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A Milano sono sbocciati i fiori sui palazzi: ora sono opere d’arte

Chiudete gli occhi e immaginate di poter passeggiare in una città cosmopolita celebre in tutto il mondo per essere la capitale della moda e del design. Una metropoli che ospita ristoranti e negozi esclusivi, vie dello shopping celebri in tutto il mondo, un duomo bellissimo e straordinario e luoghi di cultura che tengono vivo il dialogo tra arte moderna e contemporanea.

Ora immaginate che in quella stessa città una strada sia stata trasformata in un’opera d’arte permanente, un piccolo museo a cielo aperto capace di trasportare in un mondo onirico, ma ben riconoscibile agli occhi di tutti gli appassionati del design per forme, linee ed evocazioni.

Adesso, finalmente, potete aprire gli occhi. Vi diamo il benvenuto nella nuova via Balzaretti, la strada situata nella zona Città Studi di Milano, che in occasione della Design Week si è trasformata in una galleria d’arte a cielo aperto che lascia senza fiato.

Milano: la strada che diventa opera d’arte

È impossibile non notare quella fioritura straordinaria che è esplosa sulle facciate delle case e degli edifici del quartiere di Milano in questi giorni. Non si tratta di un capolavoro firmato da Madre Natura questa volta, ma di un’opera nata dall’estro creativo e visionario di Toiletpaper, la rivista creata dall’artista Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari che ha trasformato la strada milanese della storica sede in museo en plein air.

Basta una passeggiata per i vicoli di Città Studi, tra via Pascoli e via Pinturicchio, per innamorarsi. Sulla via che già ospita l’edificio storico e iconico della rivista, che si contraddistingue per quella facciata fatta di rossetti dipinta nel 2021, sono comparse altre opere d’arte che hanno dato nuova vita all’intera zona in occasione della Design Week 2022.

Le facciate sembrano le pagine di una rivista da sfogliare, quella di Toiletpaper s’intende, e sono bellissime.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, immagini oniriche, surreali e romantiche hanno cambiato il volto della via trasformandola in una micro galleria d’arte en plen air.

Ci sono fiori che esplodono sulle facciate, che si arrampicano sugli edifici e sembrano quasi entrarci dentro, dalle porte e dalle finestre. Una sorta di trompe-l’œil continuativo che inganna l’occhio e lo incanta, che trasforma quei dipinti bidimensionali in oggetti quasi reali. Sembra davvero che qui la natura si sia impadronita degli spazi e conviva perfettamente con l’arte e il design.

La strada più instagrammabile di Milano

Guardando ciò che è diventata via Balzaretti oggi non abbiamo più dubbi: la strada entra di diritto tra i luoghi più instagrammabili d’Italia. Con una scenografia unica, che catapulta i passanti in un universo sognante e meraviglioso, questa installazione site specific è un vero incanto.

I murales che hanno trasformato le facciate degli edifici storici di via Balzaretti, vanno ad aggiungersi alle altre opere di street art che caratterizzano il capoluogo lombardo creando così un itinerario sorprendente fatto di arte, contemporaneità e suggestione.

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, questo intervento di arte urbana è riuscito a valorizzare, ancora una volta, il legame stretto e indissolubile tra la città e l’arte, in ogni sua forma.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte
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Asia Fiume Iraq Notizie Viaggi

È ritornata alla luce una città antichissima

Se da una parte è una meravigliosa notizia perché quella che vi stiamo per raccontare è una scoperta eccezionale, dall’altra parte non lo è così tanto per un semplice motivo: è ritornata alla luce una città antichissima ma a causa di un prolungato periodo di siccità.

Scoperta una città di 3400 anni fa sul fiume Tigri, in Iraq

Siamo in Iraq, sul fiume Tigri, una zona del Paese che a fine 2021 è stata colpito da una siccità prolungata. Una situazione che ha costretto la popolazione locale a prelevare grandi quantità di acqua dal bacino di Mosul per poter continuare a irrigare i campi. La conseguenza di tutto questo è stata che il livello dell’acqua del bacino è sceso così tanto da far riapparire il complesso urbano ai margini del corpo idrico vicino al sito archeologico di Kemune.

Lo scavo è cominciato a inizio 2022 e, grazie a questo, un gruppo di archeologi ha riportato alla luce una città di 3400 anni fa. Tali resti, risalenti all’Età del bronzo, erano rimasti sommersi per diversi decenni proprio nel bacino idrico di Mosul. Si pensa che la città potrebbe essere l’antica Zachiku, un importante centro dell’impero Mitanni (o anche Mitanni o Mitani), al potere tra il 1550 e il 1350 a.C..

Cosa è stato scoperto ulteriormente

Durante gennaio e febbraio di quest’anno l’archeologo Hasan Ahmed Qasim, presidente dell’Organizzazione per l’archeologia del Kurdistan, gli archeologi Jun.-Prof. dott.ssa Ivana Puljiz (Università di Friburgo) e il Prof. Dr. Peter Pfälzner (Università di Tubinga) hanno deciso spontaneamente di intraprendere scavi di salvataggio congiunti in collaborazione con la Direzione delle Antichità e del Patrimonio a Duhok.

Ad oggi sono riusciti a ricostruire gran parte della pianta della città e a dare nuova vita ad alcuni grandi edifici finora sconosciuti come una massiccia fortificazione, un magazzino a più piani e un complesso di officine. Ciò che sorprende maggiormente è che le strutture in mattoni di fango sono ancora ben conservate, nonostante siano rimaste sott’acqua per tantissimo tempo.

Ivana Puljiz ha spiegato che il grande palazzo dedicato allo stoccaggio risulterebbe molto importante poiché all’interno di questo deposito venivano immagazzinate enormi quantità di merci di varia natura, che erano poi trasportate da tutta la regione dell’odierno Iraq.

Ma non solo. Sono stati ritrovati anche cinque vasi di ceramica con un archivio di oltre 100 tavolette cuneiformi, alcune delle quali ancora in contenitori di argilla, che potrebbero fornire nuove informazioni sulla fine della città sommersa e sull’inizio del dominio assiro nella regione.

tavolette cuneiformi iraqu

Fonte: Universities of Freiburg and Tübingen

Tavolette cuneiformi all’interno di un vaso in ceramica,

Attualmente, per proteggere quanto ritrovato, gli edifici sono stati coperti con un telo di plastica e della ghiaia, sperando di preservare le pareti di argilla da ulteriori danni causati dall’acqua. Nel frattempo, il sito di scavo è di nuovo completamente scomparso nel bacino idrico.

Non è la prima volta che il bacino di Mosul mostra siti archeologici quando il livello dell’acqua si abbassa. È già accaduto, infatti, nel 2018 quando alcuni ricercatori avevano scoperto i resti di un grande palazzo che un tempo troneggiava sopra la valle del Tigri.

Probabilmente, a nord la struttura confinava con una città più grande. Anche nelle stanze del palazzo gli archeologi hanno riportato alla luce tavolette cuneiformi di Mitanni che indicano che questo sito poteva essere la città di Zachiku.

resti di epoca Mitanni fiume tigri

Fonte: Universities of Freiburg and Tübingen

Misurazione dei resti di epoca Mitanni
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Cammini Viaggi

Il Cammino della Magna Grecia, tra consapevolezza e meraviglie

C’è un cammino, in Italia, che porta a scoprire dei luoghi dalla bellezza autentica e che permette di ritrovare una vera e propria connessione con se stessi. Seppur non del tutto completato, offre la possibilità di toccare con mano delle vere e proprie meraviglie del Belpaese, attraverso le principali località in cui sorgevano insediamenti magno-greci.

Cammino della Magna Grecia, sulle orme di Pitagora

Siamo nel Sud Italia e, più precisamente, tra le bellezze della Calabria. Proprio qui la vicepresidente dell’associazione Passi Consapevoli, Claudia Rubino, ha deciso di lanciare questo progetto con lo scopo di valorizzare il territorio della provincia di Crotone, attraverso un nuovo modo di fare turismo che ripercorre il più antico modo di viaggiare: il viaggio a piedi.

Un cammino che prende sempre più forma con il passare dei giorni, poiché molti comuni continuano ad aderire a questa straordinaria iniziativa. L’obiettivo è quello di renderlo un anello che abbraccia questa affascinante zona italiana, lambendo anche la provincia di Cosenza.

L’ultimo ad aver deliberato la sottoscrizione del relativo Protocollo d’Intesa, aggiungendo una tappa importante e di grande centralità a un percorso che mira a valorizzare il territorio e le sue peculiarità, è lo stesso capoluogo: Crotone.

Crotone cammino magna grecia

Fonte: iStock

Il porto di Crotone

Cammino della Magna Grecia: le tappe (fino ad ora)

Come detto in precedenza, il Cammino della Magna Grecia è un progetto in costante crescita. Ciò non toglie che sia già possibile scoprire, passo dopo passo, alcune bellezze uniche al mondo, e tutte circondate dalla natura.

Partendo da Crotone, suggestiva città legata a Pitagora e situata tra le acque profonde del mar Ionio e i boschi dei parchi naturali, si arriva a Rocca di Neto.

Rocca di Neto è un suggestivo paesino che deve il suo nome all’omonimo fiume che scorre sul confine a sud del territorio comunale e che porta dritto alla tappa successiva: Strongoli, vera e propria perla calabrese che sorge su di un colle a pochi chilometri dal Mar Ionio, a circa 350 metri sul livello del mare.

Subito dopo direzione Melissa, che dal 2015 vanta la Bandiera Blu e la Bandiera Verde delle Spiagge per poi arrivare a Cirò Marina, nota località balneare.

Strongoli calabria

Fonte: iStock

Il territorio di Strongoli

Da Cirò Marina si raggiunge a passo lento a Cirò che, grazie a numerosi ritrovamenti, sfoggia una storia millenaria. La tappa successiva – sempre per il momento – è Crucoli, un borgo arroccato su una collina che vanta l’epiteto di ‘paese della sardella’. Da Crucoli si arriva a Umbriatico, il comune della provincia con la più bassa densità di abitanti, e poi a Pallagorio che è un paese arbëreshë della Calabria.

La tappa successiva è Zinga, una particolare frazione di Casabona, mentre di seguito si arriva a Belvedere di Spinello il cui abitato si protende in basso verso un sottile istmo a N. Da qui direzione Verzino, che presenta le caratteristiche tipiche della collina dell’alto crotonese, per poi giungere a Savelli che è situato ai limiti orientali della Sila Grande.

Sempre passo dopo passo si arriva a San Giovanni in Fiore, un centro abitato di montagna il cui nucleo urbano principale è arroccato sul Monte Difesa, per poi rimettersi in cammino verso Castelsilano, con poco più di 800 abitanti.

Da Castelsilano di nuovo in marcia verso Cerenzia, detta “città dell’olio” dagli abitanti, e Caccuri con scorci paesaggistici e architettonici davvero invidiabili. Ma non è finita qui! Il Cammino della Magna Grecia continua in direzione Altilia, un paese situato su un colle e che si affaccia sul fiume Savuto, per poi arrivare a Santa Severina che diede i natali a San Zaccaria, 91º papa della Chiesa cattolica.

Il viaggio lento continua verso Roccabernarda il cui centro mostra i ruderi di un castello poco studiato dal punto di vista archeologico, per poi arrivare a Petilia Policastro dove alcuni ritrovamenti di armi in pietra testimoniano la presenza di insediamenti umani già nel paleolitico.

San Giovanni in Fiore calabria

Fonte: iStock

Il borgo di San Giovanni in Fiore

Subito dopo si arriva a Mesoraca, ai piedi del Monte Giove (Sila Piccola), e a Cutro che è soprannominata la “città degli scacchi” o la “città del pane e degli scacchi”. Poi la sua frazione, San Leonardo di Cutro, situata su una collina a ridosso del Mar Ionio.

Ancora in sella alle proprie scarpe per percorre un tratto di Cammino della Magna Grecia che va dalle meraviglie di Le Castella a quelle di Capo Rizzuto. Dall’Isola si arriva a Capo Colonna, la cui importanza risiede nella quantità di elementi storici che sono legati a questa punta di terra protesa sullo Ionio, e poi di nuovo a Crotone.

I luoghi da visitare assolutamente durante il cammino

Grazie a tutte le tappe che è possibile fare durante il Cammino della Magna Grecia, il viaggiatore è in grado di scoprire luoghi dalla bellezza unica. Impossibile nominarli tutti, per questo abbiamo selezionato per voi quelli davvero imperdibili.

Strongoli, per esempio, vanta la Chiesa Matrice del XVI° secolo che è ricca di affreschi, altari, cappelle, statue e un battistero. Affasciante anche la Chiesa di Santa Maria delle Grazie con una bellissima icona del 1500, della stessa Madonna, ad olio, su fondo dorato.

Altrettanto interessante è Crucoli che, tra scalinate e viuzze, mostra al visitatore monumenti di grande interesse come i ruderi del Castello normanno in piazza Di Bartolo. Belli sono anche la chiesa madre dedicata ai SS. Pietro e Paolo e il Palazzo Municipale Palapoli.

Particolarmente suggestivo anche Belvedere di Spinello che vanta un caratteristico centro storico, ma anche l’imperdibile Santuario di Santa Maria della Scala e, soprattutto, le innumerevoli bellezze naturalistiche.

Vale la pena fare una sosta anche a San Giovanni in Fiore che è il più antico, vasto e popolato centro abitato della Sila. Meravigliosa la sua Abbazia Florense che è considerata uno dei più importanti edifici religiosi della provincia di Cosenza.

Abbazia Florense san giovanni in fiore

Fonte: 123rf

La facciata dell’Abbazia Florense

Molto pittoresco anche il borgo di Caccuri che fa parte del circuito de I Borghi più belli d’Italia, non sembra perciò un caso che sia avvolto da suggestioni romantiche e da un’atmosfera intima, perfetta per viaggi lenti e rilassanti sullo sfondo di castelli e antiche mura.

Merita una visita anche Cutro dove sono presenti numerose chiese al cui interno sono custoditi gelosamente manufatti di grande valore artistico. Nella chiesa dedicata alla santissima Annunziata, ad esempio, è presente una stampa in oro zecchino del Cristo di Giotto.

Infine, da non perdere assolutamente è l’Isola di Capo Rizzuto che sorge su un meraviglioso promontorio nel cuore dell’area marina protetta più vasta d’Europa, offrendo paesaggi davvero mozzafiato. Il luogo ideale per spaziare da spiagge incontaminate a interessantissimi siti archeologici.

Insomma, almeno una volta nella vita bisogna percorrere lo straordinario Cammino della Magna Grecia che non ha assolutamente niente da invidiare ai percorsi più noti di tutto il mondo.

Isola di Capo Rizzuto cammino magna grecia

Fonte: iStock

La meravigliosa Isola di Capo Rizzuto
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Cammini Viaggi

Il Cammino della Magna Grecia, tra consapevolezza e maraviglie

C’è un cammino, in Italia, che porta a scoprire dei luoghi dalla bellezza autentica e che permette di ritrovare una vera e propria connessione con se stessi. Seppur non del tutto completato, offre la possibilità di toccare con mano delle vere e proprie meraviglie del Belpaese, attraverso le principali località in cui sorgevano insediamenti magno-greci.

Cammino della Magna Grecia, sulle orme di Pitagora

Siamo nel Sud Italia e, più precisamente, tra le bellezze della Calabria. Proprio qui la vicepresidente dell’associazione Passi Consapevoli, Claudia Rubino, ha deciso di lanciare questo progetto con lo scopo di valorizzare il territorio della provincia di Crotone, attraverso un nuovo modo di fare turismo che ripercorre il più antico modo di viaggiare: il viaggio a piedi.

Un cammino che prende sempre più forma con il passare dei giorni, poiché molti comuni continuano ad aderire a questa straordinaria iniziativa. L’obiettivo è quello di renderlo un anello che abbraccia questa affascinante zona italiana, lambendo anche la provincia di Cosenza.

L’ultimo ad aver deliberato la sottoscrizione del relativo Protocollo d’Intesa, aggiungendo una tappa importante e di grande centralità a un percorso che mira a valorizzare il territorio e le sue peculiarità, è lo stesso capoluogo: Crotone.

Crotone cammino magna grecia

Fonte: iStock

Il porto di Crotone

Cammino della Magna Grecia: le tappe (fino ad ora)

Come detto in precedenza, il Cammino della Magna Grecia è un progetto in costante crescita. Ciò non toglie che sia già possibile scoprire, passo dopo passo, alcune bellezze uniche al mondo, e tutte circondate dalla natura.

Partendo da Crotone, suggestiva città legata a Pitagora e situata tra le acque profonde del mar Ionio e i boschi dei parchi naturali, si arriva a Rocca di Neto.

Rocca di Neto è un suggestivo paesino che deve il suo nome all’omonimo fiume che scorre sul confine a sud del territorio comunale e che porta dritto alla tappa successiva: Strongoli, vera e propria perla calabrese che sorge su di un colle a pochi chilometri dal Mar Ionio, a circa 350 metri sul livello del mare.

Subito dopo direzione Melissa, che dal 2015 vanta la Bandiera Blu e la Bandiera Verde delle Spiagge per poi arrivare a Cirò Marina, nota località balneare.

Strongoli calabria

Fonte: iStock

Il territorio di Strongoli

Da Cirò Marina si raggiunge a passo lento a Cirò che, grazie a numerosi ritrovamenti, sfoggia una storia millenaria. La tappa successiva – sempre per il momento – è Crucoli, un borgo arroccato su una collina che vanta l’epiteto di ‘paese della sardella’. Da Crucoli si arriva a Umbriatico, il comune della provincia con la più bassa densità di abitanti, e poi a Pallagorio che è un paese arbëreshë della Calabria.

La tappa successiva è Zinga, una particolare frazione di Casabona, mentre di seguito si arriva a Belvedere di Spinello il cui abitato si protende in basso verso un sottile istmo a N. Da qui direzione Verzino, che presenta le caratteristiche tipiche della collina dell’alto crotonese, per poi giungere a Savelli che è situato ai limiti orientali della Sila Grande.

Sempre passo dopo passo si arriva a San Giovanni in Fiore, un centro abitato di montagna il cui nucleo urbano principale è arroccato sul Monte Difesa, per poi rimettersi in cammino verso Castelsilano, con poco più di 800 abitanti.

Da Castelsilano di nuovo in marcia verso Cerenzia, detta “città dell’olio” dagli abitanti, e Caccuri con scorci paesaggistici e architettonici davvero invidiabili. Ma non è finita qui! Il Cammino della Magna Grecia continua in direzione Altilia, un paese situato su un colle e che si affaccia sul fiume Savuto, per poi arrivare a Santa Severina che diede i natali a San Zaccaria, 91º papa della Chiesa cattolica.

Il viaggio lento continua verso Roccabernarda il cui centro mostra i ruderi di un castello poco studiato dal punto di vista archeologico, per poi arrivare a Petilia Policastro dove alcuni ritrovamenti di armi in pietra testimoniano la presenza di insediamenti umani già nel paleolitico.

San Giovanni in Fiore calabria

Fonte: iStock

Il borgo di San Giovanni in Fiore

Subito dopo si arriva a Mesoraca, ai piedi del Monte Giove (Sila Piccola), e a Cutro che è soprannominata la “città degli scacchi” o la “città del pane e degli scacchi”. Poi la sua frazione, San Leonardo di Cutro, situata su una collina a ridosso del Mar Ionio.

Ancora in sella alle proprie scarpe per percorre un tratto di Cammino della Magna Grecia che va dalle meraviglie di Le Castella a quelle di Capo Rizzuto. Dall’Isola si arriva a Capo Colonna, la cui importanza risiede nella quantità di elementi storici che sono legati a questa punta di terra protesa sullo Ionio, e poi di nuovo a Crotone.

I luoghi da visitare assolutamente durante il cammino

Grazie a tutte le tappe che è possibile fare durante il Cammino della Magna Grecia, il viaggiatore è in grado di scoprire luoghi dalla bellezza unica. Impossibile nominarli tutti, per questo abbiamo selezionato per voi quelli davvero imperdibili.

Strongoli, per esempio, vanta la Chiesa Matrice del XVI° secolo che è ricca di affreschi, altari, cappelle, statue e un battistero. Affasciante anche la Chiesa di Santa Maria delle Grazie con una bellissima icona del 1500, della stessa Madonna, ad olio, su fondo dorato.

Altrettanto interessante è Crucoli che, tra scalinate e viuzze, mostra al visitatore monumenti di grande interesse come i ruderi del Castello normanno in piazza Di Bartolo. Belli sono anche la chiesa madre dedicata ai SS. Pietro e Paolo e il Palazzo Municipale Palapoli.

Particolarmente suggestivo anche Belvedere di Spinello che vanta un caratteristico centro storico, ma anche l’imperdibile Santuario di Santa Maria della Scala e, soprattutto, le innumerevoli bellezze naturalistiche.

Vale la pena fare una sosta anche a San Giovanni in Fiore che è il più antico, vasto e popolato centro abitato della Sila. Meravigliosa la sua Abbazia Florense che è considerata uno dei più importanti edifici religiosi della provincia di Cosenza.

Abbazia Florense san giovanni in fiore

Fonte: 123rf

La facciata dell’Abbazia Florense

Molto pittoresco anche il borgo di Caccuri che fa parte del circuito de I Borghi più belli d’Italia, non sembra perciò un caso che sia avvolto da suggestioni romantiche e da un’atmosfera intima, perfetta per viaggi lenti e rilassanti sullo sfondo di castelli e antiche mura.

Merita una visita anche Cutro dove sono presenti numerose chiese al cui interno sono custoditi gelosamente manufatti di grande valore artistico. Nella chiesa dedicata alla santissima Annunziata, ad esempio, è presente una stampa in oro zecchino del Cristo di Giotto.

Infine, da non perdere assolutamente è l’Isola di Capo Rizzuto che sorge su un meraviglioso promontorio nel cuore dell’area marina protetta più vasta d’Europa, offrendo paesaggi davvero mozzafiato. Il luogo ideale per spaziare da spiagge incontaminate a interessantissimi siti archeologici.

Insomma, almeno una volta nella vita bisogna percorrere lo straordinario Cammino della Magna Grecia che non ha assolutamente niente da invidiare ai percorsi più noti di tutto il mondo.

Isola di Capo Rizzuto cammino magna grecia

Fonte: iStock

La meravigliosa Isola di Capo Rizzuto
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Europa grotte Islanda Notizie Viaggi

In Islanda, la scoperta di grotte vichinghe sta scuotendo il Paese

Nel sud dell’Islanda, nei pressi di un minuscolo ma importante villaggio, è stata scoperta una vasta rete di grotte. Sebbene non sia una novità in questo remoto e affascinante Paese del Nord Atlantico, questo recente rinvenimento conferma la teoria secondo cui i Vichinghi furono i primi occupanti dell’isola, aggiungendo nuovi elementi finora sconosciuti alla storia di questi luoghi altamente suggestivi e misteriosi.

Le grotte vichinghe che svelano una nuova storia islandese

Gli scavi in corso nelle grotte artificiali di epoca vichinga nei pressi di Oddi, un piccolo villaggio nella contea di Rangárvellir, nell’Islanda meridionale – di cui è rimasta solo la chiesa e un paio di edifici annessi – hanno rivelato un esteso sistema di strutture interconnesse che non solo è molto più grande di quanto si pensasse in origine, ma anche molto più antico.

È emerso, infatti, che le grotte furono scavate per la prima volta durante l’epoca vichinga, tra l’800 e il 1060. Stando a quanto dichiarato dagli archeologi, quelle appena venute alla luce sono le strutture artificiali meglio conservate di quel periodo, e di certo più grandi di quelle finora scoperte in Islanda.

Nel 2018 è stata scoperta la prima grotta intatta e artificiale di Oddi, un ritrovamento di per sé notevole. Ma ulteriori indagini sul sito hanno rivelato una grotta molto più grande collegata alla prima. Sede storica di una chiesa, di una fattoria e di una canonica, Oddi era un tempo uno dei centri culturali e politici più importanti dell’Islanda e sede di un potente clan noto come Oddverjar.

Lo studio attuale, in corso da due anni, ha l’obiettivo di far luce sulla tradizione letteraria di questo luogo durante l’XI e il XII secolo, quando gli Oddverjar erano all’apice del loro potere. Sæmundur fróði (Sæmundur il dotto, 1056-1133), il membro più famoso del clan, scrisse una delle prime storie dei re norvegesi, un manoscritto andato perduto su cui si sarebbe probabilmente basata una delle più importanti saghe sulla mitologia norrena.

Una storia lunga e complessa, tutta da scoprire

Stando a quanto spiegano gli archeologi, la grotta attualmente in fase di scavo potrebbe essere ‘Nautahellir’, ossia la ‘Grotta del Toro’, menzionata nel “Jarteinabók Þorláks Biskups’”(Leggende dei Santi del Vescovo Þorlákur), risalente al 1210 – 1250. Il manoscritto racconta che Nautahellir crollò con 12 tori al suo interno. Uno di essi fu poi salvato dalle macerie. Anche se è più antica, è probabile che la cavità sia stata riservata al bestiame.

La storia del suo utilizzo risale, però, a tempi più lontani di quelli che gli archeologi sono riusciti a tracciare. Le grotte di Oddi hanno una storia complessa e affascinante da raccontare, ma in questo caso si tratta di strutture enormi e di un sistema di grotte incredibilmente vasto che gli studiosi stanno appena iniziando a conoscere. Bisognerà intraprendere uno studio molto più ampio, con una squadra molto più numerosa, per arrivare in fondo e tracciare la storia completa dell’uso di queste grotte.

Lo scavo in atto è unico per quanto riguarda le condizioni del sito. Le grotte non solo si trovano a una profondità significativa, il che è pericoloso per gli archeologi impegnati nelle operazioni, ma sono anche costruite nell’arenaria, una roccia così porosa che si sgretola davanti agli occhi. Gli esperti devono, quindi, lavorare in fretta, considerando anche che qualsiasi ritardo potrebbe portare alla perdita di oggetti o informazione preziose. Di certo, questa nuova scoperta non fa che aumentare il fascino già incredibile dell’Islanda.

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Nasce il Sentiero del Respiro, l’Italia da vivere

Sta per nascere in Italia un nuovo cammino, che fonderà natura incontaminata, storia e cultura, ma anche tutela dell’ambiente e della salute delle persone, sullo sfondo delle Dolomiti Bellunesi. Si chiama ‘Sentiero del Respiro’ e sarà un percorso naturalistico-educazionale che verrà affiancato da un importante intervento di rimboschimento di 10 mila alberi nell’area che circonda l’iconico Castello di Andraz, nel comune di Livinallongo del Col di Lana, tra Arabba e Cortina.

Ambiente e salute al centro del Sentiero del Respiro

Nato dalla collaborazione tra l’azienda farmaceutica Chiesi Italia e la Regione Veneto, il progetto punta alla valorizzazione turistico-ricettiva e boschiva del territorio, ma anche al ripristino dell’area, tra le più colpite dalla tempesta Vaia che ha distrutto oltre 800 ettari di bosco nel 2018. L’iniziativa intende riportare in vita il bosco abbattuto piantumando migliaia di nuovi alberi, con l’obiettivo, inoltre, di compensare le emissioni, seguendo la filosofia della ‘Carbon Neutrality’.

Il sentiero sarà anche particolarmente inclusivo, con i primi 400 metri pavimentati in legno per le persone ipovedenti e non deambulanti che potranno raggiungere un’area attrezzata dedicata, posizionata a fianco di un ruscello.

Salute, tutela dell’ambiente e della biodiversità saranno i temi cardine del Sentiero del Respiro, che sarà dotato di cartelli informativi pensati per sensibilizzare i visitatori su stili di vita sani e sull’importanza di prendersi cura di sé, riscoprendo i benefici di una passeggiata all’aria aperta e il piacere di rilassarsi nei boschi, immersi nei colori e profumi di uno scenario naturale unico.

Posizionato alle pendici del Col di Lana, il percorso inizierà dentro l’antico torrione medievale del Castello di Andraz, uno dei simboli più affascinanti dell’arco alpino, per poi inerpicarsi per oltre tre chilometri nel bosco antistante, attraversando uno splendido ambiente naturale, circondato da un panorama mozzafiato.

Il Castello di Andraz e la storia di un territorio unico

Il Sentiero del Respiro permetterà di godere di un mix ineguagliabile di natura, biodiversità, storia e cultura in un contesto ambientale, paesaggistico e storico unico al mondo quale è il Castello di Andraz. Sorto su un grande trovante trasportato a valle durante l’ultima glaciazione, in posizione dominante sulla vallata, il fortilizio fu in età medievale un importante baluardo strategico militare.

Oggi, il castello ospita un interessante Museo pensato per promuovere la conoscenza dell’importante monumento e dell’ambito dolomitico circostante, come espressione del locale patrimonio culturale legato all’area ladina dell’Alto Agordino.

In particolare sono illustrate le vicende storiche di Andraz con richiamo alle trasformazioni subite dal fortilizio medievale e dal territorio, determinate dagli interessi vescovili nell’area compresa tra le miniere del Fursil a Colle Santa Lucia in Val Fiorentina, sino a Valparola in Alta Val Badia (meta estiva tra le più amate dai Vip), dove erano ubicati i forni fusori. Il castello è infatti situato nel mezzo di uno straordinario percorso storico, che unisce di fatto le due più importanti realtà culturali presenti nell’area dolomitica costituite dal Museo “Vittorino Cazzetta” (geologico-paleontologico e archeologico) di Selva di Cadore e dal Museo Ladino della Provincia di Bolzano a San Martino in Badia.

Con il progetto del Sentiero del Respiro, le Dolomiti, patrimonio dell’umanità Unesco, confermano la loro rilevanza naturalistica, paesaggistica e storica, nonché la loro eccezionalità come di luogo vocato alla salute delle persone.

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Europa Grecia Isole Bahamas Posti incredibili Viaggi

Bahamas? No, Grecia! Benvenuti in paradiso

Le meraviglie del mondo che appartengono alla nostra terra ci spingono ad affrontare viaggi lunghissimi che ci portano anche dall’altra parte del mondo.

Sono i deserti, gli immensi parchi e tutte le opere straordinarie create da Madre Natura, ma anche i gioielli architettonici e iconici che sono diventati i simboli di città, paesi e nazioni. Ci sono anche i paradisi terrestri, quelli che sono così belli e perfetti da non sembrare neanche reali.

Eppure questi luoghi esistono davvero e sono straordinari. Ma non si trovano solo a distanza di migliaia di chilometri da noi, sperduti da qualche parte nell’oceano, ma anche in luoghi molto più vicini, anche se ancora sconosciuti. Come Lichadonisia, l’arcipelago paradisiaco della Grecia che vi lascerà senza fiato.

Benvenuti a Lichadonisia

Bahamas, Hawaii o Seychelles? Difficile a prima vista indovinare in quale meraviglioso arcipelago del mondo ci troviamo. Eppure, anche se le fotografie ci trasportano inevitabilmente in paradisi lontani, questo luogo incantato si trova in Europa, a soli 200 chilometri da Atene.

Lichadonisia chiamato anche Lichades è un arcipelago composto da sette piccole isole disabitate situate nel golfo di Eubea. Probabilmente il suo nome è sconosciuto a molti e in effetti questo gruppo di isole paradisiache non fa parte di quegli itinerari battuti dal turismo di massa. E forse e propria grazie a questo che è riuscito a mantenere la sua perfezione onirica e surreale.

Le acque turchesi bagnano quei lembi di terra caratterizzati da spiagge bianche e fini e natura lussureggiante: la visione, da ogni punto di vista, è sublime. Così come straordinaria è l’acqua trasparente e cristallina attraverso la quale è possibile ammirare fondali pieni di meraviglie.

Sotto le acque del mare che bagna Manolia, una delle sette isolette che compone l’arcipelago, si trova il relitto di una nave tedesca affondata proprio durante la Seconda Guerra Mondiale.

E a proposito delle isole di Lichadonisia, oltre a Manolia troviamo anche Limani, Vorias, Vagia, Steno, Strongyli e Mikri. Intorno a queste emergono dall’acqua tanti piccoli scogli che rendono il panorama ancora più suggestivo.

L’arcipelago greco si è formato a seguito di un grande terremoto verificatosi nel 426 a.C., ma c’è anche un’altra versione della storia, estremamente affascinante e magica, che riguarda la nascita di queste sette isole.

Secondo la leggenda, infatti, il nome dell’arcipelago è da attribuire a Licha, il servo di Ercole che fece indossare all’eroe greco una tunica velenosa per ordine di Dihanièra, sua moglie, convinta del tradimento del suo amato. Quando l’eroe greco si rese conto dell’inganno scaglio Licha in mare e dai brandelli del suo corpo nacquero le sette isole di Lichadonisia.

Lichadonisia

Fonte: iStock

Lichadonisia

Come raggiungere questo paradiso terrestre

Le foto dell’arcipelago di Lichadonisia fanno innamorare, ma sappiamo bene che nonostante la bellezza restituita da queste istantanee, nulla è paragonabile alla loro stessa vista. Scopriamo insieme come raggiungere questo paradiso terrestre.

Le isole dell’arcipelago sono sconosciute, ma anche difficilmente accessibili. Purtroppo, infatti, non esistono servizi di traghetti che collegano l’arcipelago alla terra ferma. Per raggiungere le isole è necessario andare con una barca, oppure prendere parte alle escursioni turistiche che vengono organizzate nei periodi di alta stagione e che partono dal porto di Agios Georgios o da quello di di Kamena Vourla.

Non esistono neanche hotel e strutture ricettive sull’arcipelago, quindi l’unico modo per esplorare questo paradiso terrestre è un’escursione in giornata. Ma è tutto così suggestivo che il viaggio vale assolutamente l’esperienza.

Kavos, Lichadonisia

Fonte: iStock

Kavos, Lichadonisia
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Come in cartoon: dormire nel camper di Scooby-Doo

Siamo cresciuti con le loro avventure, sempre strampalate, ma divertenti e coinvolgenti. Lo abbiamo fatto noi e poi le generazioni a seguire e lo facciamo anche oggi, senza mai smettere di emozionarci e divertirci nonostante siano passati ormai decenni dalla loro prima apparizione televisiva.

Correva l’anno 1969 quando la serie animata creata da Hanna & Barbera andava in onda per la prima volta in America sul canale Cbs. Il suo nome era Scooby-Doo, e siamo sicuri che questo basta a far riaffiorare tantissimi ricordi nella vostra mente.

Quello che vogliamo dirvi, invece, è che l’iconico cartoon sta per trasformarsi nella cornice inedita e surreale del vostro prossimo viaggio. Sì perché da oggi potrete vivere un’esperienza incredibile nella costa meridionale della California  a bordo del mitico camper di Shaggy Rogers e Scooby. Pronti a partire?

La Mystery Machine di Scooby e Shaggy

È una vera e propria missione quella che i viaggiatori sono chiamati a portare a termine a bordo della Mystery Machine utilizzata da Scooby, Shaggy e gli altri membri della Misteri e affini. Vi rassicuriamo però, questa volta non ci saranno né fantasmi, né entità soprannaturali a spaventarvi, o almeno così speriamo.

L’esperienza iconica è stata lanciata sulla celebre piattaforma di affitti brevi Airbnb in occasione del 20° anniversario del live action Scooby-Doo. Trovate la straordinaria Mystery Machine prenotabile direttamente nella sezione dedicata ai camper e alle esperienze on the road.

Grazie alla collaborazione tra Airbnb e Warner Bros Consumer Products potrete dormire e viaggiare a bordo di una fedele riproduzione, sia negli esterni che negli interni, del simbolico camper. Equipaggiato nei minimi dettagli, il van catapulterà gli ospiti in una dimensione surreale e suggestiva, ma che conosciamo già perché è quella che abbiamo visto sullo schermo seguendo le avventure di Scooby e Shaggy.

Ed è proprio ricalcando le loro orme che si potrà vivere un’esperienza indimenticabile sulla costa meridionale della California.

Ma non è finita qui perché ad attendere tutti coloro che prenoteranno la Mystery Machine ci sarà proprio lui: Shaggy Rogers. L’attore Matthew Lillard, che ha dato volto al compagno di avventure di Scooby, diventerà l’host di questa straordinaria avventura.

Mystery Machine

Fonte: Ja Tecson

Mystery Machine

Un’esperienza da cartoon

Un’esperienza surreale come da cartoon, ma incredibilmente reale e intensa: se siete pronti a viverla, non vi resta che assicurarvi un posto a bordo della Mystery Machine.

A partire dal 16 giugno sarà possibile prenotare tre soggiorni, di una notte ciascuno, nelle date del 24, 25 e 26 giugno. Il soggiorno comprende un benvenuto virtuale da parte dell’attore Matthew Lillard (alias Shaggy), un’immersione totale nel passato con lampade fluorescenti e lettore cd, e una cena a base di hot dog e hamburger di melanzane (sì, sono i cibi preferiti da Shaggy e Scooby).

Non mancherà un rewatch notturno del film Scooby-Doo, accompagnato da popcorn, caramelle e snack a volontà.

Il van, parcheggiato in una zona strategica che offre una vista mozzafiato sull’Oceano Pacifico, mette a disposizione anche uno spazio outdoor con area relax e amaca per consentire agli ospiti di godere dei panorami più suggestivi della costa nel sud della California.

Quanto costa tutto questo? Solo 18 euro a notte.

Per prenotare il soggiorno vi basterà connettervi alla pagina dedicata all’esperienza su Airbnb da giovedì 16 giugno alle ore 13:00 ET (19:00 CET). Buon viaggio!

Mystery Machine

Fonte: Ja Tecson

Mystery Machine
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Anche l’Italia ha la sua barriera corallina

Sul litorale romano, al largo di Capocotta, tra Ostia e Torvaianica, si è formata una barriera corallina con una prateria di gorgonie che non ha nulla da invidiare alle mete esotiche tanto apprezzate dagli appassionati delle immersioni subacquee. Uno scrigno di biodiversità inaspettato a poche miglia dalla costa capitolina, che si è avvalso degli appellativi di “Galapagos del Mediterraneo” e di “isola che non c’è”. Scopriamo questo mondo sommerso unico in Italia.

Secche di Tor Paterno, “l’isola che non c’è”

Ebbene, questo paradiso tutto italiano sono le Secche di Tor Paterno, unica Area Marina Protetta italiana a essere completamente sommersa e a non includere nessun tratto di costa. Una vera e propria isola sul fondo del mar Tirreno, la cui sommità giunge a 18 metri sotto il livello del mare, mentre la profondità massima tocca i 75 metri circa.

La riserva si estende per quasi 1.400 ettari e ad ogni immersione permette di imbattersi in una flora e fauna marina variegata e strepitosa. La sommità del banco roccioso è popolata dalla Posidonia oceanica, qui presente fino a circa 25 metri di profondità. Andando ancora più a fondo, si trovano interessanti colonie di celenterati, stretti parenti del corallo, come la splendida Gorgonia rossa e gli Alcionari, difficili da avvistare altrove. Uno studio di pochi anni fa attesta anche la presenza di Gerardia savaglia, un raro celenterato noto come “Corallo nero”.

Oltre che per l’incredibile valore naturalistico, le Secche di Tor Paterno si distinguono anche per la grande abbondanza di pesce, tanto da risultare la seconda Area Marina Protetta in Italia per biomassa ittica. Molte le specie pregiate, tra cui saraghi, palamite, ricciole, naselli, polpi e aragoste, cui attinge la piccola comunità di pescatori locali che qui può praticare la piccola pesca artigianale con tecniche sostenibili, come le reti da posta. In superficie, soprattutto in alcuni periodi, non è difficile avvistare i delfini, altra attrazione di queste acque ricche di sorprese.

Le barriera corallina del Mediterraneo

Istituita nel 2000 per difendere e valorizzare la biodiversità di questo tratto di mare, l’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno è gestita dall’ente regionale RomaNatura, insieme ad altre associazioni di Ostia. Nel tempo si è trasformata in un’oasi ricchissima di biodiversità, anche grazie a diversi progetti di salvaguardia e tutela del mare, tra cui quello avviato di recente con “Marevivo Lazio” per sostenere, incoraggiare e divulgare la cultura del mare e rafforzare le attività di prevenzione per la tutela del patrimonio marino.

Sede del parco è la Casa del Mare, edificio fatto costruire nella seconda metà degli anni ’30 dal Regio Genio Civile come alloggio per il personale addetto alla manutenzione del Canale dei Pescatori, che lo fiancheggia. Abbandonato per molti anni, è stato sottoposto ad un attento restauro che ha risaltato l’architettura originaria, di matrice futurista e ispirata alla forma delle navi. Sulla riva opposta del canale, si affaccia il suggestivo Borghetto dei Pescatori nato nel 1933 nella zona in cui, alla fine del XIX secolo, si insediò un nucleo di pescatori d’origine campana.

Tante le iniziative per conoscere quest’oasi sottomarina e la sua spettacolare barriera corallina, tra cui escursioni in barca e immersioni, che offrono l’opportunità di scoprire meraviglie nascoste.

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Nasce il Sentiero dell’Unicorno, meraviglia d’Italia

L’immenso patrimonio naturalistico italiano si fonde con quello artistico e architettonico, dando vita al Sentiero dell’Unicorno: questa splendida – seppur breve – escursione ci porta alla scoperta di paesaggi incredibili, ma anche di opere d’arte di grande pregio e di incantevoli edifici dal fascino un po’ magico e misterioso. Il tutto condito da una compilation musicale appositamente creata, per un viaggio veramente multisensoriale.

Il Sentiero dell’Unicorno, magia allo stato puro

Sono tanti i cammini che stanno nascendo negli ultimi anni, andando ad arricchire sempre più l’enorme rete escursionistica italiana: dal mare alle montagne, passando per rigogliose colline e deliziosi borghi antichi, questi itinerari ci conducono nel cuore più puro e incontaminato del nostro Paese, regalandoci un’esperienza outdoor che – soprattutto nella stagione calda – sempre più turisti iniziano a ricercare. In questo contesto, prende vita il Sentiero dell’Unicorno. Per una volta, non ci troviamo di fronte ad un lungo percorso di trekking tale da richiedere uno sforzo troppo impegnativo.

Diviso in 8 brevi tappe, il cammino affronta i verdi paesaggi della Valle del Tevere snodandosi attorno ad un piccolo borgo umbro e alle sue tante bellezze: stiamo parlando di Alviano, paesino di origini medievali dove il tempo sembra essersi fermato. Qui, l’artista messicano Gabriel Pacheco ha dato vita al Sentiero dell’Unicorno, intendendolo come un vero e proprio percorso pittorico permanente che si dipana tra arte, mito e natura. Inaugurato lo scorso 4 giugno, questo affascinante itinerario parte dai nuovissimi Giardini del Sole, cui lo stesso artista ha dato i natali.

Il parco urbano si affaccia sui caratteristici calanchi di Alviano, regalando una vista mozzafiato. Così prende il via un bel viaggio che si inoltra all’interno dei vicoli del borgo, per poi affrontare i paesaggi naturali che lo circondano e giungere infine al Castello di Alviano, una vera meraviglia architettonica. Ciascuna tappa del sentiero raffigura uno degli 8 stati dell’amore che Pacheco ha voluto rappresentare, traendo ispirazione da Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes. Speciali panchine disseminate lungo il cammino permettono di ammirare il panorama e concedersi una breve pausa, durante la quale è possibile approfittare di musiche create ad hoc da ascoltare sul proprio smartphone.

Il borgo di Alviano e le sue bellezze

Protagonista del Sentiero dell’Unicorno non può che essere il borgo di Alviano: dedalo di strette viuzze su cui si affacciano deliziose casette in pietra, abbarbicate su uno sperone argilloso da cui si gode di un panorama meraviglioso. Particolarmente suggestiva è la fortezza a pianta trapezoidale, circondata da quattro splendide torri circolari, attorno alla quale sono nate storie e leggende che parlano di un antico condottiero. Al suo interno è ospitato un percorso museale che ci riporta indietro nel tempo, con esposizioni permanenti di strumenti d’epoca utilizzati da contadini alvianesi e di testimonianze suggestive sulla vita del condottiero Bartolomeo d’Alviano.

È invece a poca distanza dal paese che si snoda l’Oasi naturalistica lago di Alviano, un’area protetta del WWF che racchiude il graziosissimo bacino nato artificialmente negli anni ’60, dopo lo sbarramento del fiume Tevere per sfruttare le sue acque per scopi energetici. Qui si possono ammirare tantissime specie di uccelli che, durante il periodo della migrazione, fanno tappa nelle zone paludose regalandoci uno spettacolo incredibile.