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Jbel Toubkal, la vetta più alta del Marocco: trekking indimenticabile

La “vetta da cui si vede tutto”: Jbel Toubkal è la vetta più alta del Marocco, esattamente 4.167 metri. Ed è uno spettacolo: per chi vuole scoprire la catena montuosa dell’Atlante, è prevista l’attività di trekking, un’esperienza che cambia profondamente la vita. Si trova a 63 km da Marrakech, precisamente nel Parco Nazionale di Toubkal.

Jbel Toubkal, informazioni utili prima del trekking

Jebel Toubkal, la vetta più alta

Fonte: 123RF

Jebel Toubkal, la vetta più alta della salita invernale

La prima ascensione alla vetta Jbel Toubkal è avvenuta esattamente il 12 giugno del 1923: i primi europei ad averla scalata sono stati Vincent Berger, il Marchese di Segonzac e Hubert Dolbeau. Prima della scoperta di Jbel Toubkal, la vetta più alta della montagna dell’Alto Atlante era Jbel Ayachi (3.757 m).

Scalare la cima più alta del Marocco è di certo un’esperienza: prima di arrivare alla catena montuosa dell’Alto Atlante, si visitano villaggi berberi, vallate scoscese, ma anche laghi di modeste dimensioni: tutto in una cornice bucolica, dove rimanere affascinati dalle cime immense.

Siamo in Marocco, del resto, territorio conosciuto per le spiagge, il deserto, le città imperiali: questo trekking è un arricchimento, ma bisogna comunque essere preparati. In ogni caso, il trasporto degli zaini e dell’attrezzatura avviene a dorso di mulo. L’esperienza consiste proprio in questo: nella possibilità di vivere una spedizione proprio come nel passato, con muli e portatori. Grazie alla presenza dei rifugi, il sentiero risulta molto più facile da intraprendere.

Jbel Toubkal, come scalare la vetta più alta del Marocco

C’è una buona notizia: non è così difficile. O almeno: rispetto ad altri trekking, non presenta in alcun modo delle difficoltà tecniche. Da Imlil, che si raggiunge da Asni, la via di salita è piuttosto apprezzata dai turisti e dagli amanti della natura: sulla strada si incontra il Rifugio Toubkal. A Imlil sono inoltre presenti diversi ostelli dove fermarsi a dormire: è un villaggio montano molto caratteristico. Per quanto riguarda il rifugio di Toubkal, nel 2002 è stato ampliato e anche modernizzato. Naturalmente si possono ordinare i piatti tipici del luogo, come cous cous e tajine, oltre che l’immancabile tè alla menta. C’è anche il rifugio Les Mouflons, che è decisamente più moderno rispetto a quello di Toubkal (ma è di stampo più occidentale).

Il percorso di trekking solitamente dura 2 giorni: è organizzato con i vari tour e visite guidate, e la sensazione è di scoprire una cultura profondamente diversa dalla nostra lungo la via, perché il ritmo della vita segue quello della natura, proprio come avveniva un tempo. Ci sono anche dei tour che allungano i tempi e che danno la possibilità di immergersi nella cultura del posto, con un salto a Marrakech. Come anticipato, non è difficile: la salita viene definita di “media” difficoltà, ma non sono presenti ostacoli o difficoltà di stampo alpinistico.

Impegnativa ma decisamente gratificante, è tra le attività migliori da fare vicino Marrakech: nelle giornate limpide, è impossibile non fermarsi a osservare il panorama, che si estende fino al deserto del Sahara. Una ricompensa per chi ha raggiunto la vetta all’alba, il momento migliore della giornata: cime innevate, villaggi remoti e autentici e vallate attendono i turisti curiosi di mettersi alla prova con un trekking indimenticabile.

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Nosy Iranja: in Madagascar, il paradiso delle tartarughe

Una distesa di sabbia bianca, acqua cristallina, azzurro e blu di cielo e mare che si mescolano. Questa è l’incantevole ricetta di Nosy Iranja, una delle isole più apprezzate di quelle che fanno parte dell’arcipelago di Nosy Be. Siamo in Madagascar, in un luogo dalla bellezza quasi ineguagliabile.

Nosy Iranja: conosciamola meglio

Due isole che si toccano e si abbracciano con la bassa marea, per poi tornare a salutarsi solo da lontano. Nosy Iranja Be (che significa Isola Iranja Grande), di circa 200 ettari e Nosy Iranja Kely (Isola Iranja piccola ) di soli 17, sono i due isolotti che compongono Nosy Iranja, separati tra loro da una lingua di sabbia bianchissima di 2 km che appare e scompare a seconda delle maree: l’acqua dell’Oceano Indiano infatti si alza o si abbassa di oltre 4 metri, unendo o sommergendo il collegamento tra le due isole. Un paesaggio da sogno, tra acque turchesi che risplendono al sole di mille sfumature, in quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio paradiso. Sull’isola grande, Nosy Iranja Be, troverai l’unico villaggio di residenti, dove le persone si dedicano per lo più alla pesca e alla vendita di piccoli oggetti di artigianato ai visitatori. Sulla parte più alta di questa isola sorge un bel faro: è stato progettato da Gustave Eiffel, il celebre ingegnere francese a cui si deve l’omonima torre di Parigi, e risale al 1909, piena epoca coloniale.

Nosy Iranja faro

Fonte: iStock

Il faro disegnato dall’Ingegner Eiffel

La leggenda sull’origine Nosy Iranja

La magia di Nosy Iranja si fonda anche sulle leggende che l’accompagnano. La più suggestiva è quella che riguarda l’amore sfortunato tra due giovani innamorati. Per gelosia nei confronti della fanciulla, attraverso un sortilegio un anziano uomo trasformò i due amanti nelle due isole. Separati, anche se vicinissimi, non avrebbero mai potuto stare insieme. La leggenda narra che il dolore della giovane mosse a compassione il sole e la luna, che decisero di creare le maree affinchè i due sfortunati potessero almeno toccarsi. Così, quando l’Oceano Indiano si ritira, i due amanti possono tornare a tenersi per mano.

Dove si trova

Come detto, Nosy Iranja è una delle tante perle del Madagascar. Si trova a Nord Ovest e a circa 6 km dall’isola principale del Paese, a 47 km dal famoso arcipelago di Nosy Be e a 60km da Nosy Komba.

Nosy Iranja 2

Fonte: iStock

Il paesaggio indimenticabile di Nosy Iranja

Come arrivare

Date le sue piccole dimensioni, chiaramente Nosy Iranja è raggiungibile solo via mare, attraverso escursioni giornaliere o spostamenti che per lo più vengono effettuati da Nosy Be. In genere, i tour giornalieri partono di mattina presto, intorno alle 8, e si rientra alle 15:00. I prezzi variano a seconda dell’operatore scelto, della barca che si utilizza e dei servizi scelti, come ad esempio il pranzo sul posto, e oscillano tra i 60 e i 90€ a persona. Naturalmente, è anche possibile dormire sugli isolotti che compongono Nosy Aranja, ma bisogna prenotare con un certo anticipo data la limitata disponibilità di posti letto. Negli ultimi anni, Nosy Iranja Kely è stata privatizzata e oggi ospita un albergo di lusso. Sull’isola potrai usufruire del servizio di pensione completa e consumare pesce alla griglia appena pescato, spiedini di gamberi, riso al cocco e insalate di verdure locali, direttamente in spiaggia.

Quando andare a Nosy Iranja

Nosy Iranja vanta un clima tropicale, con temperature piuttosto calde in ogni mese dell’anno, difficilmente sotto i 25°C. La stagione delle piogge va da novembre ad aprile, con un caldo più pungente e un sensibile aumento dell’umidità. I mesi da maggio a ottobre invece sono più secchi e anche più freschi.

Cosa fare a Nosy Iranja

Nosy Iranja ti fa sognare di trascorrere intere giornate di ozio e dolce far nulla, crogiolandoti tra bagni infiniti e lunghe dormite al sole. Puoi fare tutto questo ma anche molto di più! Potrai cimentarti in alcune attività sportive come il windsurf, fare escursioni in piroga e naturalmente lunghe sessioni di snorkeling tra pesci esotici, mante e tartarughe marine. La presenza di questi animali è particolarmente favorita dalla grande biodiversità dell’area, e l’isola è la destinazione preferita da due specie di tartarughe, la tartaruga verde e la tartaruga embricata, che depositano le loro uova proprio a Nosy Iranja. L’isola è scarsamente popolata, con un’offerta turistica abbastanza ridotta, mentre abbonda la vegetazione, protezione naturale per trattenere la sabbia e tenere al sicuro le uova di tartaruga. Inoltre, l’assenza di luci artificiali evita i fastidi che tanti animali sono invece costretti a subire altrove, rendendo questa destinazione perfetta per la deposizione e la schiusa delle uova.

Nosy Iranja tartaruga

Fonte: iStock

Una tartaruga appena nata a Nosy Iranja

Le tartarughe di Nosy Iranja

Potrai distinguere facilmente le tartarughe verdi per le loro dimensioni (possono arrivare fino a 1,5 mt di lunghezza e pesare oltre 200 kg) e per il loro carapace verde e liscio. Vivono per lo più in lagune poco profonde, barriere coralline e in acque dove abbondano le alghe. La loro infatti, da adulti, è una dieta prevalentemente erbivora. Al contrario, le tartarughe embricate, molto più piccole delle verdi, sono carnivore. Mangiano spugne, anemoni, meduse e invertebrati marini, motivo per cui prediligono vivere sulle barriere coralline. Le tartarughe prediligono depositare le loro uova con l’alta marea e di notte, per via della minor attività sulle spiagge: le verdi preferiscono zone aperte e soleggiate durante il giorno, le embricate invece depositano le loro uova in aree più riservate.

Le uova vengono spinte in buche di circa 50 cm e ricoperte di sabbia per proteggerle da intemperie, predatori naturali e uomini. Ogni tartaruga deposita le proprie uova ogni 2-6 anni, più volte durante la stessa stagione e sempre sulla spiaggia in cui sono nate. Quelle verdi lo fanno tra giugno e ottobre, le embricate da ottobre a febbraio. Dopo aver deposto le loro uova, le femmine ruotano su loro stesse per nascondere ai predatori le tracce del loro passaggio, prima di tuffarsi nuovamente in mare. Ci vorranno circa due mesi dalla deposizione perchè le uova si schiudano e le piccole tartarughine possano raggiungere l’oceano a loro volta. Dovranno superare una serie di ostacoli, predatori in acqua e dal cielo, per poter crescere e sopravvivere.

Nosy Iranja tartaruga marina

Fonte: iStock

Nosy Iranja è il paradiso delle tartarughe marine

Se durante il tuo viaggio ti capitasse di osservare la schiusa delle uova, resta a distanza e goditi lo spettacolo della natura. Non utilizzare torce elettriche, luci o flash che potrebbero disorientare le neonate, e non interferire con loro, resta sempre dietro e non toccarle per alcuna ragione. Come per molte specie animali, anche la sopravvivenza delle tartarughe marine è a rischio a causa di diversi fattori, tutti di origine antropica: inquinamento e distruzione del loro habitat, pesca e bracconaggio. Il Madagascar ha avviato diversi sforzi di conservazione a protezione della specie attraverso programmi di monitoraggio delle spiagge di nidificazione e sensibilizzazione delle comunità locali, fondamentali per contribuire alla loro salvaguardia.

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Pemba Island, una perla tutta da scoprire a Zanzibar

Pemba è un’isola della Tanzania, precisamente si trova nell’arcipelago di Zanzibar: nota per essere tra le isole delle spezie (insieme a Mafia Island), è un posto unico al mondo. Non solo: è conosciuta con i nomi di Isola Verde o Al Kuh Dra in lingua originale. Rispetto all’isola principale dell’arcipelago, è meno popolata, ma non solo: ha conservato molto del suo fascino selvaggio e autentico. Un tempo, del resto, questo era tra i territori più ambiti e famosi: faceva parte della rotta delle spezie.

Cosa sapere sull’Isola di Pemba nell’arcipelago di Zanzibar

Pemba Island, così come Mafia Island, sono quei luoghi da visitare almeno una volta nella vita: difficile resistere alla loro bellezza, anche perché Pemba è famosissima per le spiagge incontaminate, per le acque incredibilmente blu e cristalline. Zanzibar, del resto, è un arcipelago composto da una dozzina di isole: le più grandi sono proprio Pemba e Unguja (che è Zanzibar). E sono molto diverse: se a Unguja è possibile nuotare con i delfini e fare festa in spiaggia per tutta la notte, a Pemba, invece, è dove recarti se desideri privacy e natura incontaminata.

Prima di partire e di passare alle cose da vedere, devi sapere che Pemba non ha molti hotel, ma comunque offrono servizi e comfort moderni (parliamo di resort pluristellati): non molto è cambiata l’isola nel corso dei secoli, nelle sue spiagge dove le tartarughe vengono a deporre le uova, o ancora i pescatori locali lasciano le canoe usate, rendendo ancor più caratteristico il panorama. Quest’isola, l’Isola Verde, è conosciuta per essere tra le produttrici mondiali di chiodi di garofano.

Cosa vedere a Pemba Island

Le città principali sono Chake Chake, Wete e Mkoani. L’isola, oltre che per i chiodi di garofano, è rinomata in tutto il mondo e in particolare in Africa per i guaritori voodoo. La cosa migliore da fare qui è immergersi nella sua cultura, e quindi prevedere un itinerario ricco di cose da fare. Per esempio, per chi desidera immergersi, allora Manta Point è il punto di riferimento, dove sono presenti delle formazioni coralline. Anche all’Isola di Misali è possibile immergersi, ma dobbiamo avvertire che le correnti sono molto forti talvolta, quindi è consigliato farlo solo se si è davvero esperti. Al largo di Misali, in ogni caso, è possibile scoprire i siti di nidificazione della tartaruga marina embricata, che è in via di estinzione.

Pemba è romantica, piccola, ma non eccessiva: è amichevole, accogliente, senza essere turistica, fatta eccezione per i resort stessi. Camminando per l’isola, è possibile imbattersi nelle piantagioni rigogliose, con la possibilità di ristorarsi con un buon cocktail fruttato. Le antiche rovine di Pemba si trovano esattamente nella parte occidentale dell’isola.

Tra le cose da non perdere assolutamente non possiamo non citare la Riserva Forestale di Ngezi, che non è stata contaminata dall’uomo: una foresta tropicale fitta in cui rimanere affascinati dal verde, che risulta lussureggiante e a tratti selvaggio, in cui si ha comunque la possibilità di vedere delle specie animali della fauna della Tanzania. Per citarne qualcuno, la volpe volante di Pemba o il cercopiteco verde. La spiaggia imperdibile? Quella di Fundu Lagoon, spiaggia bianca e mare cristallino, dove immergersi a contatto con la natura, avendo anche l’opportunità di visitare un resort esclusivo in un posto che rigenera i sensi e ci ricorda la bellezza profonda del nostro pianeta.

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Scoperta in Egitto la porta di un antico tempio dedicato al dio della fertilità maschile

Dal 2012 sono in corso gli scavi per riportare alla luce un distretto templare dell’antico Egitto, costruito tra il 144 a.C. e il 138 d.C. Ora gli archeologi hanno trovato un ingresso segreto in un tempio egizio risalente a circa 2.100 anni fa. Il portale, sul lato occidentale dello storico sito di Athribis vicino a Sohag, Egitto, originariamente era alto fino a 18 metri e rappresenta uno straordinario esempio di “pilone” egizio, in cui due torri fiancheggiano un ingresso principale.

L’ingresso conduce a una camera precedentemente sconosciuta, probabilmente un deposito per utensili e anfore, grandi contenitori ovali con due manici. Inoltre, iscrizioni geroglifiche e intricate incisioni adornano la facciata esterna e le pareti interne della camera. I ricercatori sono certi che la camera conduca a un tempio, anche se saranno necessari ulteriori scavi per dimostrarlo. “Questa scoperta è particolarmente significativa in quanto segna il primo passo nella scoperta degli elementi rimanenti del tempio” ha affermato il Ministero egiziano del turismo e delle antichità in un post su Facebook.

Tempio antico Egitto

Fonte: Ufficio stampa Ministry of Tourism and Antiquities

Antico tempio in Egitto

Il tempio di Athribis torna alla luce

Gli esperti pensano che la struttura sia stata costruita ad Athribis, un tempo una fiorente città egiziana, durante il II secolo a.C. All’epoca l’Egitto era governato dalla dinastia tolemaica, una casa reale che controllò l’Antico Egitto fino alla sua incorporazione nella Repubblica Romana nel 30 a.C. L’ingresso e la camera sono stati scoperti dai ricercatori dell’Università di Tubinga, supportati dal Ministero egiziano del turismo e delle antichità. Il dott. Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, ha descritto la scoperta come “il primo nucleo per svelare il resto degli elementi del nuovo tempio nel sito“, secondo Asharq Al-Awsat.

La camera, lunga circa 6 metri e larga 3, ha un ingresso decorato con rilievi e iscrizioni geroglifiche appena scoperti. Le iscrizioni raffigurano il dio egizio della fertilità Min e sua moglie Repit, comunemente raffigurata come una leonessa, e il loro figlio, il dio bambino Kolanthes. In un’iscrizione, queste divinità egizie stanno ricevendo sacrifici da un re, che i ricercatori affermano essere Tolomeo VIII del II secolo a.C. I ricercatori quindi pensano che il tempio di Athribis sia stato costruito durante il regno di Tolomeo VIII (morto nel 116 a.C.) come centro di culto per la venerata famiglia. Le figure sono anche circondate da strutture di simboli astronomici che agiscono come “stelle celesti” per misurare le ore della notte.

Nel frattempo, una seconda porta sulla facciata del pilone conduce a una scala precedentemente sconosciuta che saliva per almeno quattro rampe fino al piano superiore, ma ora è stata distrutta. Ulteriori scavi al tempio di Athribis si concentreranno ora sulla ricerca di tracce del presunto tempio che si trova oltre la camera, probabilmente un luogo di rifugio per gli abitanti della città. “La missione completerà il suo lavoro sul sito per scoprire completamente il resto del tempio durante le prossime stagioni di cava“, ha affermato il Ministero del Turismo e delle Antichità nella sua dichiarazione.

Interno antico tempio Egitto

Fonte: Ufficio stampa Ministry of Tourism and Antiquities

Interno del tempio Athribis in Egitto

La dinastia tolemaica

Nel suo periodo di massimo splendore, si pensa che il tempio si estendesse per 51 metri di larghezza e avesse torri a piloni, ciascuna alta fino a 18 metri. Oggi, rimangono solo circa 5 metri delle torri, che caddero vittime delle cave, probabilmente nell’VIII secolo d.C. Sebbene Athribis fosse occupata durante le dinastie successive, l’antica città egizia non acquisì vero potere fino all’inizio del regno tolemaico. La dinastia tolemaica fu l’ultima dell’Egitto prima che diventasse parte della Repubblica romana, che precedette l’onnipotente Impero romano.

La dinastia fu fondata nel 305 a.C. dopo che Alessandro Magno di Macedonia conquistò l’Egitto nel 332 a.C. e uno dei suoi generali, Tolomeo, divenne Tolomeo I. La leadership fu tramandata attraverso i discendenti di Tolomeo e terminò con Cleopatra VII, una delle regine più famose della storia. Cleopatra VII, nota sia come seduttrice con una personalità accattivante, usò il suo fascino per sedurre Giulio Cesare per cementare l’alleanza dell’Egitto con Roma, sia per sedurre il suo secondo in comando, Marco Antonio, che sposò.

Con l’arrivo del futuro imperatore romano Augusto, Antonio si suicidò nel 30 a.C. con la falsa impressione che lei fosse morta. Dopo averlo seppellito, la trentanovenne Cleopatra si tolse la vita, anche se non si sa come. Si pensa che la coppia condannata sia stata sepolta insieme, anche se il luogo in cui riposano è ancora un mistero.

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Alla scoperta di Nosy Be: dove incontrare i colori e l’anima del Madagascar

Nosy Be è conosciuta come l’isola profumata, per via dell’intenso aroma di ylang-ylang, vaniglia e spezie che si può percepire fin dai primi minuti di un viaggio in questa parte di mondo situato al largo della costa nord-occidentale del Madagascar che, senza ombra di dubbio, può essere definito un paradiso tropicale. Questo piccolo gioiello dell’Oceano Indiano viene apprezzato non solo per i suoi profumi: i colori della natura e la cultura locale con cui entrare in contatto sono altri due elementi che giocano fortemente a favore di Nosy Be.

Mare e spiagge che fanno sognare

Volendo e potendo fare una classifica delle ragioni che portano molti viaggiatori a fermarsi a Nosy Be, durante il proprio viaggio in Madagascar, mare e spiagge incredibili sono al primo posto. In tutta probabilità, se hai visto sul web una foto del litorale malgascio, questa ritrarrà Nosy Be. Capaci di mettere assieme sabbia chiarissima, acque che hanno lo stesso colore di una gemma preziosa e baie tranquille, le spiagge di Nosy Be sono un perfetto punto di incontro tra quest’isola e chi decide di conoscerla.

Considerando le baie, le spiagge principali e le calette più piccole sparse sull’isola e nelle sue vicinanze, Nosy Be offre circa 20 spiagge principali e numerose altre meno conosciute. Esse sono di varia natura: da quelle pronte ad accogliere i turisti in modo comodo e attrezzato fino a quelle dove l’aggettivo “selvaggio” trova il suo significato più bello e pronto a farsi ricordare.

Andilana Beach è una delle spiagge più famose, ideale per chi cerca un ambiente tranquillo ma vicino ai principali resort di Nosy Be. Le acque che lambiscono questa spiaggia sono calme e tranquille: nuotare sarà bello e anche molto facile.

Ambatoloaka è un luogo che rappresenta l’immagine ideale tipica della spiaggia tropicale, quella in cui le palme si piegano leggermente verso il mare e dove i colori preponderanti sono il bianco della sabbia, il blu del mare e il verde proprio delle palme. Questa spiaggia è considerata anche il cuore turistico di Nosy Be e qui potrai trovare di tutto: dai bar per un aperitivo al tramonto fino ai ristoranti dove provare la migliore cucina del Madagascar. Lungo tutta Ambatoloaka troverai anche i chioschi delle società che offrono la possibilità di fare sport acquatici di ogni tipo: ti basterà semplicemente scegliere l’attività più adatta a te.

Chi, invece, cerca un luogo più appartato e solitario, può considerare di passare una giornata sulla spiaggia di Nosy Sakatia: questo luogo è spesso scelto come casa dalla tartarughe marine e non manca di essere un punto perfetto dove tuffarsi e fare snorkeling.

Le spiagge di Nosy Be

Fonte: iStock

La celebre Nosy Iranja

L’arcipelago di Nosy Be e le isole da esplorare

Nosy Be è circondata da una costellazione di isole minori, ognuna con il suo fascino unico. L’arcipelago è un vero e proprio scrigno dove la bellezza marina del Madagascar si conserva in un modo incredibile. Le spiagge dell’arcipelago non sono di certo da meno di quelle dell’isola principale e possono essere un’ottima scelta per una giornata diversa che possa far scoprire sia il mare che la tanta e variegata fauna tipica del Madagascar. Tra le più spettacolari ci sono:

  • Nosy Komba: l’isola dei lemuri. Qui puoi incontrare da vicino questi animali simbolo del Madagascar, il tutto in un contesto naturale decisamente unico
  • Nosy Tanikely: si tratta di un parco marino protetto, perfetto per chi ama immersioni e snorkeling, Qui si trova una barriera corallina ricca di vita.
  • Nosy Iranja: chiamata anche l’isola delle tartarughe, famosa per la striscia di sabbia bianca che collega le due isole durante la bassa marea. È un luogo magico e davvero molto gettonato per scattare foto incredibili.
Nosy Be: dove avvistare i lemuri

Fonte: iStock

I lemuri del Madagascar

La Natura selvaggia di Nosy Be

Chiunque faccia un viaggio in Madagascar ha in mente il fatto che quell’isola dell’Oceano Indiano sia un vera e propria cattedrale per molte specie di animali. Nosy Be, infatti, non è solo un luogo speciale dove andare al mare. Il suo entroterra è un’esplosione di biodiversità, di natura protetta e di luoghi unici al mondo.

Un buon esempio è la Riserva naturale di Lokobe: una foresta pluviale dove si possono avvistare lemuri, camaleonti e numerose specie di uccelli endemici. La cosa migliore per visitare questa parte dell’entroterra di Nosy Be è acquistare un’escursione guidata: sono in vendita in tutti i resort dell’isola. La guida è necessaria proprio per comprendere bene sia l’ambiente naturale che gli animali che lo abitano.

Nosy Be ha anche una sua montagna: si tratta del Monte Passot. Questa altura raggiunge i 329 metri sul livello del mare ed è il punto più alto di Nosy Be. La sua modesta altezza lo rende facilmente accessibile e regala la possibilità di godere di una vista spettacolare sull’isola e sulle lagune circostanti. Il Monte Passot è un posto perfetto per godere di uno dei migliori tramonti di Nosy Be.

Infine, Nosy Be vanta anche dei laghi vulcanici: circondati da una vegetazione a dir poco magnifica, le sponde di questi laghi costituiscono un luogo ideale per passeggiate e birdwatching.

Cultura e Tradizioni Locali a Nosy Be

Nosy Be, come tutto il Madagascar, è un crocevia culturale, dove convivono influenze africane, arabe ed europee. Il mercato di Hell-Ville, la capitale dell’isola, è luogo giusto dove lasciarsi inondare dall’intensità dei colori e dalla persistenza dei profumi tipici del luogo. Questo è il luogo perfetto per acquistare spezie, artigianato locale e tessuti tradizionali. Quando si visita un mercato come quello di Hell-Ville non si può rinunciare ad assaggiare piatti tipici del Madagascar come il romazava, uno stufato di carne e verdure, oppure il pesce fresco cucinato con latte di cocco.

Cosa fare a Nosy Be: andare al mercato

Fonte: iStock

Un mercato a Nosy Be

Quando Visitare Nosy Be

Di norma, le stagioni del Madagascar sono due: quella secca e quella caratterizzata da maggiori piogge. Il periodo migliore per visitare Nosy Be va da aprile a dicembre, durante la stagione secca. All’interno di questa finestra temporale, i mesi tra luglio e ottobre sono particolarmente indicati per chi è desideroso di avvistare ed entrare in contatto con la fauna marina. Questo è il momento ideale per chi, per esempio, vuole fare Whale Watching e ammirare le balene.

Come Arrivare

Nosy Be è servita dall’aeroporto di Fascene, con voli internazionali e collegamenti da Antananarivo, la capitale del Madagascar. Una volta sull’isola, puoi muoverti facilmente in tuk-tuk, taxi o noleggiando uno scooter.

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Parco Nazionale Ras Mohammed, un gioiello naturalistico: cosa vedere

Il Parco Nazionale Ras Mohammed è uno di quei tesori da visitare almeno una volta nella vita. Ci troviamo, per l’esattezza, in un territorio sconfinato, dalla bellezza selvaggia e autentica: nell’estremo sud della Penisola del Sinai, in Egitto. Istituto nel 1983, è una delle attrazioni più amate dai turisti vicino a Sharm el-Sheikh, tra le destinazioni maggiormente frequentate in Egitto. Ma il Parco Nazionale Ras Mohammed è molto di più: un’area protetta del Mar Rosso dove lasciare un pezzo del proprio cuore.

Parco Nazionale Ras Mohammed, cosa sapere prima di visitarlo

In Egitto, questo paradiso naturale attende i turisti con la sua bellezza: un parco marino inaugurato nel 1983 e che oggi è un enorme punto di riferimento per il Paese. La possibilità di visitare il parco ci consente di osservare la natura incontaminata e selvaggia, le acque cristalline, la barriera corallina. Impossibile non innamorarsi della sua biodiversità.

Per entrare al Parco Nazionale Ras Mohammed si deve pagare un biglietto d’ingresso: non costa molto, ed è una tappa irrinunciabile per tutti gli amanti dello snorkeling. Le dune di sabbia sono finissime, dorate: una distesa che incanta gli occhi. La barriera corallina di Ras Mohammed è una delle più belle e grandi al mondo, del resto: in questa riserva, ci si può immergere tra natura selvaggia, un lago “magico” e un itinerario ricco di cose da vedere.

Cosa vedere al Parco Nazionale Ras Mohammed

L’ingresso principale del Parco Nazionale Ras Mohammed è la Porta di Allah: possiamo descriverla come solenne e, in effetti, è proprio così. Blocchi di pietra, una costruzione in cemento, che si trovano a 12 km da Sharm el-Sheikh (è possibile raggiungere il parco in auto o in bus, o via mare). La parola Allah è riportata sia in lingua araba quanto ebraica: è decisamente unica e particolare, considerando che si legge sia da destra verso sinistra in arabo, mentre in ebraico da sinistra verso destra.

Dopo che avremo oltrepassato la porta, ci troveremo in uno scenario magico e rarefatto: le dune di sabbia, l’infinita distesa dorata, e poi il mare, con centinaia di sfumature azzurrine e cristalline, dove ovviamente poter fare snorkeling per ammirare la barriera corallina. Un’esperienza da non lasciarsi sfuggire quando ci si trova qui. Ricordiamo che qui vivono più di 1000 specie di pesci tropicali, oltre a 220 specie di coralli.

Tra i motivi per cui visitare il Parco Nazionale Ras Mohammed non possiamo non citare il lago salato: come tutti i luoghi unici al mondo, anche questo lago è legato a leggende e miti, e nel corso del tempo tanti turisti ne sono rimasti affascinati. Oltra alla straordinaria bellezza – il lago sembra splendere alla luce del sole – è la tappa per tutti coloro che hanno un sogno in tasca, un desiderio da realizzare: pare, infatti, che abbia la capacità di esaudire i nostri sogni. Per chi ama le immersioni, invece, la tappa imperdibile è Shark Reef e Yolanda Reef, addirittura tra le prime dieci immersioni al mondo: le barriere coralline evocano uno scenario unico quanto profondamente toccante, una discesa fino a 800 metri per vedere pesci pipistrello e barracuda.

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Come scoprire Île Sainte-Marie durante un viaggio in Madagascar

Paradiso tropicale, carico di fascino storico e naturale, Île Sainte-Marie in Madagascar o Nosy Boraha si trova appunto, lungo la Costa orientale del Madagascar. Conosciuta anche come ‘’l’isola dei pirati’’ è la destinazione perfetta se si è alla ricerca della giusta dose di avventura, relax e perché no, un tocco di mistero. Con le sue spiagge da sogno, le storie sui bucanieri e la biodiversità ne fanno un luogo che incanta e affascina. Se ti stai chiedendo cosa vedere a Île Sainte-Marie in Madagascar, continua la lettura per scoprire tutto!

Île Sainte-Marie e i pirati

Forse nn sai che l’isola del Madagascar Île Sainte-Marie deve il suo soprannome ‘’isola dei pirati’’ al suo passato turbolento; tra il XVII e il XVIII secolo l’isola era un rifugio per corsari e pirati provenienti da ogni angolo del mondo. La sua posizione strategica, lontana dalle rotte principali ma vicina ai ricchi mercantili la rese il luogo ideale per traffici illeciti e bottini delle scorribande dei tanti filibustieri. Non a caso ad Ambodifotatra esiste anche un cimitero dei pirati con le tombe di alcuni di questi leggendari avventurieri, testimonianza tangibile del suo passato, oggi questo cimitero è tra le attrazioni turistiche più cercate e apprezzate.

Ai giorni nostri il legame con i pirati è celebrato con attrazioni e fiere che ne richiamano l’epoca d’oro della pirateria, ma questo è un motivo in più per visitare l’isola e scoprire di più su questo capitolo della sua storia.

Attrazioni per tutta la famiglia: natura e relax

Île Sainte-Marie è sicuramente il luogo perfetto per una vacanza in famiglia. Le sue spiagge tranquille e poco affollate come ad esempio Ambatoloaka, sono ideali per giornate di relax in un contesto sicuro ma anche pittoresco. L’acqua cristallina e poco profonda permette ai bambini di giocare e nuotare in tranquillità, mentre gli adulti possono godersi il panorama mozzafiato.

Oppure la Riserva naturale integrale Betampona, se volete provare un’esperienza unica per rgandi e piccini. Con una guida locale esplorerete la flora e la fauna dell’isola e ammirerete lemuri, orchidee rare e coloratissimi uccelli tropicali. Passeggiando tra i suoi sentieri ombreggiati vi sembrerà di essere  in un piccolo paradiso terrestre.

 Le spiagge più belle di Île Sainte-Marie

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Le spiagge più belle di Île Sainte-Marie, in Madagascar

Avventure per i giovani: sport acquatici e notti vivaci

Per chi cerca adrenalina e divertimento, Île Sainte-Marie ha tanto da offrire. Gli sport acquatici sono un must: il kayak e le escursioni in canoa vi permetteranno di esplorare le lagune nascoste e le spettacolari mangrovie, con momenti di pura avventura.Non fatevi mancare una giornata dedicata alle immersioni subacquee, i fondali dell’isola sono ricchi di delicate barriere coralline, relitti sommersi e una vivace fauna marina, un’esperienza che resterà per sempre nei ricordi.

La sera, Île Sainte-Marie si anima con musica locale ed eventi sulla spiaggia. Le locande e i bar lungo la costa offrono quell’atmosfera rilassata e vivace perfetta per chi vuole godersi la notte sotto le stelle.

Monumenti storici: il cimitero dei pirati e il faro di Ambodifotatra

Tra le tante attrazioni affascinanti, torniamo a parlare del cimitero dei pirati, luogo da non perdere assolutamente. Situato su di una collina che domina le acque sottostanti, il sito racconta silenziosamente storie di coraggio ma anche di tradizione e mistero. Le tombe, decorate con simboli come teschi e ossa incrociate evocano un’epoca in cui l’isola era un crocevia di storie epiche.

Un’altra tappa affascinante evocativa e imperdibile, è il faro di Ambodifotatra, costruito nel XIX offre una vista spettacolare sull’Oceano e sulle isole vicine. Si tratta di un luogo perfetto per scattare fotografie e lasciarsi immergere dall’atmosfera e dalla tranquillità del paesaggio circostante.

Avvistare le megattere, l’esperienza indimenticabile

Da giugno a settembre, l’Île Sainte-Marie diventa uno dei luoghi migliori al mondo per avvistare le megattere. Questi splendidi giganti gentili, migrano nelle acque calde dell’isola per accoppiarsi e partorire, regalando spettacoli quasi commoventi. Con una guida esperta potrete osservare le balene mentre saltano e giocano e state certi che questo sarà un evento che lascerà grandi emozioni in ognuno. 

il modo di Île Sainte-Marie in Madagascar

Fonte: iStock

Uno scorcio del modo di Île Sainte-Marie

Île aux nattes, l’isola nell’isola

A pochi minuti in barca da Île Sainte-Marie, Île aux nattes è un gioiello da non perdere. Questo angolo di paradiso è perfetto se cercate pace e solitudine. Le spiagge incontaminate, le acque turchesi e la vegetazione lussureggiante creano un’atmosfera quasi surreale. Qui potrete trascorrerla giornata nuotando, passeggiando tra sentieri naturali o semplicemente rilassandovi all’ombra delle palme. Si tratta di un luogo ideale se volete staccare la spina dalla routine quotidiana, ma anche l’angolo idilliaco per una fuga romantica.

Escursioni in canoa e immersioni subacquee

Tra le chicche da non perdere in loco visitando Île Sainte-Marie c’è quella di fare un giro in canoa; dopotutto le acque calme e trasparenti si prestano, così come i canali di mangrovie che rendono l’habitat particolarmente adatto per osservare la fauna selvatica.

Se invece siete appassionati di immersioni subacquee, i fondali di Île Sainte-Marie saranno un vero paradiso per voi. Potrete nuotare tra pesci tropicali, coralli colorati e con un po’ di fortuna avvisterete anche tartarughe marine. In alcuni siti di immersione è possibile anche vedere relitti di navi, un’esperienza affascinante e anche carica di storia, non trovate?

Ambatoloaka, la spiaggia più bella di Île Sainte-Marie

Non esattamente così, ma in parte Ambatoloaka è considerata una tra le spiagge più belle di Île Sainte-Marie. Con la sabbia bianchissima e il mare cristallino, è uno dei luoghi più amati dai turisti che cercano relax e bellezza naturale. Qui potrete trascorrere ore di puro relax godendo della brezza marina e al tramonto, innamorarvi di questo spettacolo della natura da immortalare con foto splendide.

Perché scegliere l’Île Sainte-Marie per una vacanza?

Île Sainte-Marie non è soltanto una destinazione da sogno per le sue spiagge e il clima tropicale, ma anche un luogo carico di cultura e storia. Che siate appassionati di avventura e storia o semplicemente alla ricerca di relax, quest’isola ha tutto quello che cercate per una vacanza indimenticabile.

Sia che siate in coppia, in famiglia o con amici l’Île Sainte-Marie saprà conquistarvi con la sua atmosfera unica e le sue mille sfaccettature. La cucina locale, ricca di pesce fresco, frutti tropicali e piatti tradizionali delizia il palato. Non dimenticate di assaggiare anche il rum artigianale prodotto sull’isola, non ve ne pentirete.

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El Bahia: cosa sapere sulla perla del Marocco

Hai deciso di visitare il Marocco, una terra affascinante e misteriosa che si è aggiudicata la nomea di Porta dell’Africae starai sicuramente lavorando all’itinerario dei tuoi sogni. Se il tuo viaggio prevede un passaggio per la spettacolare Marrakech, allora una sosta al Palazzo El Bahia è d’obbligo: una delle opere architettoniche più suggestive e impattanti della città. In questa guida abbiamo raccolto tutte le informazioni che ti servono per pianificare al meglio questa visita, dalla storia del palazzo agli orari di accesso, per permetterti di godere appieno di un’esperienza che, al tuo ritorno, racconterai a tutte le persone che ti chiederanno cosa ti è piaciuto di più Marrakech, la più importante delle quattro città imperiali del Marocco. Preparati a prendere appunti e… partiamo!

La storia del Palazzo El Bahia

Situato nel cuore della Medina di Marrakech, il Palazzo El Bahia, è una testimonianza tangibile e magnificamente conservata dell’epoca imperiale del Marocco. Costruito tra il 1866 e il 1867, il palazzo vede le sue origini nella volontà di dare vita a un luogo lussuoso capace di riflettere i fasti e le ricchezze della corte reale marocchina. Non è un caso, infatti, che il suo nome “El Bahia” significhi proprio “la splendida”. Dietro l’ordine di costruzione di questa meravigliosa residenza reale c’è Si Moussa, il Gran Visir del Sultano alawita Hassan I, nonché una delle figure politiche più potenti dell’epoca. Il Gran Visir desiderava un palazzo che potesse riflettere la grandezza della sua persona e così commissionò El Bahia. Alla sua morte, il figlio Bou Ahmed ,erede della proprietà del padre, decise di ampliare la struttura e renderlo il palazzo più sontuoso del Marocco.

Saranno proprio gli interventi del figlio a far entrare nel palazzo l’opulente ricchezza architettonica che, ancora oggi, lascia tutti i visitatori a bocca aperta. Ogni singolo dettaglio nasconde al suo interno la fusione di più stili; come quello arabo, andaluso e moresco. Per dare vita a questa gemma vennero chiamati a corte i migliori artigiani del Marocco. Dai pavimenti in mosaico alle decorazioni intagliate in legno di cedro, tutti gli elementi riflettono il grande gusto del Bou Ahmed. Oltre alla sua bellezza disarmante e al ruolo di residenza reale, il palazzo fu anche un importante centro politico e sociale della città.

Ma – come la storia ci insegna – ogni cigno ha il suo canto e anche il palazzo El Bahia arrivò alla sua fase di declino, esattamente in concomitanza della morte di colui che se ne prese cura per tanto tempo. Nel 1900, infatti, il palazzo venne saccheggiato portando alla perdita di molte delle ricchezze che si celavano al suo interno. Nel 1912, durante il dominio francese, il palazzo tornò alla ribalta, facendo da dimora alle autorità franche le quali, affascinate dalla sua bellezza, ne mantennero l’originalità strutturale.

Viaggio nelle meraviglie architettoniche di El Bahia

Intagli a mano a Palazzo El Bahia a Marrakech

Fonte: iStock

Le splendide decorazioni in legno del Palazzo El Bahia a Marrakech

Il palazzo, perfettamente conservato, si estende per una superficie di otto ettari ed è veramente un dedalo di cortili, giardini, corridoi e stanze. Queste ultime sono esattamente 150, tutte diverse tra loro, e finemente decorate con materiali di pregio quali marmo, legno di cedro e faggio, stucchi di zellige e preziosi mosaici. Il fascino strutturale del palazzo deriva dalla sua suddivisione in spazi che, a prima vista, sembrano seguire un ordine sparso alternato da giardini lussureggianti punteggiati da alberi di agrumi, banani e gelsomini. All’interno del palazzo sono presenti anche le scuderie, una moschea e un ḥammām. Le stanze, che hanno ospitato le quattro mogli e le ventiquattro concubine di Bou Ahmed, sono una più bella dell’altra con alti soffitti decorati a mano.

Visitare El Bahia: tutte le info utili

Per godere delle bellezze del Palazzo El Bahia a Marrakech, nel cuore del Marocco, ti possono essere utili una serie di informazioni pratiche perfette per organizzare la tua visita. Le abbiamo raccolte in uno schema pronto da studiare qui di seguito.

  • Consigli di visita: per godere appieno dell’esperienza consigliamo di dedicare circa un’ora e mezza all’esplorazione del palazzo e, per un’esperienza ancora più completa, ti consigliamo di prendere parte a un tour guidato. Esistono molti operatori turistici locali che li organizzano ma il consiglio è sempre quello di prenotarti con largo anticipo.
  • Orari del Palazzo: El Bahia è aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 17.00 ma ti suggeriamo di fare la tua visita nelle prime ore del mattino, quando c’è meno affollamento turistico e puoi godere della pace e della tranquillità che il palazzo – e soprattutto i suoi giardini – hanno da offrire.
  • Costo dei biglietti: per accedere al palazzo è necessario acquistare un biglietto dal costo di 70 MAD, equivalenti a circa 6,40 euro.
  • Consigli pratici: indossa scarpe comode e munisciti di macchina fotografica, gli scorci che potrai immortalare sono molti e di incredibile bellezza.
  • Consigli di comportamento: stai visitando un luogo molto importante per la cultura marocchina ed estremamente suggestivo. Sii quindi rispettoso e adotta delle norme di comportamento adeguate per non rovinare la visita a chi, come te, ha deciso di lasciarsi incantare dalle meraviglie di questo posto unico.
  • Come raggiungere Palazzo El Bahia:
    Il palazzo si trova nel cuore della Medina di Marrakech e può essere raggiunto facilmente e in modi diversi. Puoi optare per una passeggiata di circa 15 minuti dalla famosissima Piazza Jemaa el-Fna, un ottimo modo per raggiungere il palazzo scoprendo le stradine caratteristiche, incontrando qualche vivace souk e assaporando l’atmosfera distintiva di Marrakech. Oppure puoi scegliere di raggiungere El Bahia con un taxi o, perché no, salendo a bordo di una calèche, tradizionale e pittoresca carrozza trainata da cavalli che parte da piazza Piazza Jemaa el-Fna. Ultimo modo per raggiungere il palazzo è prendendo parte a un tour guidato che sosta nei punti d’interesse della Medina; questa modalità ti permette di conoscere a fondo la storia e gli aneddoti più interessanti di ciò che andrai a vedere.

Ora hai tutte le informazioni che ti servono per varcare la soglia di Palazzo El Bahia e lasciarti incantare dalle meraviglie al suo interno. E ricorda: visitare questo palazzo non significa solo immergersi nelle sue preziose meraviglie architettoniche, ma vuol dire anche immergersi nella cultura marocchina e toccare con mano la testimonianza dell’epoca imperiale.

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Come ottenere l’eTa, che sostituisce il visto turistico per il Kenya

Il Kenya è una delle destinazioni africane più apprezzate dai viaggiatori di tutto il mondo, attratti dalle vaste savane popolate da una ricca fauna selvaggia dove fare emozionanti safari, dalle spiagge incontaminate sull’Oceano Indiano e dalla cultura millenaria della sua popolazione. A facilitare l’arrivo dei turisti, dando un ulteriore impulso al turismo internazionale nel Paese, contribuisce da quest’anno una semplificazione del processo d’ingresso con l’introduzione di procedure diverse rispetto al passato.

I turisti italiani, così come la maggior parte dei visitatori internazionali, non devono più richiedere il visto tradizionale, ma è sufficiente l’eTA (Electronic Travel Authorization), la nuova autorizzazione di viaggio elettronica. In questo articolo, tutto ciò che bisogna sapere per ottenere l’eTA, i suoi costi, la validità e i dettagli pratici per un viaggio senza problemi in Kenya.

Passaporto e documentazione necessaria

Per entrare in Kenya, il passaporto deve avere una validità residua di almeno sei mesi e contenere almeno una pagina completamente bianca per il timbro di ingresso. Qualsiasi mancanza di spazio potrebbe comportare l’impossibilità di accedere al Paese, con il rischio di essere respinti al primo scalo utile. Inoltre, è obbligatorio essere in possesso di un biglietto aereo di andata e ritorno.

Che cos’è l’eTA e come richiederla

L’eTA è una nuova autorizzazione elettronica che permette ai turisti di entrare in Kenya, sostituendo di fatto il visto turistico per i cittadini di molti Paesi, Italia inclusa, rendendo più semplice la procedura per i viaggiatori internazionali. Tuttavia, è importante sapere che l’eTA non garantisce automaticamente l’accesso al Paese, ma serve come pre-approvazione per il viaggio. La decisione finale viene presa dai funzionari di frontiera all’arrivo.

L’eTA si richiede esclusivamente online sul sito ufficiale etakenya.go.ke. È fondamentale utilizzare solo questo portale, poiché qualsiasi richiesta effettuata su siti non autorizzati sarà respinta automaticamente.

Procedura di richiesta e tempi di elaborazione

Per completare la domanda, il viaggiatore deve compilare un modulo online con i propri dati personali, inclusi indirizzo, numero di passaporto, contatti e dettagli del viaggio (come l’itinerario e il numero del volo di arrivo). E’ inoltre richiesto il pagamento di una tariffa di circa 30 euro. L’elaborazione dell’eTA richiede in genere tre giorni lavorativi, ma è consigliabile inoltrare la richiesta almeno due settimane prima della partenza per evitare ritardi, soprattutto nei periodi di alta stagione turistica.

L’eTA è valida per un unico viaggio e può essere richiesta fino a tre mesi prima della data prevista di partenza. Una volta ottenuta l’approvazione, il documento dovrà essere presentato in forma digitale o cartacea sia alla partenza che all’arrivo in Kenya.

Validità e rinnovo dell’eTA

L’eTA è valida per 90 giorni dalla data di rilascio e il viaggiatore può entrare in Kenya in quest’arco di tempo. Qualora il soggiorno dovesse protrarsi oltre la durata inizialmente dichiarata, è possibile richiedere una proroga presso gli uffici di immigrazione del Kenya. È importante rispettare scrupolosamente i termini della permanenza, poiché il mancato rispetto di questi potrebbe comportare sanzioni severe, incluso il fermo.

Esenzioni e pratiche per viaggiatori frequenti

Non tutti i viaggiatori devono richiedere l’eTA. Sono esentati dall’obbligo di eTA i possessori di passaporti keniani o di permessi di residenza permanente, il personale diplomatico accreditato e i cittadini dei Paesi dell’Africa Orientale, come Tanzania, Uganda, Burundi, Ruanda, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, per soggiorni fino a sei mesi. Anche i passeggeri in transito che non lasciano l’area aeroportuale e i membri d’equipaggio di voli internazionali sono esentati.

Per coloro che viaggiano frequentemente in Kenya, l’app “Kenya Travel Authorization” offre un comodo strumento per salvare i dati del viaggio, evitando di doverli reinserire ogni volta.

Cosa serve per la domanda dell’eTA

Per richiedere l’eTA sono necessari:

  • Un passaporto con almeno sei mesi di validità residua e una pagina bianca.
  • Una foto in formato passaporto o un selfie scattato al momento della richiesta.
  • Informazioni di contatto, tra cui indirizzo, telefono ed email.
  • Dettagli del viaggio, incluso l’itinerario e il numero del volo di arrivo.
  • Una prenotazione dell’alloggio in Kenya (può essere un hotel o, nel caso di soggiorni presso amici o familiari, una lettera di invito).
  • Una carta di credito o debito per il pagamento della tariffa.

Lo stesso vale anche per i minori, che sono soggetti agli stessi requisiti e devono essere registrati individualmente. Pertanto, è consigliato alle famiglie di effettuare la registrazione come gruppo, in modo da semplificare la procedura.

Vantaggi del nuovo sistema di autorizzazione

L’introduzione dell’eTA rappresenta un passo importante per il Kenya nel processo di digitalizzazione dei servizi pubblici. L’eTA permette ai viaggiatori di completare tutto il procedimento online, risparmiando tempo sia all’arrivo che durante il viaggio stesso.

Il sistema eTA consente numerosi vantaggi, quali:

  • Semplificazione delle procedure di viaggio: non sarà più necessario compilare moduli cartacei in aeroporto o in aereo, riducendo i tempi di attesa ai controlli di frontiera.
  • Controllo e verifica da parte delle compagnie di trasporto: i vettori possono facilmente verificare che i passeggeri siano in possesso dell’eTA prima dell’imbarco.
  • Rafforzamento della sicurezza nazionale: l’eTA contribuisce a una gestione più efficiente e sicura dei flussi turistici, poiché consente al governo di controllare i viaggiatori in arrivo con maggiore anticipo.

Limitazioni e consigli per viaggiare sicuri in Kenya

Anche se il possesso dell’eTA autorizza a viaggiare verso il Kenya, l’ingresso effettivo nel Paese resta a discrezione degli ufficiali di frontiera. È essenziale, quindi, avere tutti i documenti in ordine e assicurarsi che le informazioni fornite siano complete e accurate.

Per evitare inconvenienti, si consiglia di monitorare eventuali aggiornamenti riguardo ai requisiti di ingresso attraverso l’Ambasciata del Kenya in Italia o il proprio agente di viaggio. Questa precauzione è fondamentale, soprattutto per chi viaggia spesso, poiché le normative sui visti possono subire modifiche improvvise.

Il nuovo sistema eTA per il Kenya rappresenta una semplificazione importante per chi desidera visitare questo Paese meraviglioso. Seguendo le linee guida indicate, sarà possibile ottenere l’autorizzazione di viaggio in modo rapido e senza intoppi. Per i viaggiatori italiani in particolare, l’eTA diventa una parte essenziale della pianificazione, garantendo non solo l’ingresso nel Paese, ma anche un’esperienza di viaggio più agevole.

Preparare tutta la documentazione necessaria, informarsi sui requisiti aggiornati e rispettare le normative di ingresso permetteranno di vivere al meglio l’avventura in Kenya, tra savane, spiagge e culture millenarie.

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Il clima di Boa Vista: temperature e consigli su quando andare

Boa Vista, una delle isole principali dell’arcipelago di Capo Verde, situata nell’Oceano Atlantico al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, è una destinazione ideale per chi cerca mare cristallino, spiagge incontaminate e un’atmosfera rilassata. Famosa per il suo sole splendente, l’isola gode di un clima tropicale desertico influenzato dagli alisei che soffiano costantemente dall’Atlantico, contribuendo a mantenere le temperature piacevoli durante tutto l’anno, con medie annuali comprese tra 20°C a 30°C, e una bassa variabilità.

Tuttavia non mancano alcune variazioni stagionali che è bene considerare per godere appieno di questa meravigliosa isola. In questo articolo, esaminiamo in dettaglio il clima dell’isola per capire quando è il momento migliore per visitarla in base alle proprie aspettative e alle attività stagionali che si intende praticare.

Il clima a Boa Vista in primavera

La primavera è una delle stagioni più piacevoli per visitare Boa Vista. Durante i mesi di marzo, aprile e maggio, le temperature medie oscillano tra i 22°C e i 27°C. Le giornate sono lunghe e soleggiate, con poche precipitazioni, rendendo questo periodo perfetto per attività balneari e all’aperto, come snorkeling, escursioni e passeggiate sulla spiaggia. In questi mesi una leggera brezza rende il clima ancora più confortevole, con gli alisei che soffiano costantemente e contribuiscono a mantenere l’aria fresca, evitando l’eccessivo calore e l’umidità.

Questo è anche il momento in cui l’isola vede un’affluenza moderata di turisti, offrendo un’esperienza di soggiorno più tranquilla e rilassante rispetto all’alta stagione. Grazie ai venti costanti e alla posizione nell’oceano aperto, Boa Vista è una destinazione eccellente per gli amanti del kitesurf e del windsurf. Che tra gennaio e maggio trovano le condizioni ideali per praticare questi sport, quando i venti sono più forti e costanti, in particolare sulle spiagge di Sal Rei e Praia de Chaves, particolarmente apprezzate per queste attività.

Il clima a Boa Vista in estate

L’estate a Boa Vista è calda e secca, con temperature medie che variano tra i 24°C e i 30°C. Giugno, luglio e agosto sono i mesi più caldi dell’anno, ma la presenza degli alisei rende il calore più sopportabile. Le precipitazioni durante l’estate sono praticamente inesistenti, e il sole splende per la maggior parte della giornata.

Questo è il periodo ideale per gli amanti del mare e delle attività acquatiche, come nuoto, immersioni e windsurf. Tuttavia, è importante prendere precauzioni contro l’esposizione prolungata al sole, utilizzando creme solari ad alta protezione e indossando abiti leggeri e cappelli per proteggersi dai raggi UV. Tra giugno e settembre si creano anche le condizioni climatiche ideali per la deposizione delle uova da parte delle tartarughe marine caretta caretta.

Boa Vista è infatti considerato uno dei siti di nidificazione più importanti per questi animali e chi visita l’isola in questi mesi può avere l’opportunità unica di osservare queste maestose creature deporre le uova sulle spiagge. Diverse organizzazioni locali offrono tour notturni guidati, consentendo ai turisti di assistere a questo straordinario spettacolo naturale in modo responsabile.

Il clima a Boa Vista in autunno

L’autunno a Boa Vista è simile all’estate in termini di temperature, con medie che vanno dai 25°C ai 30°C. Tuttavia, durante questo periodo sull’isola può verificarsi una maggiore quantità di precipitazioni, specialmente a settembre. Nonostante le piogge occasionali, le giornate rimangono prevalentemente soleggiate e calde.

Settembre, ottobre e novembre sono mesi ideali per visitare Boa Vista se si preferisce un clima caldo ma meno secco rispetto all’estate. Le spiagge sono meno affollate rispetto all’alta stagione estiva, offrendo un’atmosfera più intima e rilassata. Inoltre, le temperature più calde del mare rendono questo periodo perfetto per le immersioni e lo snorkeling, con una visibilità subacquea eccellente.

Il clima a Boa Vista in inverno

L’inverno a Boa Vista è mite e secco, con medie che variano tra i 20°C e i 25°C. Dicembre, gennaio e febbraio sono i mesi più freschi dell’anno, ma le temperature rimangono comunque piacevoli, senza mai scendere sotto i 20°C. Per questo motivo Boa Vista è considerata una destinazione ideale per sfuggire ai rigori dell’inverno europeo.

Durante l’inverno, le precipitazioni sono praticamente assenti, e le giornate sono soleggiate e luminose. Questo è anche il tempo in cui l’isola vede una maggiore affluenza di turisti, specialmente durante le vacanze di Natale e Capodanno. Le condizioni climatiche favorevoli permettono di godere appieno delle attività all’aperto e delle bellezze naturali dell’entroterra come il deserto di Viana, un’attrazione imperdibile per chiunque visiti l’arcipelago, con le sue dune di sabbia bianca che creano un paesaggio quasi surreale.

Si possono fare escursioni nel deserto di Viana in qualsiasi momento dell’anno, ma la stagione secca è senza dubbio la migliore per godere di cieli azzurri e temperature più fresche. Le gite in quad o 4×4 sono particolarmente popolari e offrono un modo emozionante per scoprire l’entroterra dell’isola.

Le temperature miti invernali, che rendono piacevole stare all’aperto fino a sera tardi, creano un’atmosfera speciale anche per celebrare il Capodanno, con feste in spiaggia, fuochi d’artificio e cenoni in ristoranti sul mare e brindisi sotto le stelle. Per chi ama le feste e la cultura locale, anche il Carnevale di Boa Vista può rappresentare un’ottimo pretesto per pianificare un viaggio nell’arcipelago di Capo Verde. Celebrato tra febbraio e marzo, i mesi più freschi, il Carnevale è una vivace festa piena di musica, danze e coloratissimi costumi. Un’occasione unica per immergersi nelle tradizioni di Capo Verde e vivere l’isola al massimo della sua vivacità.

Consigli su cosa portare in base al clima

Scegliere il momento migliore per visitare Boa Vista dipende dalle preferenze personali e dalle attività che si desidera svolgere. Se si cercano temperature calde e secche, l’estate e l’autunno sono i periodi ideali. Per chi preferisce un clima più mite, la primavera e l’inverno offrono temperature piacevoli e condizioni climatiche ideali per esplorare l’isola senza il caldo intenso.

Indipendentemente dalla stagione scelta, è consigliabile prenotare con anticipo, specialmente durante i periodi di alta stagione turistica, che corrispondono all’inverno e all’estate. Portare abbigliamento leggero, crema solare, cappelli e occhiali da sole è essenziale per proteggersi dai raggi solari. Inoltre, tenere sempre a portata di mano una bottiglia d’acqua per mantenersi idratati è fondamentale, dato il clima secco dell’isola.

In conclusione, Boa Vista offre un clima piacevole e costante durante tutto l’anno, rendendola una destinazione perfetta per chi cerca sole, mare e relax. Con temperature calde e precipitazioni scarse, ogni stagione ha qualcosa di unico da offrire, garantendo un’esperienza indimenticabile per ogni visitatore. Che siate appassionati di sport acquatici, amanti della natura o semplicemente alla ricerca di una fuga rilassante, Boa Vista vi accoglierà con il suo clima perfetto e le sue bellezze naturali.