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C’è un vitigno all’ombra del Colosseo ed è spettacolare

I motivi per organizzare un viaggio nella capitale d’Italia, in ogni momento dell’anno, sono così tanti che non si possono elencare. Del resto tra i 7 colli si snodano tutta una serie di meraviglie antiche e moderne che raccontano la storia di Roma e dell’Italia intera.

Antiche rovine, capolavori rinascimentali, arte classica e moderna, e poi ancora paesaggi urbani che lasciano senza fiato e scorci meravigliosi che hanno incantato e ispirato registi, musicisti e artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Eppure, come se tutto questo non bastasse, c’è un altro motivo per raggiungere Roma adesso, si tratta di un piccolo vigneto che è nato nel cuore della città eterna, proprio lì, all’ombra del Colosseo.

Il vitigno sul Colle Palatino

Ci troviamo nel cuore della Roma Imperiale, quella dominata dal Colosseo e attraversata dalla magica e suggestiva via dei Fori Imperiali. In quella scenografia da cartolina che rappresenta la capitale d’Italia nel mondo, la stessa che attira milioni di viaggiatori provenienti da ogni dove.

È questo il primo luogo che si desidera raggiungere quando si mette piede a Roma, è questo il posto dove si lascia il cuore. Tutto intorno, invece, si snoda il Colle Palatino, quel luogo che, secondo la leggenda, ha visto la nascita della città eterna. Lo stesso luogo che racconta di Remo e di Romolo, del primo re della città e della sua storia.

Ed è qui, tra i resti delle dimore patrizie e dei palazzi reali, tra le chiese straordinarie e quei muri che sembrano custodire storie antiche e mai dimenticate, che è stato realizzato un piccolo vigneto per continuare quel dialogo tra antichità e modernità, tra passato e futuro, tra storia e agricoltura.

C’era una volta l’uva pantastica

La storia d’amore tra la vite e Roma è tanto antica quanto indissolubile. Già Plinio il Vecchio aveva parlato di uva pantastica per far riferimento ai prodotti del vitigno in epoca romana, gli stessi che adesso vengono coltivati nell’area del Parco Archeologico del Colosseo e in molte altre zone di Roma.

Conosciuta anche come uva pane, perché consumata dai contadini in abbinamento con il pane, questa uva è considerata la materia prima per fare quello che è considerato il vero vino romano, oggi come ieri.

Grazie alla collaborazione tra il Parco e l’azienda vitivinicola Cincinnato, e alla conseguente nascita del vitigno al Palatino, sarà possibile valorizzare, preservare e portare avanti quel legame culturale tra la tradizione agricola che affonda le radici nella storia dell’antica civiltà romana e il territorio stesso. Così passato, presente e futuro si fondono nel cuore di Roma dando vita a quella che potrebbe diventare una delle esperienze di eno-archeologia più belle del nostro Paese.

Le barbatelle della varietà Bellone, che Plinio il Vecchio chiamava uva pantastica sono state già piantante in un piccolo appezzamento di terra della Vigna Barberini, appartenuta all’omonima famiglia e situata nell’angolo orientale del Colle Palatino, nel prato verdeggiante della terrazza capitolina che offre uno dei panorami più belli e suggestivi dell’intera città. E ora, proprio lì, un pezzo di storia dell’antica Roma tornerà a vivere.

Vigneto Vigna Barberini

Vigneto Vigna Barberini

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La città italiana definita “vibrante e piena di sorprese”

Che l’Italia sia una terra splendida e ricca di località imperdibili lo sappiamo benissimo, ma ci sono delle realtà meno note che noi concittadini tendiamo a sottovalutare e a non valorizzare come dovremmo. Tuttavia, la stampa internazionale non si lascia scappare questi tesori e la BBC, in particolare, ha dedicato un articolo a una città dello Stivale definita “vibrante e piena di sorprese”.

Livorno, “città imperdibile”

La BBC ci porta in Toscana, ma non nelle città più note come Firenze, ci catapulta a Livorno, capoluogo di provincia portuale situato sulla costa occidentale di questa splendida regione.

L’articolo, firmato da Solveig Steinhardt, rientra nella serie Comeback Cities che la BBC dedica alle capitali fuori dal radar. Città del cuore e dell’infanzia dell’autrice, “è caotica e vivace; multiculturale; fortemente legata al mare, sia culturalmente che gastronomicamente”.

Un pezzo in cui viene ripercorsa la lunga e particolare storia di questo centro italiano bellissimo, e che si lascia andare anche a riflessioni. Come fa osservare Steinhardt: “Con solo il 10% del numero di turisti di Firenze e un terzo di quello di Pisa, Livorno è per lo più ignorata dai visitatori che non si rendono conto che si stanno perdendo una città culturalmente vivace con una costa mozzafiato e un atteggiamento liberale unico che è radicato nei suoi inizi, quando i Medici fondarono la città”.

Del resto, come diceva lo scrittore Curzio Malaparte, la Toscana ha i livornesi come gli inglesi hanno l’Australia: qualcosa che fa parte, senza farne parte del tutto.

livorno bbc

Una splendida veduta di Livorno

Cosa vedere a Livorno

Livorno, in sostanza, non è una replica minore delle sue città sorelle ben più famose, è qualcosa di completamente diverso. I capolavori, da queste parti, non sono antichisissimi, sono neobarocchi e neoclassici e il tutto risulta perfettamente plasmato all’atmosfera tipica di una città di mare.

Imperdibile, per esempio, è il quartiere di Venezia Nuova dove è possibile scoprire la vera anima di Livorno: una zona costruita intorno a dei canali che portano il mare fin dentro la città. Un quartiere che fu, sfortunatamente, pesantemente bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi essere perfettamente ricostruito. Lungo il cammino presso Venezia Nuova è possibile incontrare “I bottini dell’Olio”, vecchi magazzini dell’olio oggi trasformati in Museo e Biblioteca comunale.

Su Via Borra, la principale del quartiere, si affacciano i palazzi più belli, come quello del Monte di Pietà, delle Colonne di Marmo e Palazzo Huigens. Senza dimenticare uno degli angoli più caratteristici di Livorno: il Ponte di Marmo.

Livorno Livorno

Un angolo di Livorno

Imperdibile anche il Mercato Centrale di Livorno, meglio conosciuto come il Mercato delle Vettovaglie. Si distingue per essere uno dei più grandi d’Europa e si trova all’interno di una struttura magnifica, a tal punto che sembra più un monumento che un mercato. Inoltre, è per eccellenza il luogo dove si può scoprire la cultura locale.

Bellissimo anche il suo Duomo, una Cattedrale dedicata a San Francesco che fu costruita dal 1594 al 1606 e più volte rimaneggiata nei secoli. Quasi completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, oggi è un edificio, rivestito in laterizio, che vanta una facciata di marmo a capanna, con un loggiato a tre arcate a tutto sesto. Al suo interno il visitatore rimane particolarmente affascinato dalla cappella del Sacramento dove è possibile scorgere un “Cristo coronato di spine” del Beato Angelico, che da solo vale la visita alla chiesa.

Poi il simbolo della città, ossia il Monumento dei Quattro Mori. Il nome ufficiale è “Monumento a Ferdinando I” e la sua storia, ricca di leggende, racconta uno dei momenti più importanti dello sviluppo di Livorno. Ferdinando I de’ Medici, colui che volle Venezia Nuova e l’espansione di Livorno, combatté ferocemente i pirati che attaccavano le coste toscane e per questo nacque tale monumento: un tentativo di autocelebrarsi dando l’incarico allo scultore Giovanni Bandini di realizzare un’opera in marmo di Carrara.

Sfortunatamente, Ferdinando non ha mai visto la Fontana terminata, e soprattutto con i Mori aggiunti tra il 1623 e il 1626, ossia degli schiavi che lavoravano presso il “Bagno dei forzati”, una prigione. Uno dei due si chiamava Morgiano, un altro Alì e, secondo la leggenda, dopo la realizzazione del monumento divennero così famosi da essere liberati, diventando negli anni i protagonisti di questa costruzione al posto di colui che ne aveva richiesto la realizzazione.

La particolarità di questo monumento è che al giorno d’oggi non sarebbe possibile realizzarla. Statue di questo tipo, infatti, sono state tirate giù a furor di popolo.

Monumento dei Quattro Mori livorno

Il Monumento dei Quattro Mori

Tra le varie cose da non perdere a Livorno c’è anche la Terrazza Mascagni dedicata al compositore livornese, un belvedere sul mare con una particolare pavimentazione a scacchiera. Abbandonata e quasi distrutta dalle mareggiate, la Terrazza ha ripreso vita con i lavori degli anni ’90 e oggi è una spettacolare passeggiata sul mare. Vi basti pensare che è composta di 34mila piastrelle bianche e nere e che il mare, con i sui tramonti e i giochi di luce, ne fa un luogo sempre nuovo a ogni ora del giorno.

Il mare di Livorno

Tra tutte le province della costa toscana, quella di Livorno è la più estesa e la più varia. Lungo il tratto livornese, chiamato Costa degli Etruschi, si passa da spiagge profonde e senza fine a scogliere alte e ventose, fino ad arrivare a tratti protetti da piacevoli pinete.

Tantissime sono le località turistiche: da sud a nord la Costa degli Etruschi comprende i comuni di Piombino, San Vincenzo, Castagneto Carducci, Bibbona, Cecina, Rosignano Marittimo, e la stessa Livorno. Difficile scegliere dove fare una sosta, ma noi vi consigliamo sicuramente San Vincenzo le cui spiagge sono in gran parte libere, e per molti tratti alle spalle hanno una pineta, ottima per rinfrescarsi.

Altrettanto interessante è il comune di Rosignano Marittimo che comprende al suo interno una serie di località davvero imperdibili. Una su tutte Castiglioncello, resa famosa da Dino Risi negli anni ’60 che qui girò il film Il Sorpasso, dotata di numerose spiagge e tanti servizi per i turisti.

Infine, vi consigliamo di fare un salto presso la graziosa Castagneto Carducci, legata al nome del poeta Giosuè Carducci che qui trascorse l’infanzia quando ai tempi il borgo si chiamava Castagneto Marittimo. Oggi, grazie alle sue spiagge e al suo borgo storico, è una meta da non perdere durante un tour dei questa splendida costa.

Insomma, Livorno è una città davvero imperdibile e i suoi dintorni sono veri tesori da scoprire.

Terrazza Mascagni livorno

Terrazza Mascagni al tramonto

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La chiesetta in mezzo al lago è la più romantica che ci sia

In un luogo paradisiaco in mezzo alle montagne, dove la natura è ancora incontaminata e si possono fare delle splendide escursioni naturalistiche nel più totale silenzio, si cela un angolo incredibilmente pittoresco e del tutto inaspettato.

Tra le due sponde di un lago, su un sottile lembo di terra, è stato costruito un luogo di culto che più isolato di così non c’è. Quando si percorre il sentiero in mezzo al bosco, popolato da tanti scoiattoli, e si apre una radura affacciata sullo specchio d’acqua, s’incontra una chiesetta solitaria che è un vero gioiello d’architettura.

Un piccolo gioiello di montagna

Ci troviamo nella regione del Wipptal, nel Tirolo austriaco, poco più a Sud di Innsbruck e non lontano dal confine italiano. La chiesetta si trova nel bel mezzo del lago Obernberger, un’area protetta a 1.600 metri di altitudine.

Lago-Obernberger

Il Lago Obernberger nel Tirolo austriaco

Unico intervento dell’uomo in un ambiente assolutamente integro, la deliziosa cappella Maria am See (Maria al lago) fu costruita su una roccia in mezzo al lago cadutavi in un’era preistorica non ben definita dalla vicina montagna, dividendo di fatto il lago in due parti.

D’inverno, l’isolotto dove si trova la chiesa non è raggiungibile a piedi, ma quando arriva il disgelo, il livello dell’acqua aumenta e le due sponde possono così essere collegate e la cappella raggiunta.

La cappella Maria am See non è antichissima, in verità, fu costruita solo nel 1935. Ma perché erigere un santuario nel bel mezzo del nulla? Proprio in quell’anno, il lago di Obernberg venne dichiarato parco nazionale e la cappella servì a sigillare l’evento. La si può raggiungere lungo un sentiero e attraversando poi un ponticello di legno.

Lago-Obernberger

La cappella Maria am See sul Lago Obernberger in Tirolo

La più bella meta escursionistica

Il lago alpino di Obernberger è forse il più bello del Tirolo ed è una popolare meta escursionistica per gli amanti della natura. L’acqua blu intenso, il ponte di legno sopra il lago, la cappella sulla sponda sinistra e l’imponente Tribulaun di Fleres sullo sfondo, la cima più elevata nelle Alpi dello Stubai, concorrono a comporre un panorama da cartolina.

È il lago più grande del versante meridionale del Tirolo e le sue acque sempre fresche sono dovute alle sorgenti sotterranee che lo alimentano. Tuttavia, è vietata la balneazione in quanto queste purissime acque sono ricche di pesci, tra cui molte trote. Il giro intorno al lago dura circa un’ora ed è fattibile un po’ da tutti.

Si dice che che le acque cristalline turchesi del lago di Obernberg siano una fonte unica di forza ed energia.

La valle Wipptal

Con le sue cinque vallate montane incontaminate, la Wipptal, nel Tirolo austriaco, è una chicca per gli amanti della natura, in cerca di pace e tranquillità in montagna. Incastonata tra le Alpi della Zillertal e dello Stubai, tra Innsbruck a Nord e il Brennero a Sud, d’estate, offre più di 500 chilometri di sentieri segnalati, due tour dei rifugi per escursioni a lunga distanza, un’ampia rete di sentieri per mountain bike ed e-bike, un bike park, due ferrate e diverse offerte per famiglie, come il villaggio dei mulini di Gschnitz o il mondo acquatico di Bärenbachl sulla Bergeralm.

Dal 2020, l’associazione turistica Wipptal sta cercando di stimolare i propri ospiti a un turismo più sostenibile e a utilizzare quindi i trasporti pubblici. Ecco perché è nata l’offerta “Guest Card = Ticket” che consente di utilizzare gratuitamente tutti i trasporti pubblici della regione, incluse la S-Bahn tra Innsbruck e il Brennero e tutti gli autobus Regio per le valli di montagna.

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Borghi Notizie Viaggi

Da sempre, è la meta più amata dai vip in Italia

Il suo fascino di borgo pittoresco, dalle case color pastello che incorniciano una delle baie più belle d’Italia risale già a molti secoli fa. Sì, perché, questo luogo d’incanto non è mai cambiato negli anni.

È rimasto tale e quale al borgo di pescatori di un tempo, incastonato in pochi metri quadrati tra il porticciolo e i monti a ridosso del paese a picco sul mare. Sono mutate solo le attività commerciali: al posto delle piccole botteghe artigiane, dove si ricucivano le reti da pesca, si vendeva il pescato appena preso e dove le donne dai monti portavano giù frutta e verdura oggi ci sono costosissime boutique di lusso ed eleganti ristoranti.

Portofino, meta vip

Samo a Portofino, nel Golfo del Tigullio, sulla Riviera ligure, un angolo incantato che continua ad affascinare. E sono soprattutto vip e celebrity d’oltreoceano che affollano la sua celebre piazzetta, eletta qualche anno fa “Locale storico d’Italia”, gli stretti vicoli e i tavolini dei bar.

Nozze e “celeb”

Questo borgo regala così tanti scorci romantici da essere tra le location predilette dei matrimoni celebri. L’ultimo celebrato in ordine di data è stato quello di Kourtney Mary Kardashian, celebre personaggio televisivo statunitense divenuto famoso per il reality “Al passo con i Kardashian” con protagonista tutta la famiglia, e il produttore discografico Travis Barker. La coppia ha scelto Portofino per dichiararsi amore eterno (con la speranza che questa sia la volta buona, essendo già la terza). Presente alle nozze tutto il clan Kardashian, mamma, sorelle, nipoti e naturalmente anche tanti amici vip.

Meta social

Negli stessi giorni, a far girare sui social le immagini di Portofino, con il suo cielo e mare blu, è stata anche un’altra celebre coppia: i Ferragnez. L’imprenditrice digitale Chiara Ferragni e il marito Fedez si sono infatti regalati un weekend d’amore – lasciando i figli Leo e Vittoria a casa con i nonni – nella cornice romantica di Portofino, alloggiando in uno degli alberghi da loro preferito, il Belmond Splendido, che ha una bellissima terrazza panoramica proprio sul golfo.

Post e story vista Portofino, a colazione, pranzo e cena. Tour in Vespa brandizzata Christian Dior messa a disposizione degli ospiti dall’hotel, tappa a San Fruttuoso in barca – non sulla micro-spiaggia in mezzo alla folla, naturalmente, ma dalla terrazza dell’unico ristorante che si trova nella piccola frazione, un fine settimana di lusso in uno degli angoli più incantevoli d’Italia.

Scoperta dai turisti stranieri

Agli inizi del 1900, sono stati dapprima i britannici e poi i tedeschi a scoprire che Portofino, da piccolo borgo marinaro, poteva diventare un’eccellente meta delle vacanze. Oggi, questo borgo – che conta ancora oggi meno di 400 abitanti effettivi, mentre si arriva a migliaia di ospiti con i turisti – insieme ai suoi dintorni sono un’importante meta turistica, soprattutto per gli stranieri, che considerano questa località una delle più gradevoli del Mar Mediterraneo.

Portofino e dintorni

Il territorio è, infatti, compreso nel Parco naturale regionale di Portofino, con ben 80 chilometri di itinerari nell’entroterra e lungo la costa (tra i più suggestivi, quello che porta all’Eremo Niasca e quello che arriva a San Fruttuoso, con la sua abbazia che è un bene del FAI), e nell’Area naturale marina protetta Portofino, un’area sommersa fatta di posidonie e di coralli intorno ai quali si è formato un habitat eccezionale.

portofino-vip

Il porticciolo di Portofino, nel Golfo del Tigullio

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Borghi itinerari culturali Molise musei Viaggi

In Molise c’è un piccolo borgo che sembra un museo a cielo aperto

L’Italia è un Paese meraviglioso che non smette mai di stupire. Lo sanno i viaggiatori del mondo, che giungono nella terra del sole e del mare per viverla, e lo sappiamo noi che percorriamo in lungo e in largo lo Stivale per scoprire quali sorprese questo ancora ci riserva.

E tra i mari, le montagne, i siti naturalistici e i monumenti storici e iconici ci sono anche loro, i borghi. Luoghi intrisi di fascino, di storia e di cultura, di tradizioni antiche e perpetuate nei secoli. Luoghi sospesi nel tempo e nello spazio che incantano per la loro genuinità, per la forza di restare ancorati al passato e il coraggio di guardare il futuro.

Come ha fatto e continua a fare Civitacampomarano, il piccolo borgo del Molise che è rinato grazia alla street art e che oggi è diventato un museo a cielo aperto tutto da scoprire.

Civitacampomarano

Civitacampomarano

Civitacampomarano: il borgo dei murales

Incastonato negli Appennini alla stregua di un tesoro prezioso, Civitacampomarano è diventato l’emblema del coraggio, così come coraggiosi lo sono i suoi abitanti. Il piccolo borgo del Molise, situato a circa 40 chilometri da Campobasso, condivide con molti altri borghi d’Italia lo stigma dello spopolamento.

Sono appena 400 le anime che vivono in questo comune che domina un paesaggio mozzafiato, che hanno scelto di restare nonostante tutto. Ma oggi queste persone non sono più sole perché sono circondate da quei viaggiatori che si mettono in cammino per scoprire il borgo, per ammirare gli splendidi murales che sono stati disegnati sulle case vuote e sui vecchi edifici e per partecipare a un festival straodinario.

Da borgo quasi dimenticato a museo a cielo aperto: è questa la storia di Civitacampomarano legata indissolubilmente alla figura di Alice Pasquini, street artist di origini romane, che nel 2014 ha cambiato il destino del borgo grazie alla scelta di venire qui per dipingere i muri del centro storico quasi completamente disabitato.

Civitacampomarano

Civitacampomarano

Un museo a cielo aperto

Cos’è Civitacampomarano oggi? Un museo a cielo aperto, un luogo dove storia, colore e arte convivono e meravigliano tutte le persone che scelgono di venire a scoprire il territorio molisano.

La sua seconda vita, come abbiamo anticipato, è iniziata del 2014 quando la street artist romana ha scelto di venire nel borgo e colorarlo. Alice Pasquini ha dipinto le vecchie porte, le finestre e i muri di quelle case bellissime lasciate vuote da chi ha scelto di cercare fortuna altrove. Ma questo non era abbastanza, così nel 2016 ha organizzato quella che è stata la prima edizione del Cvtà Street Fest.

In quell’occasione street artist di fama internazionale hanno creato delle vere e proprie opere d’arte sui muri del borgo portando avanti quel dialogo inaugurato anni prima dalla Pasquini. Ma quello era solo l’inizio perché anno dopo anno, nel mese di giugno, il festival è diventato un appuntamento ricorrente e indissolubilmente legato al territorio destinato a colorare tutto il borgo e ad attirare artisti e viaggiatori provenienti da ogni parte dello stivale.

Oggi Civitacampomarano è come un libro meraviglioso: ogni edificio assume le sembianze di una pagina da sfogliare che conserva tantissime storie da scoprire e da preservare oggi e domani.

Civitacampomarano

Civitacampomarano, opera di Alice Pasquini

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La strada più bella del mondo è in Irlanda. Scopri la Causeway Coastal Route

Con un passato leggendario e paesaggi così iconici da essere scelti spesso come set per produzioni cinematografiche e televisive (come la celebre Game of Thrones), la Causeway Coastal Route è una meta imperdibile per chi cerca una vacanza che unisca storia, panorami indimenticabili e sport, tra trekking, bicicletta, kayak e molto altro. La strada, lunga circa 250 km, collega la città di Belfast a Derry-Londonderry nell’Irlanda del Nord e, dipanandosi tra villaggi, scogliere a picco, cattedrali, vallate verdi smeraldo e cittadine di mare, riesce a trovare un perfetto equilibrio tra le sue due anime, la vivacità dei centri abitati e l’affascinante senso di solitudine della sua natura incontaminata.

Scogliere, spiagge e la potenza dell’oceano

Il mare è l’assoluto protagonista nel percorso lungo la Causeway Coastal Route, insieme alla sua biodiversità e alla sua peculiare fauna. Le scogliere a picco, attraversate dal vento sferzante, le insenature raggiungibili solo in barca, le spiagge dalla sabbia bianca come la White rocks beach offrono l’occasione sia per pause rigeneranti che per esperienze adrenaliniche
Da non perdere anche la passeggiata lungo il sentiero The Gobbins tra portali nella roccia, grotte e affioramenti di una bellezza primordiale. Progettato dall’ingegnere ferroviario Berkeley Deane Wise nel 1902, tra ponti d’acciaio e gallerie nella roccia, il percorso è ideale per ammirare la ricca fauna marina locale.
Nei pressi di Ballintoy, nella contea di Antrim in Irlanda del Nord, è possibile ammirare The Elephant Rock, una formazione rocciosa nell’acqua dall’aspetto di un elefante. La leggenda narra che si tratti di un vero animale, pietrificato dalla lava di un antico vulcano. Uno dei posti più suggestivi da fotografare al tramonto.

Sentiero Gobbins – Tourism Ireland

Giant’s Causeway

Considerata l’ottava meraviglia del mondo, la Giant’s Causeway, una distesa di 40mila colonne di basalto bagnate dalle onde, risalenti a circa 60 milioni di anni fa e alte fino a 30 metri, è un pezzo di natura unico nel suo genere. Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, ha ispirato molte leggende nei millenni e ancora oggi è una delle mete più ricercate e visitate dell’Irlanda del Nord. Il modo migliore per godere del luogo è organizzare una visita all’alba o al tramonto, quando la luce del sole crea i migliori giochi di luce sulle incredibili rocce esagonali.

Giant’s Causeway – Tourism Ireland

Villaggi, castelli e cattedrali

Attraversare la Causeway Coastal Route è l’occasione perfetta per visitare suggestivi villaggi dall’animo vivace, dall’ottima cucina e dalla calorosa accoglienza. A Glenarm, splendido borgo georgiano nella contea di Antrim, potrai ammirare l’elegante architettura del XXVII secolo. Cushendun, sempre nella contea di Antrim, è il luogo ideale per scattare foto ricordo, con il suo fascino da perfetta cartolina marittima. Non perdere l’occasione di visitare il Mussenden Temple, contea di Londonderry, scenografico tempietto che si affaccia sul mare a Castlerock, o le rovine dell’imponente Dunluce Castle (contea di Antrim).
Raggiungi Glenarm Castle nella contea di Antrim, per l’ora del tè e fermati a dormire nella casa del mulino. Ti sembrerà di fare un viaggio nel tempo.

Castello di Glenarm – Tourism Ireland

Un whiskey a Bushmills

Non è Irlanda del Nord senza un buon bicchiere di whiskey. Il villaggio di Bushmills, nella contea di Antrim, è conosciuto come il luogo della più antica distilleria ancora in attività dell’isola. Nel 1608, Re Giacomo I concesse proprio qui la prima licenza per distillare il celebre whiskey irlandese, dal gusto puro e delicato, e ancora oggi i turisti arrivano nel pittoresco borgo per assaggiare il prezioso distillato.

Per scoprire di più sulle bellezze della Causeway Coastal Route e sulle attività da praticare in zona, ascolta il nostro podcast dedicato.

In collaborazione con Turismo Irlandese

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Manciano, il borgo della Maremma che fa sognare

Nel cuore della Maremma, non lontano dal mare, ci si imbatte in una caratteristica cittadina dalla storia millenaria. Parliamo di Manciano, gioello della Toscana su cui ora sventola la Bandiera Arancione, il prestigioso riconoscimento che il Touring Club Italiano assegna ai borghi eccellenti dell’entroterra. La destinazione ideale per chi vuole fare un viaggio nella natura e nel tempo, un luogo di benessere e tradizioni enogastronomiche da scoprire.

Manciano, la ‘Spia della Maremma’

Circondato da un territorio ancora selvaggio, Manciano offre una vista unica su tutta la Maremma Toscana, spaziando dal mare alle colline, dalle cime del monte Amiata al Lago di Bolsena. Una particolarità che è valso al borgo l’appellativo di “Spia della Maremma“.

Il paese è dominato dal Cassero di origine aldobrandesca, oggi sede del Comune, costruito su un masso di pietra arenaria grigia, al cui interno si possono ripercorrere le vicende del paese attraverso i cimeli recuperati nelle proprietà comunali. Dalla torre panoramica si può godere di una vista a 360° della Maremma fino alle isole dell’Arcipelago Toscano arrivando a scorgere, nelle giornate con il cielo particolarmente terso, persino la Corsica.

Ai piedi del Cassero, si trova un altro monumento iconico, la fontana di Piazza Garibaldi, realizzata in stile liberty nel 1913 per celebrare l’arrivo dell’acquedotto in paese. L’abitato antico di Manciano è circondato da una cinta muraria tuttora in ottimo stato di conservazione. Completata dagli Aldobrandeschi verso la fine del Duecento, costituisce l’ultimo tassello di un sistema difensivo tra i più efficienti dell’epoca, che comprendeva ben 11 torri di avvistamento, di cui oggi restano una intatta e un’altra rimasta a metà, quest’ultima sulla sinistra di Porta Fiorella.

All’interno del borgo spicca il campanile della Chiesa di San Leonardo, costruita nella prima metà del XIV secolo in stile romanico-gotico, e in seguito sottoposta a diversi interventi di restauro che ne hanno modificato l’aspetto originale. A spiccare è anche la Torre dell’Orologio, probabilmente costruita nel 1472, parte integrante del più antico palazzo comunale che ospitava anche il granaio, la scuola, la stalla e l’alloggio del vicario. Da vedere ancora nel centro storico c’è, inoltre, il Museo di Preistoria e Protostoria della Valle del fiume Fiora, che custodisce importanti reperti che permettono di ricostruire la vita delle comunità precedenti la civiltà etrusca.

Manciano borgo Maremma fa sognare

Veduta del borgo di Manciano, la “Spia della Maremma”

Cosa fare a Manciano e dintorni

A pochi chilometri da Manciano ci si imbatte in un altro gioiello toscano, il borgo medievale di Montemerano, arroccato su una collina incorniciata da ulivi secolari e dalla splendida campagna maremmana. Una meta amata dagli spiriti romantici per le mura che cingono il centro storico a forma di cuore, ma anche un luogo ricco di attrazioni da visitare, come la Chiesa di San Giorgio, al cui interno sono custodite opere d’arte di grande valore, tra cui notevoli affreschi di scuola senese del XV e XVI secolo.

Poco distante da Manciano troviamo, poi, Saturnia con le sue celebri terme. Qui ci si può immergere nelle calde acque sulfuree dalle molteplici virtù terapeutiche, che sgorgano naturalmente e incessantemente da circa 3000 anni, alla temperatura sempre costante di 37,5°. Acque prodigiose di cui si può godere gratuitamente per tutto l’anno, presso le famose Cascate del Mulino e quelle del Gorello, in una cornice naturalistica di incredibile suggestione.

Per i buongustai, questo è un territorio che vanta una produzione molto variegata di formaggi, dai classici di pecora freschi e stagionati, come il Pecorino Toscano DOP a quelli più ricercati, ma anche vino, olio, zafferano e il ciaffagnone, antenato delle crêpes. Da non perdere, infine, gli eventi che svelano storie e tradizioni del posto, tra cui il Manciano Street Music Festival, a luglio, interamente dedicato alle street band, e il Palio delle Botti, in programma nel mese di agosto. Insomma, Manciano è un borgo che sa davvero sorprendere.

Montemerano

Il borgo medievale di Montemerano

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Come in un sogno: le montagne sospese tra cielo e terra

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci, di incantarci, di meravigliarci con la sua bellezza, la stessa che ci spinge a viaggiare in lungo e in largo, che ci invoglia a raggiungere destinazioni a noi lontanissime, ma che ci permettono di osservare da vicino le opere più belle create da Madre Natura.

Luoghi che assomigliano a paradisi terrestri, a sogni onirici e a set cinematografici di pellicole di fantascienza, ma che invece sono reali e spettacolari. E questo è il caso delle montagne fluttuanti in Cina, quelle trapassano la nebbia e svettano verso il cielo. Quelle immense e gigantesche da sembrare quasi divine.

Il loro nome è Tianzi e sono montagne di arenaria altissime e dalle forma appuntita che caratterizzano da milioni di anni il panorama dello Zhangjiajie National Forest Park. E se vi sembra di averle già viste da qualche parte non vi sbagliate, perché queste sono le rocce che hanno ispirato il capolavoro cinematografico di James Cameron: Avatar.

Montagne Tianzi

Montagne Tianzi

Il luogo reale che ha ispirato Pandora

Era il 2009 quando sul grande schermo veniva presentato quello che è stato il film con più incassi nella storia del cinema. Ma non era solo la storia di Avatar ad appassionarci, ma anche le straordinarie ambientazioni di quell’universo immaginario e fantasy che prendeva il nome di Pandora.

Eppure quell’universo fantascientifico si è ispirato a un luogo reale e meraviglioso che appartiene al nostro Pianeta. Si tratta delle Montagne Tianzi, formazioni rocciose altissime che avvolte dalla nebbia restituiscono visioni magiche e incantate: sembrano davvero sospese tra cielo e terra.

Per ammirare questo capolavoro creato da Madre Natura milioni di anni fa, dobbiamo recarci in Cina, nella provincia di Hunan. È qui che esiste lo Zhangjiajie National Forest Park, un luogo onirico e mistico che sembra uscito da un sogno visionario e che attira ogni anno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Già Patrimonio dell’Umanità UNESCO, questo parco ospita delle rocce altissime che sfiorano il cielo, che sembrano quasi attraversarlo. Data la loro forma, stretta e lunga, le Tianzi assomigliano a pilastri, a colonne che sembrano sorreggere il cielo e il paradiso.

Montagne Tianzi

Montagne Tianzi

Le montagne che attraversano il cielo

Il Parco forestale nazionale di Zhangjiajie è un luogo straordinariamente unico, uno dei posti naturali più belli della terra che meritano assolutamente una visita.

Le Montagne Tianzi, che occupano la superficie del parco da più di 300 milioni di anni, sono circondate da una vegetazione lussureggiante e fitta che comprende cascate, ponti e foreste, grotte e formazioni naturali che, tutte insieme, creano uno scenario surreale e incredibile.

La nebbia, che qui è presente oltre 200 giorni all’anno, crea un’atmosfera suggestiva e fiabesca. Quando questa si diffonde all’interno del parco, infatti, le Tianzi sembrano fluttuare tra cielo e terra, esattamente come facevano le montagne di Pandora in Avatar.

E se vi state chiedendo com’è la vista da lassù, non vi resta che scoprirlo. All’interno del parco, infatti, è stato creato uno degli ascensori più alti del mondo. Con i suoi 326 metri, il Bailong conduce i viaggiatori in cima alle montagne permettendogli di godere del panorama più bello, affascinante e suggestivo di questo luogo dell’anima.

Montagne Tianzi

Montagne Tianzi

 

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Ora puoi camminare sul ponte sospeso più lungo del mondo

Camminare da una montagna all’altra, sospesi nel vuoto, con solo una vasta valle dormiente sotto, non è per i deboli di cuore. Ma gli amanti del brivido e delle attrazioni spettacolari saranno pronti a riversarsi nella splendida località turistica di Dolní Morava, nel nord-est della Repubblica Ceca, per attraversare il  nuovo ponte sospeso più lungo del mondo. Si chiama Sky Bridge 721, ed è una meraviglia imperdibile.

Sky Bridge 721, il ponte sospeso più lungo del mondo

Ci sono voluti due anni per realizzare questa incredibile passerella, lunga 721 metri e larga 1,20, inaugurata ufficialmente il 13 maggio. Situato a circa 2 ore e mezzo di auto dalla capitale Praga, lo Sky Bridge 721 collega le creste del monte Králický Sněžník nella Boemia orientale, promettendo viste spettacolari delle cime avvolte dalle nuvole e un’esperienza elettrizzante, anche se leggermente terrificante.

I visitatori raggiungono il punto più alto a 95 metri dal suolo – 1.116 sopra il livello del mare, circondati dalle montagne e dalla foresta. Nuova attrazione della Repubblica Ceca, il ponte è accessibile con la funivia e la passeggiata è a senso unico. Una volta arrivati all’altro lato della passerella, si percorrere un percorso didattico chiamato “The Bridge of Time” (“Il Ponte del Tempo”) composto da otto pannelli e un gioco interattivo che illustrano la storia del posto, con informazioni ordinate tematicamente e cronologicamente in modo che- dopo una passeggiata non impegnativa lungo percorsi segnalati della durata di circa un’ora – ogni visitatore torni “indietro nel tempo” fino a metà del ponte sospeso, per poi ritrovarsi nel presente all’arrivo.

L’eccezionale ponte di Dolní Morava conduce dallo Chalet Slaměnka, vicino all’esistente “Sky Walk” sulla valle, fino al versante della collina di Chlum. I visitatori vi accedono a un’altezza di 1.125 metri e ne escono dieci metri più in alto. Per costruirlo sono stati utilizzati 1.030 metri cubi di calcestruzzo, per un peso totale di 405 tonnellate, di cui 158 solo per le funi che lo sostengono (sei funi portanti principali e 60 funi di vari diametri).

Per le sue dimensioni, lo Sky Bridge 721 strappa il primato di ponte pedonale sospeso più lungo del mondo al Baglung Parbat in Nepal, lungo 567 metri, che a sua volta l’aveva strappato al ponte di Arouca, in Portogallo, lungo 516 metri. Attualmente, i viaggiatori devono prenotare in anticipo i biglietti per lo Sky Bridge 721 sul sito di Dolní Morava, con prezzi a partire da 350 corone ceche (circa 14 euro).

Passeggiare tra le nuvole a Dolní Morava

Lo Sky Bridge 721 non è l’unica attrazione di Dolní Morava, dove si può passeggiare tra le nuvole. Questa rinomata località di villeggiatura, situata al confine ceco con la Polonia, ospita, infatti, anche il celebre “Sky Walk”, una costruzione in legno alta 55 metri e lunga 710 metri.

Il sentiero tra le nuvole si trova a 1116 metri sul livello del mare e da lassù si gode di un panorama insuperabile sul massiccio del monte Králický Sněžník e sulla pittoresca valle del fiume Morava. Se dopo aver passeggiato tra le nuvole ci si sente stanchi, sulla via del ritorno si può usufruire dello scivolo, lungo ben 101 metri. Proprio alle pendici del monte, inoltre, si trova una delle più moderne località sciistiche della Repubblica Ceca.

Ora puoi camminare ponte sospeso più lungo mondo

Sky Bridge 721, il ponte sospeso più lungo del mondo

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Albania, un’eccellenza italiana per dar nuova vita al teatro di Durazzo

L’area archeologica della città di Durazzo si appresta a diventare un parco, polo culturale e hub tra i più importanti dell’Albania e del Mediterraneo: il progetto di riqualificazione e nuova configurazione è stato vinto dallo studio Stefano Boeri Architetti e SON Architects, a seguito del bando indetto dal Ministero della Cultura albanese e dalla Fondazione Albanese – Americana per lo Sviluppo (AADF).

L’obiettivo è quello della valorizzazione dei beni storici di Durazzo con anche la progettazione di una serie di itinerari in città che uniranno l’area dell’anfiteatro romano con il lungomare e altri monumenti di interesse storico-artistico di cui la città albanese è ricca.

Al via la progettazione del Parco Archeologico

Non è la prima volta che lo studio di architettura di Stefano Boeri lavora in ambito archeologico: in Italia ha già dato vita a progetti per Domus Area a Roma e per il Parco Archeologico di Ostia Antica. E anche in Albania sono numerosi i progetti che lo vedono già coinvolto.

Tra i lavori che portano la sua firma: il piano regolatore della città di Tirana, del Bosco Verticale, e del “Cubo di Blloku”, centro polifunzionale con uffici, ristorazione e attività commerciali.

Adesso la nuova sfida è “l’interpretazione, presentazione e valorizzazione dell’anfiteatro romano, del foro bizantino e delle terme romane, nonché della progettazione di una serie di percorsi urbani nel centro storico di Durazzo”, come riporta una nota stampa della Boeri Architects. “Il progetto darà anche vita a un parco archeologico nel cuore della città per residenti e visitatori”.

Un progetto che punta a restituire all’anfiteatro, per anni mai adeguatamente valorizzato, il suo ruolo di punto nevralgico dell’intera area archeologica, insieme alle terme e al foro bizantino, oggi purtroppo chiusi al pubblico e poco visibili.
Il foro, che fungeva da spazio pubblico per eventi e fiere, ha una superficie di 2530 metri quadri e conserva le tracce di un portico circolare con, al centro, un podio sotto al livello stradale, marciapiedi ed edifici mentre le terme si sviluppano per 700 metri quadrati e includono vari ambienti tra cui la piscina e il caldarium (il frigidarium e il tepidarium rimangono tuttora interrati).

L’anfiteatro, dalla forma ellittica, è un’icona e un punto di riferimento per il centro di Durazzo: anche se è stato trascurato a lungo e mai coinvolto in progetti specifici con la creazione, ad esempio, di un itinerario dedicato, è la principale attrazione archeologica della città e accoglie circa ventimila visitatori ogni anno.

Il progetto di Stefano Boeri prevede inoltre la realizzazione di nuovi percorsi urbani per facilitare la fruizione dei siti storici da parte di residenti e turisti. Continua la nota dello studio: “L’obiettivo principale del progetto è collegare il lungomare e il porto di Durazzo con le principali attrazioni turistiche della città, poiché molti beni culturali periferici sono ancora disconnessi e di difficile accesso per residenti e visitatori, ostacolando così il pieno sviluppo turistico”.

Il patrimonio storico e archeologico di Durazzo: è il momento di portarlo alla ribalta

Durazzo è una città che vanta un passato importante e beni storici di sicuro interesse, ancora poco noti, che devono essere finalmente valorizzati.

Lo ha sottolineato, a margine del concorso, Elva Margariti, Ministro della Cultura della Repubblica d’Albania: “L’anfiteatro di Durazzo non è solo un monumento culturale, ma una rappresentazione simbolica della città di Durazzo, una testimonianza della passata gloria di questa antica città, che deve essere restituita all’attenzione di ogni visitatore di Durazzo. I secoli hanno gettato un’ombra ma non hanno spento la luce dell’immenso patrimonio culturale di Durazzo, per questo motivo il progetto di conservazione e rivitalizzazione dell’anfiteatro è necessario per restituire parte della gloria ‘perduta”. L’anfiteatro dovrà tornare alla luce in tutta la sua grandezza e far parte della mappa culturale di Durazzo che avrà l’obiettivo di collegare, attraverso una rete di percorsi, tutti i monumenti della città”.