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Railay, con le spiagge che sorgono tra maestose scogliere calcaree

La voglia di mare, di caldo e di acque cristalline è sempre fortissima in molti di noi. Non c’è da sorprendersi, perché il sole rimette al mondo e perché in luoghi con queste caratteristiche è facile trovare la pace dei sensi. Tra le mete più gettonate per chi è in cerca di quanto appena detto ch’è la Thailandia, che di tesori naturali ne nasconde davvero tantissimi, come la sua affascinante Railay Beach.

Railay Beach, informazioni utili

Iniziamo questo viaggio con una dovuta premessa: questo angolo della Thailandia è comunemente chiamato Railay Beach – o Rai Leh -, come a farci pensare che sia una spiaggia unica. Nei fatti non è propriamente così: è un gruppo di spiagge che si sviluppa su una piccola (ma affascinante) penisola che si chiama Railay, e che comprende Railay West, Railay East, Phra Nang Beach e Ton Sai.

Ci troviamo nel Sud della Thailandia, un vero e proprio paradiso tropicale dove svettano nei cieli immense falesie calcaree che racchiudono spiagge che sono un sogno a occhi aperti. Per la precisione, Railay sorge nella Provincia di Krabi, parte del distretto di Mueang Krabi.

Quando il visitatore arriva si innamora della bellezza della zona, così perfetta che pare quasi impossibile che sia stata la natura a fare tutto da sola. Poi ci sono i colori brillanti che si alterano a quelli candidi, che con la luce del sole vanno a creare dei contrasti che risultano poi difficili da dimenticare.

Railay, Thailandia

Fonte: iStock

Passeggiando lungo le spiagge della magnifica penisola di Railay

No, non si può raggiungere in auto perché la penisola di Railay è accessibile solo in barca a causa delle alte falesie che tagliano l’accesso continentale. Una volta arrivati però ci si può muovere anche a piedi, grazie a dei “vicoli” che attraversano la natura e che conducono nei vari lati di questa affascinante penisola baciata dal caldo Mare delle Andamane e incorniciata da giungla lussureggiante e da rocce imponenti. Per fortuna, ci sono diversi tour in partenza (che prevedono anche escursioni di un giorno intero) da varie località del Paese.

Le spiagge di Railay

Anche in questo caso dobbiamo fare una doverosa promessa: le spiagge di Railay sono, in alcuni momenti dell’anno, particolarmente incontaminate e lambite da acqua cristallina, tendente al verde, al punto che è possibile osservarne i fondali. Nonostante questo, non si possono escludere giornate con il mare torbido, a causa delle numerose barche che portano i turisti a scoprire questa zona thailandese e delle condizioni atmosferiche.

Railay West, a tutto relax

Se si arriva da Ao Nang si attracca con la barca a Railay West, una spiaggia che si presenta ampissima e con una sabbia particolarmente bianca e morbida. Non mancano maestose scogliere calcaree a rendere il paesaggio surreale, e diversi servizi in grado di allietare il soggiorno dei visitatori: ci sono hotel, bar e ristoranti.

In sostanza, se ci si vuole fermare qualche giorno da queste parti siete arrivati nella zona della penisola più ideale per farlo. Ciò non toglie che sia possibile rilassarsi, prendere il sole e fare bagni in un contesto paesaggistico di vero pregio.

Railay West, Thailandia

Fonte: iStock – Ph: David_Bokuchava

La bellissima spiaggia di Railay West

Railay Est, natura allo stato puro

Railay Est è quasi completamente diversa da Railay West: qui il relax è pressoché impossibile perché la natura è allo stato puro. Quest’area della penisola, infatti, si caratterizza per la presenza di una mangrovia fangosa fiancheggiata da uno stretto sentiero di cemento.

Non mancano gli hotel, bar, ristoranti e negozi, ma sicuramente l’assenza della sabbia non permette di vivere una classica giornata di tintarella. Tuttavia, la distanza da qui agli altri spot della baia con spiagge dove poter stendere il proprio asciugamano da mare è davvero minima.

Phra Nang Beach, spettacolo vero

Probabilmente Phra Nang Beach è lo spettacolo più bello per chi arriva a Railay ed è in cerca di mare: pur essendo una spiaggia dalle dimensioni contenute, offre una vista panoramica speciale perché un’immensa roccia calcarea si erge fiera in mezzo al suo limpido mare.

Da queste parti, inoltre, sorge anche la grotta di Phra Nang che è molto famosa perché contiene centinaia di manufatti fallici in legno che vengono portati qui dai pescatori, ma anche perché permette di nuotare all’ombra di straordinarie scogliere carsiche per poi rilassarsi su una mezzaluna di soffice sabbia bianca.

A differenza della altre zone di Railay, qui non ci sono negozi, bar o ristoranti esclusivi, ma solo un grande resort.

Phra Nang Beach, Thailandia

Fonte: iStock

Phra Nang Beach e la sua incredibile grotta al tramonto

Cos’altro fare a Railay

Sarebbe un peccato arrivare a Railay e fare esclusivamente dei bagni nel suo caldo mare, perché questa zona si presta perfettamente a fare tantissime diverse attività: arrampicate su roccia, kayak, immersioni, snorkeling, trekking nella giungla, rafting e molto altro ancora.

Merito delle sue impressionanti scogliere che attirano scalatori da tutto il mondo che vengono qui per scoprire l’altra particolare zona della penisola, Ton Sai, dallo stile più rustico e in cui gli avventurieri sfidano loro stessi sulle sue famose rocce carsiche.

Vi basti sapere che da queste parti ci sono oltre 150 sentieri ferrati, con numerosi strapiombi e pareti rocciose lisce.

Come arrivare e cosa sapere

Come accennato sopra, la favolosa penisola Railay è accessibile solo in barca. Da Krabi ci vogliono circa 90 minuti, mentre da Ao Nang solo 15. Tutti i punti di interesse in zona sono raggiungibili a piedi, ma si consiglia vivamente di venire da queste parti tra aprile a novembre perché, anche se le temperature rimangono alte e costanti durante tutto l’anno, le precipitazioni sono piuttosto comuni durante gli altri mesi.

In sostanza, Railay è una zona particolarmente amata e frequentata dai viaggiatori, al punto da rischiare di perdere un po’ di autenticità. Ma la verità è che basta attendere che i gruppi di turisti se ne vadano per scoprire una bellezza autentica, e in cui possono trovare pane per il loro denti sia i viaggiatori in cerca di relax, sia coloro che vogliono vivere un po’ di pura avventura.

Penisola di Railay

Fonte: iStock

Un magnifico angolo della penisola di Railay
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Medina, in Arabia Saudita, apre ai turisti: cosa vedere

Un tempo i fedeli si recavano in Arabia Saudita, culla dell’Islam, unicamente per compiere il pellegrinaggio verso le due principali città sante, La Mecca e Medina. Ma se fino al 2021 l’ingresso era riservato solo a chi professava la fede islamica, oggi una di queste, Medina, è diventata accessibile anche ai turisti, benché ancora in pochi abbiano avuto il privilegio di vivere la sua spiritualità di persona.

La “Città Illuminata” offre un’esperienza davvero unica nel suo genere, che fonde la ricchezza della tradizione islamica con l’ospitalità e la bellezza sorprendente dei suoi luoghi. Una tappa fondamentale da inserire nel vostro itinerario, considerando anche che è situata in posizione strategica per visitare l’intera regione.

Cosa vedere in un giorno a Medina: moschee e siti storici

Una visita a Medina è un invito aperto a coloro che desiderano approfondire la comprensione della cultura islamica e arricchire il proprio viaggio in Arabia Saudita con un tocco di spiritualità. Lasciarsi trasportare dalla bellezza della “Città Illuminata” è un’esperienza unica ancora vissuta da pochi turisti internazionali.

Di certo, una volta giunti qui, non si può non far visita ai principali monumenti islamici che custodiscono l’intera storia di una cultura. Tra questi, le sette moschee che si trovano nel sito della Battaglia di Al-Khandaq (la Trincea), a ovest del Monte Sela. In realtà, si tratta di sei moschee, ma ne vengono menzionate “sette” perché è inclusa anche la Moschea di Al-Qiblatayn. Eccole elencate in ordine da nord a sud, secondo la loro posizione:

  • Moschea Al-Fateh
  • Moschea Salman Al-Farisi
  • Moschea Abu Bakr Al-Siddiq
  • Moschea Umar ibn Al-Khattab
  • Moschea Ali ibn abi Talib
  • Moschea Fatima

Sappiate, però, che le moschee sono visitabili unicamente dall’esterno, per permettere ai fedeli di professare le preghiere e i rituali, rispettando la loro fede.

La Moschea del Profeta, uno dei siti più sacri dell’Islam, è senza dubbio una delle motivazioni per visitare la città di Medina. Per i non musulmani, si può arrivare fino al cancello di ingresso – oltre il quale inizia lo spazio sacro (haram) non valicabile – e rimanere a osservare il lento passaggio dei fedeli nella sua ampia piazza, dove grandi ombrelli meccanici vengono aperti per proteggere dall’eccessivo sole o dalle intemperie. Qui è custodita la tomba del Profeta, il luogo è riconoscibile grazie alla cupola verde, colore ufficiale dell’Islam, che svetta nel cielo di Medina.

Proseguite il vostro tour visitando la Masjid Al-Qiblatayn, nota anche come la Moschea delle due Qibla. È famosa perché durante il periodo della vita del Profeta, la direzione della preghiera (qibla) fu cambiata da Gerusalemme a La Mecca. Successivamente, dirigitevi verso la Masjid Quba, la prima moschea costruita nell’Islam.

Nei pressi di Medina, non perdetevi poi una visita a un altro luogo emblematico, la Moschea Sayyed Al-Shuhada, considerata dai musulmani un sito importante della storia islamica, poiché dove ora sorge si è svolta la famosa battaglia di Uhud. L’edificio sacro è stato completato nel 2017 e presenta uno stile architettonico unico.

Cosa mangiare a Medina: cibo e tradizioni culinarie

A Medina, la scena gastronomica offre una vasta gamma di delizie per soddisfare ogni palato. Per iniziare la giornata con energia, i numerosi caffé offrono per la colazione opzioni sia per i tradizionalisti che per gli audaci. Tra le scelte classiche si trovano falafel appena fritti, hummus cremoso e pane appena sfornato, mentre per coloro che cercano qualcosa di diverso, le opzioni gourmet comprendono fluffy pancake con miele e frutta fresca o uova strapazzate con formaggio locale e spezie esotiche.

Tanti i ristoranti che propongono piatti tipici della cucina mediorientale, come il kebab di agnello marinato con spezie aromatiche e servito con riso pilaf o il couscous con verdure fresche e pollo alla griglia. Imperdibili anche i dolci tradizionali preparati con maestria, come baklava, kunafa e basbousa. Alcuni locali offrono anche una selezione di tipica pasticceria fresca araba, ideale per accompagnare una chiacchierata con amici o per godersi un momento di tranquillità da soli.

Dove dormire a Medina

A Medina, ci sono diverse opzioni di alloggio adatte ai visitatori occidentali, che offrono comfort, lusso e convenienza per un soggiorno indimenticabile nella città santa. Gli hotel che affacciano sulla Moschea del Profeta sono riservati ai fedeli di religione musulmana per permettere loro di compiere agilmente e comodamente il proprio pellegrinaggio rituale.

I visitatori che desiderano soggiornare in alberghi di fascia alta, possono optare per il Crowne Plaza Hotel, e raggiungere a piedi la Moschea del Profeta, che dista 400 metri, o presso il Marriott Hotel, nel cuore della città. Una soluzione dal budget più contenuto è il Ghalia Uhud Hotel, sempre molto vicino alla Moschea del Profeta, da cui dista 3,6 km, circondato da alcuni ristoranti. In alternativa, si può scegliere una sistemazione locale, per avere l’opportunità di vivere una ricca esperienza di condivisione e conoscere più da vicino la cultura degli abitanti del posto, il loro modo di vivere e l’autenticità dei loro costumi.

Visitare la ‘Città Illuminata’ durante il Ramadan

Il Ramadan, il nono mese del calendario islamico, è un periodo sacro per i musulmani di tutto il mondo, di riflessione spirituale, rafforzamento della fede e solidarietà tra i membri della comunità. Durante questo mese, i credenti praticanti osservano il digiuno dall’alba al tramonto, astenendosi dal cibo, dalle bevande, dal fumo e da altri piaceri fisici, come un atto di devozione e auto-purificazione. Nei Paesi arabi, è considerato un momento di grande importanza culturale e religiosa, caratterizzato da una serie di tradizioni e pratiche che riflettono i valori dell’Islam e la ricchezza della sua eredità.

Durante il mese del Ramadan, le città e le comunità si trasformano, con le moschee che accolgono i fedeli per le preghiere quotidiane e i suq che si animano di attività e vendite speciali in vista delle festività. I musulmani si concentrano sull’incremento delle loro pratiche spirituali, dedicando più tempo alla lettura del Corano, alla preghiera e alla carità, mentre le moschee si preparano ad accogliere un alto numero di fedeli. Le famiglie si riuniscono per condividere pasti speciali prima dell’alba (Suhur) e dopo il tramonto (Iftar), rompendo il digiuno sempre prima con un dattero, a cui segue un pasto abbondante e nutriente consumato in compagnia.

Le autorità nei Paesi arabi adottano misure speciali, come orari di lavoro ridotti e regole sulla vendita e sul consumo di cibo e bevande in pubblico durante le ore di digiuno. Si tratta di misure volte a facilitare l’osservanza del digiuno e a promuovere uno spirito di solidarietà e rispetto tra i membri della comunità. Il pellegrinaggio, o Hajj, è uno dei pilastri fondamentali dell’Islam, da compiere obbligatoriamente almeno una volta nella vita, qualora il fedele abbia le capacità fisiche ed economiche necessarie per affrontare il viaggio, che rappresenta un momento di riflessione e purificazione dell’anima.

È anche una testimonianza tangibile dell’unità della ummah, la comunità islamica globale, riunita nella ricerca della presenza divina. Un’esperienza sacra che porta milioni di fedeli da tutto il mondo a compiere un viaggio spirituale verso le città sante della fede islamica, La Mecca e Medina.

Come arrivare a Medina: informazioni di viaggio

Medina è accessibile comodamente via terra con treni ad alta velocità dalla vicina Jeddah, città collegata all’Italia con voli giornalieri diretti. Da Riyadh, partono voli diretti con compagnie locali e di bandiera.

È importante ricordare che, ad oggi, per accedere all’Arabia Saudita dall’Italia serve un visto, che si può richiedere direttamente online con anticipo, oppure una volta arrivati a destinazione in aeroporto. Per gli spostamenti più brevi è inoltre previsto lo stop-over visa, un visto di transito o scalo che consente alle persone che attraversano l’Arabia Saudita di entrare nel Paese per una serie di motivi, tra cui quelli turistici, e che può essere richiesto sul sito della compagnia di bandiera Saudia Airlines.

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Osaka, vivace e cosmopolita: la perla nascosta del Giappone

Città vivace e dallo spirito cosmopolita, Osaka è diventata – col tempo – una delle mete preferite da chi ama trascorrere la serata fuori tra piccoli vicoli affascinanti, che brulicano di ristoranti caratteristici e di izakaya, tipici locali giapponesi. Per lungo tempo messa in ombra dalla Capitale Tokyo e dalla più blasonata Kyoto, oggi è famosa per la cucina, in quanto è considerata la capitale gastronomica del Giappone, e per quella notturna, oltre che per i templi, i santuari e i musei che punteggiano la città e che la rendono ideale per una vacanza in famiglia.

Vent’anni dopo Aichi Expo 2005 e tre anni dopo le Olimpiadi di Tokyo, il Giappone torna protagonista della scena internazionale con Expo Osaka 2025. Dal 13 aprile al 13 ottobre 2025, Osaka si trasforma in una vetrina internazionale dove i Paesi e le Regioni partecipanti – attualmente 153 – e 8 organizzazioni internazionali presentano al mondo il meglio delle loro idee e dei progetti. Per quest’evento, sono attesi 28,2 milioni di visitatori tra cui 3,5 milioni dall’estero.

Osaka si trova nella parte occidentale del Giappone ed è il punto di partenza per esplorare la grande regione del Kansai. È, inoltre, la seconda città più grande del Paese del Sol Levante, considerata come un importante centro economico, ed è amata per l’accoglienza calorosa dei suoi abitanti amichevoli che introducono alla sua ricchezza gastronomica. Da non perdere, il castello e una passeggiata al chiaro di luna sotto le colorate insegne al neon.

Fonte: JNTO

Vista di Osaka

Dotonbori, la Times Square di Osaka

Le origini di quest’area risalgono agli inizi del 1600, quando un imprenditore locale decise di allargare le rive del fiume Yodo per aumentare i suoi introiti commerciali. In 50 anni, il quartiere è diventato sempre più popolare, arrivando a contare sei teatri kabuki e cinque teatri bunkaru (dedicati ai burattini). A distanza di 400 anni, questa zona è ancora un polo d’intrattenimento che attrae residenti e moltissimi viaggiatori.

A renderlo caratteristico sono le insegne luminose che giganteggiano sugli edifici, simbolo indiscusso del grande ottimismo che animava il Giappone in un periodo in cui le luci al neon rappresentavano il progresso come tecnologia nuova e promettente. L’atmosfera retrò-futurista avvolge tutta l’area ed è perfetta per i turisti che vanno alla ricerca del tipico ambiente metropolitano giapponese.

La mascotte ufficiale di Dotonbori è Glico Man, un’enorme insegna luminosa che si trova direttamente sopra il ponte e che mostra un uomo che corre su una pista blu. La sua installazione risale al 1935 come tabellone pubblicitario della Glico, azienda alimentare produttrice di Pocky e Pretz, oggi considerata come il luogo perfetto per le foto.

La zona è inoltre ricca di locali dove fare una sosta per mangiare e bere qualcosa di tradizionale. Una lunga passeggiata sulle sponde del fiume permette di arrivare al ristorante Kani Doraku, che si riconosce dal granchio gigante posizionato sulla porta d’ingresso. Non mancano i punti di street food con le bancarelle che cucinano il ramen. Verso Shinsaibashi si trovano, invece, bar e locali che animano la vita notturna.

Il momento migliore per una visita a Dotombori è la sera, quando si accendono le luci e si respira un’aria vivace. Da non perdere il famoso okonomiyaki di Osaka, una sorta di pancake salato accompagnato da una moltitudine di topping e condimenti, e il takoyaki, una pasta cotta e ripiena di polpo. Per festeggiare tutta la notte è d’obbligo una tappa nei club della zona oppure, per mangiare e bere comodamente, è possibile scegliere un izakaya.

Fonte: JNTO

Il quartiere di Dotonbori

La principale attrazione della città

La costruzione del Castello di Osaka risale al 1583, a opera di Hideyoshi Toyotomi, detto anche il Napoleone del Giappone. È stato teatro di diversi conflitti e bruciato e ricostruito più volte. L’attuale dungeon è stato completamente rifatto nel 1931 e, al suo interno, si trova un museo che raccoglie le informazioni sulla storia del castello. Il castello è circondato da 106 ettari di parco, un’oasi di quiete in una delle aree maggiormente urbanizzate della città. Il parco è uno spettacolo a cielo aperto, grazie alle fioriture degli alberi da frutto come i celebri ciliegi, gli albicocchi e i susini.

Castello di Osaka

Fonte: JNTO

Il Castello di Osaka

Festival di Tenjin Matsuri, rituali sacri e suoni di tamburo

Il Tenjin Matsuri è l’evento più importante della città. Inizia il 24 luglio e parte con i rituali presso il santuario e il fiume, la danza del leone shishimai e le preghiere per la pace e la prosperità di Osaka. Quando i preparativi sono completati, gli uomini indossano cappelli rossi e iniziano a suonare i tamburi per segnalare l’inizio dei festeggiamenti.

Le celebrazioni sono dedicate a Tenjin divinità dello studio celebrata nel Santuario di Tenmangu. Il simulacro della divinità viene trasportato per strada su un santuario mobile e portato in giro per Osaka per assicurare prosperità a tutta la città. Dalle 15.30 del secondo giorno, le vie circostanti si animano di carri tradizionali e santuari portatili, oltre che di persone in costume, spettacoli di danza del leone e degli ombrelli. I festeggiamenti culminano con un magnifico spettacolo di fuochi d’artificio.

Un giro a Namba

Si torna indietro nel tempo, agli inizi del periodo del primo Edo, quando Namba era il centro della città per il teatro e le arti. La zona ricorda Osaka prima della modernizzazione, grazie al Tempio di Hozenji e al vicolo adiacente Hozenji Yokocho, mentre il cibo rimane la sua principale attrattiva. Essendo la cucina del Giappone, la tradizione dei piatti più noti è ben applicata nei piccoli izakaya che si susseguono nel labirinto di vicoli dietro i centri commerciali della strada principale.

Il pesce è esposto lungo Kuromon Ichiba, un mercato tradizionale che conta circa 200 anni di storia. Caratteristico è anche lo stile di vendita dei pescivendoli giapponesi, fatto di vanterie e argomenti persuasivi. Tale comportamento è decisamente amplificato a Osaka, città nota per la sua autentica esuberanza.

Alla scoperta di Shinsekai

L’area di Shinsekai, nota come Nuovo mondo, è diventata famosa dopo l’apertura, nel 1912, della torre di Tsutenkaku originaria del Luna Park. La zona è attraversata dalla Janjan Yokocho Alley, la via dello shopping completamente illuminata da insegne al neon anche un po’ retrò.

Shinsekai

Fonte: JNTO

Shopping a Shinsekai

Non mancano le delizie culinarie, come il Kushikatsu, bocconcini di carne o verdure fritti, e il Dote-yaki, carne di manzo cotta a fuoco lento, stufata con miso e altri condimenti. Da visitare anche la sala giochi Kasuga Gorakujo, in attività sin dal 1959.

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Sulla Rotta del dragone, come in “Pechino Express”

“Pechino Express 2024” conduce le otto coppie di sfidanti in Estremo Oriente. La nuova stagione parte dal Vietnam, dal delta del Fiume Rosso fino alle montagne del Nord, alla scoperta delle tribù montane. Seguendo le sponde del fiume Mekong, i viaggiatori arrivano nel Laos, un Paese dalla cultura millenaria. Infine, sbarcano nello Sri Lanka e terminano il viaggio alla maestosa Rocca di Sigiriya.

L’itinerario, lungo oltre 5.000 chilometri, attraversa luoghi meravigliosi che spaziano dalle regioni settentrionali del Vietnam, fra distese infinite di verdi risaie e di antiche testimonianze, passando per le città ricche di spiritualità del Laos, fino a concludersi tra i panorami mozzafiato dello Sri Lanka.

Dieci le tappe nelle altrettante puntate del programma Tv Sky e in streaming su NOW giunto all’undicesima edizione, condotto come sempre da Costantino Della Gherardesca e dall’inviato speciale Gianluca “Fru” Colucci del gruppo comico The Jackal.

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Fonte: @Sky

Costantino Della Gherardesca conduttore di “Pechino Express 2024”

La tappa in Vietnam

La Rotta del dragone porta le coppie di viaggiatori in corsa tra Lang Son, una delle città più a Nord del Vietnam quasi al confine con la Cina, fino a Cao Bang, passando per Dong Dang, Hung Viet e Phúc Sen. Tra i luoghi più spettacolari del Vietnam dove fanno tappa i viaggiatori di “Pechino Express” ci sono le Mua Caves Ninh Binh, a pochi chilometri da Tam Coc. Si tratta di uno lei luoghi più simbolici del Paese.

Un’arrampicata di 500 scalini conduce sulla collina di Hang Mùa, da dove si può godere di un panorama mozzafiato sulla vallata alluvionale del fiume Tam Coc, navigabile a bordo di imbarcazioni su cui si rwma con i piedi.

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Fonte: 123rf

Le Mua Caves in Vietnam

Impossibile visitare il Vietnam senza fare tappa ad Honoi, la Capitale, la migliore occasione per scoprire la leggendaria ospitalità del popolo vietnamita. La storia di questa città rispecchia anche quella dell’intero Paese. Fino al 1976 era stata la Capitale del Vietnam del Nord mentre Saigon era quella del Vietnam del Sud.

La scoperta della città parte dal suo centro storico, il quartiere più caratteristico. Il dedalo di stradine affollate cattura il visitatore con i suoi profumi e i suoi colori. Anticamente, ogni strada ospitava negozi e locali specializzati nella stessa merce e da questo commercio derivava il nome della via. Oggi, di questa divisione è rimasto solo il nome delle vie: i negozi e le bancarelle sono tantissimi e i venditori si presentano offrendo ai passanti i loro variegati prodotti, dalla seta ai gioielli, e naturalmente non mancano i numerosi locali dove gustare i piatti tipici.

Questo antico quartiere si trova vicino al lago Hoan Kiem. Il lago costituisce una delle principali attrazioni della Capitale del Vietnam. La sua fama è anche legata alla leggenda che avvolge di mistero le sue acque. Si narra, infatti, che il re guerriero Thai To avesse avuto in dono dal Dio Tartaruga una spada con cui sconfisse i nemici. Ottenuta l’indipendenza del Paese, una tartaruga gigante emerse dalle acque del lago e chiese al re di restituire la spada al proprietario. Thai To la lanciò nel lago e l’animale sacro lo prese inabissandosi nuovamente nelle acque profonde. Da quel giorno il lago fu chiamato “lago della spada restituita”. Su una piccola isola di questo lago si trova il Tempio Ngoc Son, raggiungibile attraversando un caratteristico ponte rosso.

Il Tempio della Montagna di Giada è un’altra delle tappe da non perdere ad Hanoi. I turisti vengono fin qui non solo per ammirare il simbolo di un’antichissima tradizione, ma anche per le rappresentazioni della tartaruga gigante, simbolo della città.

La tappa nel Laos

Laos è sinonimo di avventura pura. I protagonisti dell’edizione 2024 di “Pechino Express” sono quindi messi a dura prova, ma sono anche affascinati dai luoghi incantevoli di questo splendido Paese ancora troppo poco.

Luang Prabang è probabilmente la destinazione turistica più frequentata del Laos. Questa splendida cittadina mantiene intatto il suo fascino orientale grazie alla presenza di numerosi templi buddhisti. Tra i luoghi imperdibili durante un viaggio nel Laos c’è sicuramente la Piana delle Giare che racchiude in sé un mistero ancora irrisolto e che consiste in migliaia di gigantesche giare che ricoprono la piana di Phonsavan che si pensa abbiano avuto una funzione funeraria.

La natura qui la fa da padrona. Ci sono angoli di un’incredibile bellezza che valgono il viaggio. Come le Cascate Kuang Si che si trovano nel cuore del Paese. Il loro flusso dà origine a diverse piscine naturali e non è un caso che siano considerate una delle tappe più amate dai viaggiatori di tutto il mondo.

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Fonte: 123rf

Le Cascate Kuang Si nel Laos

Anche qui ci son delle caverne considerate sacre: sono le Pak Ou Caves, grotte spirituali dove “vivono” dei piccoli Buddha intagliati nella roccia (e non). Dalle origini molto antiche, regalano anche vedute spettacolari sul paesaggio sottostante. Un luogo davvero eccezionale.

La tappa nello Sri Lanka

Secondo Marco Polo, lo Sri Lanka era l’isola più bella della Terra. Se oggi la concorrenza è grandissima, resta il fatto che è ancora la meta perfetta per chi vuole fare un viaggio a contatto con la natura e con le tradizioni locali. Conosciuta anche come “Perla d’Oriente“, quest’isola meravigliosa immersa nell’Oceano Indiano è famosa per le spiagge sconfinate, per gli elefanti, le antiche rovine e alcune curiosità come i treni colorati e i tè pregiati, uno dei lasciti della colonizzazione britannica.

Un viaggio a bordo del famoso treno panoramico che attraversa Hill Country è un must nello Sri Lanka. In particolare, il tratto che va da Ella a Nuwara Eliya è unico in quanto attraversa meravigliose cascate e piantagioni di tè. Il viaggio è lento e i vagoni affollati tanto che si viaggia con le porte aperte, ammirando quelle distese infinite dove i sari colorati delle donne che raccolgono le foglie del tè spiccano in mezzo al verde infinito.

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Fonte: 123rf

Il treno colorato che attraversa le piantagioni di tè dello Sri Lanka

Storia, tradizione e religione sono un tutt’uno in questo Paese. Ci sono luoghi come la città sacra di Anuradhapura dove si trova l’albero più antico del mondo, lo Sri Maha Bodhi, che secondo l’antica credenza locale sarebbe il luogo esatto dove il Buddha avrebbe avuto l’illuminazione. O come l’antica città reale di Sigiriya, un sito archeologico patrimonio Unesco, arroccata sulla cima di una roccia e per questo nota anche come Roccia del Leone, per via della forma che ricorda le zampe di un felino.

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Kansai: un viaggio tra natura, spiritualità e storia del Giappone

Un lago enorme, 1800 anni di storia e una terra capace di raccontare il Giappone più vero. La regione del Kansai, costellata di templi Zen e castelli antichi che conducono alle vestigia dei ninja, è un viaggio unico nel cuore del Sol Levante che permette di assaporare le tradizioni più autentiche attraverso un contatto profondo, diretto e spirituale, con la natura tipica della prefettura di Shiga.

Castello di Hikone, il Tesoro Nazionale del Giappone

Affacciato sul Lago Biwa, di cui offre una vista meravigliosa ma particolarissima, il Castello di Hikone richiama le atmosfere delle epoche in cui indomiti guerrieri usavano incrociare le spade. La struttura che ammiriamo oggi è quella che il clan ha costruito quattro secoli fa ed è immersa in un giardino di alberi di ciliegio, grandi protagonisti del Sakura Matsuri, il sito del mastio che si estende in un giardino più ampio – il Genkyu-en – e che in origine era destinato allo svago del signore feudale e dei suoi ospiti.

La costruzione principale, designata come Tesoro Nazionale, nasconde quattro stanze private ed è circondato da una rete di muri e torri che lo proteggono, tra lui la Tenbin-yagura, la torre bilancia, che deve il suo nome alla sua struttura perfettamente simmetrica. È inoltre l’unica torre di questo tipo dell’intero Giappone, dotata di un corridoio strategico che metteva in comunicazione le due estremità e che poteva essere abbattuto in caso di necessità.

Il tempo del Castello di Hikone è invece scandito dalla campana che, da secoli, suona per cinque volte esatte lungo tutta la giornata. I suoi rintocchi si sentono passeggiando per il mastio e lungo i suoi dintorni, oltre che in tutta la città: un elemento suggestivo che è stato inserito nell’elenco dei 100 paesaggi sonori del Giappone.

Una città mercantile ricca di storia

Omihachiman sorge sulle rive del Lago Biwa, sull’antica via Nakasendo che collega Tokyo a Kyoto, e ancora oggi conserva l’anima fiorente della città mercantile che è stata un tempo. Il canale Hachiman-bori ha infatti fornito una valida via di comunicazione, favorendo lo sviluppo della città di Omi come potenza commerciale. Il nome di Hachiman viene però aggiunto solo in seguito in onore del dio shintoista della guerra che qui dimora nel Tempio di Himure Hachimangu.

Il cuore pulsante del centro, che batte alimentato dalla ricchezza e dalla generosità dei primi commercianti di Omi, risiede nei tanti templi e nelle opere pubbliche presenti lungo l’intera area dell’antica città mercantile. Shin-Machi Dori è infatti un esempio, perfettamente conservato, di come vivessero i mercanti di Omi mentre il Museo della città, che oggi ospita numerose mostre su materiali popolari, è una testimonianza dello stile delle costruzioni dei primi mercanti.

La tradizione si conserva anche grazie al Festival del fuoco Sagicho di Omihachiman, noto come una delle manifestazioni più pericolose del Giappone, e che ogni anno si svolge a metà marzo. Tra i festeggiamenti, è inclusa una gara per stabilire quale sia il migliore tra una grande selezione di mastodontici carri sagicho, realizzati in paglia, bambù e carta. Le costruzioni sono trasportate attraverso la città da uomini vestiti e truccati da donne. Al culmine del Festival, i carri vengono bruciati mentre le persone danzano intorno al fuoco.

Prima dell’invenzione e dell’arrivo della automobili, il canale della città era una delle vie di comunicazione principali che ravvivava l’area per il grande traffico commerciale. La rotta di scambio maggiore ha però diviso la città in due parti, con i samurai che vivevano a nord e i civili a sud. Oggi è possibile passeggiare lungo il canale per cogliere appieno l’atmosfera di quei tempi e capire quale sia stata l’importanza dell’acqua in una zona a forte vocazione mercantile.

Il Canale di Hachiman-Bori

Fonte: JNTO

Il Canale di Hachiman-Bori

Alla scoperta del lago di Biwa, il più grande del Giappone

Situato al centro della Prefettura di Shiga, il lago deve il suo nome alla forma naturale che lo caratterizza, che ricorda un biwa, liuto della tradizione giapponese. La lunghissima costa, con 235 chilometri da esplorare, è ricca di cose da fare. È infatti possibile fare gite in barca, passeggiate o tour delle isole. Sul lato ovest si può invece ammirare la spiaggia di Omimaiko, con sabbia bianca e rigogliosi pini, mentre per gli appassionati del campeggio è d’obbligo una tappa a Okubiwako, affacciato sull’acqua e perfetto per rilassarsi apprezzando la bellezza naturale del luogo.

Il nuoto è certamente lo sport più praticato, ma sono anche disponibili canoe e kayak, provare lo stand up paddle boarding, imparare la vela o il windsurg. In inverno, sono disponibili piste da sci per bambini. L’enorme specchio d’acqua che ricopre parte del Giappone può essere esplorato anche in crociera, con cibo e intrattenimento, disponibili con rotte di breve e media durata.

Il lago Biwa è meraviglioso anche in inverno. Qui è infatti costruita la funivia più veloce del Giappone che conduce su per il Monte Horai, alla valle di Biwako, che conta su una rinomata stagione sciistica. Qui si può sciare o fare snowboard, con vista lago. In estate, il clima è più fresco rispetto alla città e si può godere del panorama con la zip-line o con il vertiginoso Skywalker.

Lunga vita e spiritualità al Santuario Shirahige

Il piccolo santuario shintoista Shirahige sorge sul lato ovest del Lago Biwa ed è famoso per il caratteristico torii che si erge proprio in mezzo al lago. Le origini di questa costruzione sono antichissime e risalgono al 675 d.C., ma nel corso del tempo ha subito diverse modifiche. Pare infatti che il torii, nel lontano 1280, rimanendo sommerso in seguito all’innalzamento del livello del lago. Quello che vediamo oggi risale a un rifacimento moderno del 1981.

Il suo nome, Shirahige, significa letteralmente barba bianca. Questo perché è dedicato a Sarutahiko, una divinità dell’antica mitologia giapponese che veniva rappresentata come un uomo anziano con barba e capelli bianchi. È inoltre conosciuto per i suoi poteri speciali: sarebbe infatti capace di infondere lunga vita e salute.

Santuario Shirahige

Fonte: JNTO

Il Santuario Shirahige

Chikubushima, l’isola degli dei

Conosciuta anche come isola degli dei nella città di Nagahama, si trova al largo della costa settentrionale del Lago Biwa. Tra le attrazioni del posto, ricordiamo il tempio dell’isola, Hogonji, in cui è possibile acquistare delle deliziose bamboline Daruma dedicate a Benzaiten che porterebbero fortuna per un anno. Al Santuario di Tsukubusuma si possono lasciare invece dei dischi d’argilla, i kawarake, capaci di esaudire i desideri più nascosti. Le due costruzioni riflettono la confluenza delle due religioni giapponesi nel corso di più di un millennio.

Isola di Chikibu

Fonte: JNTO

Isola di Chikibu

Alla scoperta di Osaka

Da Tokyo a Osaka in shinkansen, per vivere un’atmosfera completamente diversa rispetto a quella della Capitale e che permette di immergersi in una vita notturna entusiasmante, cibo delizioso – specialmente quelli dei quartieri di Tenma e Ura Namba – e una calorosa accoglienza offerta dalle persone del posto. La città dell’Expo 2025 offre inoltre un interessante lato storico, con il castello che si pone come attrazione principale: un luogo ideale per approfondire la storia.

Il Castello di Osaka

Fonte: JNTO

Il Castello di Osaka

Da non perdere le luci al neon del ponte di Dotonbori e la zona di Minami, oltre che i maggiori festival della stagione come il Tenjin Matsuri (sfilata di barche), Kishiwada Danjiri (grandi carri di legno) e il Festival di Ebessan (dedicato al successo negli affari).

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Trovati i resti di un’antica base legionaria romana: la scoperta

Recenti scavi in Israele hanno permesso di riportare alla luce i resti architettonici di un’antica base militare della VI Legione Romana “Ferrata”, i quali dovrebbero risalire a ben 1.800 anni fa. Secondo gli esperti, l’insediamento sarebbe stato abitato per quasi due secoli, e purtroppo ciò che ne rimane non è molto, perché i materiali con cui era stato costruito sono stati riutilizzati in epoca bizantina e, in seguito, durante il primo periodo islamico.

Nuova scoperta in Israele

È nel sito di Tel Megiddo, non molto distante dall’antico villaggio di Kfar Othnay, che gli archeologi hanno rinvenuto qualcosa di eccezionale durante i lavori per un importante progetto di infrastruttura stradale. Siamo nella regione settentrionale di Israele, dove sono appena riemerse delle antichissime testimonianze di un insediamento romano di circa 1.800 anni fa. Gli scavi, diretti dagli archeologi Yotam Tepper e Barak Tzin, hanno permesso di riportare alla luce alcuni resti architettonici della Via Pretoria, la strada principale dell’accampamento.

Sono inoltre stati scoperti un podio di forma semicircolare e alcune aree pavimentate in pietra, che dovevano far parte di un edificio pubblico monumentale. Il ritrovamento non è del tutto casuale, dal momento che negli ultimi dieci anni la zona è stata oggetto di numerose campagne di scavo per un progetto di ricerca storico-geografica, condotto per conto dell’Albright Institute of Archaeology di Gerusalemme. “Nel corso delle prime stagioni, la parte superiore del cortile dei comandanti è stata rinvenuta a sud-ovest della Road n.66, e nello scavo attuale (condotto per conto dell’Autorità Israeliana per le Antichità) stiamo scoprendo la parte nord-orientale” – ha affermato Tepper.

L’antica base militare romana

Quella che è riemersa nei pressi di Tel Megiddo non è certo l’unica base militare romana ritrovata negli ultimi decenni in Israele, ma è di gran lunga quella di più vaste dimensioni, nonché quella abitata per un periodo di tempo maggiore. Finora, infatti, erano stati riportati alla luce solo insediamenti temporanei o piccoli accampamenti appartenenti a divisioni ausiliare. La base scoperta adesso appartiene invece alla VI Legione Romana “Ferrata”, ed è senza dubbio una delle più preziose testimonianze archeologiche di quel periodo.

“L’accampamento della legione romana è stata la base militare permanente di oltre 5.000 soldati romani per più di 180 anni, dal 117-120 al 300 d.C. circa. Due strade principali si intersecavano al centro dell’accampamento, e il suo quartiere generale fu eretto qui. Da questo punto di base venivano misurate e segnate con pietre miliari tutte le distanze lungo le strade imperiali romane verso le principali città del nord del Paese. I resti dell’antico edificio non si sono conservati in altezza, poiché la maggior parte delle pietre da costruzione sono state rimosse nel corso degli anni per essere riutilizzate in progetti edilizi durante il periodo bizantino e il primo periodo islamico” – ha spiegato Tepper.

Nel corso degli scavi, oltre ai resti degli edifici, sono stati rinvenuti numerosi reperti. Tra questi, diverse monete, parti di armi, cocci di ceramica e frammenti di vetro. La scoperta più importante riguarda però alcune tegole che riportano i timbri della VI Legione, le quali venivano impiegate per vari scopi: dalla copertura di edifici alla pavimentazione e al rivestimento dei muri.

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La stazione ferroviaria che è Patrimonio Unesco e che vale da sola il viaggio

Imponente, bellissima, da osservare con attenzione per poterne carpire ogni meraviglioso dettaglio. Stiamo parlando della stazione ferroviaria che è patrimonio Unesco e che da sola vale un viaggio. Si trova a Mumbai, in India, ed è il perfetto esempio della meraviglia che deriva dalla mescolanza di stili e culture diverse.

La Chhatrapati Shivaji Terminus, precedentemente nota con il nome di Victoria Terminus, è anche un edificio cruciale per il territorio, poiché viene utilizzato tantissimo e da un numero impressionate di persone. Basti pensare che ogni giorno transitano da lì circa tre milioni di pendolari. Ma per ammirarlo non è necessario dover partire, se si programma un viaggio in India lungo la costa occidentale e a Mumbai, è tra le tappe obbligate per poter vedere con i propri occhi tanta bellezza.

Perché visitare la Chhatrapati Shivaji Terminus

Ci sono luoghi che sono un tripudio di storia, di bellezza e capaci di colmare gli occhi di meraviglia. Uno di questi è – senza dubbio – la Chhatrapati Shivaji Terminus, stazione ferroviaria di Mumbai, cruciale per i trasporti e i viaggi.

Questo imponente gioiello architettonico è stato progettato dall’architetto Frederick William Stevens e pare che lui stesso abbia viaggiato in Europa per poter trarre ispirazione dalle stazioni ferroviarie occidentali. Il risultato è una struttura, realizzata nel corso di dieci anni a partire dal 1988, in stile gotico – vittoriano in cui convivono elementi legati alla tradizione indiana.

Come, ad esempio, la cupola in pietra, le torrette e gli archi a sesto acuto. Senza dimenticare, ovviamente, la particolarissima pianta. Alcuni dettagli, poi, erano stati realizzati dagli studenti di una scuola d’arte. Nel dettaglio si tratta, ad esempio, delle sculture in legno, le ringhiere ornamentali in ferro e ottone, ma anche le griglie per le biglietterie.

Un mix di culture diverse che prende vita in un edificio che, già nel momento della sua realizzazione, era un perfetto esempio di tecnologia e modernità.

Dal 2004 la stazione è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco, che sul sito in merito alla stazione ha scritto: “È un esempio eccezionale della fusione di due culture, poiché gli architetti britannici hanno lavorato con artigiani indiani per includere la tradizione architettonica e gli idiomi indiani, forgiando così un nuovo stile unico a Mumbai”.

Se si visita la città, quindi, vale la pena inserire tra le tappe del viaggio la stazione ferroviaria per assorbirne ogni dettaglio. Anche se non si deve partire.

Mumbai, cosa vedere oltre alla meravigliosa stazione

Di stazione stupefacenti ce ne sono tantissime in tutto il mondo, ma la Chhatrapati Shivaji Terminus è senza ombra di dubbio tra le più affascinanti. Così come lo è la città di Mumbai, ricca di luoghi da scoprire, città viva e vivace dove la modernità convive con il fascino e le tradizioni indiane.

Tra le tappe c’è il quartiere Colaba con la sua celebre strada, dove si può acquistare di tutto e trovare anche diversi locali, per immergersi al cento per cento nella vita della città. Da vedere è anche il Gateway of India, la cui realizzazione è terminata nel 1924 e si trova sul lungomare cittadino. È stato realizzato per commemorare l’arrivo di Giorgio V quando, nel 1911, è stato incoronato imperatore dell’India.

Vale la pena visitare anche il Taj Mahal Palace, hotel simbolo della città, struttura di lusso e molto celebre. E poi tanti altri luoghi, per respirare il fascino di una città viva.

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Uno degli aeroporti più incredibili del mondo cambia nome

C’è aria di cambiamento negli Emirati Arabi Uniti: uno dei suoi aeroporti principali, con sede ad Abu Dhabi, è ora intitolato alla figura di Zayed bin Sultan Al Nahyan, padre fondatore del Paese. Oltre alla modifica inerente al nome, lo scalo si rinnova completamente. Nel corso degli ultimi mesi, infatti, ha inaugurato il nuovo Terminal e ha ampliato il suo network, aggiungendo diverse destinazioni in tutto il mondo. Scopriamo qualcosa in più.

Abu Dhabi, il nuovo nome dell’aeroporto

Fino a pochi giorni fa era noto con il nome di Abu Dhabi International Airport, ma ora assume una nuova veste: lo scalo, uno dei principali degli Emirati Arabi Uniti, sta vivendo un periodo di particolari cambiamenti che lo stanno trasformando enormemente. A partire proprio dal nome: oggi è chiamato Zayed International Airport, una scelta che richiama le radici di un Paese dalla storia millenaria. L’ispirazione arriva infatti dallo sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, primo presidente degli Emirati Arabi Uniti – in carica dal 1971 al 2004, anno della sua morte.

“Siamo orgogliosi di rinominare il più grande aeroporto di Abu Dhabi in onore del padre fondatore degli Emirati Arabi Uniti. Aprendo le porte al mondo, lo Zayed International Airport segna una nuova era per il settore dell’aviazione di Abu Dhabi. L’avanguardistica infrastruttura dell’aeroporto offre connettività, innovazione e sostenibilità eccezionali, per un’esperienza elevata degli ospiti, oltre a promuovere al contempo il turismo, il commercio e gli scambi regionali verso nuove vette” – ha affermato lo sceicco Mohammed bin Hamad bin Tahnoon Al Nahyan.

Tutte le novità sullo Zayed International Airport

Lo scalo, inaugurato nel 1982, è il secondo più trafficato degli Emirati Arabi Uniti – subito dopo quello di Dubai. Si trova a circa 30 km dalla città di Abu Dhabi, ed è base per la compagnia aerea di bandiera Etihad Airways, oltre che per le compagnie low cost Wizz Air Abu Dhabi e Air Arabia Abu Dhabi. Negli ultimi anni, ha subito una vera e propria trasformazione che lo spinge nell’olimpo degli aeroporti, consentendogli di richiamare un maggior numero di turisti e di offrire un servizio sempre più interessante dal punto di vista qualitativo.

La novità più importante è senza dubbio l’apertura del Terminal A, che è stato inaugurato il 31 ottobre 2023: oggi accoglie tutti i voli in partenza e in arrivo dall’aeroporto, consentendo la chiusura dei vecchi Terminal. Lo scalo è così in grado, secondo le prime stime, di far transitare sino a 45 milioni di passeggeri all’anno, e i numeri lo dimostrano di già. Nel corso dei primi due mesi di piena operatività, il nuovo Terminal è stato frequentato da ben 4,48 milioni di passeggeri – suddivisi in 1,21 milioni di arrivi, 1,22 milioni di partenze e 2 milioni di trasferimenti.

Lo Zayed International Airport, inoltre, sta ampliando il suo network. Il Terminal A ha visto partire, sempre nei suoi primi due mesi di attività, oltre 24.000 voli. In particolare, nel dicembre 2023 l’aeroporto ha servito 117 destinazioni di viaggio: si tratta di un grande successo, se paragonato alle 100 mete che erano servite nello stesso periodo dell’anno precedente, segnando quindi un aumento del 20%. Infine, lo scalo si distingue per l’adozione di strumenti sempre più all’avanguardia, come la tecnologia biometrica per velocizzare il processo di imbarco, e per un’ampia offerta di negozi e ristoranti dove i passeggeri possono intrattenersi, in attesa del proprio volo.

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Metaverso e realtà aumentata: così puoi raggiungere Tokyo in un istante

Nel vasto universo digitale si nasconde un mondo di meraviglie in continua evoluzione, un luogo magico dove la realtà si fonde con la fantasia, trasformando la nostra percezione di spazio e tempo in qualcosa di magico e senza confini. È il metaverso, un’esperienza coinvolgente e avvincente, capace di catturare l’immaginazione e di portarci in luoghi mai immaginati. Ma cos’è esattamente?

Se lo chiedete ai vostri figli, probabilmente ne sapranno più di voi. È un universo multiforme, costellato da innumerevoli realtà, ognuna con i suoi scopi, mercati e utenti. E mentre il suo affascinante potenziale continua a sedurre diverse industrie, anche il settore del turismo non può resistere al suo richiamo.

In un’iniziativa che unisce l’innovazione digitale con la ricca tradizione giapponese, il Governo Metropolitano di Tokyo e il Tokyo Convention and Visitors Bureau hanno lanciato un progetto rivoluzionario: HELLO! TOKYO FRIENDS. Questa proposta all’avanguardia, presentata ufficialmente il 15 febbraio, è frutto di una stretta collaborazione con la rinomata piattaforma immersiva Roblox. L’obiettivo è creare un portale interattivo che sfrutti appieno le potenzialità del metaverso e della realtà aumentata, con l’ambizione di promuovere Tokyo come una delle mete turistiche più desiderate al mondo.

Grazie a visite virtuali e giochi interattivi, il metaverso di MODERN TOKYO si apre agli occhi dei curiosi e degli appassionati, regalando un emozionante assaggio delle meraviglie che la metropoli giapponese ha da offrire.

MODERN TOKYO: un viaggio virtuale nella metropoli del futuro

HELLO! TOKYO FRIENDS

Fonte: Tokyo Tourism Representative, Italy Office

Sushi Showdown – HELLO! TOKYO FRIENDS

Un’esperienza immersiva che ti porta in un viaggio attraverso i luoghi più iconici e rappresentativi della città, trasportandoti in un mondo incantato fatto di pixel e possibilità infinite. Immersi tra le luci sfavillanti di Odaiba, la maestosità della Tokyo Tower, il Palazzo del governo metropolitano di Tokyo e le meraviglie del Museo nazionale di Tokyo, gli utenti di MODERN TOKYO sono invitati a esplorare ogni angolo della città virtuale, ricca di fascino e storia.

Al centro di questa straordinaria esperienza si trova la Treasure Hunt, una caccia al tesoro didattica che trasforma l’esplorazione della metropoli in un’opportunità educativa interessante. Nel metaverso, infatti, sono disseminate diverse bacheche che raccontano aneddoti e curiosità narrate direttamente dai protagonisti, offrendo preziose informazioni turistiche lungo il cammino.

Ma le sorprese non finiscono qui. I partecipanti possono immergersi in una miriade di minigiochi coinvolgenti, tra cui il famoso Sushi Showdown, mettendo alla prova le proprie abilità e godendosi momenti di puro divertimento in compagnia di altri utenti. Completando le missioni assegnate durante il gioco, è possibile aggiungere un tocco speciale al proprio avatar “hololive friends with u“. Grazie ai peluche virtuali raffiguranti le celebri YouTuber virtuali Sakura Miko, Mori Calliope e Gawr Gura, gli utenti possono non solo personalizzare il proprio personaggio, ma anche contribuire a promuovere Tokyo e le sue meraviglie.

Qui, ogni click è un’opportunità per condividere esperienze, idee e sogni, con la promessa emozionante di un incontro nella vita reale, nelle affollate e vibranti strade della capitale giapponese.

TOKYO HUNT!: un’avventura tra realtà e metaverso

Tokyo continua a sorprendere con il lancio di TOKYO HUNT!, una web app innovativa concepita per trasformare l’esplorazione della città in un’esperienza indimenticabile. Questo progetto entusiasmante fonde abilmente il mondo reale con il metaverso, offrendo agli utenti un’opportunità coinvolgente e unica per avventurarsi nelle strade di Tokyo e scoprire i suoi segreti nascosti.

Frutto di una collaborazione con HELLO! TOKYO FRIENDS, l’app offre agli utenti un’opportunità senza precedenti: rivivere i luoghi incantati già esplorati nel metaverso direttamente nella città reale.

Attraverso una rete di nove checkpoint accuratamente posizionati nei luoghi più iconici della città, gli esploratori avranno l’opportunità di ricevere un “emblema” speciale. Si tratta di un oggetto raro proveniente dalla piattaforma Roblox, che rappresenta un vero e proprio tesoro per gli appassionati del gioco, simboleggiando non solo la loro abilità nella scoperta di Tokyo, ma anche il legame speciale che li unisce al metaverso.

TOKYO HUNT

Fonte: Tokyo Tourism Representative, Italy Office

TOKYO HUNT!
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Redang, un’isola da sogno in Malesia

L’isola di Redang è un luogo che lascia senza fiato. Ci sono svariati motivi che la rendono la destinazione perfetta per una vacanza da sogno, ma possono essere facilmente riassunti in due parole: acque incredibili. Circondata da uno degli oceani più blu del pianeta, con spiagge di sabbia bianca come borotalco che hanno come sfondo colline ricoperte da una giungla lussureggiante, è sulla lista dei desideri di subacquei e amanti dello snorkeling, che possono esplorare la barriera corallina protetta intorno a questo splendido gioiello tropicale e oltre 30 siti di immersione. Non si contano le emozioni che regala questo piccolo paradiso in Malesia, che desideriate una fuga di relax nella bellezza assoluta o fantastiche avventure da vivere e raccontare.

Redang, una delle più belle isole del mondo

Situata a circa 45 chilometri dalla costa di Kuala Terengganu, Redang (in malese: Pulau Redang) è la più grande del gruppo di nove isole che punteggiano il Mar Cinese Meridionale, al largo della costa del sultanato di Terengganu. È una delle isole più grandi della costa della Malesia Peninsulare, nonché una delle più belle del mondo.

Nel 1985, le acque che circondano l’arcipelago sono state dichiarate Parco Marino di Pulau Redang, per proteggere la splendida vita nei fondali e l’ambiente in cui si trova. Di conseguenza, l’isola è ricca di magnifici coralli e di una spettacolare fauna e flora marina che attirano da ogni parte del mondo gli amanti delle immersioni subacquee, dello snorkeling e delle nuotate memorabili.

Ogni sito di immersione offre qualcosa di diverso da vedere e sperimentare. Tra i più famosi c’è Terumbu Kili, che presenta un paesaggio marino roccioso tempestato di coralli. Il Big Mount offre ai subacquei la possibilità di osservare macro forme di vita e di incontrare lo squalo balena, mentre la barriera corallina del Mini Mount è famosa per le immersioni notturne. Un altro sito da non perdere è Tanjung Tokong, dove si possono ammirare grandi pesci napoleone, pesci pappagallo, pesci unicorno e coralli verdi di staghorn.

A Redang si trovano anche due storici relitti di navi: la H.M.S. Prince of Wales e la H.M.S Repulse, affondate all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, che hanno posto le basi per l’occupazione giapponese della Malesia.

Tour alla scoperta del Santuario delle tartarughe

In un’insenatura protetta sul lato nord di Redang si trova il Santuario delle tartarughe di Chagar Hutang. Le visite possono essere prenotate presso il negozio di immersioni del Laguna Redang Hotel. Da lì, una piccola barca vi traghetterà fino alla baia appartata, dove sarete accolti dal personale e dai volontari dell’Università della Malesia che vi illustreranno le misure di protezione adottate per garantire la sopravvivenza di questi meravigliosi esemplari.

Oltre ad apprendere i loro metodi di conservazione, i visitatori possono anche avere l’opportunità di aiutare a liberare le tartarughe nell’oceano. La maggior parte delle schiuse e dei rilasci avviene da giugno ad agosto. Dalla sua apertura, Chagar Hutang ha liberato oltre 300.000 tartarughe verdi e 7.000 tartarughe embricate. La visita al Santuario permette, infine, di fare snorkeling nella sua baia incontaminata piena di coralli.

Quando visitare Redang

Il periodo migliore per visitare l’isola di Redang va generalmente da marzo fino a ottobre. I mesi di marzo e aprile sono considerati ideali per le immersioni, con la visibilità che può arrivare a 40 metri. La stagione dei monsoni sulla costa orientale della Malesia Peninsulare inizia verso la fine di ottobre e dura fino alla fine di febbraio o inizio marzo. Durante questo periodo, resort e strutture turistiche restano chiuse. La maggior parte è situata lungo le spiagge di Pasir Panjang e di Teluk Kalong, sul versante orientale.