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La cittadina fortificata di Noale, un gioiello che pochi conoscono

Venezia è magnifica, certo, ma anche i suoi dintorni non sono da meno: ne è un esempio Noale, tranquilla cittadina della provincia dal fascino medievale, parte del comprensorio del Miranese.

Siamo al cospetto di una delle città murate del Veneto, dalla storia antica, contraddistinta nel suo importante passato da un sistema di difesa unico nel suo genere e tuttora legata alle tradizioni.

Una storia antica e un sistema di difesa particolare

Le origini di Noale affondano nel XII secolo, con un primo insediamento chiamato Anoalis, terreno nuovo, ma il borgo cresce d’importanza dopo l’anno Mille diventando avamposto militare di Treviso: infatti, nel 1158, il castello diventa residenza dei Tempesta, la famiglia che ottenne l’incarico di amministrare i beni del Vescovo di Treviso.

Ancora oggi è ben visibile l’ingegnoso e originale sistema difensivo basato sullo sfruttamento dell’acqua del fiume Marzenego: vennero realizzate delle “isole d’acqua” racchiuse da strade per rallentare in questo modo gli attacchi dei nemici e l’intero borgo fu delimitato da canali artificiali.
La stessa Rocca si trova su un’isola artificiale, protetta e circondata dall’acqua, ultimo baluardo di difesa, collegata alla terraferma con un ponte levatoio.

rocca tempesta noale

Rocca dei Tempesta, Noale

Cosa vedere a Noale: la Rocca e non solo

La bellissima città fortificata offre davvero molto da vedere, a partire dalla già citata Rocca, iniziata da Ezzelino da Romano nel 1245 e terminata dai Tempesta nel 1272, utilizzata per scopi militari, poi sede del podestà e, con Napoleone, adibita a cimitero, funzione che terrà fino al 1996.
Dopo i restauri, attualmente è sede di manifestazioni folkloristiche e culturali.

Ma non è l’unico punto di interesse turistico di Noale: una passeggiata lungo il centro storico, tra palazzi affrescati e portici gotici, permette di ammirare monumenti di valore artistico quali l’elegante Palazzo della Loggia e il Palazzo Mocenigo (aperto al pubblico come museo), la polveriera veneziana del Teson, l’ospedale militare di San Giorgio, la Torre delle Campane e la Torre dell’Orologio e il quattrocentesco Palazzo Negro.

Una visita, poi, la meritano il principale luogo di culto della città, la Chiesa arcipetrale dei S.S. Felice e Fortunato, con tre navate suddivise da colonne con capitello ionico, ben cinque altari e custode delle opere di Palma il Giovane e Sansovino, e la cinquecentesca Chiesa dell’Assunta, in stile romanico, con una pala del pittore trevigiano Bartolomeo Orioli.

Tutt’intorno, ciò che rimane del perimetro del Castello di Noale, l’area a forma di quadrilatero che, ancora contraddistinta dai fossati medievali, abbraccia il centro storico.

Le tradizioni da non perdere

Lo abbiamo accennato, Noale, tra le mete da non perdere in Veneto, è fortemente legata alle tradizioni, una su tutte quella del Palio, l’appuntamento più atteso in giugno: tre giorni di festa con il corteo di figuranti in costume, la corsa del Palio che si svolgeva all’epoca dei Tempesta, l’accensione della Torre e la cerimonia della “Bala d’Oro” per le diciottenni.

Allo stesso modo, entusiasma la Disfida della Rocca, competizione tra i musici e gli sbandieratori delle varie contrade con una corsa lungo un percorso di un chilometro e seicento metri, il mercato medievale, il corteo storico con giullari e la cena delle contrade.

Ma non è tutto: tra i numerosi eventi organizzati in città spiccano il Festival internazionale Marzo Organistico, Noale in Fiore, e il falò dell’Epifania.

Noale

Veduta della Rocca di Noale

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Abruzzo Borghi Viaggi

Viaggio alla scoperta del borgo più freddo d’Italia

A 1329 metri di altitudine al centro dell’Altopiano delle Rocche, nel cuore dell’Abruzzo, ecco il borgo più freddo d’Italia dove, nel 2012, la stazione meteorologica ha rivelato una temperatura di -37,4 gradi: stiamo parlando di Rocca di Mezzo, in provincia dell’Aquila. Ma non è tutto: il record di “temperatura sottozero” risale al 1985 quando furono rilevati ben -45 gradi!

Qui la neve non manca e fa la felicità dei turisti che possono godersi il paesaggio montano con gli sci ai piedi nei comprensori sciistici di Campo Felice e Ovindoli-Monte Magnola.

Conosciamo più da vicino questo borgo suggestivo, sede del Parco naturale regionale Sirente-Velino, dove il territorio ha un dislivello importante che va dai 925 ai 2243 metri.

Rocca di Mezzo: il borgo

Risalente intorno all’anno Mille, Rocca di Mezzo ha preservato nel corso del tempo il suo fascino di borgo medievale con le antiche case in pietra, pittoresche chiesette e vicoletti lastricati.

Una visita può avvenire comodamente a piedi, a partire dalla parte alta, il nucleo antico sulla sommità del Monte Calvario, dove immergersi in un’atmosfera suggestiva e ammirare la Chiesa della Madonna della Neve, edificata nel Quattrocento ma rimaneggiata nel Settecento per mostrarsi come la vediamo oggi. Sorge al posto di una fortezza e la torre è stata riutilizzata come campanile; ha pianta a croce latina e conserva al suo interno arredi sacri del XIV e XV secolo e l’altare maggiore in stile rinascimentale.

Altra zona è quella chiamata “La Morge“, nella parte nord: qui degni di nota sono i caratteristici Tre Archi, le fontane e il Palazzo del Municipio in stile tardo classico.

Infine, la zona bassa di Rocca di Mezzo è quella che si è sviluppata nel corso del Novecento con edifici di grande interesse e insediamenti turistici.

Da non perdere Villa Cidonio, la sede del Parco naturale regionale del Sirente Velino, in stile eclettico liberty che ricorda le forme del Rinascimento italiano toscano, e la Chiesa di San Leucio, nell’omonima pineta fuori dal paese.

Raggiungendo poi la frazione di Rovere, ecco i resti del Castello di Rocca di Mezzo, di origine incerta, che si staglia su uno sperone roccioso nelle vesti di una fortezza triangolare con ai vertici le torri circolari.
Qui merita una visita il Museo Archeologico che conserva i reperti ritrovati durante gli scavi: ad esempio, maioliche rinascimentali, vasellame di ceramica, cerniere, chiodi e cardini.

Attività per tutte le stagioni

Grazie al suo ricco patrimonio paesaggistico, storico e culturale, Rocca di Mezzo è una località ambita in tutte le stagioni.

Durante l’inverno, è paradiso degli sciatori con il comprensorio sciistico di Campo Felice, che offre quasi 40 chilometri di piste adatte a ogni livello, lo snowpark, le piste per lo sci di fondo e un’area divertimento dedicata ai più piccoli.
La stazione fa parte del comprensorio Tre Nevi insieme a Campo Imperatore e Ovindoli-Monte Magnola.

In estate, invece, il borgo si trasforma nella meta ideale per gli appassionati di trekking, escursioni e attività a contatto con la natura: sono numerose le occasioni di relax, sport all’aria aperta e di scoperta del magnifico ambiente del Parco che ospita flora, fauna e testimonianze del passato con percorsi escursionistici e storico-culturali.

Rocca di Mezzo

Veduta del paese di Rocca di Mezzo

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La cittadina islandese che nasconde il suo tesoro nel cielo

Nella piccola cittadina islandese di Hella, c’è un’aria magica e incantata. La città ha un’importante vocazione turistica dato che si trova nelle vicinanze del famoso vulcano Hekla. Da Hella, poi, partono le piste per escursioni verso le bellissime catene montuose di Landmannalaugar o Þórsmörk. Ma per godersi il vero spettacolo non serve uscire dalla graziosa città, basta alzare gli occhi al cielo e ammirare tutta la magia dell’aurora boreale.

L’Islanda negli ultimi anni è diventata una meta sempre più richiesta e apprezzata dai turisti che amano escursioni e natura. Tra vulcani, Geyeser, foreste, distese innevate a perdita d’occhio e il cielo più bello del mondo. Non fa eccezione Hella, una cittadinella con pochi abitanti, una piccola comunità agricola che si trova sulle rive del grazioso fiume Ytri-Rangá in una zona nota per l’allevamento dei cavalli. Un posto semplice ma pieno di bellezza.

hella islanda aurora boreale

L’aurora boreale ad Hella

Hella è il posto perfetto per visitare il sud dell’Islanda. La perfetta base d’appoggio per partire ogni giorno alla volta di escursioni, visite guidate e avventure. Potete visitare le cascate Ægissíðufoss, la natura selvaggia che circonda la regione e le cave di Hella.

Tra una passeggiata a cavallo e un’uscita fotografica per immortalare i paesaggi selvaggi dell’Islanda, potete ammirare l’aurora boreale, semplicemente aprendo la finestra. Hella può godere di uno dei cieli più belli al mondo, con i colori e luci magiche dell’aurora. Ricordate che è possibile vedere questo spettacolo della natura per 8 mesi l’anno, da settembre a metà aprile. Scegliete il periodo del vostro soggiorno con cura.

L'aurora boreale a hella, in islanda

Lo spettacolo dell’aurora boreale che illumina il cielo

La cittadina è anche la sede del bellissimo e lussuoso Hotel Rangá. Un albergo affacciato sul Ytri-Rangá, un fiume famoso per la pesca al salmone, è tutto costruito in legno dista 6 km dal museo di storia Saga Center. Le camere e le suite in stile rustico-chic sono dotate di WiFi gratuito, TV e hanno quel fascino speciale che infonde calore, intimità ma anche comfort. Le suite di lusso hanno in più Jacuzzi, frigobar e arredi ispirati a ogni continente. Non solo, l’hotel è dotato anche di ristorante gourmet, bar, vasche idromassaggio scoperte e una sala giochi. Perfetto per rilassarsi dopo una giornata di escursioni.

Hella dista circa 90 km dalla capitale Reykjavik. La città si affaccia sulla costa e ospita il Museo nazionale e il Saga Museum, che ripercorrono il passato vichingo dell’Islanda. Qui potete visitare la bellissima chiesa Hallgrimskirkja, in cemento e il Perlan, un edificio con una cupola rotante in vetro. Queste attrazioni offrono ampie vedute del mare e delle colline vicine. Inoltre, potrete ammirare un capolavoro della natura, la Laguna Blu, nata dall’attività vulcanica dell’isola, è un’area geotermale nei pressi del paesino di Grindavik.

Laguna blu Reykjavik in islanda

La Laguna Blu, nei pressi di Reykjavik in Islanda

Alloggiare a Hella offre la possibilità di risiedere in una delle località più comode dell’Islanda per visitare il sud dell’isola. Tra montagne, fiumi, cascate e la bellezza del piccolo centro cittadino è possibile calarsi nella vita delle persone del luogo, assaporando la vita dei veri islandesi, mangiando cibo tipico e ammirando l’aurora boreale ad ogni risveglio. Un posto da sogno per la vacanza perfetta.

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L’eternità di Notre-Dame in 3D

É finalmente possibile visitare il tour virtuale “Éternelle Notre-Dame”, un omaggio alla storica cattedrale parigina andata in fiamme. Si intitola appunto “Eterna Notre-Dame-de-Paris” ed è una mostra 3D che mira a restituire al pubblico la bellezza dell’immenso monumento nel corso dei secoli, mostrandole evoluzioni e cambiamenti.

La vera ed autentica cattedrale di Notre-Dame è ancora in fase di restauro, la cattedrale, simbolo di Parigi, è andata parzialmente distrutta dal terribile incendio del 15 aprile 2019 e punta a riaprire nel 2024. Nell’attesa di un ritorno alla magnificenza perduta, è stata inaugurata alla Grande Arche de la Défense, alle porte della città, una visita virtuale che consente un’immersione totale nella storia della cattedrale. Un’idea originale per fare rivivere la storia del luogo.

lavori restauro notre-dame parigi

I lavori di restauro di Notre-Dame a Parigi

A celebrare l’eterna bellezza della cattedrale, il nome “Eternelle Notre-Dame”. Si tratta di una spettacolare visita in 3D che permette di saltare indietro nel passato. La mostra è già visitabile, a patto che si amino le sensazioni forti e non si soffra di vertigini, infatti è riservata ai maggiori di 11 anni muniti di green pass, per un costo di 30 euro a biglietto. Situato all’interno della Grande Arche de la Fraternité, lo spazio fisico reale di 500 metri quadri, dove si accede con casco virtuale, può accogliere fino a 50 persone per un tour immersivo. Basta un po’ di tecnologia per viaggiare nel tempo, così è possibile rivivere la storia di Notre-Dame, dal Medioevo fino ai nostri giorni. Un grande omaggio ad uno degli edifici simbolo della Francia e dell’Europa.

Un viaggio virtuale che supera i limiti di tempo e spazio, una vera e propria spedizione in realtà virtuale. Per la prima volta ci verrà mostrata la cattedrale sotto una nuova luce, permettendo al pubblico di scoprire Notre-Dame a partire dalla sua costruzione, tra fatiche, passione e lavori continui per renderla uno dei monumenti più famosi ed amati al mondo.

cattedrale notre-dame parigi

La bellezza della cattedrale di Notre-Dame

Se avete in mente un viaggio nella romantica Parigi, segnativi questa mostra. Lo spazio espositivo rimarrà aperto almeno fino alla fine del 2022, il tour virtuale di Notre-Dame-de-Paris dura 45 minuti. L’iniziativa promossa, tra gli altri, dall’operatore Orange, in partenariato con il comune di Parigi e la diocesi, devolverà Il 30 per cento del prezzo del costo all’ente incaricato dei restauri nonché alla Fondation Notre-Dame per il finanziamento dell’allestimento interno.

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I magnifici interni di Notre-Dame, distrutti dall’incendio del 2019

Fare un salto a Parigi è sempre una buona idea. Notre-Dame è ancora visibile all’esterno, certo non è come visitare gli spettacolari interni, con i magnifici rosoni di vetro colorato. Però l’imponenza e la sensazione di eternità la potete percepire anche solo passeggiando nelle sue prossimità: è una cattedrale un po’ magica.

Per un weekend o una piccola vacanza Parigi è una delle mete ideali, ricca di monumenti storici, musei, ma anche ristoranti e negozi alla moda, offre ogni tipo di divertimento. Tra la Tour Eiffel che si illumina la notte, i giardini di Tuileries in fiore e una passeggiata per gli Champs-Elysees, a Parigi si respirano emozioni speciali.

 

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Africa Egitto Notizie Viaggi

Scoperta in Egitto una coppia di sfingi quasi intatte

L‘Egitto è la terra dalla storia, probabilmente, più affascinante del mondo. Tantissime sono le meraviglie che conosciamo, e altrettante sono quelle che devono ancora essere scoperte. Tuttavia, grazie al lavoro di professionisti e appassionati, vengono sempre più alla luce tesori preziosi e importantissimi appartenenti a un’epoca a noi lontana. Come l’ultimo ritrovamento avvenuto a Luxor, ossia una coppia di sfingi quasi intatte.

Luxor, il museo a cielo aperto più grande del mondo

La città del Luxor è una delle mete turistiche più importanti e famose dell’Egitto. Si trova sulla riva orientale del Nilo e rappresenta la gloria dei faraoni egizi antichi e la loro storia. Viene definita come “il museo a cielo aperto più grande del mondo” poiché la parte moderna è ubicata nello stesso sito dell’antica Tebe, al di sopra e attorno al tesoro dell’Antico Regno.

Recentemente, Luxor ha inaugurato il suo mitologico Viale delle Sfingi attraverso una sfarzosa cerimonia, mentre in questi giorni ha fatto ritornare alla luce tesori di grande importanza.

La scoperta nell’antico tempio egizio di Amenhotep III a Luxor

Alcuni frammenti di una coppia colossale di sfingi in pietra calcarea sono stati rinvenuti nell’antico tempio egiziano di Amenhotep III, particolarmente noto per i Colossi di Memnone, due massicce statue in pietra alte 18 metri raffiguranti Amenhotep.

E proprio qui un team di ricercatori tedesco-egiziano, guidato dall’archeologo Hourig Sourouzian, ha scoperto i manufatti semi-sommersi nell’acqua durante il loro restauro del tempio funerario del faraone.

Due sfingi che misurano circa 8 metri di lunghezza e che, molto probabilmente, raffigurano l’antico sovrano vestito con un copricapo a forma di mangusta, una barba reale e una larga collana. Inoltre, un restauro della pietra calcarea ha rivelato “l’amato di Amon-R” (e un dio egizio) sul petto della sfinge, stando a quanto dichiarato dal Ministero del Turismo e delle Antichità dell’Egitto.

Ma non è finita qui. Nel sito sono state scoperte anche tre statue quasi intatte della dea Sekhmet, una temibile divinità egizia con testa di leonessa e corpo di donna, un leone come difensore del dio del sole Ra, e i resti di una grande sala a colonne.

Inoltre, sulle sue pareti di pietra arenaria sono ancora oggi leggibili una serie di immagini che rappresentano il giubileo reale, un’antica celebrazione egizia che riconosceva e rinnovava il diritto del re a governare.

Le dichiarazioni dei ricercatori sulla scoperta

Amenhotep III è stato un faraone egizio della XVIII dinastia. Conosciuto anche come Amenofi “il Magnifico”, regnò dal 1390 al 1353 a.C. Gli studiosi ritengono che il suo Heb-Sed, ovvero la festa giubilare che vi abbiamo accennato sopra, sia stato il più elaborato e incredibile della storia.

E a tal proposito l’archeologo Sourouzian ha sottolineato la grande importanza della scoperta. Queste sfingi, infatti, confermano la posizione dell’inizio della strada della processione, un luogo cruciale per le cerimonie e le feste. Il regno in gran parte pacifico di Amenhotep III fu segnato da un prolifico programma di costruzione a Tebe, la capitale dell’antico impero egiziano. Ciò includeva i Colossi di Memnone, un complesso di palazzi a Malkata e un porto artificiale che collegava la città al Nilo. Il faraone ordinò anche la costruzione di un grande tempio a Soleb in Nubia.

scoperte sfingi luxor

I Colossi di Memnone e l’area della scoperta

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Le location del film “Corro da te” con Miriam Leone

Sbarcherà nei cinema il 10 febbraio “Corro da te“, la nuova commedia sentimentale di Riccardo Milani che vede protagonisti Miriam Leone e Pierfrancesco Favino e, nel cast, anche Michele Placido, Vanessa Scalera e Giulio Base.

Il film è un remake del francese “Tutti in piedi” scritto e diretto da Franck Dubosc: Gianni (Pierfrancesco Favino) è un quasi cinquantenne single incallito e seduttore seriale, a capo di un importante brand di scarpe da running che, per conquistare la giovane donna di turno, arriva a un certo punto a fingere di essere sulla sedia a rotelle.

Ma grazie all’incontro con Chiara (Miriam Leone), che di lavoro fa la musicista e nel tempo libero la tennista nonostante l’incidente che l’ha resa paraplegica, Gianni arriverà a cambiare prospettiva su molte cose tra cui la vita, l’amore e la disabilità comprendendo che l’unico vero handicap è la mancanza di forza d’animo.

La pellicola è stata girata tra Roma e Venaria Reale: in quest’ultimo caso, Via Mensa è stata trasformata in una delle vie di Lourdes.

Venaria Reale, la meraviglia della Reggia

Alle porte di Torino, il comune di Venaria Reale ospita la grandiosa Reggia, una delle più affascinanti residenze sabaude, capolavoro di architettura e Patrimonio UNESCO dal 1997.

Venne progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte su volontà di Carlo Emanuele II che desiderava una residenza di caccia e costruita tra il 1658 e il 1659, fastosa e imponente, sulla scia della stupenda Reggia di Versailles.

La Reggia fa parte di un complesso monumentale di ben 80.000 metri quadri, 50 ettari di giardini reali e 3000 ettari recintati del Parco Naturale La Mandria e si presenta come una meraviglia barocca tutta da scoprire: vanta, infatti, alcune delle espressioni più alte di questo stile con la solennità della Galleria Grande, l’affascinante scenario della Sala di Diana, la Cappella di Sant’Uberto con il complesso delle Scuderie Juvarriane, opere di Filippo Juvarra nel Settecento, la magnifica Fontana del Cervo nella Corte d’Onore e decorazioni che lasciano senza fiato.

Oltre ad ammirare alcune delle espressioni più elevate del barocco universale, autentici capolavori di arte, paesaggio e architettura, qui si rimane incantati anche dai Giardini della Reggia, dialogo tra antico e moderno con la monumentale statua dell’Ercole Colosso in compagnia di opere di artisti contemporanei come Giovanni Anselmo e Giuseppe Penone.
Regalano inoltre una visione all’infinito che non ha pari tra i giardini italiani grazie all’ampiezza del panorama naturale incorniciato dai boschi del Parco e dalle Alpi e alla magnificenza delle prospettive.

La Reggia di Venaria è anche sede di interessanti mostre temporanee.

Roma, la Città Eterna

Altro autentico museo a cielo aperto è poi Roma, quella città sempre magica e coinvolgente ogni volta che la si visita, uno scrigno di arte, architettura, cultura e storia che sa incontrare le preferenze di ogni turista e incantare a ogni sguardo grazie alle innumerevoli tracce di un fulgido passato millenario.

Nel corso degli anni, la Capitale ha saputo rinnovarsi e accogliere le nascenti tendenze artistiche ospitando mostre d’arte contemporanee e musei tra cui è doveroso nominare il MAXXI, il museo nazionale delle Arti del XII secolo con due sezioni, una dedicata all’arte e l’altra all’architettura, progettato dall’architetto Zaha Hadid.

venaria reale

La Reggia di Venaria

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Viaggi Wanderlust

In questo scatto si nasconde il simbolo di una città italiana

C’è un’immagine, meravigliosa e suggestiva, che sta facendo il giro del web. Sembra un fotomontaggio, un’opera d’arte digitalizzata o, ancora, un capolavoro di land art. All’apparenza non è riconoscibile, quello che è certo e che incuriosisce e affascina, anche se il soggetto non è chiaro. In realtà, però, il protagonista di quella foto è un luogo che conosciamo bene, uno dei simboli più riconoscibili di una delle città del nostro Paese. Avete indovinato cosa è raffigurato nell’istantanea?

A scattare e a condividere la fotografia è stato l’Earth Observatory dell’agenzia spaziale americana Nasa nell’ambito di Sentinel-2, un progetto sviluppato dell’ESA che ha come obiettivo quello di monitorare le aree verdi e naturali del pianeta Terra.

In questa immagine, dove all’apparenza tutto sembra essere stato ricoperto di candida neve, in realtà, c’è il Vesuvio che fa capolino tra le nubi a bassa quota. Lo scatto, acquisito il 2 gennaio dall’Operational Land Imager su Landsat 8, è magico e suggestivo. Il vulcano squarcia le nuvole formando una specie di spirale. Ma per quanto straordinaria possa apparire ai nostri occhi, quell’istantanea è anche un monito per tutti.

Bello e pericoloso: il Vesuvio di Napoli

Il Vesuvio, simbolo riconoscibile di una delle città più belle del nostro Paese, non ha bisogno di presentazioni. È bellissimo e suggestivo, perché con la sua maestosità definisce in maniera univoca l’intero paesaggio urbano di Napoli. Ma è anche molto pericoloso, nonostante la sua lunga inattività.

Il Vesuvio è uno dei pochi vulcani rimasti attivi in Europa ed è anche uno dei più pericolosi se consideriamo che su 3 milioni di persone che vivono nel capoluogo campano, 80000 risiedono proprio lì, alle pendici del Vesuvio. Anche la storia delle sue eruzioni non garantisce sonni tranquilli.

C’è quella del 79 d.C che non ha solo distrutto le città di Pompei ed Ercolano, ma le ha inghiottite con flussi piroclastici. L’episodio storico, considerato in assoluto una delle più grandi catastrofi naturali del mondo, ha trasformato l’intera area nel primo osservatorio vulcanologico del monco costruito nel XVIII secolo. Poi, dopo altre grandi eruzioni che si sono susseguite nei secoli, c’è stata quella del 17 marzo del 1944 che ha colpito principalmente San Sebastiano e Massa, situate sul versante occidentale del vulcano. Da quel momento, il Vesuvio, è rimasto in silenzio.

Il simbolo di una città nel mondo

Eppure nonostante la pericolosità decantata e riconosciuta di questo gigante spaventoso, il Vesuvio resta per i napoletani, e per tutti, il simbolo della città del sole e del mare. È sagoma maestosa e riconoscibile nelle foto e nelle cartoline del capoluogo campano, è ed è stato fonte inesauribile d’ispirazione per poeti, pittori, artisti e musicisti. È nella storia di San Gennaro, che fermò l’eruzione del Vesuvio, è nelle leggende, nei film e nelle parole, è nella quotidianità di ogni cittadino.

Nonostante la sua grandezza, il Vesuvio non sfigura Napoli anzi, la valorizza. Lo fa adagiandosi delicatamente sul golfo della città e quella rappresenta.

È complessa, affascinante e sicuramente incosciente questa storia d’amore che perdura da secoli tra i cittadini e il gigante addormentato. Eppure esiste e in qualche modo è magica, esattamente come questa foto in cui il cono del vulcano squarcia le nuvole e mostra tutta la sua forza.

Vista dall'alto del Vesuvio

Vista dall’alto del Vesuvio

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Cosa ci fa l’immagine di una testa aborigena nel cuore del Canada?

Nel 2006, durante l’esplorazione delle immagini satellitari messe a disposizione da Google Earth, Lynn Hickox ha fatto una scoperta sensazionale e inaspettata che ha incuriosito il mondo intero. Ha trovato, infatti, nel cuore del Canada, una misteriosa raffigurazione di una testa umana che indossa un copricapo tipico degli aborigeni. Il profilo altamente evocativo e visibile solo dall’alto, ha attirato l’attenzione di tutti in pochissimo tempo.

L’immagine è visibile solamente dall’alto sorvolando l’area in cui questa si trova. Ma può essere riconosciuta facilmente anche attraverso le immagini satellitari di Google Earth, del resto è grazie è quelle che la scoperta è avvenuta. Ma cosa ci fa quella grande e maestosa testa umana? Si tratta forse di un’opera di land art che nessuno ha rivendicato?

Dal momento della scoperta, leggende, credenze e storie affascinanti sono state raccontate per provare a spiegare il mistero di The Badlands Guardian, il Guardiano dei Calanchi che sembra proteggere, in maniera vigile, un appezzamento di terra canadese. L’immagine è visibile anche a bordo di un aereo, sorvolando sopra l’area di Medicine Hat in Alberta. Ma come mai è lì? E chi è l’artefice di quell’immagine?

The Badlands Guardian: tra mito, realtà e leggende

L’immagine del Guardiano dei Calanchi si estende per 255 metri di larghezza e 225 di lunghezza su un terreno nei pressi di Medicine Hat, centro urbano canadese, di proprietà di alcuni allevatori locali. Sono in molti a sostenere che quel profilo umano sia là da secoli e che riconduca direttamente ai Maya. Qualcun altro, invece, crede che nel Badlands Guardian ci sia lo zampino degli alieni.

Ma la verità è che, secondo gli esperti, nessuna di queste teorie è vera. L’immagine, infatti, è stata spiegata come una peculiare caratteristica geologica dovuta all’erosione del terreno, ricco di argilla, a contatto con l’acqua piovano.

Una meraviglia della natura, quindi, creatasi a seguito di una serie di fattori determinanti e casuali che ha dato vita a un vero e proprio profilo umano scolpito sulla terra, con tanto di naso, occhi, bocca e un copricapo indigeno.

Guardando attentamente la fotografia, in molti hanno notato anche degli auricolari attorno al viso dell’uomo che si affaccia a ovest, motivo per il quale il Guardiano dei Calanchi è stato anche soprannominato Indian Head with Earphone. Anche il mistero di quelle cuffie è stato spiegato: sulla terra, quelle due figure, corrispondono rispettivamente a una strada e un pozzo petrolifero.

La risoluzione del mistero del Guardiano dei Calanchi, che restituisce a tutti l’immagine di un profilo umano, è stata spiegata dagli esperti come fenomeno di pareidolia, un’illusione che induce a vedere forme riconoscibili o familiari in quelle amorfe.

La scoperta del guardiano misterioso

The Badlands Guardian: è stato scoperto in via del tutto casuale da Lynn Hickox mentre esplorava la zona attraverso le immagini satellitari messe a disposizione da Google Earth a Medicine Hat, nella contea di Cypress in Alberta, Canada. Il terreno sul quale è stata “scolpita” l’immagine, appartiene ad alcuni allevatori locali.

In molti, dal momento della scoperta, si sono recati nella cittadina canadese per esplorare il terreno che però, lo ricordiamo, è di proprietà privata. Inoltre, visto da vicino, non restituisce la medesima suggestione.

Al contrario, invece, la visione dall’altro ci permette di ammirare tutta la suggestione di quel grande guardiano disegnato sulla terra. Possiamo vederlo nitidamente anche grazie alle immagini satellitari di Google, a queste coordinate: 50° 0’38.20″N, 110° 06′ 48.32″W. Dopo la sua scoperta The Badlands Guardian è stato annoverato tra le meraviglie e inedite scoperte fatte attraverso Google Earth.

The Badlands Guardian

The Badlands Guardian visto dalle immagini satellitari di Google Maps

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I Paesi che riapriranno le frontiere nel 2022

Tra restrizioni e chiusura delle frontiere, sono ormai due anni che viaggiare all’estero è diventato davvero difficile – soprattutto se si parla di raggiungere mete fuori dall’Unione Europea. Ma con il 2022 qualcosa dovrebbe cambiare: diversi Paesi hanno annunciato una progressiva riapertura dei propri confini (che in alcuni casi ha già avuto luogo, almeno parzialmente). Una buona notizia per il mondo del turismo, e per tutti gli amanti dei viaggi. Vediamo quali sono gli Stati che dovrebbero tornare ad accogliere i turisti nei prossimi mesi.

Australia

È stato uno dei Paesi più “severi” per quanto riguarda la chiusura delle frontiere, ma ora l’Australia ha riaperto al turismo. A partire dal 15 dicembre 2021, i viaggiatori stranieri possono varcare i suoi confini, purché in possesso dell’adeguato visto temporaneo rilasciato dalle autorità australiane. Per poter entrare nel Paese, è necessario compilare il modulo disponibile su questo sito e possedere i seguenti requisiti:

  • certificato di vaccinazione completa (da almeno da 14 giorni);
  • esito negativo di un tampone molecolare effettuato nelle 72 ore precedenti la partenza (dal 23 gennaio 2022, è sufficiente anche il risultato di un test antigenico, purché effettuato sotto controllo medico).

I turisti in ingresso in Australia potrebbero doversi sottoporre a quarantena: le disposizioni cambiano a seconda del territorio in cui si viaggia, e sono soggette a variazioni (anche con breve preavviso) sulla base della situazione sanitaria locale. Per questo motivo è bene informarsi con cura nei giorni precedenti la propria partenza, se si ha in programma un viaggio nel Paese.

Nuova Zelanda

Per lungo tempo, la Nuova Zelanda ha tenuto chiusi i suoi confini agli stranieri in viaggio per motivi turistici. Negli scorsi mesi, le autorità avevano iniziato a pensare alla possibilità di allentare le misure di sicurezza, tuttavia la diffusione della variante Omicron ha ritardato la riapertura delle frontiere. Attualmente, possono viaggiare nel Paese solamente i cittadini neozelandesi e gli stranieri residenti, oltre a limitate eccezioni (come nei casi di natura umanitaria). Ma a partire dal 30 aprile 2022 anche i visitatori stranieri completamente vaccinati potranno ricominciare a varcare i confini neozelandesi. Per quanto riguarda i requisiti richiesti, non sono ancora state rilasciate ulteriori informazioni.

Singapore

Le autorità di Singapore hanno adottato una particolare procedura che permette ai turisti provenienti da determinati Paesi (tra cui l’Italia) di varcare le sue frontiere. Si tratta della Vaccinated Travel Lane (VTL), in vigore dallo scorso ottobre, che ha tuttavia subito una sospensione in occasione del periodo natalizio, a causa di un incremento dei contagi. I viaggiatori possono tornare ad acquistare biglietti per voli VTL a partire dal 21 gennaio 2022. La procedura è disponibile solamente per i turisti completamente vaccinati (in possesso del Certificato Digitale Covid UE) e permette di evitare la quarantena all’arrivo.

Oltre al vaccino, per poter entrare a Singapore è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • Vaccinated Travel Pass (VTP), che deve essere richiesto su questo sito;
  • dichiarazione sul proprio stato di salute (da compilare su questo sito);
  • assicurazione di viaggio che copra anche le cure mediche relative al Covid;
  • esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza.

All’arrivo a Singapore, i viaggiatori sono tenuti ad effettuare un ulteriore tampone molecolare e a rispettare un periodo di isolamento sino all’esito del test. A partire dal 23 gennaio 2022, inoltre, tutti i turisti devono sottoporsi quotidianamente a tamponi antigenici senza supervisione medica dal 2° al 7° giorno dal loro arrivo.

Thailandia

Anche la Thailandia sta pian piano allentando le proprie misure di sicurezza, riaprendo gradualmente le frontiere ai turisti stranieri. In particolare, il Paese ha adottato una procedura denominata Test&Go, che a partire dal 1° febbraio 2022 permetterà ai viaggiatori di evitare la quarantena. Nel dettaglio questa procedura, destinata unicamente alle persone che hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, prevede i seguenti requisiti:

  • possesso dell’autorizzazione Thailand Pass (da richiedere a questo sito);
  • esito negativo di un tampone molecolare effettuato nelle 72 ore precedenti la partenza;
  • assicurazione sanitaria che copra anche le spese mediche relative al Covid.

All’arrivo in Thailandia, tutti i viaggiatori devono effettuare un secondo tampone molecolare e devono attendere il risultato in isolamento, presso una delle strutture abilitate (il soggiorno va prenotato prima della partenza). Un ulteriore tampone molecolare gratuito deve essere effettuato al 7° giorno di permanenza nel Paese, presso una delle strutture abilitate.

Vietnam

Alla fine dello scorso anno, il governo vietnamita ha lanciato un progetto volto a dare nuova linfa al turismo, uno dei settori che più è stato colpito dalla pandemia. Il Paese, che da marzo 2020 ha chiuso le proprie frontiere agli stranieri, sta ora compiendo i primi passi per riaprire ai turisti provenienti da ogni angolo del mondo. La prima fase ha visto l’accoglienza di viaggiatori che avevano aderito a speciali pacchetti turistici, iniziativa che aveva coinvolto unicamente cinque città (Phu Quoc, Khanh Hoa, Quang Nam, Da Nang e Quang Ninh).

Da gennaio 2022, il Vietnam ha ampliato il suo programma pilota con maggiori destinazioni e un più vasto numero di turisti. E la terza fase, attesa nei prossimi mesi, vedrà la totale ripresa del mercato turistico internazionale. Per poter varcare le frontiere vietnamite, tuttavia, bisogna essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • certificato di vaccinazione completa o certificato di guarigione dall’infezione;
  • esito negativo di un tampone molecolare effettuato entro le 72 ore precedenti la partenza;
  • assicurazione medica o di viaggio che includa la copertura per eventuali trattamenti contro il Covid;
  • acquisto di un pacchetto turistico da un’agenzia di viaggi.

Dove si può viaggiare

Sebbene diversi Paesi extra Ue stanno per riaprire i propri confini, è bene ricordare che i viaggiatori in partenza dall’Italia potrebbero non essere in grado di raggiungerli per motivi turistici. Secondo l’ultima ordinanza riguardante gli spostamenti da e per l’estero, in vigore sino al 31 gennaio 2022 (salvo ulteriori proroghe), i viaggi sono disciplinati sulla base di cinque diversi elenchi di Stati. Al momento, è possibile visitare per turismo tutti i Paesi inclusi nelle liste A, B, C e D. Inoltre sono attivi sei corridoi turistici Covid-free verso altrettante destinazioni (Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto, limitatamente a Sharm El Sheikh e Marsa Alam). Per tenersi sempre informati, ricordiamo di visitare il sito Viaggiare Sicuri.

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Finalmente si torna in Irlanda, perché gli italiani non vedevano l’ora

La prima buona notizia ve l’abbiamo data qualche giorno fa, quando abbiamo annunciato che l’Irlanda ha ammorbidito le regole d’ingresso nel Paese per i turisti, togliendo l’obbligo di tampone prima della partenza per chi possiede un Green Pass (e che quindi è vaccinato con due dosi – o una di J&J – o è guarito dal Covid).

La seconda notizia è che ripartono con un operativo massiccio anche i voli che collegano l’Italia all’Irlanda. Nelle ultime ore, la compagnia low cost irlandese Ryanair ha lanciato un piano operativo, il più vasto mai annunciato, di voli diretti a Dublino da tutta Europa (900 alla settimana), Italia compresa. Già ora, con le numerose offerte della compagnia, per chi volesse partire ci sono voli diretti a Dublino e anche a Knock, nella Contea di Mayo, nell’Irlanda occidentale, a meno di 10 euro.

Dove andare in Irlanda

Ed è proprio di questa Contea che vi vogliamo parlare, perché è uno degli angoli più belli dell’isola di Smeraldo. Vanta alcuni dei siti più belli dell’isola, dalle spiagge Bandiera Blu alle dimore storiche ed è vi si trovano alcuni dei villaggi più accoglienti d’Irlanda, come Westport, per esempio.

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La cittadina di Westport in Irlanda

Knock è famosa per un fatto eccezionale accaduto a fine ‘800: l’apparizione della Vergine, di San Giuseppe e di San Giovanni Evangelista. A ricordare quest’evento, oggi c’è un imponente santuario, uno dei più visitati d’Europa – circa un milione e mezzo di pellegrini all’anno – , secondo per importanza solo a Lourdes e a Fatima. Gli irlandesi chiamano la loro cittadina “Cnoc Mhuire”, che significa “collina di Maria Vergine”. Knock divenne così importante che fu visitata anche da Papa Giovanni Paolo II e nel 2018 da Papa Francesco.

La Wild Atlantic Way

Non tutti i turisti che ci vanno oggi però sono pellegrini. Knock è il punto di partenza per andare alla scoperta della celebre Wild Atlantic Way, la strada segnalata più lunga del mondo e sicuramente tra gli itinerari più affascinanti che ci siano in Europa, che si estende per 2.500 chilometri lungo la costa Ovest.

La Wild Atlantic Way costeggia altissime scogliere e spiagge nascoste, attraversa vivaci villaggi colorati e permette di venire a contatto con le antiche tradizioni gaeliche e con la popolazione, locale famosa per la sua incredibile accoglienza (e che gli italiani adorano).

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La Contea di Mayo

Questo tratto di percorso è detto Bay Coast, dove il paesaggio è aspro e incontaminato, dove si cammina in compagnia solo delle pecore, ma soprattutto dove il panorama è a dir poco spettacolare. Un’esperienza meravigliosa, che farà scoprire angoli remoti e sconosciuti della verde Irlanda, spesso noti soltanto dalla gente del posto.

“È sicuramente uno degli itinerari più affascinanti d’Europa se non addirittura il più affascinante, e anche il più interessante di tutto il mondo, perché unisce paesaggi che sono molto diversi”, ci aveva raccontato in un’intervista qualche tempo fa Cristina Gambaro, giornalista e autrice di guide di viaggi, che insieme al fotografo Andrea Pistolesi ha percorso interamente la Wild e ha pubblicato un bellissimo libro fotografico intitolato “Wild Atlantic Way & Causeway Coastal Route” (PadPlaces Books).


Wild Atlantic Way

Le suggestive immagini accompagnate da racconti e preziosi suggerimenti, scegli il formato della guida che preferisci

Quando nel 2013 il Turismo Irlandese ha lanciato questo brand per promuovere il turismo nelle regioni occidentali ho temuto che l’afflusso di massa rovinasse l’incanto”, ha spiegato Gambaro. “Fortunatamente, a parte alcuni punti, come le Cliffs of Moher ingabbiate nei parapetti delle normative di sicurezza e vittime della loro bellezza, sono ancora molti gli angoli remoti dell’Ovest che regalano incanto. La Wild Atlantic Way non delude mai”.

La natura irlandese

Gli italiani adoreranno questa parte d’Irlanda dove la natura la fa da padrona, dove il distanziamento naturale è assicurato e dove vivere appieno un’esperienza autentica. Prima della pandemia erano centinaia di migliaia i nostri connazionali che visitavano questo splendido Paese ogni anno. Poi il Covid ha costretto tutti a chiedere i confini per contenere il virus e l’Irlanda ha aperto al turismo solo per pochi mesi negli ultimi due anni.

Ma ora – forse – è giunto il momento di tornare. E non c’è bisogno di aspettare l’estate per andarci, perché l’Irlanda ha tanto da offrire anche fuori stagione, quando la natura è ancora più suggestiva e ci sono tanti festival, eventi e tradizioni da scoprire insieme agli irlandesi.

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Una spiaggia nei pressi di Westport