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Cucinare la pizza sul vulcano: succede in Guatemala

Ogni anno migliaia di avventurieri dallo spirito indomito attraversano il globo per raggiungere uno dei territori più affascinanti e straordinari del mondo. Stiamo parlando del Guatemala, il Paese del Centro America, situato al sud del Messico, famoso per i suoi vulcani e i campi di lava, per le foreste pluviali, rigogliose e lussureggianti, e per gli antichi siti maya che conservano e raccontano la storia dell’intera umanità.

Organizzare un viaggio qui è davvero un’esperienza che cambia la vita. Le cose da fare e da vedere, poi, sono così tante che non basta un solo viaggio per scoprirle tutte. Tra i luoghi assolutamente da visitare, imperdibile è la sua capitale, con la sua storia e le tradizioni, con quell’imponente Palazzo Nazionale della Cultura e il Museo di archeologia, e la città di Antigua, con gli edifici coloniali.

Ma il Paese è noto anche e soprattutto per le sue meraviglie naturali, quelle che dominano territori vasti e sterminati. Ed è proprio qui che vogliamo portarvi, dove possiamo ammirare il maestoso vulcano Pacaya, uno dei più attivi di tutto il Guatemala. Il motivo? È qui che è possibile vivere una delle esperienze culinarie più particolari e suggestive di sempre, quella che permette di cucinare una pizza nel vulcano e mangiarla, ovviamente.

L’esperienza più incredibile di sempre al cospetto di un vulcano attivo

Il nostro viaggio di oggi ci porta alle pendici del vulcano più attivo del Guatemala, si tratta di Pacaya, una struttura geologica maestosa situata a circa 40 chilometri dalla capitale con origini che risalgono a 23.000 anni fa. Posizionato a 2500 metri sopra il livello del mare e circondato da rocce vulcaniche e da una foresta umida, che creano una scenografia davvero suggestiva, questo luogo è una tappa obbligata per tutti gli amanti delle esperienze più particolari da vivere in viaggio.

Il grande vulcano è una popolare attrazione turistica. Qui ogni giorno si recano migliaia di turisti, attraversando i sentieri e camminando su corridoi lunari creati dagli strati di lava. Dalla cima, poi, è possibile godere di una vista privilegiata sulla splendida laguna di Calderas e sugli altri vulcani che si snodano intorno: Agua, Fuego e Acatenango.

Come abbiamo anticipato, però, c’è un altro motivo per raggiungere il vulcano più attivo del Paese ed è un’esperienza unica e irripetibile che si può vivere solo in Guatemala. Qui, infatti, grazie all’originale idea dello chef Mario David García Mansilla è possibile cucinare una pizza, e gustarla in compagnia, sfruttando il calore della lava.

Cucinare la pizza nel vulcano Pacaya

Il suo nome è Pizza Pacaya ed è, con tutta probabilità, la pietanza più particolare che mangerete nella vostra vita. Il motivo? Viene cucinata direttamente sul vulcano attivo del Guatemala.

L’inventore di questa idea è lo chef Mario David García Mansilla che, dopo una grande eruzione tenutasi qualche anno fa, ha visto alcuni gruppi di turisti intenti a cuocere marshmallow sulla superficie lavica ancora fumante. Da qui l’ambizione di creare qualcosa di straordinario, una sorta di ristorante in cima al vulcano dove l’originalità è di casa.

Da anni lo chef raggiunge la cima del sito portando con sé ingredienti e condimenti per la preparazione della famosa pizza Pacaya. I viaggiatori che arrivano fin qui possono quindi assistere e partecipare alla cottura della pizza che viene effettuata sfruttando il calore della lava, e mangiarla in compagnia alle pendici del grande vulcano.

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Più di 50 mucche colorate stanno passeggiando in questa città: ecco perché

Un’esperienza unica, diversa dal solito, vivace e immersiva nell’arte: del resto come potrebbe non essere così? Immaginiamo oltre 50 mucche colorate, in un’unica strada, ritratte in posizioni diverse e a grandezza naturale: si tratta di qualcosa di davvero unico.

Ci troviamo a Città del Messico dove, dal 23 luglio e fino al 3 settembre, si tiene la Cow Parade un evento di arte, cultura e beneficenza. Quindi, se si sta programmando una vacanza proprio in quel paese, questa manifestazione va segnata in agenda tra le tappe da non perdere, per vivere un’iniziativa unica nel suo genere, che in passato si è tenuta anche in altre location del mondo.

Per il 2023 è tornata in Messico ed è un tripudio di colori.

A Città del Messico per la Cow Parade

La Cow Parade è un evento che in passato è stato ospitato in più di 80 città del mondo, portando sulle loro strade più di 8000 mucche. Per l’edizione 2023 torna in Messico e, più precisamente, nella sua capitale, con un’esperienza molto interattiva grazie a realtà virtuale e realtà aumentata.

Il percorso si snoda per circa un chilometro e mezzo lungo quella che è una delle strade più importanti di Città del Messico, tempo di percorrenza previsto: circa un’ora.

Si potranno ammirare mucche realizzate in posizione di fronte, altre che sembrano brucare l’erba e tanta creatività, grazie a disegni e colori. A realizzarle sono stati artisti di ogni tipo ed età: dai professionisti, agli amatori, dagli emergenti, a quelli già famosi. Le opere vengono poi vendute a un’asta e i soldi raccolti vengono utilizzati per il sostegno ad associazioni di beneficenza in giro per il mondo.

Si stima che, dalla prima manifestazione datata 1999 e che si è svolta a Chicago, siano stati raccolti circa 30 milioni di dollari. Alcune di queste mucche si trovano in case di personaggi famosi, pare infatti che ne abbiano acquistata una vip come Oprah Winfrey ed Elton Jhon.

La Cow Parade si è svolta in tantissime città del mondo, come New York, Londra e Parigi, solo per citarne qualcuna. E anche Milano, in Italia, nel 2007.

Cow Parade: le mucche artistiche invadono Città del Messico

Fonte: EyePix/INSTARimages / IPA

La Cow Parade a Città del Messico

Città del Messico, dove ammirare la Cow Parade

La Cow Parade si snoda su una delle strade principali di Città del Messico, ovvero Paseo de la Reforma tra la rotonda Ángel de la Independencia e fino alla rotonda Diana Cazadora. Sarà visibile fino al 3 settembre, poi gli esemplari verranno messi all’asta per beneficenza.

Se si ha in programma – nel breve periodo – una vacanza nella capitale messicana, questa mostra all’aria aperta va inserita nella lista di cose da vedere e da fare.

Così come non può mancare una visita al Museo Frida Kahlo, noto anche come Casa Azul. Tra le altre cose da vedere a Città del Messico va segnata una visita al castello di Chapultepec e una al Museo nazionale di Antropologia, senza dimenticare il centro storico, la cattedrale e la Grande Piramide, solo per citare alcune delle tante tappe che meritano di essere messe in lista.

E fino al 3 settembre anche la Cow Parade: le mucche sono più di 50, colorate ed espressione di grande creatività. Sono realizzate in fibra di vetro, pesano dai 50 ai 60 chilogrammi e hanno un’altezza di circa 1,45.

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Questa grotta a cielo aperto sembra un miraggio: è bellissima

Esistono alcune meraviglie naturali che meritano di essere visitate almeno una volta nella vita. Una di queste è l’Ik Kil, conosciuto anche come il “Sacro Cenote Blu”, una grotta calcarea nell’entroterra della penisola dello Yucatan in Messico.

Situato nei pressi del villaggio di Pisté, a soli 3 km dal sito archeologico di Chichen Itza, questo è senza dubbio uno dei cenoti più suggestivi del pianeta. Una meraviglia naturale che si è formata lentamente grazie all’azione dell’acqua piovana che ha sciolto il calcare nel terreno e ha creato un’affascinante apertura nella roccia.

Le sue acque cristalline, profonde circa 40 metri, sono le protagoniste di uno spettacolo unico da ammirare, mentre l’enorme cavità sotterranea offre uno scenario imponente e suggestivo. Piante rampicanti e liane pendono dalla sua sommità, mentre piccole cascate si tuffano nell’acqua rischiarata dalla luce naturale che illumina in modo straordinario questa grotta calcarea così suggestiva.

Se state pianificando un viaggio in Messico, il cenote di Ik Kil è una tappa imperdibile, un tesoro nascosto che renderà la vostra vacanza indimenticabile.

Un tuffo nel Pozzo Sacro: un’esperienza indimenticabile

Cenote di Ik-Kil

Fonte: iStock

Cenote Ik-Kil, Chichen Itza, Messico

Il cenote Ik Kil è conosciuto anche come “Pozzo Sacro” poiché l’antico popolo dei Maya lo utilizzava come luogo di preghiera dedicato a Chaac, la divinità della pioggia.

Attualmente è possibile ammirare le sue mura fortificate grazie alla cura e alla manutenzione dei residenti locali, mentre una gradinata in pietra facilita la discesa per potersi immergere nelle acque cristalline di questo luogo leggendario. Qui, infatti, troverete diverse scalette comode per salire e scendere, e punti di tuffo per i più coraggiosi.

Il pozzo è circondato da cascate artificiali e piattaforme panoramiche per tutti coloro che vogliono ammirare e immortalare la bellezza del posto da diverse prospettive.

Questa piscina naturale dalle sfumature turchesi offre uno spettacolo mozzafiato sia per chi vuole provare un’esperienza indimenticabile all’insegna del relax, sia per i subacquei esperti, che potranno osservare i pesci e la bellezza del mondo sottomarino che appartiene a Ik Kil.

Avrete a disposizione, inoltre, una vasta scelta di escursioni per esplorare questo luogo incantevole.

Viaggio nello Yucatan tra le meraviglie della natura

Per ammirare il Cenote Ik Kil, e vivere un’esperienza incredibile all’insegna della grande bellezza, dobbiamo recarci nella penisola dello Yucatan, una destinazione ricca di storia, cultura e attrazioni tutte da esplorare. Dalle spiagge di sabbia bianca, alle imponenti rovine Maya, alle rigogliose foreste che si estendono per chilometri e alle città colorate e vivaci, lo Yucatan offre un’esperienza mozzafiato che rimarrà nella vostra memoria e nel vostro cuore per sempre.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dalle lunghe distese di sabbia dorata come quella di Playa del Carmen, che vi darà la possibilità di esplorare grotte misteriose e godere di alcune delle migliori immersioni subacquee della zona. Oppure, se preferite un soggiorno più tranquillo, potrete scegliere spiagge come Playa Paraiso, con le sue acque cristalline e profonde.

Vi consigliamo di immergervi completamente nella cultura di questo popolo visitando i villaggi di artigiani che diffondono la loro cultura tramite l’arte manuale. Non perdete, inoltre, la possibilità di degustare i piatti tipici della cucina yucateca, un perfetto mix di influenze maya, spagnole e caraibiche. Assaggio dopo assaggio, la cucina messicana saprà conquistare i vostri sensi.

Ovviamente, non può mancare anche una visita al Cenote Ik Kil. L’area può essere visitata dalle 8:00 alle 17:00 e offre numerosi servizi dedicati ai visitatori, inclusi un ristorante, uno spogliatoio, un negozio di souvenir e persino un cottage in affitto per una notte indimenticabile.

Cenote Ik Kil in Messico

Fonte: iStock

Cenote Ik Kil in Messico
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Scoperto il secondo buco blu più profondo al mondo

Ha destato grande stupore nella comunità scientifica la scoperta in Messico del secondo buco blu più profondo al mondo. Questa enorme voragine color zaffiro è situata nella baia di Chetumal, lungo la costa orientale della penisola dello Yucatán e, secondo i ricercatori, rappresenta una finestra per ottenere informazioni su come erano l’ambiente e il clima migliaia di anni fa.

Taam Ja’, il secondo buco blu più profondo al mondo

Chiamato Taam Ja’ – che significa “acqua profonda” in lingua maya – il sorprendente buco blu ha una profondità di circa 270 metri. È superato solo dal Sansha Yongle Dragon Hole, profondo quasi 300 metri e noto anche come Dragon Eye (occhio di drago), situato nel Mar Cinese Meridionale nei pressi delle isole Paracel.

Questa nuova incredibile voragine marina rappresenta una vera e propria oasi di biodiversità nei fondali antistanti lo stato messicano del Quintana Roo. Secondo gli scienziati, si tratta probabilmente del “buco blu più profondo conosciuto nella regione”. È, inoltre, il primo buco blu ad essere stato identificato in un sistema di estuari, inizialmente scoperto nel settembre 2021 da un team di scienziati del Colegio de la Frontera Sur (Ecosur) di Chetumal, un centro di ricerca pubblico coordinato dal Conacyt, il Consiglio nazionale della scienza e della tecnologia del Messico.

L’indagine sul nuovo blue hole è stata condotta attraverso immersioni subacquee, ecoscandagli, profilatori CTD (conduttività, temperatura e profondità) e la raccolta di campioni d’acqua. Grazie a queste tecniche si è scoperto che il Taam ja’ Blue Hole (TJBH) si trova a più di 274 metri sotto il livello del mare, negli abissi della costa sud-orientale della penisola messicana dello Yucatán.

La superficie quasi circolare di questa meraviglia copre un’area di 13.690 metri quadrati, equivalente a quella di due campi da calcio. I fianchi sono molto ripidi, con pendenze di 80 gradi che formano una struttura simile a quella di un grande cono, coperto da sedimenti, calcare e gesso.

Cosa sono i buchi blu

Stando a quanto spiegano gli studiosi, i buchi blu sono meno profondi delle trincee marine e degli abissi oceanici, che si formano gradualmente nel corso di secoli e millenni a causa dei movimenti delle placche tettoniche, raggiungendo profondità fino a 11.000 metri. I primi, inoltre, si creano a causa di processi di frattura, dissoluzione e collasso di terreni, come quelli appartenenti alla piattaforma calcarea della penisola dello Yucatán, dovuti a movimenti di entrata e uscita dell’acqua marina, inondazioni o oscillazioni del livello del mare durante i periodi glaciali e interglaciali. Le informazioni sul buco blu appena scoperto possono aiutare a comprendere i processi ambientali e geologici, la connessione delle falde idriche e l’origine dell’acqua in questi sistemi idrogeologici.

Secondo, come detto, solo al Dragon Hole, il Taam Ja’ è notevolmente più profondo del famoso Great Blue Hole (solo di recente si è scoperto cosa si nasconde sul fondo), la grande dolina marina al largo della costa del Belize, nel Mar dei Caraibi, profonda 125 metri. Una pupilla blu con il bordo azzurro, circondata dalle sfumature più chiare della barriera corallina. Jacques Cousteau, pioniere delle esplorazioni subacquee, lo elesse uno dei dieci siti di immersione più interessanti al mondo, dopo esservisi recato nel 1971 con la sua nave Calypso per monitorarne la profondità. Da allora, la spettacolare bellezza di questo enorme buco blu al centro del Mar dei Caraibi richiama subacquei e curiosi da tutto il mondo. In quanto parte della Belize Barrier Reef, Great Blue Hole è riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.

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El Nicho, le roboanti cascate cubane in cui poter fare il bagno

Cuba, l’isola più grande dei Caraibi, tra relax, musica, storia e divertimento, custodisce innumerevoli bellezze naturalistiche, dalle candide spiagge di soffice sabbia lambite dal mare cristallino, alle splendide barriere coralline fino alle lussureggianti foreste di mangrovie dell’entroterra.

Nel cuore del Parco Naturale Topes de Collantes, sorprendente riserva Patrimonio UNESCO disegnata da fiumi, grotte, valli, cascate e scogliere nella Sierra del Escambray, si cela poi uno dei luoghi più affascinanti del Paese, un paradiso in terra, uno spettacolo che lascia senza parole: si tratta delle roboanti cascate di El Nicho, oasi dove assaporare il profondo contatto con la natura caraibica e rinfrescarsi nelle limpide acque.

Un luogo di natura straordinaria

La zona boscosa dell’Escambray, catena montuosa tra le province di Sancti Spíritus, Villa Clara e Cienfuegos, in un paesaggio incontaminato custodisce El Nicho, fiabesco eden formato da svariate cascate trasparenti e magnifiche piscine naturali in cui è possibile fare il bagno.

Simbolo ecologico di Cienfuegos, la “Perla del Sud di Cuba” con la tipica architettura coloniale francese Patrimonio dell’Umanità, è una meta imperdibile dove rinfrescarsi nelle giornate più calde e scorgere la potenza e lo spettacolo della natura in ogni momento.

Una volta arrivati al suo cospetto, sembra di trovarsi in “un altro mondo”, isolato dalla frenesia della città, un luogo isolato che trasuda infinita pace e ispirazione e rapisce con il fragore delle acque che scendono rapide dalle cascate e inondano l’aria già pura con milioni di gocce.

El Nicho è un must per i turisti che amano la natura e le escursioni, per i fotografi e per tutti gli appassionati che potranno ammirare con i propri occhi la meraviglia dell’acqua che precipita nelle invitanti piscine nonché i colori del Tococoro, l’uccello nazionale cubano, dei colibrì, dei picchi, e del Todo di Cuba.

Ma non soltanto: sono ben 65 le piante endemiche che popolano il corridoio biologico di 60 chilometri del Rifugio Fauna Laguna di Guanaroca-Yaguanabo-El Nicho.

Fiore all’occhiello dell’ecoturismo cubano

Il Parco Naturale di El Nicho, fiore all’occhiello dell’ecoturismo a Cuba, deve il nome alla cascata principale che si raggiunge percorrendo il sentiero di 1500 metri chiamato “Reino de las Aguas“, dove la fauna e la flora autoctone inebrieranno i sensi in un tripudio di sensazioni indimenticabili.

Lungo il percorso, le stupende piscine naturali come, ad esempio, la Poceta de los Enamorados, donano preziosi momenti di relax mentre le numerose grotte attendono di essere esplorate: a questo proposito, segnatevi la Grotta Martín Infierno, custode della stalagmite più grande di tutta l’America Latina.

Giunti alla cascata El Nicho, potrete continuare a salire ancora fino al belvedere da cui si gode di una vista unica sulla natura tutt’intorno con il Salto de la Hanabanilla a fare da sfondo.

Per recuperare le energie, non manca un ristorante in stile ranch dove assaporare le deliziose specialità locali.

Come arrivare a El Nicho

Anche se El Nicho è raggiungibile sia da Trinidad che da Cienfuegos, il percorso migliore e consigliabile parte da quest’ultimo, a una cinquantina di chilometri di distanza.

È possibile partecipare a gite organizzate, viaggiare in auto condivisa, in taxi oppure con auto privata da lasciare all’entrata nell’apposita zona parcheggio.

L’area protetta è aperta dalle ore 8.30 alle ore 18.30

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Se vai a Cuba, non dimenticare di viaggiare su questi taxi

Viaggiare ha il pregio di regalare delle esperienze sempre differenti e di immergersi totalmente nella cultura locale. Essere in grado di accogliere quello che incontriamo di diverso da noi è di sicuro un modo per arricchirci. Ogni aspetto del viaggio può insegnarci qualcosa di nuovo, dal monumento, alle tradizioni, fino ad arrivare ai mezzi di trasporto. Sì, perché anche salire su un taxi ci consente di entrare in contatto con un aspetto caratteristico del luogo e se siamo a Cuba, molto probabilmente ci potremo imbattere nei Coco-taxi. Cosa sono? La versione locale dei taxi che ci scarrozzeranno tra le vie più caratteristiche e di sicuro ci faranno vivere un’esperienza fuori dal comune.

Un taxi a forma di cocco

L’isola di Cuba, situata tra il Golfo del Messico, il Mare dei Caraibi e l’Oceano Atlantico è una delle più caratteristiche della zona diventata tra le mete maggiormente ambite. Questa nazione, infatti ha conosciuto un vero e proprio boom, a seguito della caduta del blocco sovietico: proprio la presenza dei visitatori e la necessità di rendere più agevoli i trasporti, ha portato alla comparsa dei Coco-taxi. Introdotti per la prima volta negli anni ’90 a L’Avana, poco alla volta si sono diffusi anche nelle città di Veradero e Trinidad. La particolarità del taxi è quella di essere molto simile a un risciò, ma si contraddistingue per una forma sferica che ricorda una noce di cocco. Proprio questa caratteristica principale ha ispirato il suo nome, infatti “coco”, in cubano significa appunto cocco.

Un Coco-taxi di Cuba

Fonte: iStock

Il Coco-taxi ricorda la forma di un cocco

Non è solo l’aspetto ad attirare l’attenzione sui Coco-taxi, ma anche il loro colore. Questi mezzi di trasporto spiccano tra le vie delle città per il telaio giallo realizzato in fibra di vetro. Mentre inizialmente erano soprattutto a pedali, nel corso del tempo sono diventati come dei veri e propri scooter con un motore a due tempi utile per affrontare le salite della città. La loro forma e le dimensioni ridotte, li rendono veloci e scattanti pronti ad affrontare in totale sicurezza le vie più affollate della zona vecchia dell’Avana o ideali per brevi gite a Malecon.

Scoprire Cuba a bordo di mezzi di trasporto particolari

Non è solo il colore, ma anche la modalità di trasporto a rendere unico il Coco-taxi. Il tre ruote, infatti, può trasportare solo due passeggeri alla volta oltre al guidatore ed è la soluzione ideale quando le temperature in città diventano più alte. Con questo mezzo di trasporto si possono scoprire i monumenti della capitale cubana rinfrescandosi con il vento tra i capelli. La praticità dei Coco-taxi è stata apprezzata talmente tanto dai cittadini del posto, che parallelamente si sono diffusi anche quelli ad uso personale che si distinguono dai modelli turistici dalla carrozzeria nera.

Un tour sul Coco-taxi

Fonte: iStock/Nikada

I Coco-taxi tra le vie de L’Avana

I Coco-taxi nati a l’Avana, non sono gli unici mezzi di trasporto pubblici da utilizzare in città. Oltre ai taxi e agli autobus, spesso pieni e scomodi, ci sono anche le coches de caballos, delle vere e proprie carrozze. Un’attrazione che permette di fare un tuffo nel passato, perché sono trainate da cavalli che accompagnano i turisti nei luoghi più caratteristici della città. È innegabile qualsiasi sia il mezzo di trasporto, l’importante quando si viaggia è riuscire a entrare in contatto con la cultura locale.

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Il Treno dei Maya, tra meraviglie e polemiche

Nello Yucatan meridionale, tra le zone più povere ma ricche di biodiversità del Messico, presto potrebbero arrivare circa 3 milioni di turisti l’anno: è in corso d’opera una linea ferroviaria di oltre 1500 chilometri, progetto voluto fortemente dal presidente Andres Manuel Lopez Obrador.

Sarà il Treno Maya che tuttavia, secondo molti, rischia di compromettere un favoloso territorio ancora incontaminato e custode di testimonianze del passato precolombiano.

Il Treno dei Maya, più turismo ma potenziale rischio per l’ambiente

La meravigliosa giungla di Calakmul terra di coccodrilli, tucani, scimmie urlatrici e di un’antica città precolombiana Patrimonio UNESCO, lo scorso anno ha attratto poco meno di 50mila visitatori.

Il Treno Maya ha l’obiettivo di portare benessere in una zona povera del Paese andando a colmare un deficit di infrastrutture che, finora, per il sud del Messico ha significato non poter valorizzare appieno le potenzialità in ambito turistico.

L’opera, il cui costo si aggira intorno ai 20 miliardi di euro, richiede un percorso largo 45 metri e vedrà 20 stazioni, circondate da centri commerciali e alberghi. È prevista anche una strada, destinata in particolare al trasporto pesante per permettere l’approvvigionamento di prodotti agricoli e carburante.

È chiaro che, nel suo tracciato, la nuova ferrovia si insinuerà in un ecosistema intatto e unico al mondo, caratterizzato dalle tipiche formazioni calcaree attorno alle quali spiccano i cenote, le grotte abbracciate dall’acqua dolce che sono simbolo della riviera Maya.

L’attenzione ora si è focalizzata sulla giungla di Calakmul, parte della vasta giungla Maya, la più vasta foresta tropicale d’America (Amazzonia esclusa): secondo la primatologa britannica Kathy Slater, un progetto di una simile portata richiede tempi di progettazione superiori ai 10 anni mentre tutto si sta svolgendo in maniera troppo veloce, senza un’adeguata pianificazione e la doverosa attenzione all’impatto sull’ambiente.

Il presidente vuole che la linea ferroviaria entri in funzione entro il 2023, scadenza del suo mandato, e ha descritto il progetto come “questione di sicurezza nazionale” così da accelerare i tempi.

Jesus Leon Zapata, membro del consiglio indigeno di Xpujil, ha ribadito che “hanno parlato soltanto dei benefici del megaprogetto, trascurando l’impatto o i possibili danni“.

Ancora, per il biologo marino Rodrigo Medellin che lavora presso la più grande università messicana, la Unam, la ferrovia non dovrebbe assolutamente transitare nella giungla: “Finirà per frammentare in modo irreversibile una delle più importanti roccaforti di biodiversità nel Paese“.

L’unicità della spettacolare giungla di Calakmul

La giungla di Calakmul è un bene prezioso, dimora di circa cento specie di mammiferi, di una delle più significative popolazioni di giaguari della Mesoamerica, di oltre 350 specie di uccelli e di specie a rischio come il puma, il tacchino ocellato e il tapiro.

Ma non soltanto.

Tra le peculiarità dell’area spicca la grotta di Volcan de los Murcielagos dove vivono ben 3 milioni di pipistrelli, fondamentali anche per l’agricoltura di tutto lo Yucatan del sud: ogni notte si cibano di 30 tonnellate di insetti, tenendo lontane le malattie dalle piante di peperoncino, piselli e granoturco.

La prima versione del progetto del Treno Maya prevedeva che la ferrovia passasse a 700 metri dalla grotta ma, nelle 2100 pagine di resoconto sull’impatto ambientale dell’opera, la grotta non viene nominata.
È scritto che la nascente linea ferroviaria provocherà una frammentazione dell’habitat e avrà un grave impatto sulle specie. Tuttavia, “può essere costruita” perché vi è l’idea di riforestare 74 ettari, appena il 10% dei 730 che saranno abbattuti in totale.

Un esempio simile si è concretizzato, 9 anni fa, sui terreni di Gomez Farias dove i residenti hanno realizzato un progetto di ecoturismo: gli ospiti dormono in tende ricoperte di tetti di palme intrecciate, scoprono la laguna in kayak e osservano la fauna in postazioni mimetizzate.

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Antigua e Barbuda, viaggio in paradiso

Era il 1493 quando Cristoforo Colombo, senza neanche metterci piede, battezzò l’isola Antigua, dal nome della chiesa di Santa Maria La Antigua di Siviglia. A distanza di 530 anni, al porto di St John, la Capitale dell’arcipelago di Antigua e Barbuda non ci sono più le caravelle ma grosse navi da crociera da 6mila passeggeri che, in alta stagione, fino a cinque al giorno attraccano e scaricano migliaia di crocieristi sull’isola che vengono per esaudire un sogno: quello di scoprire uno dei luoghi più esotici del mondo.

Luogo che ha affascinato scrittori – primo fra tutti Ernest Hemingway che era solito frequentare Antigua e alloggiare nell’hotel che per anni gli è stato intitolato (ora è chiuso, ma è stato tra sformato in ristorante e gift shop) – e teste coronate. Tra gli aficionados di Barbuda, c’era soprattutto Lady Diana, che amava in particolare una spiaggia di sabbia rosa che si trova sull’isola di Barbuda e che oggi è chiamata appunto Princess Diana Beach. Oggi sono i figli Harry e William a tornare di tanto in tanto sull’isola tanto amata dalla loro mamma.

E quando atterri – o sbarchi, se arrivi in nave – ad Antigua ti sembra di tornare indietro di secoli, quando capitani nella divisa della marina britannica si aggiravano impettiti – e accaldati – per le strade sterrate e la gente del posto era presa in mille faccende. L’isola non è cambiata molto, certo ora che è dedita al turismo ci sono nuovi resort di lusso, boutique e ristoranti gourmet, ma sempre perfettamente integrati nel paesaggio, ed è ciò che rende questo luogo ancora unico.

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Fonte: @Yensa Werth – Antigua and Barbuda Tourism Authority

English Harbour ad Antigua

Le 365 spiagge

Poiché siamo ai Caraibi, le spiagge sono un capitolo importante per chi decide di trascorrere una vacanza ad Antigua e Barbuda. Dicono infatti che l’arcipelago fatto di due isole principali – ce ne sono altre ma piccolissime – conti davvero 365 spiagge, una per ogni giorno dell’anno, ed è vero. E ce ne sarebbero ancor più, perché bisogna sapere che le isole sono bagnate a Nord e a Est dall’Oceano Atlantico e che le spiagge che vi si affacciano non sono così praticabili perché rocciose e ventose.

Ma ce ne sono così tante altre che vi basteranno per una vita. Tra l’altro, sono tutte libere, anche quelle davanti agli hotel, quindi si possono provare davvero tutte. Impossibile nominare tutte le 365. Possiamo solo citare le più famose, come Carlisle Bay, sulla costa meridionale, una deliziosa spiaggia di finissima sabbia chiara, Pigeon Beach, non lontana da English Harbour, dove si concentra gran parte dei siti storici di Antigua, una bella spiaggia di morbida sabbia bagnata da un mare turchese. Dickenson Beach è situata sulla costa Nordoccidentale dell’isola ed è raggiungibile da St. John’s, ha un lungo litorale di soffice sabbia bianca.

Long Bay, sulla costa orientale, è una grande spiaggia di sabbia bianca incastonata in una tranquilla insenatura: è l’unica spiaggia da cui si accede alla barriera corallina a nuoto ed è perfetta per chi ama fare snorkeling. Half Moon Bay è una paradisiaca mezzaluna di sabbia dalle sfumature cangianti dal bianco al rosa, bagnata da un bellissimo mare turchese e cristallino.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

La spiaggia di Half Moon Bay ad Antigua

Cosa fare ad Antigua

Il punto da cui parte la visita alla scoperta di Antigua è Heritage Quay, nella Capitale St John’s, i vecchi docks e magazzini riqualificati e oggi trasformati in duty free shop, dove acquistare gemme, oro e preziosi, ma anche brand di lusso e abbigliamento firmato. Tra le lussuose boutique anche negozi di souvenir e food stall dove provare la cucina locale. Tra i tour consigliati a St John’s per catapultarsi negli usi e costumi di Antigua c’è sicuramente un Food tour: sei stop della durata di tre ore tra i banchi e i localini più tipici dell’isola. Annette ha aperto il primo stall di cibo locale, prima per strada e poi con un piccolo locale. Frutta esotica e verdure dal sapore incredibile vengono trasformate in tempo reale in frullati allo Smoothie Palace, un food truck lungo la strada.

Quando è il periodo, merita l’ananas nera, una variante dolcissima e, naturalmente, il mango. La birra locale si assaggia all’Island Bhive, un locale stile chiringuito frequentatissimo. da provare è anche il wrap di pollo o verdure di Roti King che lo cucina da tre generazioni. E non sono Caraibi se non c’è anche un po’ di rum. Ecco allora che merita una degustazione da Quin Farara’s.

Cosa vedere ad Antigua

Il luogo più storico di Antigua è Nelson’s Dockyard, nell’English Harbour, dichiarato sito Unesco nel 2016. Lord Nelson è stato qui solo tre anni (1784-1787) come comandante in capo di circa 300 soldati. Il porto, che serviva a esportare rum e canna da zucchero e a importare schiavi, insieme alla cittadella dove vivevano i soldati, ora sono stati riqualificati, trasformati in negozi, ristoranti, boutique hotel e si possono visitare. C’è anche un museo.

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Fonte: 123rf

English Harbour, ad Antigua, visto da Shirley Heights

Nelson’s Dockyard fu realizzato in un’insenatura naturale inespugnabile. Ancora oggi è uno dei porti dei Caraibi preferiti dai naviganti proprio perché è molto protetto. Vi si tengono ogni anno eventi, boat show e regate. Uno dei luoghi più incantevoli da dove si gode una delle viste più belle di Antigua è proprio di fronte al porto e si chiama Shirley Heights. Qui, due sere alla settimana organizzano un Reggae Party al tramonto con BBQ a base di street food locale, birra e tanta musica.

Nei pressi di questo sito c’è una copia di Clarence House, una delle residenze reali britanniche, fatta costruire per il Duca di Wessex.

Fare snorkeling e nuotare con le mante

Antigua è perfetta per chi ama fare snorkeling. I suoi fondali sono ricchi di coralli e di grotte marine, frequentate da miriadi di pesci colorati, tartarughe marine e barracuda. Tanti gli spot dove avventurarsi con maschera e pinne. Oltre alla spiaggia di Long Bay che si trova proprio davanti al reef, ci sono altri punti da cui partire in barca per raggiugere la barriera.

A Sud Ovest dell’isola si attraversa la laguna di mangrovie con il kajak di South Coast Horizons per raggiungere una microscopica spiaggia da dove si viene prelevati e condotti in barca al largo nei pressi della barriera corallina di Cades Bay, un parco marino protetto.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

Snorkeling a Cades Reef

Partono escursioni verso la barriera corallina anche dalla spiaggia di Dickenson Bay, a Nord di Antigua, mentre a Nord Ovest, nei pressi di St. John’s, gli appassionati diver amano immergersi tra i relitti di Deep Bay.

Una delle esperienze più affascinanti che si può fare ad Antigua è il bagno in compagnia delle mante. C’è un posto chiamato Stingray City, la città delle mante, a Est dell’isola dove vive un enorme branco di queste magnifiche creature. Una barca porta i turisti al largo dove il mare sembra una piscina naturale e dove da una piattaforma ci si può immergere con le mante, pesci che possono raggiungere fino agli 8 metri di lunghezza per 3 tonnellate di peso, che spuntano da ogni parte. Anche i meno temerari usciranno da questa esperienza felici come non mai.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

Fare il bagno con le mante a Stingray City ad Antigua

Cosa fare a Barbuda

Completamente diversa e molto più piccola rispetto ad Antigua, l’isola di Barbuda, a poco più di un’ora di traghetto di distanza o 15 minuti d’aereo, è incredibilmente selvaggia, anche se non manca qualche chicca.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

La costa di Two Foot Bay a Barbuda

Qui ci sono splendide spiagge incontaminate – come quella preferita da Lady Di che è fatta davvero di microscopiche conchiglie rosa – dove stendere il proprio telo mare e gettarsi nelle acque cristalline e calde del Mar dei Caraibi.

E non è l’unica spiaggia di sabbia rosa perché c’è anche quella di Coral Bay. Ma c’è anche una zona costiera primordiale, quella di Two Foot Bay Park, a Est dell’isola, dove ci sono caverne e fossili che si possono esplorare.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

Il principe Harry in visita al santuario delle fregate a Barbuda

Si capisce che Barbuda è un paradiso perché questo è anche il luogo preferito dalle fregate, splendidi uccelli che si possono vedere a migliaia a Codrington Lagoon. I maschi con la loro sacca gulare rossa che si gonfia fino quasi a esplodere durante il corteggiamento. L’escursione si fa in barca e merita assolutamente.

Secondo i piani di sviluppo turistico anche Barbuda a breve dovrebbe accogliere molti più visitatori grazie all’apertura di un nuovo aeroporto, nuove proprietà e campi da golf. Al momento c’è un solo hotel ed è di proprietà nientemeno che di Robert De Niro.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

La spiaggia rosa di Coral Bay a Barbuda

Quando andare ad Antigua e Barbuda

Si fa prima a dire quando è meglio non andare ad Antigua e Barbuda perché il periodo degli uragani, come in tutti i Caraibi, va da metà agosto a metà ottobre. Non esiste, invece, una vera stagione delle piogge in quanto spirano sempre i venti alisei che fanno sì che, anche durante i mesi più caldi (dicembre-aprile), le temperature oscillino sempre tra i 26 e i 30°C. La sera è facile dover indossare un golfino per via della brezza.

Come arrivare ad Antigua e Barbuda

Non ci sono voli diretti dall’Italia ma è necessario fare uno scalo in una città europea da dove volano compagnie aeree dirette ad Antigua. Da Londra volano Virgin Atlantic (è più comoda per la connessione) e British Airways, mentre da Francoforte vola la Condor Airlines. In alternativa si può volare negli Stati Uniti – dove però è necessario procurarsi l’ESTA anche solo per fare scalo – da dove partono diversi voli diretti ad Antigua.

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Il lavoro dei sogni esiste: vi porta nella Repubblica Dominicana (e non solo)

Lavorare senza smettere di viaggiare e viceversa: è questo il sogno degli avventurieri di tutto il mondo. Un desiderio che negli ultimi anni è diventato realtà grazie alla sempre più diffusa modalità di lavoro in smart working.

Nomadi digitali e lavoratori da remoto, infatti, hanno abbracciato e accolto con entusiasmo questa possibilità scegliendo di trasferirsi per brevi o medi periodi in Paesi stranieri e paradisi terrestri. Tutto questo è stato possibile anche grazie alle chiamate di alcune destinazioni del mondo che, per attirare la loro attenzione, hanno messo a disposizione dei lavoratori visti, spazi di coworking e altri benefit.

Se state cercando la vostra occasione per viaggiare ed esplorare terre sconosciute, allora non potete perdere questa chiamata aperta a tutti i nomadi digitali e ai lavoratori da remoto. Un’offerta di lavoro estremamente seducente che vi condurrà direttamente nei luoghi più belli del mondo intero. Chi ha voglia di trasferirsi?

Lavorare a Santo Domingo e non solo: l’offerta di lavoro

Come lo immaginate, voi, il lavoro dei sogni? Se l’idea è quella di lavorare al laptop davanti a una vista mozzafiato, allora, non potete farvi sfuggire questa incredibile opportunità.

Obiettivo Tropici, infatti, sta cercando travel blogger e content creator disposti a trasferirsi dall’altra parte del mondo per tre mesi.

L’azienda, che opera da anni nei servizi turistici nazionali e internazionali, ha appena aperto le candidature per professionisti disposti a lavorare in un resort a Santo Domingo. Proprio qui, nella capitale della Repubblica Dominicana, nonché una delle città più antiche di tutti i Caraibi, sarà possibile vivere un’esperienza lavorativa da sogno con vista su un mare mozzafiato.

Non solo Repubblica Dominicana, però, le destinazioni in cui trasferirsi sono molteplici e sono tutte straordinarie. Tra queste, infatti, troviamo anche Cuba, Kenya, Egitto e Isole Canarie.

L’offerta è davvero affascinante, sopratutto per chi ha voglia di mettersi in gioco e vivere un’esperienza unica. Ai candidati scelti, sarà data la possibilità di trasferirsi all’interno di una struttura ricettiva locale e di lavorare immersi in un’atmosfera incredibile. Vitto e alloggio sono garantiti, così come lo è il compenso mensile.

Come candidarsi al lavoro dei sogni

Se l’idea di lasciare tutto e trasferirvi dall’altra parte del mondo, anche se per soli tre mesi, vi entusiasma, allora non potete lasciarvi sfuggire questa opportunità.

La ricerca di Obiettivo Tropici, come abbiamo detto, è rivolta a travel blogger e content creator, figure professionali in grado di creare contenuti multi formato da destinare a diversi canali di comunicazione.

Oltre all’esperienza professionale, che è imprescindibile per la selezione, è richiesto anche uno spirito di avventura, tanta creatività e, ovviamente, una sfrenata passione per i viaggi.

Le partenze sono previste per la stagione invernale e i candidati scelti avranno vitto e alloggio garantito all’interno di resort e strutture ricettive, con un compenso mensile che parte da 500 euro. Le destinazioni, come abbiamo anticipato, sono Repubblica Dominicana, Cuba, Kenya, Egitto e Isole Canarie.

Se vi riconoscete nel profilo delineato dall’azienda, allora, non vi resta che inviare la vostra candidatura via mail a info@obiettivotropici.it. Buona fortuna a tutti!

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Viaggio a bordo del Tequila Train in Messico

Il treno più amato del Messico regala non solo l’opportunità di ammirare dal finestrino straordinari paesaggi ma anche l’occasione di sorseggiare tequila “all you can drink”.

È il lussuoso Jose Cuervo Express, soprannominato a ragione “Tequila Train”, che attraversa da otto anni la campagna messicana e oggi offre un’esperienza che non capita tutti i giorni.

tequila city

Veduta della città di Tequila

Un viaggio di lusso e un’esperienza inebriante

Il treno in stile vintage, nero e oro, viaggia dalla città di Guadalajara, capitale dello Stato messicano di Jalisco dove sono nati la tequila e i mariachi, fino alla piccola città di Tequila, designata Pueblo Mágico (Città magica) dal Segretariato messicano del turismo.

Il viaggio di 11 ore a bordo del treno Tequila è meraviglioso quanto la destinazione finale: la nuova esperienza Elite, infatti, vede gli ospiti soggiornare in un’elegante carrozza con pannelli in legno chiamata “Elite Wagon”, dotata di finestre dal pavimento al soffitto per una vista “inebriante” quanto i drink e cocktail serviti a bordo.

I viaggiatori hanno anche accesso a due lussuose aree lounge e un open bar premium rifornito con Reserva de la Familia, Maestro Dobel, Gran Centenario e 1800.
Ma non soltanto: a disposizione per degustazioni anche rum, vodka, whisky e un nuova linea di cocktail personalizzati.

La carrozza vanta 2 sale per 10 persone, 2 tavoli per 4 persone e 3 sale con tavolo per 2 persone.

A bordo attende i viaggiatori un trattamento esclusivo

A bordo del Tequila Train, oltre a godere della bellezza del convoglio e del paesaggio, e assaporare la vasta scelta di bevande in un ambiente raffinato, gli ospiti potranno gustare deliziosi spuntini tipici locali per avere un autentico assaggio del Messico e intrattenersi partecipando a una lotteria.

E non finisce qui: durante il tragitto, un maestro tequilier (un sommelier di tequila) accompagnerà i passeggeri in una coinvolgente degustazione a tre bicchieri e, grazie alla sua esperienza e ai suoi racconti, permetterà loro di apprezzare nel modo migliore ciò che stanno sorseggiando.

Una conclusione degna di un viaggio unico

Il comfort di un treno di lusso, un trattamento da prima classe, i sapori della tequila, dei drink e dei cocktail “all you can drink”, degustazioni guidate da un esperto sommelier, piatti regionali: il viaggio a bordo del Jose Cuervo Express è un’esperienza unica per vivere e conoscere più a fondo il Messico e le sue peculiarità e tradizioni.

Ma non è tutto: per concludere, gli ospiti hanno l’opportunità di visitare la più antica distilleria dell’America Latina, la Rojeña di Jose Cuervo, nell’accogliente città di Tequila: dall’agave alla bottiglia, scopriranno così il processo di produzione della tequila (con annessa degustazione).
La piccola distilleria color terracotta è l’attrazione più popolare della cittadina e il negozio interno consente di acquistare i distillati a prezzo di fabbrica.

Infine, se le condizioni meteo lo permettono, la visita si conclude passeggiando tra i campi di agave e assistendo a una dimostrazione di raccolta.

L’esperienza Elite ha un prezzo che si aggira attorno ai 166 dollari a persona e può essere vissuta, a scelta, sia all’alba che al tramonto.

La degustazione con il maestro tequilier e la visita ai campi di agave sono incluse per tutti i passeggeri, anche coloro che non prenotano l’Elite.

treno tequila messico

Jose Cuervo Express