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Abruzzo, la regione “poco nota” d’Italia amata dagli americani

Gli americani amano le meraviglie e il modo di vivere del nostro Paese. Per questo motivo, non è difficile trovare sulle riviste e i quotidiani statunitensi degli elogi ad angoli incanti di questa bella terra. La rivista Travel + Leisure, per esempio, ha da poco scritto un lungo articolo che omaggia una nostra splendida regione, da loro definita “poco nota”: l‘Abruzzo.

Splendide città medievali, vigneti ondulati e una scena gastronomica divina

“L’Abruzzo è pieno di splendide città medievali, vigneti ondulati e una scena gastronomica divina”, inizia così il pezzo di Travel + Leisure dedicato a questa affascinante regione italiana. Per poi continuare sottolinenando che questa è anche una terra ricca di “distese di sabbia sulla costa adriatica e vette alpine incastonate tra tre parchi nazionali protetti. Ospita il 75% di tutte le specie animali, flora e fauna europee. In effetti, è così rigogliosa che viene spesso chiamata il polmone verde d’Europa”.

Sì, l’Abruzzo è tutto questo e molto altro, perché davvero qui c’è di tutto: è una regione quasi totalmente unica nel suo genere. Le attività consigliate sull’articolo scritto dalla redazione statunitense sono una più bella dell’altra, e tutte da provare almeno una volta nella vita.

Si parla di Castel del Monte, per esempio, magnifico borgo della provincia dell’Aquila che prende vita all’interno di un vero e proprio capolavoro della natura: il Parco Nazionale del Gran Sasso, ricco di biodiversità e accessibile per bambini, anziani e visitatori con limitazioni motorie.

Castel del Monte, Abruzzo

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Veduta di Castel del Monte

Dirigersi verso Castel del Monte è come fare un viaggio nel passato, poiché permette di contemplare le bellezze dell’arte e della natura allo stato puro. Parliamo di un luogo, infatti, che si  distingue per essere uno dei borghi più suggestivi e caratteristici della regione, anche grazie al suo alto patrimonio storico di grande valore culturale.

Il Parco Nazionale del Gran Sasso, dal canto suo, è contrassegnato come area protetta sin dal 1995 e presenta aree dedicate alla mountain bike e all’equitazione. L’articolo continua poi raccontando un altro vero e proprio capolavoro della zona: l’altopiano di Campo Imperatore, anche chiamato il “Piccolo Tibet” d’Abruzzo per le “sue vedute himalayane”, si può leggere nel pezzo.

Campo Imperatore ospita uno dei comprensori sciistici più moderni e attrezzati di questa zona d’Italia, ma anche un patrimonio naturale che attira visitatori e turisti in ogni periodo dell’anno: in estate è la meta perfetta per tutti coloro che desiderano fuggire dal caldo cittadino per organizzare escursioni in mezzo alla vegetazione più radiosa.

Alcune righe sono rivolte anche alla Via Verde, una magnifica ciclovia (attualmente in fase di completamento) che percorre uno dei tratti di costa più suggestivi dell’Adriatico: è immersa nella natura della Costa dei Trabocchi. Ed è proprio lungo questo magnifico litorale che si sviluppa la Riserva Naturale di Punta Aderci, posto dall’immensa bellezza e biodiversità e costellata da spiagge accoglienti e ancora selvatiche, poiché totalmente tutelate dell’opera dell’uomo.

Riserva Naturale di Punta Aderci

Fonte: iStock

La straordinaria Riserva Naturale di Punta Aderci

Cosa mangiare e bere in Abruzzo

Una terra spettacolare, l’Abruzzo, e in cui poter mangiare e bere anche cose buonissime e preparate secondo ricette tradizionali imperdibili. Per questo motivo, l’articolo sottolinea che la “posizione pastorale e costiera dell’Abruzzo rende possibile una cucina diversificata a base di frutti di mare, legumi e carni che vanno dal montone al maiale, come gli spiedini di montone leggermente salati chiamati arrosticini”.

L’autore dell’articolo invita anche i suoi lettori a fare un salto presso le varie sagre regionali, in modo da poter provare diverse delizie tra cui la ventricina, i carciofi e il pane appena sfornato. Poi ancora gli spaghetti alla chitarra fatti a mano da più di 200 anni, spesso serviti con pomodoro a base di polpette, e il brodetto alla pescarese, uno stufato di pomodori cotti lentamente, di peperoni, aglio e piccoli pesci che vanno dalle triglie alle ali di razza. Infine gli eccezionali dolci regionali, come i confetti e lo straordinario torrone al cioccolato dell’Aquila, chiamato torrone Nurzia.

Oltre a mangiare, però, in Abruzzo si beve anche molto bene, a tal punto che l’autore specifica che “nessuno che si è tirato indietro davanti a una o due degustazioni di vino”. La regione, infatti, con la sua vicinanza al mare e agli Appennini gode di un clima mediterraneo ideale per la coltivazione delle uve, tanto che qui ci sono circa 250 aziende vinicole che producono più o meno 1,2 milioni di bottiglie all’anno.

Arrosticini abruzzese

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Degli ottimi arrosticini

A Chieti, nota come “la Terrazza d’Abruzzo” e una delle città più antiche di Italia, si produce la maggior parte dei vini abruzzesi, inclusa l’ambita etichetta DOC che rileva il più alto livello di garanzia della qualità. Tra i vini da non perdere si segnalano il Montepulciano d’Abruzzo, il Trebbiano d’Abruzzo, il Pecorino e il Cerasuolo, un ottimo rosato abruzzese.

Insomma, l’Abruzzo è per gli americani una regione “poco nota” d’Italia, ma senza ombra di dubbio una terra che vale la pena esplorare perché nel suo territorio sono contenute alcune bellezze (e bontà) che il mondo intero ci invidia.

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Transiberiana d’Italia: un viaggio meraviglioso per scoprire una terra unica

Avete mai viaggiato sulla Transiberiana d’Italia? Si tratta di un treno panoramico che offre un lungo itinerario in giornata attraverso gli Appennini dell’Abruzzo e del Molise, in una terra aspra e selvaggia che regala visioni mozzafiato. Sembra davvero di essere catapultati ai confini del mondo conosciuto, in lande ancora inesplorate: ecco quali sono le occasioni imperdibili per affrontare questa incredibile esperienza.

Cos’è la Transiberiana d’Italia

La necessità di collegare i territori da una parte all’altra dell’Appennino Centrale si fece sentire verso la fine dell’800, quando venne progettata una nuova ferrovia per unire il Tirreno all’Adriatico. Fu così che, nel 897, venne inaugurata la Transiberiana d’Italia, conosciuta anche come Ferrovia dei Parchi – perché attraversa il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e quello della Majella. Purtroppo, durante la Seconda Guerra Mondiale la tratta venne pesantemente danneggiata dai bombardamenti e rimase inagibile per oltre 15 anni.

Dovemmo attendere il 1960 per il pieno ripristino dell’itinerario, quando la linea cominciò ad essere usata anche per il trasporto commerciale. Tuttavia, nel corso degli anni la sua importanza venne via via meno, fin quando – tra il 2010 e il 2011 – i viaggi vennero sospesi completamente. Per fortuna, nel 2017 vennero istituite le Ferrovie Storiche d’Italia, nell’ambito di un progetto volto a valorizzare, a livello turistico, le tratte più panoramiche del nostro Paese. E la Transiberiana d’Italia ne è senza dubbio parte, finalmente tornata attiva per condurre i suoi passeggeri alla scoperta di paesaggi da favola.

Ma qual è l’origine del suo nome così particolare? Dobbiamo tornare indietro nel tempo, fino al 1980: in quell’anno, il giornalista Luciano Zeppegno descrisse sulla rivista Gente Viaggi il lungo itinerario in treno, suddiviso in 10 tappe, attraverso l’Appennino italiano. L’incredibile bellezza degli altipiani abruzzesi innevati suscitò in lui il ricordo dei suggestivi panorami della steppa siberiana in inverno, tanto da far nascere il soprannome Transiberiana d’Italia. E ancora oggi rimane vivo in tutti coloro che affrontano questa avventura meravigliosa.

Il percorso panoramico

L’itinerario della Transiberiana d’Italia è lungo appena 128 km, ma è uno dei più suggestivi del nostro Paese. Come abbiamo visto, attraversa due parchi nazionali nel cuore dell’Abruzzo e conduce sino in Molise, affrontando gli impervi panorami degli Appennini. È oggi diventata una vera e propria attrazione turistica, soprattutto nei tratti di montagna in cui tocca una pendenza del 28%, offrendo una vista mozzafiato sul mondo circostante. Lungo il tragitto, il treno attraversa ponti e viadotti, oltre a ben 58 gallerie.

Il viaggio ha inizio a Sulmona e si conclude a Isernia, affrontando un itinerario che può variare durante il corso dell’anno, a seconda delle condizioni climatiche. Tra le più belle località toccate dal treno storico ci sono sicuramente Campo di Giove, Palena, Rivisondoli, Pescocostanzo, Castel di Sangro e Roccaraso: sono tutti piccoli borghi di montagna, presso i quali sorgono rinomate stazioni sciistiche che consentono agli amanti degli sport sulla neve di vivere l’inverno senza dover andare troppo lontano da casa.

Le date per la primavera-estate 2024

La primavera è la stagione perfetta per vivere la magia della Transiberiana d’Italia: le prossime date sono previste per domenica 19 maggio, sabato 25 maggio, sabato 1° giugno, domenica 2 giugno e domenica 23 giugno. Ma ci sono molte partenze anche in estate, per chi preferisce viaggiare durante la stagione calda: domenica 21 luglio, domenica 28 luglio, domenica 4 agosto, sabato 10 agosto, domenica 11 agosto, sabato 17 agosto, domenica 18 agosto, sabato 24 agosto, domenica 25 agosto, sabato 31 agosto, domenica 1° settembre, domenica 8 settembre, domenica 15 settembre e domenica 19 settembre potrete salire a bordo del treno storico e scoprire panorami da sogno.

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Cosa sono i trabocchi, le palafitte senza tempo sul Mare Adriatico

Sono il segno del passato, di tradizioni e di cultura: stiamo parlando dei trabocchi tipiche palafitte costruite dai pescatori che punteggiano la costa dell’Abruzzo, ma non solo.

A guardarli sembrano come guardiani silenziosi, che si protendono verso il mare restando ancorati alle rocce della terraferma: sono macchine da pesca realizzate in legno, che si collegano alla costa tramite dei ponticelli e dotate di una rete che serve a intercettare i pesci.

Si trovano affacciati sul Mar Adriatico, alcuni a Pescara, numerosi nella Costa dei Trabocchi, ma poi anche fuori regione in Puglia. Oggi molte di queste strutture si sono trasformate e ospitano locali molto suggestivi, ma una cosa è certa: non hanno perso il loro fascino, lo stesso che li ha resi irresistibili ai nostri occhi e a quelli di artisti come D’Annunzio.

Cosa sono i trabocchi

Se si parla della storia dei trabocchi, trabocco al singolare, allora bisogna fare un deciso passo indietro nel tempo. Pare infatti che possano essere stati inventati dai Fenici. Ma una cosa è certa, i primi documenti a riguardo in Abruzzo risalgono a tempi più recenti: ovvero al XVIII secolo.

Pensati per permettere ai pescatori di non utilizzare le barche e uscire in mare, grazie ai loro appositi bracci in legno permettevano di gettare la rete al largo, dove poteva incontrare branchi di pesci. Pare, però, che inizialmente la loro realizzazione in Abruzzo sia dovuta a delle opere di dissodamento e che al termine dei lavori sia stata cambiata la loro destinazione d’uso.

Lo stesso è accaduto oggi: se si programma una vacanza in Abruzzo vale la pena mangiare sugli antichi trabocchi trasformati in ristoranti. Luoghi davvero suggestivi per un’esperienza indimenticabile e cattura una delle anime di questi luoghi.

Costa dei Trabocchi in Abruzzo, immergersi nella bellezza

Sono diversi, punteggiano quel tratto di terra che incontra il mare come antichi osservatori e oggi sono diventati luoghi unici da raggiungere se si programma una vacanza lungo la Costa dei Trabocchi.

Si estende lungo circa 40 chilometri, nella provincia di Chieti, tocca diverse località ed è un itinerario fatto di bellezza. C’è quella che regala il paesaggio con le spiagge che mutano sotto lo sguardo: da quelle sabbiose, a quelle in ciottoli. E poi le falesie. In un continuo mutamento di paesaggio che lascia senza fiato.

E poi ci sono i luoghi storici, quelli in cui riecheggia il passato. Ad Ortona, ad esempio, ci sono il Castello Aragonese e la Torre Mucchia, oppure Vasto con le sue tante bellezze e, ancora, a San Vito Chietino l’Eremo Dannunziano dove ha vissuto il poeta Gabriele D’Annunzio. Tra le altre località da visitare vi è anche Rocca San Giovanni che fa parte dei Borghi più belli d’Italia, dove dedicarsi alle immersioni, alla sua costa bellissima, ma anche a passeggiate.

I trabocchi oggi

Tra le strutture più celebri vi è Trabocco Turchino a San Vito Chietino di cui parla lo stesso Gabriele D’annunzio in Trionfo della Morte definendolo: “La grande macchina pescatoria simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano”.

Tantissimi quelli dove si può mangiare per vivere un’esperienza davvero indimenticabile che coinvolge tutti i sensi. I particolare la vista, che si perde lungo l’orizzonte del mare, l’udito, che può ascoltare la musica che regala lo sciabordio dell’acqua, e il gusto, apprezzando i piatti tipici della zona.

Trabocchi a Pescara

Nonostante sia leggermente fuori dalla zona dove queste strutture sono molto numerose, anche a Pescara vi sono i trabocchi. Nello specifico nella zona de molo nord. Vale la pena visitarli, fanno parte della storia e della cultura di questi luoghi e regalano scatti da cartolina. Luoghi senza tempo, che raccontano di un passato operoso, fatto di intuizioni, reti gettate nel mare, di pesca e di vita dura e semplice.

 

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Clipper Hotel & Residence: ideale per una piacevole fuga in Abruzzo

Il Clipper Hotel & Residence è l’ideale per risvegliare i sensi. La sua posizione permette di godere del meraviglioso panorama offerto dalle colline verdeggianti e del Gran Sasso, fino al blu del mare, già premiato con la bandiera blu d’Europa grazie alla buona salute di cui gode la sua acqua. Il Clipper Hotel & Residence è il luogo perfetto per una vacanza in Abruzzo all’insegna del relax ma anche della cultura.

Un accogliente hotel a conduzione familiare

La sua posizione strategica permette infatti di raggiungere sia la spiaggia bagnata dal Mar Adriatico in pochi passi, sia di effettuare suggestivi tour in bicicletta alla scoperta delle bellezze artistiche di Giulianova e anche immersioni totali nella natura. Immancabili le visite al Parco Nazionale d’Abruzzo con itinerari a piedi, in bici o a cavallo, al Parco Nazionale della Majella o al Parco Nazionale del Gran Sasso. Non mancano neppure le riserve marine come Torre del Cerrano col suo Museo del Mare. Per chi preferisce i piccoli borghi medievali invece ce n’è per tutti i gusti: da Atri a Campi, da Castelli a Civitella del Tronto.

Clipper Hotel & Residence
Clipper Hotel & Residence

Contraddistinto da un’atmosfera cortese, informale e allo stesso tempo elegante, dove spicca una minuziosa attenzione ai dettagli. Clipper Hotel & Residence, tre stelle lusso, dispone di spiaggia privata, beach club, animazione e ristorante, parcheggio coperto e reception 24h. E con i suoi servizi, dal b&b, alla mezza pensione all’all-inclusive, è pronto a rispondere alle esigenze di tutti clienti. Cosa aspetti? Visita il sito hotelclipper.com e scopri tutto sulle offerte per la stagione 2024.

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Clipper Hotel & Residence

Grazie ai 35 km di pista ciclabile che collegano tutta la Costa Giardino da Roseto degli Abruzzi a Martinsicuro, è possibile andare alla scoperta della buona cucina e del buon vino nelle affascinanti aziende agricole e cantine vinicole dove è possibile assaggiare i migliori prodotti locali a km 0, degustare le ricette tipiche della cucina abruzzese con piatti semplici ma gustosi a base di carne, formaggi e verdure autoctone.

Bellezze da scoprire

Tutte bellezze che si possono scoprire anche tramite itinerari personalizzati, realizzati a misura dallo staff del Clipper Hotel & Residence.

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Clipper Hotel & Residence

Se stai pensando di organizzare la tua prossima vacanza al mare, la spiaggia privata dell’Hotel Clipper saprà come conquistarti. Situata a soli 50 metri dalla struttura ricettiva, è fatta di sabbia fine che degrada dolcemente nel mare Adriatico e conta anche un Beach Club dove è possibile usufruire di bar, ristorante, attrezzature sportive e tanto altro.

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Caramanico Terme, in Abruzzo, dove la natura incontra il benessere

Se siete alla ricerca di un luogo in cui godere di un po’ di meritato relax, tra passeggiate all’aria aperta e salutari immersioni in acque sulfuree, il borgo medievale di Caramanico Terme, in Abruzzo, è la meta che risponde ai vostri desideri, poiché unisce alla perfezione la vocazione termale a scenari naturali dalla bellezza intatta. Questa piccola e suggestiva cittadina di poco meno di duemila abitanti, a circa 50 km da Pescara, è situata all’interno del Parco Nazionale della Maiella ed è, senza alcun dubbio, uno dei posti più affascinanti della regione.

Caramanico Terme, dalle origini a oggi

Secondo la tradizione, Caramanico Terme è stata fondata nel 601 dal duca longobardo Teodolapio. Nel 1059 è, invece, documentata per la prima volta la chiesa di Santa Maria Maggiore, da sempre il principale edificio religioso del borgo abruzzese. Nel Chronicon Casauriense, risalente al XII secolo, si citano già le “acque putride”, ovvero le acque termali.

Il nucleo urbano venne costruito seguendo le esigenze urbanistiche dell’epoca medievale, con un castello posto sulla sommità del colle, oggi ridotto a rudere, e il centro abitato protetto da mura, torri e portoni di accesso. Per la sua posizione strategica, il borgo finì per costituire una importante via d’accesso a Napoli, per chi proveniva dalla via Tiburtina-Valeria-Claudia.

Le acque terapeutiche nella zona sono state analizzate solo nell’Ottocento, benché già dal 1.500 i primi viaggiatori cominciarono ad evidenziare nei loro diari gli effetti curativi della solfatara presente in Villa Santa Croce. Si dovrà però aspettare il 1901 per il primo stabilimento termale, e il 1960 per vedere la cittadina assumere il nome di Caramanico Terme e modificarsi con la costruzione di nuovi quartieri residenziali e alberghi tra il centro storico e la frazione di Santa Croce, oggi perfettamente integrata con il resto del paese.

Cosa vedere nel borgo di Caramanico Terme

Tra gli edifici più antichi di Caramanico Terme c’è l’Abbazia di Santa Maria Maggiore, situata al centro del paese. Il complesso, probabilmente costruito attorno all’XI secolo, colpisce per gli esterni in stile gotico con uno splendido portale ad arco acuto. raffigurante l’Incoronazione della Vergine. L’interno a tre navate mostra le varie trasformazioni artistiche apportate in seguito ai terremoti, tra cui quello della Maiella del 1706, che hanno eliminato quasi del tutto l’originale impianto romanico a favore di un rifacimento barocco. Vi si può ammirare anche un particolare Crocifisso ligneo quattrocentesco: se osservato da sinistra verso destra, mostra il volto di Cristo prima sofferente, poi agonizzante e, infine, morto.

Il cuore del paese è il quartiere di San Maurizio, con le edicolette votive disseminate per le strade. La zona di Piazza Garibaldi si svela nella sua bellezza ottocentesca, come suggeriscono lo stile architettonico dei palazzi e la fontana a mascheroni.

Nella parte alta della cittadina abruzzese, in via Verdi, ci si imbatte in due palazzi settecenteschi, impreziositi da stemmi araldici, costruiti dopo il terremoto del 1706, quando l’antico borgo medievale fu sostituito da costruzioni più solide e importanti, come i palazzi D’Aquino e Salerni.

Da Via Duca degli Abruzzi si accede, invece, alla parte bassa del borgo, considerata la più autentica, poiché non interessata dagli interventi di demolizione ottocenteschi. Il suo cuore antico custodisce la Chiesa di San Nicola di Bari, dalla sobria facciata neoclassica che incornicia il portale barocco del 1592.

Bisogna invece allontanarsi di 5 km dal centro per ammirare la Chiesa di San Tommaso di Paterno, nota anche come Chiesa di San Tommaso Becket, in stile romanico, risalente agli inizi del XII secolo, situata nella contrada omonima sul confine con il comune di Salle. L’edificio attuale sorge su una pieve già citata nel IX secolo, ed era circondato da altri edifici monastici ora in rovina. Al suo interno ospita la “colonna santa”, un’esile monolito con un originale capitello corinzio, oggetto di venerazione da parte dei fedeli. La tradizione, infatti, vuole che fosse stata portata nella navata da un angelo e che vanti potenti poteri taumaturgici. Nella cripta, invece, un pozzo di acqua sorgiva rimanda ad antichi culti precristiani e alle virtù prodigiose delle acque della Maiella.

Se desiderate ammirare uno dei panorami più belli offerti dal borgo inserito nel Club “I Borghi più belli d’Italia”, avventuratevi per il breve sentiero che parte dalla chiesa della Madonna del Castello, che conduce alla cima di Colle Civita. Qui, a 1100 m,  un suggestivo punto panoramico sovrasta la cittadina e la Valle dell’Orta con vista sul Morrone. Sulla cima del colle si trovano anche i resti di un piccolo villaggio di capanne a cupola realizzate in pietra a secco, utilizzate dai contadini  caramanichesi come dimore estive.

Benessere a Caramanico: le terme

La fama di Caramanico Terme è legata a tre acque altamente terapeutiche che, grazie alla loro particolare composizione, lo hanno fatto diventare uno dei centri termali più importanti di tutta Italia.

  • La salute: acqua minerale solforosa dalle proprietà antinfiammatorie ed eutrofiche, con effetti benefici su apparato respiratorio, osteoarticolare, digerente, sull’orecchio medio e sulla pelle.
  • Gisella: acqua termale minerale sulfurea ad alto contenuto di idrogeno solfotato; antinfiammatoria e protettiva per apparato respiratorio, osteoarticolare, digerente, per l’orecchio medio e la pelle.
  • Pisciarello: acqua oligominerale dalle proprietà benefiche e diuretiche: favorisce la diuresi e l’eliminazione di liquidi e scorie dall’organismo come azoto ureico, acido urico e acido ossalico.

La presenza delle sorgenti sulfuree e oligominerali, così come un clima particolarmente salubre dovuto alla vicinanza con il mare e all’altitudine che permette un’ottima ossigenazione, hanno fatto di questo borgo un un importante punto di riferimento, non solo in Abruzzo ma per tutto il Centro Italia, per coloro che vogliono sfruttare le proprietà curative delle terme, oppure solamente rilassarsi un po’ in un contesto paesaggistico unico.

Escursioni e avventure nella Riserva dell’Orfento

Montagne maestose, panorami spettacolari, piante secolari e avventure straordinarie. Chi ama la natura trova in Caramanico Terme il suo luogo del cuore. Basti pensare che si trova all’imbocco del canyon dell’Orfento e della valle del fiume Orta. Dal borgo si può raggiungere la splendida Riserva Naturale dell’Orfento, uno dei luoghi più incontaminati degli Appennini, costellato di faggete in cui vivono il lupo, l’orso marsicano, il cervo, il camoscio e il capriolo, e nei cui cieli si può assistere al volo maestoso di un’aquila reale che volteggia sopra agli orridi scavati dal fiume, in un’atmosfera di quiete assoluta, dove l’unico rumore è quello dello scorrere delle acque.

La natura incontaminata e rigogliosa ha da sempre protetto e reso difficilmente accessibili alcuni punti del bosco della Maiella. Non è un caso che eremiti e monaci abbiano fondato qui chiese ed eremi incastonati nella roccia. Tra questi, l’eremo di San Giovanni, nascosto nella faggeta e difficilmente accessibile, che sorge a 1.220 metri di altezza in un punto decisamente scenografico della Valle dell’Orfento.

La valle è un incantevole luogo di biodiversità tutto da scoprire, con percorsi di diversi livelli adatti ad adulti e bambini, dagli escursionisti principianti ai più esperti. Da Caramanico Terme partono diversi sentieri alla scoperta di questo paradiso naturale. Uno di questi è il Sentiero delle Scalelle, un emozionante percorso lungofiume fino quasi allo sfociare dell’Orfento nell’Orta. Altamente suggestivi sono anche l’Anello del Ponte del Vallone e l’Anello del Ponte della Pietra e Valle di Sant’Onofrio, che attraversa un bosco di conifere.

Parco Avventura e relax nel verde

Ai margini del centro abitato di Caramanico Terme c’è un’altra attrazione imperdibile: il Parco Avventura, situato nei pressi dell’area verde “Il Pisciarello” che dà il nome all’omonima fonte termale. Un luogo di divertimento a misura di famiglia, con percorsi adrenalinici. Il tutto in totale sicurezza, grazie alla supervisione attenta dello staff che accompagna adulti e bambini lungo i diversi percorsi a disposizione.

Si spazia da teleferiche zipline a cammini sospesi tra gli alberi, da passerelle e ponti tibetani e tirolesi alla piccola parete d’arrampicata adatta a tutti. Tra le attrazioni da non perdere, il Tubby, la discesa con le ciambelle che fa rivivere le stesse emozioni di una discesa sulla neve. Per un po’ di relax, l’accesso all’area verde del parco idropinico Il Pisciarello è libero e gratuito. Qui si può trascorrere un’intera giornata insieme alla famiglia e agli amici, ma è bene ricordarsi di prenotare i tavoli con panche che si trovano in mezzo al bosco per poterli utilizzare per piacevoli picnic.

Da Caramanico Terme alla scoperta del Maiella Geopark

A partire dal 22 aprile 2021, il bellissimo territorio del Parco Nazionale della Maiella, in cui è inserito il borgo di Caramnico Terme, è diventato Geoparco Mondiale dell’UNESCO con il nome di Maiella Geopark. Un riconoscimento reso possibile dall’elevata geodiversità del territorio che si concretizza nella presenza di ben 95 geositi, 22 dei quali di valore internazionale.

Il geoparco si estende per un’area di 740 kmq, con un’altitudine dai 132 ai 2800 metri e 60 cime nel Massiccio della Maiella, metà delle quali supera i 2000 metri. Qui si può ammirare un panorama di rara bellezza, contraddistinto da un’incredibile eterogeneità morfologica con gole, fiumi, laghi perenni e rilievi, a cui si aggiunge la varietà di microclimi, ecosistemi e nicchie ecologiche, che conferiscono al Maiella Geopark un’elevata biodiversità. Chi sceglie di visitare Caramanico Terme non dovrebbe perdersi per nulla al mondo questo luogo dall’inestimabile valore paesaggistico, naturalistico ed educativo.

Tra i geositi, la Valle dell’Orta, un’ampia area che separa il Morrone dalla Maiella, stupisce per per le sue particolari stratificazioni e per l’idrogeologia che ha portato alla formazioni di torrioni di roccia nella Piana del Luco o di canyon carsici chiamati Marmitte dei Giganti. Le tante grotte presenti nei costoni rocciosi inoltre fin dalla Preistoria sono state frequentate dalle popolazioni umane che vi hanno lasciato segni del loro passaggio come resti di sepolture, ceramiche e pitture rupestri. Bellissima la Grotta del Cavallone, la più importante, caratterizzata dalla presenza di stalattiti e stalagmiti, ma sono degne di nota anche la Grotta Nera e la Grotta Scura, meta di molti speleologi.

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Le location in Abruzzo del film “Un mondo a parte”

Un mondo a parte” è il nuovo film di Riccardo Milan con protagonisti Antonio Albanese e Virginia Raffaele. Si tratta di un lungometraggio che punta a farci ridere, e allo stesso tempo anche farci riflettere sull’importanza dell’impegno sociale. Le location in cui è stato girato sono tutte magnifiche, luoghi d’Italia, per la precisione d’Abruzzo, che nella loro autenticità sono in grado di lasciare senza fiato.

“Un mondo a parte”, la trama

Il film “Un mondo a parte” racconta di Michele Cortese (Antonio Albanese), un maestro delle elementari che sembrerebbe ritrovarsi di fronte una svolta della propria vita: dopo 40 anni di insegnamento nel caos di Roma, riesce a farsi assegnare una cattedra presso l’Istituto Cesidio Gentile, detto Jurico, che si trova immerso nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Si tratta di una scuola composta da un’unica pluriclasse, con bambini dai 7 ai 10 anni, dove grazie all’aiuto della vicepreside Agnese (Virginia Raffaele) e degli alunni, riesce a superare il suo modo di fare metropolitano e diventare, quindi, uno di loro. Ma come in tutte le migliori storie c’è sempre un però: quando le cose sembrano andare veramente per il meglio, arriva la notizia peggiore, ovvero che la scuola sarà costretta a chiudere alla fine dell’anno scolastico, a causa della mancanza di iscrizioni. Inizia così una corsa contro il tempo, con lo scopo di evitarne la chiusura.

Dove è stato girato

Sono tante e tutte in Abruzzo le location dove è stato girato “Un mondo a parte”. C’è il borgo di Opi, per esempio, che nel 2009 è stato eletto uno dei “Borghi più Belli d’Italia” e nel 2016 Bandiera Arancione . Si tratta di un comune della provincia dell’Aquila che si trova appollaiato sulla cima di un promontorio roccioso, dominando l’incantevole vallata sottostante.

Dal fascino caratteristico dei paesi di montagna abruzzesi, vanta una struttura urbana che, se vista dall’alto, d’inverno pare una nave incastonata in una distesa di ghiaccio, mentre d’estate sembra un’isola che si fa spazio in una rigogliosa vegetazione.

Nella pellicola è possibile intravedere anche Pescasseroli, sempre in provincia dell’Aquila, che è considerato il centro principale del Parco Nazionale d’Abruzzo. Vanta un ricchissimo patrimonio storico, culturale e naturale, tanto da essere la meta ideale per fare diverse attività all’aria aperta.

Un’altra location scelta per girare “Un mondo a parte” è Villetta Barrea, che sorge nel cuore verde delle montagne della provincia dell’Aquila, e che si distingue da tante altre località non solo per la sua bellezza, ma anche perché è attraversata dal fiume Sangro che si addentra in una gola dai ripidi fianchi boscosi, fino a sfociare nel suggestivo Lago di Barrea, altro set del film.

Il Lago di Barrea è come un sogno che si avvera: qui è possibile trascorrere giornate in mezzo alla natura incontaminata, e d’estate c’è anche una piccola spiaggia per prendere il sole, noleggiare pedalò e fare un tuffo in acque fresche. Per i più sportivi esistono persino diversi percorsi da scoprire, sia pedonali che ciclabili.

Voliamo poi a Sperone, una frazione del comune di Gioia dei Marsi, nella provincia dell’Aquila, il cui centro storico fu quasi completamente distrutto dal sisma, per poi essere ricostruito delocalizzando le abitazioni poco più a valle.

Nel film compare anche Civitella Alfedena, che è un vero e proprio gioiello architettonico arroccato a 1123 metri d’altitudine nel cuore dei Monti Marsicani. Dalla storia antichissima, sfoggia un centro storico meraviglioso e ricco di edifici di pregio.

Gioia dei Marsi è invece considerata la porta d’ingresso del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed è pieno di siti d’interesse archeologico e chiese che vann ad arricchire questo spettacolare territorio.

Infine, compare anche la bellissima città dell’Aquila, dove le riprese si sono svolte sopratutto tra corso Vittorio Emanuele, piazza Duomo, all’interno di Palazzo Betti e presso gli uffici che ospitano il Comune.

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La casa medievale più piccola del mondo si trova in Italia: è un gioiello

Un vero e proprio gioiello, uno scrigno che racchiude tesori del passato e in uno spazio davvero ridotto: in Abruzzo si trova una casa medievale che potrebbe essere considerata la più piccola del mondo. La sua dimensione è di otto metri quadrati e la bella notizia è che presto sarà accessibile al pubblico.

Da 140 anni è disabitata, gli ultimi a viverci sono stati Rachele Mariani e Pierfelice Capestrani, una coppia di contadini. A guardare le immagini si riesce a percepire il fascino di un’altra epoca, lontana e fatta di cose semplici: di muri in pietra, un fuoco su cui cucinare, pochi oggetti in legno e attrezzi.

Si respirano un passato lontano e laborioso e tradizioni antiche. La piccola abitazione si trova nel borgo di Goriano Valli, in Abruzzo in provincia dell’Aquila.

Tutto sulla più piccola casa medievale

Ci sono luoghi magici, perché appena si supera la loro soglia e ci si immerge tra le loro mura, hanno la capacità di catapultare le persone nel passato, in un’epoca lontana. È quello che accade a osservare le immagini di quella che può essere definita la più piccola casa medievale del mondo, che si trova nel borgo di Goriano Valli, in Abruzzo.

Uno scrigno che accoglie tra muri di pietra, un giaciglio in legno con sopra un materasso in paglia, un piccolo camino e poi un tavolo e pochi altri oggetti: due sedie, una cassapanca e una conca. Lì ci hanno vissuto per ultimi Rachele Mariani e Pierfelice Capestrani, ma da 140 anni questa piccola casa è disabitata e chiusa. Al suo interno non vi sono servizi igienici e nemmeno la corrente elettrica, testimonianza della vita rurale del passato e di una semplicità che ormai è molto lontana da noi. Ed è bellissimo ammirarla perché ci mostra come l’essenziale possa davvero stare in pochissimi metri quadrati, otto per l’esattezza.

Presto i visitatori potranno varcare la sua soglia e immergersi in un ambiente autentico che è sopravvissuto al tempo per essere restituito a noi in tutta la sua straordinaria semplicità.

I suoi ultimi abitanti erano contadini, ma non  solo: infatti si occupavano anche dei bimbi orfani del vicino convento Osservati di San Giorgio

Quando si potrà visitare la piccola casa medievale

Bisogna attendere il mese di giugno per poter varcare le porte della piccola casa medievale. Più precisamente l’inaugurazione del  MuDi, ovvero il Museo Diffuso del parco Sirente-Velino, che è stato pensato dai fratelli Di Giulio.

A raccontare qualcosa di più è stato Fausto di Giulio, che ha spiegato a Il Pescara: Il nostro obiettivo – si legge – è ispirare altri a fare meglio, di più e diversamente invitando chi possiede strutture storiche nella valle dell’Aterno e nel parco Sirente-Velino come stalle, cantine o pagliai, a recuperarle e proteggerle per tramandarle alle generazioni future, offrendo l’opportunità di inserirle gratuitamente nel percorso museale per partecipare attivamente alla conservazione della memoria locale”.

Taglio del nastro, quindi, a giugno con l’apertura della piccola casa medievale e di quella accanto datata 1494. All’interno del MuDi ci sarà anche il Me-To-Me, il Ceo Museum for the Future.

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Abruzzo, mangiare in un trabucco cullati dalle onde

Tra le innumerevoli bellezze naturalistiche e paesaggistiche, l’Abruzzo vanta anche la Costa dei Trabocchi, un magico tratto di litorale che si snoda lungo la Strada Statale 16 Adriatica, in provincia di Chieti, che da Francavilla al Mare arriva a San Salvo passando per Ortona, Fossacesia, San Vito Chietino e Vasto.

Un luogo romantico e unico, costellato da spiagge tra le più affascinanti della costa adriatica e dalle iconiche strutture in legno che le danno il nome, i trabocchi (o trabucchi) appunto, simili ad antiche palafitte a pelo d’acqua, utilizzate in passato dai pescatori.

Oggetto di restauro, oggi per la maggior parte sono riconvertiti in ristoranti e offrono, così, l’occasione unica di gustare prelibati piatti, cullati dal suono delle onde e con lo sguardo perso nel blu.

I Trabocchi: di cosa di tratta

Sono simboli della costa chietina, antichi strumenti per la pesca che narrano la storia e la tradizione del popolo abruzzese, edificati lungo le spiagge e ancorati agli scogli e alle rocce, industriose costruzioni in legno impiegate per pescare senza dover uscire con la barca (e che, per alcuni pescatori, diventavano la casa in cui abitare).

Tra i mezzi da pesca più antichi del mondo, si pensa risalgano addirittura ai Fenici. In ogni caso, le prime testimonianze della presenza dei trabocchi sul litorale d’Abruzzo sono del XV secolo, all’interno di un’opera religiosa sulla vita di Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V.

Parlando della struttura vera e propria, si compongono di una piattaforma in legno che si protende sul mare, con un paio (o più) di lunghi bracci definiti “antenne”, ai quali si lega il “trabocchetto”, una rete a maglie strette.
Un complesso sistema di argani consentiva poi di immergere la rete in acqua e sollevarla con il pescato.

Il loro nome potrebbe derivare dal latino “trabs” ovvero “legno, trave” in riferimento alle travi in legno di pino d’Aleppo usate per costruirli, un materiale molto resistente e presente in grande quantità nel territorio.

Uno dei simboli indiscussi dell’Abruzzo, vennero cantati da D’Annunzio, originario di Pescara, nell’opera “Il Trionfo della Morte “come macchine che parevano vivere di vita propria”.

Le meraviglie della Costa dei Trabocchi

punta aderci vasto

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Punta Aderci, Vasto, Abruzzo

Diamo ora un’occhiata al favoloso litorale che ospita i trabocchi, partendo da Ortona, con invidiabili spiagge di morbida sabbia dorata e raccolte baie selvagge lambite da un mare limpido e cristallino.
Da segnalare, senza alcun dubbio, Punta dell’Acquabella, “un nome una garanzia”, Punta Ferruccio, spiaggia di ciottoli, Lido dei Saraceni e Lido Riccio.

Proseguiamo fino a incontrare San Vito Chietino, di origine medievale, tuttora custode di un centro storico disegnato da scorci unici sulla costa, chiesette antiche e le tracce delle mura difensive.
Qui emozionano il Promontorio del Turchino, dalle onde color turchese, spiagge di fine sabbia alternate a baie di roccia e ciottoli, e l’Eremo delle Portelle, o Eremo Dannunziano, dove il Vate trascorse un periodo della sua vita.

Rocca San Giovanni, tra i Borghi Più Belli d’Italia, vanta litorali eccezionali che si fregiano della Bandiera Blu, Fossacesia, dall’antico centro storico, ha il suo fiore all’occhiello nel litorale incastonato nella tranquilla baia “Golfo di Venere”, Torino di Sangro ospita la Riserva Naturale Regionale Lecceta, di 180 ettari, e stupendi arenili in località “Costa Verde” e “Le Morge”.

Infine, dall’abitato di Casalbordino si giunge a Punta Aderci, nel territorio comunale di Vasto, magnifico promontorio custode della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci con alcune delle spiagge più apprezzate d’Italia.

Invece Vasto, è suddivisa in Vasto Vecchia, su di una collina a 144 metri di altezza, e in Vasto Marina, gettonata località balneare adatta a tutti per trascorrere rigeneranti giornate in spiaggia.

Dove mangiare in Abruzzo al suono delle onde

Tavolo allestito sul trabocco in Abruzzo

Fonte: iStock

Tavolo allestito sul trabocco in Abruzzo

Come accennato, moltissimi trabocchi oggi sono ristoranti di pregio, in cui assaporare una cucina tradizionale ma moderna a base di ingredienti freschi nella meravigliosa cornice del Mare Adriatico.

A Fossacesia, ad esempio, la sensazione di mangiare “in mezzo al mare” la dona il Trabocco Pesce Palombo, citato già negli anni Venti e ricostruito, secondo i canoni originali, a seguito della mareggiata che lo distrusse nel 1979.
Gestito dalla famiglia Verì, propone una cucina che unisce la tradizione della cucina marinara e di terra all’innovazione e utilizza le materie prime che il mare e il mercato offrono sulla base della stagionalità.
Il menu fisso comprende aperitivo, antipasto, primo e secondo a scelta, frutta fresca e dolci tipici.

Appartiene alla famiglia Verì anche il Trabocco Punta Cavalluccio, sulla costa di Rocca San Giovanni in località Cavalluccio, dove i piatti vengono preparati con pescato locale sulla base di antiche ricette della cucina marinara.
Il menu, a prezzo fisso, si arricchisce con un’ampia carta dei vini (oltre 60 etichette) e una location che non lascia indifferenti.

A Rocca San Giovanni in Contrada Vallevò troviamo il Trabocco Sasso della Cajana, a conduzione familiare, per gustare piatti genuini e freschi preparati con il pescato dell’Adriatico e dei pescatori della zona.
La vista è superba e il menu fisso con antipasti freddi e caldi, un primo, frittura di pesce, dolci e caffè.

Ancora a Rocca San Giovanni, il Trabocco Punta Isolata, dal panorama mozzafiato, propone un’esperienza culinaria di grande qualità con menu fisso a base di pesce abbinato ai migliori vini della Costa Teatina.
Abbondanti antipasti freddi e caldi, primo, due portate di secondo e contorni, per gustose ricette della tradizione.

A San Vito Chietino, in Via Cristoforo Colombo, si trova il Trabocco Punta Fornace cui si accede direttamente dalla spiaggia.
Romantico, con il suono del mare in sottofondo, offre una vasta gamma di antipasti, sia caldi che freddi, e un ricco menu che cambia in base al pescato e include una decina di antipasti, un primo, un secondo con contorno, frutta, dolce e caffè.

A Marina di San Vito, ecco il Trabocco San Giacomo, “sospeso tra cielo e mare”, inaugurato il 2 agosto 2015.
Il menu, che può variare a seconda del pescato del giorno, prevede antipasti freddi e caldi, primo del giorno, secondo, dolce della casa.

Infine, incastonato nel “Golfo di Venere”, a nord di Fossacesia, il Trabocco Punta Punciosa ospita il ristorante “Le 17 lune”, gestito da Monica e Loris.
I piatti rappresentano la tipica cucina abruzzese della costa adriatica, con ottimo pesce fresco dell’Adriatico.

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Lago Sinizzo, tra i più belli in Abruzzo

Di un verde scintillante e dalla forma circolare perfetta – tanto da sembrare dipinto da Giotto – è il Lago Sinizzo. Si tratta di un grazioso bacino d’acqua dolce che sorge tra le montagne del territorio di San Demetrio ne’ Vestini, in provincia dell’Aquila. Un luogo ubicato poco fuori l’abitato del paese e che si distingue per essere uno dei posti più belli di tutto l’Abruzzo, oltre ad essere considerato la “spiaggia degli aquilani”.

Cosa aspettarsi

Questo suggestivo lago abruzzese si fa amare ancora di più dai suoi visitatori per via dell’ambiente in cui si trova: presenta rive erbose, boschi e salici che si plasmano perfettamente alle cime circostanti.

Di origine carsica, ha un diametro di circa 120 metri e una profondità massima di più o meno 10, ed è una vera e propria manna dal cielo durante la bella stagione: è perfettamente balneabile.

Un posto affascinante e da raggiungere quando si desidera trascorrere una giornata a stretto contatto con la natura, e non a caso sono presenti anche numerose tavolate per fare dei pic-nic. D’inverno, invece, il lago si rifà completamente il look indossando un vestito bianco neve.

Il lago offre anche possibilità di pesca di trote, lucci, carpe e cavedani ed è intriso di leggende che narrano che nei suoi fondali giacciano le rovine di una vecchia cittadella.

Cosa vedere nei dintorni del Lago Sinizzo

Se si visita il limpidissimo Lago Sinizzo vale la pena fare un salto a San Demetrio ne’ Vestini, un borgo molto delicato e che purtroppo fu persino colpito dal devastante terremoto dell’Aquila del 2009.

Situato ad una altitudine di 662 metri sul livello del mare, offre diversi monumenti di rilievo come la seicentesca chiesa di San Demetrio, che ancora oggi sfoggia un’antica torre che nei fatti è un campanile, il Palazzo Cappelli, il Palazzo Ducale e la ottocentesca chiesa di S. Maria dei Raccomandati, al cui interno sono custodite delle tele di Teofilo Patini.

Le altre meraviglie da visitare nei dintorni del lago sono invece le Grotte di Stiffe. Parliamo di un incredibile complesso di caverne carsiche che costituiscono un sito naturalistico eccezionale. La loro caratteristica più sorprendente è che sorgono nel punto in cui il fiume emerge in superficie, dopo aver percorso un tratto sotterraneo.

Dei prodotti della natura davvero speciali e che non a caso vengono spesso annoverati tra i fenomeni naturali più belli e spettacolari di tutto il nostro Paese. All’interno di esse scorre un fiume sotterraneo, la cui portata d’acqua varia a seconda della stagione, donandogli un fascino particolarmente misterioso grazie anche alla miriade di stalattiti e stalagmiti che le impreziosiscono.

Poi i suggestivi laghetti, il rumore fragoroso delle cascate che raggiungono anche diverse decine di metri di altezza e persino una distesa d’acqua di colore nero.

Un ambiente inusuale, quindi, fatto di fresche temperature, emozionanti giochi di luce, gocce che cadono e che fanno rivivere il fenomeno dello stillicidio che ha, a sua volta, dato vita alle insolite stalattiti e stalagmiti.

Insomma, il territorio di San Demetrio ne’ Vestini nasconde delle piccole perle di immenso valore, una zona da visitare e di cui innamorarsi profondamente.

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Città Sant’Angelo, incantevole borgo d’Abruzzo

In Abruzzo, e più precisamente su una collina a 317 metri sul livello del mare che svetta nella provincia di Pescara, sorge un borgo che è un vero scrigno di tesori e che colpisce i visitatori per la sua vivacità, le tradizioni, i prodotti tipici e per il paesaggio che pare uscito da una cartolina. Il posto in questione si chiama Città Sant’Angelo, una località che fa parte dei Borghi più Belli d’Italia e che è anche città del vino e dell’olio, città slow e città verde.

Città Sant’Angelo, cosa aspettarsi

Visitando Città Sant’Angelo avrete l’opportunità di immergervi nell’arte, nella storia e nella natura più vera, un angolo incantato d’Abruzzo in cui fare una sorta di viaggio indietro nel tempo.

Al contempo, potrete prendere parte alle sue sentite tradizioni, gustare i prodotti tipici e godere di un clima e di un panorama davvero invidiabili: il borgo è situato a soli 18 chilometri dalla città di Pescara, a 30 minuti dalla montagna, mentre il mare è proprio lì, ad accarezzare il suo territorio.

Cosa vedere

Il centro storico di Città Sant’Angelo è una piccola bomboniera ed è pregno di siti di interesse che inevitabilmente conquistano il cuore dei suoi visitatori. Uno degli edifici più interessanti è la chiesa di San Michele Arcangelo che è persino uno dei più importanti monumenti dell’architettura abruzzese. Si trova nella zona iniziale dell’antico abitato ed è costituita da due navate, che a loro volta sono completate da un pregevole porticato quattrocentesco.

Molto raffinata è anche la chiesa di San Francesco che tra le sue mura conserva un pavimento a mosaico e una tela raffigurante la “Madonna del Rosario e San Domenico”, opera del pittore angolano Paolo De Cecco. Poi ancora la chiesa di Sant’Agostino che è stata edificata nel punto più alto della collina tabulare in cui sorge Città Sant’Angelo.

Bellissima è anche la chiesa di San Bernardo che è parte di un vasto complesso architettonico e che presenta una facciata dalla configurazione insolita ed originale nel panorama architettonico della regione. Assolutamente affascinante è la strada del ghetto che si sviluppa nel più antico nucleo abitativo di Città Sant’Angelo: il Casale.

Non sono di certo meno suggestivi gli ingressi alla cinta muraria del borgo. Le porte arrivate ai giorni nostre sono tutte in laterizio e quattro in totale: Porta Casale e Porta Licinia (o Borea) risalenti alla cinta muraria più antica, del XIV secolo, Porta Sant’Egidio e Porta Sant’Antonio (o Nuova) costruite tra il 1700 e il 1800.

Infine la torre dell’orologio che svetta nei cieli nel cuore del borgo di Città Sant’Angelo e che anticamente era una torre d’avvistamento e la sede del deposito delle armi della “Civitas”.

Città Sant’Angelo borgo di cultura: i musei più belli

Città Sant’Angelo è anche un borgo di cultura grazie agli interessanti musei che si possono visitare. Ne è un esempio il Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea “ex manifattura tabacchi” che spesso offre mostre personali e collettive, monotematiche o a tema libero, incontri con gli artisti, visite guidate, specifici corsi di formazione professionale nel campo delle arti applicate e molto altro ancora.

Altrettanto interessante è il Museo Civico “Luigi Chiavetta” che sorge in quella che un tempo era una chiesa. Al suo interno sono custoditi numerosi reperti archeologici ritrovati nel territorio angolano ed una importante raccolta di chinocchje, delle piccole statue che il popolo ha custodito nel corso dei secoli.

La spiaggia

Città Sant’Angelo offre anche un bellissimo litorale lungo 800 metri e caratterizzato da una sabbia dalle sfumature dorate che sono bagnate da un mare dalle mille tonalità di azzurro.

Con fondale digradante velocemente verso il largo, sorge tra il fiume Saline e il torrente Piomba regalando anche un territorio di particolare interesse faunistico, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli.