La dinastia Ming promosse un periodo di rinascita culturale in Cina a tal punto che i mercanti cinesi tornarono ad avere un ruolo di primo piano spingendosi fino all’oceano Indiano. Le arti, in special modo quella della produzione di porcellana, raggiunsero traguardi straordinari e mai ottenuti prima

I mercanti cinesi in questa fase storica tornarono ad avere un ruolo fondamentale poiché raggiungendo terre lontane potevano anche esportare le rinomate ceramiche Ming: porcellana di varietà incredibile con nuove coperte colorate e nuovi smalti. Famose sono la coperta verde smeraldo dell’era Yongle, il rosso rubino dell’era Xuande, i doucai dell’era Chenghua, ed il “bianco e blu”.

Anche la religione e la filosofia ottennero un posto importante nella vita della dinastia Ming: il Taoismo prosperò durante il regno del devoto taoista Imperatore Jiajing (1521-1567), che fece edificare tre famosi templi a Pechino: il Tempio del Sole, il Tempio della Terra e il Tempio della Luna.

Sotto il regno dei Ming, inoltre, venne costruita una grande flotta composta da enormi navi dotate di quattro alberi con la stazza fino a 1500 tonnellate, oltre a venire organizzato un esercito di terra composto da un milione di uomini. In sostanza, secondo alcuni storici la Cina, all’inizio della dinastia Ming, era la nazione più evoluta della Terra.