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La camera da letto con vista sugli elefanti: un sogno

L’Africa, una terra di contrasti sorprendenti e bellezze sconfinate, ha da sempre esercitato un fascino irresistibile su chiunque abbia avuto la fortuna di calpestare le sue terre. Avvolta in un manto di mistero e avventura, è un mosaico di culture e paesaggi che non smettono mai di stupire.

Oggi, ci dirigiamo verso le vastità delle pianure del Lowveld, più precisamente nella Riserva della Sabi Sand. Quest’area è uno dei gioielli più brillanti del continente africano, un luogo dove l’umanità e la natura si incontrano in un equilibrio delicato. Con la sua ricca biodiversità, è un ecosistema complesso e affascinante, un patrimonio inestimabile per l’umanità intera.

Qui, sulle rive del fiume Manyeleti, sorge l’incantevole Simbambili Game Lodge. Questa struttura di alto livello offre un’esperienza unica nel suo genere, consentendo agli ospiti di immergersi totalmente nella straordinaria fauna selvatica africana.
Il lodge è un luogo dove si può godere della tranquillità e della bellezza della natura, avvolti in un ambiente confortevole, pronti a vivere avventure indimenticabili.

Simbambili Game Lodge: un paradiso nella natura selvaggia

Simbabili Game Lodge Africa

Fonte: Getty Images

Simbabili Game Lodge, Riserva Sabi Sand, Africa

Il Simbambili Game Lodge, situato nel cuore del Parco Nazionale Kruger, è un luogo di raffinata eleganza immerso in un paesaggio selvaggio e incontaminato. Le suite si integrano armoniosamente con l’ambiente circostante, regalando una vista panoramica mozzafiato sulle incantevoli pianure africane e sulla ricca fauna selvatica che le popola.

I visitatori avranno l’incredibile opportunità di esplorare la riserva attraverso emozionanti escursioni guidate, nelle quali si può avvistare una vasta gamma di specie animali, compresi i mitici “Big Five” dell’Africa: il leone, il leopardo, il rinoceronte, l’elefante e il maestoso bufalo.

Inoltre, questa meravigliosa riserva vanta la presenza di ben 147 specie diverse, offrendo una biodiversità che poche altre località al mondo possono eguagliare. Tra graziose antilopi e affascinanti gazzelle, uccelli dai colori sgargianti e suggestivi rettili, ogni escursione diventa un’avventura indimenticabile.

Con la sua posizione privilegiata tra le vaste pianure della Riserva, il Simbambili Game Lodge rappresenta un rifugio romantico perfetto per chiunque sia alla ricerca di un’esperienza di safari intima e coinvolgente.

Le meraviglie del Parco Nazionale Kruger

Il Simbambili Game Lodge si trova nella più grande riserva naturale del Sudafrica: il Parco Nazionale Kruger che, con quasi due milioni di ettari, rappresenta l’autentica essenza dell’Africa.

Questo territorio abbraccia anche un’importante eredità storica e archeologica. Infatti, fa parte della “Kruger to Canyons Biosphere“, un’area riconosciuta dall’UNESCO come Riserva Internazionale dell’Uomo e della Biosfera, un titolo che sottolinea l’importanza del rapporto tra l’uomo e la natura e l’urgenza di preservare questi ambienti per il futuro.

Le vaste praterie dipingono un’immagine iconica delle immense distese della savana africana, mentre le rigogliose foreste costituiscono un rifugio ideale per numerosi animali. Inoltre, con centinaia di specie di uccelli registrate, tra cui molte endemiche dell’Africa meridionale, il Parco è una destinazione di primo piano per gli appassionati di birdwatching provenienti da tutto il mondo.

Per gli amanti della fauna selvatica, il Parco Nazionale Kruger non è solo un paradiso. È una terra di avventure, una meta da sogno dove ogni giorno offre nuove scoperte ed emozioni indimenticabili.

Parco Kruger

Fonte: iStock

Parco Kruger, Riserva Sabi Sand, Africa
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Le Seychelles sono il vero paradiso terrestre moderno

Quello delle Seychelles è uno degli arcipelaghi più belli al mondo e se non ci siete ancora stati vi convinceremo che è il momento giusto per organizzare un viaggio in una delle splendide isole.

Le Seychelles sono isole che vivono di turismo e i loro punti di forza sono l’ambiente incontaminato e le meravigliose spiagge. Gli italiani le amano, tanto che quest’anno sono aumentati del 5 per cento i nostri connazionali che ci sono andati.

Sostenibili Seychelles

E, proprio per mantenere intatto il paesaggio, di recente è stato avviato un progetto intitolato “Sustainable Seychelles” che ha l’obiettivo di garantire che le Seychelles rimangano una destinazione incontaminata ed ecologicamente consapevole, promuovendo la cooperazione e il coinvolgimento attivo di tutti, al fine di preservare questo paradiso per le generazioni future.

La Digue, l’isola car free

Uno dei più importanti esempi di sostenibilità delle Seychelles è l’isola di La Digue, da anni ormai car free e dove ci si muove solo in bicicletta. Un piccolo paradiso in Terra, dove non esiste inquinamento e “dove trascorrere una vacanza rigenerante”, ha spiegato Bernadette Willemin, Direttrice Generale Marketing di Tourism Seychelles in occasione della fiera TTG del turismo che si è tenuta a Rimini lo scorso ottobre.

L’esempio di Denis Island

Altro esempio virtuoso è Denis Island, che incarna la straordinaria fusione tra la natura incontaminata e un impegno verso la sostenibilità. Situata a 90 chilometri a Nord-Est di Mahé, questa gemma delle Seychelles è un paradiso terrestre di bellezze naturali senza pari. E per mantenere il suo aspetto, da qualche mese ha completato l’espansione fotovoltaica, che ha visto il parco solare dell’isola più che triplicato in dimensioni e capacità.

L’isola oggi è in grado di generare circa 720.000 KWh di elettricità all’anno e funziona quasi esclusivamente con energia verde. Questa iniziativa non solo ha notevolmente ridotto l’impronta di carbonio dell’isola, ma l’ha anche trasformata in un modello per il turismo sostenibile.

È spuntata una nuova isola

E un altro segnale che il governo delle Seychelles sta andando nella direzione giusta è arrivato da una notizia che ha fatto il giro del mondo a proposito della scoperta di una nuova isola che sarebbe emersa dopo un ciclone tropicale avvenuto nel 2016 nell’atollo di Farquhar e che starebbe continuando a crescere. A comunicarlo è stata la Island Conservation Society (ICS) mentre la Islands Development Company (IDC) ha chiamato questa nuova formazione Derrick’s Sandbank, prendendo spunto dal nome di una gru da carico proveniente da una nave naufragata nelle vicinanze.

Isole fuori rotta

Bernadette Willemin ha voluto ricordare però che, oltre alle isole più famose, come La Digue, Mahé, Praslin, ce ne sono molte altre che dovrebbero essere visitate perché non sono tutte uguali, ma ognuna con le proprie caratteristiche e particolarità. “Ci sono molti scorci poco conosciuti che meritano di essere scoperti”, ha raccontato “io consiglio vivamente di fare una crociera tra le isole interne e andare all’avventura.

Alcune isole sono paradisi dell’ornitologia, come Île St. Pierre, per esempio, una delle tante piccole isole al largo della baia di Côte d’Or e che fa parte dell’Area Marina Protetta del Curieuse Marine National Park. Le rocce di granito che emergono dal mare con la loro piccola corona di palme incarnano bene l’essenza di una tipica isola delle Seychelles”.

Gli atolli delle Seychelles

Ma non tutte le isole dell’arcipelago hanno lo stesso aspetto. “Meritano di essere scoperti anche gli atolli piatti, completamente diversi dall’immagine che si ha delle Seychelles, come Aldabra, Providence, Cosmoledo e altri ancora. Qui si ha proprio la sensazione di essere un moderno Robinson Crusoe. E non è necessario soggiornare in hotel di lusso, che certamente non mancano, anzi, ci sono molti cinque stelle, ma esistono alloggi per tutte le tasche, immersi nella natura e molto semplici”.

Non solo isole

Sostenibilità e autenticità sono quindi i mantra in questo splendido Paese circondato dall’Oceano Indiano, e in un viaggio alle Seychelles non deve mancare un’altra componente molto importante: “Consiglio vivamente di venire in contatto con la popolazione locale, con la sua cultura, visitando per esempio i mercati per scoprire spezie e manufatti, e di provare la gastronomia, di conoscere le ricette delle nonne che sono le più autentiche, specie nella Capitale Mahé”.

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Uno studio ci svela i viaggi dell’Età del Ferro tra Italia e Africa

Come funzionavano i viaggi e gli spostamenti tra Italia e Africa durante l’Età del Ferro? Grazie a uno studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution, ora siamo in grado di rispondere a questa particolare e interessante domanda. È stata infatti effettuata una profonda analisi che ci rivela delle soluzioni su un periodo storico caratterizzato dall’espansione delle colonie greche e fenicie, e in cui Cartagine è diventata una potenza marittima del Mediterraneo.

In cosa consiste lo studio

Questo rilevante studio è stato condotto dall’Università americana di Stanford, con la collaborazione della Sapienza di Roma, Museo delle Civiltà di Roma, Museo Nazionale Etrusco di Tarquinia e Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro.

Un lavoro a più mani e internazionale, quindi, che è andato a indagare quel periodo storico che va dalla fine del II millennio a tutto il I millennio a.C, ovvero un momento particolarmente dinamico del nostro passato. Se vi state chiedendo come sia possibile aver ottenuto risposte su un’epoca così lontana da quella attuale, la risposta è da ritrovare nel Dna.

Lo studio racconta infatti che la storia dei viaggi e degli spostamenti avvenuti nell’Età del Ferro nel Mediterraneo centrale, in particolare tra l’Africa e l’Italia che conosciamo oggi, è praticamente impresso nel genoma di 30 individui che abitavano le città di Sant’Imbenia in Sardegna, di Tarquinia, attuale provincia di Viterbo e di Kerkouane in Tunisia.

Cosa è emerso

L’Età del Ferro era caratterizzata da una maggiore facilità dei viaggi a lunga distanza grazie ai progressi della navigazione a vela che a quel tempo avevano favorito gli spostamenti e creato nuove reti per il commercio, così come per la colonizzazione e i conflitti.

E i risultati ottenuti da questo approfondimento sono davvero eccezionali, perché evidenziano una profonda interconnessione delle popolazioni che abitavano sulle sponde del Mar Mediterraneo. In particolare, l’alto numero di individui con ascendenze Nord-africane nell’Italia centrale sembrerebbe riflettere gli stretti legami tra Cartagine e la regione abitata dagli etruschi.

Allo stesso modo, la presenza a Kerkouane di diversi individui simili a popolazioni italiane e greche potrebbe invece dimostrare un movimento in entrambi i versi all’interno del Mediterraneo.

Ma il dato più interessante è che, sia a Kerkouane che a Tarquinia, sono state riportate alla luce le spoglie di esseri umani che erano stati sepolti insieme, ma che al contempo avevano antenati diversi e geograficamente distanti: una condizione che, a quanto pare, non ha comportato un trattamento differenziato nelle celebrazioni funerarie, che per i popoli antichi erano assai rilevanti e sacre.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Per mezzo di Comunicato Stampa, Michaela Lucci della Sapienza, uno dei primo co-autori della ricerca, ha fatto sapere che: “La possibilità di analizzare dati di siti limitrofi dell’Età del Bronzo di Sardegna ed Italia centrale ci ha permesso di avere una precisa indicazione sul modello del popolamento di queste due aree”.

Al contrario, le informazioni sulle comunità nordafricane dell’Età del Ferro sono molto limitate. Il motivo è da ritrovare nel fatto che il materiale genetico mitocondriale di un individuo proveniente da Cartagine è attualmente l’unico dato esistente sul Dna antico della regione che ha permesso di ricostruire i vari spostamenti.

A tal proposito Alfredo Coppa della Sapienza, senior author dell’articolo, ha spiegato che: “L’ascendenza subsahariana che osserviamo a Kerkouane può derivare da un contatto diretto o indiretto con le popolazioni nomadi del Sahara. L’Età del Ferro potrebbe essere stata un periodo chiave anche per il flusso genetico attraverso il Sahara, e questo sembra essere uno scenario di grande attualità”.

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Viaggio a Capo Verde, dove è sempre estate

Il caldo, il sole, il mare e la luce ci rimettono al mondo. Per questo motivo, è sempre opportuno organizzare a una vacanza in quei magnifici posti del mondo in cui è praticamente sempre estate. Certo, anche in queste località ci sono periodi più indicati di altri per fare dei viaggi, ma a livello generale parliamo di zone paradisiache in cui le temperature sono sempre alte.

Uno di questi è un meraviglioso arcipelago che prende vita al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, delle isole di origine vulcanica che si estendono a circa 500 kilometri di distanza dal Senegal: Capo Verde.

Capo Verde: informazioni utili

In totale le isole di Capo Verde sono 10 e sono geograficamente divise in due gruppi: le Barlavento (o Sopravento) a nord, con un clima più arido, ovvero Santo Antão, São Vicente, Santa Luzia, São Nicolau, Ilha do Sal e Boa Vista;​ le Sotavento (o Sottovento) a sud, leggermente più piovose, vale a dire Maio, Santiago, Fogo, Brava.

Scegliere Capo Verde per le proprie vacanze è come fare dieci diversi viaggi in una sola destinazione: ogni isola è differente dall’altra e in più, pur rappresentano l’ultima roccaforte dell’Africa Occidentale, sono caratterizzate da una cultura che è una mescolanza perfetta tra gli usi e i costumi dell’Africa, dell’Europa e persino del Brasile.

Dei posti incredibili, quindi, che sorgono in pieno Oceano Atlantico, e disposti a forma di enorme ferro di cavallo. Luoghi in cui le spiagge sono pressoché infinite, dove il mare è realmente cristallino, la natura ancora pura e incontaminata e la gente è perennemente sorridente e accogliente.

Capo Verde: quando andare

Fonte: iStock

Una spiaggia di Capo Verde

Conoscere le isole capoverdiane

Come vi abbiamo accennato sopra, le isole capoverdiane sono 10 e, pur essendo vicine tra loro, nascondono posti e meraviglie che si differenziano molto l’una dall’altra.

Tuttavia, sono tutte circondate da un mare blu intenso, che alle volte si fonde con foreste verdeggianti, oppure con residui di deserto, così come con i colori scuri dei picchi vulcanici.

Santo Antão, l’isola più verde

Santo Antão fa parte delle isole delle Barlavento ed è anche la seconda più grande dell’arcipelago di Capo Verde. Da molti viaggiatori è considerata persino la più bella, e ciò non sorprende perché è un vero e proprio scrigno di meraviglie.

Attraccare da queste parti consente infatti di perdere lo sguardo e vivere esperienze esaltanti tra pareti rocciose a strapiombo, canyon misteriosi, gole e vallate, un’oasi verde smeraldo in cui c’è spazio per le pinete ma anche per le piante tropicali.

Tra le cose da vedere assolutamente menzioniamo:

  • Ribeira das Fontainhas e Cruzinha da Garça: due micro villaggi abbarbicati che riescono ad emozionare;
  • Ribeira do Paul: la vallalta ideale per fare escursioni e scoprire la natura più autentica e vera;
  • Tarrafal: un’oasi sperduta in mezzo a un deserto color nocciola e situata lungo una spiaggia di sabbia nerissima.
Santo Antão, Capo Verde

Fonte: iStock

Un angolo di Santo Antão

São Vicente, l’isola del Carnevale

Anch’essa parte delle isole di Barlavento, si caratterizza per la presenza di diversi crateri, come quello che va a formare la spettacolare Baia di Mindelo. São Vicente è l’isola ideale per chi è in cerca di divertimento e movida : qui si celebra persino il Mardi Gras, ovvero la versione locale del Carnevale brasiliano.

Tra le meraviglie da non perdere segnaliamo:

  • Mindelo: una sorta di Costa Azzurra capoverdiana grazie alle sue vie acciottolate, agli edifici coloniali e ai tanti yacht;
  • Calhau: dove prendono vita le spiagge migliori dell’isola;
  • Salamansa: un curioso villaggio dei pescatori che offre una spiaggia di sabbia scura.

Santa Luzia, un’isola disabitata

Parte delle Barlavento è anche Santa Luzia ma, a differenza delle altre, è un’isola disabitata. Caratterizzata da una zona piatta puntella da alte dune di sabbia, e un’altra area con coste alte e montagne maestose, colpisce perché è piena di contrasti: il deserto si mescola agli scorci neri vulcanici, che poi si vanno a confondere con spiagge bianchissime e dune di sabbia. Il tutto, come è possibile immaginare, incorniciato da un mare limpidissimo.

São Nicolau, per gli amanti del turismo attivo.

São Nicolau si presenta al viaggiatore come un territorio brullo e desolato, ma in realtà è la culla di valli verdissime e cime elevatissime, tra cui l’imponente Monte Gordo (1312 metri di altitudine).

Il posto ideale per gli amanti della natura e del turismo attivo, anche perché le zone costiere, seppur splendide, sono molto difficili da raggiungere.

Alcune delle bellezze dell’isola da visitare sono:

  • Ribeira Brava: capoluogo dell’isola dove si diramano strette viuzze in cui si affacciano tetti coperti di tegole;
  • Tarrafal de São Nicolau: con tantissimi paesaggi mozzafiato e caratterizzata da un mix di montagne, valli verdi e spiagge incontaminate.

Ilha do Sal, tra surf e spiagge paradisiache

Oltre a essere la più facile da raggiungere partendo dall’Italia, l’Ilha do Sal è anche quella in cui si trovano i maggiori servizi di tutto l’arcipelago. Pur essendo di dimensioni contenute, presenta una peculiare morfologia fatta di zone pianeggianti e sabbiose che si mescolano ad aree rocciose ma con rilievi di modesta altitudine. Ah, è uno spot ideale per chi è in vena di fare sport acquatici come il surf.

Tante le bellezze da esplorare, tra cui:

  • Saline di Pedra de Lume: dove lo strato di sale assume colori diversi e tutti particolarmente suggestivi;
  • La spiaggia e il paesino di Santa Maria: completamente bianca e con il vento sempre perfetto per praticare surf, kitesurf e windsurf;
  • Piscina naturale di Buracona: profonde grotte e fessure tra le rocce dove si insinuano le limpide acque del mare.
Ilha do Sal, Capo Verde

Fonte: iStock

Un anglo dell’Ilha do Sal

Boa Vista, l’isola più sabbiosa

Insieme a Sal, Boa Vista è l’isola in cui il visitatore può trovare tutti i servizi che desidera. Inoltre, è una delle isole più grandi dell’arcipelago e persino la più sabbiosa. Tra paesaggi indimenticabili, natura incontaminata e una fauna senza pericoli, qui il tempo scorre all’insegna della bellezza e del relax.

Tra i siti da visitare segnaliamo:

  • Deserto di Viana: una specie di pezzo di Sahara in mezzo all’Atlantico. Si caratterizza per una sabbia particolarmente bianca e per la presenza di dune;
  • Praia de Atalanta: dove riposa il relitto della nave Cabo Santa Maria, naufragata nel 1968;
  • Praia de Santa Monica: grazie alle sue dune di sabbia e alle acque cristalline, è considerata una delle spiagge più belle dell’arcipelago.

Maio, la più sottovalutata

Maio è probabilmente l’isola più sottovalutata di Capo Verde. Eppure, qui si trovano enormi distese di spiaggia dorata: è persino l’isola con il rapporto spiagge/estensione più elevato dell’arcipelago.

Altrettanto affascinante è anche lo strepitoso entroterra punteggiato di acacie e dove si sviluppano tredici graziosi centri abitati.

Santiago, la più grande di tutte

La noia non esiste a Santiago: è l’isola più grande di tutto Capo Verde. Si tratta di un magnifico lembo di terra in cui si alternano spiagge sabbiose, pianure desertiche, valli verdeggianti e un entroterra montuoso. In sostanza c’è tutto, uno di quei posti a cui non si potrebbe chiedere di più,

Alcune delle tappe da non perdere sono:

  • Praia: Capitale di Capo Verde e con un centro che sorge su un altopiano, una sorta di fortezza che pare proteggere l’Oceano;
  • Aguas Verdes: un’oasi verde con immensi baobab in cui passeggiare e creare una connessione con la natura;
  • Spiaggia Baixo: dalla sabbia dorata, è lambita da un mare cristallino ed è persino l’ideale per lo snorkeling e le immersioni.

Fogo, dai paesaggi lunari

Come dice il suo stesso nome, Fogo, si tratta di un’isola talmente tanto vulcanica che a farle da cornice ci sono paesaggi lunari e impervi disseminati da formazioni laviche. Il terreno più indicato per chi ama praticare trekking ed escursionismo. In più, da queste parti bisogna assolutamente assaggiare il Manecom, un gustoso vino che viene esportato anche all’estero.

Tra le meraviglie da visitare assolutamente ci sono:

  • Pico do Fogo: il vulcano (ancora attivo) la cui sagoma domina tutta l’isola e con una caldera larga ben 9 chilometri;
  • São Filipe: la città principale che conserva eleganti case coloniali e un suggestivo punto panoramico;
  • Fonte de Vila: con una spiaggia di sabbia nerissima.

Brava, per fare un viaggio indietro nel tempo

Infine, ma non per importanza e bellezza, Brava. Si tratta di un’isola in cui il tempo pare essersi fermato al XIX secolo. Pregna di colline terrazzate, qui la vita scorre a un ritmo sonnolento. Nonostante il suo incredibile entroterra montuoso e un litorale che per la sua bellezza lascia senza parole, è l’isola meno frequentata dai turisti stranieri.

Tra le tappe da non perdere ci sono:

  • Nova Sintra(Vila): il minuscolo capoluogo che prende vita su un piccolo altopiano costantemente circondato da una corona di nuvole;
  • Fajã d’Agua: un pittoresco paesino che sorge in una splendida posizione tra una cala rocciosa e alte scogliere.
Fogo Capo Verde

Fonte: iStock

Fogo con il suo vulcano

Cosa sapere prima del viaggio

Come si è potuto intuire dalle righe precedente, l’arcipelago di Capo Verde ha qualcosa di bello per tutti i gusti. Tuttavia, prima di organizzare il viaggio è bene sapere che per raggiungere le isole il visto turistico (se si viaggia per piacere) non serve, ma è comunque essenziale possedere il passaporto con validità residua di almeno 6 mesi.

Per quanto riguarda il periodo migliore in cui andare, la realtà dei fatti è che il clima è buono praticamente tutto l’anno, ma che da novembre a giugno il tempo è piacevole e ventilato, mentre da luglio a settembre il clima è caldo, umido e con possibili piogge, seppur sporadiche. Infine, sappiate che la stupefacente potenza dell’Oceano non sempre consente di fare bagni nelle sue acque limpide.

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Egitto, scoperto un tempio sommerso: è pieno di tesori

È una scoperta sensazionale, quella annunciata dal Ministro del Turismo e delle Antichità dell’Egitto: nell’antica città egizia di Heracleion, finita sott’acqua tanti secoli fa, è stato trovato un vero e proprio tesoro. Si tratta di un tempio dedicato al dio Amon, al cui interno sono stati rinvenuti preziosissimi manufatti e gioielli, e di un santuario greco, anch’esso ricco di oggetti e armi di varia provenienza.

L’antica città di Heracleion

La città di Heracleion, conosciuta anche come Thonis, venne fondata su una delle isole del Delta del Nilo, dove prosperò tra il VI e il IV secolo a.C., epoca in cui probabilmente fu uno dei principali porti d’Egitto. Ma il suo destino fu decisamente funesto: attorno al II secolo a.C., infatti, il centro abitato venne sommerso a causa di terremoti e inondazioni, che causarono un innalzamento del livello del mare e un conseguente sprofondamento del terreno. Le sue rovine giacquero per tantissimo tempo del tutto ignorate dall’uomo, fin quando non vennero scoperte dall’archeologo Franck Goddio, nel 2000.

Oggi l’antica città – o meglio, ciò che ne resta – è collocata nella baia di Abukir, a circa 2,5 km dalla costa e a poca distanza da Alessandria d’Egitto. Le campagne archeologiche volte a portare alla luce i tesori di Heracleion si sono da allora susseguite senza mai interrompersi. L’ultima missione, condotta dal Consiglio Supremo delle Antichità egiziano e dall’Istituto Europeo di Archeologia Sottomarina (IEASM), ha avuto un notevole successo: gli esperti subacquei hanno infatti trovato quello che può essere considerato un vero e proprio tesoro di inestimabile valore.

La nuova scoperta

Heracleion ci rivela nuovi segreti, grazie alla scoperta di un tempio sommerso dedicato al dio Amon: probabilmente il suo crollo, avvenuto durante la metà del II secolo a.C., è dovuto ad un evento catastrofico, proprio come quello che ha poi portato alla distruzione dell’intera città. Al suo interno, gli archeologi hanno trovato l’area in cui venivano conservate le offerte votive. Ne è emerso un tesoro incredibile, costituito da gioielli in oro (tra cui splendidi orecchini con testa di leone), pendenti, contenitori in alabastro per unguenti e cosmetici, piatti in argento usati per le funzioni religiose, un misterioso oggetto in pietra calcarea e una brocca di bronzo.

“È davvero commovente scoprire oggetti così delicati, che sono sopravvissuti intatti nonostante la violenza e la grandezza del cataclisma” – ha dichiarato Frank Goddio, annunciando la scoperta. Poco più ad est del tempio, è stato rinvenuto anche un santuario greco dedicato ad Afrodite, la dea dell’amore. Risalente al V secolo a.C.,custodiva al suo interno dei resti di strutture coeve sostenute da travi in legno, oltre a numerosi oggetti in bronzo e in ceramica (tra cui anche diverse armi) importati dalla Grecia.

“Ciò dimostra che ai greci era permesso commerciare e stabilirsi nella città durante il periodo dei faraoni della dinastia Saïte. Il santuario conteneva anche un deposito di armi greche, il che potrebbe indicare che i mercenari greci erano nella regione per difendere l’accesso al regno, alla foce del ramo più occidentale del Nilo” – ha affermato Goddio, entusiasta per la scoperta. Ora le ricerche continueranno, nella speranza di trovare nuovi manufatti che possano gettare luce su una città – e un periodo storico – così affascinante.

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Egitto poco noto: tante meraviglie da scoprire

C’è un Egitto che non tutti conoscono, lontano dalle principali rotte turistiche ormai famose in tutto il mondo. È un susseguirsi di paesaggi da favola, che sembrano quasi provenire da un altro mondo. Deserti incontaminati, piccole oasi e tanta storia: andiamo alla scoperta dell’altro volto di questo Paese incredibile, ricco di sorprese che non ci aspettavamo.

Alla scoperta dell’Egitto meno conosciuto

L’Egitto è una delle mete più gettonate per chi vuole fare una vacanza relax su spiagge stupende, senza doversi allontanare troppo da casa. Da Marsa Alam a Sharm el-Sheikh, ci sono tantissime località dove divertirsi tra sole, mare e snorkeling in acque cristalline. C’è poi un incredibile patrimonio archeologico tutto da scoprire: le Piramidi di Giza, Luxor e la Valle dei Re, ma anche Il Cairo e i suoi preziosi manufatti custoditi presso il Museo Egizio più grande del mondo.

Potremmo pensare di aver visto ormai tutto di questo Paese incredibile, ma c’è una rotta che invece continua a restare lontana dal turismo, quella forse più autentica e suggestiva. L’itinerario ci porta nella zona occidentale dell’Egitto, dipanandosi dalla capitale sino a scendere verso i confini meridionali: nel suo percorso, attraversa deserti meravigliosi e panorami indimenticabili, regalandoci un tuffo indietro nel tempo di svariati milioni di anni. Ecco le sue tappe più affascinanti.

Tra deserti e oasi meravigliose

Non dista moltissimo da Il Cairo, forse appena 200 km, ma sembra di essere in un altro mondo: Wadi al-Hitan, conosciuta anche con il nome di Valle delle Balene, è un’area desertica caratterizzata da dune sabbiose, punteggiate qua e là da scheletri di antiche creature marine. Qui, infatti, 30-40 milioni di anni fa si estendeva il popoloso mare di Tetide, di cui oggi non restano che imponenti formazioni di calcare e fossili di cetacei, quasi fossimo in un museo a cielo aperto.

Scendendo ancora più a sud, dopo un lungo peregrinare letteralmente in mezzo al nulla, all’improvviso davanti ai nostri occhi si stagliano delle bizzarre colline coniche dal colore molto scuro. Si tratta del Deserto Nero, dove tutto parla di un passato ricco di attività vulcanica: pietre nere e lava indurita hanno dato origine ad un paesaggio lunare che lascia tutti a bocca aperta. Uno dei luoghi assolutamente da scoprire è l’oasi di Bahariya, una vasta depressione circondata nel deserto, dove la natura è lussureggiante.

Qui si apre un panorama da sogno, quello della Crystal Mountain: tra la sabbia dorata, infatti, spicca una serie di formazioni geologiche composte di cristalli di quarzo, che sotto i roventi raggi del sole brillano in maniera straordinaria. Ma proseguiamo nel nostro viaggio verso i confini meridionali dell’Egitto, incontrando un altro spettacolo della natura. Stiamo parlando del Deserto Bianco, caratterizzato da imponenti rocce di gesso candido che sono state scolpite da vento e sabbia, dando vita a forme spesso molto bizzarre.

Infine, non resta che dirigersi verso l’oasi di Kharga, la più meridionale del Paese: un tempo era tra le tappe fondamentali lungo l’itinerario che collegava il Nordafrica con la regione subsahariana, mentre oggi ospita un bel centro abitato e alcuni splendidi monumenti archeologici. È il caso del Tempio di Ibis, dedicato al dio Amon, o della necropoli cristiana di Bagawat, dove si possono ammirare anche pregevoli opere pittoriche.

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Tetouan, la città bianca del Marocco

A una sessantina di chilometri da Tangeri, nel nord del Marocco, abbaglia la candida città di Tetouan, nella fertile Valle del Martil, vivace porto noto per la sua Medina, Patrimonio UNESCO dal 1997, tra le meglio conservate del Paese.

Una località a dir poco splendida, una “colomba bianca” che sa incantare e trasportare in un’atmosfera tutta da vivere e da scoprire, lungo le sue stradine imbiancate a calce tra bancarelle, mercati e colorati portali ad arco.

Seppur ancora meno gettonata di Casablanca o Marrakech, Tetouan offre accattivanti punti di interesse ed è agevolmente visitabile anche con una giornata a disposizione.

Cosa vedere a Tetouan, la bianca città del Marocco

La prima tappa quasi obbligata è, senza dubbio, l’affascinante Medina Patrimonio UNESCO, un candido dedalo di stretti vicoletti dove perdersi senza fretta e ammirare, a ogni passo, un nuovo scorcio.

Si tratta di uno dei migliori esempi di città storiche dell’VIII secolo, delimitata da mura sui tre lati, dotata di sette porte e custode di ben trentasei edifici sacri tra santuari e moschee.

Qui, inoltre, sono vivaci e numerosi i caratteristici mercati (souk) con bancarelle che espongono qualsiasi tipologia di prodotto: dalle pescherie, al pollame, al cibo di strada fino alla pelletteria e alle decorazioni.

Di contro, altrettanto affascinante è il quartiere spagnolo l’Ensanche, così differente dai labirinti della Medina, con le strade disposte a griglia: dopo una passeggiata lungo la via principale Mohamed V, da non perdere sono il Museo Archeologico (che illustra la storia preistorica e pre-islamica del Marocco), il Museo di Arte Contemporanea e la vivace Piazza Mulay Mehdi con bar, rotonda ombreggiata da palme e la caratteristica chiesa gialla di Nuestra Señora de las Victorias.

Nelle vicinanze, ecco poi un’oasi di ombra e relax nel cuore della città, ovvero i Giardini dell’Eixample, con panchine, sentieri curati, alberi, statue, fiori e una ricca vegetazione.

Ma non è tutto.

Tra la Medina e l’Ensanche, da non perdere è Piazza Hassan II, dove spiccano particolari fari Art Noveau, verdi e bianchi, e soprattutto il Palazzo Reale, edificato nel XVII, la storica residenza del sultano, tra gli esempi più pregevoli di architettura moresca del mondo con splendidi giardini, fontane, cortili, e una meravigliosa porta d’ingresso.

Il fascino dei dintorni

Se Tetouan è un gioello del nord Marocco, i suoi dintorni non sono da meno: avrete, così, l’opportunità di conoscere una vasta gamma di città e paesi che completeranno al meglio la vostra esperienza di viaggio.

Da citare, ad esempio, è il piccolo paese costiero di M’diq, a una ventina di minuti d’auto, meta estiva per eccellenza con la lunga spiaggia che fiancheggia il lungomare ricco di bar e ristoranti.

A un’ora e mezza, invece, merita una sosta il suggestivo villaggio blu di Chefchaouen con le stradine dipinte su cui si affacciano deliziosi negozietti. Imperdibile la spettacolare Kasbah, fortezza davvero ben conservata.

Ancora, da ammirare sono Tangeri, sullo stretto di Gibilterra, dal centro storico che si snoda tra stradine bianche e blu, souk, monumenti e le bellissime spiagge, e Ceuta, città autonoma spagnola a una quarantina di chilometri, con notevoli attrazioni quali, ad esempio, Plaza de África, Plaza de Armas delle Mura Reali o Monte Hacho e la Casa de los Dragones sul Paseo de Camoens.

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Questa antica medina è un museo a cielo aperto

Il Marocco, perla del Nordafrica, è una destinazione ricca di mistero e di fascino con una miscela vibrante di culture, paesaggi mozzafiato e città storiche. Questa terra custodisce luoghi preziosi cristallizzati nel tempo, che regalano uno scorcio sulla sua storia antica.

Con i palazzi intricatamente decorati, i villaggi berberi arroccati sulle montagne e i mercati colorati e rumorosi, il Paese conserva un forte legame con le sue radici e le sue tradizioni, un ponte tra l’antico e il nuovo, tra l’Oriente e l’Occidente.

Alcune delle sue meraviglie più notevoli, sono le medine labirintiche, cuore pulsante dell’autentica vita cittadina. Tra queste, Fès el-Bali, riconosciuto come Patrimonio dell’UNESCO, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. L’eco del passato risuona in ogni angolo, permettendo di immergersi totalmente nella cultura marocchina.

Fès-el-Bali, viaggio nel cuore autentico del Marocco

Fes Morocco

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Moschea Al-Qarawiyyin, Fes in Morocco

Fès el-Bali è la parte più antica di Fès, una delle città imperiali del Marocco. Fondata come capitale della dinastia Idriside tra il 789 e l’808 d.C., è uno dei quartieri storici meglio conservati dell’epoca medievale araba.

Circondato da imponenti mura difensive e bastioni, è un vero e proprio labirinto urbano. Composta da circa 9.000 vicoli tortuosi, la città è divisa in ben 300 quartieri distinti, ciascuno con la propria personalità unica.

Il suo fascino risiede nella sua ricca storia che si respira passeggiando per i suoi vivaci souk, nei quali i commercianti locali offrono una vasta scelta di prodotti tradizionali, dal pregiato artigianato in tappeti e ceramiche fino ai gioielli preziosi.

Immerso nel cuore pulsante di Fès el-Bali, ti troverai circondato da una sinfonia di colori e profumi. Ceramiche vivaci colorano ogni angolo, mentre una vasta selezione di spezie, dalle più comuni alle più esotiche, rilasciano nell’aria un bouquet di aromi irresistibili che ti avvolge e ti rapisce.

Uno dei punti d’interesse più rinomati è la Medersa Bou Inania. Costruita tra il 1351 e il 1358, questa antica scuola islamica rappresenta un sorprendente esempio di architettura Marinid. Le sue meravigliose piastrelle e l’atmosfera rilassante che pervadono l’edificio creano una vera e propria oasi di tranquillità.

Anche le costruzioni storiche sono rimaste sorprendentemente simili a com’erano secoli fa. Le madrasas, gli hammam e le moschee si ergono ancora maestosamente nel panorama cittadino. Molti di questi sono stati restaurati con cura e trasformati in incantevoli alberghi o ristoranti, per regalare ai visitatori un’esperienza autentica dell’ospitalità marocchina.

Bab Bou Jeloud, la Porta Azzurra di Fès

Per poter vivere appieno l’esperienza di Fès el-Bali, ti consigliamo di affidarti a una guida esperta o, se preferisci, di partecipare a un’emozionante escursione organizzata. La Medina, infatti, è un vero e proprio labirinto di stradine strette in cui ci si può facilmente perdere.

E quale modo migliore per iniziare il viaggio se non attraverso la sua porta più iconica, Bab Bou Jeloud? Inaugurata nel 1913, la Porta Blu è molto di più di un semplice ingresso alla città. Questo straordinario capolavoro architettonico è un vero simbolo della città, che incanta i visitatori con la sua bellezza senza tempo.

Al primo sguardo, affascina con il suo azzurro intenso che brilla verso la Medina, mentre un verde smeraldo splende sul lato opposto, rispettivamente i colori tradizionali di Fès e dell’Islam. Le intricate piastrelle di ceramica, conosciute come zellige, adornano la porta, creando complesse trame geometriche e arabeschi, un autentico spettacolo per gli occhi. Questa tecnica decorativa rappresenta una peculiarità dell’architettura tipica marocchina e andalusa.

Ma Bab Bou Jeloud non è soltanto bella da vedere. È anche un punto d’osservazione privilegiato. Salendo le scale che conducono alla sommità della porta, potrai ammirare una vista panoramica sulla Medina e sulle colline circostanti. È un luogo perfetto per scattare foto indimenticabili o semplicemente per osservare il paesaggio.

L’atmosfera qui è semplicemente incantevole. Potrai scoprire i numerosi caffè, ristoranti e negozi che offrono una vasta selezione di prodotti locali. Un luogo ideale per prendersi una pausa, assaporare un delizioso tè alla menta o gustare un piatto di couscous, immergendoti completamente nell’atmosfera unica di Fès.

Blue Gate, Fès

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Bab Bou Jeloud, Fès, Marocco
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Melilla, un angolo di Spagna in Marocco

Il Regno del Marocco, affacciato sull’Oceano Atlantico e sul Mar Mediterraneo, è un Paese incantevole che si trova nel Nord Africa. Grazie alla sua posizione geografica privilegiata, che si estende oltre lo Stretto di Gibilterra, è un affascinante mix di influenze e culture diverse.

Ricco di contrasti geografici, con le sue imponenti catene montuose dell’Atlante e del Rif che si estendono attraverso il territorio, regala una serie di paesaggi unici che vanno dalle coste pianeggianti ai deserti rocciosi. Le città, poi, racchiudono una varietà di architetture stravaganti, con stradine labirintiche che invitano all’esplorazione.

Una delle particolarità del Marocco è la presenza di due enclave spagnole sul suo territorio: Ceuta e Melilla. Quest’ultima è senza dubbio una destinazione unica. Camminando per le sue strade, ci si ritrova immersi in un connubio di tradizioni e stili architettonici.

Senza dubbio, una città vibrante e cosmopolita che vale la pena esplorare. Nonostante non goda della stessa fama di altre mete spagnole, questa destinazione possiede un innegabile fascino tutto da scoprire.

Melilla, una città spagnola nel territorio africano

Melilla Marocco

Fonte: Getty Images

Porto di Melilla, Marocco

Melilla è posizionata nel nord-est del Marocco. Situata lungo la costa mediterranea, un po’ a nord di Nador e sul lato orientale delle montagne del Rif, è un luogo suggestivo in cui le culture si intrecciano e si fondono in una mescolanza di tradizioni, lingue e costumi.

Con una popolazione divisa equamente tra cristiani di origine spagnola e musulmani berberi, è un punto d’incontro unico tra Europa e Africa, e custodisce numerose attrazioni storiche, tra cui edifici dall’architettura modernista, antiche fortificazioni e musei, che racchiudono opere d’arte e reperti storici di grande valore.

Per immergersi nella storia di Melilla, niente è più suggestivo di una visita al vero simbolo della città, la Ciudadela, conosciuta anche come “Melilla La Vieja” o “El Pueblo“. Quest’area fortificata racconta le storie di diversi popoli che nel corso dei secoli hanno lasciato il loro segno, contribuendo a formare l’identità unica di quest’affascinante città.

Il suo passato si svela attraverso i pittoreschi quartieri, le torri di vedetta e gli edifici imponenti come il Baluarte de la Concepción e l’Hospital del Rey.

Nella parte nuova di Melilla, invece, uno dei luoghi più suggestivi da visitare è sicuramente la Plaza de España. Questo spazio urbano, con la sua caratteristica forma circolare, si trova strategicamente alle spalle del porto, posizionandosi come cuore pulsante della città. Un vero e proprio fulcro vitale, un punto di incontro per residenti e turisti, dove le principali arterie cittadine convergono, irradiandosi in tutte le direzioni.

La piazza ospita importanti edifici come il Casino Militar, un’imponente struttura progettata da Enrique Nieto, allievo del famoso architetto Antoni Gaudí, che rappresenta brillantemente lo stile modernista catalano, con dettagli architettonici ricchi e intricati.

Poco distante si trova il Palacio de la Asamblea, un edificio storico realizzato sempre da Nieto, che ospita la sede del Municipio di Melilla. Questo capolavoro architettonico, costruito nella prima metà del Novecento, emana un’aura di maestosa regalità. La sua struttura, sviluppata su tre piani, ricorda una corona ducale, che conferisce al palazzo un aspetto davvero unico. All’interno, su richiesta, è possibile visitare alcuni degli spazi più rappresentativi, come il Salon Dorado, che riflette l’eleganza e la raffinatezza dell’epoca, e la Sala de Plenos, dove si riunisce il consiglio comunale.

Melilla: la città che separa l’Africa dall’Europa

Nonostante si trovi geograficamente in Africa, Melilla è una città spagnola e fa parte dell’Unione Europea. Insieme a Ceuta, rappresenta l’unica frontiera terrestre tra Africa ed Europa. Nel corso del XX secolo, questa particolare posizione ha conferito a queste due città un ruolo fondamentale nelle rotte migratorie verso il vecchio Continente.

Per gestire l’ingente flusso di migranti, sono state separate dal territorio marocchino da una doppia rete metallica. Questa barriera, costruita tra il 1997 e il 1998, era inizialmente alta tre metri ma, a causa dell’aumento delle pressioni migratorie, è stata successivamente raddoppiata raggiungendo i sei metri di altezza.

Un simbolo distintivo e controverso della città è la statua di Francisco Franco. Nonostante la legge del 2009, promulgata dall’ex primo ministro Zapatero, che bandisce i monumenti pubblici in onore del dittatore spagnolo, la statua continua a dominare una piazza cittadina, rimanendo l’unica in uno spazio pubblico spagnolo. La sua rimozione era stata programmata da tempo, ma la statua rimane ancora al suo posto, un dettaglio che sottolinea quanto, nonostante la città sia formalmente sotto il controllo del governo di Madrid, sia in realtà completamente autonoma. Questo equilibrio delicato rappresenta un chiaro segno del suo complesso passato storico e politico.

Melilla

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Memoriale ai pescatori dispersi in mare nel centro di Melilla
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Mahé, l’isola delle Seychelles che è un sogno a occhi aperti

Quando si pensa alle Seychelles le prime immagini che vengono in mente sono le spiagge esotiche, il mare cristallino e turchese, paradisi tropicali dove tenere a distanza lo stress e la routine di tutti i giorni.

Sono davvero isole meravigliose, tutte da scoprire e vivere e Mahé, l’isola principale dell’arcipelago, non fa eccezione.

Tuttavia, spesso i turisti la “ignorano” e la vedono soltanto come “punto di arrivo e di partenza” per via dell’aeroporto internazionale. Ma non è assolutamente così.

Mahé, infatti, invita a scoprire scorci di natura incontaminata, spiagge da sogno, distese d’acque, verdeggianti parchi e una capitale vivace e meta di shopping.

Conosciamola meglio grazie alle tappe salienti da mettere in lista.

Cosa non perdere a Mahé

Una visita a Mahé può iniziare da Victoria (o Port Victoria), una delle capitali più piccole del mondo, l’unica città vera e propria delle Seychelles che ha il suo fiore all’occhiello nel colorato mercato, il cuore pulsante tra profumi e prodotti tropicali.
Una passeggiata tra le bancarelle è un ottimo modo per immergersi appieno nella tipicità dell’isola e nello stile di vita degli abitanti: si svolge ogni mattina (tranne la domenica) lungo Street Market, via pedonale del centro.

Altrettanto suggestivo è il Giardino Botanico, realizzato agli inizi del Novecento per la coltivazione di piante esotiche e diventato Monumento Nazionale, oggi aperto al pubblico per ammirare la spettacolare flora endemica tra cui va menzionato il Coco de Mer, frutto Patrimonio UNESCO di una pianta che nasce spontanea soltanto sulle isole di Curieuse e Praslin.

Tappe successive sono la Cathedral of our lady of Immaculate Conception, l’Arul Mihu Navasakthi Vinayagar, piccolo ma favoloso tempio indù dalla torre monumentale (il gopuram) riccamente impreziosita da pregevoli sculture, e il Clock Tower, una curiosa riproduzione del celebre Big Ben.

E siamo appena all’inizio poiché Mahè è anche tantissima natura e offre indimenticabili percorsi per gli appassionati di trekking ed escursioni, in particolare nel cuore del Parco Nazionale del Morne Seychellois, la vetta più alta dell’arcipelago con i suoi 900 metri sul livello del mare.
Lasciata l’auto nei pressi del Mission Lodge (le rovine di una missione del XIX secolo), si possono imboccare i numerosi sentieri che conducono a punti panoramici e belvedere che tolgono il fiato: sono 12 i percorsi da trekking di varia complessità e lunghezza.

Ancora, da non perdere la Tea Factory, la fabbrica del tè edificata nel 1962, di Port Launay: i tour guidati consentono di apprezzare tutte le fasi di lavorazione del té come si svolgevano un tempo.

Le spiagge dove sognare a occhi aperti

Mahé è anche mare e spiagge da sogno: sono ben 65 lungo le sue coste!

La più rinomata e suggestiva è sicuramente Anse Intendance, di sabbia bianchissima e delimitata da rocce di granito, selvaggia e perfetta per i surfisti (in particolare da maggio a settembre).

Tra le più fotografate, anch’essa selvaggia, va citata Anse Bazarca, dove le onde sono alte e il mare profondo, nell’abbraccio della rigogliosa vegetazione tropicale, mentre tra le più apprezzate dai locali troviamo Anse Baleine, con acque poco profonde e onde basse.

Spettacolari sono poi Anse Boileau, lunga spiaggia di fine sabbia attrezzata con tutti i servizi e ideale per lo snorkeling, Anse aux Pins, non lontano dall’aeroporto, con servizi, ristoranti e negozi, Anse Bougainville, dalla preziosa barriera corallina, Anse a La Mouche, ottima per famiglie, e Anse aux Poules Bleues, dorata e poco frequentata.