Categorie
Africa Egitto Idee di Viaggio itinerari culturali mercatini Viaggi

Tesori d’Egitto: il mercato Khan el-Khalili al Cairo

Chiudi gli occhi. Senti il profumo denso di spezie che avvolge l’aria che ti circonda, il brusio allegro e a tratti concitato delle voci di chi compra e di chi vende, il rumore tintinnante dell’argenteria che si tocca. Allunga una mano e lasciati solleticare i polpastrelli dalle trame ricche dei tessuti e dei tappeti che ti fanno da guida nel dedalo di vicoli e stradine di questo posto. Ora apri gli occhi: benvenuto a Khan el-Khalili, il suq più importante del Cairo dove le luci fioche delle lanterne, che si rincorrono una dietro l’altra sui gradini di piccole scale in pietra, illuminano questo luogo che sembra uscito direttamente dalle pagine di una fiaba d’Oriente. Un mercato dalla storia antica che devi assolutamente vedere se hai deciso di visitare l’affascinante capitale d’Egitto.

Khan el-Khalili in passato

Le origini di Khan el-Khalili risalgono al lontano 1382, su commissione dell’emiro Dyaharks El Khalili che volle costruire un grande caravanserraglio, una specie di locanda primitiva tipica delle zone orientali dove i mercanti potevano sostare, far riposare gli animali e depositare le merci. In questi luoghi di passaggio, accadeva spesso che i mercanti approfittassero per fare affari e commerciare tra di loro. Ed è proprio da questa abitudine che, attorno al caravanserraglio, si formò un piccolo bazar che, nel tempo, crebbe fino a diventare l’enorme suq che conosciamo oggi. Il successo di questo mercato è dovuto principalmente alla posizione strategica lungo le rotte commerciali tra Africa, Asia ed Europa, posizione che faceva gola ai mercanti provenienti da tutto il mondo.

Khan el-Khalili oggi

Dal 1382 il mondo è cambiato completamente, il consumismo ha portato alla nascita di nuove forme di scambi commerciali e l’avvento della rivoluzione digitale ha messo in ginocchio la compravendita tradizionale a favore del mercato online. Nonostante ciò, i mercati tradizionali come il Khan el-Khalili al Cairo non sono scomparsi, anzi. Forse è proprio il mondo moderno, con le sue frenesie e la sua costante standardizzazione, a spingere le persone a cercare qualcosa di unico, a visitare luoghi in cui il libro del tempo sembra essersi fermato su un capitolo di molti anni fa e a ricercare determinate atmosfere che, ormai, sono sempre più difficili da trovare. Khan el-Khalili è il luogo giusto dove poter trovare quelle atmosfere. Nonostante si sia allontanato parecchio dai tempi in cui mamelucchi, ottomani e mercanti da ogni dove attraversavano i suoi archi decorati, e nonostante i vari progetti di modernizzazione ed ampliamento, oggi Khan el-Khalili conserva ancora il suo spirito originario: un groviglio di culture e tradizioni che si incrociano per un breve istante di vita sulle sue stradine lastricate, soffermandosi sotto le tende delle vecchie botteghe e cercando piccoli tesori nascosti.

Khan el-Khalili: poesia architettonica

Costruito nel cuore della Città Vecchia del Cairo, Khan el-Khalili è un grande labirinto di vicoli stretti, stradine e piccoli saliscendi. La sua architettura rappresenta una testimonianza tangibile dei fasti della dinastia mamelucca, con edifici in pietra scolpita impreziositi da archi decorati finemente o facciate decorate con motivi e calligrafie arabesche. A rendere ancora più maestosa l’architettura di Khan el-Khalili è la presenza di moschee e minareti che si ergono nei pressi del suq, come le Moschea di Al-Hussein e di Al-Azhar. In alcune parti del mercato sono ancora presenti i famosi caravanserragli: con i grandi cortili e le tracce di vecchie stalle e magazzini. Ad aggiungere un ulteriore tocco di fascino antico che fa risuonare subito nella nostra testa la celebre canzone “Notti d’Oriente” sono gli splendidi archi e le cupole in pietra che proteggono mercanti e visitatori dal sole e dal vento del deserto, conferendo una sensazione di intimità e accoglienza.

Cosa fare e cosa vedere a Khan el-Khalili

Per godere appieno delle meraviglie di questo luogo dal fascino antico, il consiglio è quello di vagare per le sue strade, facendosi trasportare dai suoni e dai profumi. Sono tante le cose che puoi fare a Khan el-Khalili, qui abbiamo raccolto qualche consiglio.

Cercare piccoli tesori

Se stai cercando qualcosa da portare a casa in ricordo del tuo viaggio in Egitto non c’è posto migliore di Khan el-Khalili per trovarlo. Questo mercato è celebre per le sue piccole botteghe dove è possibile trovare pezzi artigianali egiziani. Tra le merci più desiderate e acquistate ci sono i gioielli in argento, frutto della maestria degli artigiani locali che danno vita a pezzi di una bellezza incredibile, le lanterne in ottone e rame lavorate a mano con motivi geometrici e trame antiche e, infine, le spezie e i profumi.

Sorseggiare il tè alla menta al Caffè El Fishawy

Tè alla menta nel mercato di Khan el-Khalili

Fonte: iStock

Il delizioso tè alla menta nel mercato di Khan el-Khalili al Cairo

Molto più di un semplice caffè, questo luogo è una vera e propria istituzione, simbolo di cultura e vita sociale del Cairo. Fondato oltre 200 anni fa, sui suoi tavolini si sono seduti importanti scrittori, poeti e artisti diventando un punto di ritrovo per gli intellettuali del luogo. Proprio qui si sedeva il premio Nobel per la letteratura Naguib Mahfouz il quale, osservando la vita del bazar, ha dato vita ad alcuni romanzi ambientati proprio a Khan el-Khalili, omaggiando l’anima vivace di questo mercato. Siediti a uno dei suoi tavolini e osserva la vita che si muove intorno a te mentre assaggi del tè alla menta o del caffè arabo tradizionale, due bevande tipiche della cultura culinaria egiziana che, in questo bar, godono di un’ottima reputazione. Consigliamo soprattutto il tè alla menta, servito bollente in piccoli bicchieri; è una toccasana rigenerante, perfetto dopo aver esplorato le meraviglie di Khan el-Khalili.

Visitare le moschee

Come vi raccontavamo prima, Khan el-Khalili è circondato da due delle moschee più celebri e maestose della città e una visita è d’obbligo. Inizia dalla Moschea di Al-Hussein, collocata proprio vicino al bazar, per godere delle bellezze di uno dei luoghi più gettonati del Cairo. Al suo interno potrai vedere una reliquia che si pensa essere la testa di Al-Hussein, nipote del Profeta Maometto. Prosegui poi per la Moschea di Al-Azhar, splendido luogo di culto nonché una delle università più antiche del mondo.

Perdersi e lasciarsi condurre dai tuoi sensi

Luoghi come i grandi mercati sono fatti per essere scoperti. Lasciati condurre dai profumi e dai suoni, non seguire un itinerario preciso ma perditi. Non c’è nulla di più bello di vagare senza meta e scoprire cosa si nasconde dietro ogni angolo. Se sei fortunato, potresti incontrare quel piccolo tesoro che stavi proprio cercando.

Come raggiungere Khan el-Khalili

Come dicevamo, il mercato di Khan el-Khalili si trova nel del Cairo Islamico e, più precisamente, nella sua Città Vecchia. Questa posizione lo rende di facile accesso, anche attraverso i mezzi pubblici. Puoi optare per tre diverse opzioni:

  • Metropolitana: scendi alla stazione Attaba, a circa 10 minuti a piedi dall’ingresso del mercato.
  • Taxi/Uber: il conducente ti porterà o a Khan el-Khalili o alla Moschea di Al-Hussein se prima vuoi fare un passaggio in questa splendida Moschea.
  • Autobus: ci sono varie linee che passano vicino al mercato ma le fermate sono leggermente più lontane rispetto a quella della metro, dunque preparati a fare una breve passeggiata.

Visitare Khan el-Khalili: informazioni utili

Prima di visitare il mercato è bene tenere a mente alcune importanti informazioni che ti riportiamo qui di seguito:

  • Orari: aperto tutti i giorni, consigliamo di visitarlo nel tardo pomeriggio o alla sera, quando l’atmosfera diventa ancora più suggestiva grazie alle luci delle lanterne che illuminano il mercato
  • Affollamento: soprattutto nei fine settimana, il mercato è molto affollato e chiassoso ma, allo stesso tempo, è ciò che lo rende così affascinante.
  • Sicurezza: Il suq è generalmente sicuro, ma bisogna fare attenzione ai borseggiatori, regola fissa di tutti i luoghi affollati.
  • Carta o contanti: porta con te dei contanti, poiché molti negozi non accettano il pagamento tramite POS.
  • Contrattazione: la contrattazione è insita nella cultura commerciale in Egitto, soprattutto nei grandi mercati, dunque preparati a contrattare con abili mercanti. Attenzione che la maggior parte delle volte i commercianti hanno prezzi diversi per i locali e per i turisti.

Se hai in programma un viaggio al Cairo, non puoi saltare questa tappa. Entrare nel mercato di Khan el-Khalili significa entrare nell’anima dell’Egitto e della sua capitale. Significa scoprire un luogo dove passato e presente s’incontrano e si abbracciano in un vortice di profumi, suoni, colori e sapori. Vivi l’esperienza di perderti nei suoi vicoli, di contrattare con i commercianti e prenditi qualche istante per osservare come si muovono le persone in questo microcosmo dalla bellezza unica. Fermati al Caffè El Fishawy e prova il suo tè alla menta e le sue pietanze tradizionali e, infine, goditi ogni istante in questo luogo unico al mondo. Siamo sicuri che da Khan el-Khalili porterai via qualcosa, anche solo un piccolo oggetto, ma stai attento perché siamo anche certi che lascerai lì un pezzo del tuo cuore.

Categorie
Africa Capo Verde Consigli turismo enogastronomico Viaggi

I piatti tipici di Boa Vista: cosa mangiare in vacanza a Capo Verde

Se ami le vacanze enogastronomiche devi sapere che la cucina tradizionale di Capo Verde ti farà esclamare “wow”: un mix equilibrato di sapori e influenze cosmopolite che uniscono elementi portoghesi, brasiliani e tocchi africani. A favorire questo equilibrio ci pensa la posizione: l’arcipelago si trova nell’Oceano Atlantico ed è conosciuto per i tantissimi piatti ma ricchi di gusto che raccontano al 100% quella che è l’anima del popolo. Il pesce fresco, i frutti di mare, il mais e i legumi sono gli ingredienti protagonisti di molte ricette, che spesso variano da isola a isola, aggiungendo un tocco locale a ogni pietanza. Se visiti Capo Verde non puoi non esplorare i sapori local attraverso i piatti tipici di Boa Vista: ecco i migliori che non puoi farti sfuggire.

Cachupa

Se c’è un piatto che rappresenta l’anima di Boa Vista, quello è sicuramente la cachupa. Considerata il piatto nazionale, è un ricco stufato di mais, fagioli e carne o pesce, preparato attraverso una cottura lenta di alcune ore che dà modo ai sapori di amalgamarsi in un abbraccio perfetto. A Boa Vista, potrai assaggiarla in diverse varianti, a seconda degli ingredienti disponibili e della creatività del cuoco.

La cachupa rica è la versione più sostanziosa, a cui vengono aggiunte carne di maiale, salsiccia e in alcuni casi pesce, mentre la cachupa pobre è più semplice, composta principalmente da mais e fagioli. Ciò che rende la così speciale è la sua versatilità: c’è chi la mangia a colazione, pranzo o cena. Non è raro vedere local iniziare la giornata con una cachupa refogada, una versione ripassata in padella con uova fritte, un modo delizioso per sfruttare gli avanzi del giorno prima.

Lagosta suada

Ami i piatti di pesce? Non farti sfuggire l’occasione di assaggiare la lagosta suada. Si tratta di un’aragosta cucinata molto lentamente in un sugo ricco di verdure. Pomodoro, cipolle e un pizzico di vino bianco creano un sugo intenso e denso dovuto alla lunga cottura; una volta assaggiato ti renderai conto di non aver mai mangiato un’aragosta così tenera e allo stesso tempo gustosa. Succulenta e davvero godereccia, te la consiglio per una cena in riva al mare.

Pastéis de Milho

Non può mancare lo street food e ti suggerisco assolutamente di provare i pastéis de Milho: si tratta di una vera istituzione da queste parti e viene spesso utilizzato come snack spezza fame o spuntino. Si tratta di fagottini di farina di mais, fritti fino a diventare dorati e croccanti; al loro interno è custodita una gustosa farcitura che varia leggermente dal quartiere e dalla tradizione familiare. Molte volte è di tonno e verdure ma c’è chi lo prepara di carne di maiale in versione super spicy. Te li consiglio rigorosamente da passeggio mentre scopri le stradine più caratteristiche di Boa Vista alla ricerca degli scorci più autentici o prima di raggiungere la spiaggia.

Xerém

Un’altra leccornia da non perdere è un piatto che trova le sue radici nella vita contadina di Boa Vista a Capo Verde: si chiama xerém e da molti local è considerato un autentico comfort food. Un piatto ricco e davvero sostanzioso che sprigiona la tradizione del luogo. Potremmo paragonarla ad una polenta di farina di mais cotta molto lentamente con brodo e acqua. Ad arricchirne il gusto le tradizioni familiari che cambiano ma in linea di massima si trovano salsiccia, pancetta o pesce.

Categorie
Africa Idee di Viaggio Kenya Nairobi Parchi Nazionali vacanza natura Viaggi viaggiare

Cosa vedere a Nairobi: itinerario alla scoperta della capitale del Kenya

Il Kenya è sempre più spesso scelto come meta di viaggi di nozze ma anche da chi semplicemente vuole scoprire la realtà africana più autentica. Chiaramente tutto parte dal punto principale: Nairobi. La capitale dall’anima vibrante è estremamente sorprendete proprio per la sua dualità, da una parte la modernità di grattacieli e dall’altra il parco nazionale proprio a due passi. Ma perché dovresti considerare di mettere Nairobi in cima alla tua lista di viaggi? La risposta è semplice: questa città è un microcosmo perfetto di contrasti affascinanti, dove la modernità incontra la natura selvaggia in un modo che difficilmente si trova altrove. Se non sai da dove iniziare non preoccuparti, sono qui per guidarti attraverso un itinerario completo alla scoperta del territorio.

Parco nazionale di Nairobi

Il Parco Nazionale di Nairobi è una meraviglia naturale che sorprende e affascina ogni visitatore, un’oasi di tranquillità situata a pochi minuti dal caos e dalla frenesia della capitale del Kenya. Non solo è il più antico della nazione, ma gode di un primato: è l’unico al mondo così vicino ad una città. Dopotutto dista solo 7 km dal centro della capitale e attira ogni anno tantissimi visitatori interessati a praticare un safari etico. Il parco, fondato nel 1946, è particolarmente suggestivo per la sua dualità: in molti scatti fotografici potrai goderti la natura selvaggia e autentica mantenendo sempre sullo sfondo le costruzioni più moderne. Organizzare un safari è possibile e tra le tante specie è possibile incrociare i rinoceronti neri. La zona è anche casa di zebre, bufali, leopardi e numerose specie di uccelli, rendendolo un paradiso per gli appassionati di birdwatching e fotografia. Roccaforte di tutela della biodiversità, mostra tutto l’impegno che viene fatto per preservare la specie e soprattutto difendere dai bracconieri alcuni esemplari minacciati da alcuni uomini senza scrupoli. Una delle esperienze più emozionanti è sicuramente il safari all’alba o al tramonto, quando i colori del cielo si fondono con quelli della savana, creando uno spettacolo che difficilmente potrai dimenticare.

Museo nazionale del Kenya

Se desideri comprendere a fondo quella che è l’anima e la storia di Nairobi, inserisci nel tuo itinerario una mattinata all’interno del museo nazionale del Kenya. La collezione al suo interno è ricchissima e dà modo di ripercorrere il passato fino ad oggi, partendo dalle testimonianze fossili degli ominidi fino all’esplorazione di quelle che sono le numerose etnie che hanno vissuto nella zona. Tra le sezioni che non dovresti perdere c’è però quella dedicata alla natura che si concentra sulle specie animali e la biodiversità. Tra le chicche c’è una ricercata collezione di arte contemporanea keniana che omaggia artisti local attraverso l’esposizione delle proprie opere.

Giraffe centre

Se ti piacciono le esperienze uniche e interattive, non perderti una tappa al Giraffe Centre nel sobborgo di Lang’ata. Il centro è stato fondato negli anni ’70 per salvare la giraffa Rothschild, una specie in via di estinzione. Oggi, è una delle attrazioni più amate di Nairobi, grazie alla possibilità di interagire con queste eleganti creature. Qui avrai modo di avvicinarti ad alcuni esemplari, partecipare ad una visita e persino avere un contatto diretto con loro avendo sempre un grande rispetto verso gli animali che mostrano un atteggiamento docile ed empatico, soprattutto con i bambini. C’è anche un piccolo museo all’interno del centro che fornisce informazioni sulla fauna e flora del Kenya, perfetto per chi desidera approfondire la propria conoscenza della biodiversità locale.

Giraffe centre a Nairobi

Fonte: iStock

Giraffe centre, l’esperienza a contatto con le giraffe a Nairobi

Museo di Karen Blixen

Ami la letteratura e la storia? Il museo di Karen Blixen è una tappa must per te: non lontano dalle colline Ngong, è una casa museo. Qui ha vissuto l’autrice danese omonima diventata famosa per il romanzo autobiografico “la mia Africa”. Ti suggerisco di visitarla non solo per ripercorrere la vita della scrittrice ma soprattutto per comprendere meglio quella che è stata l’Africa in epoca coloniale. Attorno alla casa di inestimabile pregio c’è un giardino tropicale conservato tutt’ora con cura; gli interni, invece, sono arredati con mobili originali dell’epoca e appartenuti proprio a lei. Il legame profondo tra Karen e il Kenya si respira in ogni angolo e chi ha già letto il suo capolavoro ne comprende ogni minima sfaccettatura. (Se non lo hai mai letto, recuperalo prima di partire… ti aiuterà a godertelo ancora di più).

Mercato Maasai

La cultura artigianale di Nairobi è tutta da scoprire, proprio per questo ti suggerisco una passeggiata nel mercato Maasai: qui tra colori e tradizioni avrai modo di osservare quelli che sono i trend locali e ovviamente portarti a casa souvenir per te e amici di inestimabile valore. Gioielli handmade, sculture in legno, tessuti colorati e cesti sono solo alcuni esempi. Si tratta però di una soluzione itinerante: non è fissa ed è quindi importante documentarsi tramite il sito del turismo ufficiale per capire date, orari e luoghi durante il proprio soggiorno.

Uhuru Park

Non solo il national park, un’altra oasi verde è quella del parco cittadino di Uhuru. Simbolo della libertà e della storia local, significa proprio freedom in lingua swahili ed è stato inaugurato nel 1969 per celebrare l’indipendenza del Kenya. Se desideri fare una bella passeggiata nel verde senza allontanarti troppo dal centro è perfetto, rappresenta in pieno il cambiamento local dopo il dominio coloniale britannico. Qui avrai alcuni scorci incredibili da fotografare per immortalare lo skyline di Nairobi.

Ngong Hills

Spostandosi leggermente dal centro si trovano le Ngong Hills, una catena di colline che circonda la città e meta di numerose escursioni organizzate. Il nome deriva dalla parola Maasai che significa “sorgente” e non è difficile immaginare il motivo. La vista panoramica una volta raggiunta la cima è incredibile, basti pensare che si estende fino alla Great Rift Valley.

Moschea Jamia

Tra i monumenti religiosi che ti suggerisco di non perdere c’è la moschea Jamia: l’edificio tra i più belli, rappresenta un luogo di culto per la comunità musulmana; è stata costruita nel 1906 e rappresenta pienamente quello che è lo stile architettonico islamico.

Snake park

Gli amanti di rettili e serpenti rimarranno estasiati sapendo che proprio qui, accanto al National Museum, c’è lo snake park. L’attrazione fondata nel 1961 è nata per la ricerca e la conservazione e oggi ospita un numero elevato di specie tra cui cobra e pitoni ma non mancano coccodrilli e lucertole.

Categorie
Africa Idee di Viaggio panorami Sudafrica turismo enogastronomico Viaggi viaggiare vini

Stellenbosch, sulla Strada del Vino in Sudafrica: un gioiello pittoresco

Il tuo prossimo viaggio è in Sudafrica? A circa 50 km da Cape Town, puoi scoprire la Capitale del Vino: stiamo parlando di Stellenbosch, un gioiello pittoresco nel cuore delle Winelands, zona che si caratterizza per la produzione dei vini sudafricani e che è molto amata dai turisti per il paesaggio pittoresco. Cosa vedere nel cuore enologico del Sudafrica, dove la tradizione vinicola consente di degustare degli ottimi vini?

Stellenbosch, cosa sapere prima di prenotare il viaggio

Fondata nel 1679, esattamente sulle sponde dell’Eerste River, il territorio è conosciuto a livello internazionale proprio per la presenza delle aziende vinicole, dei caffè all’aperto, dei ristoranti dove si possono gustare vini di qualità. Secondo insediamento del Sudafrica, è stato Simon van der Steel a dare il nome a Stellenbosch, l’ex governatore del Capo. E oggi è il posto perfetto dove ritagliarsi un weekend da sogno.

La Strada del Vino in Sudafrica è un itinerario ricco, dove puoi fermarti in una delle tante farm, pronte a offrirti prodotti tipici e, ovviamente, una degustazione di vini del territorio. In appena 43 minuti di auto da Cape Town (dove consigliamo di visitare Waterfront), arricchisci il tuo itinerario con tante cose da vedere (e da fare).

Cosa vedere e cosa fare a Stellenbosch

Non solo vini: è vero che qui si viene per staccare la spina dalla frenesia della città, ma la degustazione non è l’unica attività del luogo. C’è il Museo di Stellenbosch per fermare le lancette e fare un tuffo indietro nel tempo, alla scoperta dello stile di vita di un tempo, degli inizi di questa cittadina. Ad attenderti trovi un giardino botanico, l’Old Lutheran Church, ovvero una chiesa in stile olandese, e la possibilità di vivere gli itinerari nei dintorni in bicicletta.

La vita quotidiana è lenta, mai frenetica: percorri la Wine Route, fermati nelle aziende vinicole, scopri cantine e degustazioni, come Chenin Blanc, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Pinotage e molto altro. In bicicletta, è possibile vivere i sentieri lungo i vigneti, oppure con la jeep, che di solito viene usata per i safari. Da non perdere la possibilità di vivere un’esperienza immersi nella natura con un picnic gourmet, sempre a base di prodotti tipici del Sudafrica e dell’immancabile vino.

Le escursioni da fare in giornata a Stellenbosch sono molteplici, magari verso la Garden Route. L’architettura della località, che è di origine olandese, come il suo fondatore, si rifà proprio sullo stile coloniale olandese, quindi puoi ammirare, in giro per le zone, case bianche e tetti di paglia: non perderti la Stellenbosch University, uno dei centri universitari più importanti del Paese.

Per scoprire davvero come vivono le persone a Stellenbosch, basta fare un salto al Dorp Museum, che spiega l’incedere del tempo in questa magnifica località. A 17 minuti in auto, invece, segna nel tuo itinerario una visita al Butterfly World, un parco tropicale in cui potrai ammirare tantissime farfalle libere, oltre a pipistrelli e un rettilario. Conosciuto con il nome di “Santuario per animali esotici”, è una struttura da non perdere per scoprire qualcosa di più sul luogo.

Categorie
Africa attrazioni turistiche italiane e internazionali deserti Idee di Viaggio Namibia Viaggi

Sossusvlei, il deserto delle dune rosse in Namibia

Ci sono luoghi di viaggio che ti fanno venire voglia di partire solo dopo aver visto foto, video e documentari ma di cui prima poco conoscevi. Probabilmente tra questi c’è Sossusvlei spesso soprannominato “il deserto delle dune rosse”. Il nome, per nulla incoraggiante, significa letteralmente “palude senza uscita” e si è conquistato questa reputazione per la posizione all’interno del bacino del fiume Tsauchab. Il luogo, estremamente suggestivo, è davvero una palude di sale e argilla ma a renderla particolarmente interessante è la cornice di dune di sabbia rossa nel cuore del deserto. Se non hai mai pensato ad un viaggio in Namibia, probabilmente questo nome non ti risulterà particolarmente noto ma in loco è una delle attrazioni principali, tanto da essere in cima alle attrazioni turistiche.

Perché a Sossusvlei le dune sono rosse

Sossusvlei è una zona davvero interessante dal punto di vista culturale e turistico. Posizionato nel Parco Nazionale Namib-Naukluft, dista circa 5 ore di auto dalla capitale di Windhoek. La località è concentrata tra due fiumi: Kuiseb e Kochab e deve il suo successo agli intensi colori arancione e rosa della sabbia che sono dovuti all’alta concentrazione di ferro. Nelle zone in cui la percentuale è maggiore, il colore diventa più intenso. Una curiosità in più? Secondo gli esperti qui ci sono le dune più alte del mondo: molte superano i 200 metri ma alcune persino i 300, come la Big Daddy di ben 325 metri, numeri da record!

Uno degli aspetti più affascinanti è la nebbia che si forma lungo la costa e si spinge nell’entroterra: è una delle poche fonti di umidità e molte piante e animali si sono adattati per sfruttarla. Sossusvlei ha attirato l’attenzione persino del mondo cinematografico. Forse non lo immagini ma il paesaggio è stato utilizzato come sfondo per diversi film, come ad esempio Mad Max: Fury Road con protagonisti Tom Hardy e Charlize Theron che hanno sfidato un mondo post-apocalittico.

Il cielo stellato sopra Sossusvlei

Se ti stai chiedendo cosa fare qui, oltre ad avventurarti con l’aiuto di esperti ti suggerisco di goderti un autentico spettacolo: osservare le stelle. Lontano dall’inquinamento e dal caos cittadino, è uno dei punti migliori al mondo per poter vedere le costellazioni in modo chiaro e limpido.

Dead Vlei

Tra le attrazioni principali c’è però Dead Vlei: si tratta di una vasca di sale e argilla di almeno mille anni fa, creata da un fiume che nel tempo è scomparso. L’umidità e la particolare conformazione ha fatto in modo che gli alberi, seppur morti, rimanessero in posizione e conservati per l’eternità. Un autentico spettacolo naturale da non perdere.

Dune 45

Esplorando la località in auto, e seguendo i cartelli, si raggiunge la Dune 45: è una delle più interessanti da scalare, dopotutto si distingue per un pendio dolce e in pochi minuti di camminata sulla sabbia soffice si raggiunge la cima. Attenzione però: per quanto possa sembrare facile, in realtà la salita può rivelarsi estenuante per chi non è molto allenato.

Safari a Sossusvlei

Contrariamente ad altre zone della Namibia, qui non si svolgono veri e propri safari ma con un po’ di fortuna e un occhio attento, il soggiorno nel deserto dà modo di imbattersi in alcuni esemplari che abitano la zona. Non sarà complicato vedere da vicino bufali, struzzi, springbok, orici o sciacalli.

Categorie
Africa Capo Verde Idee di Viaggio itinerari culturali spiagge vacanze Viaggi

Cosa vedere a Sal Rei, città principale di Boa Vista

Se sogni una vacanza in un autentico paradiso nella zona di Capoverde, inserire una visita all’isola di Bao Vista è una scelta che non dovresti sottovalutare e ovviamente proprio qui la tappa principale è Sal Rei: si tratta della città più grande, che offre più attività ed è poi un ottimo punto di partenza per esplorare i dintorni. Chi c’è stato definisce Sal Rei un angolo di paradiso dal sapore autentico: qui le spiagge da sogno si alternano alla cultura local, risultando una destinazione perfetta per chi vuole mixare relax e avventura. Ti piacerebbe visitarla? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da vedere a Sal Rei durante la tua vacanza a Capo Verde.

Visitare Sal Rei: cosa non perdere assolutamente

Nell’arcipelago di Capo Verde, Sal Rei risulta una delle mete più ambite: non solo è la città principale di Bao Vista ma ha molto da raccontare a partire dalla colonizzazione portoghese del XIX secolo che ne ha permesso la costruzione. In passato l’isola è stata sfruttata soprattutto per la produzione del sale, non a caso porta il nome di “re del sale”. Dopotutto, per quel periodo storico, era un bene preziosissimo.

La spiagge di Estoril e Cabral

Se desideri goderti un po’ di mare e sport acquatici, il primo punto che dovresti prendere in considerazione è la spiaggia di Estoril. Considerata un paradiso per i surfisti e lo snorkeling, regala davvero tanto grazie al fondale ricco e alle onde che movimentano l’experience. C’è anche chi la sceglie semplicemente per godersi un po’ di relax. Altra spiaggia da sogno è quella di Cabral, caratteristiche simili e tanti servizi mantenendo un fondale davvero interessante per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni.

Mercado municipal

Vuoi immergerti nella vita local? Fai un salto al mercato municipale: avrai modo di trovare tutti i prodotti freschi, tra cui la frutta più buona che tu abbia mai mangiato e magari avrai anche la possibilità di fare shopping, scegliendo souvenir artigianali. Tante le bancarelle tra cui passeggiare e sicuramente rimarrai colpito dalle spezie ma anche dai sorrisi calorosi dei venditori, pronti a farti assaggiare specialità del territorio. Un consiglio in più? Fai merenda con le banane della zona: ti stupiranno.

Praça de Santa Isabel

Il centro cittadino coincide prettamente con Praça de Santa Isabel, la piazza principale dai colori pastello e anche dove si trova la Igreja de Santa Isabel, cioè la chiesa simbolo religioso e luogo sociale per eccellenza per i local. Se di giorno è un via vai per la vicinanza con il mercato, la sera è un punto di incontro e non è raro assistere a spettacoli di musica dal vivo lasciando che i ritmi tradizionali capoverdiani ti conquistino. La Chiesa è sicuramente tra gli edifici più antichi: ti basti sapere che è stata costruita nel periodo coloniale portoghese nel XIX secolo e seppur semplice, l’interno ha elementi molto suggestivi che invitano alla riflessione e alla preghiera.

Il Forte Duque de Bragança

Gli appassionati di storia, ma non solo, rimarranno incantati alla vista del forte Duque de Bragança: si trova sull’isolotto di Djeu de Sal Rei non è propriamente in città ma è uno dei simboli local da visitare assolutamente. Un tempo roccaforte difensiva contro i pirati, oggi è una tappa must per i turisti: la raggiungi agevolmente con una breve escursione in barca e da lì potrai avere una vista panoramica sulla città.

Categorie
Africa Capo Verde Idee di Viaggio Viaggi viaggiare

Il Deserto di Viana: un piccolo Sahara sull’Isola di Boa Vista, a Capo Verde

Capo Verde è un arcipelago vulcanico che, ogni anno, attira molti viaggiatori, grazie a un clima praticamente costante tutto l’anno e grazie anche all’aspetto delle sue isole, pronte a far sognare chi ama i paesaggi multiformi creati dalle rocce di diversi colori e le distese di sabbia chiara. Una di queste isole si chiama Boa Vista e possiede quello che spesso viene definito come il piccolo Sahara di Capo Verde: si tratta del Deserto di Viana, un’area dove la sabbia chiara disegna delle dune davvero interessanti.

Il Deserto di Viana è piccolo sono come grandezza, rispetto al più conosciuto deserto del continente africano. Non manca, infatti, di bellezza da vendere e di esperienze che si possono fare proprio visitando la zona di Boa Vista in cui si trova.

Sabbia dorata e dune che cambiano

Il Deserto di Viana si trova nella parte nord-occidentale dell’isola dell’Isola di Boa Vista. A sua volta, quest’ultima occupa un punto centrale dell’area di Capo Verde. L’area del Deserto di Viana è caratterizzata da una sabbia di colore dorato e molto fine, spesso mossa con insistenza dagli Alisei che, in questa parte del mondo, soffiano e si fanno felicemente sentire, garantendo alle isole di Capo Verde, così come alle vicine Canarie, un clima invidiabile e costante. Il Deserto di Viana misura circa quindici chilometri quadrati ed è sicuramente una tappa obbligata per chi fa una vacanza a Capo Verde sull’isola di Boa Vista.

Perché viene chiamato Piccolo Sahara? La risposta è semplice. In primis, il paragone col deserto africano risulta immediato proprio per il colore del Deserto di Viana. Il perché vero e proprio, però, va ricercato nell’origine di questo deserto di Boa Vista. Esso non è nato, come molti altri nel mondo, dalla continua erosione di rocce originarie bensì da un’azione di accumulo. Gli Alisei, infatti, trasportano sull’isola di Boa Vista la sabbia del Sahara stesso, che si mescola con quella propria dell’isola.

L’azione dei venti, combinata con il clima arido dell’isola, ha permesso alla sabbia di accumularsi gradualmente, formando le dune caratteristiche che oggi compongono il Deserto de Viana. Una curiosità: la sabbia del Deserto di Viana non scotta mai, per i minerali che la compongono e per il suo colore molto chiaro.

Come raggiungere il Deserto di Viana a Boa Vista

Fonte: Getty Images

L’ingresso dell’area desertica di Boa Vista

Come raggiungere il Deserto di Viana

Fare un’escursione nel Deserto di Viana è molto facile. Solitamente, si sceglie Sal-Rei come punto di partenza. Sia che il tuo viaggio a Capo Verde si svolga in modo indipendente o che tu abbia scelto di alloggiare in una struttura all inclusive, non mancherai di trovare delle proposte di visita guidata a questo luogo così speciale.

Le scelte dei viaggiatori si concentrano, solitamente, in due attività: l’escursione con il quad o con un fuoristrada 4×4. Questi due mezzi di trasporto sono i migliori per vivere il territorio del deserto in modo diretto e con un pizzico di senso d’avventura che non guasta mai. Ci sono tour in 4×4 sia con autista che con guida autonoma. In quest’ultimo caso, ti verranno date le giuste istruzioni per condurre il tuo mezzo in tutta sicurezza attraverso il Deserto. Le aziende che noleggiano i quad o i 4×4 solitamente organizzano anche il trasporto tra l’alloggio del cliente e le prossimità del deserto.

Consigli pratici per visitare il Deserto di Viana a Capo Verde

Le autorità turistiche locali consigliano di non inoltrarsi da soli in questo piccolo deserto , se lo si esplora per la prima volta. Guidare o anche camminare sulle dune può sembrare l’attività più facile al mondo ma potrebbe non essere così. Nello scegliere la propria guida per inoltrarsi nel Deserto di Viana, è sempre bene consultare in modo attento le condizioni di assicurazione.

Per quanto riguarda il come vestirsi nel Deserto di Viana, è sempre bene proteggersi dal sole. Sulla sabbia chiara, la luce solare riflette in modo forte e consistente. Conviene utilizzare un’ottima crema solare e avere sempre addosso gli occhiali da sole, per evitare che i riflessi colpiscano direttamente gli occhi. La sensazione, infatti, come quella che si prova nello stare sulla neve in una giornata totalmente serena.

Un accessorio immancabile nel Deserto di Viana è una sciarpa o una bandana per coprirsi la zona della bocca e del naso, molto utile soprattutto se si noleggia il quad ma fondamentale anche se si gira la zona a piedi. Il vento alza spesso la sabbia e aiuta a non respirarla troppo.

Il Deserto di Viana è di misura contenuta e si può tranquillamente esplorare a piedi: meglio avere delle scarpe chiuse e un po’ robuste. Calzature del genere aiutano maggiormente quando si cammina sulle dune, evitando di poggiare male i piedi e di farsi male, per esempio, a caviglie e ginocchia data la natura non solida delle superfici sabbiose.

Una cosa da ricordare quando si visita il Deserto di Viana è di portare con sé dell’acqua e qualcosa da mangiare. L’area non presenta punti di ristorazione interni al deserto ed è sempre bene avere qualcosa con sé. Il telefono prende benissimo e quindi non c’è da preoccuparsi, nel caso tu abbia bisogno di chiamare qualcuno per un’emergenza.

Il Deserto di Viana è accessibile liberamente anche nelle ore notturne. I due momenti migliori per visitarlo sono diametralmente opposti: una notte senza luna o una notte di luna piena. Perché questa differenza? Semplice. Chi vuole ammirare le stelle, sceglierà una notte senza luna. Chi, invece, vuole passeggiare alla luce del nostro satellite, prediligerà la luna piena. Anche la luce della luna si riflette sulla sabbia, creando un’atmosfera quasi irreale per la sua bellezza.

Il percorso nel Deserto di Viana a Capo Verde

Fonte: Getty Images

Un tratto del percorso nel Deserto di Viana

Il percorso più comune nel Deserto di Viana

Questa zona desertica di Boa Visa si può girare in lungo e in largo ma spesso viene proposto un percorso di visita che permette di rendere una giornata nel deserto un vero e proprio momento di scoperta da fare in viaggio a Capo Verde.

Partendo da Sal-Rei, si disegna una sorta di percorso ad anello che punta prima a sud e poi ti riporterà a nord. Raggiungi la cittadina di Rabil, luogo che un tempo era la capitale dell’Isola di Boa Vista. Attualmente conta poco più di mille abitanti. Da lì, si entra ufficialmente nella zona delle dune del Deserto di Viana.

La rotta consigliata ti farà puntare, da ora in poi, verso nord, percorrendo una gran parte dell’area desertica fino a raggiungere Cabo Santa Maria e tornare sulla costa. In questo un luogo dove si trova uno degli ultimi relitti presenti sull’Isola di Boa Vista.

Categorie
Africa Idee di Viaggio Namibia patrimonio dell'umanità Viaggi

Le incisioni rupestri di Twyfelfontein: Patrimonio dell’Umanità in Namibia

Sono molte le attività da fare durante un viaggio in Namibia e, molte di esse, portano con sé anche un pizzico di senso d’avventura. È sicuramente ciò che accade quando si decide di vistare i luoghi dove si trovano le incisioni rupestri di Twyfelfontein. Questi petroglifi – così si chiamano i disegni antichi fatti sulla pietra – saranno pronti a portarti molto indietro nel tempo e riusciranno a raccontarti quanto l’idea che abbiamo della Preistoria e delle popolazioni di quei tempi siano sbagliate.

Che cosa sono le incisioni rupestri di Twyfelfontein

L’essere umano, dalla sua comparsa sulla terra, ha sempre utilizzato qualcosa per comunicare. Sono molti gli studiosi che si occupano di indagare il passato più antico dell’Umanità, cercando di capire proprio come si comunicasse in un’epoca in cui non c’erano fonti scritte. Il modo più semplice è disegnare e questo è ciò che è accaduto anche in Namibia, in un’epoca che viene definita come Età della Pietra o Neolitico.

Siamo portati a pensare agli “uomini delle caverne” come personaggi rudi e spesso incapaci di guardare al bello ma non è così. Visitare i luoghi delle incisioni rupestri di Twyfelfontein, durante il tuo viaggio in Namibia, ti mostrerà quanto la capacità descrittiva e il senso estetico appartenessero anche ai nostri antenati vissuti nel Neolitico. Queste incisioni rupestri sono una testimonianza molto importante del passato lontano dell’Africa e delle civiltà che le popolavo.

Queste incisioni sono dei disegni di varia natura, lasciati sulla roccia raschiando via, probabilmente utilizzando delle rocce affilate, il primo strato di patina che ricopre la roccia. È esattamente la stessa tecnica che usano ora gli artisti che fanno incisioni contemporanee. I petroglifi che si posson ammirare oggi sono oltre 2000 e risalgano a momenti diversi. Alcuni di essi sono di difficile datazione.

Cosa sono le incisioni rupestri di Twyfelfontein in Namibia

Fonte: iStock

Uno sguardo sui petroglifi di Twyfelfontein

La storia delle incisioni rupestri di Twyfelfontein

Come ci si è resi conto che, in quell’area della Namibia, erano presenti simili tesori che ora sono diventati Patrimonio dell’Umanità? Negli Anni ’20, un topografo scoprì l’esistenza di una delle più importanti incisioni rupestri africane: si tratta della Dama Bianca, che si trova sempre in Nambia, sul Massiccio del Bamberg. Successivamente a questo evento, molti paleontologi, archeologi e studiosi di ogni genere iniziarono a dare parecchia attenzione a quest’area della Namibia.

Negli Anni ’50, un immigrato tedesco che si chiamava Ernst Rudolph Scherz portò a conclusione un’indagine che permise di individuare oltre 2000 incisioni ruprestri nell’area di  Twyfelfontein, un territorio molto brullo che, al tempo, era parte di una fattoria di proprietà di un cittadino boero. Da quel momento, l’interesse per l’area fu totale e questo portò a designare la zona di Twyfelfontein come momunento nazionale negli Anni ’80. Nel 2007, entrò nel Patrimonio Universale dell’Umanità dell’UNESCO per il suo valore culturale per la storia umana.

Chi ha fatto le incisioni rupestri di Twyfelfontein? Gli studiosi sono concordi nell’attribuirle a una popolazione chiamata San, meglio conosciuta come Boscimani. Questi antichi abitanti di questa zona della Namibia erano cacciatori e utilizzavano il sistema dei petroglifi per comunicare tra di loro, cercando di dare indicazioni sul tipo di caccia possibile in zona.

Come raggiungere la zona di Twyfelfontein, Namibia

Fonte: iStock

La zona di Twyfelfontein, Namibia

Come raggiungere la zona di Twyfelfontein in Namibia

Un viaggio in Namibia è un qualcosa che mette l’uomo a stretto contatto con la natura e anche con ambienti ancora a dir poco non antropizzati. In questa nazione africana ci sono città come Swakopmund a raccontarci il colonialismo e poi ci sono zone come quella di Twyfelfontein a parlarci di quanto possa essere stato difficile fare il colono in Africa. Il nome Twyfelfontein significa “Fonte incenrta” in Afrikaans: la zona venne denominata così proprio per alcune caratteristiche fisiche del territorio.

Twyfelfontein si trova in Damaraland, una parte di Namibia dove la densità di popolazione umana è davvero bassa. Non ci sono strade asfaltate per arrivare lì ed è necessario avere un fuoristrada ben equipaggiato per poter raggiungere l’area delle incisioni rupestri. Oltre a questo, è fondamentale saper guidare con attenzione anche in condizioni difficili. Raggiungere Twyfelfontein è assolutamente possibile e può essere una tappa da considerare, magari dopo aver visitato la Skeleton Coast.

Informazioni utili per la visita alle incisioni di Twyfelfontein

Ci sono poche ma fondamentali informazioni da sapere per organizzare la propria visita alle incisioni di Twyfelfontein. In primis, è sempre bene considerare di essere in un territorio con poca presenza umana. Benché le incisioni siano Patrimonio UNESCO, l’area presenta pochi alloggi in stile lodge e occorre prenotare con un buon anticipo per essere sicuri di avere un posto dove trascorrere la notte in tutta sicurezze.

L’area delle incisioni si esplora a piedi e solo con la guida. L’importanza e la preziosità di questi petroglifi è ampia quanto la loro fragilità. In loco è presente una cooperativa che si occupa di tutto ciò che riguarda la visita alle incisioni rupestri di Twyfelfontein.

Una volta pagata la persona che ti accompagnerà, ti ritroverai a camminare su dei sentieri sterrati: tienine presente per il tuo abbigliamento e, soprattutto per le scarpe. Ci vogliono calzature robuste: gli scarponi da montagna o qualcosa con una suola consistente sono perfetti. La visita dura circa un’ora, periodo di tempo che potrebbe estendersi anche in base al tuo interesse verso quei disegni così antichi. Nella zona non c’è vegetazione, quindi cerca di ricordarti di avere con te dell’ottima crema solare, un copricapo e degli occhiali da sole.

Il percorso che si segue per ammirare le antiche incisioni è strutturato come un sentiero, con tanto di corrimano e luoghi attrezzati per aiutarsi a percorrerlo. È stato reso accessibile a chi può normalmente camminare, rendendo questi petroglifi più vicini a tutti.

L'importanza delle incisioni di Twyfelfontein, Namibia

Fonte: iStock

La Namibia nei pressi della zona di Twyfelfontein

Cosa si ammira guardando le incisioni rupestri di Twyfelfontein

Comunicare in modo semplice ed efficace è sempre stata un’esigenza umana ed era così anche nel Neolitico. Per questo motivo, le incisioni rupestri di Twyfelfontein mostrano uomini intenti alla caccia, animali di varia specie: si vedono chiaramente giraffe, elefanti, antilopi e molti altri animali.

I petroglifi di Twyfelfontein sono stati molto utili anche per i paleo-biologi, ovvero gli studiosi che si occupano di ricostruire le caratteristiche fisiche e di comportamento di animali preistorici o completamente estinti.

Una delle incisioni più celebri è stata nominata come Löwenplatte perché ritrare un leone con una coda dalla posizione molto particolare. I paleontologi si sono interrogati a lungo su quel leone, chiedendosi anche se si trattasse più di una rappresentazione simbolica che realista.

Ne avevano ben ragione perché molte delle incisioni rupestri di Twyfelfontein hanno anche un significato spirituale e rituale. Si pensa, infatti, che quest’area della Namibia rappresentasse anche un luogo di culto e di riunione sociale. Quello che si ritiene attualmente è che Twyfelfontein fosse addirittura un luogo di cerimonie e riti di iniziazione. La posizione delle incisioni, spesso in luoghi nascosti o difficili da raggiungere, suggerisce che fossero considerate sacre e accessibili solo a coloro che avevano una conoscenza esoterica o un ruolo religioso nella comunità.

Categorie
Africa cascate foreste Idee di Viaggio Madagascar vacanza natura Viaggi

Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, un gioiello primitivo da vedere

Tra le aree protette più belle al mondo, il Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia si trova in Madagascar ed è un’area naturale protetta, non molto distante da Antananarivo. Conosciuto con il nome di riserva di Périnet, l’area ricopre più di 15.000 km di foresta pluviale, con una biodiversità ricchissima. Laghi, cascate, vegetazione lussureggiante e profumi che evocano tutta la magnificenza della natura: ti sveliamo cosa vedere (tra cui, se hai fortuna, le 11 specie di lemuri, diurne e notturne) e come prepararti al viaggio.

Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, cosa sapere

Puoi accedere al Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia per tutto l’anno: è nella zona orientale del Madagascar (dove ti occorre un visto per entrare), e dalla Capitale, ovvero Antananarivo, ci vogliono circa 3 ore di auto per arrivare a destinazione. La superficie è di oltre 150 km², e la riserva naturale è famosissima in tutto il mondo perché qui sono presenti oltre cento specie di orchidee.

Ti trovi in una foresta primitiva unica: rispetta la zona, poiché sei in una riserva naturale. Formata dalle aree protette della Riserva Speciale d’Analamazoatra e il Parco Nazionale Mantadia, il clima è gentile e la temperatura si aggira intorno ai 20 gradi. Durante le escursioni, non dimenticare di portare con te un tipo di abbigliamento comodo, scarponi da trekking e giacca a vento, nel caso in cui piova (il che è abbastanza frequente). Il periodo migliore per visitare il Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia va da aprile a ottobre, nella stagione secca, poiché c’è il rischio concreto di ciclone tra la fine di dicembre e la metà di aprile.

Cosa vedere al Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia

I Parchi Nazionali del Madagascar richiedono una guida per entrare nel parco: una decisione saggia, dal momento in cui è importante mantenere la riserva protetta. Una scelta etica che costa poco e che ti assicura di conoscere anche parecchi segreti sulla zona. In ogni caso, il permesso si può richiedere in prossimità dell’ingresso: i sentieri si percorrono a piedi e sono tracciati per lunghezza e difficoltà. I percorsi di visita durano circa 2, 4 o 6 ore: è possibile anche richiedere un percorso notturno (verifica prima la disponibilità) e nei dintorni del parco non mancano alberghi in cui alloggiare. La flora del posto ti dà l’opportunità di ammirare ninfee, felci, bambù. E la fauna non è da meno: come anticipato, sono presenti tante specie di lemuri, tra cui quella più grande al mondo, ovvero l’Indri, e questo è valso il nome di Paradiso dei Lemuri.

Cosa puoi vedere qui? Oltre ai lemuri, anche i camaleonti e i rettili, tra cui il geco. La maggior parte delle escursioni permette di osservare da vicino gli Indri: la guida solitamente li “richiama” per dare la possibilità a ogni turista di vivere un momento unico a contatto con la natura. L’Aye Aye è invece attivissimo durante il giorno, e di solito puoi scorgerlo godersi il sole in cima agli alberi. Oltre a un centinaio di specie di uccelli, citiamo anche il Calumma Parsonii, il camaleonte più grande del Madagascar. Un vero e proprio gioiello naturalistico che, a parere nostro, dovresti visitare almeno una volta nella vita.

Categorie
Africa Egitto mete storiche Notizie piramidi siti archeologici Viaggi

Scoperto il più grande osservatorio astronomico dell’antico Egitto

Se è vero che il popolo Egizio veniva da un altro pianeta, la nuova scoperta non fa altro che confutare sempre più questa teoria. La loro conoscenza sovrannaturale, il loro forte legame con astrologia e l’universo, dimostrata nella realizzazione delle piramidi ma anche di tutto ciò che hanno costruito nei secoli del loro antico regno, oggi ha una prova in più.

È di pochi giorni fa il ritrovamento di un sito incredibile che altro non è se non un osservatorio astronomico. A dire del ministero del Turismo e delle antichità egiziano sarebbe addirittura il più grande mai rinvenuto in Egitto. Secondo gli archeologi serva per misurare i movimenti del Sole e delle stelle. Il direttore generale del consiglio superiore delle antichità dell’Egitto, Mohammad Ismail, ha sottolineato che ciò che è stato scoperto “conferma l’ingegno e le capacità degli antichi Egizi nel campo dell’astronomia fin dai tempi più remoti”.

Il più grande osservatorio astronomico dell’antico Egitto

Risalente al VI secolo a.C., il grande osservatorio astronomico si troverebbe all’interno del perimetro del Tempio dei Faraoni a Kafr el-Sheikh, nel Nord del Paese, dove erano in corso alcuni scavi. Comprenderebbe una decina di ambienti, con cinque grandi stanze, quattro più piccole e un corridoio con pareti dipinte di giallo e i resti di una decorazione blu, dove sono stati rinvenuti anche degli oggetti impiegati per la misurazione, come un particolare tipo di meridiana che serviva per misurare lo spostamento del Sole, e una torre di osservazione. L’area comprendeva una superficie di ben 850 metri quadrati.

L’ingresso dell’osservatorio, di cui resta ancora parecchio fatto di mattoni e fango, si trova in direzione Est, dove sorge il Sole, e si apre su un edificio a forma di “L” dove si osservano ancora alcuni pilastri di sostegno. Di fonte si trova una enorme parete di mattoni pendente verso l’interno. Secondo gli archeologi qui venivano osservate e trascritte tutte le informazioni relative ai movimenti del Sole, inclusa l’inclinazione ora dopo ora e la sua ombra.

“Gli Egizi erano tra i più esperti astronomi dell’antichità”, hanno osservato gli esperti in seguito alla nuova scoperta. “È proprio nell’antico Egitto che è nato il calendario di 365 giorni che usiamo ancora oggi. Questo popolo riuscì a mappare la volta cleste, aveva le proprie costellazioni e l’oroscopo”. La scoperta dell’osservatorio rappresenta un contributo significativo alla comprensione odierna dell’astronomia e della scienza degli antichi Egizi. Secondo il ministereo del Turismo e delle anticihtà si tratta di “uno dei più precisi strumenti di misurazione del tempo dei tempi antichi”.