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Istanbul: il nuovo museo firmato da Renzo Piano è uno spettacolo

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Istanbul. La città che si estende lungo lo stretto del Bosforo, infatti, ospita un patrimonio storico, artistico, culturale e architettonico di immenso valore.

Dalla città vecchia, caratterizzata dalle influenze degli imperi che qui hanno governato, al quartiere Sultanahmet, dove sorgeva l’Ippodromo di Costantinopoli che sopravvive ancora oggi grazie alle testimonianze dei frammenti della struttura che sono sopravvissuti, passando per Hagia Sophia, uno dei luoghi di culto più celebri del Paese nonché emblema straordinario dell’architettura bizantina.

Di cose da fare, e da vedere, ce ne sono tantissime a Istanbul, e tutte sono destinate a lasciare senza fiato. Ma c’è un motivo in più, oggi, per raggiungere l’antica Costantinopoli, ed è il nuovo museo moderno progettato da Renzo Piano che verrà inaugurato proprio lì, sulle rive del Bosforo.

Bentornati a Istanbul

Il viaggio di oggi ci conduce in una città di immensa bellezza, che incanta e stupisce a ogni passo. Ed è proprio in questo luogo, concentrato di culture, tradizioni e storie grandiose, che sta per essere inaugurato uno dei musei più sensazionali e attesi di sempre.

Ci troviamo nel quartiere medievale di Galata, uno dei più antichi di tutta la città, nonché area portuale sin dai tempi dell’Impero bizantino. Crocevia di incontri, culture e popolazioni, questo luogo oggi, esattamente come ieri, costituisce uno dei nuclei più popolati di Istanbul, nonché un’importante zona commerciale.

Qui è nato anche l’Istanbul Modern Museum, ed è qui che sta per tornare con un nuovo e incredibile aspetto. Un edificio moderno che porta la firma dell’architetto Renzo Piano e che è destinato a ridefinire il volto urbano di questo quartiere.

Benvenuti nell’Istanbul Modern Museum

Quello che aprirà nel quartiere di Galata, è uno dei musei più attesi di sempre. Non solo perché i lavori per la sua realizzazione, che vanno avanti da 4 anni, hanno suscitato molta curiosità nei cittadini e nei viaggiatori, ma anche perché l’Istituzione in sé rappresenta il simbolo di un dialogo continuo tra l’identità culturale della città, e del Paese intero, con la scena artistica nazionale e internazionale.

L’Istanbul Modern Museum non è un museo qualsiasi, ma è un luogo che fin dalla sua fondazione ha ospitato milioni di persone di ogni età. Ed è questa la missione, quella di continuare a rendere accessibile l’arte con un edificio grandioso sulle rive del Bosforo.

A progettarlo è stato Renzo Piano, in collaborazione con lo studio Arup. Il nuovo edificio sostituisce quello già esistente, per proseguire quel dialogo tra passato e futuro, e ospiterà un’area verde e una nuova piazza, dalla quale sarà possibile raggiungere alcuni dei monumenti più celebri della città.

I lavori sono ancora in corso, in attesa di essere ultimati. Intanto quello che sappiamo del nuovo edificio è che si snoda su una superficie di 15000 metri quadrati, con ben 5 piani (3 fuori terra e 2 interrati) e che si sta preparando a diventare uno spazio pubblico nel quartiere di Galata all’insegna dell’arte, della cultura e della bellezza. I suoi spazi interni, inoltre, ospiteranno collezioni di arte moderna e contemporanea che appartengono già al museo.

La facciata del piano terra è stata realizzata in vetro, mentre quelle dei piani superiori in metallo lucido. Una scelta, questa, pensata per creare un inedito spettacolo di luci e ombre tra le acque del Bosforo, il sole e l’edificio.

La data dell”inaugurazione non è ancora stata resa nota, ma il nuovo Istanbul Modern Museum dovrebbe accogliere i visitatori nel nuovo edificio entro la fine del 2022.

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In Cina c’è un tempio dedicato al cielo: è spettacolare

Esistono alcuni viaggi che sono destinati a cambiarci la vita. Sono quelli che ci portano alla scoperta di territori immensi e variegati, di culture, storie e tradizioni che sono lontanissime da quelle che ci appartengono.

Ed è proprio un viaggio così che vogliamo fare oggi insieme a voi, un’avventura che ci conduce dall’altra parte del mondo in uno dei Paesi più affascinanti dell’intero pianeta. Ci troviamo in Cina, in una delle nazioni più popolose dell’Asia Orientale, proprio lì dove praterie sconfinate si alternano a deserti, montagne e fiumi, dove i grandi e futuristici grattacieli fanno da contrasto ai siti storici e ai luoghi culturali.

La grande capitale, poi, è una vera meraviglia. Una città fatta di architetture moderne e siti dall’immenso valore storico, artistico e culturale, come il complesso monumentale della Città Proibita, o come quel tempio dedicato al cielo in cui vogliamo portarvi oggi, e che vi lascerà senza fiato.

Pechino: l’incontro tra cielo e terra

Ci troviamo nella parte meridionale di Pechino, nel distretto di Xuanwu, lì dove un tempo la dinastia dei Ming volle la costruzione del Tempio del Cielo, uno dei più grandi complessi esistenti di edifici sacrificali in tutto il Paese.

Le sue origini affondano nel 1420, anno in cui iniziò la costruzione di tutta una serie di edifici volti a creare l’Altare del Cielo. Il grande tempio, infatti, serviva proprio all’Imperatore della Cina, chiamato Figlio del cielo, per compiere le sue cerimonie di sacrificio volte a garantire il benessere della popolazione.

Il grande parco, usato ancora oggi per i sacrifici annuali al Cielo previsti dal confucianesimo, è aperto al pubblico, e permette di entrare in contatto con una realtà maestosa, straordinaria e incredibilmente suggestiva. Gli ingressi sono quattro, e sono posti in corrispondenza dei punti cardinali. All’interno del parco, invece, si trovano i tre altari principali che sono la Sala di preghiera per il buon raccolto, la Volta celeste Imperiale e l’Altare circolare.

Tempio del Cielo

Fonte: iStock

Tempio del Cielo

Il Tempio del Cielo

Il parco si estende su un’area che misura quasi tre chilometri e che permette di visitare le tre principali costruzioni. L’Altare circolare, che ha le sembianze di una piattaforma circolare, è il luogo dove un tempo venivano celebrati i sacrifici al Cielo in occasione del solstizio d’inverno. Tutto doveva essere eseguito in maniera impeccabile perché il minimo errore avrebbe potuto avere conseguenze nefaste per l’intera popolazione.

A nord di questa struttura, invece, troviamo la Volta celeste Imperiale, un edificio circolare dal tetto a cono, ricoperto di tegole blu e circondato a sua volta da una cinta muraria rotondeggiante. L’edificio era considerato la Casa degli Dei, e per questo qui venivano risposti gli altari e le tavole sacre dei Dio del Cielo.

Ultima, ma non meno importante, è struttura della Sala della preghiera per i buoni raccolti. Qui l’imperatore si recava per le sue preghiere al cielo, per auspicare un buon raccolto estivo. Si aggiungo al complesso anche il cortile della musica sacra e le stalle degli animali da sacrificare.

L’area del parco del Tempio del Cielo ha una forma semi circolare da una parte, e quadrata dall’altra, questo per rispecchiare l’ideologia cinese secondo la quale il cielo è rotondo e la Terra quadrata.

Se gli esterni sono incredibilmente suggestivi, gli interni sono destinati a levare il fiato. Nella costruzione dell’Altare del Cielo, infatti, sono stati coinvolti numerosi artigiani locali che, con sapiente abilità, hanno dato vita a un capolavoro visivo che racconta la concezione del mondo secondo l’Antica Cina.

Visitare il Tempio del Cielo a Pechino è un’esperienza senza eguali che permette di toccare con mano una storia antichissima e affascinante che affondano nelle origini delle credenze arcaiche del Paese. Dal 1998, inoltre, questo luogo è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

Tempio del Cielo

Fonte: iStock

Tempio del Cielo
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Qatar, per i Mondiali di calcio le navi diventano hotel

Nonostante il Qatar si sia fatto in quattro negli ultimi anni per riuscire a ospitare milioni di visitatori che, tra poco più di un mese, inizieranno ad arrivare per assistere agli incontri dei Mondiali di calcio FIFA 2022, un letto in hotel per tutti molto probabilmente non ci sarà.

Il Paese non è solito ospitare eventi di tale portata. Ecco perché, ai numerosi grattacieli che sono sorti in pochi mesi a Doha, la Capitale, e agli accordi con i Paesi confinanti – a partire dall’Arabia Saudita – per garantire un alloggio alle migliaia di fan in arrivo da tutto il mondo si è aggiunta la possibilità di ospitare i visitatori su navi da crociera.

Tre navi hotel a Doha

Attraccate al porto, una volta terminati i campionati le navi riprenderanno il largo, ma per un mese – dal 20 novembre al 18 dicembre – daranno ospitalità a molti tifosi.

La compagnia di crociere MSC porterà a Doha ben tre navi da crociera che fungeranno da “hôtel flottant”: la Opera (che proprio qualche anno fa è stata “allungata” aggiungendo più cabine e spazi comuni), la Poesia e la World Europa che diventeranno veri e propri hotel galleggianti.

Una crociera a tutti gli effetti

Come per una normale crociera, gli ospiti potranno scegliere il tipo di cabina (vista mare, con balcone, suite ecc.) e godere dei servizi della nave, dalle piscine alla spa, dal kids club – per chi viaggia con bambini – agi spettacoli serali oltre ai bar e ristoranti.

I passeggeri potranno soggiornare a bordo delle navi non meno di due notti. Si potrà scegliere tra il servizio bed and breakfast, per poter poi godere di tutto ciò che la città offre, o per una comoda pensione completa, bevande incluse.

La MSC Opera può ospitare fino a 2.679 passeggeri, la Poesia 3.013 mentre la MSC World Europa, che sarà pronta tra poco e sarà varata proprio a Doha il prossimo 13 novembre, sarà una super nave da 6.761 passeggeri.

La nuova super nave Europa

La nuova ammiraglia sarà una vera chicca. Oltre a essere “vergine” e a consentire quindi ai tifosi che andranno in Qatar di essere i primi a salire a bordo e a dormire nei letti delle splendide cabine senza un graffio, questa nave è la prima di una nuova generazione di navi, quelle super green, alimentate a gas naturale liquefatto (GNL).

Lunga 333,3 metri e con una stazza di 205.700 tonnellate, la MSC Europa avrà anche un design innovativo, con una prua mai vista prima d’ora. Non ha solo un valore estetico, ma ha lo scopo di migliorare la stabilità della nave offrendo un comfort maggiore agli ospiti.

Anche il prezzo è interessante (almeno per ora): soggiornare sulla MSC Opera costa 110 euro a notte per persona, sicuramente molto meno di un hotel della stessa categoria in città. I prezzi della Poesia e soprattutto della MSC Europa non sono ancora stati annunciati., Se siete interessati, stay tuned.

MSC-World-Europa

Fonte: @MSC

la nuova MSC World Europa che sarà varata a Doha il 13 novembre
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Asia Posti incredibili Sri Lanka Viaggi

In Sri Lanka puoi sfiorare il cielo con un dito

Esistono luoghi incredibili che incantano e meravigliano, gli stessi che inevitabilmente diventano i protagonisti di quei viaggi che sono destinati a cambiarci per sempre la vita. E ne sono così tanti che la lista sarebbe infinita, ma quello che è certo è che è loro il compito di ricordarci quanto è bello il mondo che abitiamo.

Un mondo che può essere attraversato in lungo e in largo, che può essere guardato in faccia, a testa in sù, ma anche con lo sguardo rivolto verso il basso come succede in Sri Lanka, nella cittadina centrale di Gampola.

Si perché è qui che sorge e svetta a un’altezza vertiginosa una torre color avorio, un complesso religioso che permette di salire in cima, lì dove si può osservare il panorama più suggestivo di sempre: il mondo sotto di noi. Proprio lì dove è possibile sfiorare il cielo con un dito.

In Sri Lanka, ad ammirare il mondo dall’alto

È un viaggio indimenticabile, unico e magico quello che ci porta alla scoperta dello Sri Lanka, il Paese insulare dell’Oceano Indiano, celebre per il suo variegato e immenso paesaggio. Un patrimonio naturalistico, storico e culturale che non conosce eguali e che ci permette di attraversare foreste pluviali e pianure aride, spiagge sabbiose e rovine antichissime risalenti a oltre 2000 anni fa.

Il viaggio di oggi ci porta nella Provincia Centrale dello Sri Lanka, nella cittadina di Gambola. È qui che esiste un luogo dove è stato eretto un edificio che annulla i confini esistenti tra cielo e terra, una torre vertiginosa che svetta verso il cielo e che oltrepassa le nuvole arrivando a posizionarsi oltre 3000 metri di altezza sul livello del mare.

È sempre qui che, in questa struttura maestosa, è stato creato un centro spirituale che accoglie pellegrini e viaggiatori di tutto il mondo che possono ammirare un panorama che lascia senza fiato, che possono toccare il cielo con un dito. Benvenuti sulla torre di Ambuluwawa.

Torre di Ambuluwawa

Fonte: Getty Images

Torre di Ambuluwawa

Sulla cima della torre di Ambuluwawa

La torre di Ambuluwawa è una di quelle destinazioni che tutti dovremmo raggiungere almeno una volta nella vita. Questo edificio di color avorio, infatti, è un luogo al di fuori dall’ordinario destinato a lasciare senza fiato.

Un luogo sacro e caro, tanto ai cittadini quanto ai pellegrini, che è considerato il simbolo dell’armonia e dell’umanità dell’intero Paese. Ambuluwawa non è solo una torre mozzafiato che emerge tra le montagne circostanti e che definisce l’intero paesaggio, ma è anche il primo centro multi religioso dello Sri Lanka.

All’interno della struttura, sulla cima del monte, sono stati costruiti ben quattro edifici spirituali che raccontano e rappresentano le medesime religioni professate nel Paese. Ma quel tempio immenso, sia per dimensioni che per significato, che si trova a un passo dal cielo è aperto a tutti: chiunque può salire fin qui e immergersi in un panorama surreale, mistico e spirituale.

Situata un’altezza di 3567 metri sul livello del mare, la torre di Ambuluwawa appare agli occhi di chiunque sceglie di spingersi fino qui come un miraggio. L’edificio, infatti, è una scala a chiocciola che si snoda per oltre 40 metri di altezza e che caratterizza l’intero paesaggio di Gambola.

La sua visione, anche da lontano, è spettacolare. Ma è solo salendo in cima che si può vivere una delle esperienze più significative di una vita intera. Scalino dopo scalino, con un tratto da percorrere all’esterno, si arriva alla fine, lì dove è possibile ammirare il panorama circostante che si perde all’infinito oltre le montagne. Sempre lì dove è possibile ritrovarsi a un passo dal cielo.

Torre di Ambuluwawa

Fonte: iStock

Torre di Ambuluwawa
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Il Qatar ha fatto goal: dai nuovi stadi all’Inland Sea, cosa vedere

Il Campionato mondiale di calcio FIFA 2022 che si terrà in Qatar a partire dal prossimo 20 novembre sarà solo l’inizio di un periodo rosa per il Paese mediorientale che, proprio in vista della Coppa del mondo, ha cambiato completamente aspetto.

Cosa c’è di nuovo in Qatar

Nuove strade, piste ciclabili – da percorrere solo in ceti mesi dell’anno, quando non fa troppo caldo -, linee della metropolitana e treni veloci. Ma anche nuovi locali e ristoranti, nuovi grattacieli e hotel, musei e naturalmente gli otto nuovi stadi, molti dei quali saranno “smontati” al termine del campionato. Lo Stadium 974, fatto di tanti container messi assieme, sarà smantellato e i pezzi torneranno alla loro funzione originale.

Resterà sicuramente il Khalifa International Stadium per altre manifestazioni che seguiranno negli anni a venire. Tanto più che dello stadio fa parte il nuovo 3-2-1, il Museo Olimpico e dello Sport del Qatar, inaugurato a Doha già lo scorso marzo. Progettato dall’architetto spagnolo Joan Sibina, è un edificio cilindrico in vetro all’interno di cinque anelli intrecciati, che ricordano il simbolo delle Olimpiadi.

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Fonte: @Qatar Tourism

Il 3-2-1, il Museo Olimpico e dello Sport del Qatar

Anche solo la visita degli stadi è una delle tante cose da fare a Doha, la Capitale del Qatar. Per conoscere la storia di questo affascinate Paese, che è passato in pochi anni dalla raccolta delle perle ai pozzi petroliferi, non c’è luogo migliore da vedere del Katara Cultural Village, un villaggio culturale concepito come luogo di interazione attraverso l’arte e lo scambio culturale. Con diverse gallerie d’arte, laboratori, spazi espositivi e arene per spettacoli, oltre a ristoranti immersi in un labirinto di vicoli acciottolati, è uno dei luoghi più popolari di Doha.

Una cultura millenaria

Non mancano i musei, come il Mathaf, Museo Arabo d’Arte Moderna che ospita 9.000 opere e rappresenta la più grande collezione di arte moderna del mondo arabo. Da non perdere è anche la Biblioteca Nazionale del Qatar all’interno del campus dell’Education City, un edificio di grande impatto architettonico progettato da Rem Koolhaas. La biblioteca possiede oltre un milione di libri e manufatti antichi, tra cui documenti risalenti al VII secolo d.C..

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Fonte: @Qatar Tourism

Il Souq Waqif a Doha

Ma soprattutto merita il viaggio il Museo nazionale del Qatar, ispirato alla rosa del deserto, progettato dall’archistar Jean Nouvel e che racconta la storia del Paese dall’era preistorica a quella moderna.

Chi viaggia con i bambini al seguito deve assolutamente andare nel primo parco a tema Angry Birds World al mondo.

Inaugurato il National Museum of Qatar

Fonte: Facebook

Il Museo nazionale del Qatar

Deserto e Inland Sea

Ma l’esperienza da fare assolutamente è quella nel deserto, dove provare l’esperienza delle “singing dunes”, le dune il cui canto si può udire nel silenzio più totale, che solo in pochi altri luoghi del mondo è possibile sperimentare, e dove ammirare uno spettacolo della natura: l’Inland Sea, a Khor Al Adaid.

Si tratta di una riserva naturale a 60 km a Sud da Doha, con un proprio ecosistema ed è diventato un sito Unesco. È uno dei rari luoghi al mondo dove il mare s’insinua in profondità nel cuore del deserto, creando quel fenomeno naturale che viene comunemente “mare interno”.

Inaccessibile da qualunque strada, questo tranquillo specchio d’acqua può essere raggiunto esclusivamente oltrepassando le alte e ripide dune di sabbia bianca, vere e proprie montagne russe naturali da affrontare a bordo di spericolatissime jeep.

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Fonte: SiVIaggia – @Ilaria Santi

Le dune del deserto del Qatar e l’Inland Sea
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Asia Notizie Singapore Viaggi

A Singapore tutto cambia tranne e la sua icona

La chiamano The Lion City, “la città del leone”, ma non è corretto. Il simbolo di Singapore, la città-Stato più incredibile del Sud-Est asiatico, è il Merlion, un essere con la testa da leone e il corpo da pesce. Il nome, in realtà, è la crasi delle parole “mermaid” (“sirena”) e “lion” (“leone”). Ma poiché questo termine non ha una traduzione in nessun’altra lingua l’errore persiste.

Il corpo da pesce rappresenta le origini di Singapore come villaggio di pescatori, quando ancora veniva chiamata “isola di Temasek” (“città del mare”). La testa di leone rappresenta, invece, il nome originale di Singapore, Regno di Singapura che, in sanscrito, significa davvero “città del leone”.

Vi raccontiamo tutto ciò perché, da cinquant’anni – il 15 settembre 2022 è stato il suo anniversario -, il Merlion, con il suo lungo getto d’acqua che finisce dritto nel Singapore River, domina la marina e saluta tutte le imbarcazioni e i turisti che approdano sull’isola.

La trasformazione di Marina Bay

Una marina che nel, frattempo, è stata completamente stravolta. Il Merlion è sempre lui e non è mai cambiato, ma tutt’intorno la città è un’altra rispetto a cinquant’anni fa.

Marina Bay Sands, Singapore

Fonte: iStock

Marina Bay, il waterfront di Singapore

Fino al 1800, il waterfront – oggi Marina Bay – di Singapore era l’unico punto d’approdo per i visitatori e gli immigrati in cerca di fortuna. Dopo l’indipendenza dalla Malesia, ottenuta solo nel 1965, la Repubblica di Singapore ha avuto una crescita incredibile, soprattutto come centro finanziario, che si è riflessa anche nell’architettura cittadina, con nuovi e numerosi edifici, sempre più alti, belli e innovativi, che sono spuntati come funghi.

Per realizzare la splendida Marina Bay che conosciamo oggi, negli Anni ’70 fu rubata terra al mare e nel giro di una decina d’anni sorsero edifici, centri commerciali e hotel, cambiando così del tutto lo skyline di questa zona portuale.

Nel corso degli anni successivi sono arrivati la Singapore Flyer, la ruota panoramica che è stata per qualche anno la più alta del mondo, l’Esplanade Bridge e l’iconico ponte pedonale The Helix, il famoso Marina Bay Sands, l’hotel con tre torri unite da un’unica piscina panoramica, e i giardini di Gardens by the Bay con i loro inconfondibili “supertree”. Tra le ultime opere realizzate c’è il Jubilee Bridge, nato con l’intento di consentire ai turisti di ammirare al meglio il Merlion in tutte le sue angolazioni e scattarsi dei selfie.

La meraviglia del Gardens By The Bay

Fonte: iStock

I “supertree” di Gardens by the Bay

Il cuore della finanza è divenuto così il luogo più frequentato dai visitatori – specie di notte, quando s’accendono milioni di luci – ai quali non basta un giorno per visitare tutto ciò che c’è da vedere ed epicentro di tutti gli eventi più importanti, primo fra tutti il Gran Premio di Formula Uno che si tiene dal 2008 interamente in notturna. In attesa che il quartiere si espanda verso il nuovo Marina South.

Il 50° anniversario del Merlion

In occasione del 50° anniversario di “Merli”, fino al 2 ottobre, al calar della sera la statua sarà illuminata in modo speciale per permettere a tutti i visitatori di scattare una foto perfetta con il festeggiato.

Per celebrare questo anniversario, in città sono previste oltre 20 esperienze ed eventi che avranno luogo in diversi punti di Singapore. A partire dalla caccia agli altri Merlion. Sì, perché dietro la statua c’è anche un baby Merlion. L’originale è alto 8,6 metri, mentre il “cucciolo” solo due. Entrambi, però, sono fatti di cemento e sono intarsiati con piatti di porcellana. Solo gli occhi del Merlion ufficiale, però, sono fatti con due tazze da tè rosse.

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Fonte: 123rf

Una spiaggia di Sentosa Island a Singapore

Ma in tutta l’isola ce ne sono altri, uno si trova su Sentosa Island, l’isolotto dedito all’ospitalità e al divertimento dove sono i resort più esotici e i parchi a tema.

La National Gallery ospita una mostra intitolata “Nothing is Forever: Rethinking Sculpture in Singapore”, sulla storia della scultura degli artisti singaporiani e molti bar e ristoranti hanno ideato piatti e cocktail dedicati all’icona nazionale. Per non parlare poi della quantità infinita di gadget. Ci sarà da divertirsi.

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Fonte: Getty Images

Il GP di Formula Uno di Singapore si svolge in notturna
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Asia Indonesia luoghi misteriosi Posti incredibili Viaggi vulcani

In Indonesia esiste un vulcano magico dalla lava blu

Sono dei veri e propri show sensoriali, emozionali e straordinari quelli che mette in scena Madre Natura in tutto il mondo. Sono spettacoli di immensa bellezza che incantano, affascinano e suggestionano, e che ci portano a viaggiare con la mente verso tutti quegli scenari che, fino a questo momento, sono appartenuti solo al mondo delle fiabe.

Eppure, queste, sono manifestazioni reali della grandiosità della natura, la stessa che dà vita a panorami incredibili che invitano le persone a mettersi in viaggio, ad attraversare il globo intero e a toccare con mano la grande bellezza della nostra terra.

Una bellezza che a volte è così surreale, e apparentemente inspiegabile, che crea visioni magiche e favolistiche. Come quella che si ammira quando si giunge in Indonesia, al cospetto del grande vulcano dalla lava blu.

In Indonesia, ad ammirare lo spettacolo magico della natura

Non si tratta del set di un film di fantascienza, né tanto meno di un effetto creato artificialmente. Perché quella che sgorga dal vulcano Kawah Ijen è davvero lava blu, o comunque è ciò che sembra.

Per scoprire questa meraviglia della natura dobbiamo recarci nell’estremità orientale di Giava, l’isola indonesiana puntellata da vulcani, nonché uno dei territori più popolosi dell’intero Paese. È qui che quando il sole lascia spazio alla notte scura, illuminata solo dalla candida Luna e dalla scia delle stelle, si verifica uno dei fenomeni più straordinari del mondo intero.

È uno scintillio di un colore blu intenso, quello che si vede esplodere improvvisamente proprio sopra al cratere di Kawah Ijen. Ma non si tratta di una luce artificiale, né tanto meno di un effetto creato grazie a programmi specializzati in elaborazioni fotografiche, ma di un fenomeno spiegato dalla scienza che però incanta.

Il vulcano indonesiano, già celebre per quel lago che campeggia nel cratere e che regala una visione sublime, di notte si tinge di un blu cangiante e intenso che lascia senza fiato chiunque osi spingersi fino a quassù.

Kawah Ijen, Giava

Fonte: iStock

Kawah Ijen, Giava

Lava blu: la magia e la spiegazione scientifica

Da quando le prime fotografie si sono diffuse, facendo il giro del web, tutti hanno saputo di quel vulcano magico dalla lava blu. In realtà, quel colore così caratteristico e sicuramente inedito, non appartiene alla lava del Kawah Ijen. Come è stato spiegato dalla scienza, infatti, si tratta di fiamme create dal gas solfureo presente nel sottosuolo.

Quando il gas emerge dalle fessure della terra, e raggiunge la superficie, si generano così delle fiammate che superano i 500 gradi e che assumono diverse sfumature di blu elettrico e intenso.

Dal momento in cui lo spettacolo notturno si è palesato davanti agli occhi di fotografi e viaggiatori, le istantanee di questo spettacolo hanno fatto il giro del mondo, trasformando il Kawah Ijen in una vera e propria attrazione turistica.

Ogni giorno, qui, arrivano persone provenienti da ogni parte del globo per ammirare il grande spettacolo messo in scena dalla natura, e da lui lasciarsi suggestionare. Kawah Ijen non è bello solo di notte, ma anche di giorno, perché il suo cratere è contraddistinto dalle acque turchesi di quello che è il lago acido più grande del mondo.

Il percorso, per arrivare in cima, non è semplice dato che il cratere si trova a quasi 3000 metri di altitudine. Ma la fatica di quel trekking, viene ampiamente ripagata dalla visione delle fiamme blu che squarciano il buio della notte, lì dove inizia la magia.

Kawah Ijen, Giava

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Kawah Ijen, Giava
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Asia Israele itinerari culturali Notizie Viaggi

La scoperta che ci riporta indietro di 1.200 anni

La scoperta appena avvenuta ci riporta indietro nel tempo di oltre 1.200 anni. Degli scavi subacquei, infatti, hanno riportato alla luce una nave antichissima, la più grande nel suo genere, e circa 200 anfore che contenevano ingredienti per la dieta mediterranea.

Israele, la scoperta che riscrive la storia

Siamo in Israele, più precisamente al largo di quella che oggi è Maagan Michael, una comunità costiera tra Haifa e Hadera, nel Nord del Paese. Proprio qui, grazie a uno scavo sostenuto dalla Israel Science Foundation, dalla Honor Frost Foundation e dall’Institute of Nautical Archaeology della Texas A&M University, è stato rinvenuto un relitto risalente a oltre 1.200 anni fa con al suo interno circa 200 anfore che contenevano ancora ingredienti della dieta mediterranea, come la salsa di pesce, e una varietà di olive, datteri e fichi. Prodotti davvero particolari poiché erano delizie di zone lontane.

Non ci è ancora dato sapere come sia affondata. Il periodo, infatti, era molto turbolento e l’impero bizantino cedeva territori alla nascente potenza islamica. Tuttavia, l’esistenza stessa della nave testimonierebbe la persistenza del commercio in un Mediterraneo sempre più diviso.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

A spiegare quanto appena detto, e come riportato da Rai News, è stata Deborah Cvikel, archeologa nautica dell’Università di Haifa e direttrice dello scavo. In particolare ha dichiarato: “I libri di storia ci dicono che in quell’epoca non esistevano commerci internazionali nel Mediterraneo. E lo testimoniavano la scoperta soprattutto di navi di piccole dimensioni, in grado di navigare lungo la costa facendo cabotaggio“.

Ha poi aggiunto: “In questo caso, invece, abbiamo scoperto un grande relitto, che crediamo fosse una nave originariamente lunga circa 25 metri con un carico di merci provenienti da tutto il Mediterraneo”.

Una scoperta importantissima

I manufatti ritrovati sul ponte del relitto dimostrerebbero che la nave aveva attraccato a Cipro, in Egitto, forse in Turchia e che probabilmente si era spinta fino alla costa nordafricana.

La costa di Israele è ricca di scheletri di navi affondate nel corso dei millenni. I relitti, da queste parti, sono più accessibili allo studio che in altre zone del Mediterraneo. Questo si verifica perché il mare qui è poco profondo e il fondale sabbioso, condizioni ottimali per conservare reperti.

Infatti, come è successo con la nuova scoperta al largo di Maagan Michael, in queste acque è sufficiente una tempesta per riportare alla luce una nuova reliquia. In questo caso specifico, sono stati due subacquei dilettanti a individuare un pezzo di legno che sporgeva dal fondo. Una parte che si è rivelata essere di una nave mercantile, datata tra il VII e l’VIII secolo d.C, fatta di abeti e noci.

Gli scavi eseguiti dal team di Cvikel hanno mappato gran parte dello scheletro di legno, lungo ben 20 metri e largo cinque. Dopodiché degli aspiratori subacquei hanno ripulito 1,5 metri di sabbia e scoperto le oltre 200 anfore contenenti ancora ingredienti della dieta mediterranea. Ma non solo. Erano presenti persino strumenti per la navigazione come corde e oggetti personali tra cui pettini di legno, oltre ad animali, inclusi i resti di scarafaggi e sei topi.

Insomma, quella appena avvenuta è una scoperta che potrebbe persino riscrivere la storia del Mediterraneo.

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A ottobre, questa città, ti mostrerà il suo volto più bello

Ci sono luoghi nel mondo che, diciamolo pure, sembrano baciati dalla bellezza. Il loro fascino, i loro colori e i loro scorci sono sempre mozzafiato. Però, proprio come le persone, ci sono momenti dell’anno in cui “indossano” degli abiti ancor più particolari, che da belle le fanno diventare quasi divine: è il caso di Kyoto, perla giapponese che diventa ancor più straordinaria a ottobre e durante i mesi autunnali.

La città, inserita nei siti protetti dall’Unesco, si trasforma e riesce, in maniera mozzafiato, a coniugare la sua essenza di reliquiario della cultura tradizionale giapponese ai suoi paesaggi naturali che, cambiando colore, sembrano quasi diventare dei dipinti. Come? Partendo dal Jidai Matsuri e continuando con una serie di iniziative e consuetudini che catturano il cuore di chi le guarda e le vive.

Kyoto e il Jidai Matsuri: un’esperienza unica

Per chi non lo sapesse, il Jidai Matsuri è uno dei più importanti festival del Giappone. Pur essendo meno noto nel mondo rispetto alle iniziative legate alla fioritura dei ciliegi, per l’intero Paese è un motivo di grande orgoglio, oltre che ragione di profonda emozione. Si svolge ogni anno il 22 ottobre, giorno della fondazione di Kyoto, e prevede una sfilata in cui tutti i partecipanti indossano vestiti tradizionali appartenente a ogni epoca della storia giapponese.

Kyoto, immagini dal Jidai Matsuri: incanto e tradizione

A partecipare sono sempre oltre 2000 persone, tra uomini e donne, e durante la sfilata vengono anche rappresentati alcuni dei personaggi che hanno fatto la storia del Giappone. La “processione”  parte dal Palazzo imperiale di Kyoto e arriva al Santuario Heian-jingu, per un totale di 4,6 chilometri. Non è possibile, però, seguirla, ma soltanto osservarla mentre passa. Le strade vengono infatti transennate, e chi desidera avere una posizione privilegiata deve prendere posizione almeno una notte prima.

Il foliage e la caccia alle foglie a Kyoto

Il Jidai Matsuri è sicuramente una delle ragioni per visitare Kyoto in autunno, ma chi conosce un minimo le bellezze giapponesi sa che non è tutto qui. Come abbiamo detto precedentemente, una delle “magie” della città è quella di unire la sua lunga tradizione ai suoi panorami mozzafiato che, proprio in autunno, iniziano ad assumere dei colori caldi, talmente suggestivi da dare la sensazione di perdersi nell’abbraccio più intimo della natura.

La natura e il foliage a Kyoto in autunno

Ammirare il foliage diventa praticamente d’obbligo. Anzi, diventa necessario, perché proprio a Kyoto si trasforma in una tradizione, quella del momijigari, ovvero caccia alle foglie. Sì: per gli abitanti di Kyoto (e ormai per i turisti) l’autunno diventa il momento per “catturare le foglie“, con particolare attenzione a quelle che vanno dal giallo al rosso. La cattura, ovviamente, è virtuale: si parla infatti di fotografare o osservare le zone dove le foglie (in particolare quelle d’acero) hanno i colori più belli.

Kyoto, l’autunno e la meditazione

Cos’hanno in comune il Jidai Matsuri e il momijigari? Semplice: sono momenti lenti, profondi, incentrati all’osservazione della storia e del cambiamento. Sia la sfilata che la caccia alle foglie, così come l’accensione delle izakaya serali (le luci notturne della città che in questo periodo diventano più flebili e d’atmosfera) e le visite al castello di Nijojo, che si caratterizzano per il melodico scricchiolare delle foglie secche, invitano a riflettere e a meditare.

Kyoto in autunno: bellezza e meditazione

Visitare Kyoto nel mese di ottobre e, in generale, nel periodo autunnale, significa dunque fare una full immersion non solo nel bello ma anche nello spirituale, scoprendo passo dopo passo non solo un luogo nuovo, ma anche una nuova parte di sé.

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Il piano di Singapore per diventare una città-stato green

Singapore, sin dalla sua proclamazione come città-stato indipendente, ha legato il suo progresso economico e sociale a una promessa di sviluppo sostenibile. Non è un caso, infatti, che attualmente sia la numero 8 al mondo nella classifica delle città più verdi del 2022 secondo le analisi di Resonance, una società di consulenza attiva nell’ambito immobiliare, del turismo e dello sviluppo economico.

Un indice che ci mostra come uno degli stati più piccoli dell’intero pianeta possa diventare un esempio per il resto del globo. Ma nonostante ciò, Singapore non è soddisfatta, e per questo si è posta ulteriori obiettivi da raggiungere per essere una città-stato ancora più green.

Come ha fatto Singapore a diventare green

Non è stato di certo stato un lavoro facile quello fatto su Singapore. Infatti, inizialmente aveva diversi problemi nella gestione delle acque reflue. Ma non solo. Molti dei suoi fiumi erano inquinati, le foreste erano state in gran parte abbattute e le risorse naturali del territorio erano scarse.

Per questo motivo, sono stati messi a punto piani chiari e sempre più integrati per l’edilizia abitativa, lasciando però ampio spazio agli spazi pubblici verdi. Nonostante i traguardi raggiunti, Singapore ora punta alla fase successiva: da città giardino vuole diventare città nella natura.

Il piano di Singapore

Gli obiettivi a breve termine prevedono lo sviluppo di più di 300 acri di nuovi parchi in modo da garantire a ogni famiglia di trovarsi, ovunque essa sia, a massimo 10 minuti a piedi da uno spazio verde. Si vuole, inoltre, triplicare il numero di piste ciclabili, puntare sullo sviluppo di un’economia circolare e richiedere che tutte le nuove auto siano veicoli a energia pulita, quindi elettriche.

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Central Business District di Singapore

A lungo termine, invece, il piano prevede il finanziamento di programmi di formazione per futuri lavori nell’edilizia sostenibile e nella tecnologia solare. Il tutto entro il 2030.

L’aeroporto anti-Covid e a impatto quasi zero

Ma il 2030 sarà anche l’anno in cui entrerà in funzione il nuovo terminal 5 dell’aeroporto di Singapore che è stato pensato per rispondere al meglio alle esigenze della crisi climatica e a quelle di una possibile nuova epidemia.

Una struttura che sarà completamente innovativa a livello ecologico, a tal punto che la certificazione Green Mark Platinum Super Low Energy Building assicura che il terminal sarà quasi a impatto zero.

Infatti, l’energia necessaria per il suo funzionamento sarà prodotta quasi per intero da un enorme sistema di pannelli fotovoltaici. In più, il lavoro combinato di intelligenza artificiale, teleriscaldamento e stoccaggio di energia termica garantirà un abbattimento quasi totale degli sprechi. E poi c’è la novità più grande in assoluto: il terminal sarà predisposto per accogliere aeromobili e veicoli terrestri che funzionano con carburanti alternativi.

aeroporto singapore green

Fonte: iStock – Ph: gollykim

Il vortice della pioggia all’aeroporto di Singapore

Ma non è finita qui. Come tutti sappiamo, la crisi sanitaria mondiale dovuta alla diffusione del Covid-19 ha fatto comprendere che c’è una grande necessità di rivedere gli spazi e i luoghi adibiti al traporto pubblico. Per questo, il nuovo terminal dell’aeroporto di Singapore è stato pensato per essere più efficiente in caso di nuove epidemie e pandemie.

Tutto ciò sarà possibile grazie a sistemi di ventilazione all’avanguardia, costruzione di sotto-terminal più piccoli da aprire e chiudere secondo le esigenze, e che possano essere riconvertibili in aree per la quarantena o a disposizione dei servizi sanitari.

Ritorna la Grand Prix Season Singapore

A prescindere dai virtuosi obiettivi in ambito ecologico, la verità è che questi sono giorni di fermento per Singapore. Dopo una pausa di due anni, il Grand Prix Season Singapore torna dal 23 settembre al 2 ottobre con una serie di attività innovative collaterali pensate per tutte le età e per ogni tipo di interesse. Eventi che andranno a completare l’esperienza del Gran Premio di Singapore di Formula 1, invitando i visitatori a esplorare e godere di ciò che Singapore ha da offrire.

Le feste di quartiere torneranno in quattro angoli della città per tutto il periodo del Grand Premio: ogni distretto ospiterà diverse attività ed eventi a tema F1. L’isola di Sentos, per esempio, ospiterà alcune esperienze esclusive rivolte alle famiglie e agli amanti delle “beach vibes”. Da queste parti i visitatori potranno immergersi in spettacoli musicali al Central Beach Bazaar, o provare i simulatori di corsa per una Ultimate Red Bull Racing Experience, per poi di rilassarsi con proiezioni di film ispirati al Gran Premio.

Presso Orchard Road, invece, i viaggiatori potranno fare acquisti in un mercatino delle pulci a tema automobilistico, ma anche partecipare a sfide a tema all’Heineken Silver Smooooth Pit Stop. Esibizioni di percussionisti e flash mob animeranno l’area commerciale della città, insieme a spettacoli visivi.

In occasione della F1, il coloratissimo Clarke Quay darà vita a una vivace vita notturna caratterizzata da feste tematiche, come la Retro Rocks e la Girls’ Night Out, durante le quali si esibiranno famosi DJ locali. Per aumentare l’entusiasmo ci saranno delle sfilate di moda ispirate alle corse e anche un carnevale a tema.

Clarke Quay singapore

Fonte: iStock

Clarke Quay, Singapore

Nel quartiere di Kampong Gelam, infine, ci si potrà immergere in un’atmosfera più culturale: le vie saranno animate di esibizioni teatrali di artisti locali, mentre all’inaugurazione del Food Yard si potrà respirare un’aria carnevalesca. Gli amanti dell’adrenalina, invece, potranno assistere alle sfide di street dance All-Style e alle competizioni di freestyle sulle BMX, ma anche provare le emozioni del Gran Premio grazie ad un camion itinerante di F1.

Le possibilità, ovviamente, non si esauriscono di certo qui. Si potrà partecipare, infatti, anche al primo raduno al mondo di supercar McLaren, ma anche ammirare una replica a grandezza naturale dell’elegante auto da corsa Technic McLaren Formula 1TM Race Car, costruita con circa 288.000 mattoncini LEGO® e in quasi 1.900 ore di lavoro. La cosa più particolare? Che proprio come nella realtà i visitatori potranno sedersi al suo interno.

Prima del Gran Premio, inoltre, il team britannico di Formula 1 Williams Racing sarà al Suntec City per offrire un’esperienza immersiva ed emozionante a tutti i fan, che potranno incontrare dal vivo i piloti Alexander Albon e Nicholas Latifi. Poi l’HyperDrive Cities 2022, un evento ibrido inaugurale dove sarà possibile vivere esperienze, sia online che offline, come le corse simulate e il karting elettrico.

Infine, l’iconico programma GPSS di 1-Altitude “The Circuit” si svolgerà presso l’altissimo 1-Arden, che sarà trasformato in un vero e proprio circuito automobilistico con pit stop e anche un photobooth sul podio.

Insomma, Singapore –  in questi giorni ed entro il 2030 – mostrerà a tutti il suo nuovo e meraviglioso volto.

Grand Prix Season Singapore

Fonte: Ufficio Stampa

Grand Prix Season Singapore