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Puoi essere Harry Potter per un giorno: succede a Tokyo

Organizzare un viaggio a Tokyo, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione, è sempre un’ottima idea. Lo è perché l’affollata capitale del Giappone ospita un patrimonio culturale, storico e architettonico di immenso valore che parla di presente, passato e futuro.

I grattacieli ultramoderni che ridefiniscono lo skyline della città, infatti, si alternano ai templi secolari e ai siti culturali che conservano e preservano le antiche tradizioni del territorio. Al fianco di questi, poi, ci sono tutta una serie di affollate vie dello shopping, quartieri caratteristici, musei e attrazioni iconiche tutte da scoprire.

Insomma, i motivi per raggiungere la capitale del Paese del Sol Levante sono tantissimi. Tuttavia c’è un’altra motivazione che attira i viaggiatori in città, soprattutto quelli che sono fan della serie di romanzi fantasy firmati da J. K. Rowling. Sì perché nel cuore cittadino esiste un locale magico in cui tutti possono sentirsi Harry Potter per un giorno.

Harry Potter per un giorno: l’esperienza magica a Tokyo

Sono tanti i motivi che ci spingono a viaggiare intorno al globo, e molti di questi hanno proprio a che fare con i film e le sagre cinematografiche più famose. I luoghi che hanno fatto da sfondo alle nostre pellicole del cuore, così come i parchi interattivi e gli hotel tematici, sono diventati delle vere e proprie attrazioni turistiche che muovono le masse.

Impossibile non pensare a tutte quelle persone che si mettono in viaggio, ogni giorno, per andare alla scoperta dei luoghi di Harry Potter, gli stessi che compaiono nei romanzi di  J. K. Rowling, nei film e nelle altre opere derivate.

Ed è proprio per rivivere le avventure del mago più famoso del mondo e dei suoi migliori amici, che oggi abbiamo scelto di volare insieme a voi per raggiungere Tokyo e per vivere un’esperienza che renderà felici tutti i fan dell’iconica serie. Nella capitale del Giappone, infatti, esiste un locale intriso di magia in ogni angolo. Si tratta dell’Harry Potter Cafè, un luogo dove tutto può succedere. Pronti a partire?

Gli interni dell'Harry Potter Cafè

Fonte: ©Tokyo Convention & Visitors Bureau

Gli interni dell’Harry Potter Cafè

Benvenuti nell’Harry Potter Cafè

Per vivere questa avventura stregata dobbiamo recarci a Minato, uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo, situato tra  Shibuya e Shinagawa. Proprio qui esiste un grandioso teatro che si snoda su quattro piani e che può ospitare più di 1000 persone.

Stiamo parlando del TBS Akasaka ACT Theatre che, per celebrare la storia del maghetto più famoso del mondo, si è trasformato in un regno fatato. Una parte dell’edificio, infatti, è stata trasformata in una piazza magica completamente a tema Harry Potter. Ma non è l’unica attrazione del teatro.

La struttura, infatti, ospita anche l’Harry Potter Cafè che, vi anticipiamo, è un luogo davvero magico. Il locale, aperto da mattina a sera, evoca in tutto e per tutto lo straordinario mondo dei romanzi J. K. Rowling.

Le bibite e le pietanze, servite in un’atmosfera incantata, non solo hanno nomi che evocano la celebre saga, ma lo fanno anche attraverso l’aspetto e il design. Preparatevi quindi a degustare torte a forma di gufo, panini dai colori di Hogwarts e cocktail Wingardium Leviosa che sembrano spiccare il volo da un momento all’altro.

Il menu dell'Harry Potter Cafè

Fonte: ©Tokyo Convention & Visitors Bureau

Il menu dell’Harry Potter Cafè
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Arabia Saudita Asia Destinazioni offerte Viaggi viaggiare

L’Arabia Saudita è la nuova meta low cost

Se l’Arabia Saudita è da qualche anno una delle mete più ambite, ora che sta per diventare anche low cost sarà presa letteralmente d’assalto dai turisti. Wizz Air ha inaugurato il primo volo per Jeddah, in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, che va ad aggiungersi ai voli che la compagnia già opera da qualche mese da Milano a Jeddah e da Roma a Riyadh.

La nuova rotta sarà attiva tutto l’anno e servita da voli bisettimanali. Ma la notizia più interessante è che i prezzi dei biglietti partono da 49,99 euro. I nuovi operativi daranno un forte impulso al settore turistico saudita, che sta crescendo a vista d’occhio, contribuendo al programma chiamato “Vision 2030”, che prevede di triplicare il traffico di arrivi nel Paese entro il 2030.

Perché fare un viaggio in Arabia Saudita

L’Arabia Saudita è una terra ricca di storia e di cultura, di bellezze naturali e di luoghi ancora incontaminati. Ma è anche un Paese che sta evolvendo velocemente e sono tantissimi i progetti futuristici in fase di realizzazione. È il sogno di molti, ma finora è stata poco accessibile ai turisti.

Una terra antica

Tra i luoghi più iconici c’è il sito di AlUla, monumenti di straordinaria bellezza che affiorano dalla sabbia del deserto. Un museo a cielo aperto di tombe conservate, crocevia di antiche civiltà e di una storia che affonda le sue radici in tempi lontani. Hegra, oggi conosciuta come Mada’in Salih, era la principale città del regno: qui sono state costruite alcune delle più spettacolari tombe monumentali. E qualcuno l’ha già soprannominata “l’altra Petra”. Qui antico e moderno convivono alla perfezione.

Nel bel mezzo del deserto, tra dune di sabbia, rocce scolpite dal tempo e resti dell’antica civiltà si vedono spuntare installazioni ultramoderne come Maraya, un cubo di specchi realizzato nel 2017, il più grande del mondo, tanto da essere entrato nel libro dei Guinness, che riflette il paesaggio e di cui a malapena si scorge la presenza. È in realtà una sala concerti, ma che ospiterà anche eventi e spettacoli.

L’Arabia Saudita è anche la patria della Mecca, il luogo di nascita del Profeta Maometto e, da sempre, meta di pellegrinaggio anche tra i turisti di religione musulmana, visto che, secondo quanto scritto nel Corano, ogni fedele ha il dovere religioso di visitarla almeno una volta nella vita. Nel periodo di Ramadan sono milioni le persone che si recano nella città più sacra dell’Islam.

Una terra ultramoderna

Come anticipato, l’Arabia Saudita è in grande espansione e sono tanti i nuovi e avveniristici progetti che stanno nascendo e che la rendono una meta incredibilmente desiderabile. Uno degli edifici altrettanto iconici del Paese sta per sorgere nella Capitale Riyadh.

Mukaab sarà un grattacielo a forma di cubo dall’inconfondibile design mediorientale grande quanto 20 Empire State Building, ispirato all’architettura Najdi, quella delle tribù beduine che vivono nel deserto. Sorgerà nel nuovo quartiere di New Murabba nella downtown cittadina. Il principe saudita Mohammad bin Salman bin Abdulaziz, figlio dell’attuale re, l’ha definita “la più grande e moderna downtown del mondo”.

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Fonte: @pif.gov.sa

L’edificio New Murabb a Riyadh, in Arabia Saudita

Natura incontaninata

Il deserto saudita di Rub’al-Khali è tra i più grandi deserti di sabbia al mondo e ricopre la parte più meridionale della Penisola araba che, oltre all’Arabia, comprende anche il sultanato dell’Oman e gli Emirati Arabi Uniti. Ma le dune di sabbia non sono l’unico deserto, c’è anche quello roccioso.

Tabuk è considerata la porta settentrionale della Penisola arabica. Secondo la tradizione, Maometto trascorse tra queste vallate a dir poco spettacolari dieci giorni durante il nono anno dell’Egira. Da non perdere, il Wadi Disah, un canyon di roccia rossa nella quale è cresciuta una rigogliosa oasi ricca di palme.

Questo eccezionale Paese pullula di luoghi isolati e poco conosciuti. Uno di questi è il cratere Al Wahbah, uno dei crateri vulcanici più grandi del pianeta, con pareti alte fino a 250 metri e un diametro di 2 km. Tra i luoghi da vedere assolutamente in Arabia Saudita c’è anche Jebel Fihrayn meglio conosciuto come The Edge of the World. Il soprannome “confine del mondo” è stato creato per sottolineare l’incredibile paesaggio che si può ammirare e che dà la sensazione di essere davvero su un altro Pianeta.

The Edge of the World arabia saudita

Fonte: iStock

The Edge of the World in Arabia Saudita

Il Mar Rosso saudita

Un viaggio in Arabia Saudita non può di certo prescindere da una sosta al mare tra le Isole di Farasan. Situate a circa 50 chilometri dalla costa, al largo della città di Jizan, si tratta di un arcipelago che comprende oltre un centinaio di isole, accarezzate dalle acque limpide e ricche di coralli del Mar Rosso.

E proprio lungo la costa saudita, a Nord di Jeddah, sta sorgendo una nuova meta mare che è destinata a diventare la più cool dei prossimi anni. Il progetto si chiama The Red Sea e si potrà andare a breve grazie a un nuovo aeroporto internazionale che sarà inaugurato nei prossimi mesi. Sarà la più grande destinazione turistica del mondo completamente alimentata da energie rinnovabili ma il cui obiettivo principale sarà anche la rigenerazione ambientale, attraverso un impatto positivo sul territorio, sulla società e sull’economia.

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Fonte: @The Red Sea

Sul Mar Rosso saudita sorgerà uno degli hotel di lusso, il Ritz-Carlton Reserve

Sarà un progetto enorme: 28mila km quadrati che comprenderanno un arcipelago di 90 isole (22 delle quali ospiteranno i 50 resort che sono in fase di realizzazione, mentre nove sono state identificate come riserve naturali), una delle più grandi barriere coralline del mondo con tartarughe marine, delfini coralli, vulcani spenti, un meraviglioso deserto di dune dorate, canyon e montagne e persino dei siti storici. Siete pronti a partire?

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Viaggio a Tràng An, il complesso paesaggistico patrimonio Unesco

Un patrimonio mondiale dell’umanità che emoziona anche solo a immaginarselo. Situato alla sponda meridionale del delta del fiume Rosso, regione immensa del Vietnam, il complesso paesaggistico di Tràng An è uno spettacolo di picchi carsici calcarei e valli, molte delle quali parzialmente sommerse e circondate da ripide scogliere quasi verticali. Ciò che lo rende straordinario non è soltanto lo scenario che strega lo sguardo, al punto da far fatica a distinguere la realtà dalla fantasia, ma anche la storia che l’attraversa e che fa di questi luoghi un regno di scoperte uniche: basti pensare che vi sono presenti tracce di insediamenti umani risalenti ad almeno 30.000 anni fa.

L’antichissima e affascinante storia di Tràng An

Dove ci troviamo esattamente? L’area di pregio paesaggistico di Tràng An, patrimonio Unesco, è situata presso Ninh Bình, città capitale dell’omonima provincia nella regione del delta del fiume Rosso, nel Vietnam settentrionale, a poco meno di 100 chilometri a sud di Hanoi (ecco nove cose da fare quando ci andrete).

L’esplorazione di grotte a diverse altitudini ha rivelato tracce dell’attività umana per oltre 30.000 anni. Ci sono prove che dimostrano come i primi gruppi di cacciatori e agricoltori si siano adattati ai cambiamenti del paesaggio e a quelli climatici più estremi della storia recente del pianeta. Si può intuire come si siano sviluppate le abitudini delle popolazioni locali nei secoli grazie alla presenza di trenta siti archeologici disseminati nell’area, a pitture rupestri e a una incredibile varietà di strumenti in pietra primitivi.

Non sono solo le grotte e i loro tesori antichissimi a regalarci un viaggio indietro nel tempo. La storia millenaria dell’interazione tra esseri umani e natura selvaggia è racchiusa nelle pagode, nei templi e nei villaggi, ma soprattutto nei resti della città di Hoa Lu, la prima capitale del Vietnam indipendente, dopo i precedenti mille anni di dominazione cinese, stabilita strategicamente qui nel X e XI secolo d.C. A dimostrazione di come Tràng An abbia svolto un ruolo centrale nella storia politica della regione. Hoa Lu fu la capitale per 41 anni, fino al 1010, quando prese il suo posto come centro del potere politico la Cittadella imperiale di Thang Long, sede della corte reale fino al 1810. In seguito, la dinastia Trần trasformò quest’area in un centro religioso ed educativo dei membri reali e, da allora, è stata la culla della cultura e del buddismo del Vietnam fino ai giorni nostri.

Un paesaggio eccezionale che strega chiunque

Tràng An è di importanza mondiale per il suo paesaggio tropicale a dir poco eccezionale, con una varietà di coni e torri carsiche e un intricato sistema di corsi d’acqua sotterranei, alcuni dei quali navigabili. Le montagne spettacolari, le grotte segrete e i luoghi sacri di questo patrimonio paesaggistico e culturale creano uno scenario di una calma e bellezza surreali, tanto da ispirare le persone che lo hanno abitato per innumerevoli generazioni.

Tutte queste caratteristiche contribuiscono a creare un’esperienza multisensoriale per il visitatore, accentuata da colori contrastanti e sempre diversi: il verde intenso delle foreste, il grigio delle rocce calcaree e delle scogliere, il blu e smeraldo delle acque e l’azzurro brillante del cielo, cui si aggiungono quelli delle aree utilizzate dall’essere umano, tra cui le risaie dalle inconfondibili tonalità verdi e gialle. I visitatori, trasportati sui sampan – le tradizionali imbarcazioni di legno del posto – condotti da guide locali, sperimentano un’intima connessione con l’ambiente naturale e un rilassante senso di serenità e sicurezza. Semplicemente, un paradiso.

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Gli aeroporti di Roma si preparano all’estate: le novità

Si preannuncia un’estate ricca di novità per chi parte dagli scali della Capitale. La Summer 2023 di Aeroporti di Roma ha, infatti, in serbo per i viaggiatori tanti nuovi collegamenti, in particolare per il Nord America e l’Asia, che rafforzano il ruolo della città come gateway strategico per l’Italia.

La stagione estiva che si appresta ad iniziare viene inaugurata con l’attivazione di oltre 35 nuovi collegamenti aerei. Tra questi, più di 10 verso nuove destinazioni precedentemente mai servite con voli diretti, oltre a una programmazione che si avvicina gradualmente ai livelli pre-pandemia con più di 100 compagnie aeree che serviranno oltre 200 destinazioni verso più di 70 Paesi, collegando così tutti i continenti a Roma.

Aumentano i voli da Roma al Nord America

Il vero protagonista della prossima estate per gli aeroporti capitolini sarà il mercato nordamericano, con una pianificazione che, nei mesi di picco, arriverà a contare 34 partenze al giorno di cui ben 11 solo per New York (qui un’idea di viaggio davvero esclusiva). Un’offerta record, grazie ai nuovi collegamenti che saranno avviati da ITA Airways e agli sviluppi dei vettori americani che arriveranno a offrire un numero di rotte in crescita del 50% rispetto al 2019.

L’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, si posizionerà come terzo hub europeo dopo Londra e Parigi per numero di voli verso la Grande Mela e tra gli scali con la maggior crescita sui voli verso il Nord America, Canada incluso. Le novità continuano con i nuovi collegamenti per San Francisco, nuova destinazione che verrà lanciata nel corso dell’estate da ITA Airways e United Airlines, così come i voli per Città del Messico, grazie al debutto sullo scalo romano di Aeromexico. Aumentano poi le offerte su destinazioni storicamente collegate a Roma. New York vedrà l’ingresso anche di Norse Atlantic Airways come nuovo player con un volo giornaliero.

A partire da giugno, ITA Airways introdurrà un nuovo volo diretto per Washington, mentre l’aumento delle frequenze di Air Canada ed Air Transat renderà disponibili fino a 3 voli giornalieri per Toronto e Montréal. A investire sugli aeroporti romani anche WestJet, che aumenterà la disponibilità di voli per Calgary, unico collegamento diretto dall’Italia verso il Canada occidentale lanciato lo scorso anno, offrendo fino a 5 frequenze settimanali. È prevista, inoltre, una crescita della connettività anche per il Sud America, con il graduale incremento di Aerolineas Argentinas che arriverà a collegare il Leonardo da Vinci con 5 voli settimanali per Buenos Aires.

Nuovi voli per l’Asia e novità per il breve-medio raggio

Altra grande protagonista della Summer 2023 di Aeroporti di Roma sarà l’Asia. Oltre alle destinazioni disponibili per Tokyo Delhi, grazie all’aumento dei voli di ITA Airways già avviati a fine 2022, si assisterà al recupero delle compagnie aeree della Greater China, con la ripresa dei voli per Pechino e Shanghai, e l’incremento di offerta anche verso le città di Chengdu, Hangzhou e Chongqing.

A Fiumicino ci saranno circa 3 voli al giorno verso la Repubblica Popolare Cinese, e il ripristino del collegamento diretto per Taipei, capitale di Taiwan ricca di attrazioni, operato 3 volte a settimana. Roma sarà, inoltre, collegata fino a 2 volte al giorno con Seoul, grazie agli sviluppi di Korean Air ed Asiana, e 5 volte a settimana con Singapore, con la Singapore Airlines.

Restando nel lungo raggio, spicca l’incremento di offerta di Qatar Airways che offrirà in alcuni giorni della settimana fino a 3 voli giornalieri, salendo a 18 frequenze settimanali, così come quella di Gulf Air, partita a giugno 2022, che continua a investire sulla Capitale, introducendo la terza frequenza settimanale per Manama in Bahrain.

Infine, per il breve-medio raggio, nuove e interessanti destinazioni internazionali andranno ad arricchire l’offerta della città direttamente collegate con Roma: tra queste Baku (Azerbaigian), Faro e Funchal (Portogallo), Danzica (Polonia), Memmingen (Germania), Castellón (Spagna) e Bastia (Francia), grazie allo sviluppo di compagnie come Volotea, Vueling, Air Corsica, Wizz Air e Ryanair. In particolare, queste ultime due aumenteranno l’offerta di collegamenti introdotta nel 2022, arrivando a basare rispettivamente 11 e 9 aerei nello scalo di Fiumicino.

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Asia Dubai hotel Viaggi Wanderlust

Ecco com’è dormire nell’hotel più esclusivo del mondo

Organizzare un viaggio a Dubai, lo sappiamo, è sempre un’ottima idea. Visitare la città degli Emirati Arabi Uniti, infatti, è una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dallo shopping nei negozi di lusso, passando per le passeggiate tra gli edifici ultramoderni e futuristici che caratterizzano in maniera univoca il paesaggio urbano, e i bagni nell’acqua turchese e cristallina del Golfo. E poi, ancora, le visite alla celebre Dubai Fountain e all’iconico Burj Khalifa o le gite verso le isole artificiali situate a poca distanza dalla costa.

Un viaggio a Dubai, questo è certo, è destinato a sorprendere e a incantare. Ma oggi c’è un altro motivo per raggiungere la città degli Emirati Arabi Uniti e il suo nome è Atlantis The Royal. Si tratta dell‘hotel più esclusivo del mondo intero, e questa che vi stiamo per descrivere è l’esperienza che potrete vivere alloggiando qui.

Atlantis The Royal: l’esperienza di lusso a Dubai

Chi è stato a Dubai nei mesi a cavallo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, non può non aver notato il grande cambiamento dello skyline della città, considerato uno dei più spettacolari del mondo intero. Proprio qui, nel paesaggio urbano, è sorto un nuovo edificio, quello che ospita l’hotel più esclusivo del pianeta.

Il suo nome è Atlantis The Royal ed è già diventato la nuova icona di Dubai. L’impatto visivo della struttura, un gioiello architettonico che si snoda su una superficie di oltre 400.000 metri quadrati, non è altro che il preludio della grandiosa esperienza offerta dalla struttura ricettiva.

L’hotel, che nel suo punto più alto raggiunge i 178 metri di altezza, è contraddistinto da una struttura monumentale, fatta di un blocco di torri intersecate l’una all’altra e disposte su un lembo di sabbia a Palm Jumeirah di oltre 500 metri bagnata dal mare azzurro e cristallino e messo a disposizione degli ospiti.

Opulenta e regale, la struttura ricettiva si inerpica verso il cielo su 43 piani che ospitano, a loro volta, 795 stanze, tra cui camere matrimoniali, suite di lusso e attici con vista mozzafiato. 44 di queste, inoltre, sono dotate di piscine private che affacciano direttamente sul Golfo di Persico o sullo skyline di Dubai.

Atlatis the Royal, le piscine e l'accesso alla spiaggia

Fonte: Getty Images

Atlatis the Royal, le piscine e l’accesso alla spiaggia

Dormire nell’hotel più esclusivo del mondo

Non è solo l’architettura dell’hotel a incantare, ma è anche la proposta della struttura che mira a stravolgere i sensi di tutti coloro che sceglieranno di soggiornare qui. L’Atlantis The Royal, infatti, ospita 10 ristoranti esclusivi che vantano proposte gastronomiche pensate dagli chef più celebri del mondo, rendendo così l’hotel un unicum nel panorama di riferimento. Ci sono poi anche caffetterie, lounge e locali notturni a completare l’offerta.

Gli ospiti della struttura di Palm Jumeirah avranno accesso diretto alla spiaggia privata, ma potranno anche scegliere di nuotare nelle oltre 90 piscine presenti nell’hotel. La più bella è quella situata all’ultimo piano, si tratta di una piscina a sfioro con vista mozzafiato su tutto il Golfo di Persico.

Ma non finisce qui perché l’Atlantis The Royal ospita anche 10 straordinari acquari, tra i quali anche quello dedicato alle meduse. La presenza di oltre 4000 esemplari di queste creature marine, lo rende il più grande del mondo dedicato alla specie.

Ma quanto costa dormire all’interno dell’hotel più esclusivo del mondo? I prezzi variano in base alla camera scelta, quello che possiamo dirvi è che una suite con terrazzo, e con vista sulla città, costa più di 4000 euro a notte.

Atlantis the Royal

Fonte: Getty Images

Atlantis the Royal
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Asia Bali Indonesia Viaggi Wanderlust

Riconosci questa casa sull’albero? È la star del web e puoi affittarla

Montagne vulcaniche e boschi lussureggianti, risaie, templi sacri e poi, ancora, scogliere e acque cristalline che ospitano e proteggono una meravigliosa barriera corallina. Questa è Bali, un paradiso terrestre, un sogno a occhi aperti che da anni incanta e sorprende viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Le cose da fare e da vedere sull’isola indonesiana sono tantissime, e tutte sono destinate a lasciare senza fiato. Tra le esperienze da non perdere per chi arriva a Bali, non può mancare una visita alla splendida isola di Nusa Penida, situata a circa 15 miglia dalla costa sud orientale.

Proprio qui, in questo luogo incontaminato, esiste una casa sull’albero che è diventata una star del web, la stessa che si è trasformata nello sfondo da sogno di istantanee di immensa bellezza e che offre il panorama più sensazionale di tutto il territorio. Probabilmente, la conoscete già tutti, quello che forse non sapete, però, che questa struttura può essere affittata, e costa pochissimo.

Bali: benvenuti nell’alloggio più fotografato di Instagram

Organizzare una gita a Nusa Penida, dicevamo, è davvero un’ottima idea. Il lembo di terra che appartiene all’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda è un vero gioiello, un paradiso terrestre dove tutto parla di bellezza e natura.

Per i viaggiatori che giungono a Bali, questa destinazione si è trasformata in una meta imprescindibile e i motivi sono diversi. L’isola è la più selvaggia dell’arcipelago e con gli anni è diventata un rifugio straordinario per allontanarsi dal turismo di massa e per instaurare un contatto autentico e primordiale con la natura che caratterizza territorio.

Per rendere l’esperienza ancora più straordinaria, potrete decidere di trascorrere qui la notte in una camera fuori dall’ordinario con vista mozzafiato. Si tratta della casa sull’albero di Rumah Pohon, l’alloggio più instagrammato di sempre.

Rumah pohon, la casa sull’albero che sembra un sogno

La Rumah Pohon Tree House, lo abbiamo già detto, è una vera star sul web. Si tratta della casa sull’albero più fotografata da viaggiatori e turisti, da influencer e instagrammer. È un vero e proprio punto di riferimento per tutti coloro che arrivano a Nusa Penida, non solo per la sua fotogenia, ma anche e soprattutto perché è proprio da qui che si possono ammirare i panorami più incredibili dell’intera isola.

La casa sull’albero si trova nella parte sud-orientale di Nusa Penida, nei pressi di Diamond Beach e Atuh Beach, nella zona opposta aal molo dei traghetti, che sono l’unico mezzo di trasporto  per giungere fino qui.

Gli interni dell’alloggio sono molto spartani e tutti dotati di un letto matrimoniale, mentre i servizi igienici sono a terra. L’accesso alla casa sull’albero richiede un po’ di allenamento, per raggiungere l’alloggio, infatti, è necessario arrampicarsi su ripide scale di legno. Tuttavia, la fatica è ampiamente ripagata una volta arrivati in cima dalla bellezza del panorama.

Ma quanto costa dormire nella casa sull’albero più famosa del web? I prezzi variano in base alla stagione, ma hanno comunque una base di partenza di circa 45 euro a notte. Pochissimo, se pensiamo che qui si vive una delle esperienze più belle di una vita intera. Il vero problema sta nel riuscire a trovare posto. Essendo diventata una start, Rumah Pohon Tree House non è quasi mai disponibile. Ecco perché il consiglio è quello di prenotarla con mesi di anticipo.

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La destinazione che ti paga se ci vai in vacanza

Come tutti sappiamo, per viaggiare verso la destinazione che sogniamo di visitare bisogna pagare. Ma c’è una novità: un Paese è pronto a pagare al posto nostro se ci andiamo in vacanza, un luogo che ha riaperto le frontiere soltanto in ottobre e che tramite questa mossa punta a tornare ai livelli di afflussi pre-pandemia, il tutto entro il 2025.

Taiwan ti paga la vacanza

L’isola-stato in questione è Taiwan, un posto che, seppur non nel radar di tutti, ha molto da offrire: spiagge tropicali, gole profonde scavate da fiumi impetuosi, sorgenti termali e montagne che arrivano a sfiorare i 4000 metri.

E la buona notizia è che questo affascinante fazzoletto di terra è pronto a offrire 5mila nuovi dollari locali (più o meno 155 euro) a 500mila singoli ospiti che la visiteranno nel 2023. Un valore quattro volte superiore (20mila NT, circa 620 euro) sarà invece messo a disposizione di ognuno di 90mila diversi gruppi, sempre in arrivo da oltreoceano.

Il denaro verrà corrisposto in forma digitale dopo l’arrivo dei turisti, e potrà essere impiegato a copertura delle spese affrontate nell’isola, ristorazione e ospitalità incluse.

Se vi state chiedendo da quando tutto questo sarà possibile, purtroppo al momento non è ancora chiaro e non li sono nemmeno i modi per aderire all’iniziativa. “I finanziamenti verranno assegnati nel quadro di diversi eventi di promozione quest’anno, non arriveranno tutti in una volta”, ha dichiarato al Taipei Times il direttore generale dell’ufficio del turismo locale, Chang Shi-Chung.

L’obiettivo di questo piano di incentivi è quello di riportare il numero di arrivi internazionali a valori prossimi a quelli pre-pandemia. Nel 2019, a Taiwan arrivarono 11,8 milioni di turisti, nel 2022 sono stati appena 600mila. Nel 2023, l’isola conta di ospitare 6 milioni di stranieri, e di riportare il dato in milioni in doppia cifra nel 2025.

A quanto ha accennato lo stesso dirigente del turismo, i finanziamenti non sembrano destinati a tutti i turisti internazionali. Verranno privilegiati gli ospiti di quelle aree che Taipei considera strategiche per i suo mercato: Giappone, Corea, Sud Est Asiatico, Hong Kong e Macao, ma anche Europa e Stati Uniti.

Cosa fare assolutamente in Taiwan

In attesa di informazioni più certe, vale comunque la pena sapere cosa mette a disposizione per il viaggiatore Taiwan. Tra le tante attività da fare in luoghi che tolgono il fiato, vi consigliamo di rilassarvi in una delle sue tante sorgenti termali. Da queste parti c’è un’ampia scelta tra strutture private e luoghi pubblici, che però sono spesso nascosti e difficili da raggiungere.

Un altro posto che vi suggeriamo è Taroko Gorges, una gola scavata dal fiume con pareti di granito molto ripide che partendo dalla costa orientale penetra per parecchi chilometri nelle montagne dell’isola.

Poi ancora il geoparco di Yehliu, nel nord dell’isola, che per secoli è stato plasmato da tifoni, terremoti e temperature torride che hanno portato alla nascita di formazioni rocciose davvero stupende.

Infine, Taipei che una volta era considerata la Capitale più brutta dell’Asia, mentre oggi è una città completamente diversa. Per farvi un’idea vi basta visitare il Taipei 101 (per qualche anno l’edificio più alto al mondo) che è il simbolo del cambiamento che quest’isola ha attraversato durante questi ultimi anni.

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In California esiste un angolo di paradiso ispirato al Giappone

Ogni viaggio, si sa, è destinato a regalare emozioni autentiche, uniche e straordinarie che passano per i luoghi che visitiamo e per le esperienze che viviamo, quelle che incantano la vista, riscaldano il cuore e inebriano i sensi. E anche quando crediamo di aver visto tutto di una determinata destinazione, questa torna a sorprenderci con nuove e inedite meraviglie.

Ed è quello che succede ai viaggiatori che giungono a San Francisco, nella città collinare situata a nord della California che affaccia sull’Oceano Pacifico. Proprio qui, tra il suggestivo Golden Gate Bridge, le colorate case vittoriane e i magnifici grattacieli, si trova un luogo incantato. Un’oasi naturalistica e inaspettata che evoca posti lontani.

Si tratta del Japanese Tea Garden, che non è solo il più antico giardino giapponese di tutti gli States, ma è anche un piccolo paradiso terrestre fatto di natura e bellezza che invita cittadini e viaggiatori a staccare da tutto e a scoprire le meraviglie che si ispirano al Giappone. Preparate le valigie, si parte!

Il giardino segreto nel cuore di San Francisco

San Francisco, dicevamo, è una di quelle destinazioni da visitare almeno una volta nella vita. Le cose da fare e da vedere qui sono tante, ma se è un’esperienza unica che volete vivere in città, per staccare da tutto e da tutti e per vivere momenti di autentica bellezza, allora il consiglio è quello di raggiungere il Japanese Tea Garden.

Come il nome stesso suggerisce, il Japanese Tea Garden è un giardino da tè giapponese che proprio alla cultura del Paese del Sol levante si ispira. Situato all’interno del Golden Gate Park, il più grande parco della città, questo luogo permette di fare un viaggio nel viaggio che invita a immergersi tra le bellezze del Giappone pur trovandosi dall’altra parte del mondo.

Le origini del Japanese Tea Garden risalgono al 1894 quando, in occasione della California Midwinter International Exposition, fu creato questo piccolo angolo naturalistico di circa un acro. Al termine della mostra, però, l’architetto paesaggista Makoto Hagiwara fu incaricato di creare un giardino nipponico permanente. Così è nato il Japanese Tea Garden che oggi si snoda su una superficie di oltre due ettari e che è il più antico giardino giapponese degli Stati Uniti d’America.

Japanese Tea Garden, un angolo di Giappone a San Francisco

Fonte: 123rf

Japanese Tea Garden, un angolo di Giappone a San Francisco

Il giardino giapponese in California

Visitare un giardino del tè giapponese è un’esperienza che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita. All’interno di questi luoghi, dove si respira bellezza, pace e silenzio, si ha come la sensazione di perdersi e immergersi all’interno di un dipinto fatto di colori meravigliosi e profumi inebrianti. Una sensazione che si può vivere anche durante un viaggio a San Francisco visitando gli interni del Golden Gate Park.

Una volta arrivati nel giardino nipponico, il paesaggio intorno si trasforma. Appaiono così laghetti, ponti, un tempio buddista e una sala da te, incorniciati da una natura lussureggiante caratterizzata da specie endemiche ordinate sistematicamente.

Passeggiare tra le stradine verdeggianti del giardino, e perdersi in queste, permette ai viaggiatori di lasciarsi alle spalle il caos della città e di godersi un’esperienza autentica all’insegna della bellezza e della natura. Ma non è tutto perché all’interno del Japanese Tea Garden è possibile anche partecipare alla caratteristica cerimonia del tè giapponese all’interno della Tea House.

Japanese Tea Garden, un angolo di Giappone a San Francisco

Fonte: 123rf

Japanese Tea Garden, un angolo di Giappone a San Francisco
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Nasce una nuova compagnia aerea (e un mega aeroporto)

Presto ci sarà una nuova compagnia aerea a servire il Medio Oriente – e a dare del filo da torcere a giganti dell’aria come Emirates e Qatar Airways: a lanciarsi nel settore dei trasporti aerei è l’Arabia Saudita, che ha in progetto anche di ampliare il suo aeroporto principale, con l’obiettivo di renderlo uno dei più importanti scali della regione. Vediamo di che cosa si tratta.

Arabia Saudita, nasce Riyadh Air

Proprio mentre in Italia si discute della nascita di AviaRoma, la nuova compagnia aerea che promette di rivoluzionare il mondo dei viaggi, anche all’estero ci sono importanti novità. L’Arabia Saudita ha annunciato il lancio di Riyadh Air, parte di un più ampio progetto che ha richiesto ben 100 miliardi di dollari di investimento iniziale. L’obiettivo è quello di entrare prepotentemente nel settore del trasporto aereo, cercando di contrastare la concorrenza delle grandi compagnie del Golfo Persico (tra tutte Emirates, Qatar Airways ed Etihad Airways).

Riyadh Air diventerà la seconda compagnia aerea di bandiera dell’Arabia Saudita: il Paese può infatti contare anche su Saudia, fondata nel 1945 e da qualche anno entrata a far parte di SkyTeam. Per differenziarsi da quest’ultima, che ha sede presso l’aeroporto internazionale Re Abdulaziz di Gedda, il nuovo vettore avrà come scalo base l’aeroporto internazionale Re Khalid di Riyad, la capitale del Paese. La compagnia dovrebbe decollare all’inizio del 2025, ma non ci sono ancora informazioni sulle sue rotte: sicuramente si tratterà di voli a lungo raggio, che connetteranno l’Oriente e l’Occidente, con decine di destinazioni in Europa, America, Africa, Asia e Medio Oriente.

In occasione dell’annuncio della nuova compagnia di bandiera dell’Arabia Saudita, è arrivata la notizia dell’importante ordine di velivoli che il regno ha già effettuato. Per iniziare, la flotta di Riyadh Air potrà contare sui 39 Boeing 787 già ordinati (e probabilmente anche sui 33 che il vettore ha opzionato). Il Paese mira così a triplicare i propri passeggeri, per diventare un hub dell’aviazione mondiale come i vicini Stati del Golfo Persico, che hanno già un settore aeronautico particolarmente sviluppato, con compagnie di grande successo in tutto il globo.

L’ampliamento dell’aeroporto di Riyad

Il progetto Vision 2030, che inserirà l’Arabia Saudita tra gli Stati più influenti nel settore del trasporto aereo, include un vero e proprio restyling dell’aeroporto internazionale Re Khalid, a partire dal nome stesso: lo scalo verrà infatti intitolato a Re Salman, l’attuale regnante del Paese. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa saudita, l’aeroporto dovrebbe avere sei piste parallele e si estenderà su un’area di circa 57 km quadrati. L’obiettivo è quello di raggiungere i 120 milioni di passeggeri entro il 2030 e ben 185 milioni entro il 2050.

L’aeroporto internazionale Re Salman potrebbe diventare uno dei più grandi al mondo, offrendo ai suoi passeggeri un servizio di altissima qualità. La progettazione dovrebbe essere affidata allo studio Foster + Partners, artefice di opere straordinarie come la Moor House di Londra e il Kai Tak Cruise Terminal di Hong Kong. All’interno dell’area areoportuale, saranno presenti negozi e ristoranti, ma anche strutture residenziali e ricreative. “L’aeroporto reimmaginerà il terminal tradizionale come un unico circuito servito da più ingressi”- ha annunciato Luke Fox, senior chef di Foster + Partners.

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In India puoi visitare le rovine dell’università che ha cambiato il mondo

Più di 500 anni prima che venisse fondata la celebre Università di Oxford, in India prosperava l’Università di Nalanda, la prima università residenziale al mondo con ben nove milioni di libri e diecimila studenti provenienti dall’Asia orientale e centrale che vi si riunirono per apprendere la logica, la matematica, la medicina e, soprattutto, i principi buddisti da alcuni degli studiosi più venerati dell’epoca.

Risalente al 427 d.C., è la più antica e rilevante università della tradizione buddista in India e, come disse il Dalai Lama, “La fonte di tutta la conoscenza [buddista] che abbiamo, è venuta dal Nalanda“.

Nalanda, uno dei più grandi centri di apprendimento del mondo antico

Negli oltre sette secoli in cui Nalanda fiorì, non esisteva nient’altro di simile al mondo: l’università indiana precedette l’Università di Oxford e l’università più antica d’Europa, quella di Bologna, di più di 500 anni.
Inoltre, l’approccio illuminato di Nalanda alla filosofia e alla religione, ha contribuito a plasmare la cultura dell’Asia anche molto tempo dopo la sua fine.

È interessante notare che i monarchi dell’Impero Gupta che fondarono l’università erano devoti indù, ma simpatizzanti nei confronti del buddismo e del suo crescente fervore intellettuale nonché degli scritti filosofici dell’epoca: le tradizioni culturali e religiose liberali che si diffusero sotto il loro regno avrebbero costituito il nucleo del curriculum accademico multidisciplinare di Nalanda, che fondeva il buddismo intellettuale con una conoscenza superiore in svariati campi.

Infatti, l’antico sistema medico indiano dell’Ayurveda fu ampiamente insegnato a Nalanda, molte istituzioni buddiste trassero ispirazione dal design del campus con cortili aperti racchiusi da sale di preghiera e aule mentre lo stucco qui prodotto influenzò l’arte ecclesiastica in Thailandia, e l’arte del metallo migrò fino in Tibet e nella penisola malese.
Ma forse l’eredità più profonda e duratura di Nalanda sono i suoi risultati in matematica e astronomia: si ipotizza che Aryabhata, considerato il padre della matematica indiana, abbia diretto l’università nel VI secolo d.C.

In più, l’università inviava regolarmente alcuni dei suoi migliori studenti e professori in Cina, Corea, Giappone, Indonesia e Sri Lanka per diffondere gli insegnamenti e la filosofia buddista: questo antico “programma di scambio culturale” ha così contribuito a diffondere e modellare il buddismo in tutta l’Asia.

L’epilogo e il riconoscimento a Patrimonio UNESCO

Nel 1190, Nalanda venne distrutta da una truppa di predoni invasori guidati dal generale turco-afghano Bakhtiyar Khilji, che cercò di estinguere il centro buddista della conoscenza durante la sua conquista dell’India settentrionale e orientale: il campus era così vasto che si narra che l’incendio appiccato dagli aggressori sia durato per tre mesi.

Oggi, il sito archeologico di 23 ettari è probabilmente una mera frazione del campus originale, ma passeggiare al cospetto delle rovine di templi e monasteri evoca la sensazione di come doveva essere apprendere in tale luogo leggendario.
Come in ogni università d’élite, l’ammissione era difficile: gli aspiranti studenti dovevano impegnarsi in un rigoroso colloquio con i migliori professori di Nalanda ma chi aveva la fortuna di entrare poteva imparare dai più venerati maestri buddisti di quei tempi, come Dharmapala e Silabhadra.

I nove milioni di manoscritti di foglie di palma redatti a mano della biblioteca erano il più ricco deposito di saggezza buddista al mondo: purtroppo, soltanto pochi tra i volumi di foglie di palma e fogli di legno dipinti sopravvissero all’incendio, salvati dai monaci in fuga. Ora sono custoditi presso il Los Angeles County Museum of Art e il Museo Yarlung in Tibet.

Nel corso dei sei secoli successivi all’invasione (per cui non è facile stabilire una causa), Nalanda sprofondò gradualmente nell’oblio e rimase sepolta fino a quando venne “scoperta” dal geometra scozzese Francis Buchanan-Hamilton nel 1812 e identificata come “l’antica Università di Nalanda” da Sir Alexander Cunningham nel 1861.

Oggi, le rovine del Grande Monumento dal glorioso passato vantano l’ambito riconoscimento come Patrimonio UNESCO.