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5 scalinate per toccare il cielo con un dito

Tutti sogniamo di avvicinarci al cielo e sfiorarne l’aria impalpabile con la mano. Un desiderio che rimane nel cuore degli adulti ed è un retaggio dell’infanzia, quando l’etere sembra un grande dipinto azzurro da scoprire e indagare.

Tra grattacieli sempre più alti che ci avvicinano al cielo, allontanandoci dalla città, e terrazze panoramiche per ammirare l’orizzonte, oggi vi parliamo di cinque scalinate che vi condurranno vicinissimi al sole. Dei percorsi in salita, che ad ogni gradino avvicinano l’uomo alla magnificenza dell’infinito. Scale, magari faticose, ma che offrono una vista mozzafiato e delle emozioni impossibili da provare altrove.

Cinque scalinate da visitare, percorrere ed ammirare. La natura e la forza dell’uomo hanno plasmato delle vere bellezze, vale la pena viaggiare e scoprirle tutte.

Machu Picchu in Perù

Le rovine di Machu Picchu

Le antichissime rovine di una cittadella costruita dagli Inca secoli fa. Per arrivare sino alla cima ed ammirarne i resti, bisogna superare i 3.000 passi e raggiungere quota 2.400 metri. Un percorso in salita, ma che conduce allo splendore. Giunti alla vetta potrete ammirare Machu Picchu, tra templi, palazzi, terrazze, costruzioni in pietra. Tutto circondato da boschi tropicali.

Il Monte Popa in Myanmar

Monte Popa in Myanmar

Le scalinate del Monte Popa in Myanmar

Il monte Popa è uno stratovulcano alto 1.518 metri situato nel centro della Myanmar. Sulle sue pendici si trovano numerosi templi che lo rendono una popolare meta di pellegrinaggi. Per raggiungere il celebre monastero situato sul suo fianco è necessario togliersi le scarpe e fare 777 scalini a piedi nudi. Un’impresa ricompensata dalla magnificenza del posto, dalla vista spettacolare e dalla compagnia delle scimmiette che scorrazzano libere.

Scalinata Haiku a Sigiriya in Sri Lanka

I resti del portale a forma di leone a Sigiriya in Sri Lanka

Sigiriya o Roccia del Leone è un’enorme placca magmatica, unico rimasuglio di un vulcano eroso. Con la sua altezza di 370 metri è ben visibile già a chilometri di distanza. Proprio in cima, il Re Kasyapa, nel quinto secolo, fece costruire un palazzo di cui oggi rimangono delle importanti vestigia. L’accesso a corte era possibile grazie ad una scalinata scavata nella roccia a cui si accedeva passando per un portale a forma di fauci di leone. Tutt’oggi la scalinata rimane tra le più suggestive al mondo, tappa indiscussa dei viaggi in Sri Lanka.

La roccia di Guatapé in Colombia

 Piedra del Penol colombia

La scalinata da brivido per raggiungere la vista migliore della Colombia

La roccia di Guatapé, una roccia monolitica chiamata “El Penon de Guatapé”, vi farà toccare il cielo con un dito. Per raggiungere la gigantesca roccia, dovrete superare 659 gradini. Arrivati alla cima sarete a 2135 m di altezza, davvero a un passo dal cielo. In realtà, da ogni gradino potrete ammirare una vista unica, poiché costruiti a cielo aperto.

Cascata del Pailón del Diablo in Ecuador

Cascada El Pailón del diablo

Le scale per raggiungere la cascata El Pailón del Diablo in Ecuador

Nel cuore dell‘Ecuador c’è una scalinata da brivido, sospesa nel vuoto e incastonata nella montagna. Migliaia di scale lungo un sentiero di circa mille metri per raggiungere la vetta e guardare dall’alto la “Pailon del Diablo”, la spettacolare cascata che si trova sul fiume Pastaza. Considerata una delle attrazioni più popolari della zona, il suo nome significa letteralmente “Calderone del Diavolo”.

Per toccare il cielo con un dito vale la pena scalare rocce, vulcani, montagne e fare migliaia di gradini. Le scalinate più suggestive al mondo sono da inserire nella “to do list” di ogni vero viaggiatore.

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Scilla e Cariddi: la leggenda senza tempo sospesa tra le due sponde

Passano i secoli ma la leggenda di Scilla e Cariddi non smette di stuzzicare la fantasia degli appassionati di mitologia antica. Una storia costellata di passione, amori non corrisposti, sete di vendetta e un finale drammatico. Ma non importa, le gesta mitologiche delle creature che abitano lo stretto Reggio- Messina è incredibile così. Due vicende che si intrecciano a causa del triste epilogo che le unisce e le rende celebri.

La leggenda di Scilla e Cariddi

Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, viene trasformata dalla maga Circe in un orrendo mostro ed infesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus capace di ingoiare e rigettare l’acqua del mare causando mortali vortici. A spezzare la bellezza di Scilla è la gelosia di Circe con un sortilegio che dà vita ad uno dei miti che più alimentano il fascino e il mistero dello Stretto.

La vicenda di Scilla

La leggenda narra che vicino agli scogli di Zancle, Scilla incontrò Glauco, pescatore trasformato in una divinità marina per aver mangiato l’erba che ridava vita ai suoi pesci e poi istruito all’arte della profezia da Oceano e Teti. La ninfa, terrorizza dall’essere per metà umano e per metà pesce, scappò via, nonostante i tentativi di Glauco di spiegarle la sua vicenda.

la leggenda di scilla e cariddi

La baia di Scilla

La vendetta di Circe e la nascita del mito

In preda alla disperazione, Glauco si rivolse alla maga Circe, dea figlia di Elio e della ninfa Perseide, famosa per i suoi incantesimi in grado di cambiare le sembianze degli uomini. Egli desiderava un bell’aspetto per attrarre l’amata Scilla a sé. Ma l’unico risultato che Glauco ottenne fu quello di scatenare la gelosia della maga che tentò di sedurre l’uomo-pesce. Rifiutata da Glauco, Circe scatenò la sua furia su Scilla trasformandola in un feroce mostro munito di sei teste di cane latranti.

La punizione di Cariddi

Secondo la leggenda, in preda alla disperazione Scilla si rifugiò in una grotta sotto la Rocca dove sorge il Castello e che esiste ancora oggi. In prossimità di alcuni scogli, a pochi chilometri da Cariddi che abita la sponda Sicula. Prima di essere un mostro, Cariddi era una naiade, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò a Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Così Zeus la fulminò, gettandola poi in mare, dove mutò in un gigantesco mostro marino spaventoso. Cariddi divenne così la creatura più temuta, infestando le acque della sponda messinese con la sua furia.

leggenda scilla cariddi

Lo stretto di Messina e gli scogli infestati da Scilla e Cariddi

La leggenda ha da sempre spaventato marinai i viaggiatori, rendendo lo stretto tra Reggio e Messina famoso in tutto il Mediterraneo. Visitando le località è possibile ammirare gli scogli e le grotte in cui si nascondono i mostri marini e apprezzare la magia e il brivido della leggenda. Ma non solo, in queste zone è possibile godere della vista di un mare stupendo e di un entroterra ricco di sorprese e bellezze da visitare. Non lasciatevi spaventare, godetevi la bellezza di questi posti incredibili diventati leggenda già nell’antichità.

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Lo spettacolo più bello della natura è una corsa che si tiene sott’acqua

Cos’è che ci spinge a prendere un aereo e a volare dall’altra parte del mondo? I parchi naturali e i deserti, i gioielli architettonici, le straordinarie fioriture di primavera e poi, ancora, i cieli stellati che illuminano la notte. C’è chi si mette in viaggio per scoprire le straordinarie opere costruite dall’uomo e chi per ammirare gli spettacoli messi in scena da Madre Natura. Ma c’è chi lo fa anche per assistere a quelli che sono considerati i fenomeni più incredibili del nostro pianeta.

La corsa delle sardine è uno di questi. Si tratta della più grande migrazione del regno animale che si tiene ogni anno in Sudafrica nel periodo che va tra giugno e luglio.

Centinaia, migliaia e miliardi di pesci stretti in banchi occupano chilometri e chilometri di mare per iniziare la loro corsa altri luoghi. È proprio in questa occasione che viaggiatori, turisti e sub professionisti si recano dall’altra parte del mondo per prendere parte a questa entusiasmante avventura.

La corsa delle sardine

La corsa delle sardine è una delle migrazioni animali più spettacolari del mondo, nonché la più grande del regno marino. Dall’inizio di giugno e fino alla metà di luglio, questi pesci si mettono in viaggio per lasciare le acque fredde del banco di Agulhas, dove hanno deposto le uova, per recarsi verso la costa orientale del SudAfrica.

I loro spostamento dà vita a uno spettacolo di incredibile bellezza che viene immortalato ogni anno da viaggiatori e fotografi professionisti che giungono nel Paese proprio per ammirare la migrazione.

Annoverata tra i fenomeni naturali più incredibili del nostro pianeta, la corsa riguarda precisamente la specie sudafricana Sardinops sagax. Gli animali si riuniscono in banchi massicci creando una scia ben visibile, sia dal litorale che ad altezza aerea, che misura oltre 7 km di lunghezza, 1,5 km di larghezza e 30 metri di spessore.

Migrazione delle sardine: quando e dove

La straordinaria migrazione delle sardine avviene ogni anno, tra i mesi di giugno e luglio. Palcoscenico di questo spettacolo fuori dall’ordinario è il mare azzurro e cristallino del Sudafrica. La corsa è ben visibile nei pressi del Waterfall Bluff, un’area di ripide scogliere costiere a Lusikisiki Eastern Cape non lontano dalla costa.

Secondo una leggenda popolare e locale, la migrazione delle sardine inizia quando sbocciano i fiori dell’aloe sulla terra. È quello il momento in cui gli abitanti del luogo capiscono che il fenomeno sta per prendere vita.

E quando questo periodo tanto atteso arriva, i pescatori si mettono sulle loro barche per ammirare lo spettacolo della natura, insieme a loro anche turisti e viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Sotto le acque limpide e trasparenti non ci sono solo le sardine, ma tanti altri predatori che arrivano e irrompono in questa striscia animata. Sono i delfini e gli squali ramati, ma anche gli uccelli che si tuffano nel mare per pescare.

Quello che balza agli occhi è uno spettacolo naturale di intensa meraviglia: il sole splende alto nel cielo e illumina le acque terse, mentre le sardine corrono più veloce che possono per raggiungere la loro nuova casa.

corsa delle sardine

Corsa delle sardine

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L’esperienza scintillante tra le lanterne di Hoi An

Esiste un luogo magico e incantato, una città dove il sogno d’oriente prende forma al calar del sole, tra le luci e le lanterne, tra la storia e cultura, tra edifici caratteristici, tegole decorate e case antiche che assumono le sembianze di un passato mai dimenticato. Questo luogo si chiama Hoi An ed è una vera meraviglia.

Ci troviamo in Vietnam, lungo la costa centrale del Paese, in quella che è una delle città più suggestive e affascinanti di tutto il mondo. Attraversata da canali e caratterizzata dalle influenze culturali che si sono susseguite nei secoli, Hoi An è un gioiello tutto da scoprire.

È conosciuta come la Città delle Lanterne, un nome questo che fa riferimento alla presenza massiccia di lanterne colorate situate in ogni parte della città. Ma è anche un luogo che affascina con il suo immenso patrimonio culturale, storico e architettonico che si snoda dalla città vecchia fino al mare.

Hoi An

Hoi An

La città magica del Vietnam

Situata in Vietnam, Hoi An è la città più caratteristica e magica di tutto il Paese. Un mix perfetto di passato e presente che conserva le testimonianze di tutte le influenze culturali che qui hanno lasciato il segno ben visibile nelle stradine, nei vicoli e nelle viuzze, negli edifici preziosi e nelle botteghe.

Il centro storico, che corrisponde alla parte della città vecchia, è un agglomerato di gioielli architettonici che comprende edifici vietnamiti, giapponesi e cinesi. Proprio per questo motivo, e per la presenza di quello che è stato uno dei più importanti porti commerciali tra il XV e il XIX secolo, è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco.

Crocevia di incontri, popolazioni e culture, Hoi An conserva un fascino senza tempo. Le antiche pagode che si trovano al di là del fiume incantano, mentre il mercato all’aperto racconta la storia vivida e presente che scrivono i cittadini ogni giorno. Tra il centro storico e il resto della città si snodano ristoranti che portano in tavola i piatti della tradizione gastronomica, i negozi di tessuti e stoffe pregiate e i mercati all’aperto e al chiuso.

E come se questo non bastasse da solo a rendere la città magica, è quando il sole cala e lascia lo spazio al crepuscolo che uno spettacolo di incredibile bellezza prende vita. Hoi An sprofonda nel buio e a illuminarla sono solo le lanterne che l’accendono di mille colori.

È possibile trovarle ovunque: appese ai muri degli edifici, fuori le porte delle case, nei giardini, negli spazi esterni dei locali e persino sul fiume. Ed è davanti a questo spettacolo che il sogno orientale prende vita.

Hoi An

Hoi An

Hoi An: lanterne e non solo

C’è qualcosa di meravigliosamente straordinario in questa città che non si può spiegare, ma solo vivere. Sarà merito di quei templi, delle pagode e di tutti quegli edifici dall’architettura sontuosa ed eclettica che si snodano in quell’agglomerato di viuzze chiuse al traffico, oppure per quel fiume romantico costeggiato da antichi palazzi, mercati e templi. Senza dimenticare le spiagge, situate a pochi minuti dal centro, e raggiungibili con lunghe e suggestive passeggiate che permettono di scovare gli scorci più meravigliosi della città.

Hoi An è bella sempre, a ogni ora del giorno e della notte. Ma c’è un momento preciso in cui la città sembra dare il meglio di sé ed è durante la Luna piena. Ogni mese, il 14esimo giorno del ciclo lunare, si celebra la notte di Hoi An. Le strade vengono chiuse al traffico e tutta la città vecchia viene illuminata esclusivamente dalle lanterne.

Danze folcloristiche, eventi e manifestazioni fanno da sfondo a un’atmosfera incantata mentre le piccole lanterne mosse dal vento creano uno scenario magico.

Hoi An

Hoi An

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Migliori viaggi in treno da fare in Europa, c’è anche l’Italia

L’Europa ospita una rete ferroviaria superba, che offre viaggi davvero spettacolari che già da soli possono essere una vacanza in sé. La CNN celebra alcuni dei tragitti più belli ed emozionanti, che portano alla scoperta di paesaggi europei unici e sorprendenti, inclusi quelli italiani, tra i protagonisti di questo racconto su binari senza tempo.

I migliori viaggi in treno da fare in Italia per la CNN

“Solo in Italia uno dei percorsi principali del Paese può essere così bello”. Esordisce così Julia Buckley, giornalista della CNN, parlando del viaggio in treno che va da Firenze a Orvieto e da qui a Napoli, dove si svelano allo sguardo “alcuni dei paesaggi più classici d’Italia”. Arrivare in treno a Firenze è già un viaggio che lascia a bocca aperta: la stazione di Santa Maria Novella si trova, infatti, a pochi passi dalla Basilica, capolavoro del Rinascimento fiorentino, riconoscibile per la sua facciata in marmo bianco e verde scuro. Si attraversa poi l’Arno, prima di immergersi nei colori dei paesaggi della Toscana, con le colline che fanno capolino su entrambi i lati.

“Siediti a sinistra per la vista delle cime frastagliate dell’Appennino; scegli i posti a destra e vedrai Orvieto, una delle più belle città antiche dell’Italia centrale, scolpita su una roccia di tufo dalla civiltà etrusca”, suggerisce Buckley. Arrivando a Roma, i passeggeri possono ammirare le antiche mura della città. Lasciata la Capitale, il viaggio prosegue verso Napoli, che accoglie con una vista spettacolare del Vesuvio mentre ci si addentra nella sua storia millenaria.

Da non perdere, per la CNN, anche il viaggio in treno che va da Nizza a Ventimiglia, toccando Francia, Principato di Monaco e Italia. Un percorso che raccoglie tre Paesi in meno di un’ora, regalando vedute mozzafiato dello scintillante Mediterraneo, e attraversando alcune delle sue città più deliziose. Si toccano alcune delle città più famose della Costa Azzurra, come Èze e Mentone, godendo di una vista privilegiata di Montecarlo, fino ad approdare a Ventimiglia, tappa della Ferrovia delle Meraviglie. “Saprete di aver raggiunto l’Italia quando sentirete il profumo delle bouganville in fiore invadere l’aria”, commenta Julia Buckley.

I viaggi in treno più belli d’Europa

Tra i tragitti in treno più belli d’Europa secondo la CNN c’è quello da Barcellona al Montserrat, in Spagna. La linea ferroviaria di oltre 35 miglia attraversa la campagna fino ai piedi della montagna della Catalogna, dove i vagoni della ferrovia a cremagliera trasportano i passeggeri dal 1892 (con una pausa dal 1957 al 2003).

L’Italia ricompare anche nel viaggio a bordo del famoso Semmering, in Austria. Si tratta di una delle più spettacolari ferrovie panoramiche d’Europa, da cui si ammirano paesaggi mozzafiato. Inizia in Bassa Austria e arriva in Stiria, ed è stata la prima ferrovia ad essere inclusa tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO. Per la CNN è assolutamente da prendere se si sta viaggiando tra Vienna e Venezia, così da godere di un tragitto ancora più stupefacente tra due delle più belle città europee.

Chi ama le avventure nordiche, non può perdersi la Ferrovia di Bergen, considerato uno dei migliori viaggi in treno al mondo. Si snoda tra Oslo e Bergen attraversando l’Hardangervidda, il più elevato altopiano montuoso d’Europa. Si collega, inoltre, alla straordinaria Ferrovia di Flåm, una delle linee ferroviarie più ripide del pianeta.

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Il misterioso Lech de Ciampedel, il lago che appare e scompare

Nella fiabesca cornice della Vallunga, a Selva di Val Gardena, ogni anno la primavera porta con sé una magia: sì perché tra i verdi boschi, l’abbraccio delle maestose vette e i primi germogli appare anche uno spettacolare lago segreto, visibile soltanto per poche settimane.

Un capolavoro della Natura dai colori sbalorditivi, una gemma preziosa che risplende sotto i raggi del sole e diventa una meta imperdibile lungo gli itinerari alla scoperta della Val Gardena, Patrimonio UNESCO: è l’incredibile Lech de Ciampedel, lo specchio azzurro che appare e scompare.

La nascita dell’etereo e misterioso lago trentino

Lo abbiamo appena accennato: è la primavera a dare vita all’etereo Lech de Ciampedel nel cuore di Selva di Val Gardena quando le temperature si fanno via via più miti e i ghiacci si sciolgono raggiungendo la valle.

Qui si incontrano e si fondono plasmando il lago dalle infinite sfumature verde smeraldo in cui le vette dolomitiche possono specchiarsi: è un’emozione davvero unica e difficile da descrivere a parole, alberi solitari emergono dalle acque e raccolte spiaggette invitano a fare una piacevole sosta in un luogo paradisiaco.

Ciò che rende ancora più prezioso il Lech de Ciampedel è proprio il poco tempo in cui rimane visibile prima di lasciare il posto al vivace verde dei prati: risplende come una gemma solo tra maggio e giugno ed è questo il momento ideale per vivere la valle e le sue sorprese nella bellezza dei contrasti di inizio estate.

Come e quando visitare il lago

La comparsa del lago verde smeraldo rappresenta, ogni anno, un vero e proprio evento per gli amanti delle montagne più belle d’Italia.

Non a caso, l’Associazione Turistica Selva Val Gardena organizza, da maggio a giugno, escursioni guidate verso il misterioso laghetto, comodamente raggiungibile a piedi con una passeggiata al cospetto della valle del canyon lunga sette chilometri fino al prato fiorito conosciuto come “Pra da rì”, il Prato che ride.

Tra boschi e ghiaioni di bianca roccia dolomitica, il paesaggio è mozzafiato e lo diventa ancora di più non appena si scorge il Lech de Ciampedel: uno spettacolo da immortalare prima che il caldo dell’estate lo faccia evaporare.

La Val Gardena, eden per l’outdoor

Dopo i mesi invernali, con la tarda primavera e l’inizio dell’estate la Val Gardena si trasforma in un paradiso per gli amanti della vita all’aria aperta, delle escursioni e dell’outdoor.

Impreziosita dai contrasti tra le cime innevate delle Dolomiti e i rigogliosi pascoli alpini trapuntati di fiori, propone ben 600 chilometri di sentieri escursionistici ben segnalati e curati, 600 chilometri di trail per mountain bike, il trail Arena Val Gardena e moltissimi percorsi per arrampicata.

Inoltre, le località della valle sono collegate con i monti e i pascoli alpini a 2000 metri di altezza grazie a 17 impianti di risalita: da quassù la vista è talmente incantevole da lasciare senza parole.

In un simile scenario idilliaco, il lago che appare e scompare è un fiore all’occhiello e un soggetto fotografico unico nel suo genere: ammirarlo è un privilegio da non lasciarsi sfuggire così come una passeggiata lungo il mistico Sentiero della Posta con i “Buchi freddi”.

Val Gardena ┬®Fabrizia Postiglione

La magia della Val Gardena

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Il Palazzo situato a una delle maggiori altitudini del mondo

Nel cuore di Lhasa, la principale città del Tibet a 3650 metri di altitudine, svetta una delle meraviglie architettoniche dell’Oriente e simbolo del territorio: il Potala, maestoso Palazzo color bianco e ocra che lascia senza parole chiunque lo ammiri per la prima volta.

Le sue dimensioni imponenti, la struttura e l’altezza emanano un’aura quasi magica: nel corso dei secoli, è stato dimora dei Dalai Lama, sede del governo tibetano, un autentico microcosmo che ha sempre vissuto di vita propria.

Oggi i pellegrini posso accedervi il lunedì, il mercoledì e il venerdì attraversando la porta occidentale e percorrendo la strada principale che conduce alla cima della fortezza: al suo interno non è permesso scattare fotografie e ogni sala dispone di telecamere e rilevatori di movimento.

potala lhasa

Porta del Potala

Alla scoperta dei tre piani del Palazzo Rosso del Potala

Il piano terra

Al piano terra, la visita inizia con la Cappella del Nato Santo dove spiccano le statue degli otto Buddha della medicina, dei cinque Dalai Lama e dell’undicesimo, del Buddha Śākyamuni e di Guru Rinpoche, venerato come secondo Buddha.

Proseguendo lungo il corridoio, ecco la sala delle riunioni, la stanza più ampia del Potala: la impreziosiscono capitelli finemente scolpiti, quattro cappelle e il grande trono appartenuto al sesto Dalai Lama.

Nell’ala ovest della sala si trova la cappella delle tombe dei Dalai Lama, tra le principali attrattive del Palazzo: l’ambiente è dominato da uno stupa alto 12,6 metri e ricoperto da 3700 chili d’oro, affiancato da due stupa di dimensioni minori.
Altri otto stupa simboleggiano gli otto accadimenti principali nella vita di Buddha.

È poi il momento di visitare la cappella Rigsum Lhakhang, consacrata agli otto insegnanti indiani cui si deve l’introduzione in Tibet di riti e pratiche tantriche.

Infine, ultima cappella del piano terra è “lamrim“, ovvero sentiero graduale, termine che sta a indicare gli stadi progressivi lungo la via dell’illuminazione.

Il secondo piano

Salendo al secondo piano, si ammirano subito le prime tre sale comunicanti che custodiscono ben tremila statue cinesi.

Un piccolo corridoio porta alla Cappella di meditazione del re Songtsen Gampo e poi alla Mostra di Tesori del Potala, collezione dal grande valore con pezzi unici quali un Buddha in cristallo e un mandala tridimensionale con più di duecentomila perle.

La visita a questo piano si conclude con le tre affascinanti cappelle: la Cappella dei Nove Buddha della Longevità con pregevoli dipinti accanto alle finestre, la Cappella di Sakyamuni con il trono del settimo Dalai Lama e la biblioteca, e la Cappella Kalachakra con mandala di oltre sei metri di diametro e oltre 170 statue.

Il terzo piano

Dopo aver incontrato le tombe dell’ottavo e del nono Dalai Lama, al terzo piano di notevole interesse è la Cappella di Arya Lokeshvara, la più sacra e venerata dell’intero edificio.

Ma non è tutto.

Una galleria si affaccia poi sulla tomba del tredicesimo Dalai Lama e conduce alla Cappella della felicità immortale.

Concludono la visita la Cappella della vittoria sui tre mondi, con biblioteca, e la Cappella dei mandala tridimensionali che ospita incredibili mandala tridimensionali adornati di gemme preziose.

Il Palazzo Bianco, splendide vedute panoramiche

Il Palazzo Bianco è custode degli alloggi più riservati. La prima sala che si incontra dopo aver ammirato un panorama davvero suggestivo sulla città è quella del trono dove i Dalai Lama incontravano gli ospiti ufficiali: qui lo sguardo si posa su alcuni bellissimi dipinti murali.

Ecco poi la sala dei ricevimenti, con una raccolta di statue in bronzo e balcone panoramico, la camera della meditazione, con oggetti rituali dell’ultimo Dalai Lama, e infine la camera da letto del Dalai Lama dove sono raccolti alcuni suoi effetti personali.

Prima o dopo la visita al Potala, è stupendo concedersi una passeggiata rilassante lungo il viale delle ruote di preghiera dove sono numerose le bancarelle che vendono gli oggetti più disparati.

potala

Il maestoso Potala

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Curiosità Viaggi

La più piccola capitale del mondo si trova in un paradiso terrestre. La riconoscete?

Megalopoli, borghi, paesini e villaggi: ogni giorno ci mettiamo in viaggio per raggiungere i luoghi più conosciuti o quelli più remoti del mondo che abitiamo, per lasciarci incantare dalla sue meraviglie, per toccare con mano le tradizioni, le culture e i patrimoni immensi che appartengono alle popolazioni che li preservano. Ci lasciamo ispirare dalle fotografie che vengono pubblicate sui social network, dalle guide e dai consigli che ci danno gli amici. Altre volte siamo spinti solo dalla curiosità.

Ed è proprio la curiosità che ci ha portati alla scoperta di uno dei luoghi più straordinari del mondo. Una città che sorge su un’isola incredibile e che vanta il record di essere la capitale più piccola del mondo. Il suo nome è Victoria e si trova in uno dei paradisi terrestri più spettacolari della terra.

Victoria, la più piccola capitale del mondo

È la capitale più piccola del mondo – anche se si contende il primato con Adamstown, Pitcairn – eppure conserva un fascino senza tempo che non tutti conoscono. I viaggiatori, infatti, la utilizzano come punto di scalo per poi raggiungere i luoghi di vacanza più celebri. Del resto ci troviamo a Mahé, l’isola più grande dell’arcipelago delle Seychelles, quella bagnata dall’Oceano Indiano e caratterizzata da spiagge di sabbia bianca, acque dalle mille sfumature di azzurro e resort incredibili.

Vista su Mahé da Victoria

Vista su Mahé da Victoria

Situata sulla costa est di Mahé e affacciata sul mare e sulle isole del Parco Nazionale Marino di S.te Anne, la piccola Victoria è spesso ignorata dai viaggiatori che scelgono l’isola per vacanze all’insegna di pace e relax.  Eppure la capitale più piccola del mondo è un gioiello tutto da scoprire.

Basta una giornata, o forse due, per innamorarsi di Victoria, una piccola città che si snoda su una superficie di appena 8,9 chilometri quadrati. Eppure è qui, tra architetture coloniali, edifici colorati e mercati, che è possibile entrare in contatto con l’anima più autentica dell’isola, con le sue tradizioni, le usanze e la cultura.

Cosa vedere a Victoria

Accantonate per un momento le spiagge da sogno di Mahé, dedichiamoci alla scoperta di Victoria. Fondata nel 1778 dai coloni francesi, la piccola capitale dell’arcipelago è il più grande insediamento urbano delle Seychelles. Si raccoglie attorno a due centri urbani, che si snodano rispettivamente intorno all’orologio e intorno al mercato.

Le due parti della città sono raggiungibili a piedi, con una passeggiata che attraversa strade gremite di gente, bar, ristoranti e negozi caratteristiche dove si svolge la vita quotidiana.

Victoria, Torre dell'Orologio

Victoria, Torre dell’Orologio

La Torre dell’Orologio merita assolutamente una visita perché è considerata l’attrazione della città. Se vi sembra di averla già vista non vi sbagliate, si tratta di una riproduzione dell’orologio situato sul Vauxhall Bridge a Londra.

Il mercato, invece, è l’anima pulsante della città, la sua parte più autentica. Un’esplosione di colori e profumi, e un via vai continuo di gente, caratterizzano il Sir Selwyn Selwyn-Clarke Market. Qui è possibile trovare banchi di frutta, verdura e pesce, spezie e prodotti artigianali. Non mancano chiacchiere con i produttori locali e con i clienti abituali per conoscere i segreti dell’isola.

Degno di visita e anche il Seychelles National Botanical Gardens, il giardino botanico di Victoria che conserva ed espone tutte le specie vegetali che appartengono a questa isola.

Ultimo, ma non meno importante è il tempio indù Vinayagar, l’unico di tutto l’arcipelago delle Seychelles. Eretto in nome del dio indù, l’edificio è stato costruito solo negli anni ’90 ed è l’attrazione più fotografata di tutta la città.

Tempio di Victoria

Tempio indù Vinayagar

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Posti incredibili Viaggi

È questo l’hotel più remoto del mondo ed è spettacolare

Chiudete gli occhi e immaginate di trovarvi in uno degli angoli più remoti del pianeta che abitiamo, tra ghiacciai e cieli tersi, tra aurora boreale e sole di mezzanotte, senza connessione dati né wifi, senza automobili e traffico. Un sogno? Sì, ma che si avvera all’interno dello Sheldon Chalet, l’hotel più remoto ed esclusivo di tutto il mondo.

Svegliarsi in mezzo al nulla, e senza preoccupazioni, circondati solo dalla natura più selvaggia e autentica: è questa l’esperienza che tutti ci meritiamo almeno una volta nella vita, e che possiamo vivere proprio all’interno di quella che è la struttura ricettiva di lusso più isolata tra quelle che conosciamo.

Incastonato tra i ghiacciai del Parco nazionale e Riserva di Denali in Alaska, e raggiungibile dagli ospiti solo in elicottero, l’hotel offre un’esperienza rilassante e rigenerante a contatto con la natura più autentica e primordiale. Pronti a partire?

Sheldon Chalet, l'hotel più remoto al mondo

Sheldon Chalet, l’hotel più remoto al mondo

Alaska: dormire tra le cime di un ghiacciaio

Lo Sheldon Chalet è stato proclamato all’unanimità come uno dei rifugi di lusso più remoti del mondo, e lo è davvero. Inserito dal Times tra le destinazioni più incredibili della Terra, l’hotel è situato sulla cima di un ghiacciaio ed è raggiungibile dagli ospiti in elicottero in circa un’ora di volo con partenza dalla cittadina di Talkeetna.

Un dettaglio, questo, che anticipa in qualche modo l’esperienza esclusiva che si andrà a vivere, una vacanza all’insegna del relax, della rigenerazione dei sensi e delle energie immersi totalmente nella natura autentica e primordiale del Parco nazionale e Riserva di Denali.

Tutto qui è curato nei minimi dettagli, del resto l’obiettivo dello chalet, che è a conduzione familiare, è proprio quello di permettere ai viaggiatori di vivere un’esperienza al di fuori dall’ordinario in mezzo al nulla, ma con lusso.

Arroccato sul picco del Ruth Glacier, a 1800 metri d’altezza, lo Sheldon Chalet non è un resort dalle grandi dimensioni. La struttura, infatti, ha solo 5 camere da letto e può ospitare fino a massimo 10 persone. Ecco perché l’esperienza è davvero esclusiva. Ecco perché per riuscire a prenotare una stanza possono volerci mesi.

Sheldon Chalet, l'hotel più remoto al mondo

Sheldon Chalet, l’hotel più remoto al mondo

Vivere un sogno in mezzo al nulla

Nei dintorni non c’è niente, ma quel niente basta a sorprendere e a incantare. Perché è la natura qui a dare forma ai sogni, a mettere in scena gli spettacoli più belli del mondo. Senza telefono, smartphone, televisione e altre distrazioni, ecco che gli ospiti possono concentrarsi sulle meraviglie del mondo che abitiamo.

L’aurora boreale, per esempio, con le sue luci e i suoi colori avvolge il piccolo chalet e regala atmosfere fiabesche. E poi c’è il sole di mezzanotte nei mesi estivi che si configura come l’esperienza più romantica di sempre.

E sono tante le avventure da vivere: dalle passeggiate notturne illuminate solo dal candore della luna, all’esplorazione delle grotte di neve, dei crepacci e dei laghi. Ovviamente la caccia all’aurora boreale resta una delle attività preferite dai viaggiatori.

La bellezza fuori e il lusso dentro. I proprietari dello chalet, infatti, coccolano gli ospiti a suon di ostriche e champagne, servendo prelibatezze culinarie che si possono gustare nella sala comune dotata di ampie vetrate che permettono di osservare il panorama circostante.

Ma quanto costa vivere in questo sogno? Le tariffe partono da 25000 dollari a notte, ma per dormire nel cuore delle montagne dell’Alaska ne vale davvero la pena. Del resto la lista di prenotazioni è sempre lunghissima.

Sheldon Chalet, l'hotel più remoto al mondo

Sheldon Chalet, l’hotel più remoto al mondo

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I 7 cammini della Toscana che attraversano la storia

Itinerari che attraversano città d’arte, piccoli borghi e meraviglie naturali alla scoperta del patrimonio paesaggistico ed architettonico di un’intera regione. In Toscana, infatti, è stato presentato l’Atlante dei Cammini toscani, realizzato da Toscana Promozione Turistica, presentato alla Bit – la Borsa internazionale del turismo di Milano. Sette percorsi per altrettanti cammini da percorrere per chi intraprende l’itinerario mosso dalla fede, o semplicemente per ammirare le bellezze che il territorio può offrire. Tutto in maniera green e slow.

L’Atlante dei sette cammini toscani

Turismo lento e sostenibile. Quello dei cammini è un settore di viaggio che sta vivendo una crescita esponenziale negli ultimi anni. Vie storiche, itinerari religiosi, sentieri alla scoperta di siti Unesco e bellezze artistico-culturali che arricchiranno il turista in cammino. L’Atlante dei cammini toscani descrive nel dettaglio i 7 grandi itinerari da percorrere in regione. Un totale di 1.369 km suddivisi in 72 tappe che attraversano ben 119 comuni, tra città e borghi, alcuni inseriti tra il circuito dei più belli d’Italia, 7 province e 20 distretti turistici.

Per ogni itinerario, il pellegrino o turista in cammino troverà informazioni precise su: tragitto, indicazioni geografiche, strutture ricettive e ospitalità, servizi, punti ristoro e, ovviamente, luoghi di interesse che meritano una sosta. Si camminerà sui passi appenninici delle Radici, della Cisa, dell’Alpe Serra e della Croce Arcana, tra i parchi delle Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco Emiliano, toccando città d’arte simbolo della regione Toscana, come Siena, Firenze, Arezzo e Lucca, spesso snodi di scambio tra un cammino e l’altro.

Dalla via Francigena alla via di Francesco d’Assisi

Natura, itinerari spirituali, percorsi volti alla scoperta di meraviglie architettoniche. I sette cammini sul territorio toscano, che è possibile integrare tra loro, decidendo di percorrerne più di uno, anche in sequenza, sono:  Via Francigena,  Via Lauretana Toscana, Via Matildica del Volto Santo, Via Romea Germanica, Via Romea Strata, Via Romea Sanese,  Via di Francesco in Toscana.

Via Francigena: paesaggi e storia della Toscana

Lungo il tragitto religioso e culturale che collega Canterbury a Roma, storica direttrice percorsa ogni anno da migliaia di pellegrini e viaggiatori, ben 16 tappe sono in Toscana, che si attraversa per boschi, colline e borghi medievali.
Dal nord al sud della Toscana si scoprono incanti della natura, tradizioni, luoghi dell’arte e dell’enogastronomia locale. L’itinerario, forse tra i più noti dei cammini religiosi di tutta Europa, prende il via dalla Lunigiana, con Pontremoli, i suoi castelli e le sue pievi, per giungere a Pietrasanta e alla meravigliosa Lucca. Da qui si punta alle colline della Val d’Orcia, sino a San Gimignano, con le sue torri che svettano, il piccolo borgo di Monteriggioni, che precede l’entrata a Siena. Si scende sin verso il monte Amiata e si risale sino a Radicofani, ultima tappa del percorso.

Via di Francesco in Toscana: sulle orme di San Francesco

I luoghi legati alla vita di San Francesco d’Assisi in Toscana faranno da filo conduttore in questo cammino. Ne sono esempi la Basilica di Santa Croce di Firenze e il Santuario della Verna. L’itinerario attraversa la Valtiberina
Toscana, dove si incontrano gli eremi di Cerbaiolo e Montecasale e il castello di Montauto. Si raggiunge la tappa di Anghiari, poi si punta a sud verso il centro storico di Arezzo, dove si trova la Basilica di San Francesco. Attraverso la Valdichiana Aretina si prosegue fino a Cortona, dove San Francesco fondò il suggestivo Eremo Le Celle.

Via Lauretana Toscana: da Siena ai tesori etruschi di Cortona

Il territorio senese, in questo itinerario etrusco-romano, si connette alla Valdichiana. Il tragitto toscano è lungo ben 114,6 Km, da percorrere in 5 giorni: può essere intrapreso a Siena, in interscambio con la via Francigena, per arrivare a Cortona, attraverso territori di Asciano, Rapolano Terme, Sinalunga, Torrita di Siena, Montepulciano, in un susseguirsi di chiese, edicole mariane e meravigliosi borghi.

Via Romea Strata: dall’Appennino ai luoghi di Leonardo da Vinci.

In Toscana si trovano gli ultimi 108 km del percorso della via Romea Strata, un insieme di percorsi che si estendono su oltre 1400 km nell’Europa centro orientale, che conducono alla Francigena, da Polonia, Ungheria e Croazia, attraverso Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, e Veneto, dove si connette alla via Romea Nonantolana-Longobarda, che dall’Emilia Romagna entra in Toscana attraverso gli Appennini della Montagna Pistoiese. Dal borgo di Cutigliano si scende verso Pistoia per poi dirigersi verso il Montalbano e le terre di Leonardo da Vinci: Anchiano, Vinci e Cerreto Guidi. Ultima tappa a San Miniato.

Via Romea Germanica: dall’Appennino a Roma

In Toscana la Via Romea Germanica si sviluppa in 7 tappe. La Via Romea Germanica è il percorso che i pellegrini scandinavi e dell’Europa centrale facevano per raggiungere Roma. Il tratto toscano prende il via nella Valle del Casentino (AR) attraverso lo storico valico appenninico del Passo Serra, attraversa tutto il territorio Aretino
passando per Chitignano, Arezzo fino a Cortona.

Via Matildica del Volto Santo: dalla Garfagnana a Lucca.

L’ultima tappa di questo itinerario religioso che riserva continue sorprese è il Duomo di San Martino a Lucca, dove si trova la statua del “Cristo nero dei lucchesi”. Dall’Appennino toscano, la via Matildinica (che ha origine da Mantova) attraversa Garfagnana e la Media Valle del Serchio per poi giungere, infine, a Lucca, visitando splendide pievi e chiese, siti legati alla figura di Matilde di Canossa, vice regina d’Italia nel XI secolo.

Via Romea Sanese: tra i filari del Chianti dalla Firenze rinascimentale alla Siena medievale.

Pievi, badie e borghi medievali. Camminate tra i filari del Chianti che connettono due capitali della storia e della cultura: la rinascimentale Firenze e la medievale Siena. E’ forse meno nota dei percorsi sopra citati come la via Francigena e la via Lauretana, ma riserva incredibili meraviglie, già nelle tappe di partenza e arrivo. Il cammino, infatti, inizia da Firenze, e più precisamente da piazza della Santissima Annunziata. Le tappe intermedie, dove sostare per ammirare il patrimonio storico culturale di cui è ricco tutto il percorso sono: Sant’Andrea in Percussina, San Casciano in Val di Pesa, Badia a Passignano, San Donato in Poggio, Castellina in Chianti.  L’ultima tappa è la splendida Siena con la Basilica di San Francesco.

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