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Come scoprire Agrigento in modo conveniente: un biglietto unico per 5 siti

Agrigento, nominata Capitale Italiana della Cultura 2025, si è preparata ad accogliere i visitatori con un’offerta ampia e variegata che va oltre la famosa Valle dei Templi. Grazie all’iniziativa AgrigentoCulturePass, infatti, promossa da CoopCulture in collaborazione con il Parco della Valle dei Templi e l’Arcidiocesi di Agrigento, potrete scoprire con un unico biglietto alcuni dei luoghi più significativi del centro storico della città.

In questo modo potrete approfondire la vostra esperienza esplorando le diverse anime di Agrigento, non solo quella classica, ma anche quella barocca e medievale. I siti inclusi nel biglietto, oltre la Valle dei Templi, sono il Museo Archeologico Pietro Griffo, la cattedrale di San Gerlando, il Museo Diocesano e la Chiesa di Santa Maria dei Greci.

Un biglietto unico per visitare 5 siti ad Agrigento

Non è inusuale che, soprattutto i turisti stranieri, arrivino ad Agrigento solamente per visitare la Valle dei Templi, per poi ripartire senza soffermarsi a scoprire le altre bellezze della città. Per stimolare una visita più approfondita nasce l’AgrigentoCulturePass che, come abbiamo anticipato, permette di visitare ben 5 siti acquistando un unico biglietto.

Valle dei Templi

Questo è considerato uno dei siti archeologici più belli e spettacolari del Mediterraneo, dichiarato Patrimonio UNESCO nel 1997. Ogni anno i suoi templi dorici, eredità della grande Akragas, l’antica città fondata dai coloni greci nel VI secolo a.C., attirano oltre un milione di visitatori. Imperdibili il maestoso Tempio della Concordia, straordinariamente conservato, il Tempio di Ercole, uno dei più antichi, e il Tempio di Giunone, situato nella parte più alta dell’area archeologica.

A queste bellezze storiche si possono affiancare anche altri luoghi interessanti, come le mostre temporanee: a Villa Aurea è stata allestita “Tesori d’Italia”, che ospita a rotazione oltre 60 capolavori della scultura e pittura italiana provenienti da importanti musei e collezioni private. Da luglio, invece, sarà possibile visitare il parco anche la sera, sia con visite normali che in occasione di eventi speciali e concerti.

Inoltre, ogni giorno sono disponibili percorsi che conducono alle aree meno conosciute della Valle dei Templi, come le necropoli dei primi cristiani all’ipogeo Giacatello, da visitare insieme agli speleologi, o attività come Valle 3D, un viaggio virtuale che consente di scoprire com’era in origine il parco archeologico.

Museo Archeologico Pietro Griffo

Per conoscere davvero il potenziale di Agrigento, che le ha permesso di diventare Capitale Italiana della Cultura 2025, è necessario entrare anche al Museo Archeologico Pietro Griffo. Qui potrete ammirare i 5.000 reperti che raccontano il territorio agrigentino dalla preistoria all’età greco-romana attraverso diversi percorsi: da quello dedicato all’antica Akragas a quello focalizzato sui contesti significativi della Sicilia centro-meridionale.

Fino al 18 maggio, inoltre, ospita “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri”, una collezione di antichi vasi greci del VI e V secolo a.C. che, dopo 200 anni ritornano, sia pur temporaneamente, ad Agrigento da Monaco di Baviera.

Cattedrale di San Gerlando

Tra le cose da vedere ad Agrigento, incluse nel biglietto, c’è anche la cattedrale di San Gerlando. Fondata nell’XI secolo e ampliata nei secoli successivi, la cattedrale rappresenta un importante patrimonio storico e artistico. Intraprendendo il percorso attraverso le torri fortificate e il camminamento panoramico, potrete sia scoprire gli splendidi dettagli architettonici che godere di una vista panoramica privilegiata sulla valle.

All’interno della cattedrale, invece, potrete ammirare la Sala dei Sarcofagi, che custodisce sepolture nobiliari, e l’ex aula capitolare, che invece conserva affreschi che raffigurano episodi della storia di Agrigento. Il percorso si snoda fino alla Torre dell’Orologio, dove si trova una sala dedicata alla costruzione della cattedrale, e termina nella Cappella di San Bartolomeo e nelle reliquie di San Gerlando, conservate in un’urna d’argento dello stesso periodo di quella di Santa Rosalia a Palermo.

Museo Diocesano

Sempre nel biglietto unico è compreso il Museo Diocesano istituito nel 1877 dal vescovo Domenico Turano, che vi permetterà di approfondire la storia della Diocesi di Agrigento dal X al XIX secolo. La testimonianza più antica contenuta al suo interno è l’epigrafe araba di Linosa del 979 d.C, oltre che un piccolo elefantino in marmo. Qui, un’altra testimonianza importante del transfert culturale Oriente-Occidente è rappresentata dall’altarolo dei Crociati, piccola mensa mobile per celebrare la messa fuori dai luoghi di culto, e da un flacone in cristallo di rocca del X secolo, di produzione fatimita, divenuto nel XV secolo reliquiario di San Gerlando.

Chiesa di Santa Maria dei Greci

Infine, l’ultimo sito incluso nel biglietto unico è la Chiesa di Santa Maria dei Greci, costruita sopra un antico tempio dorico dedicato ad Atena. L’edificio, risalente al XII-XIII secolo, conserva un soffitto ligneo trecentesco decorato a capriate e affreschi medievali parzialmente sopravvissuti. Durante i restauri più recenti, sono stati scoperti anche una cripta sotterranea e un antico colatoio, utilizzato nel XIX secolo per la mummificazione dei membri della Confraternita di Santa Maria dei Greci.

Quanto costa il biglietto unico per visitare Agrigento

L’AgrigentoCulturePass costa 28 euro, mentre il ridotto costa 18 euro. Entrambe le tipologie di biglietto hanno una validità di 3 giorni e consentono un solo ingresso per ogni sito.

Se non avete un’auto, potete usufruire della navetta elettrica che permetterà di muoversi tra i diversi siti. L’intero percorso di circa 50 minuti parte da piazza Marconi (Stazione Centrale), tocca la Valle dei Templi (Tempio di Giunone – Tempio di Ercole), il Museo Archeologico Griffo e ritorna in città alla Cattedrale di San Gerlando.

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Palermo, Agrigento e Porto Empedocle a bordo del treno turistico di Fs

Esattamente 150 anni fa, il 1° novembre 1874, veniva inaugurato un tratto ferroviario che avrebbe giocato un ruolo cruciale nello sviluppo economico e sociale della Sicilia: la linea Comitini-Girgenti (oggi Agrigento)-Porto Empedocle, parte della tratta Palermo-Roccapalumba-Porto Empedocle. Lunga complessivamente 144 chilometri, questa ferrovia nasceva con l’obiettivo di favorire il trasporto dei minerali di zolfo dall’entroterra siciliano fino al porto di Porto Empedocle, epicentro di un’industria mineraria allora fiorente.

Con il crollo del mercato dello zolfo e la chiusura delle miniere locali, la tratta perse gradualmente la sua funzione primaria, ma continuò a operare per decenni come un’importante via di trasporto merci. Tuttavia, negli anni ’90 del secolo scorso, con la chiusura della linea a scartamento ridotto per Sciacca e Castelvetrano, anche il traffico ferroviario della stazione di Porto Empedocle subì un drastico calo, segnando un lungo periodo di decadenza.

Negli anni 2000, la tratta è stata rilanciata grazie a un’intuizione strategica per il turismo locale con la creazione della fermata “Tempio di Vulcano”, situata all’interno del Parco Archeologico di Agrigento, che offre ai visitatori la possibilità di raggiungere il cuore della Valle dei Templi su un treno d’epoca. La Fondazione FS Italiane ha quindi investito nel recupero e nella valorizzazione di questa linea, inserendola nel progetto “Binari senza Tempo” e lanciando un’ampia opera di riqualificazione dell’ottocentesca stazione di Porto Empedocle per trasformarla in un parco ferroviario.

Le iniziative della Fondazione FS per il 150° anniversario

In occasione del 150° anniversario dell’attivazione del tronco Comitini-Agrigento-Porto Empedocle, la Fondazione FS Italiane organizzerà il 20 e 21 novembre una serie di eventi per festeggiare questo traguardo storico e per inaugurare il nuovo assetto dell’area ferroviaria di Porto Empedocle, riconvertita in un polo culturale e turistico, segnando un nuovo capitolo nella storia della Ferrovia dei Templi.

La celebrazione prevede per la prima volta il viaggio di un “Espresso” storico, operato da FS Treni Turistici Italiani, che collegherà Palermo a Porto Empedocle lungo l’intero tragitto originario. Questo convoglio turistico, parte dell’offerta di punta di FSTTI, simboleggia il rinnovato interesse per il turismo ferroviario in Sicilia, con l’obiettivo di promuovere un’esperienza che unisce il fascino della storia alla bellezza paesaggistica e archeologica della regione.

Il restauro dell’area ferroviaria di Porto Empedocle

Nel corso delle celebrazioni, la Fondazione FS presenterà il completamento dei restauri della stazione di Porto Empedocle, che includono la riqualificazione dell’ex Magazzino Merci, oggi trasformato in una sala conferenze multimediale e all’avanguardia, e il restauro del Fabbricato Viaggiatori della stazione di Porto Empedocle Succursale, capolinea della tratta. Questi spazi, accessibili al pubblico nei giorni delle celebrazioni, saranno teatro di eventi culturali, esibizioni e incontri.

Nel pomeriggio del 20 novembre e per tutta la giornata del 21, i treni storici della Fondazione FS effettueranno vari collegamenti tra le stazioni di Agrigento Centrale, Agrigento Bassa, Tempio di Vulcano, Porto Empedocle Centrale e Porto Empedocle Succursale, consentendo ai passeggeri di ammirare i suggestivi paesaggi della Valle dei Templi, viaggiando su carrozze d’epoca che evocano il fascino delle ferrovie d’altri tempi. L’area ferroviaria di Porto Empedocle sarà accessibile al pubblico grazie alla collaborazione dei tecnici della Fondazione FS e dell’Associazione Ferrovie Kaos. Saranno inoltre esposti modellini ferroviari in scala, foto d’epoca e cimeli storici, dando ai visitatori l’opportunità di immergersi nel passato ferroviario siciliano e scoprire come la ferrovia abbia influenzato lo sviluppo della regione.

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ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori, il treno storico che attraversa la Sicilia

All’interno dell’iniziativa ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori promossa dall’Assessorato regionale del Turismo dello sport e dello spettacolo, in collaborazione con Fondazione FS e FS Treni turistici italiani, un’idea originale incuriosisce i viaggiatori dall’anima retrò.

Il 28 e 29 settembre sarà possibile viaggiare a bordo di un treno storico tra Agrigento e la Valle dei Templi per fare un tuffo nel passato, seduti in delle carrozze degli anni Trenta. Si potrà raggiungere il Tempio di Vulcano con un accesso diretto al Parco Archeologico con partenza da Agrigento Centrale. In totale sono state pensate ben otto circolazioni per 2320 posti a disposizione di chi vorrà provare questa esperienza unica e indimenticabile.

A bordo dei treni storici siciliani

Il costo del biglietto è di 2 euro a tratta per gli adulti e per i ragazzi, mentre i bambini fino 4 anni non compiuti potranno viaggiare gratuitamente. Per acquistarli basta rivolgersi al personale del treno quando si è già a bordo, ma ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web ufficiale della Fondazione FS. Il “Treno dei Templi” dà la possibilità di viaggiare anche con la propria bicicletta depositandola nella vettura bagagliaio dove è presenta una rastrelliera.

I treni storici siciliani permetteranno quindi di esplorare alcuni itinerari panoramici e culturali più o meno noti e conoscere il territorio fuori stagione, con serenità. Nel 2023 sono state più di 7000 le persone che hanno viaggiato sui treni storici in Sicilia a testimoniare l’importanza di stimolare il recupero dei treni in chiave turistica, a vantaggio delle comunità e dei territori italiani. Sentirsi un po’ Indiana Jones e viaggiare controcorrente, ora che la maggior parte dei turisti sono rientrati dalle vacanze estive, può essere una scelta intelligente e vantaggiosa.

Valle dei Templi

Fonte: iStock

Valle dei Templi in Sicilia

Valle dei Tempi in Sicilia: cosa vedere

La visita completa alla Valle dei Templi ha una durata media di circa due ore. Il Parco archeologico situato su un altopiano non lontano dal mare, a pochi passi da Agrigento, custodisce il patrimonio monumentale di Akragas, la colonia greca del Mediterraneo fondata dai Geoli nel 580 a.C. Nel corso degli anni furono avviati vari scavi e cantieri per portare alla luce alcuni templi dalle origini molto antiche come il Tempio di Ercole, il santuario delle Divinità Ctonie, il Tempio di Giunone e il Tempio della Concordia. Questi ultimi due simboleggiano lo sviluppo dello stile dorico in ambito coloniale. Inoltre si possono visitare l’Oratorio di Falaride e il Tempio Romano. Questi edifici di secoli fa simboleggiano come la Magna Grecia abbia lasciato un tesoro architettonico e culturale alla Sicilia e all’Italia.

La Valle dei Templi è Patrimonio UNESCO dal 1997 e si estende per 1300 ettari. La visita si può iniziare dalla cima della Rupe Atenea da dove si può ammirare anche una vista mozzafiato dei dintorni e del Tempio di Demetra, inglobato ormai nella piccola chiesa medioevale di San Biagio. Infine il Tempio di Zeus è da non perdere, costruito per celebrare la vittoria della battaglia di Himera nel 480 a.C. con grandissime statue di 8 metri e il Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo ricco di reperti da ammirare.

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Agrigento vieta i souvenir a tema mafia in vista di un appuntamento importante

Mentre si appresta a prendere il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025, la città di Agrigento si prepara sotto vari punti di vista, prima di tutto con un intenso programma di promozione turistica, ma non solo. Infatti, arriva notizia che in città siano state proibite le vendite dei tristemente noti souvenir a tema “mafia”: meglio tardi che mai, come si suol dire.

Perché Agrigento vieta le vendite di questi articoli

Il divieto di vendere articoli e prodotti che si leghino alla tematica della mafia sopraggiunge nel momento in cui la splendida Agrigento è prossima a diventare la Capitale Italiana della Cultura, mettendo sempre più in risalto davanti agli occhi di tutto il mondo i suoi tesori millenari, le sue antiche tradizioni e le tante ricchezze artistiche e culturali. Insomma, un patrimonio davvero invidiabile che non ha alcun bisogno di essere amplificato associandosi al fenomeno della mafia siciliana.

Eppure, sono tanti i negozi di souvenir sull’isola della Sicilia in cui è possibile trovare articoli a tema mafia, dai magneti alle magliette, dagli apribottiglie ai bicchieri da shot. D’altronde, nonostante gli atti eroici dei magistrati, la mafia siciliana oggi continua a operare sull’isola, impegnandosi in attività criminali come l’estorsione, il narcotraffico e il rapimento. Purtroppo, infatti, attualmente anche la stessa città di Agrigento è ancora in lotta con il fenomeno della mafia.

Le parole del sindaco di Agrigento

Nel tentativo di cambiare volto nei confronti del pubblico internazionale e contrastare quella che viene considerata come un’operazione che rende la mafia “glamour” e motivo di mercificazione e speculazione, la città di Agrigento ha deciso appunto di vietare questo tipo di articoli per tutto il periodo dell’anno prossimo, quantomeno.

Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, è autore principale di questo divieto e ha infatti dichiarato: “Dal momento che la vendita di tali prodotti nel territorio di Agrigento umilia la comunità locale, che si impegna da anni a diffondere la cultura della legalità, ordino un divieto sulla vendita di qualsiasi tipo di oggetto che lodi o faccia riferimento in qualsiasi modo alla mafia e al crimine organizzato”.

Le forze di polizia locale, così come anche i carabinieri, sono state infatti autorizzate a ispezionare i negozi di souvenir in tutta la città e a sanzionare con severe multe coloro che vengano sorpresi a vendere questa tipologia di tali prodotti, tra i quali spesso ritroviamo ad esempio grembiuli raffiguranti una lupara. Nonostante non sia ancora stato confermato e reso noto l’importo della multa che andrà pagata dal venditore che violerà il decreto, sicuramente le sanzioni pecuniarie non mancheranno e non saranno leggere.

“Bene ha fatto il sindaco di Agrigento a vietare la vendita di souvenir inneggianti alla mafia, auspico che il suo esempio sia seguito al più presto da tutti i sindaci di Sicilia”, queste invece le parole di Marco Intravaia, deputato regionale e componente della Commissione Regionale Antimafia. “Chi arriva in Sicilia non può essere fuorviato da oggetti che associano valori positivi a Cosa Nostra, ma deve avere ben chiaro cos’è: un’organizzazione criminale crudele e sanguinaria che uccide senza pietà”.

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Valle dei Templi: torna indietro nel tempo per ammirarla nel suo splendore

Parchi archeologici, resti antichi e monumenti secolari sono da sempre in cima alle travel wish list dei viaggiatori, e i motivi sono piuttosto intuibili. Passeggiare tra le rovine di quei luoghi iconici che raccontano e rappresentano la storia dell’umanità intera è un’esperienza estremamente affascinante che, in qualche modo, ci riporta indietro nel tempo grazie alle tante suggestioni che offrono questi luoghi. E se, invece, fosse possibile viaggiare nel tempo?

Vogliamo rassicurarvi: non si tratta di stregoneria, né tanto meno di una capsula del tempo, anche se il viaggio a ritroso nei secoli è garantito, ma di un nuovo progetto che coinvolge uno degli hotspot più interessanti, dal punto di vista archeologico, storico e paesaggistico, che il nostro Paese ospita.

Ci troviamo nella magica Valle dei Templi, il parco archeologico della Sicilia che conserva, valorizza e celebra alcuni dei più importanti templi del periodo ellenico. Ed è proprio qui, che a partire da questo autunno, è possibile tornare indietro nel tempo e ammirare l’intera area nell’epoca del suo massimo splendore. Ecco come.

C’era una volta la Valle dei Templi

È un percorso immersivo, unico e suggestivo, quello che permetterà ai viaggiatori di scoprire com’era un tempo il Parco Archeologico. Il progetto, che prende il nome di Valle dei Templi 3D e che vede la collaborazione dello stesso parco con CoopCulture e col CNR (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione), consentirà ai visitatori di tornare indietro nel tempo grazie alle ricostruzioni virtuali dell’area archeologica riportate al periodo del loro massimo splendore: il V secolo a.C.

Passeggiando tra i resti di monumenti iconici e antichi, gli ospiti accompagnati anche dall’audioguida, potranno ammirare i templi dell’antica Akragas ricostruiti virtualmente con estrema fedeltà realistica. Dopo diversi studi, infatti, esperti di settore sono riusciti a realizzare i modelli dei templi sia dal punto di vista delle forme architettoniche, dei materiali e di tutti i dettagli decorativi.

Porta Quinta

Fonte: Krinaphoto/Ufficio Stampa

Porta Quinta

Un viaggio indietro nel tempo

Il Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento è un vero e proprio must see per chi giunge in Sicilia, nonché un’attrazione dal valore storico inestimabile che merita da sola un intero viaggio. Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco dal 1997, l’area è considerata uno dei siti archeologici meglio conservati della civiltà greca classica.

Visitare questo luogo, dicevamo, è qualcosa che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita. Ma farlo adesso permetterà a chiunque di avere un accesso completo e inedito al passato dell’intera valle.

Ma come funziona l’esperienza virtuale? Gli ospiti avranno a disposizione un’applicazione per smartphone, disponibile sia per i dispositivi iOs che Android, che consentirà di accedere alla ricostruzione in 3D di templi e aree sacre. La visione restituita dall’app sarà poi sovrapponibile a quella reale dei monumenti, consentendo così a chiunque di confrontare passato e presente all’istante.

Il percorso dura circa 2 ore. Si parte da Porta Quinta, per poi attraversare il Tempio dei Dioscuri e Santuario delle divinità Ctònie e proseguire lungo la via Sacra fino al Tempio di Giunone. Il costo della visita è di 7,99 euro.

Tempio della Concordia

Fonte: Krinaphoto/Ufficio Stampa

Tempio della Concordia
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Trovati i resti di un antico edificio in Italia: la scoperta sensazionale

La Sicilia vanta un patrimonio archeologico incredibile, con tantissime testimonianze riemerse nel corso degli ultimi secoli: uno dei siti più importanti è quello della Valle dei Templi di Agrigento, che corrisponderebbe all’antica città di Akragas. Oggi, grazie alle nuove tecnologie, si è potuto esplorare alcune aree finora mai indagate. Ed è tornato alla luce qualcosa di incredibile: scopriamo di che cosa si tratta.

Valle dei Templi, scoperti i resti di un edificio

Lo splendido patrimonio archeologico della Valle dei Templi ora si arricchisce di una nuova scoperta: un team di ricercatori dell’Università di Catania, in collaborazione con alcuni esperti dell’Università di Bordeaux, ha trovato i resti di un antico edificio ancora ben celati sotto terra. Il rinvenimento è avvenuto in un’area a nord della Plateia I-L, che finora non era mai stata esplorata. Nelle scorse settimane, gli archeologi hanno dato il via ad alcune indagini geofisiche che hanno permesso di “sondare” il sottosuolo, senza bisogno di scavare.

Solo in seguito, dopo aver ottenuto risultati positivi, hanno avuto inizio i lavori per riportare a galla i resti. Si tratta di un muro formato da grossi blocchi di calcare, i quali poggiano parzialmente sulla roccia tagliata. Una delle peculiarità è l’orientamento delle rovine, molto diverso da quello degli edifici appartenenti al vicino quartiere ellenistico-romano. Secondo le prime analisi degli esperti, è possibile che i resti risalgano al periodo ellenistico o addirittura a quello classico. La struttura si trova vicino all’ingresso del santuario degli “altari circolari”, motivo per cui si pensa che possa avere un ruolo nella topografia religiosa dell’antica città di Akragas.

Le nuove tecnologie nella ricerca archeologica

La scoperta appena avvenuta presso la Valle dei Templi di Agrigento è stata possibile solamente grazie all’impiego di nuove tecnologie sempre più all’avanguardia. “Lo scavo è un’operazione lunga, complessa e costosa, che modifica in modo permanente il sottosuolo dopo la sua realizzazione” – ha spiegato il prof. Sebastiano Imposa, associato di Geofisica applicata e responsabile del Laboratorio dell’Università di Catania – “Pertanto le indagini di geofisica applicata, che consentono di raccogliere informazioni a priori in modo assolutamente non invasivo sulle aree da scavare, si rivelano una risorsa preziosissima per l’archeologo”.

Attorno al sito archeologico, ci sono numerose zone inesplorate, che potrebbero nascondere molti tesori ancora da scoprire. Per questo motivo, lo scorso anno ha avuto inizio la collaborazione con gli esperti dell’Università di Bordeaux, la quale è volta a studiare il fenomeno delle processioni nell’antichità facendo uso di indagini moderne. Non è la prima volta che la tecnologia permette di scoprire preziosissimi reperti ancora celati sotto terra. Di recente, attraverso la radiografia muonica, è stato possibile individuare le vestigia dell’antica necropoli di Neapolis, situata a circa 10 metri di profondità presso il rione Sanità di Napoli, un luogo così densamente abitato che non può essere scavato.

Le indagini muoniche, il cui funzionamento si basa sulla tecnologia impiegata presso il CERN di Ginevra, sono state utili anche in Egitto, per scoprire che cosa si cela all’interno della Piramide di Cheope, in un posto dove l’occhio umano non è mai potuto arrivare. È stato così che gli archeologi hanno individuato un tunnel segreto, che potrebbe addirittura condurre alla camera in cui riposa il sepolcro del faraone Cheope: tanto che gli esperti parlano già di “scoperta del secolo”.

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Passerelle del Vero, un incredibile percorso tra gole profonde

Alquézar, uno dei borghi medievali più affascinanti della Spagna, custodisce uno degli itinerari più famosi dell’Aragona nonché uno dei più mozzafiato.

Si tratta delle “Passerelle del Vero“, un adrenalinico sentiero sopraelevato che consente di rimanere estasiati dinanzi all’ultimo tratto della Gola del fiume Vero attraversando passerelle spettacolari e sicure.

Passerelle del Vero, impossibile non emozionarsi

L’incredibile percorso di montagna semi attrezzato, lungo tre chilometri e con un dislivello di 180 metri, ha inizio dal centro del borgo e conduce alla scoperta di un ambiente idilliaco che riassume in sé l’essenza paesaggistica, culturale e ambientale del Parco Naturale della Sierra y los Cañones de Guara.

Il primo tratto: la discesa al fiume Vero attraverso il Barranco de la Fuente

Si parte dalla piazza Rafael Ayerbe (ex Plaza Mayor) accanto al municipio, sotto alla Collegiata, dove è possibile acquistare il biglietto d’ingresso al tour (disponibile anche online).

Si scende da Alquézar al fiume Vero attraversando il rigoglioso Barranco de la Fuente, incastonato tra imponenti pareti calcaree, con la Collegiata di Alquézar in alto a destra e la Peña Castibián a sinistra, dove gli arrampicatori si esercitano lungo le pareti e cavità.

Questa discesa è la parte più tecnica del percorso a causa del costante dislivello e del terreno sconnesso: in alcuni tratti è attrezzata con passerelle in legno.

È un tratto che in estate, durante le giornate roventi, diventa molto piacevole grazie all’ombra perenne e all’umidità che emana.

Occorre prestare molta attenzione nei giorni di pioggia o subito dopo: il terreno diventa scivoloso e vi è la possibilità che l’acqua scorra lungo la strada.

È anche importante rispettare il silenzio della zona, fermandosi ad osservare il fogliame che adorna il burrone e l’intenso lavoro che l’acqua e il vento hanno svolto per migliaia di anni. Alzando lo sguardo, non è difficile notare grandi rapaci come il grifone volteggiare in aria.

Il secondo tratto: il fiume Vero

Raggiunto il greto del fiume, prima di imboccare le passerelle aeree sulla destra, è vivamente consigliata una visita alla Cueva de Picamartillo (che dista circa 100 metri), una curiosa cavità formata dall’erosione dell’acqua.

Ammirata la grotta, tornando sui propri passi è il momento di percorrere il primo tratto delle passerelle aeree, per poi scendere nel greto del fiume, fino a sentire il fragore della cascata dell’Azud.

È zona più bella del tour, dove si svela l’infrastruttura della vecchia centrale idroelettrica: si parte dal canale dell’Azud, costruito per raccogliere l’acqua che, in basso, generava elettricità per la Centrale Elettrica e si giunge al Canyon del Vero, plasmato da maestosi blocchi di roccia, cavità, pozze e acqua dallo spettacolare colore turchese in primavera.

Dall’edificio della vecchia Centrale elettrica si sale dolcemente lungo un sentiero che, svoltando a sinistra, conduce all’ultimo tratto delle passerelle, il più moderno: da qui si arriva alla piattaforma Mirador del Vero con una vista sensazionale sul fiume, sul burrone e sullo storico borgo di Alquézar.

Il terzo tratto: ritorno ad Alquézar

Seguendo un sentiero piuttosto ripido, tra mandorli, ulivi e frutteti, si ritorna ad Alquézar, nel parcheggio appena sotto la chiesa di San Miguel.

Informazioni pratiche

Per effettuare il tour, dai 12 anni in su è prevista una quota di partecipazione pari a 4 euro. Al momento dell’acquisto del biglietto, è possibile scegliere l’orario preferito per iniziare l’entusiasmante percorso.

Il contributo serve per il servizio di manutenzione e pulizia delle infrastrutture dei camminamenti e dei loro dintorni.

Il tour è aperto tutto l’anno, tranne in caso di lavori di manutenzione programmati (i giorni vengono segnalati sul sito ufficiale) e se il personale di controllo rileva che l’accesso potrebbe essere pericoloso (a causa, ad esempio, di una piena del fiume o di lavori di riparazione d’emergenza).

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Riparte il treno storico per la Valle dei Templi

Partirà da Palermo alla volta del Parco Archeologico Valle dei Templi ad Agrigento e il borgo marinaro di Porto Empedocle, il treno storico che percorre una delle linee più panoramiche della Sicilia. L’iniziativa, in programma domenica 6 novembre, offrirà ai turisti a bordo un programma ricco di eventi, che punta a soddisfare le esigenze di chi vuole vivere una giornata alla scoperta di storia, cultura e tradizioni di luoghi splendidi.

Le fermate del treno storico

Il treno storico partirà alle ore 7.50 dalla stazione di Palermo Centrale ed effettuerà fermate intermedie nelle stazioni di Bagheria, Termini Imerese, Roccapalumba-Alia, Cammarata San Giovanni Gemini, Aragona Caldare e Agrigento Bassa. Alle 11.15 il convoglio d’epoca raggiungerà la stazione tempio di Vulcano, rinnovata di recente e ubicata nel cuore della Valle dei Templi, dove di recente è stata fatta un’incredibile scoperta.

Qui i passeggeri potranno scendere e trascorrere una giornata all’interno del leggendario Giardino della Kolymbethra, accolti dalle guide del Fondo Ambiente Italiano (FAI). Come tutte le prime domeniche del mese, l’accesso al Parco archeologico sarà gratuito.

Chi invece intende proseguire il proprio viaggio fino a Porto Empedocle, potrà raggiungere in treno l’ottocentesca stazione del borgo in provincia di Agrigento, con arrivo alle 11.33. I viaggiatori avranno l’opportunità di visitare il Parco ferroviario, per poi proseguire il tour alla scoperta di Porto Empedocle con le guide dell’Archeoclub Agrigento che propongono tre escursioni tra i luoghi della Vigata di Andrea Camilleri, il Lido Marinella e la meravigliosa Scala dei Turchi. Il convoglio di ritorno partirà dalla stazione di Porto Empedocle Succursale alle 17.07 e da Tempio di Vulcano alle 17.15, con arrivo a Palermo previsto per le 20.26.

Giardino della Kolymbethra, gioiello della Valle dei Templi

In greco, Kolymbethra indica un tipo di piscina utilizzata in età romana per giochi acquatici. Prima “sontuosa piscina popolata da pesci e da cigni” di cui scrive lo storico greco Diodoro siculo, una volta interrata diventa un fertile orto-frutteto. Quando poi si aggiungono gli agrumi, prende la denominazione di “giardino”, come si usa chiamare in Sicilia gli agrumeti tradizionali.

Il Giardino della Kolymbethra è coltivato in una piccola valle tra il tempio dei Dioscuri e il tempio di Vulcano (o di Efesto), nel sito identificato con l’antico bacino artificiale costruito per volere del tiranno Terone dopo la vittoria nella battaglia di Himera, nel 480 a.C.

Il giardino, non più coltivato dagli anni ’80, è stato recuperato al suo uso originario e alla fruizione ad opera del FAI, e oggi riassume in 6 ettari il paesaggio agrario e naturale della Valle dei Templi, fiore all’occhiello di Agrigento. La bellezza della Kolymbethra è legata alla forma degli alberi e al fascino del fenomeno della rifioritura, per cui frutti e fiori si succedono ininterrottamente nel corso delle stagioni, all’ombra e alla frescura assicurate dalla chioma sempreverde.

Nelle zone più scoscese, si trovano le piante della macchia mediterranea, mentre al di là del piccolo fiume c’è un agrumeto, uno degli ultimi “giardini” siciliani, con limoni, mandarini e aranci di antiche varietà, irrigato secondo le tecniche della tradizione araba. Dove l’acqua non arriva, si possono ammirare gelsi, carrubi, fichi dìindia, mandorli, mirti e olivi “saraceni”. Un luogo unico, immerso in uno dei siti archeologici più grandi del mondo. Un patrimonio paesaggistico, quello del Parco archeologico Valle dei Templ, estremamente vario e di straordinaria bellezza, frutto della commistione fra elementi naturali originari e l’azione millenaria dell’essere umano.

Giardino Kolymbethra
Lo splendido Giardino della Kolymbethra