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L’alveare roccioso creato da un gigante

Tra gli incantevoli e maestosi paesaggio irlandesi, tra scogliere che si affacciano sulle onde, distese di verde e casette romantiche e sperdute, c’è un capolavoro della natura. Stiamo parlando delle Giant’s Causeway, le distese rocciose chiamate anche il Selciato del Gigante o strada del Gigante. Una conformazione naturale, tanto precisa e sorprendente da sembrare una scultura. In assoluto uno dei luoghi più magici e originali d’Irlanda.

Il Selciato del Gigante ricorda una sorta di grande alveare, una struttura perfetta, proporzionata e armoniosa. Uno spettacolo mozzafiato che ha una storia affascinante che risale alla notte dei tempi. Pare che 60 milioni di anni fa, le potenti spinte che allontanavano il Nord America e l’Europa aprirono una fessura nella crosta terrestre sul margine occidentale di quella che ora è la Gran Bretagna. Dalla fessura eruttò basalto fuso che in seguito, raffreddato e solidificato, si ritirò, dividendosi in migliaia di colonne a simmetria regolare.

Giant’s Causeway l'alevare roccioso creato da un gigante

Le pietre laviche che formano the Giant’s Causeway

La Strada del Gigante è composta così da più di 40.000 antichissime colonne di pietra vulcanica esagonali che emergono dal mare formando stranissime composizioni sulla costa. L’intera conformazione è battuta dal vento e dalle onde che s’infrangono rumorose dando vita a un quadro poetico e infinitamente emozionante. Questo magnifico spettacolo della natura è talmente suggestivo e unico nel suo genere, al punto da essere dichiarato Patrimonio dell’Unesco dal 1986.

La conformazione rocciosa Giant’s Causeway è situata sulla costa nord est irlandese a circa 3 km a nord della cittadina di Bushmills, nella contea di Antrim in Irlanda del Nord. Una tappa naturalistica facilmente raggiungibile da Dublino in sole 3 ore di auto oppure da Belfast in 1 ora di auto soltanto. Ma uno dei modi più piacevoli e tradizionali per raggiungere la Strada del Gigante è quello di prendere il treno a vapore da Bushmills.

giant's causeway il selciato del gigante

Il Selciato del Gigante al tramonto

Da sempre l’uomo ha cercato di spiegare le meraviglie della natura con racconti e leggende. Un luogo così affascinante non poteva che fare sorgere dubbi e domande negli uomini che si trovavano ad ammirare una creazione così perfetta e ben costruita. Così il mistero stimolò la fantasia e nacquero leggende e storie.

Una leggenda narra che il guerriero gigante dell’Ulster Fionn Mc Cumhaill si fosse innamorato perdutamente di una gigantessa scozzese dell’isola di Staffa e per raggiungerla avesse costruito con le sue possenti mani una strada di pietra per poterla corteggiare ogni giorno. Solo l’amore poteva spiegare un’opera così meravigliosa e riuscita.

Un’altra storia invece racconta una versione alternativa. Il gigante irlandese Fionn Mc Cumhaill un giorno, dopo aver ricevuto insulti dal suo rivale scozzese Benandonner. Così costruì un sentiero per raggiungere la Scozia, che fu poi distrutto da Benandonner stesso. Ciò che rimase è proprio la Giant’s Causeway.

La strada del gigante in irlanda

Giant’s Causeway durante una giornata di sole

Un luogo da visitare assolutamente durante un viaggio in Irlanda. La tappa perfetta per gli amanti della natura e delle escursioni, capace di incantare ogni spettatore. La natura ci dimostra sempre quanto sia grandiosa e perfetta, capace di creare paesaggi e luoghi che nemmeno il miglior architetto potrebbe immaginare.

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È la Val Gardena la migliore destinazione sciistica italiana

È la Val Gardena la migliore destinazione per gli appassionati di sci in Italia. A confermarlo sono i “World Ski Awards”, il riconoscimento internazionale più prestigioso del turismo invernale. Giunta alla nona edizione, la rassegna ha proclamato ancora una volta il comprensorio delle Dolomiti per eccellenza regina indiscussa delle mete sciistiche del Belapese.

Val Gardena, paradiso per gli amanti degli sci

D’inverno si trasforma in un bianco paesaggio incantato, mentre nei mesi caldi diventa una straordinaria esplosione di bellezze naturali. Valle da sogno per gli esploratori delle Dolomiti, Patrimonio Mondiale UNESCO, la Val Gardena è un vero e proprio paradiso ladino, dove si possono ammirare fenomeni naturali unici: dai contrasti in primavera alla flora alpina che sboccia sugli alpeggi a inizio estate, dall’Eldorado per gli escursionisti, i climber e i mountain biker, alle mistiche giornate autunnali, con gli impressionanti paesaggi montani infuocati delle “Burning Dolomites”. Fino ad arrivare alla stagione invernale, quando diventa la meta più ambita per gli amanti degli sci.

La Val Gardena offre infatti un’ampia area per gli sport invernali, con 500 km di piste uniche, moderni impianti di risalita, 30 km di sentieri per escursioni e 115 km di piste per lo sci di fondo. La si può scoprire a piedi, con gli sci, facendo scialpinismo, con le ciaspole o lo slittino. Oppure, ci si può rilassare, godendo di un paesaggio da sogno e ammirando le montagne direttamente dalla piscina. Un indiscusso punto di riferimento per gli sportivi invernali, grazie al collegamento con Dolomiti Superski, il più grande carosello sciistico al mondo, la Sellaronda e la vicina Alpe di Siusi.

Emozioni uniche sulle “Legendary 8”

Il comprensorio sciistico della Val Gardena è sinonimo di sci eccellente e propone un’offerta estremamente varia di piste, per tutti i livelli di difficoltà, ognuna con una sua storia. Le “Legendary 8” sono le piste più belle e ricche di significato della valle e si sviluppano per un totale di 36 chilometri, tra Ortisei, Santa Cristina e Selva di Val Gardena. Comprendono: la Saslong – la pista dove si svolge la discesa libera di Coppa del mondo, La Longia – la più lunga delle Dolomiti, la Ciampinoi 3, insieme alla Pilat, la Cir, la Bravo, la Falk e la Gardenissima.

Non solo sci: tutto il bello della Val Gardena

Il regno dei “monti pallidi” è una vera scoperta in ogni stagione, per la varietà e particolarità dei suoi paesaggi. Tra queste spettacolari cime sono racchiusi borghi custodi di numerose attrazioni artistiche e culturali, come l’affascinante Ortisei, con l’isola pedonale considerata la più bella delle Dolomiti, o Santa Cristina, splendido paese baciato dal sole ai piedi del Sassolungo. La Val Gardena è anche il regno delle escursioni, tra sentieri pittoreschi che conducono a punti panoramici meravigliosi, rifugi accoglienti ed esperienze naturalistiche uniche.

World Ski Awards: le migliori piste sciistiche

Iniziati nel 2013, i World Ski Awards mirano a migliorare gli standard dell’industria dello sci, premiando le organizzazioni che sono leader nei rispettivi campi. Centinaia di migliaia di professionisti e di semplici utenti, provenienti da tutto il mondo, votano per i prodotti, le destinazioni e i marchi preferiti, eleggendo la migliore stazione sciistica, il migliore hotel per lo sci, il migliore chalet e così via, per ciascuna delle 25 principali nazioni prese in considerazione.

A vincere il premio di migliore località sciistica nel mondo è stato il comprensorio di Verbier, in Svizzera. In Austria ha trionfato Kitzbuehel, in Francia la Val Thorens, in Slovenia Krvavec, in Germania Obersdorf, neg Stati Uniti Deer Valley e in Canada Lake Louise.

Val Gardena migliore destinazione sciistica italiana

Val Gardena, la migliore destinazione sciistica italiana

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Offline e felice: è questo il viaggio perfetto

Cosa cerchiamo nelle destinazioni che scegliamo per i nostri viaggi? Probabilmente la risposta è comune ed è da ritrovarsi nella voglia del contatto con la natura, per esempio, o in quella di vivere esperienze autentiche e primordiali. Il nostro modo di viaggiare, infatti, è cambiato molto rispetto a qualche anno fa e questo non stupisce.

In una quotidianità caratterizzata da tempi sempre più veloci e vorticosi, da stress e disordine, dalle esigenze personali e professionali di restare sempre connessi, il viaggio si configura come un’oasi nel deserto, un piccolo miraggio da vivere per ritrovare le energie e anche se stessi.

Ed è a partire da questa consapevolezza che le nuove tendenze hanno preso piede già da qualche tempo, le stesse che abbiamo accolto con grande entusiasmo. Ad aiutarci in questa impresa ci hanno pensato poi le aziende impegnate nel turismo e le strutture ricettive hanno messo a punto esperienze per rendere migliore le nostre vacanze che, per funzionare, devono essere offline e felici.

Vacanze no wi-fi

Le vacanze, cosiddette digital detox, non sono fatte solo di intenzioni, ma anche di fatti. Già da qualche tempo, nell’hotel di lusso Mandarin Oriental di New York, sono state proposte agli ospiti delle esperienze di totale disconnessione. Dalla possibilità di alloggiare in camere no wi-fi, passando per percorsi SPA appositamente pensati per eliminare tutto lo stress accumulato a causa della tecnologia.

Ma quello di New York non è certo l’unico caso. Le strutture ricettive della catena di lusso Wyndham Grand Hotels hanno proposto interessanti sconti a tutti coloro che hanno scelto di affrontare la permanenza senza smartphone, e non sono state le uniche.

Anche gli Hotel Concordia e al Lac Salin SPA & Mountain Resort hanno proposto una vacanza digital detox offrendo degli sconti a tutti gli ospiti capaci di rinunciare al proprio smartphone. Per non rischiare di cadere in tentazione all’arrivo tutti i viaggiatori sono invitati a riporre i loro telefoni all’interno di una cassaforte.

In vacanza senza smartphone

Vivere senza smartphone, anche per pochi giorni, è possibile. E lo dimostrano proprio i viaggi all’insegna dell’assenza del nostro inseparabile telefono. Questo è quello che succede nell‘Eremito di Parrano, per esempio. In questo eremo laico, nonché eco resort, sono proposti diversi pacchetti silenzio, ai quali si affiancano rituali di benessere e immersioni nella natura. Il wi-fi, ovviamente, è assente.

Anche un viaggio sull’Isola del Giglio può trasformarsi in una vacanza all’insegna della disconnessione. Ad aiutarci nell’impresa non è solo lo splendido panorama che si apre davanti ai nostri occhi, ma anche i corsi digital detox proposti dal Faro di Capel Rosso.

Una vacanza digital detox è possibile anche senza ulteriori aiuti, basta solo un po’ di volontà. Glamping e camping immmersi nella natura ci aiutano a vivere esperienze autentiche e primordiali, come quelle di un tempo. Basta solo mettere da parte l’ossessione dei selfie e dei social network.

Si prestano alla stessa missione anche le vacanze rurali, quelle dove tutte le energie sono ritrovate attraverso esperienze sensoriali semplici e genuine. Infine, ma non meno importanti, sono le destinazioni celebri dell’astroturismo. Qui, dove il firmamento brilla più che mai grazie all’assenza dell’inquinamento doveroso, lasciare lo smartphone spento sembra quasi un obbligo. Siete d’accordo?

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Nuove regole per la Svizzera, ora è più facile andarci

Il mondo sembra, finalmente, ammorbidire e semplificare le regole di viaggio. Molti sono i Paesi europei, Italia compresa, che stanno allentando le misure di sicurezza per il contenimento della diffusione del Covid-19. Tra questi c’è anche la vicina e fiabesca Svizzera, che ha cambiato le sue regole d’ingresso sia per i viaggiatori vaccinati, sia per coloro che non lo sono.

Le nuove regole per viaggiare in Svizzera

A partire dal 22 gennaio, le persone che vogliono dirigersi in Svizzera, se completamente vaccinate o guarite dal virus, non devono più presentare il risultato negativo di un tampone. In sostanza, basta esibire il Green Pass che mostra di essere stati vaccinati – con ciclo completo – contro il Covid-19, o di essersi totalmente ripresi dall’infezione.

I non vaccinati e i non guariti, a partire dai 16 anni, devono obbligatoriamente esporre il referto di un test PCR negativo, quindi un tampone molecolare, effettuato non più di 72 ore prima dell’ingresso o, in alternativa, un test antigenico rapido negativo eseguito nelle 24 ore antecedenti il viaggio.

Necessaria per tutti coloro che fanno ingresso in Svizzera in aereo o con gli autobus a lunga percorrenza, la compilazione del modulo d’entrata online, il Passenger Locator Form. Al completamento di tale documento farà seguito un’e-mail contenente un codice QR di conferma che servirà per i controlli al varco d’ingresso nel Paese. Nel caso di mancata compilazione del modulo suddetto, l’Autorità di controllo potrebbe fare una multa di 100 franchi, pari a circa 96 euro. Stessa situazione per chi riempie il modulo fornendo indicazioni non veritiere.

Si consiglia vivamente, prima di mettersi in viaggio, di consultare il sito dell’Ufficio federale della sanità pubblica, e di verificare i provvedimenti in vigore attraverso il Travelcheck interattivo, che fornisce indicazioni specifiche e sempre aggiornate per ogni tipologia di viaggiatore.

Entrata in Svizzera con i minori

L’obbligo di compilare il modulo di ingresso vale anche per i bambini e gli adolescenti di tutte le età che vogliono viaggiare verso la Svizzera, in aereo o in autobus a lunga percorrenza. I minori possono, però, essere inseriti nel documento di un adulto che viaggia con loro.

Le persone al di sotto dei 16 anni sono esentate dall’obbligo del test, a meno che non provengano da un Paese con una variante preoccupante del virus. In tal caso, devono fare un tampone prima dell’imbarco su un velivolo o un autobus, e uno dopo l’entrata in Svizzera.

Regole per il contenimento del Covid sul territorio Svizzero

A seguito della diffusione della variante Omicron, la Svizzera ha parzialmente inasprito le regole di igiene e comportamento da osservare nel Paese.

Mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, fondamentale anche all’aperto se non si può tenere costantemente una distanza di sicurezza di 1,5 metri da altre persone.

Per quanto riguarda ristoranti e bar, l’accesso – a partire dai 16 anni – è limitato a coloro che possono dimostrare di essere vaccinati o guariti dal Covid. Possibile togliere la mascherina solo al tavolo e consumare esclusivamente stando seduti (vincolo che decade se le persone vaccinate o guarite dispongono anche di un test negativo). Nelle aree esterne i gestori possono scegliere se limitare l’accesso o meno.

Anche in discoteche e sale da ballo possono accedere solo le persone vaccinate o guarite dal Covid, ma che abbiano anche il risultato negativo di un tampone. Strutture e attività culturali, sportive e per il tempo libero sono aperte e usufruibili solo da coloro che sono vaccinati o guariti.

Chi viola le regole di igiene e comportamento vigenti, rischia una multa che va dai 50 ai 200 franchi, a seconda della gravità dell’infrazione.

Tuttavia, è bene sapere che l’obbligo di presentare il Green Pass potrebbe presto essere soppresso in Svizzera, secondo quanto appreso da autorevoli fonti di governo.

Cosa fare al rientro in Italia dalla Svizzera

Fino al 31 gennaio, coloro che rientrano in Italia dalla Svizzera, oltre a presentare il Green Pass da guarigione o vaccinazione, devono mostrare il risultato negativo di un tampone molecolare effettuato entro 48 ore dal viaggio, o di un test antigenico rapido condotto nelle 24 ore antecedenti il rientro.

I non vaccinati, invece, in aggiunta al risultato del tampone, devono sottoporsi a un isolamento fiduciario di 5 giorni al termine del quale condurre un ulteriore test con esito negativo. Obbligatorio in tutti i casi compilare il modulo di localizzazione, PLF.

Cosa cambia con la nuova Ordinanza

A partire dal giorno 1 febbraio, e fino al 15 marzo, entra in vigore una nuova Ordinanza che alleggerisce le regole di ingresso in Italia, grazie all’abolizione del tampone per i vaccinati e guariti. Scopriamo nel dettaglio cosa fare per il rientro in Italia dalla Svizzera:

  • presentare il Passenger Locator Form debitamente compilato, in versione digitale o cartacea;
  • presentare il Certificato Digitale UE/Green Pass di completamento del ciclo vaccinale con vaccino autorizzato dall’EMA (o certificato equivalente). In alternativa, è possibile mostrare il Certificato Digitale UE /Green Pass rilasciato a seguito della completa guarigione dal virus e cessazione dell’obbligo di isolamento (o certificato equivalente), oppure il Certificato Digitale UE/Green Pass (o certificato equivalente) rilasciato a seguito di test molecolare o antigenico condotto con tampone e risultato negativo (il test molecolare da effettuare nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, il test antigenico da effettuare nelle 48 ore precedenti il viaggio).

In sostanza, i vaccinati e guariti possono entrare con il proprio Green Pass, mentre i non vaccinati debbono sottoporsi a tampone per fare ingresso in Italia. In caso di mancata presentazione dei documenti richiesti, l’entrata nel nostro Paese è consentita solo a condizione di sottoporsi a 5 giorni di isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria, seguiti da test molecolare o antigenico.

Si rammenta, inoltre, che il PLF è sempre necessario e che in caso di mancata compilazione può essere negato l’imbarco.

Ai soli fini dell’ingresso in Italia, rimane ferma la validità dei certificati digitali UE di vaccinazione prevista dai relativi Regolamenti UE di 9 mesi, mentre sul territorio nazionale, dal giorno 1 febbraio, la validità del Green Pass o certificato equivalente rilasciato a seguito di vaccinazione completa è ridotta a 6 mesi.

Per quanto riguarda i minori, da 0 a 5 anni (quindi fino a 6 anni non compiuti), sono sempre esentati dall’effettuazione del test molecolare o antigenico.

Infine, vi ricordiamo che le regole di viaggio sono in continuo mutamento. Per questo motivo, prima di intraprendere qualsiasi esperienza all’estero, vi invitiamo a visionare i siti istituzionali del Paese di destinazione, e la pagina web del Ministero degli Affari Esteri ViaggiareSicuri.

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Il Lago di Lungern, meraviglia della Svizzera

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Curiosità Viaggi

La cittadina australiana rinata grazie al grande Thor

C’era una volta una piccola città di appena 10000 abitanti situata nella regione centro-occidentale del New South Wales, in Australia. A quei tempi, neanche molto lontani, in pochi parlavano di lei e a causa della pandemia nessuno più ci si recava. L’arrivo del grande Thor, però, ha cambiato tutto.

E qui che il Dio del regno di Asgard, costretto a vivere tra gli umani, va in palestra, beve una birra e suona anche la campana della cittadina. Pare sia stato avvistato anche a fare un bagno nel fiume. Thor, ovviamente, ha l’aspetto che tutti conosciamo, quello dell’attore Chris Hemsworth che ha impersonificato la divinità sul grande schermo. Ma cosa c’entra l’attore con Cowra? Ve lo spieghiamo subito.

C’era una volta Cowra

Tutto è nato da un’idea di Glenn Daley e della Cowra tourism corporation per risollevare l’economia della città. Dopo una forte siccità, e l’avvento della pandemia con le relative restrizioni di viaggio, questa realtà molto piccola è stata una delle più colpite dalla situazione mondiale. Proprio per portare in alto il nome della città e per attirare più turisti qui l’idea è ricaduta su Chris Hemsworth.

L’interprete di Thor, infatti, nonostante viva a Los Angeles da molti anni, è originario di Melbourne ed è alla sua terra natale che è molto affezionato. Seguendolo sui social è abbastanza chiaro come l’attore sia diventato l’ambasciatore del mondo dell’Australia. Eppure a Cowra, lui, non ci era mai stato.

Invitare Chris Hemsworth in città è diventato un obiettivo condiviso. Così ecco che attraverso un video lanciato sui social, corredato dall’hashtag #GetChrisToCowra, l’invito è stato ufficialmente fatto. Hemsworth potrebbe raggiungere Cowra per ammirare il giardino giapponese o fare un tour enogastronomico. O, ancora, visitare i parchi a tema con la sua famiglia. Ma questo non è abbastanza, così ecco che decine di cartonati del grande Thor sono stati collocati in ogni angolo della città.

Chris Hemsworth (e non solo) a Cowra

Centinaia di selfie scattati in ogni angolo della città, proprio vicino ai cartonati dell’attore, hanno fatto in pochissimo tempo il giro del web. La partecipazione degli abitanti è stata altissima, e l’interesse degli altri si è diffuso rapidamente. Ovviamente non poteva non intervenire anche Chris Hemsworth che ha promesso che quest’anno farà visita alla cittadina.

Quale occasione migliore, se non questa, per raggiungere la città? Un viaggio in Australia diventa così l’occasione perfetta per conoscere il grande Thor, ma anche per scoprire le bellezze di Cowra s’intende.

La città, infatti, promette un’esperienza sensoriale che passa per gli ottimi vini prodotti, le degustazioni nei vigneti e le bontà gastronomiche locali, ma non solo. Questo è anche il luogo perfetto dove rilassarsi e sperimentare la vita di campagna, fare lunghe passeggiate all’aria aperta sulle sponde dei fiumi del territorio.

Meraviglioso è poi il celebre giardino giapponese, un luogo naturale e culturale nato con l’obiettivo di celebrare la pace tra i Paesi ed esaltare le bellezze delle tradizioni orientali. Qui ci sono siepi, cascate, ruscelli e laghi, nonché tantissime specie di uccelli che hanno fatto del giardino la loro casa.

Un luogo a misura d’uomo che preserva tutta l’autenticità del passato pur guardando al futuro con una serie di servizi che soddisfano le esigenze dei turisti. E per gli amanti dell’avventura, tantissime mongolfiere in partenza per ammirare il panorama circostante.

Cowra

Cowra

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Notizie Viaggi

Acireale, scoperta una cripta con affresco raffigurante Gesù in croce

Una nuova e importantissima scoperta è avvenuta in Italia e più precisamente ad Acireale, deliziosa località in provincia di Catania: nella sua maestosa Cattedrale è venuta alla luce una cripta al cui interno è contenuto un affresco con Gesù in croce.

Chi ha fatto la scoperta ad Acireale

È stato l’architetto Paolo Bella a condurre gli studi storico-architettonici nelle splendida Cattedrale di Acireale. Lavori che nello specifico hanno interessato l’aspetto più nascosto dell’intero edificio monumentale. Gli studi di ricerca, effettuati grazie all’ausilio di apparecchiature termografiche ed endoscopiche, hanno permesso di individuare la presenza di un vano sepolcrale posto al di sotto della pavimentazione. Si pensa, infatti, che l’attuale Cattedrale ricopra un’area che un tempo era adibita a zona cimiteriale

In seguito alle autorizzazioni pervenute dagli Uffici di Curia e dalla Soprintendenza di Catania, lunedì 24 gennaio alla presenza di Bella, del parroco don Mario Fresta, dell’architetto Antonio Caruso e dei restauratori Gianluca Musumeci e Carmelo Calvagna, si è provveduto alla rimozione di una porzione della pavimentazione posta all’interno della struttura religiosa.

Cosa è stato scoperto nella Cattedrale di Acireale

Grazie all’apertura creata, è stato possibile accedere alla cripta – mantenuta in buono stato – e scoprire il pregevole affresco raffigurante Gesù crocifisso con ai piedi anime del Purgatorio avvolte dalle fiamme. Il vano, come detto, si presenta in buono stato conservativo, sia per quanto riguarda gli intonaci, sia per la struttura muraria, come anche i colatoi.

Una scoperta non indifferente e che dimostra quanto il sottosuolo siciliano, ma di tutto il nostro Paese, sia ricco di opere e manufatti ancora celati. Tuttavia, non si hanno notizie precise relativamente alla datazione di tale dipinto. Sono ancora in corso, infatti, i lavori di studio e messa in sicurezza del sito per accertare a quale periodo storico risalga il ritrovamento.

Cattedrale di Acireale, uno spettacolo

Diventa ancora più bella, quindi, la Cattedrale dedicata a Maria Santissima Annunziata, ma comunemente legata al culto di Santa Venera, protettrice della città, le cui reliquie sono custodite all’interno.

Una chiesa che risale al XV secolo e che nel corso degli anni ha subito numerosi rimaneggiamenti e fino al 1872, periodo nel quale fu insignita del titolo di “Cattedrale”, poiché Acireale divenne diocesi autonoma.

Bellissime anche le opere custodite al suo interno come la Cappella di Santa Venera, dove sono gelosamente mantenute le reliquie della Santa, la statua che la raffigura scolpita da Mario D’Angelo nel 1651 e il fercolo argenteo risalente al 1658-1670.

Non mancano gli affreschi, tutti dipinti da Antonio Filocamo, mentre gli altri nel transetto e nella cupola sono a opera di Pietro Paolo Vasta, tra il 1738-1739. La volta invece è stata decorata da Giuseppe Sciuti alla fine del XIX secolo. Molto suggestiva è la meridiana ornata con i segni dello zodiaco custodita nel transetto e realizzata da C.F. Peters nel 1844 e decorata da G. F. Boccaccini poco dopo.

E fra qualche tempo, grazie a questa importante scoperta, avremo anche la possibilità di ammirare una cripta (in buone condizioni) con al suo interno un affresco di Gesù in croce che si pensa risalgano al 1500-1600, anche se solo ulteriori studi potranno dare maggiori informazioni in merito.

Cattedrale di Acireale scoperta

La facciata della Cattedrale di Acireale

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Destinazioni Viaggi

5 tesori da scoprire nascosti sotto i nostri piedi

Opere architettoniche, sculture e monumenti, e poi ancora parchi archeologici e naturali: sono queste le meraviglie del mondo che mobilitano le masse, che ci permettono di scegliere le prossime destinazioni da raggiungere. Patrimoni dell’umanità intera che splendono sotto i raggi del sole e che non vediamo l’ora di scoprire.

Ma il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci. Così, oltre alle meraviglie ben visibili che ci circondano, ci sono altri tesori che non conosciamo perché sono nascosti proprio sotto ai nostri piedi. Città, cattedrali capolavori di una bellezza incommensurabile che portano la firma dell’uomo o di Madre Natura e che si trovano proprio lì, in percorsi che sembrano condurci nelle viscere della terra. Scopriamoli insieme.

Romania: il parco divertimenti sotto terra

La prima tappa del nostro viaggio alla scoperta dei tesori nascosti sotto ai nostri piedi ci conduce in Romania, e più precisamente in Transilvania. Attraverso degli ascensori, i visitatori possono raggiungere gli 80 metri di profondità. Nell’antica miniera di sale Turda, che affonda le sue origini nel II secolo d.C., si trova oggi un Museo d’Arte Contemporanea, degli spazi adibiti ai concerti e agli eventi e un parco giochi con tanto di ruota panoramica e posta da bowling.

Miniera di sale di Turda

Miniera di sale di Turda

La cattedrale di Sale in Sicilia

Anche il nostro Paese, che già ospita alcune delle meraviglie più belle del mondo, ha un tesoro nascosto sotto terra. Per scoprirlo dobbiamo recarci in Sicilia, nella contata di Scavuzzo a pochi chilometri dal centro urbano di Realmonte. È qui che si trova una miniera di salgemma dalle origini antichissime. Le prime notizie, infatti, risalgono a sei milioni di anni fa.

La cattedrale di sale oggi è un luogo di culto da raggiungere e contemplare. Ci sono le statue della Sacra Famiglia e quelle di Santa Barbara, i bassorilievi, l’altare e il pulpito da raggiungere attraverso cunicoli e strette gallerie. E tutto, qui, è stato realizzato con il salgemma.

Derinkuyu: la città sotterranea della Turchia

Era il 1963 quando un cittadino locale, in occasione della ristrutturazione della sua abitazione, si trovò davanti a quella che sembrava un’altra città. La sua intuizione gli dava ragione: si trattava di una vera e propria metropoli suddivisa in più livelli fino a toccare una profondità di 85 metri. Derinkuyu è la più grande città sotterranea dell’intera Turchia e le sue origini sono state fatte risalire al 7 secolo a.C.

Derinkuyu

Derinkuyu

Thrihnukagigur: viaggio al centro della terra

Il Viaggio al centro della terra non è sola prerogativa di Jules Verne, perché anche a noi è concesso entrare nelle viscere di un vulcano ancora attivo. Stiamo parlando di Thrihnukagigur, il vulcano vicino a Reykjavík, in Islanda. La camera magmatica, che si può raggiungere grazie a tour guidati, è una vera esplosione di colori, fascino e suggestioni. Se scendere va paura è comprensibile, ma il fatto che il vulcano sia dormiente da più di 4000 anni forse vi farà cambiare idea.

Coober Pedy, il villaggio sotterraneo

Situata in un’area desertica che si snoda nell’Australia Meridionale, nella cittadina di Coober Pedy nulla è come sembra. A guardare le foto potreste avere l’impressione che i 1.600 abitanti proclamati, in realtà, non esistano. E invece quelle persone ci sono, ma vivono nel sottosuolo.

Il clima afoso e ostico, infatti, rende la vita sulla piana desertica abbastanza difficile. Così il villaggio di Coober Pedy, situato sotto terra, offre l’alternativa. Qui ci sono case, chiese e persino uffici. C’è anche un hotel, ovviamente, a disposizione per i viaggiatori che vogliono scoprire le meraviglie che si nascondono sotto il suolo.

Coober Pedy

Coober Pedy, chiesa sotterranea

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L’incredibile villaggio italiano in cui si parla il provenzale

Soprannominato la “Piccola Provenza” d’Italia, Sancto Lucio de Coumboscuro è un incredibile villaggio al confine tra il Piemonte e la Francia, culla della civiltà provenzale in Italia: infatti, qui la lingua ufficiale è il provenzale, un antico dialetto neolatino medievale dell’occitano, la lingua parlata in tutta la regione francese dell’Occitania.

Nel villaggio vivono soltanto una trentina di persone, in gran parte famiglie di pastori, in una dimensione “altra” tra profumati campi di lavanda, i panorami mozzafiato delle cime alpine che si estendono fino alla Costa Azzurra, e tranquilli prati di montagna, lontano dalla frenetica vita delle città: la connessione internet è minima, non vi sono bar, supermercati e ristoranti e, durante l’inverno, l’elettricità può mancare per settimane.

Roumiage de setembre. santa lucia coumboscuro

Roumiage de setembre, Santa Lucia Coumboscuro

Un villaggio d’altri tempi

Abbracciato da boschi di noccioleti e frassini, Coumboscuro è suddiviso in 21 minuscoli borghi disseminati nell’incontaminata Valle Grana, ciascuno composto da poche abitazioni in pietra e legno.
Le frazioni sono collegate da percorsi per trekking, mountain bike ed equitazione, contraddistinti da installazioni di land art.
Il cuore del villaggio, di sole otto pittoresche casette in legno dalle pareti affrescate raggruppate attorno a un’antica cappella, venne fondato nel 1018 da monaci francesi che recuperarono queste terre per uso rurale.

Sebbene Coumboscuro prosperò per molti anni, le cose iniziarono a cambiare nel 1400, quando i rigidi inverni videro molte famiglie trasferirsi in Provenza per gran parte dell’anno e tornare solo durante l’estate.
Negli anni Cinquanta ecco però la rinascita con il recupero delle radici linguistiche e il fascino folcloristico della lingua provenzale.

Stile di vita lento e armonia con la natura

A Coumboscuro gli abitanti abbracciano uno stile di vita lento e in armonia con la natura: non possiedono la televisione e non sentono la mancanza del superfluo.
La vita scorre al ritmo della campagna e della pastorizia, un lavoro che impegna le giornate e non conosce ferie.

Chi desidera conoscere da vicino questa particolare realtà italiana dove gli abitanti salutano con “arveire” invece di “arrivederci” potrà alloggiare all’unico Bed and Breakfast del villaggio, La Meiro di Choco, antica fattoria in legno: un ritorno al passato con l’occasione di gustare prodotti freschi del frutteto e acquistare la lana della razza di pecora autoctona chiamata Sambucana, nota anche come Demontina.

Se molti degli abitanti più giovani hanno lasciato Coumboscuro anni fa per cercare una vita differente altrove, molti altri sono rimasti e portano avanti il lavoro e le tradizioni degli antenati, tra pascoli, coltivazioni e preparazione di prodotti artigianali.

Il folklore sempre vivo

Le persone che vivono al villaggio considerano il provenzale, una sorta di mix tra italiano e francese, la loro lingua madre: appartenere a una comunità socio-culturale e linguistica che risale a moltissimi secoli fa trasmette un forte senso di identità e appartenenza territoriale.

Oggi, che si tratti di uno spettacolo con attori in costumi tradizionali, mostre d’arte, concerti, feste, balli popolari, concorsi dialettali, laboratori di scrittura o anche botteghe artigiane, ci sono molte attività ed eventi che celebrano le tradizioni provenzali.
Per conoscere a fondo questa straordinaria cultura merita una visita il Museo Etnografico Coumboscuro, mentre il Centro di studi provenzali tiene corsi di lingua provenzale e scrittura per principianti, sia adulti che bambini.

Ogni luglio, migliaia di provenzali vestiti con abiti tradizionali intraprendono il Roumiage, un pellegrinaggio spirituale che parte dalla Provenza, nel sud della Francia, e attraversa le Alpi fino a Coumboscuro.
Il viaggio conduce al cospetto di cime innevate, ripide gole e boschi di castagni, ed è lo stesso percorso degli antenati, dei commercianti medievali, dei fuorilegge e contrabbandieri di fondo alpino nel corso degli anni.
Una volta arrivati ​​a Coumboscuro, i pellegrini sono accolti da una grande festa, con tende e fienili allestiti come alloggi temporanei.

Coumboscuro

Costumi tradizionali occitani

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Alla ricerca del cielo stellato che ha ispirato Van Gogh

I cieli stellati ci incantano da sempre. Sono quelli che muovono le masse, che diventano vere e proprie attrazioni turistiche. Sono gli stessi che hanno ispirato poeti, scrittori, artisti e pittori, quelli nei quali ci rifugiamo per esprimere i nostri più profondi desideri.

Non stupisce che il firmamento, negli ultimi anni, abbia dato vita a una nuova tendenza di viaggi, quella dell’astroturismo che ci permette di mappare e raggiungere i luoghi privi di inquinamento luminoso che conservano i cieli stellati più belli di sempre. Quelli che ci permettono di immergerci e perderci in quell’universo che risiede proprio sopra le nostre teste. E c’è un cielo stellato che, più di tutti, è diventato celebre nel mondo. Ed è quello dipinto da Vincent van Gogh.

La Notte Stellata di Van Gogh

Non so nulla con certezza, ma la vista delle stelle mi fa sognare

Sono gli anni del ricovero psichiatrico nell’Istituto di Saint-Rémy-de-Provence, quelli in cui il pittore olandese realizza la sua Notte Stellata. Non poteva più dipingere i grandi spazi aperti che abbiamo trovato nelle sue opere precedenti, gli stessi che abbiamo raggiunto e ammirato. Può affacciarsi alla finestra, però, e replicare ciò che vede. Una realtà dove i confini con i suoi sogni e gli incubi si annullano totalmente.

Cielo stellato in Provenza

Cielo stellato in Provenza

Nella Notte Stellata di Van Gogh si vede, al centro del dipinto, una piccola chiesa che rimanda inevitabilmente ai suoi ricordi d’infanzia, quelli legati a Zundert, suo paese di origine e all’edificio sacro che lui e suo padre, pastore protestante, frequentavano. Le case che fanno da cornice al cielo ondulato, invece, sono quelle del paesino di Saint-Rémy-de-Provence, nella regione della Provenza, dove il pittore si trova durante la realizzazione del quadro.

È qui che può osservare il cielo stellato. È nervoso e tumultuoso, ma al contempo rassicurante. Le stelle, che qui sono rappresentate da sfere abbaglianti, sembrano creare un vortice di instabilità, la stessa probabilmente che caratterizzava gli ultimi anni di vita del pittore.

La Notte Stellata di Van Gogh oggi è conservata all’interno del Museum of Modern Art di New York. Ma dov’è che possiamo ammirare quel cielo che lo ha ispirato?

Saint-Rémy-de-Provence: sulle orme di Van Gogh

Un viaggio sulle orme di Van Gogh ci permette di scoprire i luoghi che hanno ispirato il pittore visionario e le sue immense creazioni. Tra questi non può mancare una visita a Saint-Rémy-de-Provence, luogo in cui l’artista ha deciso di rifugiarsi per trovare pace e sollievo.

Saint Paul de Mausole

Saint Paul de Mausole

Seppur il cielo della Notte Stellata sembra impossibile da trovare nel mondo reale, la permanenza del pittore all’interno del Monastero di Saint-Paul-de-Mausole funge da punto di riferimento per ritrovare in qualche modo le stesse suggestioni percepite dall’artista.

Il monastero agostiniano realizzato nel XII secolo è ancora lì, nei pressi del paesino di Saint-Rémy-de-Provence. Una visita qui permette di entrare direttamente nella stanza dove il pittore alloggiava, affacciarsi alla stessa finestra dal quale Van Gogh ha tratto le sue ispirazioni. Durante il soggiorno, infatti, l’artista ha immortalato tutto ciò che riusciva a vedere all’esterno producendo circa 150 quadri, tra cui la celebre e intensa Notte Stellata. Proprio vicino al monastero si estende il piccolo e suggestivo paesino che ha ispirato le case e gli edifici che ritroviamo nel quadro.

Saint Paul de Mausole

Saint Paul de Mausole

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Tutti i Paesi europei che allentano le restrizioni Covid

In tutta Europa i governatori stanno disponendo un generale allentamento delle misure restrittive per arginare la diffusione dei contagi. I primi Paesi ad aver eliminato divieti e limitazioni sono stati Francia e Regno Unito. Ora si aggiungono l’ Austria, che ha eliminato il lockdown per i non vaccinati, e la Danimarca, che ha di fatto tolto ogni restrizione. In Svezia, invece, le misure anti contagio rimarranno per altre due settimane.

In Francia: via la mascherina all’aperto e riprenderanno i concerti

In Francia dal 2 febbraio non ci sarà più l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Cesseranno anche i limiti alle capienze nei vari locali pubblici, e l’obbligo di lavoro a distanza per almeno tre giorni a settimana. Un ulteriore step verso le riaperture si avrà a partire dal 16 febbraio, quando riapriranno le discoteche, riprenderanno i concerti e sarà nuovamente possibile consumare cibo e bevande al cinema, allo stadio e sui mezzi di trasporto.

Il Passe Vaccinale– l’equivalente del nostro Super Green Pass – , per i maggiori di 16 anni, andrà a sostituire il passe sanitaire (ottenibile anche con un tampone negativo) ossia il nostro Green Pass base. Servirà per accedere a: ristoranti, teatri, stadi, aerei e treni ad alta velocità.

In Inghilterra: niente pass sanitario per accedere ai locali. Mascherine solo al chiuso

In Inghilterra è cessato l’obbligo di indossare le mascherine, suggerendo di indossarle comunque in luoghi chiusi o affollati, ma non nelle scuole, e sono state revocate alcune restrizioni. Ci si affida al buonsenso, insomma.  Il lavoro a distanza non verrà più raccomandato ufficialmente e il pass sanitario non sarà più necessario per accedere ai locali e partecipare agli eventi.

L’Austria elimina il lockdown per i non vaccinati

In Austria, dal 1 febbraio – in cui scatta l’obbligo vaccinale per gli over 18. -nonostante la variante Omicron non abbia ancora raggiunto l’apice, è stato eliminato il lockdown per i soggetti non vaccinati. Una scelta, a detta del governo di Vienna, orientata a limitare il più possibile provvedimenti drastici e restrittivi. Intanto il 4 febbraio scatterà l’obbligo di vaccinazione anti Covid: sarà il primo caso in Europa.

Va ricordato che per entrare in Austria, dall’estero, è richiesto il certificato vaccinale,  con validità di 270 giorni a partire dalla seconda dose o dal monodose o prova di guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi. E’ inoltre necessario in aggiunta, un test molecolare PCR con esito negativo effettuato nelle 72 ore precedenti. Chi è sprovvisto di certificato vaccinale o di guarigione validi, è obligatorio registrarsi on line, al sito https://entry.ptc.gv.at/, e osservare una quarantena di 10 giorni, che può essere interrotta effettuando un test molecolare, che deve avere esito negativo, non prima di 5 giorni dopo l’ingresso nel Paese.

Meno restrizioni in Danimarca

Anche in Danimarca la direzione è quella di eliminare completamente le restrizioni a partire dall’1 febbraio. La proposta del ministro della Salute Magnus Heunicke è ancora in attesa dell’approvazione del Parlamento.  Più cauti in Svezia dove si è invece deciso di prolungare le misure restrittive per altre due settimane.

La variante Omicron, secondo il governo svedese, è ancora in fase calda di diffusione nel Paese scandinavo, quindi bar e ristoranti continueranno ad abbassare le serrande alle 23, con un limite di 500 persone all’interno di locali al coperto.