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Il canyon italiano che in pochi conoscono è pura meraviglia

Quando pensiamo ai canyon, di solito, la prima immagine che viene in mente è quella dei famosi siti statunitensi ma sono molti i luoghi, anche in Italia, che nascondono bellezze spesso inaspettate.

Uno di questi è la splendida Puglia che, tra i suoi tesori, custodisce anche un Canyon, affascinante giacimento di terra rossa nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: ecco la Cava di Bauxite di Spinazzola, una meta da cartolina che ancora pochi conoscono.

Un luogo dal fascino esotico, una scoperta straordinaria

Siamo in Puglia ma qui si ha la sensazione di ritrovarsi in un luogo differente, come se, da un momento all’altro, si venisse trasportati Oltreoceano: la Cava di Bauxite di Spinazzola, dal fascino e dal colore esotico, racconta la storia del territorio e una ricchezza dal valore inestimabile che, per anni, fu importante fonte di reddito per l’economia della regione.

La sua scoperta avviene nel 1935 quando il ragionier Paolo Cappiello e il geometra Luca Nanna, durante un’escursione nei dintorni di Spinazzola, vengono attratti da alcune pietre di colore rossastro, molto pesanti.

Incuriositi, ne prelevano un campione e lo inviano per l’analisi a un laboratorio specializzato con sede a Genova: si tratta di bauxite, una roccia particolare, da cui è possibile ricavare l’alluminio, che si forma per via dell’alterazione delle rocce calcaree provocata dagli agenti atmosferici. Contiene varie specie minerarie tra cui idrossidi e ossidi, sia di ferro che di alluminio.

rocce bauxite

Fonte: iStock

Rocce di bauxite

Così, arriva la decisione di dare vita a una ditta con il permesso di ricerca e sfruttamento minerario della zona: è l’inizio della proficua attività estrattiva della Cava che sarà attiva dal 1950 al 1978 affermandosi come uno dei giacimenti minerari più importanti d’Italia.

Il materiale estratto, allo stato grezzo, veniva trasportato su camion al Porto di Trani per giungere a Porto Marghera dove le fonderie provvedevano a trasformarlo nel prodotto finito, l’alluminio.

Con l’arrivo degli anni Ottanta, la concorrenza di materiale proveniente dall’Africa, più puro ed economico da lavorare, porta prima a una diminuzione dell’attività nelle cave pugliesi e, poco dopo, alla chiusura definitiva.

La cavità, tuttavia, non fu ricoperta e oggi dona una visuale unica nel suo genere con il cratere profondo una cinquantina di metri dove il rosa, il rosso, l’arancione e molteplici altre sfumature di colore si fondono in armonia ricalcando l’atmosfera dei Canyon più famosi.

Oggi, infatti, la Cava di Spinazzola si presenta come un’ampia vallata rossastra che si apre, all’improvviso, tra le pareti rocciose a picco: gli amanti della fotografia potranno scattare immagini indimenticabili e gli appassionati di trekking ed escursioni concedersi rilassanti passeggiate lungo i sentieri dai panorami difficili da descrivere a parole.

Siamo in una realtà fuori dal tempo, lontana dal frastuono di tutti i giorni, dove rimanere in contemplazione.

miniera bauxite spinazzola

Fonte: iStock

La miniera di bauxite di Spinazzola

Come raggiungere la Cava di Bauxite di Spinazzola

Il suggestivo Canyon pugliese, insieme all’altrettanto affascinante Cava di Bauxite di Otranto, è una meta ancora poco conosciuta ma che vale davvero la pena visitare.

Si trova lungo la strada tra Spinazzola e Andria, non lontano dal Castello medievale di Garagnone: percorrendo circa dieci chilometri sulla SP 230 dalla città di Spinazzola, si prosegue verso la SP 138, direzione Andria.

Quattro chilometri prima dello svincolo, a destra della carreggiata si apre una strada sterrata: imboccatela e, dopo un boschetto, ecco lo scenario impareggiabile delle cave rosse.

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Abbiamo trovato la città dei selfie: è straordinaria

Sono tante, anzi tantissime, le fotografie che popolano il nostro smartphone e i nostri profili Instagram, e che immortalano i momenti significativi dei viaggi più belli che abbiamo intrapreso intorno al mondo.

Alcuni scatti sono dedicati alle meraviglie che portano la firma della natura, tra cui laghi, boschi e foreste incantate. Altri ancora, invece, sono dedicati alle città e ai loro colori, gli stessi che ci permettono di avere un feed social di tendenza che destinato a fare il pieno di like. E poi ci sono i selfie, quelli che scattiamo scegliendo accuratamente i luoghi che faranno da sfondo alle nostre fotografie più belle.

E se siete fan dell’autoscatto, soprattutto quando siete in viaggio, allora non potete non inserire nella lista delle prossime destinazioni da raggiungere anche Cantarranas. Conosciuto come il paese dei murales, questo piccolo e colorato paese dell’Honduras, ha fatto sua la fama di città dei selfie. Il motivo? Scopriamolo insieme.

Tra le strade di Cantarranas

È un viaggio insolito, particolare e lontano dai sentieri più battuti del turismo di massa, quello che facciamo insieme a voi oggi e che ci porta direttamente in Honduras.

Il Paese dell’America Centrale, bagnato dal Mar dei Caraibi a nord e dall’Oceano Pacifico a sud, ospita un luogo straordinario che lascia senza fiato tutti i viaggiatori che si spingono fin qui. Si tratta di Cantarranas, già conosciuto come paese dei murales, perché in effetti l’arte di strada qui è assoluta protagonista. Non c’è edificio, casa o struttura che non sia stata sapientemente valorizzata con la street art. Quello che è emerge, guardando la città nella sua totalità, è una galleria d’arte en plein air in cui le opere murarie sembrano prendere vita.

Situato nel dipartimento di Francisco Morazán, il comune dell’Honduras è stato fondato nel 1667 con il nome di Cantarranas. Non si tratta di una destinazione comune tra i turisti, che sono più affascinati dal mare e dalla natura che caratterizza l’Honduras, che dal resto. Eppure questo luogo è straordinario, così come lo sono i suoi murales e la sua storia.

Cantarranas, la città dei selfie

Fonte: ANSA

Cantarranas, la città dei selfie

La città dei selfie

La riqualificazione di Cantarranas che dà alla città il suo aspetto attuale, affonda le sue motivazioni in un destino condiviso da tantissimi territorio del mondo. Mentre alcuni luoghi si ritrovano costretti ad affrontare le conseguenze di un turismo di massa troppo spesso invasivo, infatti, ce ne sono altri che sentono l’esigenza di attirare i viaggiatori per trasformare il turismo in una fonte economica. Ed è questo il caso della città dell’Honduras che, negli ultimi anni, si è trasformata in un museo a cielo aperto, uno scenario ideale per scattare il selfie perfetto e condividerlo sui social.

Situata a meno di 50 km da Tegucigalpa, Cantarranas si è trasformata da antico centro minerario a città dei selfie. Tutto merito delle opere che campeggiano sulle facciate degli edifici in stile coloniale e che colorano le strade e le piazze in maniera sorprendente.

I murales di Cantarranas, che portano la firma degli artisti locali, parlano del vasto e variegato territorio del Paese: ci sono le foreste, la flora e la fauna, ci sono le scene di vita urbana e rurale. C’è un grande disegno che incornicia le strade della città e tutti quei percorsi che i cittadini e i viaggiatori attraversano ogni giorno.

È proprio qui, dopo la riqualificazione urbana, che i turisti scelgono di fermarsi. Per guardare le opere, per immortalare con lo smartphone quel tripudio di arte e colore che esplode in ogni angolo della città e per scattarsi numerosi selfie da condividere sui social network.

Cantarranas, la città dei selfie

Fonte: Getty Images

Cantarranas, la città dei selfie
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Le dimore più lussuose dove trascorrono le vacanze le Famiglie Reali

Oltre ai tanti impegni ufficiali ai quali non possono proprio fare a meno di ottemperare, le Famiglie Reali possono godersi qualche privilegio: le loro vacanze, ad esempio, le trascorrono in dimore super lussuose situate in splendide località molto riservate, ben lontane da occhi indiscreti. Scopriamo quali sono le loro residenze meravigliose.

Le dimore delle vacanze della Royal Family

Non possiamo che partire dalla Famiglia Reale inglese e dalle loro splendide residenze estive. La Regina Elisabetta II, che si è spenta lo scorso settembre all’età di 96 anni, amava moltissimo ritirarsi presso la sua dimora a Balmoral, nel Galles. Stiamo parlando di un suggestivo castello costruito a partire dal ‘300, immerso in un rigoglioso parco che si dipana per ben 20mila ettari nelle campagne circostanti. Elisabetta e suo marito Filippo vi hanno trascorso praticamente tutte le estati, ed è proprio qui che Sua Maestà è deceduta, nel luogo che forse più di tutti aveva amato.

Suo figlio, Re Carlo III, che gli è succeduto sul trono inglese, ha invece scelto la tenuta di Llwynywermod come sua residenza per le vacanze in Galles. Acquistata nel 2007, la proprietà include una deliziosa fattoria rimessa a nuovo e tre cottage (due dei quali vengono affittati quando il Re e sua moglie Camilla non soggiornano nella dimora principale). Mentre Kate Middleton e il Principe William preferiscono il mare: le loro vacanze di famiglia hanno come location Villa Antilles, nell’isola caraibica di Mustique. La lussuosissima abitazione viene affittata ogni anno per oltre 31mila euro a settimana, e gode di cinque camere da letto, una piscina a sfioro e una vista mozzafiato.

Prima di lasciare il loro ruolo da membri della Famiglia Reale, anche il Principe Harry e Meghan Markle hanno trascorso vacanze extra lusso. A quanto pare, la Duchessa di Sussex ama profondamente Ibiza, una delle mete turistiche più famose nel Mediterraneo. Nel 2019, lei e suo marito hanno trascorso l’estate in una villa di gran lusso alle Baleari affittata a ben 130mila euro la settimana, una scelta che all’epoca aveva suscitato qualche polemica. Dopo aver lasciato Londra, l’anno successivo, hanno invece passato il Natale in una residenza canadese costata addirittura 12,6 milioni di euro, ovviamente dotata di tutti i confort.

Le vacanze delle altre Famiglie Reali

Dove trascorrono le loro vacanze le altre Famiglie Reali? Re Felipe VI di Spagna e sua moglie Letizia, assieme alle figlie Leonor e Sofia, hanno una splendida residenza a Palma di Maiorca, sull’isola delle Baleari: si tratta di Palazzo Marivent, ricevuto in dono dal governo locale negli anni ’70. Nel corso del tempo, i Reali spagnoli vi hanno accolto molti ospiti illustri, tra cui la Principessa Diana con i suoi figli William e Harry. La Famiglia Reale olandese, invece, ama recarsi in Grecia per le vacanze estive. Qui, nei pressi della città di Kranidi, Re Guglielmo Alessandro ha acquistato una splendida villa extra lusso con piscina, porto turistico privato e spiaggia personale.

C’è chi invece apprezza particolarmente la Francia. È il caso della Famiglia Reale danese, che ha una residenza privata immersa tra i vigneti del sud del Paese: stiamo parlando di Château de Cayx, dove la Regina Margrethe e il suo defunto marito Henrik hanno persino scoperto il piacere della vinificazione. Mentre la Famiglia Reale belga è stata conquistata dalla piccola Île d’Yeu, circondata dall’oceano Atlantico. Qui Re Filippo e sua moglie Mathilde hanno preso in affitto una splendida villa ogni estate, fin quando non hanno deciso di acquistare una lussuosa proprietà.

Ma non c’è bisogno di andare troppo distante per le vacanze. La Famiglia Reale norvegese ha una meravigliosa proprietà a Bygdøy, una vera e propria fattoria un tempo appartenente ad un monastero. Oggi, dopo tante opere di ristrutturazione, è una dimora lussuosa dove si vive comunque in semplicità, a contatto con la natura. Tanto che qui vivono 60 mucche da latte e vari altri animali. Infine, la Famiglia Reale svedese trascorre le sue estati presso il Palazzo di Solliden, tenuta isolana ispirata alla splendida Villa San Michele di Capri. I suoi giardini sono un vero capolavoro.

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Cerchi un Natale alternativo? Trascorrilo in una sauna nell’igloo

Le luci della città si accendono di magia mentre nell’aria si diffonde un profumo che sa di mandorle tostate e vin brulé e che inebria i sensi e solletica il palato. Tutto intorno, invece, una calda atmosfera riscalda il cuore e l’anima anche se i gradi raggiungono lo zero.

È la magia dell’Avvento, di quel periodo che precede il Natale e che ci ricorda perché questo momento dell’anno è così amato dalle persone di ogni età. È lo stesso periodo che ci invita a organizzare viaggi straordinari intorno al mondo per scoprire quei paesaggi invernali che, durante le feste, si trasformano nelle cartoline più belle da incorniciare.

Viaggiare a Natale è sempre un’esperienza meravigliosa. Ma se state cercando qualcosa di straordinario e di insolito, all’insegna del benessere e della natura, abbiamo quello che fa per voi. Che ne dite di trascorrere il Natale in una sauna a forma di igloo immersa nella natura innevata estone?

Natale in Estonia

Organizzare un viaggio in Estonia è sempre un’ottima idea. Lo è perché il Paese lambito dalle acque del Mar Baltico e del Golfo di Finlandia ospita un territorio straordinario e mozzafiato che alterna spiagge rocciose ad antiche foreste e grandi laghi. A incorniciare questo paesaggio variegato ci sono i castelli, le chiese e le fortezze abbarbicate sulle colline.

C’è poi la capitale, Tallinn, che da secoli incanta viaggiatori provenienti da tutto il mondo con il suo centro storico perfettamente intatto, i musei e l’imponente torre televisiva che offre una terrazza panoramica dalla quale poter abbracciare con lo sguardo tutta la città.

Durante il periodo dell’Avvento Tallinn, così come altre città del Paese, s’illumina di meraviglia. Le strade, i vicoli e il centro storico regalano atmosfere incantate e fiabesche. E non potrebbe essere altrimenti dato che la storia vuole che proprio nella capitale dell’Estonia è stato allestito il primo albero di Natale nel 1441. Una tradizione, quella dell’albero, che viene perpetuata ancora in grande stile.

Ed è proprio partendo dalla capitale che è possibile raggiungere Kõrvemaa, un luogo dove, circondati dalla natura più autentica, è possibile vivere un’esperienza tradizionale all’insegna del benessere e del relax, come quella di trascorrere le vacanze di Natale all’interno di una sauna costruita in un igloo immerso nella natura.

La sauna nell’igloo immersa nella natura

L’Estonia, come abbiamo già detto, è un Paese che non smette mai di stupire. Non solo per i paesaggi, ma anche per tutta una serie di esperienze volte al benessere e alla rigenerazione dei sensi che cittadini e viaggiatori qui possono vivere. Su tutto il territorio, infatti, si snodano diverse terme, luoghi ideali per rilassarsi e godere di trattamenti vari e saune calde.

Celebre è la smoke sauna, un particolare tipo di sauna che viene riscaldata con un camino all’interno del quale le pietre laviche si riscaldano con la legna. Si tratta di una tradizione molto radicata nella cultura tradizionale del territorio che ha raccolto l’entusiasmo dei viaggiatori di tutto il mondo.

Molto spesso, le strutture, sono costruite nei pressi di laghi ghiacciati, così da permettere agli ospiti di fare un bagno gelato e provare l’ebrezza di un rituale che ha tantissimi benefici per la pelle e la circolazione sanguigna.

Se volete vivere un’esperienza di magico relax nella natura incontaminata estone, allora il consiglio è quello di raggiungere l’Igloo saunas situata a Kõrvemaa. Come il nome stesso suggerisce, si tratta di una sauna ricreata all’interno degli igloo in un’area protetta situata a circa 50 km a est di Tallinn, già meta prediletta degli amanti degli sport invernali. È qui che è possibile vivere un’esperienza straordinaria dove la natura incontra il benessere.

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L’offerta di Ryanair per il Weekend dell’orrore

In occasione del lungo ponte di Halloween, Ryanair lancia la promozione “Weekend dell’orrore” con offerte imperdibili che scadranno alla mezzanotte di lunedì 31 ottobre 2022 per volare dal primo novembre al 15 dicembre a tariffe convenienti e scontate a partire da 19,99 euro (solo andata).

È quindi il momento più adatto per pensare alla prossima vacanza low cost e staccare la spina dalla frenetica routine quotidiana prima delle tanto attese Festività di fine anno. Sono davvero molte le destinazioni tra cui è possibile scegliere: per questo, noi di SiViaggia abbiamo selezionato per voi alcune mete da non perdere.

La scenografica Pafos sulla magnifica isola di Cipro

A tre ore di volo dall’Italia, l’isola di Cipro, culla della Dea Afrodite, è famosa per le bianche spiagge lambite dal mare turchese e l’entroterra punteggiato da vigneti.

Con partenza da Milano Bergamo, a 19,99 euro solo andata, è possibile raggiungere Pafos, un tempo capitale, e oggi scenografica città portuale tutta da scoprire a partire dal centro storico, un dedalo di strade pedonali che abbracciano Piazza Kennedy su cui si affacciano i giardini, il Municipio e la biblioteca, in stile tipico dell’antica Grecia con capitelli e colonne.

La città è oggi suddivisa in due zone, la parte bassa (Kato Pafos) più turistica e vivace con locali e negozi di souvenir, e la parte alta (Ktima Pafos) dove il ritmo della vita scorre lento e immutato da secoli tra bellissimi palazzi coloniali, interessanti musei e moltissime attrazioni culturali.

La costa, poi, è un gioiello: le spiagge sono per tutti i gusti e le esigenze e il mare un vero incanto.

Stoccolma, tra le città più belle della Scandinavia

Da Roma Fiumicino, un volo a 19,99 euro solo andata porta a Stoccolma, edificata su 14 isole e 57 ponti, una delle mete più affascinanti della Scandinavia.

La capitale svedese sa, infatti come sorprendere: il pittoresco centro di impronta medievale, i canali, i moderni elementi di design e i verdi parchi la rendono indimenticabile, in qualsiasi stagione dell’anno.

Il punto di partenza ideale per scoprire la città è il Gamla Stan, uno dei centri medievali meglio conservati in Europa, caratterizzato dalle case color pastello e dai vicoletti dove sentirsi catapultati nel passato: fiore all’occhiello della zona è il Palazzo Reale, con 600 stanze, ricche collezioni di cimeli e musei come l’Armeria Reale.

Durante un tour a piedi della Città Vecchia, non dimenticate di raggiungere il Mårten Trotzigs gränd, il vicolo più stretto della capitale con soli 90 centimetri di larghezza.

Siviglia: tutto il fascino dell’Andalusia

Infine, sempre con un biglietto di sola andata a 19,99 euro, da Catania volate a Siviglia, una delle perle dell’Andalusia, sospesa tra tradizione e modernità e un particolare connubio di architettura araba, spagnola e influenze gitane.

Tra le testimonianze del passato, meritano una sosta l’imponente Cattedrale con la Torre della Giralda alta 90 metri, in origine minareto della moschea sulle cui rovine venne costruita la cattedrale, e l’Alcazar, straordinario complesso monumentale in centro città, ideato e costruito dai Mori, fulgido esempio di architettura mudejar: entrambe le attrazioni sono Patrimonio UNESCO.

Chiese, palazzi storici, la Plaza de Toros, perla di architettura barocca, e anche un tocco di modernità con attrazioni futuristiche quali, ad esempio, il Metropol Parasol, autentico simbolo della Siviglia all’avanguardia.

siviglia

Fonte: iStock

Siviglia, Spagna
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Le colonne che sorreggono il cielo in mezzo al deserto

Esistono luoghi, nel mondo, che sono così belli da non sembrare reali. Posti suggestivi che evocano in noi tutti quegli scenari straordinari che, fino a questo momento, hanno popolato i sogni, le favole e le leggende che fanno parte dell’immaginario popolare.

Eppure questi luoghi sono veri e per questo ancora più incredibili. A crearli è stata lei, Madre Natura, che come un’artigiana esperta, ha plasmato quelle che sono le immense bellezze che si snodano sul nostro pianeta.

E oggi è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi. Un’immensa distesa desertica che si perde all’orizzonte, proprio lì dove svettano maestose le colonne che sorreggono il cielo. Benvenuti nel massiccio dell’Ahaggar.

Benvenuti ad Ahaggar

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in Nord Africa, nel cuore dello straordinario deserto del Sahara. Ci troviamo nel territorio meridionale dell’Algeria, persi e immersi nell’immensità del massiccio dell’Ahaggar.

Situato a ovest del Tamanrasset, l’Ahaggar è un’immensa regione montuosa di origine vulcanica. Il territorio si estende a 900 metri sopra il livello del mare ospitando, tra i tanti rilievi montuosi, anche il monte Tahat, che con i suoi quasi 3000 metri di altitudine è la vetta più alta dell’Algeria. Le sue origini sono antichissime e sono testimoniate dalla presenza di rocce vulcaniche che risalgono a circa 2 milioni di anni fa.

Il suo nome, invece, è direttamente collegato agli abitanti che da sempre popolano il territorio: la tribù dei tuareg Kel Ahaggar, la cui storia, almeno in parte, è ancora osservabile in quel maestoso monumento megalitico costruito nell’oasi di Abalessa.

Il nome Ahaggar, però, fa riferimento anche al paesaggio che caratterizza il territorio. Il termine arabo, infatti, vuol dire “Luogo della paura”. Una definizione, questa, probabilmente scelta proprio per descrivere l’immensità della regione che non conosce eguali. I paesaggi, che si aprono alla vista di chiunque sceglie di spingersi fin qua giù, sono impressionanti ed evocano nelle mente delle persone storie e suggestioni primordiali.

Scriveva Erodoto, nelle sue sue Historiae, che questo era il luogo dove un tempo vivevano gli Atlanti, il posto dove le colonne rocciose sorreggevano il cielo.

Il massiccio dell'Ahaggar

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Il massiccio dell’Ahaggar

Viaggio tra le colonne del cielo

Organizzare un viaggio nell’Ahaggar vuol dire vivere un’esperienza incredibile tra le rocce scolpite dal vento, l’arte rupestre antichissima, e tutte quelle meraviglie naturali che si spalancano davanti agli occhi degli avventurieri.

Questo territorio nel sud dell’Algeria, è ricco di paesaggi che lasciano senza fiato, forse i più straordinari di tutto il deserto del Sahara. Ci sono i picchi vulcanici impressionanti, che attraversano le nuvole e sfiorano il cielo, creando uno spettacolo immenso e sbalorditivo, ci sono le piccole piscine naturali e nascoste tra le rocce che da sempre sono utilizzate dalle tribù che popolano il territorio. E poi, ancora, ci sono i faraglioni solitari che emergono dalla sabbia dorata e che, con le loro forme curiose e particolari solleticano la mente dei viaggiatori.

A guardare la regione desertica, nella sua totalità, sembra quasi di stare su un set cinematografico dalle proporzioni gigantesche.

Attorno al massiccio dell’Ahaggar, poi, c’è un’altra meraviglia naturale da scoprire. Si tratta del Tassili n’Ajjer, un altopiano terrazzato caratterizzato da picchi rocciosi e guglie plasmate dal tempo e dall’erosione. In questo luogo sono conservate le più alte testimonianze dell’arte rupestre del deserto del Sahara.

Tassili n'Ajjer

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Tassili n’Ajjer
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La “Città d’oro” perduta riaffiora dalle sabbie del deserto

L’edizione 2022 dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, il premio intitolato all’Archeologo del sito di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è andata alla scoperta della città d’oro fondata da Amenhotep III, ritrovata in buono stato di conservazione dall’equipe di Zahi Hawass, già Ministro delle Antichità e Direttore della Missione Archeologica al lavoro nel tempio funerario di Tutankhamon.

Grazie al Premio, istituito nel 2015, la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e la rivista Archeo intendono dare il giusto contributo alle nuove scoperte e riconoscere appieno il lavoro degli archeologi che, quotidianamente, con dedizione, sacrificio, competenza e ricerca scientifica affrontano il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.

Inoltre, la cerimonia di consegna, alla presenza della figlia archeologa di Khaled Fayrouz Asaad e di Mohamad Saleh Ultimo Direttore del Turismo di Palmira, è l’occasione per tenere sempre viva la memoria di ciò che accadde in Siria e continuare a creare un collegamento tra le città di Paestum e Palmira, unite qualche anno fa dal gemellaggio siglato proprio durante la BMTA.

Il Premio viene assegnato in collaborazione con le testate archeologiche internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), AiD Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).

La scoperta dell’anno: la “Città d’Oro” perduta

Il sito archeologico scelto per la premiazione del 2022 è stato rinvenuto nelle vicinanze del palazzo del faraone Amenhotep III, dalla parte opposta del fiume Nilo rispetto alla città e capitale di Tebe (oggi Luxor).

Le iscrizioni in geroglifico indicano che la “città d’oro perduta“, di cui alcune muri a zig zag erano stati scoperti negli anni Trenta dai francesi Robichon e Varille a 100 metri di distanza, si chiamava Tjehen-Aten, o Aton, “abbagliante” e che venne fondata dal nonno di Tutankhamon, Amenhotep III.

Gli ambienti custodiscono oggetti in uso nella vita di tutti i giorni: scarabei, anelli preziosi, vasi di ceramica colorata, mattoni di fango con i sigilli a cartiglio di Amenhotep III e iscrizioni geroglifiche su tappi di argilla dei vasi di vino, che hanno contribuito a datare l’insediamento.
È stata ritrovata anche una panetteria, zona per cucinare e preparare il cibo con stoviglie di stoccaggio e forni.

La seconda area, ancora in gran parte sepolta, rappresenta il quartiere residenziale e amministrativo, circondato da mura a zig zag, mentre la terza era attrezzata per i laboratori: qui si trovano, infatti, numerosi stampi da fonderia per l’elaborazione di amuleti e delicati elementi decorativi e la zona di produzione dei mattoni di fango utilizzati per costruire templi e annessi.

Sorprendenti le sepolture ritrovate all’interno di una delle stanze: una mucca o un toro e una persona con le braccia distese lungo i fianchi e i resti di una corda avvolta intorno alle ginocchia.
A nord del sito, anche un grande cimitero con un gruppo di tombe scavate nella roccia di varie dimensioni.

Le parole di soddisfazione degli esperti

Palmira e Paestum condividono un’atmosfera, una tradizione, una gloriosa storia passata” ha ricordato Mohamad Saleh Ultimo Direttore del Turismo di Palmira “desideriamo presto tradurre questo gemellaggio in un progetto comune sul campo per aiutare le persone che tornano in Siria e fare un training mirato sul recupero del patrimonio culturale perduto ma anche sul restauro delle rovine della città nuova. Speriamo di cominciare già il prossimo anno”.

Il Fondatore e Direttore della BMTA Ugo Picarelli ha evidenziato come “L’International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad è un momento molto sentito e importante per la Borsa. “Sin dalle prime edizioni abbiamo voluto concretizzare il tema della cooperazione culturale invitando i Paesi internazionali come l’Egitto, che è stato anche il primo Paese ospite ufficiale. Quando in Siria è accaduto quel terribile episodio, abbiamo ritenuto doveroso dare un segnale. Ringrazio per la loro presenza a questa importante cerimonia i rappresentanti delle istituzioni del Bahrein, del Libano, della Repubblica popolare cinese, della Grecia, del Guatemala”.

Da remoto è giunto anche il saluto di Mounir Bouchenaki Presidente Onorario della BMTA: “La Borsa” ha detto “lavora con le grandi istituzioni internazionali e nazionali. È un incontro unico al mondo in cui gli esperti dell’archeologia e del turismo dialogano. Migliaia di giovani universitari e liceali giungono a Paestum per la Borsa, che diventa sempre più importante e non solo nel Mediterraneo”.

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Il borgo degli angeli che sembra una cartolina dipinta

L’Italia è un Paese meraviglioso. Lo sanno bene i viaggiatori di tutto il mondo che proprio sul territorio nostrano scelgono di vivere le più belle avventure di sempre. Vengono qui per vivere il sole e del mare, per esplorare l’immenso patrimonio paesaggistico, artistico e culturale che appartiene allo Stivale.

Ma lo fanno anche per scoprire le nostre storie e le tradizioni, quelle che sono custodite tra i borghi italiani che vivono all’ombra delle grandi città. Qui non esistono traffico e smog, e nessuno è affetto dalla sindrome del tempo che scorre perché tutto si muove a ritmo lento in un’atmosfera che sembra sospesa.

Ed è proprio all’interno di questa atmosfera che vogliamo portarvi oggi. In un borgo medievale arroccato su una collina nel cuore di Catanzaro che sembra una cartolina dipinta destinata a incantare.

Benvenuti nel borgo di Badolato

È un viaggio lento, unico ed emozionale quello che attraversa la Riviera degli Angeli, quel tratto di costa orientale bagnata dal Mar Ionio che si estende tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria. È qui, in un territorio ancora estraneo al caos e al disordine dei giorni, che spiagge dorate, alture e borghi si alternano creando un itinerario slow davvero incredibile.

Attraversando la Riviera degli Angeli, e lasciandosi alle spalle il mare, è impossibile non notare quel borgo arroccato sulla collina che sembra una cartolina dipinta. Si tratta di Badolato, un piccolo comune della provincia di Catanzaro dove vivono circa 3000 anime.

Circondato da una natura lussureggiante, e protetto alle spalle dalle Preserre calabresi che assolvono la funzione di guardiani, Badolato è uno dei borghi degli angeli, anche conosciuto come il Borgo delle Chiese, sul piccolo territorio, infatti, se ne contano almeno 12.

Un piccolo gioiello nel cuore della Calabria

Il borgo di Badolato è un vero e proprio gioiello immerso nel cuore della Calabria. Situato a circa 30 chilometri da Catanzaro, e posizionato sulla collina di San Nicola che svetta verso il cielo per circa 250 metri d’altezza, il borgo offre scorci mozzafiato da ogni strada e vicolo. Da qui è possibile ammirare la vallata dove scorre il torrente Gallipari e il panorama aspro e selvaggio delle Serre. Ma volgendo lo sguardo oltre ecco che è possibile ammirare la meravigliosa distesa azzurra che bagna la costa.

Le origini del borgo risalgono al Medioevo e sono perfettamente conservate nelle testimonianze che si alternano in quel dedalo di viuzze strette e tortuose, sulle quali si affacciano le case addossate una all’altra che corrono verso l’altro. La posizione strategica sul colle ha permesso nei secoli agli abitanti di Badolato di difendersi dagli attacchi dei popoli che arrivavano dal mare.

Come abbiamo anticipato, Badolato è conosciuto anche con il nome di Borgo delle Chiese, perché sul piccolo territorio si snodano almeno 12 edifici sacri, e sono tutti straordinari.

Come molti altri borghi d’Italia, anche questo ha conosciuto lo spopolamento. Negli anni ’80, infatti, la popolazione era arrivata a sfiorare appena le 400 persone, ma tutto è cambiato in tempi recenti. Molte persone hanno scelto di ritornare, per riscoprire le loro origini, per valorizzare questo territorio incredibile. Molti altri sono arrivati dal resto del mondo, scegliendo qui di vivere tutto l’anno, o solo per alcuni periodi.

Le case un tempo vuote, adesso, sono occupate da migranti e stranieri che condividono le usanze del posto con chi qui ha sempre vissuto e con chi arriva solo come turista. Ecco allora che Badolato si trasforma in un luogo eclettico dove popoli, storie e tradizioni si fondono in un paesaggio di incredibile bellezza.

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Il rifugio di benessere della regina Camilla

A Bangalore, capitale dello Stato Indiano meridionale di Karnataka, esiste un luogo in cui è possibile prendersi cura del corpo e dello spirito, utilizzando i principi dell’ayurveda. Una pratica indiana dalle origini antichissime e molto diffusa ancora oggi, che si basa su un approccio olistico rivolto alla totalità della persona, prefissandosi il raggiungimento di un equilibrio e un’armonia tra mente, corpo e spirito, in accordo con i ritmi della natura.

Un posto unico, in cui ricaricarsi sia dentro che fuori, grazie a una serie di programmi mirati per la salute dell’organismo intero, aiutandolo a purificarsi, ridurre lo stress e portare benessere ed energia a corpo e mente. Si tratta del centro olistico di Soukya a Whitefield, meta d’eccellenza per il turismo volto al proprio benessere psicofisico e luogo amatissimo da Camilla, Regina consorte del Regno Unito e moglie, ormai da molti anni, del neo Re Carlo III.

La città

Secondo il The Times of India, infatti, sembrerebbe che Camilla stia trascorrendo del tempo con le amiche proprio nel centro benessere olistico di Bangalore, città dinamica e in forte crescita, in cui poter ammirare il bellissimo centro storico, le sue aree verdi, il mercato ma anche i maestosi edifici sparsi per le vie e i tanti bazar di spezie in cui riscoprire i profumi tipici della tradizione e della cultura indiana.

Ma anche una città in cui, proprio grazie a centri come quello di Soukya, è possibile ritrovare se stessi, fermandosi e allontanandosi dal caos e lo stress quotidiano, per affidarsi alle mani esperte di persone che, seguendo i principi dell’ayurveda, aiutano i visitatori a ritrovare la pace. Una serenità che abbraccia l’intero organismo e che, forse proprio per questo, ha riscosso molto successo in chi lo frequenta, diventando uno dei luoghi abituali frequentati da Camilla e da personaggi di fama mondiale.

Il centro di Soukya

All’interno del centro, infatti, esistono diversi trattamenti, espressamente formulati per affrontare in modo mirato i bisogni singoli di chi si avvicina alla pratica olistica dell’ayurveda. Programmi che vengono monitorati e rivisti quotidianamente, per permettere di essere modificati a seconda delle esigenze personali e individuali di ciascuno e che si basano su un’attenta valutazione della persona e su una serie di visite e consulti preliminari da parte dei medici. Ma non solo.

All’interno del centro di Soukya si vive un’esperienza di benessere a 360°, cosa che comprende anche una dieta a base vegetariana e biologica, la pratica dello yoga, terapie complementari come digitopressione, idroterapia, massoterapia, meditazione, ecc., il tutto volto al benessere del corpo ma, soprattutto, della parte più profonda di sé. E non a caso questo posto è così amato da Camilla, che soprattutto negli ultimi mesi deve aver vissuto non poche preoccupazioni e stress visti gli accadimenti che hanno colpito la famiglia reale inglese.

Una meta che quindi, oltre a prendersi cura di sé in modo profondo e attento alla persona in ogni sua parte, permette anche di godere della bellezza della città stessa in cui il centro è sito. Vivendo a pieno gli insegnamenti e le tradizioni del luogo in un viaggio in questa destinazione esclusiva e amata anche dai reali.

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National Geographic: la via Appia tra i migliori viaggi da fare nel 2023

Come ogni anno, il National Geographic elegge alcune mete come “Best of the World“, un suggerimento per chi desidera visitare un posto nuovo e che gli esperti del magazine vanno spesso a esplorare in anteprima.

Non è il caso della meta italiana che si è aggiudicata il premio adesso, ma sicuramente la menzione speciale data dal National contribuirà a fare scoprire, anche a chi non lo conosce, questo luogo unico al mondo e di enorme importanza storico-culturale.

Per il 2023 ci sono diverse mete segnalate, divise per categoria: Avventura, Natura, Famiglia, Community e Cultura. Ed è proprio in quest’ultima categoria che l’Italia viene segnalata. Tra i migliori luoghi culturali del mondo da visitare l’anno prossimo c’è la nostra antica via Appia, “l’autostrada romana”, come la definisce il National.

Cosa scrive il National Geographic sulla via Appia

“Se tutte le strade portano a Roma”, scrive il National “questa antica autostrada costruita 2.300 anni fa è la madre di tutte le strade”. Ed elogia un progetto tutto italiano che, quindi, farà il giro del mondo.

“Trascurata dopo la caduta di Roma, ma mai dimenticata”, prosegue il magazine “questa strada sta attraversando un momento di rinascita grazie al governo italiano che sta cercando di ripristinarla e di sistemare le antiche pietre al fine di trasformare la via Appia in una strada pedonale per viaggiatori moderni. L’intento è quello di dare vita a un pellegrinaggio attraverso la storia, con tappe in villaggi pittoreschi e siti archeologici, provvedendo anche all’organizzazione di sistemazioni per ogni tappa”.

Con i tempi italiani, però, chissà quando vedrà la luce questo bellissimo progetto di sviluppo turistico-culturale della via Appia.

“Nel frattempo”, scrive quindi la giornalista del National Geographic Nina Strochlic, che proprio di recente ha camminato sulla via Appia, “gli amanti dei cammini possono approfittare della cucina moderna italiana. In Puglia, andate dritti nella prima panetteria e chiedete del Rustico, una pasta sfoglia ripiena di besciamella, mozzarella e pomodoro”.

La via Appia

L’antica strada romana, che collegava Roma con Brindisi – e quindi con gli sbocchi verso l’Oriente allora conosciuto -, era considerata dai Romani la “Regina Viarum”, la regina delle strade.

Quando, verso la fine del IV secolo a.C., fu tracciata, era una delle più grandi opere di ingegneria civile al mondo, con un enorme impatto economico, militare ma anche culturale.

Questa strada fece da esempio per tutte le successive in quanto era larga poco più di quattro metri – 4,1 corrispondenti a 14 piedi romani – consentendo di essere percorsa in entrambi i sensi, oltre era fiancheggiata da larghi marciapiedi così da poter andare anche a piedi e raggiungere facilmente i villaggi che s’incrociavano.

Lungo l’intero tracciato, s’incontrano luoghi che costituiscono un patrimonio culturale importantissimo, tra cui le antiche terme di Caracalla, splendide ville (Villa di Massenzio con il Circo di Massenzio, per esempio) e persino sepolcri, come il Sepolcro degli Scipioni. L’Appia fu anche la prima delle grandi strade romane a prendere il nome non dal luogo verso cui era diretta, bensì dal magistrato – Appio Claudio Cieco – che l’aveva costruita.

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Fonte: 123rf

Le Terme di Caracalla lungo la via Appia

Buona parte dell’Appia Antica oggi è scomparsa, ma ne restano ancora ben visibili e percorribili dei tratti, specie nei dintorni di Roma, divenuti meta di turismo archeologico. Nel 2016, infatti, è nato il Parco archeologico dell’Appia Antica, che ha lo scopo di tutelare e valorizzare i monumenti antichi dell’area della Capitale e dei Comuni di Ciampino e di Marino.

Oltre ad aver vinto questa prestigiosa menzione, è candidata all’Unesco.