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Perché nel 2022 devi visitare Londra

Londra si prepara a tornare alla vita e a regalare momenti di svago e sollievo a cittadini e turisti: dal 2 al 5 giugno 2022, infatti, animeranno la capitale gli attesi festeggiamenti per i 70 anni di regno della Regina Elisabetta, il Giubileo di Platino.

Un’occasione per celebrare la prima sovrana britannica ad aver superato la soglia dei 70 anni di regno e per tornare a immergersi negli eventi e nella bellezza di una metropoli che non finisce mai di sorprendere.

Il programma del weekend del Giubileo di Platino

Un traguardo così importante non può certo passare inosservato: il weekend di festa inizierà il 2 giugno e proseguirà senza soste fino al 5 in un’atmosfera di rinnovata fiducia e spensieratezza.

Buckingham Palace ha già lanciato dei contest per coinvolgere la cittadinanza come, ad esempio, la “Pudding competition” in cui chi lo desidera può realizzare una nuova ricetta di pudding (tra i dolci più amati della regina) e provare ad aggiudicarsi un posto d’onore ai banchetti previsti per il Giubileo proprio con la ricetta ideata.

Imperdibile sarà la parata del 2 giugno, il colorato e festoso Trouping the colour, il compleanno ufficiale della Regina Elisabetta: raggiungere Londra e ricevere il saluto della famiglia reale dal balcone è un’emozione messa, quest’anno, ancora più in risalto dal fatto che non si teneva da due anni a causa della pandemia.
Rivedere la regina salutare la folla (seppur contenuta) sarà quindi un evento simbolo di una attesissima ripartenza.

Ma non è certo tutto.

Per celebrare un simile traguardo, altra iniziativa straordinaria è il “Big Jubilee Lunch“: chiunque potrà organizzare pranzi di quartiere e colorare, così, le strade della città che pulseranno di vita e di allegria ritrovata.
Tutti possono preparare un pranzo, invitare amici e parenti e festeggiare in maniera diffusa il compleanno della sovrana: passeggiare per le strade di Londra in quel periodo sarà ancora più coinvolgente!

Ancora, imperdibile la “Platinum Jubilee Pageant“, sfilata di ben 5000 artisti, performers e ballerini che racconteranno attraverso la loro esibizione la storia del regno di Elisabetta per le vie della città.

Un grande senso di comunità e appartenenza pervaderà quindi Londra durante il weekend dal 2 al 5 giugno e sarà al centro di tutte le celebrazioni così attese e sentite: se visitare la capitale britannica è sempre un sogno, organizzare (situazione permettendo) una vacanza proprio in quel periodo è il modo migliore per farsi un regalo e scoprire un suo lato inedito, gioioso e festoso.

Cosa vedere assolutamente a Londra

Tra una celebrazione e un’altra in un clima, finalmente, di festa, Londra regala sempre mete e punti di interesse che non è possibile tralasciare: oltre a Buckingham Palace, meritano una sosta il celebre British Museum, l’iconico Museo delle Cere di Madame Tussauds, la National Gallery e il Natural History Museum.

Tra i quartieri da non perdere ci sono Nothing Hill, raffinato e romantico quartiere residenziale, il creativo Covent Garden, il trasgressivo Soho, l’affascinante Smithfield e South Bank dove spiccano lo Shard, il grattacielo più alto d’Europa, e il London Eye, la ruota panoramica più alta.

Infine, per godersi momenti di relax nel verde, è perfetto passeggiare tra i viali dei numerosi parchi londinesi: Hyde Park, St.James Park e Regent’s Park, solo per citarne alcuni.

londra

Il Big Ben e il Palazzo del Parlamento a Londra

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Dormire in un hotel di lusso in mezzo al nulla

C’era una volta, neanche tanto tempo fa, un faro meraviglioso situato su un’isola remota al largo della costa occidentale della Svezia. Fondamentale, ma solitaria, l’esperienza del guardiano di Hamneskär, dato che quel piccolo lembo di terra appartenente all’arcipelago di Bohuslän, era disabitato. C’è oggi quello stesso faro che è diventato un hotel di lusso dove vivere un’esperienza fuori dall’ordinario.

La storia del faro diventato hotel

A circa 40 minuti di navigazione dalla terra ferma è possibile raggiungere la piccola e suggestiva isola di Hamneskär situata in mare aperto. Una terra, questa, considerata invivibile per gli essere umani a causa dei suoi pericolosi scogli e dei numerosi naufragi che si sono susseguiti negli anni.

L’unico edificio sull’isola, costruito nel 1868 e automatizzato nel 1964, era il Pater Noster, un faro in ferro progettato dall’ingegnere Nils Gustaf von Heidenstam. Una vita breve, quella della lighthouse, che nel 1977 venne sostituita da quella di Hätteberget posta in mare aperto.

Il destino del faro dell’isola di Hamneskär sembrava ormai segnato, ma un gruppo di imprenditori ha deciso di cambiare, inaspettatamente, le sue sorti. Ristrutturato e riportato al suo design originale, l’alloggio del guardiano è stato trasformata in un hotel di lusso in mare aperto.

La struttura, dotata anche di un ristorante e una caffetteria, permette ai viaggiatori di vivere un’esperienza all’insegna della pace e della tranquillità, un’avventura dove è possibile ritrovare una connessione quasi primordiale con la natura. Intorno all’isola, infatti, solo chilometri di mare che si estendono verso l’infinito, lì dove l’acqua e il cielo si toccano, si fondono e si confondono.

Il Pater Noster Hotel, che ha mantenuto la struttura e il nome originale, è raggiungibile solo in elicottero e in gommone dalle città di Marstrand o Göteborg.

Pater Noster Hotel: benvenuti nella casa all’orizzonte

La ristrutturazione, firmata dall’agenzia di design Stylt Trampoli, ha trasformato il vecchio faro in un edificio di lusso con un arredamento che pone al centro di tutto la lunga e infinita storia d’amore tra l’isola e il mare. Ci sono mobili vintage, oggetti d’arte e vecchie fotografie del tempo che ricreano un’esperienza sospesa nel tempo e nello spazio. Così, grazie ai suoi interni ricercati e ai suoi esterni naturali, il Pater Noster Hotel regala un’esperienza unica e straordinaria.

Dal vecchio faro di Hamneskär sono state ricavate 9 camere, l’hotel può arrivare a 18 persone. La tranquillità e la pace sono garantite sempre, così come lo sono la connessione con la natura più autentica e primordiale. Durante l’estate gli ospiti possono restare all’aperto fino a notte fonda, così da contemplare il meraviglioso cielo stellato che riflette sul mare e lo fa brillare.

Di giorno, invece, è possibile rinfrescarsi in acqua, oppure restare sulla terra e ammirare il panorama circostante immersi in una delle due vasche idromassaggio della struttura con acqua di mare riscaldata.

Un luogo perfetto che per tutte le persone che sentono l’esigenza di scappare dal caos e dal disordine dei giorni, di ritrovarsi e di rigenerarsi attraverso la visione di panorami che lasciano col fiato sospeso. La natura incontaminata e il mare selvaggio sono la cornice perfetta di questa casa sull’orizzonte.

Ma quanto costa alloggiare qui? Il prezzo di una camera doppia del Pater Noster Hotel si aggira sui 620 euro a persona con la formula pensione completa.

Pater Noster Hotel

Pater Noster Hotel

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Turismo sostenibile: la Sardegna propone nuovi viaggi slow

Scoprire la Sardegna a passo lento, godendo appieno delle sue innumerevoli bellezze, al di là della celebre costa. Un viaggio che svela interessanti siti archeologici e parchi, monumenti, chiese e un patrimonio che va raccontato e protetto, tra tappe inedite che che mettono in sintonia spirito e natura. Fino alle passeggiate notturne sotto un cielo scintillante di stelle.

‘Slow’ e ‘astronomico’ sono due degli aggettivi chiave dei 21 progetti di ‘Sardegna Ricerche’ finanziati con 3,4 milioni di euro per promuovere un turismo che non consumi il territorio. L’obiettivo del bando è quello di unire le forze in reti d’impresa in grado di attirare un turismo eco-sostenibile, puntando su aspetti unici per arrivare a sviluppare una serie di iniziative che portino al prolungamento della stagione turistica, oltre l’estate.

Riscoprire la Sardegna, con calma e sotto le stelle

La calma è l’elemento chiave del progetto “Rete Sardinia long stay”, nato con l’obiettivo di convincere il turista a trasformarsi per un breve periodo della sua vita in un “temporary citizen”, ossia un cittadino a tempo, così da godere di ciò che di meglio la destinazione ha da offrire, tra enogastronomia, tradizioni, bellezze paesaggistiche e un interessante patrimonio storico e identitario.

Un modo unico di riscoprire borghi incantevoli, come Dorgali, tra le location di “Travolti da un insolito destino”, meta imperdibile per gli amanti della natura e delle attività all’aria aperta. O Posada, uno dei centri abitati sardi più antichi in assoluto, che dall’alto di una rupe calcarea guarda allo splendido panorama costiero.

Il progetto “Astroturismo Sardegna, un viaggio nello spazio e nel tempo’” unisce, invece, astroturismo, archeologia e archeoastronomia, con emozionanti percorsi in cui esperti del settore spiegheranno ai visitatori il collegamento tra pietre e astri. Un nuovo modo di esplorare l’isola, con passeggiate notturne sotto il cielo di un territorio che non sa cosa sia l’inquinamento luminoso.

Spicca anche “Lakesos 2020”, con cui si va alla scoperta dei territori del Logudoro e Meilogu, con la Valle dei Nuraghi, il compendio del lago Coghinas, il circuito delle Chiese Romaniche e altri siti di interesse spirituale e ambientale, a cui si aggiungono l’ippodromo di Chilivani e l’autodromo di Mores.

Esplorare l’entroterra sardo in bicicletta

Tra i progetti che puntano a incentivare la creazione di reti tra imprese, con l’obiettivo di ampliare l’offerta turistica sostenibile in Sardegna, rientra “Sardinia Ride: riciclovia dei giganti’”. Pensato per chi desidera esplorare in bicicletta le meraviglie di un territorio straordinario come quello sardo, mira a sviluppare un doppio anello di 600 km che tocchi tutti i capoluoghi di provincia e i punti principali dell’isola, in termini paesaggistici e di rilevanza culturale.

Tra le tappe, si incontra, ad esempio, Barumini, custode del sito archeologico Su Nuraxi, l’esempio più noto di nuraghe, una particolare tipologia di struttura difensiva dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il percorso tocca il cuore della Sardegna, che da millenni custodisce l’essenza della cultura dell’isola, conducendo a Orgosolo, paese-museo celebre per i suoi murales, ai piedi del Supramonte, e a Mamoiada, borgo del vino Cannonau e dei Mamuthones, maschere tipiche del carnevale pagano sardo.

Si ha poi la possibilità di attraversare strade panoramiche come quella che collega Bosa ad Alghero, un nastro grigio sospeso tra mare e montagna, o l’Orientale Sarda nel tratto Genna Silana. Itinerari che offrono l’opportunità di ammirare alcuni angoli della Sardegna poco conosciuti al turismo di massa, che vale davvero la pena scoprire.

Turismo sostenibile Sardegna propone nuovi viaggi slow

Su Nuraxi, tra le imperdibili attrazioni della Sardegna

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Nuotare in un ghiacciaio e non solo: avventure sotto zero da vivere adesso

Quando l’inverno arriva la natura scende in campo per allestire il suo spettacolo più bello. Le strade e i quartieri delle città che conosciamo e che amiamo sono avvolte dal candido abbraccio della neve, festival di sculture di ghiaccio e concerti sotto zero intrattengono le nostre giornate e diventano gli inediti protagonisti delle nostre gelide avventure. Così, la stagione invernale, ci sorprende anno dopo anno.

E se è vero che è comune il desiderio di ritirarsi tra le mura domestiche, per ammirare dal caldo il panorama circostante, è vero anche che sono tante le straordinarie le esperienze che i viaggiatori più temerari possono vivere. Basta solo uscire di casa e lasciarsi ispirare dalle avventure da brivido.

Bagni nel ghiaccio e non solo: destinazione Alpi

Gli amanti della montagna conoscono bene il luogo dove la più bella magia dell’inverno si manifesta. E non lo fa solo attraverso i paesaggi straordinariamente suggestivi, ma anche attraverso le esperienza da vivere e da condividere. Bagni ghiacciati e nuotate nei fiumi sotterranei e poi ancora discese sulle piste innevate e piroette leggiadre sul ghiaccio, queste sono solo alcune delle avventure sotto zero che possiamo vivere senza allontanarci poi troppo.

Le acque ghiacciate di Hintertux

Nel Tirolo austriaco, e più precisamente a Zillertal esiste un luogo di incantevole bellezza aperto a tutti i viaggiatori temerari. Stiamo parlando del lago glaciale naturale di Hintertux, già meta prediletta degli appassionati di nuoto. Qui, infatti, è possibile immergersi nelle acque gelate con temperature sotto zero. Basta solo godere di ottima salute e avere un pizzico di follia.

Non è l’unica esperienza che si può vivere nel medesimo luogo, però. Dopo il bagno, infatti, è possibile attraversare il ventre del ghiacciaio grazie alle grotte situate a una profondità di 30 metri. Si possono percorrere  seduti a bordo di un canotto oppure su uno Stand Up Paddle, per gli appassionati. E chi ha ancora non ne ha abbastanza del freddo può scegliere di nuotare nel fiume ghiacciato e lasciarsi suggestionare dalle stalattiti, le cascate ghiacciate e quel bianco e quei giochi di luce e ombre che si riflettono nell’acqua.

Hintertuxer, Palazzo di ghiaccio

Hintertuxer, Palazzo di ghiaccio

Il pattinaggio con vista sul ghiaccio (e non solo)

Le esperienze sotto zero continuano sui laghi tirolesi incastonati tra le montagne innevate. Il Piburger See in Ötztal, già conosciuto per essere il lago più scenografico del territorio, in inverno si trasforma in una naturale pista di pattinaggio sul ghiaccio. L’Haldensee, invece,  è l’unico lago di tutto il Tirolo che consente anche di essere attraversato con gli sci di fondo.

Ed è sempre sui laghi ghiacciati che consigliamo di restare quando soffia il vento, perché è proprio in questi momenti che è possibile dilettarsi con lo snowkite. Gli aquilani trainano esperti e principianti lungo pianure e piccoli pendii di neve.

E se non siete ancora stanchi e avete bisogno di emozioni ancora più adrenaliniche, non vi resta che raggiungere la valle Kaunertal per l’arrampicata sul ghiaccio. Le cascate maestose e possenti che scendono dai ghiacciai nelle valli del Tirolo, in inverno si congelano creando delle incredibili e spettacolari pareti con tanto di colonne e coni ai quali aggrapparsi.

Un altro hotspot molto popolare per l’arrampicata sul ghiaccio è la valle Sellraintal, nei pressi di Innsbruck. Oltre alla suggestiva e frequentata cascata Bafflfall di 110 m, troviamo anche il Seigesbackfall che, con i suoi 30 metri, è sicuramente più adatto ai principianti.

Arrampicata sul ghiaccio, Osttirol

Arrampicata sul ghiaccio, Osttirol

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Bosco Gurin, il villaggio gioiello della Svizzera

Un Paese bellissimo e davvero a due passi dall’Italia è la Svizzera. Terra fiabesca ricca di patrimoni naturali e villaggi che sembrano usciti da una cartolina, sorprende il visitatore anche per la sua peculiare atmosfera, come quella che si respira a Bosco Gurin, una pittoresca e antica località che ancora oggi conserva il suo splendore.

Bosco Gurin, la storia

Bosco Gurin è un villaggio montano tra i più affascinanti della Svizzera. Fondato dai Walser provenienti dalla Val Formazza nel 1253, ancora oggi vi si parla, oltre all’italiano, un antico idioma: il Ggurijnartitsch.

Negli 800 anni successivi è cambiato poco della storia di Bosco Gurin. Il piccolo villaggio ha vissuto felicemente ignorato dal resto del mondo, fino a quando nel Novecento è stato riscoperto per la bellezza dei suoi paesaggi, mentre nel 2020, è stato persino dichiarato il 42° borgo più bello della Svizzera.

Cosa vedere a Bosco Gurin

Sebbene anche Bosco Gurin abbia subito un progressivo spopolamento dovuto all’emigrazione, negli ultimi anni ha saputo rinascere grazie al turismo e ai suoi progetti coraggiosi come la stazione sciistica, tra le più apprezzate in Ticino. Ma non solo. Visitarlo è come fare un tuffo nel passato fatto di architetture tipiche, natura che scalda il cuore e tradizioni antiche ancora ben radicate.

Una composizione originale caratterizzata da case autentiche costruite in pietra e legno, e particolari stalle sparse nei prati. E, in qualsiasi periodo dell’anno ci si trovi, Bosco Gurin regala comunque e sempre meraviglie.

bosco Gurin case

L’architettura tipica di Bosco Gurin

Il centro del villaggio ha un aspetto fuori dal tempo, grazie ai suoi edifici intonacati di bianco e i tetti grigi di ardesia. Infatti, passeggiare per le sue ripide stradine è un’esperienza indimenticabile. Assolutamente affascinante, poi, è il suggestivo Museo di storia etnografica “Guriner Walserhaus” che permette di conoscere la storia più datata delle valli del Canton Ticino e contemporaneamente scoprire la cultura Ggurijnartitsch, legata all’antico dialetto che ancora oggi viene parlato.

Sempre tra le viuzze lastricate del centro si può visitare la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, un elegante edificio dalle forme neoclassiche che possiamo definire il cuore di Bosco Gurin. Bellissimi anche i graffiti e gli affreschi che decorano gli immobili, e tra le case e le strutture pubbliche si possono notare i caratteristici Gadumdschi, piccole costruzioni di una sola stanza che vengono ancora usate dai pastori come stalle o rifugi durante le tempeste di neve.

Meraviglie anche appena fuori dal centro. Per esempio, lungo l’antica strada che porta più a valle si può incontrare la Chiesa della Madonna delle Nevi, costruita nel Settecento dopo la disastrosa valanga del 1696 che rase quasi completamente al suolo il villaggio. Mentre lungo il tragitto che porta a valle, e per tutti i dintorni di Bosco Gurin, si possono trovare le torbe, i tradizionali edifici con uno zoccolo di pietra e le pareti in legno che per secoli sono stati i rifugi dei boscaioli e pastori.

chiesa bosco gurin

La Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo

Bosco Gurin in inverno

Come detto poco sopra, Bosco Gurin è rinato dalle sue ceneri durante il Novecento. Spettacolari, infatti, sono gli impianti sciistici del comprensorio della Grossalp, un sistema di oltre 30 chilometri di piste adatte a ogni tipo di sport sulla neve e di ogni difficoltà.

Tra le piste più famose della zona c’è certamente Sandiga Boda, orientata verso sud e per questo quasi sempre baciata dal sole alpino. E per chi non ama sciare c’è lo spettacolare Parco della Neve, un luogo in cui divertirsi anche con i più piccini. Senza dimenticare i suggestivi percorsi avventura tra le vette innevate, che permettono di ammirare lo spettacolare paesaggio delle Alpi del Canton Ticino.

Gli amanti della montagna sanno perfettamente che essa, in inverno, rivela il suo lato magico e cristallino. L’ascesa al Ritzberg o al Martschenspitz regala momenti di pura poesia a chi affronta, con fatica e costanza, la conquista delle vette nel silenzio ovattato dei pendii nevosi, rotti a tratti dal richiamo di qualche dolce animale.

bosco gurin inverno

La seggiovia Sonnenberg di Bosco Gurin

Bosco Gurin in estate

Il fiabesco Bosco Gurin ha una grande fortuna: la regione in cui si trova è caratterizzata da un clima insubrico alpino. Ciò vuol dire che i suoi inverni sono secchi, ben soleggiati e con periodi di vento da nord e un limitato numero di giorni di gelo. L’estate, dal canto suo, è un’esplosione di sole, anche se talvolta si fanno spazio violenti temporali. La catena alpina impedisce, infatti, l’arrivo delle perturbazioni da nord in inverno, mentre durante la bella stagione le perturbazioni provenienti dal mediterraneo generano forti acquazzoni che in poco tempo scaricano grandi quantità di acqua.

Ciò non impedisce a questo villaggio incantevole della Svizzera di regalare esperienze memorabili. In questa fase dell’anno, infatti, si trasforma in un paradiso naturalistico dove i verdissimi prati alpini cedono il posto a fantastici boschi di conifere.

Da queste parti gli amanti delle passeggiate e delle escursioni in montagna possono seriamente lasciarsi alle spalle il caos delle città ed entrare in contatto con la natura incontaminata. Del resto, l’intera area di Bosco Gurin è attraversata da una fitta rete di sentieri e percorsi che permettono di raggiungere le vette circostanti e i villaggi vicini. Il tutto senza la necessità di dover essere escursionisti provetti, anche se una buona dose di preparazione fisica è sempre consigliata e, alle volte, necessaria.

Uno dei tragitti più suggestivi è quello che segue i cosiddetti “Sentieri di Pietra“, una rete di percorsi che ricalca gli antichi tratturi utilizzati dai pastori per attraversare le Alpi, per raggiungere la spettacolare area dei laghi di Schwarzsee, Herli e Ussera See.

Dei piccoli bacini che sono un sogno (a occhi aperti) naturalistico dove poter ammirare le vette coperte di neve specchiarsi nell’acqua purissima che si raccoglie nelle profonde conche di origine glaciale.

Insomma, qualunque stagione sia, c’è da prendere in considerazione un viaggio a Bosco Gurin, un luogo che racchiude in sé il fascino di uno dei più incantevoli villaggi di montagna della Svizzera. Una meta per fare un vero e proprio tuffo nel passato e che, allo stesso tempo, rappresenta la destinazione ideale per un soggiorno indimenticabile all’insegna della tranquillità, dell’attività fisica a contatto con le meraviglie di Madre Natura e anche, e soprattutto, della riscoperta delle tradizioni.

bosco gurin cosa fare

Una splendida veduta di Bosco Gurin

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Scoprire Sanremo: cosa vedere nella Città dei Fiori

Meta ambita del Ponente ligure è Sanremo, la Città dei Fiori e della musica, incastonata nella bellezza della Riviera dei Fiori, dal centro storico ricco di attrattive e dal suggestivo lungomare ombreggiato da palme.

Il Casinò, le splendide ville, le chiese, la zona dello shopping di Corso Matteotti con il famoso Teatro Ariston, i giardini e le spiagge ne fanno una delle località da non perdere durante una vacanza in Liguria. Conosciamola meglio.

sanremo

Veduta di Sanremo

Cosa vedere a Sanremo

La Pigna

Sanremo ha due anime: quella vivace e moderna e quella antica e affascinante del suo quartiere storico, la Pigna, il primo nucleo della città di origine medievale che si raggiunge oltrepassando la trecentesca Porta di Santo Stefano.

Una visita può partire proprio da qui, dal labirinto di vicoletti, passaggi coperti, ripide scalinate, fontane, piazzette e archi che disegnano una Sanremo inedita e molto simile ai tipici borghi del suo entroterra. Tappe da non tralasciare sono il Santuario della Madonna della Costa, dalla facciata in stile barocco e l’interno impreziosito da statue lignee, e i Giardini Regina Elena, da cui godere di un panorama unico sulla città e sul golfo.

Il Casinò

casinò sanremo

Il Casinò

Celebre è senza dubbio il Casinò di Sanremo, elegante edificio in stile liberty inaugurato nel 1905 e poi riaperto nel 1945 al termine della Seconda Guerra Mondiale.

L’ingresso, riservato ai maggiorenni, è gratuito e vale la pena entrare anche solo per ammirare la bellezza della struttura.

La Cattedrale di San Siro e la Chiesa Russa Ortodossa

Straordinarie sono poi le chiese della città tra cui spiccano la Cattedrale di San Siro e la Chiesa Russa Ortodossa. La Cattedrale risale al 811 e si presenta come il più importante esempio di architettura romanica in Liguria, in pieno centro: degne di nota le due porte laterali con bassorilievi.

La Chiesa Russa Ortodossa è uno dei simboli cittadini nonché un autentico capolavoro, costruita agli inizi del Novecento: colpisce con le classiche cupole tonde e colorate e un’architettura così differente da tutti gli altri edifici di Sanremo.

Villa Nobel e Villa Ormond

Da non perdere anche le due magnifiche ville storiche, Villa Nobel e Villa Ormond. La prima prende il nome da Alfred Nobel, l’inventore del celeberrimo premio che qui soggiornò, e venne edificata nel 1870 in stile moresco: a tre piani, conserva lo studio di Nobel, stanze dai soffitti affrescati ed è preceduta da un ampio cortile con vegetazione esotica.

Villa Ormond, invece, vanta un giardino ottocentesco dove ammirare, zona per zona, una grande varietà di piante esotiche tra cui spiccano esemplari rari e molto antichi.

Il Teatro Ariston e il Museo Civico

Lungo Corso Matteotti lo sguardo cade sul noto Teatro Ariston, palcoscenico del Festival della Canzone Italiana e del Premio Tenco, un teatro unico che può ospitare fino a duemila persone e, durante l’anno, propone innumerevoli spettacoli quali lirica, balletto, cabaret, cinema e poesia.

Punto di interesse è inoltre il Museo Civico, in pieno centro, che racchiude il notevole patrimonio storico, artistico e archeologico di Sanremo e del Ponente: alle antiche testimonianze del territorio si affianca la pinacoteca con pregevoli opere di scultori e pittori dal Seicento a oggi.

La Sanremo del lungomare e delle spiagge

lungomare sanremo

Il Lungomare di Sanremo

Magnifica località balneare, Sanremo incanta anche con il suo lungomare, la Passeggiata dell’Imperatrice in onore della zarina di Russia Maria Aleksandrovna, un susseguirsi di alte palme e panchine dove fare una piacevole sosta tra sculture e aiuole curate, la pista ciclopedonale e le due spiagge cittadine.

La Spiaggia dei Porti, di finissima sabbia bianca, è vicina al centro storico, tra Porto Sole e Porto Vecchio mentre la Spiaggia Tre Ponti, più lontana, è plasmata da ciottoli e scogli.
Entrambe sono attrezzate con stabilimenti balneari, giochi per bambini, ristorazione e attività sportive.

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Dormire in un faro sulla costa scozzese: l’esperienza da sogno

Immerso in un paesaggio idilliaco dove natura selvaggia e tradizioni antiche convivono da secoli, esiste un alloggio da sogno, un luogo di partenza e di arrivo per tutti gli avventurieri in grado di caratterizzare in maniera univoca l’intera esperienza di viaggio. Si tratta di un faro che affaccia direttamente dove è possibile osservare l’infinito, quel punto esatto in cui i confini tra cielo e mare si annullano, dove la notte fa capolino una dolce ninna nanna che accompagna i sogni degli ospiti.

Ci troviamo all’interno del Lighthouse Point, l’ex alloggio del guardiano del faro, con viste mozzafiato sul mare e su tutto il territorio di Argyll e Bute. Il faro, inaugurato nel 1812, è stato adibito oggi a cottage di lusso che offre tutti i comfort ai viaggiatori, ma soprattutto permette di rigenerarsi e ritrovare le energie al primo sguardo vero il panorama circostante.

Dormire in un faro in Scozia

Gli alloggi sono diventati sempre più importanti per la scelta delle destinazioni dei nostri viaggi, perché è loro il compito di trasformare le esperienze, di renderle ancora più uniche e straordinarie. Così, negli ultimi tempi, nuove e inedite proposte si sono affiancate agli hotel e alle tradizionali strutture ricettive. Tra queste anche i fari.

Possiamo quindi partire alla scoperta delle meravigliose, selvagge e suggestive coste scozzesi e alloggiare all’interno di un faro situato ad Argyll e Bute, la regione della costa occidentale della Scozia, che confina con le Highland, conosciuta per la sua selvaggia bellezza.

L’alloggio, poi, è dotato di tutti i confort. Dalla zona notte con letto king size alla zona living con veranda. Non manca, ovviamente, una cucina completamente attrezzata.

È qui che è possibile staccare da tutto e da tutti, ritirarsi negli interni accoglienti e da quelli godere delle ampie viste sull’oceano che bagnano la contea di Argyll. Un rifugio perfetto per chi è alla ricerca di pace e tranquillità, di una nuova e straordinaria connessione con la natura autentica e primordiale.

Alla pace e alla calma si aggiunge anche un’esperienza di gusto. Il Lighthouse Point, infatti, è il perfetto punto di partenza per andare alla scoperta delle più celebri distillerie di whisky del mondo, situate proprio nei villaggi e nelle città di questa regione.

Argyll e Bute: cosa vedere e cosa fare

Il faro, prenotabile su Airbnb, è situato nei pressi del piccolo villaggio di Innellan. Qui potrete sperimentare uno stile di vita di altri tempi all’insegna della tranquillità e passare serate spensierate all’interno dell’unico pub della zona. A circa 7 km, invece, troviamo la turistica e animata città di Dunoon, perfetto punto di partenza per raggiungere Glasgow o gli altri punti di interesse nei dintorni come le pittoresche isole che caratterizzano tutto il territorio.

La bellezza di questo territorio permette di creare un itinerario personalizzato che vede la natura assoluta protagonista. Da Innellan si può partire alla scoperta di Argyll e Bute, della sua campagna e del suo litorale, luoghi che ospitano e preservano una fauna incredibile. Altrettanti sono i sentieri escursionistici e le gire fuori porta per andare a scoprire le meraviglie del territorio.

Dormire in un faro in Scozia

Dormire in un faro in Scozia

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Green Pass Notizie Viaggi

Green Pass, probabilmente servirà anche nel 2023

Dalla Commissione Europea arriva la proposta di estendere di un anno il Green Pass, ossia fino al 30 giugno 2023. È quanto annunciato da Christian Wigand, portavoce della Commissione Europea, che ha tenuto a precisare che il certificato Covid digitale dell’Ue è una misura eccezionale, che mira a facilitare gli spostamenti.

Oltre alla proroga del regolamento Ue sul Green Pass, la Commissione ha proposto anche alcune modifiche per includere test antigenici di laboratorio di alta qualità, tra i tipi di tampone per i quali può essere rilasciato un certificato. L’intento è di ampliare la portata delle tipologie di test diagnostici in un momento in cui ce n’è una gran richiesta.

Green Pass: cosa cambierebbe e cosa no

Il regolamento che istituisce il Green Pass, entrato in vigore il primo luglio 2021, aveva una durata di un anno, pertanto la scadenza era stata fissata al 30 giugno 2022. La Commissione Europea ha, però, deciso di chiederne l’estensione per permettere la libera circolazione senza restrizioni per l’estate. Stando a quanto spiegato in una nota, l’estensione del Green Pass “garantirà che i viaggiatori possano continuare a utilizzare il proprio certificato digitale quando viaggiano nell’Unione dove gli Stati membri mantengono determinate misure di salute pubblica”.

Cose ben diversa è la durata di validità del certificato verde, che è stata fissata a 6 mesi dal completamento della vaccinazione e non più di 9 per chi è stato sottoposto a due dosi o al vaccino monodose. Per coloro che si sono sottoposti alla terza dose di vaccino, o che hanno completato il ciclo di vaccinazione primario e sono guariti dal Covid, il Green Pass ha invece scadenza illimitata.

Un’altra cosa ancora sono la validità e l’uso della certificazione a fini interni, che gli Stati possono decidere in autonomia, proprio come ha fatto l’Italia con il Super Green Pass. Il regolamento Ue mira, quindi, a facilitare gli spostamenti all’interno dell’Unione europea.

Green Pass: gli obiettivi dell’Ue

Riguardo ai certificati di vaccinazione, l’Unione europea intende garantire che questi contengano il numero complessivo corretto di dosi somministrate in qualsiasi Stato membro, non solo nel Paese che rilascia il certificato. Una modifica che si è resa necessaria per affrontare le preoccupazioni pratiche sollevate dai cittadini in merito ai certificati che indicano un numero errato di dosi quando le ricevono in diversi Stati membri.

Finora, i Paesi Ue hanno rilasciato più di 1,2 miliardi di certificati a coloro che sono stati vaccinati contro il Covid-19, a coloro che sono guariti dalla malattia, così come a coloro che sono risultati negativi al tampone prima del loro viaggio.

Dal 1 luglio 2021, il Green Pass ha facilitato i viaggi da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e altri Paesi europei come Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra e Principato di Monaco. Il Regolamento europeo sulla Certificazione verde Covid-19 prevede che gli Stati dell’Ue non possano imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati – come quarantena, autoisolamento o test – a meno che “non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”.

In Europa, il Green Pass deve attestare una delle seguenti condizioni:

  • aver completato il ciclo vaccinale prescritto anti-SARS-CoV-2 (la validità del certificato di vaccinazione è pari a 270 giorni dalla data dell’effettuazione dell’ultima dose);
  • oppure essere guariti da Covid-19 (la validità del certificato di guarigione è pari a 180 giorni dalla data del primo tampone positivo);
  • in alternativa, aver fatto un tampone molecolare o antigenico rapido con esito negativo.

La Commissione Europea ha invitato il Parlamento Europeo e il Consiglio ad adottare rapidamente la proposta per garantire che la proroga entri in vigore in tempo, ossia prima del 30 giugno 2022, attuale data di scadenza del regolamento Ue sui certificati digitali.

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Tra follie e tradizioni antiche: il carnevale nel mondo

C’è un periodo dell’anno in cui tutto, o quasi, è concesso. Stiamo parlando del Carnevale, una festa folle e antica che affonda le sue origini in tempi lontani. Seppur oggi è legata al mondo cattolico e cristianesimo, la ricorrenza in realtà è collegata ai saturnali, le festività romane dedicate al dio Saturno e alle feste dionisiache greche.

Carnevale ieri e oggi

Durante questi periodi di festa tutti erano autorizzati a fare tutto. Decadevano le leggi, gli impegni e gli obblighi e le persone si lasciavano andare a peccati della carne e della gola, a scherzi e a puro divertimento. Passati quei giorni, però, tutto tornava secondo i principi di rigore e ordine stabiliti dalle regole della società. Eppure in quell’unico momento dell’anno  era lecito impazzire. E per farlo al meglio si utilizzava anche una maschera, così da eliminare anche ogni distinzione sociale.

Con il tempo queste antiche feste hanno mantenuto l’aria giocosa e spensierata, ma si sono caricate anche di un significato religioso che spiega anche il nome carnevale. La parola, infatti, deriva dal latino carnem levare che tradotto vuol dire eliminare la carne e fa riferimento all’ultimo e ricco banchetto consumato prima di iniziare il periodo di digiuno relativo alla Quaresima.

Carnevale Rio

Carnevale di Rio de Janeiro

Carnevale nel mondo: le celebrazioni più folli

Le antiche origini hanno dato vita a grandissimi e iconici festeggiamenti che ancora oggi sono perpetuati in tutto il mondo. Maestoso, scenico e meraviglioso è il Carnevale di Rio de Janeiro, la festa mascherata che è diventata un’istituzione. Milioni di persone volano a Rio ogni anno per prendere parte ai festeggiamenti che si tengono dal lontano al 1723.

A Tenerife, invece, si svolge quello che in molti considerano il più spettacolare carnevale del mondo dopo Rio. Anche qui, nella più grande delle Isole Canarie, le persone giungono da ogni parte del mondo per unirsi ai festeggiamenti che durano due settimane e culminano il martedì grasso.

Un altro Carnevale degno di menzione e di visita è quello di Colonia, considerato all’unanimità il più importante e folle di tutta la Germania. Pensate che qui, il periodo che precede il carnevale, è trattato ala stregua di una quinta stagione che viene inaugurata l’11 novembre alle ore 11:11.

carnevale colonia

Carnevale di Colonia

Estremamente suggestivo, visionario e fuori dagli schemi è invece il Mardi Gras di New Orleans, una festa incredibile che si tiene nelle strade della città del voodoo e che coinvolge milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Euforia, balli in maschera e canti, carri allegorici e colori: tutto questo è il carnevale di New Orleans.

E poi, ovviamente, tra le celebrazioni più iconiche non poteva mancare lui, il nostro carnevale di Venezia. Le sue origini sono antichissime e sono fatte risalire al 1162 quando la Serenissima concesse alla popolazione un breve periodo di divertimento e feste all’insegna di balli in maschera e musica. Sono passati secoli eppure i festeggiamenti non hanno mai cessato di esistere e, anzi, hanno dato vita a uno dei carnevali più eleganti, affascinanti e suggestivi del mondo intero, quello della laguna.

carnevale di venezia

Carnevale di Venezia

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Trovato il relitto della nave del capitano James Cook, ma è polemica

James Cook, importante esploratore britannico, navigò a bordo del suo “Endeavour” per uno storico viaggio in Australia e Nuova Zelanda fra il 1768 e il 1771. Una nave che affondò davanti al porto di Newport durante la Guerra d’Indipendenza americana, rimanendo lì per più di due secoli.

Ma la buona nuova è che sembrerebbe che il relitto dell’imbarcazione sia stato localizzato al largo delle coste dello stato americano di Rhode Island, stando a quanto dichiarato da alcuni ricercatori australiani. Eppure non mancano le polemiche.

Cos’era l’Endeavour

L’Endeavour era la nave con cui Cook salpò dall’Inghilterra diretto a Tahiti e poi in Nuova Zelanda prima di raggiungere l’Australia nel 1770 e tracciare la mappa della costa orientale del continente.

Quando il veliero affondò nel porto di Newport nell’agosto 1778, fu ribattezzato ‘Lord Sandwich‘ e venne utilizzato dagli inglesi come carcere per i prigionieri di guerra durante la rivoluzione americana.

Gli inglesi affondarono la nave con lo scopo di impedire a una flotta francese di navigare nel porto di Newport per supportare gli americani. L’evento precedette di pochi mesi la morte di Cook, alle Hawaii nel febbraio 1779.

In cosa consiste il ritrovamento

Dal 1999 stiamo ispezionando diversi relitti del 18esimo secolo in un’area di due miglia quadrate dove riteniamo che l’Endeavour sia affondato“, ha spiegato in una conferenza stampa Kevin Sumption, direttore del Museo nazionale marittimo australiano. “In base a evidenze d’archivio e archeologiche, sono convinto che si tratti dell’Endeavour“.

Sumption, già nel 2018, si era detto certo che i resti dell’Endeavour si trovassero nel sito di Rhode Island, ma che comunque sarebbero state necessarie ulteriori verifiche.

Le prove presentate dal Museo marittimo australiano per dimostrare che il relitto indicato con il codice RI 2394 e’ l’Endeavour, partono dal fatto che cinque navi furono affondate deliberatamente dalla marina britannica nel 1778 a nord di Goat Island a Newport: una di queste era proprio il Lord Sandwich.

Tutte le imbarcazioni dell’epoca naufragarono a causa di alcuni buchi nello scafo. Elementi che sono stati trovati anche nel relitto RI 2394. “Sappiamo – spiega il Museo – che il Lord Sandwich era la nave più grande tra quelle affondate: RI 2394 è il relitto più grande tra quelli del diciottesimo secolo trovati nell’area e la sua lunghezza combacia quasi alla perfezione con le dimensioni indicate nei progetti di costruzione dell’Endeavour“.

Altre prove riguardano il tonnellaggio della nave, a cui i ricercatori sono risaliti attraverso la misurazione di diversi pezzi di legno. A quanto pare, il relitto ritrovato ha le stesse dimensioni dell’Endeavour. E, in modo particolare, colpisce la forma della prua, adatta al trasporto di carbone, ovvero la ragione per cui la nave fu inizialmente costruita.

Infine, coincidono con i progetti di costruzione dell’Endeavour il fondo piatto del relitto, i punti in cui sorgevano gli alberi, e la qualità del legno: proviene dall’Inghilterra o dall’Europa, mentre gli altri relitti nell’area sono di navi costruite in America. “Messi insieme – conclude sul proprio sito il Museo – tutti questi indizi indicano che RI 2394 è ciò che rimane dell’Endeavour“.

La polemica sul ritrovamento

Nonostante quanto appena detto è scoppiata una grande polemica. Secondo Rhode Island Marine Archaeology Project, infatti, è troppo presto per trarre questa conclusione. In una dichiarazione, la direttrice esecutiva del progetto, DK (Kathy) Abbass, ha sottolineato che l’annuncio sia una “violazione del contratto“.

Le conclusioni“, ha poi aggiunto, “saranno guidate da un adeguato processo scientifico e da emozioni o politica australiane“.

Un portavoce del museo australiano ha replicato che Abbass aveva “il diritto alla propria opinione sulla grande quantità di prove che abbiamo accumulato“, ma che non si ritiene di aver violato alcun contratto.

Tra australiani e americani, una volta alleati nella ricerca dell’Endeavour, è quindi “battaglia” dopo l’annuncio del ritrovamento del relitto di James Cook. Se per Sumption ciò che si trova nel mare di Rhode Island è la leggendaria nave dell’esploratore, di diverso avviso è il team che guida da anni le ricerche.