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Aliano e i suoi Calanchi: un paesaggio fuori dal tempo

C’è un angolo della Basilicata dove il paesaggio si trasforma in poesia visiva, dove la terra si lascia scolpire dal tempo e dove il silenzio diventa protagonista: ecco Aliano, piccolo comune della provincia di Matera, arroccato su un’altura friabile che sembra sfidare le leggi della gravità. A pochi chilometri dalla celebre Città dei Sassi, la natura si è fatta scultura e ha dato vita a un mondo sospeso tra sogno e realtà: è la terra dei calanchi.

Ma non soltanto: Aliano ha segnato la memoria di Carlo Levi, l’autore di Cristo si è fermato a Eboli, che qui visse il suo confino negli anni Trenta. È un acrocorpo incantato, come lo definiva lui, un villaggio isolato e allo stesso tempo carico di storie, simboli e paesaggi quasi lunari. Passeggiare tra i vicoli e affacciarsi sui crinali significa entrare in un’altra dimensione, dove la terra si apre in fenditure spettacolari e la luce scolpisce ogni curva del paesaggio.

Cosa sono i calanchi

Non sono semplici colline. I calanchi sono “ferite antiche nella pelle della terra”, incisioni profonde nate dall’erosione millenaria dell’acqua su terreni argillosi, poveri di vegetazione, spogli, eppure affascinanti proprio per tale inconfondibile aspetto. Si formano quando la pioggia batte senza sosta su pendii d’argilla, modellandoli in solchi affilati e paralleli, spesso disposti a ventaglio. Sembrano canyon in miniatura, architetture naturali che si muovono come onde pietrificate nel paesaggio.

Tra le varianti più curiose del fenomeno vi sono anche le cosiddette biancane: rilievi tondeggianti e cupoliformi, che si colorano di bianco per via dei sali (come il solfato di sodio) che risalgono in superficie con le piogge. Alcune forme assumono sembianze quasi lunari, altre evocano paesaggi da fiaba o da cartolina, e ogni area calanchiva è un mondo a sé.

Le caratteristiche dei Calanchi di Aliano

Quello che colpisce dei Calanchi di Aliano non è solo la straordinaria conformazione, ma anche la sensazione di trovarsi, all’improvviso, altrove. Non è raro che chi li osserva per la prima volta li paragoni ai paesaggi remoti del Dakota o della Cappadocia. Eppure siamo nel cuore dell’Italia meridionale, in una Lucania aspra e poetica, dove l’argilla bianca domina la scena e il verde è soltanto un’eco lontana tra i crinali.

Il territorio è selvaggio, scosceso, punteggiato da profonde fenditure, precipizi e valli che si intrecciano in un labirinto naturale. La vegetazione è rada, essenziale, composta da arbusti isolati che spuntano come sentinelle silenziose. Ed è proprio in questo che risiede l’incanto dei calanchi: nel loro essere territorio esposto, fragile e insieme resistente.

Ma nonostante l’aspetto brullo, i Calanchi di Aliano non sono inaccessibili. Percorsi carrabili e sentieri escursionistici li attraversano, e invitano i viaggiatori a scoprirli a piedi, in mountain bike o a cavallo. Camminare tra le pieghe della terra è un’esperienza sensoriale intensa: ogni passo racconta una storia, ogni svolta apre a nuovi orizzonti.

La strada del Parco dei Calanchi di Aliano

Sorprendenti Calanchi di Aliano

Fonte: iStock

Panorama dei Calanchi di Aliano, Matera

Il Parco dei Calanchi di Aliano offre cinque itinerari tematici che oltre a essere passeggiate nella natura, sono veri e propri viaggi nel tempo, nella memoria, nelle leggende e nelle figure che hanno segnato la storia del territorio.

Il primo sentiero è dedicato a Carlo Levi, e non potrebbe essere altrimenti. Qui si cammina sulle orme dello scrittore, nel paesaggio lunare che lo accolse durante il suo confino e che lui seppe raccontare con una sensibilità rara. È un percorso breve e accessibile a tutti, ma denso di suggestioni: gli scorci sembra riflettere le parole della sua opera e i silenzi ne amplificano la potenza.

Il secondo sentiero porta il nome di Don Luigino, ovvero Luigi Magalone, il Podestà di Aliano. È un itinerario più vario, che alterna salite e discese, e conduce fino al fosso Vituri, dove le acque si raccolgono e disegnano nuove geometrie. In questa zona, sabbiosa e umida, crescono rigogliose le tamerici, mentre il paesaggio si fa più intimo, quasi segreto.

Il terzo sentiero racconta la storia di Don Trajella, un prete dalla personalità complessa, simbolo di un clero spesso intrappolato in una quotidianità senza scosse. Si tratta di un percorso del silenzio e della vastità, dove si cammina lungo crinali panoramici, tra uliveti e campi solitari, fino a sentirsi parte integrante di un universo sospeso.

Il quarto sentiero è forse il più magico. Dedicato a Giulia, la “Santarcangiolese”, una sorta di strega contadina ritratta da Levi come una donna potente, conoscitrice di erbe e incantesimi, padrona di formule capaci di guarire o maledire. Camminare qui vuol dire entrare in un mondo di leggende e misteri, dove la natura stessa sembra vibrare di antichi sortilegi.

Infine, il quinto sentiero è il più impegnativo, ma anche quello che scava più a fondo nella storia di Levi e nei luoghi del suo racconto. Si arriva fino alla “casa de malato”, dove lo scrittore si recò per curare un uomo del posto. Il sentiero è dedicato ai due medici locali, Milillo e Gibilisco, simboli (nel pensiero di Levi) della piccola borghesia che ostacolava ogni possibilità di riscatto sociale e culturale.

Altri calanchi in Italia

I Calanchi di Aliano non sono gli unici esempi di questo sorprendente fenomeno geomorfologico. L’Italia, grazie alla sua conformazione geologica, custodisce numerose aree calanchive sparse lungo tutta la dorsale appenninica.

In Basilicata, accanto ad Aliano, un altro luogo di straordinario interesse è la Riserva di Montalbano Jonico, considerata un unicum a livello internazionale per la sua valenza geologica e paleontologica. In Emilia-Romagna, i calanchi scolpiscono il paesaggio del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa, per vedute a dir poco mozzafiato.

La Toscana, con le sue Crete Senesi e la Val d’Orcia, vanta uno scenario altrettanto incredibile: colline modellate come sculture, con sfumature che variano dal grigio all’ocra. Sull’Adriatico, le colline di Marche e Abruzzo ospitano le forme più classiche dei calanchi, mentre nei pressi di Atri, in Abruzzo, spicca una riserva naturale interamente dedicata a queste formazioni.

Anche la Sicilia, nella zona di Caltagirone (famosa per la ceramica), conserva una porzione di paesaggio scolpito dai calanchi, a testimonianza di come l’eccezionale fenomeno abbia lasciato segni profondi da nord a sud.