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Trekking urbano: un giorno alla scoperta dell’Italia. A piedi

Un nuovo modo di fare turismo dolce, che accompagna i visitatori lontano dai circuiti più conosciuti. È la proposta della “Giornata Nazionale del Trekking Urbano”, giunta, alla 19esima edizione, che si svolgerà lunedì 31 ottobre in 71 comuni delle 17 regioni che vi aderiscono, tra città d’arte e borghi meno noti. Un’esperienza di viaggio che coniuga natura, sport, arte, gusto e voglia di scoprire gli angoli più curiosi e nascosti, attraverso itinerari incredibilmente suggestivi.

Giornata del Trekking Urbano: alla conquista del Portogallo

Ideata dal Comune di Siena, l’evento si propone di promuovere il turismo sostenibile, incentivare la scoperta del territorio da Nord a Sud e valorizzarne le bellezze paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche, allargando il raggio delle visite alle aree più periferiche dei centri urbani.

Con lo slogan “Che Spettacolo di Trekking”, quest’anno la manifestazione è dedicata ai luoghi della musica, del cinema, dello spettacolo, e alla scoperta delle eccellenze artistiche che rendono unico e meraviglioso il nostro Paese. Inoltre, per la prima volta si estenderà oltre i confini italiani, conquistando anche la città portoghese di Porto, grazie alla collaborazione con il progetto URBiNAT, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 dell’Unione Europea.

Alcuni degli itinerari più emozionanti

A Siena, il percorso di trekking di quest’anno porterà a scoprire luoghi solitamente non aperti al pubblico, come Palazzo Sergardi, offrendo l’imperdibile occasione di ammirare il Piccolo Teatro e accedere in ambienti poco noti della prestigiosa Accademia Musicale Chigiana, fondata quasi cento anni fa e realtà rinomata al livello internazionale.

Altamente suggestivo è anche il piccolo itinerario intorno al magico borgo fortificato di Murlo, che dal Medioevo è stato il “castello” del vescovo di Siena fino alla annessione del feudo vescovile al Granducato di Toscana nel 1778. Si arriverà al castello attraverso le strade bianche che lo circondano, tra cui quella conosciuta come “La Corta”, lungo le mura esterne, attraversando oliveti, seminativi e piccoli orti, compresi quelli dove viene coltivata la Fagiola di Venanzio, antica varietà locale di fagiolo, grani antichi e olio di qualità.

In Piemonte, c’è lo spettacolare trekking promosso alla scoperta di Ivrea, Capitale Italiana del Libro 2022, che accoglierà i visitatori con un itinerario d’eccezione, i cui protagonisti saranno – per l’appunto – i libri, con soste davanti ai principali monumenti della città. Oltre ad ammirare le bellezze del centro storico, si costeggerà il fiume Dora Baltea, molto ambito dagli amanti della canoa e lo storico Naviglio, con un passaggio nei Giardini Giusiana.

Alla Giornata Nazionale del Trekking Urbano partecipa anche Este, culla dei Veneti antichi, con le sue ‘100 meraviglie’. Il percorso partirà dalla Basilica di S. M. delle Grazie e avrà come punto di arrivo il Museo Nazionale Atestino, offrendo l’occasione di visitare la Basilica delle Grazie, il Duomo di S. Tecla, la Chiesa della B.V. della Salute, il Mastio Sommitale e la Torre Civica. È inoltre prevista la facoltativa deviazione per il Sentiero del Principe nel Parco dei Colli Euganei.

Spostandoci in Campania, Ercolano propone un suggestivo percorso della durata di circa tre ore, alla scoperta di alcuni siti di interesse storico e artistico della città degli Scavi. Si partirà dal Parco Inferiore di Villa Favorita, tra i viali alberati che conducono alla Casina dei Mosaici, dalla quale si può ammirare uno dei panorami più suggestivi del Golfo di Napoli. Da qui, si proseguirà alla volta del settecentesco Palazzo Arcucci, di Villa Maiuri e Villa Campolieto, passeggiando lungo il tratto di strada denominato “Miglio d’Oro”, che ha conservato il suo fascino inalterato nel tempo.

A Cagliari, si avrà l’occasione di fare un tour tra i quartieri storici del capoluogo sardo, ripercorrendo oltre settecento anni di storia, dalle splendide fortificazioni di Castello, tra cui le bellissime torri di San Pancrazio e dell’Elefante, le mura spagnole e i bastioni, ai quartieri di Stampace e Villanova, fulcro della religiosità popolare.

Durata e difficoltà dei percorsi

I percorsi urbani hanno una durata che varia da 1 a 4 ore e una difficoltà che viene incontro alle esigenze di tutti. Tra i centri che si percorrono più facilmente e lungo itinerari sotto i 2 chilometri spiccano: Anagni, Ancona, Macerata, Murlo, Terracina e Chieti. Tra le località che, invece, richiedono più tempo e maggiore difficoltà con itinerari guidati superiori ai 6 chilometri ci sono: Colli al Metauro, Passirano, Sestri Levante, Sondrio e Venaria Reale.

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Le location spagnole di “House of the Dragon”

Se i Paesi nordici come Irlanda e Islanda erano stati i set prediletti dove ambientare “Il trono di spade”, per il prequel “House of the Dragon” si è puntato su luoghi soleggiati.

La Spagna è stato il Paese individuato dalla produzione dove girare la maggior parte delle scene. Cieli blu, giardini lussureggianti, villaggi mediterranei sono una costante nella serie che introduce le vicende dalla famiglia Targaryen che siede sul Trono di Spade.

I giardini di Lloret de Mar

La principessa Rhaenyra, figlia del re Viserys ed erede al trono, nel primo episodio, passeggia in uno splendido parco affacciato sul mare. Si tratta dei Giardini di Santa Clotilde che si trovano nella nota località di villeggiatura di Lloret de Mar, sulla Costa Brava, e di cui pochi conoscono l’esistenza. Eppure, furono realizzati nel 1927 da Raúl Roviralta, in collaborazione con Nicolás María Rubió i Tudurí, che seppe valorizzare la posizione privilegiata di questi terreni, sfruttando al meglio la forte pendenza della scogliera.

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Fonte: 123rf

I Giardini di Santa Clotilde a Lloret de Mar

Dalla spianata della casa parte una grande scalinata verde con sculture di sirene. Tutti i sentieri, i viali, le piazzole e le scale sono definiti da siepi tagliate che formano una splendida architettura verde.

Cáceres, nell’Estremadura

Già vista più volte in “Game of Thrones”, la località di Cáceres, nell’Estremadura, patrimonio mondiale dell’Unesco, è stata il set anche di “House of the Dragon”. La Plaza de Santa María e la Cuesta de Aldana sono facilmente riconoscibili nel primo episodio della serie. A ricordo di ciò, nella Plaza de San Jorge è stata eretta una grande statua dei draghi.

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Fonte: 123rf

Il centro di Cáceres, nell’Estremadura, in Spagna

Il castello di Granada

Non è facile da riconoscere, ma vi hanno girato alcune scene notturne con i draghi. Stiamo parlando del Castello di La Calahorra a Granada, risalente al XVI secolo e di proprietà privata.

Molto più frequente è, invece, la location dove è stata ambientata Roccia del Drago, il luogo di nascita di Casa Targaryen, Signori dei Draghi.

La penisola di Gaztelugatxe

Roccia del Drago si trova nei Paesi Baschi, in Spagna, ed è nella realtà la penisola di Gaztelugatxe, un piccolo lembo di terra collegato con la terraferma da un ponte di pietra nei pressi di Bermeo. Il nome è difficilissimo da pronunciare e deriva dal basco “gaztelu”, “castello”, e da “gaitz”,”terribile” ovvero “castello pericoloso”.

Anche nella realtà, sembra un luogo uscito direttamente da un romanzo d’avventura. Circondato dal Mar Cantabrico e dal monte Burgoa, si trova sulla costa di Biscaglia all’interno della Riserva della Biosfera di Urdaibai, lontano da qualunque centro urbano. la città più vicina è Bilbao, che dista circa 35 chilometri. Se vi capita di visitare la Capitale dei Paesi Baschi, una gita a Gaztelugatxe è d’obbligo.

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Fonte: 123rf

La vera isola di Roccia del Drago, nei Paesi Baschi, Spagna
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Lungo la Strada del Vino dei Colli Euganei, le tappe imperdibili

I vigneti che corrono lungo tutta la Strada del Vino dei Colli Euganei sono solo il fil rouge che accomuna un territorio fatto di bellezze naturalistiche, ma anche di borghi, località termali e beni culturali unici in Italia.

Questa zona, che comprende i cento colli che si elevano improvvisi dalla terra piatta, è il frutto di eruzioni vulcaniche avvenute milioni di anni fa si trova nel centro della Regione Veneto, in provincia di Padova. Un territorio tutto da scoprire. Vi spieghiamo perché andarci si rivelerà una vera e propria scoperta.

Cantine e vigneti

I Colli Euganei, dall’inconfondibile forma a piramide, sono vocati alla vite da quando i Paleoveneti della civiltà “atestina”, tra il X e il V sec. a.C., vi introdussero per primi questa coltivazione. Qui, produrre vino è da sempre un’arte, favorita dalla morfologia delle vigne e dal clima particolarmente propizio. Ci troviamo nei monti più a Sud del Veneto, dove le vigne crescono accanto ai fichi d’India e, grazie al benefico influsso del mare e al terreno vulcanico, regalano vini caratterizzati da note mediterranee e minerali di grande carattere.

Il paesaggio che si sviluppa tutt’intorno è un susseguirsi di borghi e castelli medievali, di ville rinascimentali e dimore patrizie, di chiese, di monasteri ed eremi tuttora abitati da benedettini e camaldolesi, molto amati da personaggi illustri come il Petrarca, Goethe, il Foscolo e persino Lord Byron e Percy Bysshe Shelley. Un piccolo scrigno di tesori racchiusi all’interno di un’isola naturalistica protetta dal Parco Regionale dei Colli Euganei.

Le località termali

Ai piedi dei colli, le Terme Euganee sono la più grande zona termale d’Europa, luogo di benessere, famoso per la fangoterapia. Da millenni, in questo territorio affiorano dalle profondità della terra le acque termali, che hanno dato alle Terme Euganee una fama a livello internazionale. Tra le località più celebri c’è Montegrotto Terme. I primi documenti attestano che lo sfruttamento dell’acqua termale qui è iniziata nell’Età del ferro, ma fu con l’arrivo dei Romani nel 49 a.C. che vennero realizzate le prime vere terme. Della loro presenza ne è testimonianza ancora oggi la Villa romana di via Neroniana.

Montegrotto Terme

Fonte: iStock – Ph: Photographer

Montegrotto Terme

Non è da meno Abano, dove le antiche terme occuparono una vasta area sul versante orientale dei Colli Euganei e raggiunsero il massimo splendore in età imperiale. Secondo alcune fonti, l’origine del nome della città deriva proprio da “Aponus”, il dio delle acque termali. Queste località termali sono votate da sempre al turismo, legato agli stabilimenti e alle acque clorurato-sodiche bromo iodurate litiose, radioattive, termali che sgorgano a 87°C, conosciute fin dall’antichità.

Ma di località ternali ce ne sono molte altre, più piccole e meno note, ma che offrono un’eccellente ospitalità, come Galzignano che divenne molto celebre in epoca rinascimentale, quando molte famiglie nobili decisero di costruirvi le loro splendide ville.

Ville e castelli

Tanti i palazzi che puntellano i colli e che meritano una visita. Tra i più spettacolari c’è sicuramente il Castello del Catajo a Battaglia Terme, considerato la Reggia dei Colli Euganei. Questo particolarissimo palazzo che sembra uscito da un libro di fiabe ha una storia incredibile che parte dalla famiglia Obizzi che nel Cinquecento ha deciso di dare vita a un meraviglioso luogo di delizia. Si tratta di un palazzo dalle enormi dimensioni, circondato da 40 ettari di parco al cui interno ci sono ben 350 stanze.

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Fonte: @Strada del Vino dei Colli Euganei

Il Castello del Catajo

Le pareti delle stanze sono ricche di immagini di crociate, di battaglie terrestri e navali, di matrimoni e di tragici assassini, frutto dell’opera di Giovanni Battista Zelotti, discepolo di Paolo Veronese e stimato esponente della pittura veneta rinascimentale. I suoi affreschi, ingentiliti da allegorie e festoni con putti e fiori, sono anche splendidi esempi della pittura d’illusione, con paesaggi ed elementi architettonici a trompe-l’oeil.

Con l’estinzione degli Obizzi, nel 1803, il castello divenne proprietà della famiglia Asburgo Este che lo resero una reggia internazionale adatta a ospitare i sovrani di mezza Europa. Tuttavia, nel XIX secolo il castello venne lentamente abbandonato finché non venne recuperato due secoli dopo e restaurato rendendolo il gioiello che è oggi. Ospita matrimoni ed eventi privati.

Un altro palazzo imperdibile è Villa dei Vescovi, un bene del FAI, che si trova a Torreglia. Costruita a metà del ‘500 come dimora di campagna per il Vescovo di Padova Francesco Pisani, con la collaborazione di Giulio Romano – lo stesso di Palazzo Te a Mantova – rappresenta il primo modello di residenza rinascimentale del Veneto come luogo d’ozio. Lo stesso Romano commissionò gli splendidi affreschi interni a un pittore fiammingo che scelse di rappresentare ciclo decorativo sul rapporto che l’edificio ha con la natura che lo circonda.

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Fonte: @Mauro Ranzani – FAI (Fondo Ambiente Italiano)

Villa dei Vescovi, uno dei Beni del FAI nel Veneto

Nel corso degli anni, varie modifiche sono state apportate alla villa, in base al gusto del tempo e agli stili artistici. Sono stati aggiunti, per esempio, la grotta di Nettuno e i giochi d’acqua. Nel 1962, la villa venne venduta alla famiglia Olcese – che ancora oggi occupa parte della proprietà – che la donò al Fondo Ambiente Italiano che la riportò al massimo dello splendore. Da poco è stata anche aperta un’enoteca tra le mura della villa dove degustare i prodotti e i vini del territorio. Inoltre, ci sono due appartamenti che possono essere affittati per vivere un’esperienza davvero memorabile.

Un’altra villa imperdibile è quella privata del Parco Frassanelle a Rovolon, la cui visita guidata viene fatta direttamente dalla proprietaria, la contessa Francesca Papafava dei Carraresi, la cui famiglia possiede la proprietà fin dal XIII secolo. nata come casino di caccia, fu completamente trasformata nel 1800 fino ad assumere l’aspetto odierno di edificio neoclassico severo a pianta quadrata.

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Fonte: @Strada del Vino dei Colli Euganei

Il Parco Frassanelle e la villa

Appena fuori dalla villa si trovano due chiesette speculari: una è ancora oggi consacrata e dedicata a S. Marina, l’altra, invece, è la casa dove abitava il capo giardiniere con la famiglia. Durante la Seconda guerra mondiale, ospitò Novello e Bianca Papafava e i loro quattro figli più grandi mentre la villa era stata requisita dal comando tedesco che più tardi fu sostituito da quello inglese.

Se per visitare la villa è necessaria la prenotazione, aperto a tutti è invece il parco, dove passeggiare tra ampi prati e fitti boschi seguendo i vari itinerari come la Strada nella Roccia, tracciata sul fianco del colle centrale, la Strada della Biscia o la Strada della Villa. Alla fine dell’800 venne costruita anche una grotta artificiale con tanto di laghetto sotterraneo, stalattiti e stalagmiti, finte faglie e rotture della roccia e un percorso ad anello che si insinua sottoterra,
un divertissement che ancora oggi è un’attrazione imperdibile per le famiglie.

Nel parco vengono organizzati numerosi eventi durante i weekend, dalle feste contadine alle iniziative per Halloween, Natale ecc. Inoltre, è possibile soggiornare nelle camere della villa, specie per chi decide di organizzare il proprio ricevimento di nozze, ma soprattutto in tre villini all’interno del parco. Una ha anche la piscina privata.

I borghi dei Colli Euganei

I Colli Euganei sono puntellati di piccoli borghi e di deliziose cittadine. Tra le più pittoresche da visitare c’è sicuramente Este, la città fortificata. I circa quattro secoli di dominio veneziano sono ancora oggi visibili nei resti del perimetro che racchiudeva il borgo, i bei palazzi della centralissima piazza Maggiore (tra cui il Palazzo del Municipio) e le belle ville. Tra queste, villa Kunkler, che ospitò Byron e Shelley, villa Cornaro-Benvenuti, villa Contarini degli Scrigni (detta ‘Vigna Contarena’) e villa Zenobio-Albrizzi.

Fra i numerosi edifici religiosi ricordiamo il Duomo di Santa Tecla, che conserva il corpo incorrotto della beata Beatrice d’Este e la grandiosa pala del Tiepolo raffigurante Santa Tecla che intercede per liberare la città dalla peste. Este è famosa in tutto il mondo per la produzione delle ceramiche, la cui manifattura è continuata pressoché ininterrottamente dalla preistoria a oggi. La fabbrica, lo showroom e anche l’outlet sono aperti al pubblico.

Altra cittadina da vedere è sicuramente Arquà Petrarca, uno dei borghi più belli d’Italia, che mantiene ancora oggi gran parte dell’aspetto trecentesco. Fu abitato, negli ultimi anni della sua vita, dal poeta Francesco Petrarca ed è qui che è sepolto e si trova la casa-museo che si può visitare.

Ad Arquà sono diversi gli edifici storici da visitare, dalla chiesa di Santa Maria dell’Assunta che risale all’anno Mille all’Oratorio del 1100, dalla Loggia dei Vicari del 1200 al seicentesco giardino di Valsadnzibio, considerato uno dei più belli d’Italia.

Arquà Petrarca

Fonte: iStock

Arquà Petrarca, il borgo del grande poeta

Infine, girando tra i colli, l’occhio non può non soffermarsi sulla fortezza in cima al Colle della Rocca di Monselice dove si erge il Mastio Federiciano, un’imponete fortificazione medievale voluta dall’Imperatore Federico II di Svevia, raggiungibile tramite un sentiero. Era considerata una fortezza inespugnabile.

Il mastio è ancora oggi protetto da fortificazioni le cui parti più antiche risalgono al VI secolo, sviluppate su ben cinque cerchie murarie. tutt’intorno si sviluppa un percorso naturalistico archeologico.

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Fonte: 123rf

Sulla Rocca di Monselice

Escursioni sui Colli Euganei

Il Parco Regionale dei Colli Euganei è frequentato in tutte le stagioni da moltissimi escursionisti e ciclisti. Oltre ai percorsi di viabilità ordinaria per il ciclismo su strada e ai sentieri che più si prestano alla mountain bike, l’Anello dei Colli Euganei è sicuramente l’itinerario più gettonato. Lungo poco più di 60 chilometri, parte da Monselice per arrivare a Lozzo Atestino, famoso per il bellissimo Castello di Valbona. Scavalla colline di origine vulcanica, costeggia limpidi corsi d’acqua e attraversa incantevoli borghi storici, ammirando il susseguirsi di ville venete, chiese, aree archeologiche, musei, palazzi storici, castelli e torri medievali.

L’area del parco è attraversata anche da una fitta rete di sentieri percorribili a piedi. Se ne contano circa una trentina. Tra i più importanti, l’Alta Via e il sentiero del Monte Venda, il più alto dei Colli Euganei, 601,3 metri, ma ci sono anche itinerari tematici, come la Via degli Eremi, Ruderi e Castelli, il Sentiero Tematico Botanico e il Sentiero Tematico di Archeologia Industriale.

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Fonte: 123rf

Il paesaggio e i vigneti dei Colli Euganei
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Halloween nella città delle streghe: il grande ballo ha inizio

Affacciata sulla sulla baia del Massachusetts, e situata nella contea di Essex, esiste una città che cela tra i suoi vicoli e i quartieri una storia tanto infausta quanto drammatica che non può essere dimenticata.

Si tratta della città delle streghe, proprio quella in cui si diede vita alla storica caccia a partire dal 1961. Mentre da una parte delle giovani donne dichiaravano di essere diventate le vittime di un maleficio, dall’altra molte altre venivano arrestate davanti al tribunale istituito appositamente per la causa, e condannate a torture o morte.

Un capitolo nero, questo, che riguarda la storia dell’umanità intera che però, nei secoli si è trasformato in un vero e proprio fenomeno culturale che non ha lasciato indenni gli amanti dell’occulto e tutti i viaggiatori affascinati dai luoghi del mistero. Perché oggi Salem è anche questa, non solo la città delle streghe, ma una destinazione affascinante e suggestiva da raggiungere, magari proprio in occasione di Halloween e del grande ballo delle streghe.

Benvenuti a Salem

Situata a circa 30 chilometri da Boston, Salem è diventata con gli anni la meta prediletta di tutti i viaggiatori affascinanti dal mistero e dalla magia. A lasciarsi suggestionare dalla città del Massachusetts, non sono solo gli avventurieri amanti del brividi e gli appassionati di storia, ma anche i registi che proprio qui hanno scelto di ambientare alcune pellicole cult del settore.

Salem, infatti, ha fatto da sfondo ai celebri film come Hocus Pocus, la Seduzione del Male e Le streghe di Salem, attirando ancora di più l’attenzione di persone provenienti da ogni parte del mondo.

Sono tanti i viaggiatori che qui si recano in ogni stagione dell’anno. Sono affascinati sicuramente dalle attrazioni storiche e naturali che appartengono ai territori del New England, ma anche e soprattutto dalla possibilità di poter ripercorrere le orme delle streghe che sopravvivono nel Witch Museum, che traccia la storia del processo, e la Witch House, la casa delle streghe un tempo appartenuta al giudice Jonathan Corwin, nonché l’unico edificio rimasto a testimonianza del periodo della caccia alle streghe.

Come dicevamo sono numerosi i viaggiatori che raggiungono la città di Salem, inserendola negli itinerari del dark tourism, e indagare così sul grande mistero della stregoneria. E se è vero che questo affascina durante tutto l’anno, è vero anche che c’è un periodo specifico in cui la magia diventa assoluta protagonista: Halloween. È durante la notte più spaventosa di sempre, infatti, che viene organizzando un grande evento: il ballo delle streghe.

Museo delle streghe

Fonte: iStock/pabradyphoto

Museo delle streghe, Salem

Il grande ballo delle streghe

C’è qualcosa di straordinariamente suggestivo che accade a Salem quando l’autunno arriva, e non è solo lo spettacolo dei colori messo in scena da Madre Natura. A ottobre, infatti, la città del Massachusetts inaugura tutta una serie di eventi che celebrano, commemorano e indagano le streghe.

A partire dal 1982, infatti, la Camera di Commercio della città in collaborazione con il Witch Museum, organizza il Salem Haunted Happenings Festival, una manifestazione che dà vita a una serie di eventi misteriosi e affascinanti che coinvolgono cittadini e viaggiatori di ogni età. Ci sono feste, concerti e mercatini, e tantissime occasioni per ripercorrere la storia del processo, ma anche per esplorare la magia e la stregoneria.

Appuntamenti incredibili immersi in un’atmosfera suggestiva che culminano con un grande e imperdibile evento organizzato in occasione di Halloween: il ballo delle streghe. Salem Witches Halloween Ball, questo il nome ufficiale della manifestazione, attira ogni anno viaggiatori, persone e “streghe” provenienti da ogni parte del mondo per trascorrere una notte all’insegna della musica, del divertimento, del mistero e della magia. Chi ha il coraggio di partecipare?

La casa delle streghe, Salem

Fonte: iStock/traveler1116

La casa delle streghe, Salem
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Il gigante in stile Liberty “addormentato” nel cuore verde di Varese

A poca distanza da Varese, città di cui si innamorò persino il celebre scrittore Stendhal, sorge un vero e proprio gigante addormentato, un illustre esempio di Liberty italiano ma che da lungo tempo è stato abbandonato. Per fortuna, da alcuni anni a questa parte il FAI (Fondo ambiente italiano) ha intrapreso una collaborazione con la proprietà della struttura al fine di organizzare una serie di visite guidate straordinarie per ammirane lo splendore. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese

Sul Monte Tre Croci svetta il Grand Hotel Campo dei Fiori, un irresistibile complesso architettonico che si rivela uno degli edifici più spettacolari e scenografici della provincia di Varese. Fu progettato nel 1908 dall’architetto Giuseppe Sommaruga e, dal 1912, da queste parti passarono numerose personalità illustri.

In sostanza, era un vero e proprio albergo di lusso che si poteva raggiungere tramite una funicolare panoramica. Una struttura immensa – oggi purtroppo chiusa – decorata e arricchita dallo stile Liberty tipico della Belle Époque. Vi basti pensare che si trova su quattro livelli in cui prendevano vita appartamenti e camere riccamente decorate. Poi ancora un livello sotterraneo, con affascinanti cucine secondarie e cupi magazzini, che poggia sopra la più grande grotta minerale presente nel territorio: Grotta Marelli.

Perché il Grand Hotel Campo dei Fiori è stato abbandonato

A seguito della sua apertura, per circa mezzo secolo il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese fu meta di un grande flusso di turismo d’élite. Tuttavia, oltre alle due Guerre Mondiali, nel 1947 un incendio devastò l’ultimo piano, mentre nel 1958 la funicolare venne chiusa. Fu così che ebbe inizio il suo declino a partire dalla calo dei turisti che volevano soggiornarvi. Per poi arrivare al 1968, anno in cui albergo e ristorante abbassarono la saracinesca per sempre.

Nei vent’anni successivi l’albergo, complice il totale disinteresse dei proprietari e la negligenza dei custodi, fu via via spogliato di molti pezzi d’arredo d’epoca togliendo a questa meraviglia italiana molte delle sue ricchezze.

Il gigante addormentato oggi

Il Grand Hotel Campo dei Fiori vero è un vero e proprio gigante (di meraviglie e storie fascinose) che giace – quasi dimenticato – sulle cime di questa incantevole città italiana. La buona notizia, però, è che negli ultimi anni sembra voler rinascere dalle sue stesse ceneri: proprio qui fu girata una parte del film “Suspiria” diretto da Guadagnino nel 2016.

Un avvenimento che fece riscoprire il grande gigante sulla montagna. Non è un caso che, negli anni successivi, l’associazione del FAI abbia voluto dare una possibilità ai cittadini di poter entrare dentro la struttura. Grazie a questo, alcuni fortunati hanno potuto ammirare con i loro stessi occhi come l’hotel, un tempo splendente e ricchissimo, si sia trasformato in un luogo degradato e che necessita di essere salvato. Oggi il Gran Hotel Campo dei Fiori è ancora un edificio semi abbandonato, anche se al suo interno è presente un custode.

Il consiglio, quindi, è controllare sempre se siano programmate prossime aperture e prenotare una visita. E il motivo è molto semplice: una volta varcata la soglia si viene catapultati indietro di cento anni e in un’atmosfera che è davvero unica al mondo.

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Il magico mistero del deserto: quando le dune cantano

Cè qualcosa di straordinariamente magico e apparentemente inspiegabile che succede quando la natura viene lasciata libera di agire, di plasmare i paesaggi e di regalarci spettacoli di immensa bellezza.

Visioni eteree che incantano e stupiscono, che sono un invito a viaggiare dall’altra parte del mondo per scoprire tutte le meraviglie che gli appartengono. Non solo paesaggi di sconfinata beltà, ma vere e proprie esperienze mistiche che coinvolgono e stravolgono tutti i sensi.

Come quella toccante melodia che si libra lieve nell’aria e arriva dritta al cuore di tutti gli avventurieri che osano attraversare le infinite distese di sabbia che brillano al sole e che sono incorniciate da colline dorate. È la musica del deserto, quella che prende vita quando le dune cantano.

Il canto nel deserto

Succede all’improvviso che, durante l’esplorazione di alcuni deserti nel mondo, le dune inizino a cantare. Lo fanno in maniera armonica, leggiadra ed emozionale, emettendo suoni diversi che si espandono nell’aria passo dopo passo.

Un mistero sonoro, questo, che nei secoli ha conquistato e affascinato viaggiatori provenienti da tutto il mondo, gli stessi che si sono lasciati suggestionare immaginando storie, leggende e magia, proprio lì, tra le sconfinate distese desertiche.

Marco Polo, nel suo Il Milione, aveva raccontato di aver udito una musica proveniente proprio dalle dune, con tanto di canti e accompagnamenti strumentali. Anche Charles Darwin aveva toccato con mano questa magia, raccontando dell’esistenza di una collina di sabbia in Cile che sembrava prendere vita proprio attraverso il suo canto.

Ci ha pensato poi la scienza a indagare sul campo, a cercare le motivazioni che andassero oltre le leggende e le storie che nascevano tra le singing dunes. Numerose ricerche, tra cui anche quella condotta dagli esperti del Centro Nazionale per le Ricerche Scientifiche di Parigi, le dune iniziano a cantare quando i granelli di sabbia si spostano e scivolano verso il basso, sia perché mosse dal vento, sia perché calpestate dalle persone che esplorano il deserto. Succede così che, quel movimento, emette dei suoni che variano in base alle dimensioni dei granelli di sabbia e al deserto stesso.

Quando ci si trova davanti a una duna composta da granelli di sabbia di dimensioni differenti, il suono riprodotto è molto più ampio e rumoroso. Nonostante ormai sia chiaro a tutti da cosa è generata la melodia nel deserto, resta ancora sconosciuto come il movimento della sabbia riesca a mettere suoni che imitano quelli delle note musicali.

I luoghi dove le dune cantano

Se siete affascinati dal canto del deserto, e volete immergervi tra i suoni delle singing dunes, allora dovete sapere che non tutti i deserti cantano. Ma ce ne sono alcuni che lo fanno, regalando show di incredibile bellezza a tutti i viaggiatori che li raggiungono.

Nel deserto del Qatar raggiungibile dalla capitale Doha, per esempio, è possibile ascoltare un’incredibile melodia che si libra nell’aria e che incanta. Anche in questo caso, a mettere in scena lo spettacolo sonoro sono le dune.

Un’altra destinazione da raggiungere, per ascoltare questo show firmato da Madre Natura, è il deserto del Gobi. Qui è possibile raggiungere Khongoryn Els, una distesa di dune nel sud della Mongolia, conosciuta anche con il nome Duut Mankhan, che letteralmente vuol dire “Le dune che cantano”. Nelle giornate particolarmente ventilate, i granelli di sabbia si spostano da una parte all’alta: è allora che si diffonde nell’aria un canto meraviglioso.

Anche in n Kazakistan, è passibile lasciarsi cullare dalla dolce melodia del deserto. Nel Parco Nazionale Altyn-Emel, infatti, si trova una duna che si snoda per circa 150 metri. Il suo nome Akkum-Kalkan ed è la duna che canta.

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Topolò, il borgo di confine su un ripido pendio

Qui è dove l’asfalto finisce, nell’estrema parte orientale della provincia di Udine, a pochi passi dal confine con la Slovenia: disperso tra i boschi delle valli del Natisone, arroccato su un pendio a 580 metri di altitudine tra i monti Colovrat e San Martino, ecco Topolò, frazione del comune di Grimacco.

Una ventina di abitanti dei 400 che furono (ma ne stanno arrivando di nuovi, chi per l’estate chi per viverci tutto l’anno), nessun bar o negozio: il ritmo della vita scorre lento, sospeso nel tempo, in un silenzioso e verde paesaggio plasmato, nel corso dei secoli, dai torrenti Patok, Za Traunim e Za Velin Čelan.

Il nome del borgo deriva dallo sloveno “topol”, ovvero pioppo, a indicare un territorio ricco di questi alberi.

Topolò

Fonte: iStock

Veduta di Topolò

I punti di interesse del borgo di confine

Sono un centinaio le case, molte delle quali vuote, e l’abitazione più tipica di Topolò è la “casa izba“, di origine medievale, caratterizzata dall’architettura spontanea della Slavia veneta: a pianta rettangolare, con scale esterne e ballatoi, si eleva su tre livelli e presenta due stanze per piano.
Il pianoterra ospitava la cucina, chiamata in passato “stanza del fumo” poiché priva di camino, e un tinello (“izba”) riscaldato dalla stufa- forno, la cosiddetta “pec”.
Salendo la scala esterna, si raggiungono le camere del primo piano e il ballatoio dove, anticamente, venivano essiccati il mais e i funghi per il consumo familiare.

Di recente, grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, molte case sono state restaurate e oggi si propongono come “albergo diffuso“, soprattutto per una comunità internazionale, giovane, nomade e creativa che aiuta il borgo a rivivere nonostante il massiccio spopolamento iniziato a fine Ottocento e proseguito dopo la metà del XX secolo.

Passeggiando tra le strette stradine pedonali lastricate, in una dimensione “altra” lontana dalla frenesia e dai rumori della vita di città, lo sguardo si posa poi sulle “kozolec“, costruzioni in pietra e legno adibite a ricovero per gli attrezzi agricoli e utilizzate per fare seccare il fieno e i prodotti dei campi.

Ma non solo: di sicuro interesse è la Chiesa di San Michele, costruita direttamente dagli abitanti nel 1847 con materiale estratto dalle cave locali: sulla facciata spicca il mosaico raffigurante San Cristoforo mentre l’interno ospita tre altari, il maggiore intitolato a San Michele e i due laterali alla Santa Vergine e a San Giuseppe.
Da vedere anche gli affreschi a opera del pittore friulano Antonio Gentilini e la pala in terracotta dedicata alla Natività, realizzata nel 2006 dallo scultore Isidoro Dal Col.

Topolò fontana

Fonte: iStock

Fontana a Topolò

Un tuffo nella natura tra percorsi e sentieri

Trovarsi da queste parti significa anche immergersi in un contesto paesaggistico tutto da esplorare grazie a sentieri e percorsi ideali per gli amanti del trekking, delle escursioni e delle piacevoli passeggiate: un sentiero conduce, ad esempio, al vicino paese sloveno di Luico (Livek) costeggiando dodici installazioni artistiche a opera di artisti di differenti nazionalità.

Più impegnativo, ma davvero suggestivo, è l’itinerario lungo il torrente Codariana, dalle acque limpidissime: durante la passeggiata, si arriva al cospetto della forra del Velik Suopota, con le ripidissime pareti scavate dalla forza dell’acqua nel corso dei millenni e due favolose cascate.
La minore, “Mali Suopota”, si ammira al termine del canalone.
Lungo la riva sinistra del ruscello, più a monte, si ergono tuttora le rovine di una casa padronale e dell’antico mulino annesso, complesso che rimase attivo fino al 1956.

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deserti lago Posti incredibili vacanza natura Viaggi

In questa antica oasi nel deserto esiste un lago a forma di mezza Luna

Esistono luoghi nel mondo che sono così straordinariamente belli da non sembrare reali. Visioni magiche e suggestive che si palesano all’improvviso quasi come se fossero un miraggio, e invece sono vere e per questo ancora più incredibili.

Molti di questi scenari, che sono gli stessi che invitano ad attraversare il mondo intero, portano la firma indelebile di Madre Natura. È proprio lei che, con sapiente abilità, crea quelli che sono i paesaggi più straordinari del pianeta. Molto più di attrazioni turistiche, questi luoghi si trasformano in vere e proprie esperienze immersive e sensoriali che lasciano senza fiato.

Ed è quello che succede a tutti i viaggiatori che osano spingersi fino al Crescent Moon Lake. Un lago naturale a forma di mezza Luna situato nel cuore di un’oasi nel deserto che è un vero e proprio sogno a occhi aperti.

Il lago nell’oasi di Yueyaquan

È un viaggio unico, quello di oggi, che ci porta alla scoperta di una delle meraviglie naturali più incredibili del nostro pianeta. Una visione suggestiva, magica e romantica che è destinata a lasciare senza fiato e a incorniciare i ricordi indelebili del viaggio di una vita.

Ci troviamo nel deserto del Gobi, una vasta regione dell’Asia orientale che si snoda tra la Mongolia e la Cina, e più precisamente nella parte cinese, nella provincia del Gansu, un tempo meta di passaggio dell’antica Via della Seta.

È qui che sorge un’oasi immersa nel deserto e incorniciata da alte dune sabbiose che sembrano colline dorate. Si tratta del Crescent Lake, una sorgente naturale di acqua dolce che alimenta la natura circostante che a sua volta crea un piccolo paradiso naturalistico che sopravvivere da oltre 2000 anni in una zona desertica.

La visione di questa oasi è straordinaria, non solo perché il verde della natura rigogliosa fa da contrasto all’oro del deserto che brilla tutto intorno, ma anche e soprattutto perché a campeggiare al centro del paesaggio c’è un lago che ha la forma di una mezza Luna. Ed è spettacolare.

Il lago nel deserto a forma di mezza Luna

Fonte: Getty Images

Il lago nel deserto a forma di mezza Luna

Crescent Lake: il lago che è uno spicchio di Luna

Chiunque osi spingersi fino al deserto del Gobi sarà ripagato dalla visione di un miraggio. In questa vasta area il cui nome tradotto vuol dire “luogo senza acqua”, il Crescent Moon Lake è un vero e proprio miracolo della natura. Non solo perché nutre l’oasi, ma anche perché crea uno degli scenari naturali più straordinari dell’intero pianeta.

Il nome originale del lago, che assume la caratteristica forma di uno spicchio di luna, è Yueyaquan, anche se è stato ribattezzato dai viaggiatori di tutto il mondo come Crescent Moon Lake, proprio in onore delle sembianze che lo accomunano alla Luna crescente.

Bellissimo di giorno, magico di notte, il lago è sospeso in un’atmosfera da favola, accentuata ancora di più dai giochi di luce creati rispettivamente dal Sole e dalla Luna. A completare quella che è un’immagine idilliaca ci pensa un’alta pagoda in legno che sovrasta l’oasi e che restituisce uno scenario da cartolina.

Sono tanti gli avventurieri che giungono fin qui per immergersi in questo gioiello della natura. Attraversano il deserto e le grandi montagne di sabbia per ammirare quello che è, con tutta probabilità, uno degli spettacoli più belli messi in scena da Madre Natura.

Il consiglio è quello di restare qui anche di notte. Quando il sole lascia spazio al crepuscolo, infatti, il lago a forma di Luna viene illuminato tutto intorno da una serie di luci artificiali, mentre la bianca e candida Luna si riflette dentro le sue acque. Èd è allora che comincia la magia.

Crescent Moon Lake

Fonte: Getty Images

La notte al Crescent Moon Lake
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castelli Curiosità Viaggi

Intorno a questo castello cresce una siepe gigantesca: è spettacolare

Se siete appassionati di storie di principesse, regnanti, cavalieri e battaglie, allora probabilmente in cima alle vostre travel wish list ci sono tutti quei luoghi dove campeggiano a vista grandi e maestosi castelli.

Ce ne sono tantissimi in tutto il mondo. Alcuni sono iconici, perché conservano storie leggendarie che ancora oggi ci appassionano, altri sono sensazionali perché assomigliano per forme e lineamenti ai castelli che hanno fatto da sfondo alle favole più belle. Ce ne sono altri ancora, invece, che catturano la nostra attenzione per i misteri, le curiosità o altri fatti bizzarri che li riguardano.

E a proposito di cose strane, sapevate che nel Regno Unito esiste un castello bellissimo che è circondato da una delle siepi più alte e spettacolari del mondo? Scopriamolo insieme.

Il Castello Rosso nel Regno Unito

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nel Regno Unito, proprio nella terra dei castelli. Ce ne sono così tanti, che si snodano su tutto il territorio, che fare un elenco preciso sembra quasi una missione impossibile.

Alcuni sono così celebri, e già scelti come meta di viaggio, che non hanno bisogno di presentazioni. Ma ce ne sono altri che sono meno popolari, ma non per questo meno straordinari.

Il castello che vogliamo raggiungere oggi, insieme a voi, si trova nei dintorni di Welshpool, una cittadina gallese nella contea di Powys. Le origini dell’edificio risalgono al XII secolo quando i principi della contea vollero erigere questa fortezza. L’aspetto che vediamo oggi, però, è frutto di diverse ristrutturazioni effettuate nelle epoche dei Tudor e degli Stuart.

Nato come residenza fortificata dei principi di Powys, il castello oggi rappresenta uno dei migliori esemplari meglio conservati di fortezza del Galles, motivo per il quale è entrato a far parte del National Trust.

Se siete appassionati di castelli e di fortezze, non potete non inserire una visita a questo edificio in occasione di un viaggio in Galles. Il castello di Powis, conosciuto anche come Castello Rosso, è situato su uno sperone roccioso ed è contraddistinto dal colore rosa ed è immerso in una campagna lussureggiante e rigogliosa. Ad attirare l’attenzione dei visitatori, però, è soprattutto il suo giardino. Un’area meravigliosa che ospita giardini pensili, terrazzamenti all’italiana e siepi grandiose, di diverse forme e grandezze.

Un’area meravigliosa che ospita giardini pensili, terrazzamenti all’italiana e siepi grandiose, di diverse forme e grandezze.

Ed è proprio una di queste siepi ad aver attirato la nostra attenzione. Una grande muraglia naturale e verticale che si inerpica sul muro che circonda il castello per 14 metri.

I giardinieri del National Trust a lavoro sulla siepe che circonda castello di Powis

Fonte: IPA

I giardinieri del National Trust a lavoro sulla siepe che circonda il castello di Powis

Una montagna vegetale intorno al castello

È maestosa e imponente, sicuramente unica al mondo, stiamo parlando della straordinaria siepe che circonda una parte del Castello di Powis e che svetta verso il cielo per 14 metri di altezza.

Le sue dimensioni sono così ampie che, a prima vista, sembra quasi di trovarsi di fronte a una montagna verdeggiante situata a ridosso dell’edificio.

Le origini di questa siepe topiaria, costituita da diversi esemplari tra cui tasso e larice, sono antichissime e affondano le loro radici nel XVIII secolo, quando gli arbusti furono piantanti. Con gli anni, la forma insolita di questa barriera naturale, e la sua secolare storia, l’hanno trasformata in una vera e propria attrazione turistica, forse la più suggestiva dell’intero giardino.

Così ogni anno durante la stagione autunnale una squadra di giardinieri esperti nel National Trust, lavora per potare questa siepe spiccando il volo grazie a un braccio meccanico che li porta fino in cima. Per completare il lavoro ci vogliono circa 10 settimane. Il risultato però è sempre straordinario!

La potatura della siepe del castello di Powis

Fonte: IPA

La potatura della siepe del castello di Powis
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Berlino capitali europee Europa Germania Idee di Viaggio isole Viaggi

Puoi nuotare in un’isola tropicale a pochi chilometri da Berlino

Organizzare un viaggio a Berlino è sempre un’ottima idea. La capitale della Germania, infatti, è ricca di luoghi che evocano storie che riguardano l’umanità intera, e che tutti dovremmo visitare, come il Memoriale dell’Olocausto e ciò che resta del muro di Berlino.

Ma è anche la città animata da una fervente scena artistica incorniciata da moderne architetture, gallerie d’arte e locali alla moda. Insomma, di cose da fare e da vedere ce ne sono tantissime, e tutte sono destinate a stupire.

Chi ha già visto Berlino, infatti, sa bene che la città non smette mai di sorprendere, così come non lo fanno i suoi dintorni. Basta spostarsi di pochi chilometri, infatti, per essere catapultati in un universo incredibile e inaspettato: un’isola tropicale dalle dimensioni gigantesche che è un sogno a occhi aperti.

Un’isola tropicale alle porte di Berlino

Basta una gita fuori porta, con partenza da Berlino, per ritrovarsi catapultati in un luogo che per forme e lineamenti sembra proprio la destinazione del viaggio di una vita: un’isola tropicale.

Ci sono le foreste pluviali, le lagune e le cascate, non mancano neanche le capanne immerse tra migliaia di piante di altrettanti esemplari di flora autoctona. E no, se ve lo state chiedendo non si tratta di un sogno, anche se a questo assomiglia, ma di uno dei parchi acquatici più incredibili del mondo.

Si tratta di Tropical Island che, come il nome stesso suggerisce, è un parco a tema tropicale situato proprio a pochi chilometri da Berlino. Una ricostruzione fedele di un paradiso terrestre che, fin dalla sua inaugurazione, ha attirato viaggiatori di tutte le età provenienti da ogni parte del mondo.

Molto più di un parco acquatico però, quello che vi aspetta in questo luogo è una vera e propria esperienza immersiva in un sogno tropicale.

Tropical Island

Fonte: Getty Images

Tropical Island

Benvenuti a Tropical Islands

Situato all’interno di ex hangar per dirigibili, a circa 60 chilometri da Berlino, Tropical Island è uno dei parchi acquatici al coperto più grandi del mondo. Basta dare un’occhiata alle sue dimensioni per capire di cosa stiamo parlando.

Il parco si snoda su una superficie di oltre 700000 metri quadrati, in una struttura che si estende in altezza per oltre 100 metri. Il suo interno assomiglia in tutto e per tutto a una grande isola tropicale all’interno del quale perdersi e immergersi.

L’esperienza è adatta sia a chi viaggia in coppia che in famiglia. Mentre i più piccoli possono divertirsi tra le numerose attrazioni acquatiche, tra cui numerosi scivoli e piscine, i grandi possono rilassarsi all’interno dell’atmosfera tropicale ricreata in ogni dettaglio.

All’interno della struttura, infatti, oltre alle piscine, sono presenti foreste pluviali, lagune e ristoranti, ma anche diverse aree benessere caratterizzate da spa, saune, cascate e vasche idromassaggio.

La temperatura dell’aria è di circa 26 gradi, un clima ideale non solo per tutte le persone che cercano il caldo anche nei mesi invernali, ma anche e soprattutto per le piante che sono all’interno del parco. Tropical Island, infatti, ospita quella che è la più grande foresta pluviale coperta nel mondo con oltre 50000 piante di circa 500 specie diverse.

Tropical Island si divide per aree tematiche. C’è la Foresta pluviale, di cui abbiamo parlato sopra e il Villaggio tropicale dove è possibile ammirare gli edifici ispirati all’architettura della Thailandia e di Bali. Ci sono poi il Mare tropicale, che ospita un’enorme piscina che sfiora i 140 metri di profondità e la Laguna di Bali, dove si trovano fontane, scivoli e vasche idromassaggio ispirati all’architettura indonesiana.

Per raggiungere i tropici tedeschi, dobbiamo recarci nel comune di Krausnick, Brandeburgo, a circa 60 chilometri da Berlino. È qui che, all’interno di un ex hangar per dirigibili, prende vita un sogno a occhi aperti.

Tropical Island

Fonte: Getty Images

L’isola tropicale alle porte di Berlino