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Il gigante in stile Liberty “addormentato” nel cuore verde di Varese

A poca distanza da Varese, città di cui si innamorò persino il celebre scrittore Stendhal, sorge un vero e proprio gigante addormentato, un illustre esempio di Liberty italiano ma che da lungo tempo è stato abbandonato. Per fortuna, da alcuni anni a questa parte il FAI (Fondo ambiente italiano) ha intrapreso una collaborazione con la proprietà della struttura al fine di organizzare una serie di visite guidate straordinarie per ammirane lo splendore. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese

Sul Monte Tre Croci svetta il Grand Hotel Campo dei Fiori, un irresistibile complesso architettonico che si rivela uno degli edifici più spettacolari e scenografici della provincia di Varese. Fu progettato nel 1908 dall’architetto Giuseppe Sommaruga e, dal 1912, da queste parti passarono numerose personalità illustri.

In sostanza, era un vero e proprio albergo di lusso che si poteva raggiungere tramite una funicolare panoramica. Una struttura immensa – oggi purtroppo chiusa – decorata e arricchita dallo stile Liberty tipico della Belle Époque. Vi basti pensare che si trova su quattro livelli in cui prendevano vita appartamenti e camere riccamente decorate. Poi ancora un livello sotterraneo, con affascinanti cucine secondarie e cupi magazzini, che poggia sopra la più grande grotta minerale presente nel territorio: Grotta Marelli.

Perché il Grand Hotel Campo dei Fiori è stato abbandonato

A seguito della sua apertura, per circa mezzo secolo il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese fu meta di un grande flusso di turismo d’élite. Tuttavia, oltre alle due Guerre Mondiali, nel 1947 un incendio devastò l’ultimo piano, mentre nel 1958 la funicolare venne chiusa. Fu così che ebbe inizio il suo declino a partire dalla calo dei turisti che volevano soggiornarvi. Per poi arrivare al 1968, anno in cui albergo e ristorante abbassarono la saracinesca per sempre.

Nei vent’anni successivi l’albergo, complice il totale disinteresse dei proprietari e la negligenza dei custodi, fu via via spogliato di molti pezzi d’arredo d’epoca togliendo a questa meraviglia italiana molte delle sue ricchezze.

Il gigante addormentato oggi

Il Grand Hotel Campo dei Fiori vero è un vero e proprio gigante (di meraviglie e storie fascinose) che giace – quasi dimenticato – sulle cime di questa incantevole città italiana. La buona notizia, però, è che negli ultimi anni sembra voler rinascere dalle sue stesse ceneri: proprio qui fu girata una parte del film “Suspiria” diretto da Guadagnino nel 2016.

Un avvenimento che fece riscoprire il grande gigante sulla montagna. Non è un caso che, negli anni successivi, l’associazione del FAI abbia voluto dare una possibilità ai cittadini di poter entrare dentro la struttura. Grazie a questo, alcuni fortunati hanno potuto ammirare con i loro stessi occhi come l’hotel, un tempo splendente e ricchissimo, si sia trasformato in un luogo degradato e che necessita di essere salvato. Oggi il Gran Hotel Campo dei Fiori è ancora un edificio semi abbandonato, anche se al suo interno è presente un custode.

Il consiglio, quindi, è controllare sempre se siano programmate prossime aperture e prenotare una visita. E il motivo è molto semplice: una volta varcata la soglia si viene catapultati indietro di cento anni e in un’atmosfera che è davvero unica al mondo.

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Il magico mistero del deserto: quando le dune cantano

Cè qualcosa di straordinariamente magico e apparentemente inspiegabile che succede quando la natura viene lasciata libera di agire, di plasmare i paesaggi e di regalarci spettacoli di immensa bellezza.

Visioni eteree che incantano e stupiscono, che sono un invito a viaggiare dall’altra parte del mondo per scoprire tutte le meraviglie che gli appartengono. Non solo paesaggi di sconfinata beltà, ma vere e proprie esperienze mistiche che coinvolgono e stravolgono tutti i sensi.

Come quella toccante melodia che si libra lieve nell’aria e arriva dritta al cuore di tutti gli avventurieri che osano attraversare le infinite distese di sabbia che brillano al sole e che sono incorniciate da colline dorate. È la musica del deserto, quella che prende vita quando le dune cantano.

Il canto nel deserto

Succede all’improvviso che, durante l’esplorazione di alcuni deserti nel mondo, le dune inizino a cantare. Lo fanno in maniera armonica, leggiadra ed emozionale, emettendo suoni diversi che si espandono nell’aria passo dopo passo.

Un mistero sonoro, questo, che nei secoli ha conquistato e affascinato viaggiatori provenienti da tutto il mondo, gli stessi che si sono lasciati suggestionare immaginando storie, leggende e magia, proprio lì, tra le sconfinate distese desertiche.

Marco Polo, nel suo Il Milione, aveva raccontato di aver udito una musica proveniente proprio dalle dune, con tanto di canti e accompagnamenti strumentali. Anche Charles Darwin aveva toccato con mano questa magia, raccontando dell’esistenza di una collina di sabbia in Cile che sembrava prendere vita proprio attraverso il suo canto.

Ci ha pensato poi la scienza a indagare sul campo, a cercare le motivazioni che andassero oltre le leggende e le storie che nascevano tra le singing dunes. Numerose ricerche, tra cui anche quella condotta dagli esperti del Centro Nazionale per le Ricerche Scientifiche di Parigi, le dune iniziano a cantare quando i granelli di sabbia si spostano e scivolano verso il basso, sia perché mosse dal vento, sia perché calpestate dalle persone che esplorano il deserto. Succede così che, quel movimento, emette dei suoni che variano in base alle dimensioni dei granelli di sabbia e al deserto stesso.

Quando ci si trova davanti a una duna composta da granelli di sabbia di dimensioni differenti, il suono riprodotto è molto più ampio e rumoroso. Nonostante ormai sia chiaro a tutti da cosa è generata la melodia nel deserto, resta ancora sconosciuto come il movimento della sabbia riesca a mettere suoni che imitano quelli delle note musicali.

I luoghi dove le dune cantano

Se siete affascinati dal canto del deserto, e volete immergervi tra i suoni delle singing dunes, allora dovete sapere che non tutti i deserti cantano. Ma ce ne sono alcuni che lo fanno, regalando show di incredibile bellezza a tutti i viaggiatori che li raggiungono.

Nel deserto del Qatar raggiungibile dalla capitale Doha, per esempio, è possibile ascoltare un’incredibile melodia che si libra nell’aria e che incanta. Anche in questo caso, a mettere in scena lo spettacolo sonoro sono le dune.

Un’altra destinazione da raggiungere, per ascoltare questo show firmato da Madre Natura, è il deserto del Gobi. Qui è possibile raggiungere Khongoryn Els, una distesa di dune nel sud della Mongolia, conosciuta anche con il nome Duut Mankhan, che letteralmente vuol dire “Le dune che cantano”. Nelle giornate particolarmente ventilate, i granelli di sabbia si spostano da una parte all’alta: è allora che si diffonde nell’aria un canto meraviglioso.

Anche in n Kazakistan, è passibile lasciarsi cullare dalla dolce melodia del deserto. Nel Parco Nazionale Altyn-Emel, infatti, si trova una duna che si snoda per circa 150 metri. Il suo nome Akkum-Kalkan ed è la duna che canta.

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Topolò, il borgo di confine su un ripido pendio

Qui è dove l’asfalto finisce, nell’estrema parte orientale della provincia di Udine, a pochi passi dal confine con la Slovenia: disperso tra i boschi delle valli del Natisone, arroccato su un pendio a 580 metri di altitudine tra i monti Colovrat e San Martino, ecco Topolò, frazione del comune di Grimacco.

Una ventina di abitanti dei 400 che furono (ma ne stanno arrivando di nuovi, chi per l’estate chi per viverci tutto l’anno), nessun bar o negozio: il ritmo della vita scorre lento, sospeso nel tempo, in un silenzioso e verde paesaggio plasmato, nel corso dei secoli, dai torrenti Patok, Za Traunim e Za Velin Čelan.

Il nome del borgo deriva dallo sloveno “topol”, ovvero pioppo, a indicare un territorio ricco di questi alberi.

Topolò

Fonte: iStock

Veduta di Topolò

I punti di interesse del borgo di confine

Sono un centinaio le case, molte delle quali vuote, e l’abitazione più tipica di Topolò è la “casa izba“, di origine medievale, caratterizzata dall’architettura spontanea della Slavia veneta: a pianta rettangolare, con scale esterne e ballatoi, si eleva su tre livelli e presenta due stanze per piano.
Il pianoterra ospitava la cucina, chiamata in passato “stanza del fumo” poiché priva di camino, e un tinello (“izba”) riscaldato dalla stufa- forno, la cosiddetta “pec”.
Salendo la scala esterna, si raggiungono le camere del primo piano e il ballatoio dove, anticamente, venivano essiccati il mais e i funghi per il consumo familiare.

Di recente, grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, molte case sono state restaurate e oggi si propongono come “albergo diffuso“, soprattutto per una comunità internazionale, giovane, nomade e creativa che aiuta il borgo a rivivere nonostante il massiccio spopolamento iniziato a fine Ottocento e proseguito dopo la metà del XX secolo.

Passeggiando tra le strette stradine pedonali lastricate, in una dimensione “altra” lontana dalla frenesia e dai rumori della vita di città, lo sguardo si posa poi sulle “kozolec“, costruzioni in pietra e legno adibite a ricovero per gli attrezzi agricoli e utilizzate per fare seccare il fieno e i prodotti dei campi.

Ma non solo: di sicuro interesse è la Chiesa di San Michele, costruita direttamente dagli abitanti nel 1847 con materiale estratto dalle cave locali: sulla facciata spicca il mosaico raffigurante San Cristoforo mentre l’interno ospita tre altari, il maggiore intitolato a San Michele e i due laterali alla Santa Vergine e a San Giuseppe.
Da vedere anche gli affreschi a opera del pittore friulano Antonio Gentilini e la pala in terracotta dedicata alla Natività, realizzata nel 2006 dallo scultore Isidoro Dal Col.

Topolò fontana

Fonte: iStock

Fontana a Topolò

Un tuffo nella natura tra percorsi e sentieri

Trovarsi da queste parti significa anche immergersi in un contesto paesaggistico tutto da esplorare grazie a sentieri e percorsi ideali per gli amanti del trekking, delle escursioni e delle piacevoli passeggiate: un sentiero conduce, ad esempio, al vicino paese sloveno di Luico (Livek) costeggiando dodici installazioni artistiche a opera di artisti di differenti nazionalità.

Più impegnativo, ma davvero suggestivo, è l’itinerario lungo il torrente Codariana, dalle acque limpidissime: durante la passeggiata, si arriva al cospetto della forra del Velik Suopota, con le ripidissime pareti scavate dalla forza dell’acqua nel corso dei millenni e due favolose cascate.
La minore, “Mali Suopota”, si ammira al termine del canalone.
Lungo la riva sinistra del ruscello, più a monte, si ergono tuttora le rovine di una casa padronale e dell’antico mulino annesso, complesso che rimase attivo fino al 1956.

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In questa antica oasi nel deserto esiste un lago a forma di mezza Luna

Esistono luoghi nel mondo che sono così straordinariamente belli da non sembrare reali. Visioni magiche e suggestive che si palesano all’improvviso quasi come se fossero un miraggio, e invece sono vere e per questo ancora più incredibili.

Molti di questi scenari, che sono gli stessi che invitano ad attraversare il mondo intero, portano la firma indelebile di Madre Natura. È proprio lei che, con sapiente abilità, crea quelli che sono i paesaggi più straordinari del pianeta. Molto più di attrazioni turistiche, questi luoghi si trasformano in vere e proprie esperienze immersive e sensoriali che lasciano senza fiato.

Ed è quello che succede a tutti i viaggiatori che osano spingersi fino al Crescent Moon Lake. Un lago naturale a forma di mezza Luna situato nel cuore di un’oasi nel deserto che è un vero e proprio sogno a occhi aperti.

Il lago nell’oasi di Yueyaquan

È un viaggio unico, quello di oggi, che ci porta alla scoperta di una delle meraviglie naturali più incredibili del nostro pianeta. Una visione suggestiva, magica e romantica che è destinata a lasciare senza fiato e a incorniciare i ricordi indelebili del viaggio di una vita.

Ci troviamo nel deserto del Gobi, una vasta regione dell’Asia orientale che si snoda tra la Mongolia e la Cina, e più precisamente nella parte cinese, nella provincia del Gansu, un tempo meta di passaggio dell’antica Via della Seta.

È qui che sorge un’oasi immersa nel deserto e incorniciata da alte dune sabbiose che sembrano colline dorate. Si tratta del Crescent Lake, una sorgente naturale di acqua dolce che alimenta la natura circostante che a sua volta crea un piccolo paradiso naturalistico che sopravvivere da oltre 2000 anni in una zona desertica.

La visione di questa oasi è straordinaria, non solo perché il verde della natura rigogliosa fa da contrasto all’oro del deserto che brilla tutto intorno, ma anche e soprattutto perché a campeggiare al centro del paesaggio c’è un lago che ha la forma di una mezza Luna. Ed è spettacolare.

Il lago nel deserto a forma di mezza Luna

Fonte: Getty Images

Il lago nel deserto a forma di mezza Luna

Crescent Lake: il lago che è uno spicchio di Luna

Chiunque osi spingersi fino al deserto del Gobi sarà ripagato dalla visione di un miraggio. In questa vasta area il cui nome tradotto vuol dire “luogo senza acqua”, il Crescent Moon Lake è un vero e proprio miracolo della natura. Non solo perché nutre l’oasi, ma anche perché crea uno degli scenari naturali più straordinari dell’intero pianeta.

Il nome originale del lago, che assume la caratteristica forma di uno spicchio di luna, è Yueyaquan, anche se è stato ribattezzato dai viaggiatori di tutto il mondo come Crescent Moon Lake, proprio in onore delle sembianze che lo accomunano alla Luna crescente.

Bellissimo di giorno, magico di notte, il lago è sospeso in un’atmosfera da favola, accentuata ancora di più dai giochi di luce creati rispettivamente dal Sole e dalla Luna. A completare quella che è un’immagine idilliaca ci pensa un’alta pagoda in legno che sovrasta l’oasi e che restituisce uno scenario da cartolina.

Sono tanti gli avventurieri che giungono fin qui per immergersi in questo gioiello della natura. Attraversano il deserto e le grandi montagne di sabbia per ammirare quello che è, con tutta probabilità, uno degli spettacoli più belli messi in scena da Madre Natura.

Il consiglio è quello di restare qui anche di notte. Quando il sole lascia spazio al crepuscolo, infatti, il lago a forma di Luna viene illuminato tutto intorno da una serie di luci artificiali, mentre la bianca e candida Luna si riflette dentro le sue acque. Èd è allora che comincia la magia.

Crescent Moon Lake

Fonte: Getty Images

La notte al Crescent Moon Lake
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Intorno a questo castello cresce una siepe gigantesca: è spettacolare

Se siete appassionati di storie di principesse, regnanti, cavalieri e battaglie, allora probabilmente in cima alle vostre travel wish list ci sono tutti quei luoghi dove campeggiano a vista grandi e maestosi castelli.

Ce ne sono tantissimi in tutto il mondo. Alcuni sono iconici, perché conservano storie leggendarie che ancora oggi ci appassionano, altri sono sensazionali perché assomigliano per forme e lineamenti ai castelli che hanno fatto da sfondo alle favole più belle. Ce ne sono altri ancora, invece, che catturano la nostra attenzione per i misteri, le curiosità o altri fatti bizzarri che li riguardano.

E a proposito di cose strane, sapevate che nel Regno Unito esiste un castello bellissimo che è circondato da una delle siepi più alte e spettacolari del mondo? Scopriamolo insieme.

Il Castello Rosso nel Regno Unito

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nel Regno Unito, proprio nella terra dei castelli. Ce ne sono così tanti, che si snodano su tutto il territorio, che fare un elenco preciso sembra quasi una missione impossibile.

Alcuni sono così celebri, e già scelti come meta di viaggio, che non hanno bisogno di presentazioni. Ma ce ne sono altri che sono meno popolari, ma non per questo meno straordinari.

Il castello che vogliamo raggiungere oggi, insieme a voi, si trova nei dintorni di Welshpool, una cittadina gallese nella contea di Powys. Le origini dell’edificio risalgono al XII secolo quando i principi della contea vollero erigere questa fortezza. L’aspetto che vediamo oggi, però, è frutto di diverse ristrutturazioni effettuate nelle epoche dei Tudor e degli Stuart.

Nato come residenza fortificata dei principi di Powys, il castello oggi rappresenta uno dei migliori esemplari meglio conservati di fortezza del Galles, motivo per il quale è entrato a far parte del National Trust.

Se siete appassionati di castelli e di fortezze, non potete non inserire una visita a questo edificio in occasione di un viaggio in Galles. Il castello di Powis, conosciuto anche come Castello Rosso, è situato su uno sperone roccioso ed è contraddistinto dal colore rosa ed è immerso in una campagna lussureggiante e rigogliosa. Ad attirare l’attenzione dei visitatori, però, è soprattutto il suo giardino. Un’area meravigliosa che ospita giardini pensili, terrazzamenti all’italiana e siepi grandiose, di diverse forme e grandezze.

Un’area meravigliosa che ospita giardini pensili, terrazzamenti all’italiana e siepi grandiose, di diverse forme e grandezze.

Ed è proprio una di queste siepi ad aver attirato la nostra attenzione. Una grande muraglia naturale e verticale che si inerpica sul muro che circonda il castello per 14 metri.

I giardinieri del National Trust a lavoro sulla siepe che circonda castello di Powis

Fonte: IPA

I giardinieri del National Trust a lavoro sulla siepe che circonda il castello di Powis

Una montagna vegetale intorno al castello

È maestosa e imponente, sicuramente unica al mondo, stiamo parlando della straordinaria siepe che circonda una parte del Castello di Powis e che svetta verso il cielo per 14 metri di altezza.

Le sue dimensioni sono così ampie che, a prima vista, sembra quasi di trovarsi di fronte a una montagna verdeggiante situata a ridosso dell’edificio.

Le origini di questa siepe topiaria, costituita da diversi esemplari tra cui tasso e larice, sono antichissime e affondano le loro radici nel XVIII secolo, quando gli arbusti furono piantanti. Con gli anni, la forma insolita di questa barriera naturale, e la sua secolare storia, l’hanno trasformata in una vera e propria attrazione turistica, forse la più suggestiva dell’intero giardino.

Così ogni anno durante la stagione autunnale una squadra di giardinieri esperti nel National Trust, lavora per potare questa siepe spiccando il volo grazie a un braccio meccanico che li porta fino in cima. Per completare il lavoro ci vogliono circa 10 settimane. Il risultato però è sempre straordinario!

La potatura della siepe del castello di Powis

Fonte: IPA

La potatura della siepe del castello di Powis
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Puoi nuotare in un’isola tropicale a pochi chilometri da Berlino

Organizzare un viaggio a Berlino è sempre un’ottima idea. La capitale della Germania, infatti, è ricca di luoghi che evocano storie che riguardano l’umanità intera, e che tutti dovremmo visitare, come il Memoriale dell’Olocausto e ciò che resta del muro di Berlino.

Ma è anche la città animata da una fervente scena artistica incorniciata da moderne architetture, gallerie d’arte e locali alla moda. Insomma, di cose da fare e da vedere ce ne sono tantissime, e tutte sono destinate a stupire.

Chi ha già visto Berlino, infatti, sa bene che la città non smette mai di sorprendere, così come non lo fanno i suoi dintorni. Basta spostarsi di pochi chilometri, infatti, per essere catapultati in un universo incredibile e inaspettato: un’isola tropicale dalle dimensioni gigantesche che è un sogno a occhi aperti.

Un’isola tropicale alle porte di Berlino

Basta una gita fuori porta, con partenza da Berlino, per ritrovarsi catapultati in un luogo che per forme e lineamenti sembra proprio la destinazione del viaggio di una vita: un’isola tropicale.

Ci sono le foreste pluviali, le lagune e le cascate, non mancano neanche le capanne immerse tra migliaia di piante di altrettanti esemplari di flora autoctona. E no, se ve lo state chiedendo non si tratta di un sogno, anche se a questo assomiglia, ma di uno dei parchi acquatici più incredibili del mondo.

Si tratta di Tropical Island che, come il nome stesso suggerisce, è un parco a tema tropicale situato proprio a pochi chilometri da Berlino. Una ricostruzione fedele di un paradiso terrestre che, fin dalla sua inaugurazione, ha attirato viaggiatori di tutte le età provenienti da ogni parte del mondo.

Molto più di un parco acquatico però, quello che vi aspetta in questo luogo è una vera e propria esperienza immersiva in un sogno tropicale.

Tropical Island

Fonte: Getty Images

Tropical Island

Benvenuti a Tropical Islands

Situato all’interno di ex hangar per dirigibili, a circa 60 chilometri da Berlino, Tropical Island è uno dei parchi acquatici al coperto più grandi del mondo. Basta dare un’occhiata alle sue dimensioni per capire di cosa stiamo parlando.

Il parco si snoda su una superficie di oltre 700000 metri quadrati, in una struttura che si estende in altezza per oltre 100 metri. Il suo interno assomiglia in tutto e per tutto a una grande isola tropicale all’interno del quale perdersi e immergersi.

L’esperienza è adatta sia a chi viaggia in coppia che in famiglia. Mentre i più piccoli possono divertirsi tra le numerose attrazioni acquatiche, tra cui numerosi scivoli e piscine, i grandi possono rilassarsi all’interno dell’atmosfera tropicale ricreata in ogni dettaglio.

All’interno della struttura, infatti, oltre alle piscine, sono presenti foreste pluviali, lagune e ristoranti, ma anche diverse aree benessere caratterizzate da spa, saune, cascate e vasche idromassaggio.

La temperatura dell’aria è di circa 26 gradi, un clima ideale non solo per tutte le persone che cercano il caldo anche nei mesi invernali, ma anche e soprattutto per le piante che sono all’interno del parco. Tropical Island, infatti, ospita quella che è la più grande foresta pluviale coperta nel mondo con oltre 50000 piante di circa 500 specie diverse.

Tropical Island si divide per aree tematiche. C’è la Foresta pluviale, di cui abbiamo parlato sopra e il Villaggio tropicale dove è possibile ammirare gli edifici ispirati all’architettura della Thailandia e di Bali. Ci sono poi il Mare tropicale, che ospita un’enorme piscina che sfiora i 140 metri di profondità e la Laguna di Bali, dove si trovano fontane, scivoli e vasche idromassaggio ispirati all’architettura indonesiana.

Per raggiungere i tropici tedeschi, dobbiamo recarci nel comune di Krausnick, Brandeburgo, a circa 60 chilometri da Berlino. È qui che, all’interno di un ex hangar per dirigibili, prende vita un sogno a occhi aperti.

Tropical Island

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L’isola tropicale alle porte di Berlino
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Questa città è l’unico posto al mondo dove osservare la grande eclissi solare

Sta per succedere qualcosa di straordinariamente grandioso proprio lì, sopra le nostre teste. Si tratta di uno degli eventi più incredibili e attesi di sempre: un’eclissi solare nel nostro cielo.

Il fenomeno ottico astronomico, che ci permette di assistere all’oscuramento del disco del Sole da parte del nostro satellite naturale in pieno giorno, è un avvenimento tanto raro quanto straordinario che si verifica quando Sole, Luna e Terra devono essere perfettamente allineate.

Il prossimo appuntamento è previsto per il 2023 e sono tante le persone che stanno organizzando viaggi e partenze per assistere a uno degli spettacoli più suggestivi e magici di sempre del nostro cielo. Avvistarlo, dobbiamo dirvelo, non sarà semplicissimo e sicuramente impossibile per chi resterà in Italia o in Europa. Ma c’è un luogo, e uno soltanto in tutto il mondo e sulla terra ferma, dal quale sarà possibile osservare la grande eclissi solare.

2023: verso l’eclissi solare

Gli spettacoli che mette in scena il cielo, sopra le nostre teste, sono sempre incredibili, al punto tale da essersi trasformati con il tempo in vere e proprie attrazioni turistiche. Ci ha pensato poi l’astroturismo a suggerirci le migliori destinazioni da raggiungere per vivere esperienze mozzafiato sotto i cieli stellati.

Il calendario annuale si riempie ogni mese di tantissimi spettacoli: stelle cadenti, congiunzioni, meteore e Super Luna. Ma ce n’è uno che, più di tutti, sta creando grande fermento tra tutti gli appassionati di astronomia. Si tratta dell’eclissi solare totale e parziale, rara e straordinaria, che tornerà a nel nostro cielo nel 2023.

Questo fenomeno si verifica quando il Sole, la Luna e la Terra sono perfettamente allineate. È a quel punto che l’ombra del satellite naturale oscura completamente la luce del sole. E succederà di nuovo il 20 aprile del 2023.

Come vi abbiamo anticipato, però, non sarà facile avvistare l’eclissi solare, la cui migliore osservazione sarà possibile solo raggiungendo tutti i territori bagnati dall’Oceano Indiano, compresa anche l’Australia Occidentale.

Se non volete perdervi questo evento avete due opzioni: salire a bordo della nave Le Lapérouse di Ponant e partecipare alla grande crociera organizzata per osservare l’eclissi solare, oppure raggiungere l’unico luogo sulla terra ferma dal quale sarà possibile ammirare lo spettacolo: Exmouth.

Exmouth, l’unico luogo da cui osservare l’eclissi del 2023

Saranno 62 i secondi in cui Sole, Luna e Terra si allineeranno perfettamente, consentendoci di vivere un’esperienza incredibilmente straordinaria. Il disco solare, infatti, sarà completamente oscurato e alcuni territori del mondo sprofonderanno nel buio in pieno giorno.

L’evento, che è di per sé magico e raro, sarà visibile solo in alcune parti del mondo, tra cui il Western Australia. Ci sarà un luogo però, che più degli altri, si trasformerà in un osservatorio astronomico en plein air il 20 aprile.

Stiamo parlando di Exmouth, cittadina situata nella regione della Coral Coast e a 1.270 chilometri a nord di Perth. Sarà lei l’unica città sulla terra ferma che offrirà la vista diretta sull’eclissi totale alle 11:27 ora locale.

Questo incredibile spettacolo della natura si svolgerà nei pressi di uno dei luoghi più belli del mondo, il Parco Marino di Ningaloo, una zona costiera dell’Australia Occidentale che fa parte della lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

La cittadina di Exmouth sarà completamente al buio per poco più di un minuto, mentre altre località del Western Australia vivranno un’eclissi parziale. Nella capitale Perth, ad esempio, si potrà assistere a un’eclissi del 70% circa, Coral Bay offrirà uno spettacolo al 99% e a Geraldton all’80%.

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La migliore meta per chi ama il buon cibo

Si è concluso da pochi giorni il TTG Travel Experience 2022, l’evento internazionale dedicato al settore turistico che si è svolto dal 12 al 14 Ottobre, durante la Fiera di Rimini. Un evento atteso e dal grande valore che, per quest’anno, ha visto tra i suoi vincitori anche l’Istria, che si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento Travel Food Award del Gist come “Miglior destinazione enogastronomica 2022 – sezione Mondo”.

Un premio che ogni anno viene dedicato alle eccellenze italiane e straniere nel settore del food&wine, assegnato da una giuria dedicata da parte del Gruppo Italiano Stampa Turistica e che ha messo in luce quanto la penisola croata sia ai primi posti al mondo per la grande offerta enogastronomica che ha saputo creare nel corso del tempo per i suoi visitatori e non solo.

A ritirare l’ambito e meritato riconoscimento, è stato il marketing manager dell’Ente per il turismo dell’Istria, Marko Marković, che si è dimostrato profondamente orgoglioso del premio assegnato all’Istria e alla sua tradizione enogastronomica. Soprattutto in virtù delle motivazioni presenti nel bando e che hanno spinto gli organizzatori a premiare proprio questa regione.

Le motivazioni

Motivazioni che partono da un’idea di sostenibilità turistica e di cui l’offerta enogastronomica locale è parte integrante, in quanto componente essenziale e di base della storia del luogo, della sua economia, del territorio e dell’ecosistema che lo caratterizza. Tutti aspetti che rendono il cibo parte attiva e fondamentale della cultura di ogni località e Paese. E di cui l’Istria si è dimostrata un’eccellenza a livello mondiale.

Come spiegato dal presidente della giuria del Travel Food Award, Elena Bianco, nel corso degli ultimi anni l’Istria si è resa protagonista di un imponente sviluppo turistico e di cui proprio il settore agroalimentare ne è un caposaldo. Oltre all’attuazione sul territorio di diverse politiche che mettono al centro un’attenzione particolare e concreta per le fonti di energia rinnovabile, ma anche alla presenza di riserve, aree naturali e piani urbanistici più attenti e rispettosi dell’ambiente.

Un orgoglio comunitario

Ma non solo. Ad aumentare l’orgoglio per l’ottenimento di questo ambito premio, c’è anche la consapevolezza dell’importante lavoro globale che è stato fatto durante l’anno, volto a raccontare il lato gourmet e forse poco conosciuto della penisola croata, focalizzando la comunicazione in particolare sul mercato italiano e puntando su prodotti tipici del luogo: come gli asparagi selvatici caratteristici della stagione primaverile, o il prestigioso tartufo bianco autunnale, fino all’eccezionale offerta vinicola con le sue strade del vino e alle diverse etichette di olio extravergine di oliva. Ma anche formaggi, il pršut – ovvero il prosciutto – e la presenza sul territorio di due ristoranti stellati Michelin. Insomma, una piccola perla da scoprire (e da assaporare), ricca di tesori e di un’offerta che, col tempo e con il lavoro di molti, ha saputo destagionalizzare l’Istria e il suo territorio, aumentando la fruibilità a tutto l’anno.

Una terra che, quindi, anche in virtù di questo prestigioso premio, merita di essere valorizzata, così come già nel 19esimo secolo fu fatto dalla nobiltà e dagli intellettuali europei, incantati dalle bellezze naturali del luogo, dall’eredità veneziana e austro-ungarica e dal forte multiculturalismo latino, germanico e slavo. E che oggi si arricchisce di nuove motivazioni ed eccellenze da non lasciarsi sfuggire.

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La Corsica fuori stagione, più slow e più bella

Chi ha detto che la Corsica è un’isola da godere solo d’estate? Il clima mite regala giornate meravigliose tutto l’anno. Il verde dei boschi e il blu del cielo limpido e del mare mettono in risalto le sue bellezze naturalistiche che sono una vera gioia per gli occhi di chi la visita.

È anche il momento migliore per scoprirla attraverso un viaggio slow, magari in sella a una bicicletta. Pochi sanno che la Corsica è interamente attraversata da un itinerario completamente ciclabile. Ben 1200 chilometri di coste straordinarie e di un cuore verde che è quello del Parco regionale, che consente di vivere quest’isola in modo sostenibile, rispettando l’ambiente facendo un’esperienza green.

La grande traversata della Corsica

Da poco è nato l’itinerario lungo la GT 20, la grande traversata in bicicletta che va da Bastia fino a Bonifacio, dalla punta Nord alla punta Sud, insomma, la versione su due ruote della famosa randonnée GR20 che si fa a piedi. Questo itinerario mostra un altro volto della Corsica, meno noto e meno scontato.

La si percorre in 13 giorni e 12 notti toccando 12 tappe lungo i circa 600 km, che è possibile seguire anche solo per un breve tratto. Si può pedalare su una bici da strada, una mountain bike e su bici elettriche, adatta quindi agli sportivi ma anche semplicemente agli appassionati delle due ruote.

Lungo il percorso, il fascino discreto dei villaggi di montagna, panorami mozzafiato sul mare e deviazioni verso le vette della GR 20, garantiscono un’atmosfera davvero speciale.

Queste le tappe: Bastia, Ersa, Saint-Florent, Belgodere, Algajola, Galeria, Porto, Vergio, Corte, Venaco, Bocognano, Zicavo, Zonza e Bonifacio/ Porto Vecchio.

Balagne villaggi

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La Balagne e i suoi villaggi arroccati

I luoghi imperdibili tappa dopo tappa

Il primo tratto che tocca Cap Corse offre una meravigliosa strada costiera che tocca alcuni borghi marinari. In direzione Saint-Florent, la costa a strapiombo domina il mare e s’incontrano corsi d’acqua e mulini a vento finché non si attraversa il deserto roccioso des Agriates per giungere ai primi abitati della Balagne, soprannominata il giardino della Corsica, alcuni tra i Borghi più belli di Francia, da cui si possono ammirare viste mozzafiato su Calvi, l’incantevole cittadina arroccata, a picco sul mare, famosa per la sua cittadella medievale e il vivace porto turistico, e l’Ile Rousse. Percorrendo poi alcune strade secondarie ci si immerge nella ricca vegetazione corsa, un vero e proprio paradiso del silenzio e della tranquillità.

In direzione Porto, si raggiunge il Col de Palmarella (a 408 metri di quota) da dove si gode di uno dei più bei panorami che s’incontrano sulla GT 20: il golfo di Girolata e la riserva naturale di Scandola, inserita nella lista dei patrimoni mondiali dell’Unesco. Il tratto tra Porto e Vergio è quello che attraversa la meravigliosa pineta d’Aitone, un angolo ricco di corsi d’acqua e angoli freschi dove fare una pausa.

È prima di arrivare a Corte che s’incontra uno dei luoghi più incredibili della Corsica: la Scala di Santa Regina, una via sinuosa che conduce alla regione del Niolo e che offre molti punti di osservazione sulle gole.

Fonte: Thinkstock

La cittadella di Corte in Corsica

Corte è una delle città più importanti dell’isola e nota meta turistica. La sua cittadella fortificata, su uno sperone di roccia in posizione dominante rispetto al paese, è uno spettacolo che merita di essere visto. Così come la Chiesa dell’Annunciazione e il museo antropologico regionale che racconta l’evoluzione storico e culturale di tutta la Corsica.

Tra boschi e piccoli borghi – tra i più pittoreschi, Calacuccia e Zonza – si giunge infine a Bonifacio. Già dalle alture della foresta l’Ospedale si intravede uno scorcio di Porto Vecchio e la sua baia.

Bonifacio corsica

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Bonifacio e la sua costa
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Centinaia di palloncini stanno per invadere questa città italiana

Succede che, all’improvviso, varcando la soglia di un edificio ci si ritrova catapultati in un universo onirico, suggestivo e surreale popolato da centinaia di palloncini e sculture gonfiabili che assumono forme e lineamenti inediti e sorprendenti.

È questa l’esperienza che hanno vissuto tutte le persone che, negli scorsi mesi, hanno scelto di entrare in quel mondo, partecipando alla mostra Pop Air di Ballon Museum che ha invaso, con i suoi capolavori suggestivi, le città di Roma e di Parigi.

Ora è il turno della capitale mondiale della moda e del design che, a ridosso delle festività natalizie, vedrà spalancare le sue porte a un’esposizione incredibile, immersiva e interattiva, destinata a incantare. Pronti a partire?

Una mostra imperdibile a Milano

Organizzare un viaggio a Milano è sempre un’ottima idea, perché le cose da fare e da vedere nella metropoli lombarda sono tantissime. Dalla visita del Duomo, simbolo della città e capolavoro di architettura gotica, passando per il convento di Santa Maria delle Grazie, lì dove è conservata L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. E poi ancora i ristoranti stellati, i negozi esclusivi e le gallerie d’arte: Milano non smette mai di stupire.

E questo è vero ancora di più nel periodo di Natale, quando le strade e gli edifici sapientemente addobbati vengono illuminati dalle calde e scintillanti luci delle feste.

Ma c’è un altro motivo per raggiungere Milano a dicembre, quest’anno, ed è l’inaugurazione di una mostra straordinaria che vi permetterà di vivere un’esperienza fantastica, destinata a incantare persone di ogni età. Il capoluogo lombardo, infatti, si prepara a ospitare Pop Air, la mostra itinerante dedicata alla balloon e inflatable art.

Cosa aspettarsi? Un viaggio straordinario all’insegna della creatività e della fantasia che conduce i visitatori all’interno di forme inaspettate e colorate, piccole, grandi e gigantesche, da esplorare, indagare e con le quali interagire.

Balloon Museum - AIRSHIP ORCHESTRA

Fonte: ENESS

Balloon Museum – AIRSHIP ORCHESTRA

Pop Air di Balloon Museum arriva a Milano

L’appuntamento è previsto il 23 dicembre a Milano, giorno dell’inaugurazione, ma la mostra dedicata alla balloon e inflatable art durerà fino al 12 febbraio 2023. Gli spazi sono quelli di Superstudio in via Tortona 27, è qui che saranno ospitate le istallazioni fuori scala di diciotto artisti e collettivi d’arte internazionali.

Le atmosfere ricordano quelle che abbiamo visto a Roma e a Parigi, ma l’allestimento sarà ancora più coinvolgente e sicuramente inedito. In un ambiente di oltre 6000 metri quadrati, numerose opere d’arte apriranno un nuovo e straordinario dialogo emotivo con il pubblico attraverso espressioni artistiche legate al mondo delle mostre interattive. Ci saranno sculture, opere inedite e site specific, tutte installazione inflatable con le quali gli ospiti potranno interagire grazie a un’esperienza immersiva.

Le persone, infatti, sono chiamate a intraprendere un viaggio sensoriale che attraversa le opere, che genera curiosità ma anche riflessioni su temi legati alla contemporaneità.

Sarà possibile passeggiare tra soggetti dalle sembianze antropomorfe e zoomorfe, caratterizzati da dimensioni fuori scala e tinte accese e cangianti, ma ci potrà anche immergere in spazi espositivi dove l’uso dei sensi sarà l’unico modo per orientarsi.

Mare, cielo e pioggia faranno parte di questo viaggio sensazionale, ma assumeranno una veste inedita capace di creare un universo moltiplicato e psicheledico che stimolerà la fantasia di grandi e bambini. Non mancheranno neanche momenti di ironia e leggerezza: lungo la Balloon Strett, infatti, i visitatori potranno scattare selfie memorabili tra opere pop e coloratissime.

Balloon Museum - Silenus

Fonte: Falko Behr

Balloon Museum – Silenus