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Biglietti aerei in offerta fino a mezzanotte: dove volare

Ryanair ha appena lanciato una nuova e imperdibile promozione. Tantissimi biglietti aerei a partire da 15 euro per volare in tutta Europa. L’offerta scade alla mezzanotte di oggi e si può viaggiare per tutto il mese di giugno.

Abbiamo guardato le mete incluse nella promozione e ci sono alcune destinazioni dove senza alcun dubbio vale la pena andare il mese prossimo. Ecco quali sono.

A Londra per il Giubileo della Regina

Giugno è il mese migliore per andare in Gran Bretagna perché è il mese in cui ricorre il Giubileo di Platino della Regina Elisabetta II. E Londra è al centro dei festeggiamenti. ll momento culminante dei festeggiamenti dei 70 anni di regno sarà il lungo weekend che va dal 2 al 5 giugno (quattro lunghi giorni di festa), ma per tutto il mese sono previsti eventi.

La cerimonia del Trooping the Colour del 2 giugno segna ufficialmente il compleanno della regina, accompagnata da un volo della Royal Air Force. Durante il weekend si tiene anche una grande festa nella residenza reale londinese e sono invitati tutti. In programma c’è uno speciale Platinum Jubilee Pageant con musica a go-go e tutta una serie di eventi in tutta la Gran Bretagna, compresi pic-nic, parate, mostre e un grande fiume di fiori girerà intorno al fossato della Torre di Londra. Anche i pub resteranno aperti fino all’1 di notte.

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Il viale che porta a Buckingham Palace a Londra pronto per il Giubileo della Regina

Il 4 giugno si terrà il Platinum Party at the Palace con più di 5.000 artisti di strada, teatro, musica e circensi. Un concerto dal vivo a Buckingham Palace che sarà mostrato su grandi schermi in tutto il Paese, vedrà la partecipazione di alcuni dei migliori musicisti e artisti del mondo. Il 5 tutti potranno partecipare al Big Jubilee Lunch, con eventi in tutta la Gran Bretagna, in luoghi che vanno dai giardini dei villaggi ai festival. A Windsor ci sarà il tavolo da pic-nic più lungo del mondo. Una mappa interattiva online indica tutti gli eventi giorno per giorno.

In Grecia per i primi “Greekend”

Se siete appassionati di Grecia, non serve aspettare che arrivi l’estate per andarci in vacanza. Giugno è il mese perfetto per trovare bel tempo, ma poca folla. Oltre alle isole, anche le città greche come Atene o Salonicco sono piene di sole, di mare, di sapori, di storia, arte, intrattenimento, shopping, musica e possibilità di fare passeggiate all’aperto.

Ma se proprio non potete fare a meno di andare nelle isole della Grecia, ve ne proponiamo alcune poco conosciute e quindi ancora più autentiche. Come Límnos, un’isola remota, poco conosciuta dal turismo di massa e per questo ideale per chi cerca tranquillità e paesaggi unici oppure Amorgos, la più incontaminata delle Cicladi, o ancora Donoussa, un’isola popolata da poco più di centinaio di abitanti, fuori dalle solite rotte turistiche.

 

 

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Il borgo italiano che racconta storie attraverso i muri

C’è un luogo nel cuore del Mediterraneo che da sempre incanta viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. E non lo fa solo per quelle spiagge bianche e dorate e per quelle acque turchesi e cristalline, anche se queste da sole meritano il viaggio. Lo fa sopratutto con i suoi colori, con i sapori, con la sua storia e con le sue contraddizioni, presenti e passate. Questo luogo si chiama Sardegna.

Ma quella che vi raccontiamo oggi è una Sardegna diversa da quella che in molti conoscono, lontana da quelle distese di azzurro che si perdono all’orizzonte, dal lusso e dai luoghi che d’estate vengono invasi dai turisti.

È la Sardegna della Barbagia di Ollolai, in provincia di Nuoro. Quella del borgo di Orgosolo, quella dove le storie del passato, del presente e del futuro sono raccontate attraverso i muri, attraverso oltre 200 murales.

I murales di Orgosolo

I murales di Orgosolo

Orgosolo, il borgo dei murales

Quella tra la Sardegna e l’arte dei murales è una storia d’amore antica e indissolubile tracciata in tutta la regione. Ma è Orgosolo che sembra detenere il primato di capitale dei dipinti murali con le sue 200 opere d’arte, e anche di più, che si snodano tra le case e gli edifici del borgo, le stesse opere che ogni anno attirano migliaia di turisti italiani e stranieri.

Perché Orgosolo è così speciale è presto detto. La presenza dei murales non è legata ai colori e alle forme, e neanche a un valore estetico, seppur questo è indiscutibile. Ciò che rende speciale il borgo barbaricino in cui vivono circa 4000 persone, è il fatto che le opere murali sono parlanti e tutte raccontano una storia.

Storie di chi qui è vissuto e di chi è andato via, vicende che appartengono alle memorie del borgo e dell’Italia intera. Narrazioni nei quali i cittadini possono identificarsi e riconoscersi, oppure semplicemente osservare per non dimenticare.

Ci sono uomini e donne, ci sono personaggi storici e persone identificabili. C’è la resilienza, il coraggio, il presente e il futuro. C’è tutto in quei murales che brillano al sole e che illuminano le pareti delle abitazioni, degli edifici e pure le rocce del borgo.

I murales di Orgosolo

I murales di Orgosolo

Tutte le storie di Orgosolo

Se dovessimo paragonare il borgo di Orgosolo a qualcosa di tangibile, questo sarebbe senz’altro un libro, e i suoi muri le pagine da sfogliare. Storie da osservare, da leggere a da interpretare. Perché i murales di questa terra sarda non rappresentano solo una forma d’arte da contemplare, non celebrano solo la bellezza, ma si trasformano in nuovi e inediti strumenti di comunicazione per il borgo e i suoi abitanti.

Del resto è così che è nato quel primo murale nel 1969, un dipinto firmato da un collettivo di anarchici, seguito poi dal progetto promosso da un insegnante della scuola media del borgo che, in occasione del trentennale della Liberazione dal nazifascismo, ha realizzato con i suoi studenti una serie di opere lungo Corso della Repubblica. A questi se ne sono aggiunti tanti altri grazie al contributo di artisti locali.

I murales presenti oggi a Orgosolo non si contano, ma sappiamo che sono più di 200. Raccontano la storia dei costumi locali, della cultura e delle persone che popolano questo territorio. Raccontano eventi impressi nella memoria collettiva, ma anche fenomeni storici come quelli del banditismo. Raccontano la guerra e la pace, la libertà e la bellezza.

Alcune opere d’arte, le più significative, vengono rinnovate anno dopo anno e al fianco di queste ne vengono aggiunte di nuove. Altre sono consumate dal tempo e dagli agenti atmosferici eppure sono ancora lì, impresse nei muri e nella memoria di chi le ha viste sbiadire, di chi le può raccontare alle future generazioni.

Ed è questa la meraviglia di Orgosolo, un borgo fatto di storie dipinte sui muri da leggere e da scoprire.

I murales di Orgosolo

I murales di Orgosolo

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Vuole comprare un angolo d’Italia per regalarlo agli italiani

Non è italiano, ma è disposto a vendere la propria casa e a investire un milione di euro per acquistare uno dei luoghi più incontaminati d’Italia e regalarlo agli italiani. Stiamo parlando di Erlend Øye, cantante norvegese del duo Kings of convenience e produttore musicale che ha lanciato un messaggio sui social affinché “la Pillirina resti di tutti”.

Il cantante ha, infatti, raccontato di essere stato portato alla Pillirina la prima volta che è venuto a Siracusa nel 2008, di essersi innamorato del “mix tra la bellezza del centro storico e la costa selvaggia e libera” e di aver quindi deciso di comprare casa lo scorso anno. Adesso, però, che ci voleva andare in vacanza avrebbe trovato la strada sbarrata da un “custode” che gli avrebbe impedito di accedere alla splendida spiaggia. “Don’t take Pillirina away from us” (“non portateci via la Pillirina”) ha così postato. Di fatto la Pillirina fa parte di una proprietà privata fin dal lontano 1982.

La Pillirina o Punta della Mola si trova nei pressi di Siracusa, in Sicilia, in particolare nella Penisola della Maddalena ed è considerata una delle spiagge più belle della regione. Si tratta di un’insenatura naturale con due piccole spiagge e una vista spettacolare sull’isola di Ortigia.

 

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La CNN racconta il Lago Trasimeno e il suo particolare cibo

Un lago di quasi 50 miglia quadrate incastonato come una gemma tra campagne e colline, in Umbria, polmone verde d’Italia, e unica regione dello Stivale a non aver alcuno sbocco sul mare. Il Lago Trasimeno, per gli abitanti e i turisti che decidono di visitare l’immenso patrimonio umbro, rappresenta la spiaggia, il divertimento all’insegna del relax, e tanto buon cibo. La Cnn ha dedicato un intero reportage alle bellezze lacustri, alla sua gente e alla cultura gastronomica del territorio, e a un modo di vivere la vacanza in modo sostenibile e lento.

Qui si trova una cucina ricca e povera allo stesso tempo, ma quasi esclusivamente a chilometro zero. La valorizzazione passa dal piatto ed è iper locale. La carne proviene direttamente dalle colline boscose, così come  i famosi tartufi. Poi ci sono ortaggi, legumi, insaccati e zafferano pregiato.

Ma è anche dal lago che arriva il cibo tradizionale. Chiaramente pesce d’acqua dolce. Parliamo di pesce persico, luccio, carpa e anguilla. Spesso cucinati in modo gustoso e sempre diverso. Ad esempio, la Cnn elogia una ricetta secolare che vede come protagonista la carpa ma cucinata in porchetta, quindi come se fosse maiale arrosto alle erbe: un classico all’italiana ma decisamente rivisitato in chiave lacustre. Il cibo del Lago Trasimeno, che a prima vista potrebbe sembrare difficile per i turisti stranieri che associano il nostro Paese a pizza, pasta (in ogni modo e maniera) e carne, è in realtà cibo a “chilometro zero”.

La pesca sul Trasimeno

La Cnn racconta l’economia del Lago Trasimeno, divisa storicamente tra pesca e agricoltura. I pescatori riuniti in una cooperativa oggi tornano dalle battute di pesca e poi si trasformano in chef (hanno avviato un ristorante gestito da loro stessi) cucinando piatti classici del lago, mantenendo in vita le tradizioni culinarie del Trasimeno e puntando sulla valorizzazione e lo sviluppo economico sostenibile. Cosa si mangia dai pescatori del Trasimeno? Un menù ovviamente super locale che include portate come l’insalata di luccio, la carpa tartufata e gli gnocchi fatti in casa con la tinca affumicata.

Una cucina locale che conquista i palati

Piatti semplici, gusti riconoscibili e puliti senza aggiunta di troppi condimenti o salse. Questo per gli americani rappresenta il vero gusto umbro. Gli ingredienti vengono valorizzati e spesso la gente prende direttamente dai propri orti ciò che poi cucina e consuma, come finocchi selvatici e asparagi selvatici sulla collina, melograni, limoni, ciliegie ed erbe aromatiche. E poi, ovviamente, la pesca, con i prodotti tipici e le ricette autentiche di una volta ancora cucinate nella loro versione più tradizionale o anche rivisitate.

Uno dei piatti più apprezzati, come racconta la Cnn, è il tegamaccio, uno stufato di pesce che un tempo era preparato con il pesce rimasto invenduto, e che quindi i pescatori avrebbero dovuto buttare, che veniva invece recuperato dalle mogli e cotto in una pentola di coccio. Gli ingredienti che solitamente non mancano mai sono pesce persico e anguilla marinata nel limone. Un piatto apprezzato anche dai turisti stranieri che, essendo al lago, di certo non cercano pesce di mare come tonno e branzini semplicemente perché sono in Italia.

Tra gli altri prodotti locali dell’Umbria apprezzati dai turisti amanti della buona tavola, oltre che dei borghi e delle bellezze naturali, si trovano la fagiolina del Trasimeno, oggi un legume pregiato, un piccolo fagiolo coltivato dagli Etruschi in epoca preromana, presidio Slow Food, che un tempo non veniva considerato un granché ed era utilizzato, come testimoniato anche dalla gente del posto, per sfamare i conigli. E che dire anche del profumatissimo zafferano di Città della Pieve, che dista circa 15 minuti a sud del lago. Tutti prodotti che hanno trovato una nuova contemplazione e parecchio apprezzamento.

Meta lontana dal turismo di massa

Il lago Trasimeno, non è solo luogo apprezzato per la buona cucina, ma anche una meta vacanziera. In Umbria, terra ricca di borghi e bellezze artistiche, non ha sbocchi sul mare ed il turismo balneare lo si fa proprio qui, in un luogo tranquillo che tuttavia nel secondo dopoguerra era stato preso d’assalto. Qui, come spiega il reportage, si voleva creare una sorta di “Rimini alla umbra”, infatti c’erano pedalò, cabine, lidi attrezzati e chioschi sulla spiaggia proprio come sulla riviera romagnola. E, ovviamente, si mangiava pesce di mare e non di lago. Oggi tutto è tornato local: il  cambiamento nel modello turistico ha salvato il patrimonio alimentare unico del lago.

Turismo sostenibile e di qualità

La missione sul Lago Trasimeno è non cedere al turismo di massa. Una filosofia che sta avendo come risultato degli ultimi venti anni, una forma di turismo di qualità e non basato su numeri immensi. Ci sono borghi del Trasimeno che sono perle tutte da scoprire: Passignano sul Trasimeno, sulla costa settentrionale, e Castiglione del Lago, a ovest, inseriti tra i Borghi piu’ belli d’Italia. Ma anche spostandosi un po’ più in là dalle rive si incontrano le meraviglie intime e raccolte di altri paesini dove il tempo sembra essersi fermato, come Corciano, Mugnano, Castel Rigone, Paciano e Panicale.

Turismo lento e sostenibile che piace al turista che apprezza le vacanze da insider, in mezzo alla gente del posto, che scopre tradizioni, cibo locale e non cerca lo stereotipo delle vacanze italiane in qualsiasi luogo del Paese. Sia per quanto riguarda l’entroterra che le località balneari: l’Umbria non è la Toscana e non è il Lazio, come non deve essere accomunata ad altre zone ma mantenere chiara la propria identità, come fatto negli anni.

Il viaggiatore ideale a scoprire l’Umbria è colui che è in grado ed è desideroso di apprezzare l’essenza di questi luoghi così ricchi di storia e di patrimonio naturale che meritano di essere vissuti a fondo, trascorrendo giornate all’insegna del relax e della tranquillità, e dimenticando la parola frenesia dal vocabolario. Non il mordi e fuggi, o il turismo vocato al mero consumo di ciò che una zona può offrire. Un tipo di turismo che, a differenza dalla maggior parte delle mete balneari affacciate sul mare, può essere destagionalizzato e apprezzato, ad esempio, anche in autunno.

lago Trasimeno

Vista di Passignano sul Trasimeno

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C’è un vitigno all’ombra del Colosseo ed è spettacolare

I motivi per organizzare un viaggio nella capitale d’Italia, in ogni momento dell’anno, sono così tanti che non si possono elencare. Del resto tra i 7 colli si snodano tutta una serie di meraviglie antiche e moderne che raccontano la storia di Roma e dell’Italia intera.

Antiche rovine, capolavori rinascimentali, arte classica e moderna, e poi ancora paesaggi urbani che lasciano senza fiato e scorci meravigliosi che hanno incantato e ispirato registi, musicisti e artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Eppure, come se tutto questo non bastasse, c’è un altro motivo per raggiungere Roma adesso, si tratta di un piccolo vigneto che è nato nel cuore della città eterna, proprio lì, all’ombra del Colosseo.

Il vitigno sul Colle Palatino

Ci troviamo nel cuore della Roma Imperiale, quella dominata dal Colosseo e attraversata dalla magica e suggestiva via dei Fori Imperiali. In quella scenografia da cartolina che rappresenta la capitale d’Italia nel mondo, la stessa che attira milioni di viaggiatori provenienti da ogni dove.

È questo il primo luogo che si desidera raggiungere quando si mette piede a Roma, è questo il posto dove si lascia il cuore. Tutto intorno, invece, si snoda il Colle Palatino, quel luogo che, secondo la leggenda, ha visto la nascita della città eterna. Lo stesso luogo che racconta di Remo e di Romolo, del primo re della città e della sua storia.

Ed è qui, tra i resti delle dimore patrizie e dei palazzi reali, tra le chiese straordinarie e quei muri che sembrano custodire storie antiche e mai dimenticate, che è stato realizzato un piccolo vigneto per continuare quel dialogo tra antichità e modernità, tra passato e futuro, tra storia e agricoltura.

C’era una volta l’uva pantastica

La storia d’amore tra la vite e Roma è tanto antica quanto indissolubile. Già Plinio il Vecchio aveva parlato di uva pantastica per far riferimento ai prodotti del vitigno in epoca romana, gli stessi che adesso vengono coltivati nell’area del Parco Archeologico del Colosseo e in molte altre zone di Roma.

Conosciuta anche come uva pane, perché consumata dai contadini in abbinamento con il pane, questa uva è considerata la materia prima per fare quello che è considerato il vero vino romano, oggi come ieri.

Grazie alla collaborazione tra il Parco e l’azienda vitivinicola Cincinnato, e alla conseguente nascita del vitigno al Palatino, sarà possibile valorizzare, preservare e portare avanti quel legame culturale tra la tradizione agricola che affonda le radici nella storia dell’antica civiltà romana e il territorio stesso. Così passato, presente e futuro si fondono nel cuore di Roma dando vita a quella che potrebbe diventare una delle esperienze di eno-archeologia più belle del nostro Paese.

Le barbatelle della varietà Bellone, che Plinio il Vecchio chiamava uva pantastica sono state già piantante in un piccolo appezzamento di terra della Vigna Barberini, appartenuta all’omonima famiglia e situata nell’angolo orientale del Colle Palatino, nel prato verdeggiante della terrazza capitolina che offre uno dei panorami più belli e suggestivi dell’intera città. E ora, proprio lì, un pezzo di storia dell’antica Roma tornerà a vivere.

Vigneto Vigna Barberini

Vigneto Vigna Barberini

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La città italiana definita “vibrante e piena di sorprese”

Che l’Italia sia una terra splendida e ricca di località imperdibili lo sappiamo benissimo, ma ci sono delle realtà meno note che noi concittadini tendiamo a sottovalutare e a non valorizzare come dovremmo. Tuttavia, la stampa internazionale non si lascia scappare questi tesori e la BBC, in particolare, ha dedicato un articolo a una città dello Stivale definita “vibrante e piena di sorprese”.

Livorno, “città imperdibile”

La BBC ci porta in Toscana, ma non nelle città più note come Firenze, ci catapulta a Livorno, capoluogo di provincia portuale situato sulla costa occidentale di questa splendida regione.

L’articolo, firmato da Solveig Steinhardt, rientra nella serie Comeback Cities che la BBC dedica alle capitali fuori dal radar. Città del cuore e dell’infanzia dell’autrice, “è caotica e vivace; multiculturale; fortemente legata al mare, sia culturalmente che gastronomicamente”.

Un pezzo in cui viene ripercorsa la lunga e particolare storia di questo centro italiano bellissimo, e che si lascia andare anche a riflessioni. Come fa osservare Steinhardt: “Con solo il 10% del numero di turisti di Firenze e un terzo di quello di Pisa, Livorno è per lo più ignorata dai visitatori che non si rendono conto che si stanno perdendo una città culturalmente vivace con una costa mozzafiato e un atteggiamento liberale unico che è radicato nei suoi inizi, quando i Medici fondarono la città”.

Del resto, come diceva lo scrittore Curzio Malaparte, la Toscana ha i livornesi come gli inglesi hanno l’Australia: qualcosa che fa parte, senza farne parte del tutto.

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Una splendida veduta di Livorno

Cosa vedere a Livorno

Livorno, in sostanza, non è una replica minore delle sue città sorelle ben più famose, è qualcosa di completamente diverso. I capolavori, da queste parti, non sono antichisissimi, sono neobarocchi e neoclassici e il tutto risulta perfettamente plasmato all’atmosfera tipica di una città di mare.

Imperdibile, per esempio, è il quartiere di Venezia Nuova dove è possibile scoprire la vera anima di Livorno: una zona costruita intorno a dei canali che portano il mare fin dentro la città. Un quartiere che fu, sfortunatamente, pesantemente bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi essere perfettamente ricostruito. Lungo il cammino presso Venezia Nuova è possibile incontrare “I bottini dell’Olio”, vecchi magazzini dell’olio oggi trasformati in Museo e Biblioteca comunale.

Su Via Borra, la principale del quartiere, si affacciano i palazzi più belli, come quello del Monte di Pietà, delle Colonne di Marmo e Palazzo Huigens. Senza dimenticare uno degli angoli più caratteristici di Livorno: il Ponte di Marmo.

Livorno Livorno

Un angolo di Livorno

Imperdibile anche il Mercato Centrale di Livorno, meglio conosciuto come il Mercato delle Vettovaglie. Si distingue per essere uno dei più grandi d’Europa e si trova all’interno di una struttura magnifica, a tal punto che sembra più un monumento che un mercato. Inoltre, è per eccellenza il luogo dove si può scoprire la cultura locale.

Bellissimo anche il suo Duomo, una Cattedrale dedicata a San Francesco che fu costruita dal 1594 al 1606 e più volte rimaneggiata nei secoli. Quasi completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, oggi è un edificio, rivestito in laterizio, che vanta una facciata di marmo a capanna, con un loggiato a tre arcate a tutto sesto. Al suo interno il visitatore rimane particolarmente affascinato dalla cappella del Sacramento dove è possibile scorgere un “Cristo coronato di spine” del Beato Angelico, che da solo vale la visita alla chiesa.

Poi il simbolo della città, ossia il Monumento dei Quattro Mori. Il nome ufficiale è “Monumento a Ferdinando I” e la sua storia, ricca di leggende, racconta uno dei momenti più importanti dello sviluppo di Livorno. Ferdinando I de’ Medici, colui che volle Venezia Nuova e l’espansione di Livorno, combatté ferocemente i pirati che attaccavano le coste toscane e per questo nacque tale monumento: un tentativo di autocelebrarsi dando l’incarico allo scultore Giovanni Bandini di realizzare un’opera in marmo di Carrara.

Sfortunatamente, Ferdinando non ha mai visto la Fontana terminata, e soprattutto con i Mori aggiunti tra il 1623 e il 1626, ossia degli schiavi che lavoravano presso il “Bagno dei forzati”, una prigione. Uno dei due si chiamava Morgiano, un altro Alì e, secondo la leggenda, dopo la realizzazione del monumento divennero così famosi da essere liberati, diventando negli anni i protagonisti di questa costruzione al posto di colui che ne aveva richiesto la realizzazione.

La particolarità di questo monumento è che al giorno d’oggi non sarebbe possibile realizzarla. Statue di questo tipo, infatti, sono state tirate giù a furor di popolo.

Monumento dei Quattro Mori livorno

Il Monumento dei Quattro Mori

Tra le varie cose da non perdere a Livorno c’è anche la Terrazza Mascagni dedicata al compositore livornese, un belvedere sul mare con una particolare pavimentazione a scacchiera. Abbandonata e quasi distrutta dalle mareggiate, la Terrazza ha ripreso vita con i lavori degli anni ’90 e oggi è una spettacolare passeggiata sul mare. Vi basti pensare che è composta di 34mila piastrelle bianche e nere e che il mare, con i sui tramonti e i giochi di luce, ne fa un luogo sempre nuovo a ogni ora del giorno.

Il mare di Livorno

Tra tutte le province della costa toscana, quella di Livorno è la più estesa e la più varia. Lungo il tratto livornese, chiamato Costa degli Etruschi, si passa da spiagge profonde e senza fine a scogliere alte e ventose, fino ad arrivare a tratti protetti da piacevoli pinete.

Tantissime sono le località turistiche: da sud a nord la Costa degli Etruschi comprende i comuni di Piombino, San Vincenzo, Castagneto Carducci, Bibbona, Cecina, Rosignano Marittimo, e la stessa Livorno. Difficile scegliere dove fare una sosta, ma noi vi consigliamo sicuramente San Vincenzo le cui spiagge sono in gran parte libere, e per molti tratti alle spalle hanno una pineta, ottima per rinfrescarsi.

Altrettanto interessante è il comune di Rosignano Marittimo che comprende al suo interno una serie di località davvero imperdibili. Una su tutte Castiglioncello, resa famosa da Dino Risi negli anni ’60 che qui girò il film Il Sorpasso, dotata di numerose spiagge e tanti servizi per i turisti.

Infine, vi consigliamo di fare un salto presso la graziosa Castagneto Carducci, legata al nome del poeta Giosuè Carducci che qui trascorse l’infanzia quando ai tempi il borgo si chiamava Castagneto Marittimo. Oggi, grazie alle sue spiagge e al suo borgo storico, è una meta da non perdere durante un tour dei questa splendida costa.

Insomma, Livorno è una città davvero imperdibile e i suoi dintorni sono veri tesori da scoprire.

Terrazza Mascagni livorno

Terrazza Mascagni al tramonto

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La chiesetta in mezzo al lago è la più romantica che ci sia

In un luogo paradisiaco in mezzo alle montagne, dove la natura è ancora incontaminata e si possono fare delle splendide escursioni naturalistiche nel più totale silenzio, si cela un angolo incredibilmente pittoresco e del tutto inaspettato.

Tra le due sponde di un lago, su un sottile lembo di terra, è stato costruito un luogo di culto che più isolato di così non c’è. Quando si percorre il sentiero in mezzo al bosco, popolato da tanti scoiattoli, e si apre una radura affacciata sullo specchio d’acqua, s’incontra una chiesetta solitaria che è un vero gioiello d’architettura.

Un piccolo gioiello di montagna

Ci troviamo nella regione del Wipptal, nel Tirolo austriaco, poco più a Sud di Innsbruck e non lontano dal confine italiano. La chiesetta si trova nel bel mezzo del lago Obernberger, un’area protetta a 1.600 metri di altitudine.

Lago-Obernberger

Il Lago Obernberger nel Tirolo austriaco

Unico intervento dell’uomo in un ambiente assolutamente integro, la deliziosa cappella Maria am See (Maria al lago) fu costruita su una roccia in mezzo al lago cadutavi in un’era preistorica non ben definita dalla vicina montagna, dividendo di fatto il lago in due parti.

D’inverno, l’isolotto dove si trova la chiesa non è raggiungibile a piedi, ma quando arriva il disgelo, il livello dell’acqua aumenta e le due sponde possono così essere collegate e la cappella raggiunta.

La cappella Maria am See non è antichissima, in verità, fu costruita solo nel 1935. Ma perché erigere un santuario nel bel mezzo del nulla? Proprio in quell’anno, il lago di Obernberg venne dichiarato parco nazionale e la cappella servì a sigillare l’evento. La si può raggiungere lungo un sentiero e attraversando poi un ponticello di legno.

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La cappella Maria am See sul Lago Obernberger in Tirolo

La più bella meta escursionistica

Il lago alpino di Obernberger è forse il più bello del Tirolo ed è una popolare meta escursionistica per gli amanti della natura. L’acqua blu intenso, il ponte di legno sopra il lago, la cappella sulla sponda sinistra e l’imponente Tribulaun di Fleres sullo sfondo, la cima più elevata nelle Alpi dello Stubai, concorrono a comporre un panorama da cartolina.

È il lago più grande del versante meridionale del Tirolo e le sue acque sempre fresche sono dovute alle sorgenti sotterranee che lo alimentano. Tuttavia, è vietata la balneazione in quanto queste purissime acque sono ricche di pesci, tra cui molte trote. Il giro intorno al lago dura circa un’ora ed è fattibile un po’ da tutti.

Si dice che che le acque cristalline turchesi del lago di Obernberg siano una fonte unica di forza ed energia.

La valle Wipptal

Con le sue cinque vallate montane incontaminate, la Wipptal, nel Tirolo austriaco, è una chicca per gli amanti della natura, in cerca di pace e tranquillità in montagna. Incastonata tra le Alpi della Zillertal e dello Stubai, tra Innsbruck a Nord e il Brennero a Sud, d’estate, offre più di 500 chilometri di sentieri segnalati, due tour dei rifugi per escursioni a lunga distanza, un’ampia rete di sentieri per mountain bike ed e-bike, un bike park, due ferrate e diverse offerte per famiglie, come il villaggio dei mulini di Gschnitz o il mondo acquatico di Bärenbachl sulla Bergeralm.

Dal 2020, l’associazione turistica Wipptal sta cercando di stimolare i propri ospiti a un turismo più sostenibile e a utilizzare quindi i trasporti pubblici. Ecco perché è nata l’offerta “Guest Card = Ticket” che consente di utilizzare gratuitamente tutti i trasporti pubblici della regione, incluse la S-Bahn tra Innsbruck e il Brennero e tutti gli autobus Regio per le valli di montagna.

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Da sempre, è la meta più amata dai vip in Italia

Il suo fascino di borgo pittoresco, dalle case color pastello che incorniciano una delle baie più belle d’Italia risale già a molti secoli fa. Sì, perché, questo luogo d’incanto non è mai cambiato negli anni.

È rimasto tale e quale al borgo di pescatori di un tempo, incastonato in pochi metri quadrati tra il porticciolo e i monti a ridosso del paese a picco sul mare. Sono mutate solo le attività commerciali: al posto delle piccole botteghe artigiane, dove si ricucivano le reti da pesca, si vendeva il pescato appena preso e dove le donne dai monti portavano giù frutta e verdura oggi ci sono costosissime boutique di lusso ed eleganti ristoranti.

Portofino, meta vip

Samo a Portofino, nel Golfo del Tigullio, sulla Riviera ligure, un angolo incantato che continua ad affascinare. E sono soprattutto vip e celebrity d’oltreoceano che affollano la sua celebre piazzetta, eletta qualche anno fa “Locale storico d’Italia”, gli stretti vicoli e i tavolini dei bar.

Nozze e “celeb”

Questo borgo regala così tanti scorci romantici da essere tra le location predilette dei matrimoni celebri. L’ultimo celebrato in ordine di data è stato quello di Kourtney Mary Kardashian, celebre personaggio televisivo statunitense divenuto famoso per il reality “Al passo con i Kardashian” con protagonista tutta la famiglia, e il produttore discografico Travis Barker. La coppia ha scelto Portofino per dichiararsi amore eterno (con la speranza che questa sia la volta buona, essendo già la terza). Presente alle nozze tutto il clan Kardashian, mamma, sorelle, nipoti e naturalmente anche tanti amici vip.

Meta social

Negli stessi giorni, a far girare sui social le immagini di Portofino, con il suo cielo e mare blu, è stata anche un’altra celebre coppia: i Ferragnez. L’imprenditrice digitale Chiara Ferragni e il marito Fedez si sono infatti regalati un weekend d’amore – lasciando i figli Leo e Vittoria a casa con i nonni – nella cornice romantica di Portofino, alloggiando in uno degli alberghi da loro preferito, il Belmond Splendido, che ha una bellissima terrazza panoramica proprio sul golfo.

Post e story vista Portofino, a colazione, pranzo e cena. Tour in Vespa brandizzata Christian Dior messa a disposizione degli ospiti dall’hotel, tappa a San Fruttuoso in barca – non sulla micro-spiaggia in mezzo alla folla, naturalmente, ma dalla terrazza dell’unico ristorante che si trova nella piccola frazione, un fine settimana di lusso in uno degli angoli più incantevoli d’Italia.

Scoperta dai turisti stranieri

Agli inizi del 1900, sono stati dapprima i britannici e poi i tedeschi a scoprire che Portofino, da piccolo borgo marinaro, poteva diventare un’eccellente meta delle vacanze. Oggi, questo borgo – che conta ancora oggi meno di 400 abitanti effettivi, mentre si arriva a migliaia di ospiti con i turisti – insieme ai suoi dintorni sono un’importante meta turistica, soprattutto per gli stranieri, che considerano questa località una delle più gradevoli del Mar Mediterraneo.

Portofino e dintorni

Il territorio è, infatti, compreso nel Parco naturale regionale di Portofino, con ben 80 chilometri di itinerari nell’entroterra e lungo la costa (tra i più suggestivi, quello che porta all’Eremo Niasca e quello che arriva a San Fruttuoso, con la sua abbazia che è un bene del FAI), e nell’Area naturale marina protetta Portofino, un’area sommersa fatta di posidonie e di coralli intorno ai quali si è formato un habitat eccezionale.

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Il porticciolo di Portofino, nel Golfo del Tigullio

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In Molise c’è un piccolo borgo che sembra un museo a cielo aperto

L’Italia è un Paese meraviglioso che non smette mai di stupire. Lo sanno i viaggiatori del mondo, che giungono nella terra del sole e del mare per viverla, e lo sappiamo noi che percorriamo in lungo e in largo lo Stivale per scoprire quali sorprese questo ancora ci riserva.

E tra i mari, le montagne, i siti naturalistici e i monumenti storici e iconici ci sono anche loro, i borghi. Luoghi intrisi di fascino, di storia e di cultura, di tradizioni antiche e perpetuate nei secoli. Luoghi sospesi nel tempo e nello spazio che incantano per la loro genuinità, per la forza di restare ancorati al passato e il coraggio di guardare il futuro.

Come ha fatto e continua a fare Civitacampomarano, il piccolo borgo del Molise che è rinato grazia alla street art e che oggi è diventato un museo a cielo aperto tutto da scoprire.

Civitacampomarano

Civitacampomarano

Civitacampomarano: il borgo dei murales

Incastonato negli Appennini alla stregua di un tesoro prezioso, Civitacampomarano è diventato l’emblema del coraggio, così come coraggiosi lo sono i suoi abitanti. Il piccolo borgo del Molise, situato a circa 40 chilometri da Campobasso, condivide con molti altri borghi d’Italia lo stigma dello spopolamento.

Sono appena 400 le anime che vivono in questo comune che domina un paesaggio mozzafiato, che hanno scelto di restare nonostante tutto. Ma oggi queste persone non sono più sole perché sono circondate da quei viaggiatori che si mettono in cammino per scoprire il borgo, per ammirare gli splendidi murales che sono stati disegnati sulle case vuote e sui vecchi edifici e per partecipare a un festival straodinario.

Da borgo quasi dimenticato a museo a cielo aperto: è questa la storia di Civitacampomarano legata indissolubilmente alla figura di Alice Pasquini, street artist di origini romane, che nel 2014 ha cambiato il destino del borgo grazie alla scelta di venire qui per dipingere i muri del centro storico quasi completamente disabitato.

Civitacampomarano

Civitacampomarano

Un museo a cielo aperto

Cos’è Civitacampomarano oggi? Un museo a cielo aperto, un luogo dove storia, colore e arte convivono e meravigliano tutte le persone che scelgono di venire a scoprire il territorio molisano.

La sua seconda vita, come abbiamo anticipato, è iniziata del 2014 quando la street artist romana ha scelto di venire nel borgo e colorarlo. Alice Pasquini ha dipinto le vecchie porte, le finestre e i muri di quelle case bellissime lasciate vuote da chi ha scelto di cercare fortuna altrove. Ma questo non era abbastanza, così nel 2016 ha organizzato quella che è stata la prima edizione del Cvtà Street Fest.

In quell’occasione street artist di fama internazionale hanno creato delle vere e proprie opere d’arte sui muri del borgo portando avanti quel dialogo inaugurato anni prima dalla Pasquini. Ma quello era solo l’inizio perché anno dopo anno, nel mese di giugno, il festival è diventato un appuntamento ricorrente e indissolubilmente legato al territorio destinato a colorare tutto il borgo e ad attirare artisti e viaggiatori provenienti da ogni parte dello stivale.

Oggi Civitacampomarano è come un libro meraviglioso: ogni edificio assume le sembianze di una pagina da sfogliare che conserva tantissime storie da scoprire e da preservare oggi e domani.

Civitacampomarano

Civitacampomarano, opera di Alice Pasquini

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La strada più bella del mondo è in Irlanda. Scopri la Causeway Coastal Route

Con un passato leggendario e paesaggi così iconici da essere scelti spesso come set per produzioni cinematografiche e televisive (come la celebre Game of Thrones), la Causeway Coastal Route è una meta imperdibile per chi cerca una vacanza che unisca storia, panorami indimenticabili e sport, tra trekking, bicicletta, kayak e molto altro. La strada, lunga circa 250 km, collega la città di Belfast a Derry-Londonderry nell’Irlanda del Nord e, dipanandosi tra villaggi, scogliere a picco, cattedrali, vallate verdi smeraldo e cittadine di mare, riesce a trovare un perfetto equilibrio tra le sue due anime, la vivacità dei centri abitati e l’affascinante senso di solitudine della sua natura incontaminata.

Scogliere, spiagge e la potenza dell’oceano

Il mare è l’assoluto protagonista nel percorso lungo la Causeway Coastal Route, insieme alla sua biodiversità e alla sua peculiare fauna. Le scogliere a picco, attraversate dal vento sferzante, le insenature raggiungibili solo in barca, le spiagge dalla sabbia bianca come la White rocks beach offrono l’occasione sia per pause rigeneranti che per esperienze adrenaliniche
Da non perdere anche la passeggiata lungo il sentiero The Gobbins tra portali nella roccia, grotte e affioramenti di una bellezza primordiale. Progettato dall’ingegnere ferroviario Berkeley Deane Wise nel 1902, tra ponti d’acciaio e gallerie nella roccia, il percorso è ideale per ammirare la ricca fauna marina locale.
Nei pressi di Ballintoy, nella contea di Antrim in Irlanda del Nord, è possibile ammirare The Elephant Rock, una formazione rocciosa nell’acqua dall’aspetto di un elefante. La leggenda narra che si tratti di un vero animale, pietrificato dalla lava di un antico vulcano. Uno dei posti più suggestivi da fotografare al tramonto.

Sentiero Gobbins – Tourism Ireland

Giant’s Causeway

Considerata l’ottava meraviglia del mondo, la Giant’s Causeway, una distesa di 40mila colonne di basalto bagnate dalle onde, risalenti a circa 60 milioni di anni fa e alte fino a 30 metri, è un pezzo di natura unico nel suo genere. Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, ha ispirato molte leggende nei millenni e ancora oggi è una delle mete più ricercate e visitate dell’Irlanda del Nord. Il modo migliore per godere del luogo è organizzare una visita all’alba o al tramonto, quando la luce del sole crea i migliori giochi di luce sulle incredibili rocce esagonali.

Giant’s Causeway – Tourism Ireland

Villaggi, castelli e cattedrali

Attraversare la Causeway Coastal Route è l’occasione perfetta per visitare suggestivi villaggi dall’animo vivace, dall’ottima cucina e dalla calorosa accoglienza. A Glenarm, splendido borgo georgiano nella contea di Antrim, potrai ammirare l’elegante architettura del XXVII secolo. Cushendun, sempre nella contea di Antrim, è il luogo ideale per scattare foto ricordo, con il suo fascino da perfetta cartolina marittima. Non perdere l’occasione di visitare il Mussenden Temple, contea di Londonderry, scenografico tempietto che si affaccia sul mare a Castlerock, o le rovine dell’imponente Dunluce Castle (contea di Antrim).
Raggiungi Glenarm Castle nella contea di Antrim, per l’ora del tè e fermati a dormire nella casa del mulino. Ti sembrerà di fare un viaggio nel tempo.

Castello di Glenarm – Tourism Ireland

Un whiskey a Bushmills

Non è Irlanda del Nord senza un buon bicchiere di whiskey. Il villaggio di Bushmills, nella contea di Antrim, è conosciuto come il luogo della più antica distilleria ancora in attività dell’isola. Nel 1608, Re Giacomo I concesse proprio qui la prima licenza per distillare il celebre whiskey irlandese, dal gusto puro e delicato, e ancora oggi i turisti arrivano nel pittoresco borgo per assaggiare il prezioso distillato.

Per scoprire di più sulle bellezze della Causeway Coastal Route e sulle attività da praticare in zona, ascolta il nostro podcast dedicato.

In collaborazione con Turismo Irlandese