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Alla scoperta di Aosta, il fascino eterno della Roma delle Alpi

Nel cuore della Valle d’Aosta sorge una città che è un vero e proprio scrigno di storia e bellezza: Aosta. Dalle dimensioni contenute ma con un patrimonio artistico e archeologico inestimabile, sorprende chiunque la visiti. Tra le sue strade riecheggiano secoli di storia, dalla dominazione romana alle influenze medievali, mentre tutto intorno si stagliano le maestose cime alpine.

Aosta, un tempo conosciuta come la “Roma delle Alpi”, deve il suo nome e la sua fondazione alla grandezza di Roma. Fu infatti fondata con il nome di Augusta Praetoria dopo la vittoria dei Romani sui Salassi, un fiero popolo locale. La posizione strategica della città serviva a tenere sotto controllo i valichi alpini e a consolidare il dominio romano sulla Pianura Padana e il nord Italia.

Dove si trova e come arrivare

Aosta, capoluogo della regione Valle d’Aosta, tra il Piemonte e la Francia, è facilmente raggiungibile in auto, in treno e anche in autobus.

Per chi viaggia in auto, l’autostrada A5 è la via principale per raggiungere la città. Aosta dista circa 100 chilometri da Torino e poco meno di 200 chilometri da Milano. Dal capoluogo lombardo si percorre l’A4 fino a Santhià, per poi immettersi sulla A5 in direzione Aosta. Chi proviene da Roma o dal sud Italia può percorrere l’A1 fino a Milano, per poi seguire l’A4 e la A5.
L’autostrada offre un collegamento diretto anche con la Francia, grazie al traforo del Monte Bianco, a circa 40 chilometri.

Se preferite viaggiare in treno, Aosta è collegata a Torino e Milano con un servizio ferroviario regionale. I treni partono dalle principali stazioni torinesi, Porta Nuova e Porta Susa, con un tempo di percorrenza di circa 2 ore.

Infine, sono disponibili collegamenti in autobus dalle principali città del nord Italia.

Cosa vedere ad Aosta

Aosta conserva un’eccezionale eredità romana, testimoniata da monumenti che, nonostante il passare dei secoli, continuano a raccontare la grandezza di quell’epoca.

L’Arco di Augusto

Maestoso Arco di Augusto ad Aosta

Fonte: iStock

Il grandioso Arco di Augusto

Uno dei simboli più riconoscibili della città, l’Arco di Augusto, fu eretto per celebrare la vittoria dei Romani sui Salassi.

La sua struttura massiccia, a volta a botte, ha subito molte trasformazioni nel corso dei secoli: nel XII secolo ospitava addirittura una fortificazione abitata da una nobile famiglia locale.

Tuttavia, le infiltrazioni d’acqua resero necessaria la chiusura della struttura con blocchi di ardesia. L’aspetto attuale dell’arco è frutto di un restauro avvenuto nel 1912, che ha restituito al monumento parte della sua imponenza originaria.

Il Criptoportico forense

Il Criptoportico forense è un’opera architettonica unica nel suo genere, prova dell’importanza politica e religiosa di Aosta in epoca romana.

Si tratta di una galleria sotterranea a forma di U, composta da arcate in pietra che sorreggevano la piazza sovrastante. Il complesso aveva una funzione sia strutturale, per livellare il terreno, sia simbolica, in quanto fungeva da collegamento tra due templi dedicati all’Imperatore Augusto e alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva).

Oggi, entrando nel Criptoportico, si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo, passeggiando in un ambiente fresco e suggestivo che conserva tuttora intatte le sue antiche atmosfere.

Porta Praetoria

Uno degli accessi monumentali meglio conservati dell’Impero Romano, la Porta Praetoria rappresentava l’ingresso principale della città.

Costruita con imponenti blocchi di pietra locale, presenta tre archi distinti: uno centrale, più grande, per il passaggio dei carri e due laterali per i pedoni.

Lungo le mura si possono ancora osservare i camminatoi delle sentinelle, mentre ai lati si ergono due torri difensive che conferivano maggiore protezione all’antica Augusta Praetoria.

L’imponente architettura, unita all’eccellente stato di conservazione, la rende uno dei punti di maggiore interesse del capoluogo valdostano.

Piazza Chanoux e l’Hôtel de Ville

Il cuore pulsante di Aosta è senza dubbio Piazza Chanoux, un’elegante area pedonale fiancheggiata da splendidi palazzi e impreziosita dalla presenza del Municipio, noto come Hôtel de Ville, raffinato edificio neoclassico costruito nel 1839 sul sito di un antico convento francescano. All’interno, visitabile negli orari di apertura degli uffici comunali, si possono ammirare lo scalone monumentale e un plastico della Valle d’Aosta.

Dedicata al martire della Resistenza Émile Chanoux, la Piazza è il punto di ritrovo per eccellenza di residenti e turisti, grazie ai caffè storici e alle numerose manifestazioni che vi si svolgono durante l’anno.

Qui spicca anche il monumento all’Alpino, eretto nel 1924 per celebrare i soldati valdostani, e due fontane che simboleggiano i corsi d’acqua della regione, la Dora Baltea e il Buthier.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta

La Cattedrale di Santa Maria Assunta è il principale edificio religioso di Aosta e una delle chiese più affascinanti della regione.

Sorge nell’area che un tempo era il Foro Romano e le sue origini risalgono al IV secolo, ma la struttura attuale è il risultato di secoli di modifiche e restauri. L’interno, a tre navate, custodisce pregevoli affreschi dell’XI secolo, un pavimento musivo con raffigurazioni simboliche dei fiumi Tigri ed Eufrate e un’imponente cripta romanica.

La facciata si distingue per il portico rinascimentale con decorazioni in cotto e affreschi raffiguranti scene della vita di Maria. Sul retro, le due torri campanarie, alte oltre 60 metri, dominano il panorama della città.

Il Teatro Romano

Veduta del Teatro Romano di Aosta

Fonte: iStock

Scorcio dell’area del Teatro Romano di Aosta

Uno dei siti archeologici più spettacolari di Aosta è il Teatro Romano, che in origine poteva ospitare fino a 4.000 spettatori.

La facciata meridionale, alta circa 22 metri, presenta una serie di archi sovrapposti che incorniciano le aperture originali.

Era lo scenario ideale per spettacoli teatrali e celebrazioni pubbliche, e ancora oggi è possibile osservare i resti della cavea e dell’orchestra. Durante il Medioevo, la struttura venne parzialmente inglobata in costruzioni private, ma gli scavi e i restauri del Novecento hanno permesso di riportare alla luce lo splendore di un tempo.

La Collegiata di Sant’Orso

Nella parte orientale del centro storico, la Collegiata di Sant’Orso è un assoluto gioiello dell’architettura medievale.

Il magnifico complesso comprende la chiesa, il chiostro romanico e il priorato, con decorazioni e sculture di rara bellezza.

Di particolare fascino è il chiostro, le cui colonne sono ornate da capitelli scolpiti con scene bibliche. La chiesa conserva affreschi del periodo romanico e una suggestiva cripta.

All’esterno, si fa notare il famoso tiglio di Sant’Orso, piantato secondo la leggenda dal santo nel 1530, oggi un monumento naturale protetto.

La Chiesa di San Lorenzo

Affacciata sulla piazza della Collegiata di Sant’Orso, anche la Chiesa di San Lorenzo è una delle testimonianze più interessanti della storia religiosa della città valdostana.

Sebbene l’attuale edificio risalga al XVII secolo, le sue fondamenta celano una struttura paleocristiana del V secolo, utilizzata per sepolture fino al XVIII secolo.

Gli scavi hanno portato alla luce le tombe di alcuni dei primi vescovi di Aosta e un prezioso reliquiario. Oggi la chiesa superiore è adibita a spazio espositivo, mentre quella inferiore conserva intatta la sua atmosfera antica.

L’Area Megalitica di Saint Martin de Corléans

Poco fuori dal centro storico da vedere è l’Area Megalitica di Saint Martin de Corléans, area archeologica aperta al pubblico pochi anni fa, un luogo di culto dove, migliaia di anni fa, si svolgevano rituali legati alla fertilità e alla celebrazione della vita e della morte.

Nel Neolitico, il sito era caratterizzato dalla presenza di arature rituali e pali lignei, che vennero sostituiti da imponenti stele antropomorfe in pietra che, con il passare del tempo, andarono a formare una sorta di pantheon a cielo aperto, a sottolineare il profondo legame con il divino. In seguito, divenne una necropoli, con la costruzione di dolmen monumentali destinati ad accogliere le sepolture dei defunti.

Il museo annesso espone una ricca collezione di reperti e ricostruzioni che aiutano a comprendere meglio la straordinaria storia dell’area.

Cosa fare ad Aosta

Aosta regala un’esperienza autentica a chiunque desideri trascorrere una vacanza in perfetto equilibrio tra storia, paesaggi da favola e tradizioni secolari.

Per gli appassionati di sport invernali, il comprensorio sciistico di Pila è una meta imperdibile. Collegato alla città da un impianto di risalita, Pila vanta oltre 70 chilometri di piste perfettamente innevate, adatte sia agli sciatori esperti che ai principianti. Invece, durante l’estate, la località si trasforma in un paradiso per gli amanti del trekking e della mountain bike, con sentieri panoramici che si snodano tra i boschi e le vette alpine.

Se preferite un’attività più avventurosa, il Parco Avventura di Pila propone percorsi tra gli alberi, ponti tibetani e teleferiche e regala così emozioni forti in un contesto naturale sorprendente.

Aosta è anche una città di tradizioni secolari, e uno degli eventi più attesi è la Fiera di Sant’Orso, che si tiene ogni anno il 30 e 31 gennaio. La storica manifestazione, soprannominata “La Millenaria”, è un omaggio all’artigianato valdostano e trasforma il centro storico in un grande mercato dove gli artigiani espongono le loro creazioni in legno, ferro battuto e tessuti tradizionali.

Nel periodo estivo, un evento simile è la Foire d’été, che si svolge nel mese di agosto e permette di scoprire e acquistare i manufatti locali in un’atmosfera più rilassata rispetto alla versione invernale.

Chi visita Aosta non può perdersi un itinerario enogastronomico per assaporare le eccellenze della cucina valdostana. Tra i piatti tipici vanno citati la fonduta, preparata con la rinomata Fontina DOP, e la polenta concia, condita con burro e formaggi locali. Nei molti ristoranti e agriturismi della città è possibile degustare anche salumi tipici come il lardo di Arnad e la mocetta, accompagnati da un bicchiere di vino valdostano, come il celebre Torrette o il Blanc de Morgex.

Infine, per chi ama il relax e il benessere, le Terme di Pré-Saint-Didier, a meno di un’ora di auto, sono la scelta perfetta per una pausa rigenerante tra piscine termali all’aperto con vista sul Monte Bianco e trattamenti esclusivi ispirati alla natura di montagna.

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Aosta compie 2050 anni, gli imperdibili eventi per celebrare il traguardo

Aosta si prepara a celebrare un anniversario straordinario: i 2050 anni dalla sua fondazione come Augusta Praetoria, voluta dall’imperatore Ottaviano Augusto.

In occasione di una così importante ricorrenza, la giunta regionale della Valle d’Aosta ha stanziato una prenotazione di spesa di 757 mila euro, destinati a un ricco calendario di eventi che vedrà insieme storia, cultura e dialogo tra passato e futuro. L’assessore ai Beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, ha sottolineato che il programma è il frutto di una collaborazione tra il Comune di Aosta e svariate strutture della soprintendenza ai Beni culturali.

Il primo appuntamento ufficiale è previsto per il solstizio d’inverno 2024, con una presentazione dettagliata dei festeggiamenti, che entreranno nel vivo con il nuovo anno.

Il legame di Aosta con il solstizio d’inverno

Il solstizio d’inverno non è soltanto un evento astronomico, ma un momento simbolico che collega la fondazione di Aosta alla rinascita della luce: così, tra il 20 e il 21 dicembre 2024, una serie di eventi darà il via al percorso celebrativo.

Conferenze, laboratori, performance teatrali e concerti uniranno scienza, mitologia e teologia, e proporranno una riflessione sulla luce e sul significato simbolico della nascita della città. Tra gli appuntamenti più attesi, ecco “LUCE“, ovvero l’osservazione del sorgere del sole al Cardo Maximus, un’esperienza immersiva che esplora il profondo legame tra luce e vita, seguita da approfondimenti con esperti.

Per i più piccoli e le famiglie, il Museo Archeologico Regionale ospita il laboratorio “La nascita di una città“, che racconta la storia di Augusta Praetoria, regalando ai partecipanti un suggestivo “viaggio nell’antica Roma”.

Mostre, convegni e archeologia: il cuore delle celebrazioni

Le celebrazioni partiranno il 21 marzo 2025, giorno dell’equinozio di primavera, l’evento che segnerà l’inizio di un anno dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Aosta.

L’8 maggio 2025 vedrà l’inaugurazione di una mostra presso l’Area megalitica, un’opportunità senza pari per conoscere da vicino la realtà di due città romane. Nei giorni successivi, il 9 e 10 maggio, un convegno scientifico esplorerà l’eredità delle città di fondazione augustea, culminando il 9 maggio in un concerto dedicato alla Giornata dell’Europa.

A giugno, in occasione delle Giornate europee dell’archeologia, una settimana di eventi sarà dedicata alla valorizzazione del patrimonio archeologico, con visite a luoghi nascosti della città e attività per scoprire angoli poco conosciuti di Aosta.

Teatro e rievocazioni: un’estate all’insegna della cultura

L’estate 2025 vedrà il ritorno del teatro riscoperto. Nell’attesa della riapertura dell’area archeologica del Teatro Romano, restaurata e valorizzata, il piazzale “ex Birreria” ospiterà spettacoli estivi che daranno nuova vita alla storia antica del capoluogo valdostano.

Ad agosto, una due giorni sarà dedicata all’antica Roma delle Alpi, con rievocazioni storiche, attività interattive e laboratori aperti a tutti, per immergersi nella vita quotidiana dell’epoca romana.

Tra settembre e ottobre 2025, le celebrazioni si concentreranno poi sul tema del restauro, grazie a ricerche e a progetti che legane discipline differenti come l’archeologia, l’archivistica e le tecniche audiovisive: sarà un momento prezioso per riflettere sull’importanza della conservazione del patrimonio culturale con uno sguardo al futuro.

Il gran finale: il solstizio d’inverno 2025

Le celebrazioni culmineranno a dicembre 2025 con un evento dedicato alla rievocazione dei riti di fondazione delle città romane, in concomitanza con il solstizio d’inverno. Una cerimonia speciale chiuderà così l’anno di festeggiamenti e renderà, ancora una volta, omaggio alla storia di Aosta e al suo ruolo come ponte tra passato e futuro.

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Mercatini di Natale ad Aosta: le date e cosa bisogna sapere

La Valle d’Aosta ha inaugurato il periodo più magico dell’anno. Fino a inizio gennaio le festività si tingono dei colori della tradizione e riempiono di allegri e pittoreschi mercatini il territorio, regalando ai visitatori di tutte le età atmosfere fiabesche e l’opportunità di trovare il regalo perfetto, tra prodotti tipici e il meglio della produzione artigianale valdostana. Ecco cosa sapere sui Mercatini di Natale ad Aosta e sugli altri eventi imperdibili della regione più piccola d’Italia.

Mercatini di Natale ad Aosta, cosa sapere

Tutti i giorni, fino al 7 gennaio 2024, le vie e le piazze del centro storico di Aosta si trasformano in un affascinante Mercatino di Natale a cielo aperto, che riempie di luci, colori e atmosfere magiche il territorio della regione più piccola d’Italia. Si chiama “Marché Vert Noël”, e si articola in alcuni luoghi simbolo del capoluogo valdostano.

Le piazze Roncas, Caveri e Giovanni XXIII – quest’ultima conosciuta come piazza della Cattedrale – ospitano per più di un mese un incantevole villaggio alpino, ricco di idee regalo per celebrare al meglio il Natale. È possibile trovare manufatti di artigianato tipico valdostano, prodotti enogastronomici del territorio, oggetti d’antan e ispirazioni nordiche. Il tutto è allestito sui banchi delle tipiche casette in legno della tradizione natalizia.

I Mercatini di Natale offrono anche l’occasione di regalarsi una passeggiata tra i monumenti simbolo della città e punti di interesse, come le torri medievali, Porta Praetoria, il museo archeologico, la Cattedrale, la Collegiata di Sant’Orso e il Teatro Romano.

Gli altri eventi natalizi da non perdere

Risalendo la valle di Gressoney, è possibile immergersi in un’altra importante tradizione. Qui si parla walser, l’antica lingua germanica, e a Gressoney-La-Trinité, il Mercatino di Natale, si chiama – non a caso – “Wiehnacht Märt”. Per tutta la giornata di sabato 2 dicembre, nell’isola pedonale del paese, si potrà visitare la mostra-mercato con le creazioni degli artisti locali e acquistare i prodotti agroalimentari della regione, mentre bambini e bambine potranno incontrare Babbo Natale e i suoi elfi nella sua casa. Sempre a Gressoney, martedì 5 dicembre si celebra San Nicola – “SanKt Kloas” – festa ispirata alla tradizione germanica, un’usanza della minoranza walser ancora molto sentita dai più piccoli.

Il Petit Marché du Bourg a Châtillon si svolgerà quest’anno nel borgo del paese il 2 dicembre, raggruppando circa 100 espositori che propongono oggetti e decorazioni natalizie, candele, artigianato tipico, decoupage e cartonage, fiori secchi, pizzi e ceramiche.

Il vischio, invece, già noto come simbolo di prosperità presso le popolazione celtiche, ha una sua festa, organizzata a Saint-Denis, nella Valle Centrale, per rievocare l’antica tradizione della raccolta di questa pianta beneaugurante che cresce nei boschi circostanti. La Festa del Vischio è programmata, come da tradizione, per l’8 dicembre, dove sono immancabili i banchi di un mercatino tipico e l’accensione di un falò druidico. Il 9 dicembre sarà la volta del Petit Marché de Noël, a Brusson, nella val d’Ayas, piccolo e delizioso mercato di prodotti dell’artigianato.

Dal 7 al 9 dicembre, nel borgo di Hône si svolgerà la Festa della Micòoula, la sagra dedicata al tipico pane nero di segale con castagne, noci, fichi secchi, uva passa, e, talvolta, anche scaglie di cioccolato. Una vera prelibatezza del patrimonio gastronomico valdostano. In origine la micòoula — che già in epoca medievale era preparata a dicembre — era l’antico pane con castagne tipico della vallata di Champorcher. Poi, arricchita negli ingredienti, si è imposta come dolce natalizio, destinato ad allietare anche le successive veglie invernali nel villaggio di Hône. Il mercatino, evento principale della festa, si svolge l’ 8 dicembre, dal mattino, in occasione dell’Immacolata. Durante la giornata, gli abitanti del posto propongono dimostrazioni di impasto e cottura del pane.

Le festività natalizie a Bard

In occasione delle festività, il borgo medievale di Bard, all’ombra dell’imponente Forte, ospita tante iniziative per tutta la famiglia. Il 10 dicembre torna il tradizionale Mercatino di Natale, che si aggiunge all’atmosfera magica dei presepi e agli gnomi natalizi. Prevista, inoltre, la seconda edizione dello spettacolo delle “Lumières de Noël au Fort de Bard – Luci di Natale al Forte di Bard”. Si tratta di uno spettacolo immersivo a 360° di video mapping nella grande Piazza d’Armi della fortezza, dove le facciate saranno lo scenario di un’atmosfera scintillante a tema “La Valle incantata”, in omaggio alle tradizioni e ai paesaggi della Valle d’Aosta.

Mercatini di Natale di Aosta: info utili

Il Marché Vert Noël rimarrà aperto tutti i giorni, fino al 7 gennaio 2024, nei seguenti orari:

  • dal lunedì al venerdì, dalle 11 alle 20
  • sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 22
  • il giorno di Natale e il giorno di Capodanno, dalle 15 alle 20

Come raggiungere Aosta

Torino è collegata direttamente con l’autostrada A5 e dista solo 55 km da Pont-Saint-Martin – porta “Est” della Valle d’Aosta e primo comune che si incontra entrando in Valle d’Aosta – 98 km dal capoluogo regionale Aosta (uscita Aosta Est) e 136 da Courmayeur. Provenendo, invece, da Milano (164 Km), lungo l’autostrada A4 occorre imboccare il raccordo a Santhià, in direzione Aosta. Limitato anche il tempo di percorrenza per chi proviene da Genova (226 km).

Raggiungere la Valle d’Aosta in treno è una buona alternativa al traffico stradale e alla nebbia dei mesi invernali, oltre che all’inquinamento. La stazione ferroviaria di Aosta è ubicata vicino al centro storico della città e nell’immediata prossimità della stazione di partenza della telecabina che collega il capoluogo valdostano al comprensorio sciistico di Pila. Aosta è collegata senza cambi con le stazioni di Torino Porta Nuova e Torino Porta Susa, con oltre 20 corse giornaliere, e un tempo di percorrenza inferiore ai 120 minuti. Le principali stazioni ferroviarie valdostane che si incontrano lungo il tracciato (Pont-Saint-Martin, Verrès e Châtillon/Saint-Vincent) sono collegate alle valli laterali da servizi bus con partenze generalmente correlati agli orari dei treni.

Arrivare in treno da Milano è possibile in circa 180 minuti, con un cambio treno alla stazione di Chivasso. Attenzione: per lavori di elettrificazione della ferrovia, il servizio di trasporto lungo il tratto Ivrea-Aosta, dal 3 gennaio 2024 fino al 13 dicembre 2026 sarà effettuato mediante autobus.

Gli aeroporti più vicini sono Milano Malpensa e Torino. Per i camperisti, infine, sono presenti 2 parcheggi: viale Piccolo San Bernardo (parcheggio antistante il cimitero) a pochi minuti dalla città, gratuito, e CamperPark (via Caduti del lavoro) vicinissimo al centro, custodito e a pagamento.

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Apre un nuovo sito che racconta la storia dell’antica Roma (e non solo)

L’11 novembre (e da lì nei giorni seguenti) nel nostro Paese succederà qualcosa di straordinario: rispalancherà le porte al pubblico, dopo un’attenta e meticolosa operazione di rinnovamento, un gioiello archeologico pregno di antichi riti fondativi, tumuli funerari, dolmen e stele di pietra dal profilo umano, in cui fare un’immersione fisica nel passato, un’esperienza eccezionale per comprendere meglio le origini e la complessità della storia umana.

Riapre l’Area megalitica di Aosta del passato

Scoperta solo nel 1969, l’Area megalitica di Aosta alza di nuovo il sipario sul passato. Si tratta di uno dei siti più interessanti e ricchi d’Europa e, dopo essere stata chiusa per via di una profonda operazione di rinnovamento e riallestimento, torna da essere visitabile a partire dall’11 novembre.

Un posto davvero straordinario perché in un’area di circa un ettaro sono riassunti sei millenni di storia umana, da scoprire grazie a una struttura realizzata a protezione degli scavi dai quali, piuttosto recentemente, sono emerse anche orme umane.

Come funziona la visita

Il nuovo allestimento si presenta a partire dall’ingresso, che è stato spostato all’angolo tra corso Saint-Martin-de-Corléans e via Italo Mus. Lasciandoci alle spalle i ritmi frenetici della città, varchiamo la sua soglia per entrare in uno spazio protetto da una grande vetrata, impreziosita da una luce soffusa.

Un corridoio, la Rampa del Tempo, grazie a cui fare un viaggio nei secoli insieme al supporto di elementi tridimensionali. Si entra quindi nell’area coperta, una grande “navata” che custodisce strutture preistoriche, datate dalla fine del Neolitico all’età del Bronzo Antico.

C’è poi un preziosissimo piano seminterrato in cui ammirare i risultati di uno scavo iniziato più di cinquant’anni fa, e che oggi ci permette di scoprire testimonianze intatte di un passato ancora avvolto nel mistero. A fianco si apre una “Sala immersiva”, sulle cui pareti sono proiettate delle immagini che illustrano la successione delle fasi archeologiche. Allo stesso livello si trova anche la “Sala civica”, attrezzata per ospitare conferenze e incontri.

La fase più antica risale al quinto millennio avanti Cristo, ed è quella dell’aratura cultuale, carica di simbolismi. L’itinerario prosegue soffermandosi su pali di legno e lastre litiche, fino ad arrivare nella “Grande Sala delle stele”, con tantissime sculture antropomorfe in pietra che riproducono uomini e donne con abbigliamento, ornamenti, armi.

Arriviamo poi alla fase della transizione tra età del Rame ed età del Bronzo, all’inizio del II millennio a.C, sfociando in una sala dedicata alla Protostoria. Il simbolo di questa trasformazione è un grande tumulo funerario che per la prima volta si può ammirare con il suo piano di calpestio originale.

Continuiamo a salire di livello per catapultarci nell’epoca romana. Qui una prima sezione riguarda l’insediamento rustico ed è pregna di oggetti legati alla vita quotidiana risalenti ai tempi di Augusta Praetoria, l’antica Aosta. Una seconda sezione permette di visitare le necropoli scavate lungo la strada, sotto la chiesa parrocchiale e l’asilo: ci sono quasi 20 tombe che al loro interno contenevano ricchissimi corredi.

Conclude il percorso la sezione medievale: in quest’epoca l’area di Saint-Martin-de-Corléans presentava varie strutture che gravitavano intorno alla piccola chiesa locale, citata in una bolla papale del 1176.

In occasione di questa grandissima e attesissima riapertura, nelle giornate di sabato 11 e domenica 12 novembre, verranno proposte visite guidate gratuite a cura degli archeologi della Soprintendenza dalle ore 10.00 alle 18.00. In seguito, da lunedì 13 a domenica 19 novembre, saranno a disposizione visite accompagnate gratuite con orario continuato 10.00 -18.00.

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L’albergo diffuso arriva anche in Valle d’Aosta

Anche la Valle d’Aosta ha introdotto la formula dell’albergo diffuso, nell’ambito del rinnovamento della propria offerta alberghiera.

La Giunta Regionale, infatti, ha approvato i nuovi requisiti per quanto riguarda la classificazione degli alberghi.

Le parole dell’Assessore al Turismo

L’annuncio del via libera in Valle d’Aosta all’albergo diffuso è arrivato dall’Assessore regionale al turismo, Giulio Grosjacques.

L’approvazione dei nuovi requisiti per la classificazione degli alberghi, delle Residenze turistico-alberghiere ed il “via libera” alla realizzazione di alberghi diffusi in Valle d’Aosta rappresentano uno strumento regolamentare che gli operatori della ricettività alberghiera attendevano da tempo.

La nuova classificazione porterà la nostra regione ad innalzare ulteriormente il livello qualitativo degli alberghi per acquisire sempre più attrattività sia sul mercato domestico che sui mercati turistici internazionali: ma la novità forse più importante di questa nuova classificazione riguarda la regolamentazione degli alberghi diffusi, che potranno essere realizzati in un raggio di 500 metri rispetto all’edificio che ospita i servizi di ricevimento“.

Pensando agli alberghi diffusi, ha poi aggiunto: “Penso a tutti i nostri paesi caratterizzati da borghi storici interessanti oppure che siano posizionati in prossimità di forti attrattori turistici e che potranno pensare ad uno sviluppo del loro territorio nella direzione del recupero urbanistico piuttosto che della sostenibilità ambientale“.

La nuova proposta di classificazione

La proposta di classificazione che verrà introdotta, prevede

  • l’ammodernamento di ogni requisito obbligatorio, strutturale, impiantistico e di servizio delle strutture alberghiere per rimanere al passo con la sopraggiunta evoluzione del comparto turistico-ricettivo;
  • l’introduzione, per gli alberghi dei due nuovi livelli di classificazione “3 stelle superior” e “4 stelle superior“;
  • per le RTA (Residenze Turistico Alberghiere) l’aggiunta del livello “5 stelle” per dare ulteriore qualità all’offerta già presente.

La classificazione aggiornata sarà attiva da subito per tutte le attività alberghiere di nuova realizzazione e per tutte quelle già in funzione che vogliano passare a un livello superiore oppure a quelle oggetto di significativi interventi di riqualificazione.

Albergo diffuso di cosa si tratta

Diamo ora uno sguardo a cosa si intende per “albergo diffuso“.

Di recente diffusione in Italia ed Europa, si tratta di una modalità di sviluppo del territorio che va a inserire le strutture ricettive all’interno di un centro abitato con gli alloggi dislocati in vari edifici sparsi per le vie, di solito stabili antichi e di pregio, ristrutturati e ammodernati, dotati di tutti i comfort.

E’ una tipologia di turismo sostenibile, green, dal bassissimo impatto ambientale poiché prevede la ristrutturazione e non l’ulteriore costruzione.

Ma non è tutto: ha salvato, e salva, dall’abbandono innumerevoli paesi e borghi disabitati, portando linfa vitale in zone che hanno ancora tanto da offrire, nel pieno rispetto della natura.

E poi, non certo per ultime, le relazioni umane che, nell’albergo diffuso, rivestono una notevole importanza.

Infatti, realtà costituite da poche persone permettono di stringere legami più forti e genuini, nulla a che vedere con il turismo di massa.

Chi sceglie per le proprie vacanze un albergo diffuso, ha l’occasione di rilassarsi davvero, di vedere il mondo da un’altra prospettiva e di tornare a casa arricchito da un bagaglio di esperienze ineguagliabile.

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Dove è stata girata la fiction Tv “Rocco Schiavone”

Rocco Schiavone, protagonista della fiction televisiva di RAI 2, giunta alla quinta stagione, è tratto dal protagonista letterario dei romanzi polizieschi di Antonio Manzini, editi da Sellerio.

Schiavone, interpretato da Marco Giallini (che, per i buoni rapporti con la Regione, è stato insignito nel 2019 dell’onorificenza di “Ami de la Vallée d’Aoste”)., è un vicequestore in forza alla Polizia di Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni ad Aosta, dove è stato trasferito per motivi disciplinari.

E il Capoluogo valdostano e la Valle d’Aosta sono infatti il set dove sono state ambientate le vicende che lo vedono protagonista, insieme all’agente Michele Deruta (l’attore Massimiliano Caprara) e alla sua squadra, in casi di omicidi efferati compiuti tra le valli e sulle cime alpine.

I luoghi della quinta stagione (spoiler)

Come nel primo episodio della quinta stagione, intitolato “Il viaggio continua”, dove viene ritrovato un cadavere sul Monte Bianco, all’altezza di Punta Helbronner, al confine tra Italia e Francia. Questo luogo è meglio noto per la celebre Skyway Monte Bianco, la funivia con vista a 360 gradi che parte da Courmayeur e che, in circa 20 minuti, porta su a 3.462 metri di quota.

Ci troviamo al confine tra Italia e Francia, nelle Alpi Graie, che in parte sono anche su territorio svizzero. Gli amanti della montagna conoscono bene questi posti dove è possibile fare escursioni, la più bella delle quali è la traversata che giunge alla Aiguille du Midi, la guglia più alta delle Aiguilles de Chamonix, nella parte settentrionale del massiccio del Monte Bianco, un trekking di modeste difficoltà tecniche, ma di grandi panorami.

La Aosta di Rocco Schiavone

Aosta resta sempre il comun denominatore negli episodi di tutte le serie di “Rocco Schiavone”, una città piccola e fredda che, per il carattere schivo e burbero del vicequestore, è perfetta.

Per l’abitazione di Schiavone è stato usato Palazzo Ansermin, nel pieno centro storico, uno splendido edificio interamente restaurato e sorto nel XVIII secolo grazie a François René di Nus, in onore del quale, in passato, l’edificio era generalmente noto come Palazzo dei baroni di Nus. L’appartamento di Rocco si trova proprio sopra il grande stemma che sovrasta il portone d’ingresso.

Quando non è in Questura né a casa, il vicequestore trascorre molto tempo al Caffè Nazionale, un indirizzo storico che si trova sotto il porticato della grande piazza Emile Chanoux, la più importante e centrale di Aosta, dove a Natale vengono allestite le casette del mercatino.

Se desidera restare solo con i propri fantasmi (specie quello della moglie Marina, morta ammazzata) si reca spesso nel Teatro Romano, uno dei luoghi simbolo di Aosta, soprannominata anche Roma delle Alpi”. Aosta è la seconda città d’Italia con il maggior numero di luoghi e reperti di epoca romana.

La città venne infatti fondata nel 25 a.C. con il nome di “Augusta Praetoria” è proprio dai romani, Ancora oggi restano tantissime tracce evidenti del loro passaggio, a partire le strade che partono da quelle che un tempo erano il cardo e il decumano, le vie principali. Oltre al teatro Romano, nel centro storico è rimasta la Porta Pretoria, conservata in uno stato quasi perfetto, l’Arco di Augusto, eretto per celebrare il successo bellico dei Romani sui Salassi, il foro e il criptoportico sotterraneo.

Le altre location in Valle d’Aosta

Oltre alle indagini di Rocco Schiavone in tutta provincia di Aosta, che mostrano le bellezze di questa splendida Regione alpina in lungo e in largo, alcune location di riferimento si trovano fuori città. È il caso del luogo che ospita la Questura dove lavora il protagonista e che in realtà è un bar all’interno del cementificio di Cogne, dove si può accedere liberamente.

Era un’azienda siderurgica, nata nei primi del Novecento, seppur con un altro nome. Elemento chiave dello sviluppo cittadino, economico, demografico e urbano la sua apertura portò alla realizzazione di nuovi quartieri popolari, tra cui il Quartiere Cogne. È proprio qui che la produzione ha ricostruito la sede del commissariato, luogo di partenza delle indagini del vicequestore.

 

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Pila, piccola perla della Valle d’Aosta con vista sul Bianco e il Cervino

Cuore della Valle d’Aosta, dai suoi 1800 metri Pila domina la città di Aosta e gode di un invidiabile posizione panoramica con emozionante vista sui leggendari “4000” della regione: il Monte Bianco a ovest, il Cervino, il Grand Combin e, a est, il Monte Rosa.

Comprensorio sciistico d’eccellenza, è un’ambita località turistica in tutte le stagioni, capace di offrire divertimento e momenti indimenticabili a pieno contatto con una natura spettacolare.

Pila, estate tra sport e natura

In uno scenario idilliaco disegnato da ampi spazi, silenzio e aria cristallina, Pila è la meta ideale per lasciarsi alle spalle i rumori e la frenetica vita di città e per dedicarsi agli sport all’aria aperta: escursionismo, downhill, freeride, trekking e mountain bike.

Pila_estate

In estate, la splendida località spicca per la fitta rete di sentieri di varia difficoltà, in grado di soddisfare le esigenze sia delle famiglie con bambini sia degli escursionisti e alpinisti più esperti.

Imperdibile è, ad esempio, il Lago di Chamolé, limpido specchio d’acqua abbracciato da una verde conca da cui si apre un panorama favoloso sul Gran Combin, il Monte Bianco e la Valle del Gran San Bernardo: lo si raggiunge da Pila con la seggiovia di Chamolé che porta a quota 2003 metri e, da lì, imboccando il sentiero 19c, perfettamente segnalato.

Dal lago, i più esperti potranno proseguire alla volta del Col de Tza Sèche, della Becca di Nona a 3142 metri o impegnarsi nell’ascesa al Monte Emilius dove, sulla cresta ovest, è presente una via ferrata storica, destinata ai soli alpinisti con esperienza e buona resistenza fisica.

Pila valle d'aosta

Fonte: Ufficio Stampa

Passeggiate in quota a Pila

Novità del 2020, è poi il sentiero n. 22 che da Pila consente di arrivare a Chamolé e ammirare così tutta la bellezza del comprensorio al proprio ritmo.

Per gli appassionati delle due ruote, Pila è un assoluto punto di riferimento grazie al Bike Stadium di downhill ed enduro con 16 piste dai vari gradi di difficoltà: unica nel suo genere e molto ambita è la Pila-Aosta free ride, con un dislivello di 1170 metri e una lunghezza di 8 chilometri che possono arrivare fino a 11 sfruttando i tracciati più a monte.

La nuova flow trail è invece una pista divertente, adatta a tutti i bikers, anche ai più piccoli, da percorrere rigorosamente in discesa.

Sono poi attivi  i noleggi di bici ed e-bikes e due scuole di mtb con interessanti proposte per clienti individuali, gruppi e anche accompagnamento e-bike.

Centro di riferimento per lo sci in inverno

Durante la stagione invernale, il comprensorio sciistico di Pila attrae ogni anno migliaia di appassionati di sci e sport sulla neve con i suoi 70 chilometri di piste per tutti i livelli (4 piste nere, 21 rosse, 4 blu, più i tracciati percorribili con gli sci), che vanno da un’altitudine di oltre 1500 fino a quasi 2800 metri.

Pila-neve

Fonte: Snapseed

Le piste innevate di Pila in Valle d’Aosta

Ma non è tutto: Pila è una stazione “sci ai piedi” con accesso diretto agli impianti dai residence e dagli alberghi e offre uno snow park a circa 2200 metri di altitudine (un’area freestyle realizzata per soddisfare le esigenze degli acrobati della neve), piste per freeride, itinerari per racchette da neve, una pista Fun Slope, per il divertimento a ogni età, 15 impianti, fra seggiovie, ovovia e funivia per una comoda risalita, e due piste di scialpinismo.

Sono due le scuole di sci che, complessivamente, vantano oltre 170 maestri, accolgono allievi di tutte le età, livello e volontà per il grande debutto sulla neve o per perfezionare il proprio stile e soddisfare le proprie ambizioni.

Di rilievo anche l’architettura della stazione sciistica, realizzata negli Anni Settanta, con unità abitative e strutture alberghiere, ispirata alle stazioni montane francesi e modellata per forme e colori sull’orografia e sul paesaggio.

Riparata dalle avversità meteorologiche, Pila permette di sciare per tutto l’inverno fino a 2700 metri, ed è apprezzata per la qualità della battitura delle piste, per le svariate attività che si possono praticare sulla neve oltre lo sci e per l’indimenticabile qualità della gastronomia che utilizza le materie prime del territorio.

Inoltre, per coloro che non sciano (ma anche per gli sciatori), propone la conoscenza e l’esplorazione della natura in montagna organizzando escursioni con le ciaspole, con la preziosa conduzione delle guide ambientali naturalistiche.

D’inverno, da non perdere è l’evento più importante dell’anno: la Fiera di Sant’Orso che si tiene già ad Aosta, raggiungibile velocemente da Pila con la funivia. Ogni anno a fine gennaio (nel 2023 le date sono 30 e 31 gennaio e l’edizione è la numero 1.023) oltre mille gli artigiani espongono le loro opere lungo le vie del centro, ma ci sono anche musica, folklore e tradizioni per scoprire le eccellenze della Valle d’Aosta.

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Fonte: @Regione autonoma Valle d’Aosta

Sculture di legno in mostra durante la Fiera di Sant’Orso ad Aosta

Le spettacolari piste per tutti i gusti, fino al fuoripista

Le piste di Pila sono ideate per consentire a tutti di dare soddisfazione alla propria voglia di sci. Si va dalle piste meno impegnative, come le Baby Pila, la Baby Gorraz e la Grimod, a quelle per i riders più esperti:

  • Platta de Grevon (Pista 27 sullo Skirama): pista per freerider con 510 metri di dislivello per quasi 1,8 chilometri di sviluppo e pura adrenalina.
    Doppio tracciato finale, uno più veloce e dinamico, l’altro, tradizionale, più dolce e graduale.
  • Du Bois (Pista 2 sullo Skirama): una pista dove liberare la propria voglia di libertà.
    La pendenza è sostenuta sull’intero tracciato e, pur essendo un tracciato per sciatori di buon livello, i passaggi non sono mai eccessivamente impegnativi.
  • Gorraz (Pista 3 sullo Skirama): questa pista presenta una sequenza di fantastici muri verticali di discreta lunghezza, alternati a tratti più riposanti e stimolanti cambi di pendenza.
  • Bellevue (Pista 10 sullo Skirama): una nera omologata anche per competizioni di alto livello, molto apprezzata dagli sciatori più esperti anche per la prima “S”, lunga e impegnativa.

Il fascino delle racchette da neve

Con le ciaspole è possibile seguire diversi itinerari, sia in autonomia che con la guida ambientale naturalistica, di giorno oppure in notturna.

Un itinerario da provare conduce verso l’Alpeggio Grivel e sale poi all’alpeggio Grimondet: entrambe le mete vantano una straordinaria vista a tutto tondo sul fondovalle e sui 4000
valdostani, tra cui il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Combin.

Il percorso si snoda tra fiabesche abetaie, avvolte dal silenzio e dalla neve, lontane dalle piste affollate e a stretto contatto con la natura.

Pila per i più piccoli

Pila ha molto da offrire ai bambini, un mondo di vero divertimento.

Il Fun Park, nella zona di Chacard, offre un tapis roulant di 114 metri che accompagna a due percorsi: uno dedicato a bob e slittini, l’altro allo snow tubing con gommoni morbidi e colorati.
Non mancano tappeti elastici e gonfiabili colorati.

La Scuola di sci di Pila propone invece, nella tipica atmosfera delle costruzioni di montagna, il servizio di MiniClub Pila, per i bambini dai 2 anni in su, con personale educativo, qualificato e di esperienza.

Il progetto della nuova telecabina “Pila – Couis”

Si tratta del nuovo impianto di risalita del comprensorio di Pila che cambierà radicalmente la fruibilità del resort montano e renderà accessibile uno dei punti panoramici più iconici della Val d’Aosta e che dovrebbe essere ultimato nel 2024

Il progetto prevede una cabinovia a 10 posti che, collegherà la zona di arrivo della esistente telecabina Aosta-Pila con la zona della Platta de Grevon (ovvero Cima Couis 1), sullo spartiacque tra la Conca di Pila e la valle di Cogne. La stazione di partenza a Pila  a 1.800 metri di altitudine, è posizionata posteriormente alla stazione di arrivo della telecabina Aosta-Pila e presenterà un innovativo centro servizi. Mentre la stazione di arrivo a monte sulla Cima Couis – motrice – è caratterizzata da un particolare disegno a stella con le punte orientate verso i diversi 4.000 della Valle d’Aosta e conterrà al suo interno anche un bar-ristorante panoramico e servizi per il pubblico.

Con una portata di 2.400 persone all’ora alla velocità di 6 metri al secondo sarà possibile percorrere la lunghezza totale di 3,8 chilometri e un dislivello di 923 metri in 13 minuti. Attualmente per raggiungere Cima Couis da Pila, sci ai piedi, sono necessari 3 impianti ed un tempo complessivo di circa 60 minuti.

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Anche l’Italia ha il suo castello delle fiabe: è spettacolare

Il castello nell’immaginario collettivo è un luogo meraviglioso, immerso in scenari fantastici pieni di mistero e di quella magia che è difficile spiegare a parole. Il Castel Savoia che si trova a Gressoney-Saint-Jean, in Valle d’Aosta, rispecchia in pieno tutte queste caratteristiche. Una volta arrivati si staglia davanti ai nostri occhi un paesaggio mozzafiato, complice il fatto di essere posizionato a 1350 metri di altitudine che ne fanno un piccolo gioiellino degno delle migliori favole. In inverno come in estate è il luogo in cui la natura regna incontaminata.

Fatto costruire dalla Regina Margherita nel 1899, che era solita trascorrere il periodo estivo proprio a Gressoney, domina tutta la vallata e le cime del Monte Rosa.

Un castello solo apparentemente austero

Costruito in una posizione spettacolare, il meraviglioso castello riesce a far convivere contemporaneamente differenti stili che tutti insieme, riescono ad armonizzare e a restituire un paesaggio fiabesco come pochi.

L’austerità delle cinque torri si nota subito dal rivestimento in mattoncini ma la presenza di numerose finestre esaltano la bellezza della struttura, soprattutto quando è ricoperta dalla neve o quando viene baciata dai raggi del sole.

Una volta varcata la soglia, quello che può sembrare a prima vista un ambiente freddo si riscalda e diventa accogliente grazie alla maestosa scala in legno di rovere riccamente decorata con intagli.

È uno degli elementi architettonici più affascinati di questo edificio e conduce direttamente a quello che a inizio ‘900 era il piano nobile. Qui infatti si trovano l’appartamento del Re Umberto I e le stanze della Regina Margherita. Il pianterreno invece era destinato alla sala da pranzo, a diversi salottini e alla veranda dalla quale si può ammirare il paesaggio. Il tratto distintivo di ogni ambiente è quello di essere decorato con pitture e arredi che richiamano lo stile medievale e non solo. Molte decorazioni si ispirano alla margherita, proprio in onore del nome della regina.

Agli arredi che riportano a un’epoca lontana si contrappongono dei servizi che per l’epoca potevano considerarsi all’avanguardia. Infatti, la sovrana aveva a disposizione acqua calda, termosifoni, l’illuminazione elettrica e addirittura un binario sotterraneo che serviva come mezzo di comunicazione tra la sala da pranzo e la cucina collocata in un altro edificio.

Castel Savoia a Gressoney interno

Fonte: Getty Images

Una delle stanze di Castel Savoia a Gressoney

A contatto con la natura: la passeggiata della Regina

Il panorama senza eguali e la grande passione per la montagna e l’escursionismo hanno fatto sì che la moglie di Umberto I scegliesse Castel Savoia come sua dimora estiva. La Regina Margherita, infatti, amava stare a contatto con la natura e immergersi in essa per scoprire ogni sua meraviglia.

Non è un caso che dal castello parta quella che oggi viene chiamata la “passeggiata della Regina”. Il sentiero facile da percorrere è lungo circa 3 km e arriva fino a Tschemenoal, una delle frazioni più pittoresche di Gressoney. Il sentiero ancora oggi conserva tutte quelle caratteristiche che hanno fatto innamorare perdutamente la sovrana come pini, abeti e un verde che spicca su ogni altra cosa. A rendere ancora più incantevole il panorama c’è poi il Lago di Gover, di origine artificiale, il luogo ideale in cui rilassarsi e la classica ciliegina sulla torta di un viaggio rigenerante.

Paesaggio Castel Savoia a Gressoney

Fonte: iStock/afinocchiaro

Il paesaggio mozzafiato di Castel Savoia a Gressoney