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Perché questo Paese ha conquistato il cuore dei nomadi digitali

È diventata una delle mete d’elezione per i nomadi digitali, che accorrono da ogni parte d’Europa (e del mondo) per stabilirsi nelle sue città: stiamo parlando dell’Estonia, che in base a recenti classifiche à anche uno dei Paesi in cui le aziende investono di più proprio per lo smart working.

Connessioni veloci, paesaggi straordinari, agevolazioni fiscali, ma anche e soprattutto un’atmosfera rilassante che sembrerebbe aumentare la produttività: l’Estonia sta diventando un porto sicuro per chi lavora da remoto e vuole trovarsi in un luogo tanto all’avanguardia quanto dal retrogusto magico.

Estonia: le città d’elezione per i nomadi digitali

Una delle città estoni più amate dai nomadi digitali, secondo Forbes, è Tallinn. E, a dire la verità, non c’è granché da stupirsi: la capitale dell’Estonia coniuga spaccati iper-tecnologici e moderni a un fascino antico, grazie all’incontro dei distretti finanziari/professionali con le strade pittoresche dell’Old Town.

Si tratta di una città viva, cuore pulsante del Paese, che, peraltro, si distingue anche per i prezzi non troppo alti. Tallinn offre sistemazioni low cost e anche le spese legate ai servizi sono più che contenute: un quadro che fa sicuramente gola a chi lavora da remoto.

Estonia, le strade di Tallin: una delle città più amate dai nomadi digitali

Non da meno, però, sono le altre città del Paese: Tartu, per esempio, attira gli smartworker appassionati di cultura, dall’animo intellettuale e più chic, mentre Narva, essendo molto piccola rispetto ad altre città del globo (conta solo 65.886 abitanti) è la meta per gli eremiti digitali, che pur lavorando online vogliono mantenere uno stile di vita più ritirato e tranquillo.

Lo smart working in Estonia

Il punto in comune di tutte queste città rimane la profonda bellezza dei luoghi e il fatto che in tutto il Paese esistono delle vere e proprie norme che regolano il visto per i nomadi digitali, fornendo loro tutto ciò di cui hanno bisogno in fatto di servizi e assistenza.

Una panoramica di Tallin, città in Estonia gettonata dai nomadi digitali

Non è tutto qui, ovviamente: l’Estonia è amatissima dai nomadi digitali anche per gli ampi spazi di co-working che, specie nella Capitale, hanno costi ridotti (una postazione dotata di tutti i comfort ha dei prezzi molto contenuti rispetto alla media europea) e sono diffusi in tutti i distretti, dando così la possibilità sia di lavorare con panorami hi-tech che con vista sulle bellezze storiche di ogni città.

Lavorare da remoto in Estonia

Per di più, in tutta l’Estonia sono stati lanciati dei programmi che soddisfano sia i freelance che gli imprenditori: si va dal permesso di residenza elettronica (che dà accesso ai servizi del governo senza fornire i diritti di residenza) fino a veri e propri documenti temporanei di cittadinanza che offrono servizi pari ai cittadini estoni e completo supporto ai professionisti e alle imprese.

Tallin: una panoramica della città più amata dai nomadi digitali

Infine, un’altra delle ragioni per cui l’Estonia è gettonatissima dai nomadi digitali sono i continui miglioramenti atti a rendere più fluide le amministrazioni delle aziende da remoto, con grande efficienza. Il Paese si propone davvero come un terreno “digitalmente fertile”, dove ogni smartworker può pensare non solo di lavorare come libero professionista ma anche di aprire un proprio business. Un vero sogno per tutti coloro che hanno fatto del web la loro fonte di guadagno.

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Il nuovo obiettivo dell’Europa: treni veloci che sostituiscono aerei

Il futuro dell’Europa vedrà, molto probabilmente, un ampio numero di treni veloci che sostituiranno gli aerei. A prospettarlo sono i leader del settore ferroviario del vecchio continente che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per uno studio sui “Servizi ad alta velocità intelligenti e convenienti nell’Unione europea” a cui hanno preso parte la Community of European Railway and Infrastructure Companies (Cer), la Alliance of Passenger Rail New Entrants in Europe (Allrail), la European Rail Supply Industry (Unife) e la European Rail Joint Undertaking (Eu-Rail).

L’obiettivo nel dettaglio

L’obiettivo sarebbe quello di raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030, per poi triplicarlo entro il 2050. Un modo per avere una vera e propria alternativa all’aereo: una rete ferroviaria smart che colleghi in poche ore di viaggio le capitali e le principali città del nostro continente.

Questo studio, quindi, vuole raggiungere lo scopo di promuovere una trasformazione radicale del sistema ferroviario in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, compreso il raggiungimento di una rete di trasporto transeuropea (TEN-T) pienamente operativa, multimodale, sostenibile e intelligente entro il 2050.

La buona notizia è che non è una missione impossibile per il nostro continente. L’Europa, infatti, già dispone di migliaia di chilometri di ferrovia ad alta velocità. La vera sfida di questo progetto riguarderà il trovare un accordo su quali percorsi privilegiare, quali città collegare e quali invece escludere, così come fissare degli standard comuni e decidere come dividere i costi tra i diversi operatori nazionali ed enti che saranno coinvolti.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Come riportato dal Corriere della Sera Alberto Mazzola, direttore esecutivo di Cer ha sottolineato: “Sebbene molto sia stato ottenuto finora con storie di successo nazionali che collegano tra l’altro Parigi-Lione, Milano-Roma, Barcellona-Madrid e Berlino-Monaco di Baviera, molto di più è necessario se vogliamo rispettare gli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e della mobilità intelligente e sostenibile: raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030 e triplicarlo entro il 2050“.

Ma non solo. Philippe Citroën, direttore generale di Unife, ha aggiunto: “L’alta velocità ferroviaria ha un ruolo essenziale da svolgere nella decarbonizzazione e nella trasformazione digitale dell’intero sistema di trasporto europeo. Dimostrando i grandi vantaggi di una rete ferroviaria europea ad alta velocità, lo studio contribuirà al raggiungimento della Strategia per la Mobilità Sostenibile e Intelligente“.

Mentre Carlo Borghini, direttore esecutivo di European Rail Joint Undertaking, ha dichiarato:”Non vediamo l’ora di iniziare le prime attività di ricerca e di presentare i primi risultati entro la fine di quest’anno, che contribuiranno a realizzare questa rete integrata ad alta velocità“.

Torino-Lione e Rail Baltica: la partership

Nell’incantevole cornice di Lione è stata siglata anche una partnership tra i promotori delle ferrovie Torino-Lione e Rail Baltica, un progetto di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità che si divide tra Estonia, Lettonia e Lituania. L’obiettivo, in questo caso, è quello colmare l’anello mancante tra la Finlandia a nord e la Polonia a sud.

Nel dettaglio: l’accordo si occupa di temi ambientali, della sicurezza sul lavoro e delle buone pratiche nella realizzazione di progetti multimodali su larga scala e nell’operatività ferroviaria. Insomma, il futuro dell’Europa è sempre più indirizzato all’uso principale del treno, mezzo di trasporto che presenta diversi e interessanti vantaggi di cui vi avevamo già parlato.

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Una scoperta sensazionale nei nostri fondali marini

Sotto il mare si nascondono ancora oggi incredibili segreti. Senza andare molto lontano, al largo delle nostre coste è appena stata fatta un’eccezionale scoperta che potrebbe riscrivere la storia.

E, come spesso accade, la scoperta è assolutamente casuale ed è avvenuta nel corso di un’operazione di routine.

L’antico relitto

I Carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Udine stavano, infatti, monitorando un vasto specchio d’acqua alla Foce del Timavo quando si sono accorti che sui fondali c’era qualcosa di inaspettato.

Nei pressi dell’isola di Pampagnola, vicino alla nota località di villeggiatura di Grado, hanno così individuato un’imbarcazione di epoca romana di cui nulla si sapeva finora, ma si è subito capito che si trattava di una scoperta di eccezionale importanza storica.

Il relitto era in buona parte nascosto dalla sabbia dei fondali del Mar Adriatico a una profondità di circa 5 metri. La porzione dell’imbarcazione visibile finora è lunga all’incirca 12 metri, ma si stima misuri almeno il doppio.

Nei pressi dell’antica barca, presso il Canale delle Mee di Grado, lo storico ingresso al porto fluviale di Aquileia, che all’epoca era la quarta città dell’Impero Romano, sono state rinvenute anche due anfore risalenti al I secolo a.C. e porzioni di anfore e brocche risalenti al II-III secolo d.C..

Le altre scoperte nella zona

Il luogo dove è stata fatta la scoperta non è nuovo a incredibili ritrovamenti. Nel 2000, era stato fatto un altro ritrovamento, quello di un vascello denominato “Grado 2“, naufragato nel III secolo a.C., prima ancora della fondazione della città di Aquileia. Il relitto si trovava a una ventina di metri sotto il livello del mare.

Questa era infatti una rotta commerciale molto battuta, in quanto collegava l’attuale Friuli-Venezia Giulia con il resto d’Italia e il mondo ellenico.

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È la patria mondiale del golf, ma è anche una città sorprendente

Sì, è vero, molti la conoscono come patria mondiale del golf. E d’altronde, non si può parlare di St. Andrews in Scozia senza pensare a questo sport: proprio qui è stato, infatti, fondato il Royal and Ancient Golf Club uno dei più antichi e prestigiosi golf club del mondo, nato nel 1754 e poi ribattezzato “Casa del Golf” per il suo essere divenuto un punto di riferimento globale per gli appassionati.

Sempre a St. Andrews, ogni due anni, si tiene il famoso British Open in uno dei sette campi della città. Insomma, il connubio è davvero inscindibile. Ma se vi dicessimo che c’è molto più di questo e che la città è anche un luogo sorprendente, magico, oltre che una delle destinazioni turistiche più amate in Scozia?

St. Andrews, tra storia e cultura

Non tutti lo sanno, ma St. Andrews è una città davvero antichissima. Pare che i primi abitanti si insediarono nei pressi della città scozzese tra il 10.000 e i 5.000 a.C. Stando agli studi e alle ricerche degli archeologici, il primo nome che ebbe fu quello di Muckross, poi cambianto in Cennrigmonaid e poi, ancora, in St. Andrews.

Di fatto, la storia di St. Andrews si è distinta per un’evoluzione in senso religioso: nel 906 d.C. divenne sede del vescovo di Alba e presto si trasformò nella capitale ecclesiastica della Scozia. Questo le diede una spinta in senso culturale, con diversi studiosi che si raccoglievano in preghiera e portavano avanti la vita intellettuale della città.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Con il passare del tempo, purtroppo, St. Andrews ha conosciuto diversi momenti di declino. Ciononostante, però, non ha perso il suo fascino. Merito, anche, delle costruzioni peculiari che la rendono un piccolo capolavoro affacciato sull’Atlantico.

Le rovine, il ponte e il fascino mistico di St. Andrews

Da non perdere sono, per esempio, le rovine della Cattedrale. L’edificio fu costruito nel 1158 ed era una chiesa cattolica, ma è poi caduta in disuso. Come mai? Perché proprio la religione cattolica fu messa al bando. Non solo, perché in ben due occasioni subì dei danni ingenti.

Prima una tempesta e poi un incendio hanno lasciato dei grossi segni. L’incuria e l’incedere del tempo hanno poi fatto il resto, fino a quando il sito divenne un’area protetta: oggi è sotto la tutela della Historic Environment Scotland. Accanto alla cattedrale si trova anche un cimitero, che contribuisce a dare al tutto un fascino particolare. Un altro luogo da non perdere è lo Swilcan Bridge, che si trova nel centro della città (precisamente nell’Old Course).

Isola di St Andrews in Scozia: patria del golf, ma non solo

Si tratta di un ponte di pietra, molto suggestivo e anche molto piccolo: è lungo 9 metri, largo 2 metri e alto 1 metro e mezzo. Fu costruito per aiutare i pastori a condurre il bestiame oltre lo Swilcan Burn, ma oggi si dice che attraversarlo e fotografarlo porti fortuna.

C’è da dire che il panorama aiuta: dal ponte, infatti, si può vedere il Royal and Ancient Golf Club, l’Hamilton Grand e le colline che si affacciano sul Mare del Nord. Davvero una cornice mozzafiato!

Parchi, natura e giardini

Ma non è tutto qui, perché St. Andrews è anche una città universitaria e un luogo dove la natura è tenuta in grande considerazione. Un altro luogo da vedere, davvero incantevole, per esempio, è il Giardino Botanico dell’Università, situato a sud della città.

Il Giardino Botanico è una riserva che tutela numerose specie di piante: nello specifico, c’è una collezione di circa 8.000 diverse specie di piante esotiche e autoctone. Al suo interno, inoltre, si può trovare una deliziosa sala da tè e una casa delle farfalle.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Infine, da non perdere è il Castello. Come la Cattedrale è in rovina e la sua storia è lunghissima: nacque come palazzo vescovile, ma poi divenne una dimora nobiliare e subì moltissimi assedi. A un certo punto fu persino convertito in prigione, per via della sua imponenza e sicurezza.

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Comprare un’isola privata non è più solo un sogno

State cercando il vostro posto nel mondo? Forse, allora, dovreste guardare in mezzo ai mari e agli oceani. Sì, perché comprare un’isola privata dove passare momenti magici, tra relax e salsedine, non è più così proibitivo come potrebbe sembrare. Sono lontani, infatti, i tempi in cui un atollo circondato dalle onde era una prerogativa dei ricchissimi: adesso, con un po’ di sacrificio (e tanti risparmi) quasi tutti potremmo riuscire a possederne uno.

Certo, i prezzi sono variabili in base al luogo, alle condizioni e, ovviamente, anche in base alla presenza (o meno) di alcune strutture sull’isola. Ciò però significa le disponibilità sono tante e le offerte molteplici, tutte diverse, così come le occasioni, pronte a essere colte.

Comprare un’isola privata a prezzi contenuti

Ma facciamo un piccolo excursus di quelle che sono le (attuali) isole in vendita, partendo da quelle che hanno costi decisamente abbordabili. Per iniziare, esiste un’isola in Finlandia, il cui nome è Salonpää, che recentemente è stata messa in vendita. L’isola è grande circa 3000 metri quadrati e comprende un piccolo ma suggestivo cottage con tanto di sauna, che si affaccia sulle sponde del lago Konnevesi. Il costo? 94.000 euro, persino meno di quanto potremmo acquistare un monolocale nel centro di qualsiasi città.

Per chi vuole spendere un po’ di più (e fare un viaggio più lungo), occhio: in Canada è disponibile, a soli 110.000 euro, Gillis Island. Si tratta di un atollo suggestivo, di circa 44.000 metri quadri, situato sul fiume Pinette. Di fatto, l’isola è un vero e proprio paradiso terrestre, rimasto incontaminato: accessibile per mezzo di una strada non troppo larga, è il posto ideale per gli amanti della pace, delle escursioni e del kayak.

Salendo ancora di prezzo, spendendo circa 280.000 euro si può acquistare un’isola in Scozia: si tratta di una delle isole Shetland, vicinissime alla Norvegia e alle Isole Faroe. Il prezzo è giustificato dalla sua grandezza (più di 25.000 metri quadrati) e dal fatto che il luogo è quasi magico, considerando che non ci sono abitazioni se non una casa e un mulino diroccato, circondati dalla natura più selvaggia.

Comprare un’isola privata “economica” nei Caraibi

Il vostro sogno è quello di comprare un’isola privata nei Caraibi, ma avete accantonato l’idea perché immaginate di dover spendere fior di milioni? Non è proprio così: diciamo che, per chi può permetterselo, “basta” circa mezzo milione di euro per diventare proprietari di un angolo di paradiso. Considerata la regione geografica si tratta davvero di offerte vantaggiosissime. Qualche esempio?

L’isola di Salt Cay fa parte delle Isole Turks e Caicos ed è un luogo che l’uomo non ha ancora fatto suo. Grande circa 8000 metri quadri, è rivolta verso ovest e permette di osservare i branchi di megattere che, annualmente, passano di fronte alla spiaggia. Il costo? Appena 390.000 euro.

Un po’ più cara, invece, è Neptune Cay, nelle Bahamas, grande poco più di 9000 metri quadri: costa 490.000 euro. Neptune Cay è una delle isole che si distingue per il mare più limpido, con fondo sabbioso, poco profondo e ricco di biodiversità. Anche qui, non esistono infrastrutture né tantomeno strade: si arriva per mezzo di una barchetta e si può rimanere in pace per tutto il tempo che si vuole.

Infine, è in vendita anche la penisola di Chub Cay, sempre nelle Bahamas, al costo di 500.000 euro: 32.000 metri quadri di natura mozzafiato, con due spiagge lunghissime e un piccolo molo già installato. Chub Cay ha anche una collina che offre un panorama sugli atolli circostanti e una piccola strada sterrata. Un vero sogno.

Quanto costa comprare un’isola privata in Italia?

Volete sognare un po’ a occhi aperti e immaginare di acquistare un’isola privata proprio in Italia, senza allontanarvi troppo dal vostro nido? Non è impossibile, ma la verità è che i prezzi salgono. Al momento, l’isola più economica in vendita è l’Isola Viscontea, sul Lago di Como: servono 2 milioni di euro per concludere l’affare.

C’è poi un’isola, quella di Santa Maria in vendita nello Stagnone, a Marsala, proprio nel luogo siciliano dove si osserva il tramonto più bello del mondo: la trattativa è riservata, ma si parla di un costo che si aggira intorno ai 18 milioni di euro. Infine, è in vendita anche l’Isola dell’Ottagono, nella laguna di Venezia, ma qui non ci sono spoiler: il prezzo viene comunicato solo su richiesta. Vale la pena provare, sia mai che costi meno di quanto si possa immaginare.

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Scoperte opere nascoste sotto famosi dipinti

Non è la prima volta che un’opera d’arte si rivela essere molto di più di quello che appare a occhio nudo. Ma ogni volta che accade sembra un piccolo miracolo. L’ultima eccezionale scoperta è stata fatta all’Hecht Museum dell’Università di Haifa, la terza città più importante di Israele e frequentato polo turistico. Tre schizzi finora sconosciuti di uno dei più grandi artisti italiani del primo Novecento, nascosti sotto la superficie di un suo particolare dipinto, sono venuti alla luce grazie a una sofisticata tecnologia a raggi X. Ciò che è emerso ha lasciato tutti a bocca aperta.

Gli schizzi nascosti sotto un particolare dipinto di Modigliani

Se ne stavano nascosti sotto la superficie del dipinto “Nudo con cappello” di Amedeo Modigliani, tre disegni abbozzati del celebre pittore e scultore livornese, scoperti dai curatori del museo israeliano.

Un’opera giovanile già di per sé particolare, da anni oggetto di studio. A renderla insolita è il fatto che entrambi i lati della tela presentino ritratti dipinti in direzioni opposte. I visitatori del Museo Hecht si ritrovano ad ammirare l’immagine di un nudo capovolta, mentre sul retro si svela il “Ritratto di Maude Abrantes”, amica di Modigliani, uno dei primi dipinti dell’artista. Ma c’è di più. Nel 2010, un curatore del museo aveva notato gli occhi di una terza figura sotto il colletto di Abrantes, quelli di una donna con cappello.

Da lì, la voglia di scoprire di più. E finalmente, un’approfondita indagine a raggi X ha svelato l’esistenza di altre due sagome abbozzate dall’artista su quella stessa tela, del tutto invisibili a occhio nudo. Si tratta di un volto maschile e di un un busto di donna, con i capelli raccolti in uno chignon. Il dipinto, quindi, presenta ben cinque figure realizzate da Modigliani, tanto da rivelarsi come una sorta di “quaderno di schizzi su tela”, che riflette la “ricerca incessante dell’espressione artistica” del pittore livornese, come dichiara Inna Berkowits, storica dell’arte all’Hecht Museum dell’Università di Haifa.

Un altro elemento particolarmente interessante è che le figure emerse sono abbozzate e ancora prive dei celebri colli lunghissimi e affusolati che hanno costituito il tratto costante e caratteristico di Modigliani, rivelando così di appartenere al primo stile dell’artista, di cui sopravvivono pochi esempi.
La tela delle scoperte, conservata al Museo Hecht dell’Università di Haifa (protagonista di grandi scoperte), è stata analizzata ai raggi X, nell’ambito di un ampio studio forense sulle opere dell’artista livornese in vista della prossima mostra “Modigliani Up Close”, che si terrà in autunno alla Barnes Foundation di Philadelphia.

I ritratti nascosti, da Modigliani a Van Gogh

Un altro esempio di riutilizzo di una stessa tela da parte di Modigliani è emerso nel 2018 alla Tate Gallery di Londra (città ricca di meraviglie), quando il team di curatori ha scoperto – sempre grazia ai raggi X – un secondo volto femminile celato sotto la tela di uno dei suoi lavori più celebri, “Ritratto di Ragazza”. Gli studiosi credono che la donna ‘nascosta’ sia la scrittrice e critica letteraria boema Beatrice Hastings, ex musa e amante dell’artista.

Tuttavia, mentre in quel caso si era pensato alla volontà del pittore di cancellare a colpi di pennello una storia d’amore tormentata, le ipotesi che circondano le figure nascoste sotto il dipinto all’Hecht Museum raccontano tutt’altro, ovvero di come gli artisti del tempo vivessero spesso con scarsi mezzi economici e fossero pertanto costretti a lavorare più volte su una stessa tela.

Un’abitudine comune anche a un altro genio del mondo dell’arte. Quasi in concomitanza con la scoperta al museo israeliano, alla Scottish National Gallery di Edimburgo hanno scovato con i raggi X un autoritratto con cappello e fazzoletto di Vincent van Gogh, coperto da strati di colla e cartone sul retro di un “Ritratto di contadina”. La radiografia è stata eseguita sul dipinto in vista della mostra “A Taste for Impressionism”, in programma dal 30 luglio al 13 novembre presso la Royal Scottish Academy di Edimburgo.

Modigliani dipinti

Fonte: Wikimedia Commons

“Nudo con cappello” e “Ritratto di Maude Abrantes”
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I posti nel mondo dove puoi sentirti a Venezia, anche se non ci sei

È straordinaria, è bellissima, affascinante e seducente. È la città più romantica del mondo e anche una delle più frequentate di tutta Italia. Turisti da ogni parte del mondo arrivano qui, per fotografare i canali, per farsi i selfie sulle gondole e per ammirare la maestosità di un luogo che entra nel cuore e lì resta, per sempre.

Stiamo parlando di Venezia, la città che non ha strade, ma solo canali. Quelli in cui si affacciano opulenti palazzi, edifici rinascimenti e gotici che regalano scorci magici e onirici che lasciano senza fiato.

La verità è che di Venezia ce n’è soltanto una, come confermano i viaggiatori che qui hanno lasciato un pezzo di cuore. Eppure tanta è la bellezza del capoluogo del veneto che tutti, nel mondo, hanno provato a imitarlo.

Le copie di Venezia

Esistono alcune città che sono destinate a farci innamorare, e Venezia è una di queste. La sua bellezza è così iconica e celebre nel mondo che ogni anno migliaia di visitatori giungono proprio nella laguna per toccare con mano tutto il fascino che questa sprigiona da secoli.

Ed è lo stesso fascino che, probabilmente, ha trasformato Venezia in una delle città più copiate al mondo. Attenzione però perché non parliamo solo di riferimenti evidenti o di ricostruzioni parziali dei monumenti iconici, ma di veri e propri cloni della laguna.

Probabilmente nessuno di questi potrà mai restituire le stesse sensazioni che si provano quando si visita La Serenissima, eppure alcune di queste copie sono così ben fatte che vi lasceranno senza fiato. Scopriamo le più celebri.

The Venetian, Macau

Fonte: iStock/jimmyan

The Venetian, Macau

Da Las Vegas a Macau: Venezia nel mondo

Mentre si passeggia nel cuore della città più scintillante e luminosa che mai appare improvvisamente, e inaspettatamente, un’inedita Venezia. C’è la laguna con le gondole che l’attraversano. C’è il campanile di San Marco e il Ponte di Rialto, frequentatissimo a ogni ora del giorno e della notte. Ci sono tantissimi dettagli che rimando proprio alla città italiana anche se ci troviamo a Las Vegas, in uno dei resort più grandi e stravaganti del mondo.

Il suo nome è The Venetian e si tratta di uno dei più grandi e opulenti complessi turistici, e non è solo ispirato a Venezia, ma è esattamente la sua copia. Davanti all’ingresso che affaccia su Las Vegas Strip due riproduzioni fedeli del campanile di San Marco e del Ponte di Rialto accolgono i turisti. All’interno, invece, c’è un lago artificiale che crea tutta una serie di canali dove navigano i gondolieri per trasportare gli ospiti del resort da una parte all’altra.

The Venetian rappresenta una delle più fedeli riproduzioni della nostra laguna e non è l’unica. Nonostante, infatti, l’idea di una copia della città non abbia entusiasmato molti italiani, la presenza del resort si è rivelata un successo in questi anni, al punto tale che la struttura è stato inaugurata anche in Cina.

Per esplorarla dobbiamo recarci a Macau, è qui che la stessa catena turistica ha aperto il complesso alberghiero identico al precedente e, anzi, ancora più grande. Al suo interno, infatti, è possibile visitare quello che è il casinò più grande del mondo intero.

Restiamo sempre in Cina per scoprire un’altra copia de La Serenissima, forse anche la più criticata. Si tratta di Venice Water Town, a Hangzhou. Una vera e propria città lagunare che si snoda tra diversi canali sui quali si affacciano case, ristoranti e hotel che però non hanno nulla a che fare che fare con i maestosi palazzi della città. Ovviamente non manca neanche Piazza San marco con il suo campanile, ma le riproduzioni sono così esagerate da sembrare davvero poco fedeli.

Venice Water Town, Hangzhou

Fonte: iStock

Venice Water Town, Hangzhou

 

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Sui binari italiani torna un treno mitico

Il turismo slow è ormai una tendenza ben consolidata anche tra gli italiani: cosa c’è di più bello che riscoprire il nostro Paese in un viaggio lento che ci porta in esplorazione degli angoli più reconditi e meno conosciuti? È seguendo questa scia che ora riparte un treno di lusso che aveva lasciato il suo servizio ben più di 30 anni fa, una vera e propria leggenda su binari che finalmente possiamo tornare a vivere (anche se solo per pochi giorni).

Torna il Rapido Peloritano, un viaggio unico

La Fondazione FS sta rimettendo in funzione alcuni dei treni storici italiani che per tanto tempo hanno accompagnato viaggiatori e turisti in lungo e in largo per la nostra Penisola. Tra i servizi charter di lusso che ora tornano a vivere, c’è anche il Rapido Peloritano: la sua seppur breve esperienza in Sicilia ha regalato ai passeggeri non solo un’insolita (all’epoca) comodità, ma anche una vera avventura emozionante. E oggi la possiamo provare di nuovo, in un viaggio indietro nel tempo che ci riporta agli antichi fasti di questo convoglio leggendario.

Il Rapido Peloritano ha fatto servizio per circa 20 anni sulla tratta a lunga percorrenza che collegava la Sicilia al resto del Paese, conducendo i suoi passeggeri da Palermo sino alle soglie di Roma. Nato come treno di lusso nel 1965, era l’alternativa più comoda – e decisamente fruibile da un più ampio pubblico – al trasporto aereo per lasciare l’isola e giungere alla capitale. Il treno faceva uso di automotrici elettriche ALe 601, a quei tempi le più innovative nel campo dei trasporti veloci. Oggi FS le sta restaurando, riportandole al loro splendore originario.

Nel 1987, con l’avvento dell’Intercity, il Rapido Peloritano è andato anticipatamente in pensione per lasciare spazio ad alternative più rapide – ma di certo molto meno lussuose e confortevoli. Ma i nostalgici e i più curiosi possono ora rivivere quell’esperienza, scoprendo la “fantastica atmosfera ferroviaria degli anni ’80 del secolo scorso, con servizi di lusso e grande confort di bordo“, come si legge sul sito ufficiale della Fondazione FS. Per pochi giorni, il treno storico torna a sfrecciare sui binari: scopriamo i dettagli.

Come viaggiare sul Rapido Peloritano

Questa estate, all’insegna del turismo slow, possiamo salire a bordo del Rapido Peloritano. Per soli tre giorni, il mitico treno riprende vita e percorre la vecchia tratta Palermo-Roma portandoci immediatamente indietro nel tempo, un’emozione unica. La prima corsa è un vero tripudio di azzurro scintillante, una festa per gli occhi: sabato 16 luglio, partendo da Messina Centrale, i passeggeri possono ammirare la costa tirrenica siciliana e le sue spiagge incantevoli, che in queste settimane roventi sono sempre più affollate.

Mentre domenica 17 luglio si torna indietro: dalla stazione di Palermo Centrale, il treno riparte alla volta di Messina per quella che è la tappa più breve dell’intero percorso – ma non di certo meno affascinante. Infine, lunedì 18 luglio tocca all’ultimo itinerario, quello che si dipana tra la stazione di Reggio Calabria Centrale e quella di Roma Termini. Il viaggio permette di affrontare l’intera Ferrovia Tirrenica Meridionale e la Direttissima Roma-Napoli via Formia. Per questa parte finale del percorso, sono previste soste intermedie a Lamezia Terme e Salerno.

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Selvaggia, solitaria e romantica: la tua isola da sogno è italiana

Ci sono posti nel mondo che non ci stancheremmo mai di visitare perché ospitano attrazioni iconiche e celebri, siano esse create da Madre Natura o dall’uomo. Sono le stesse che ogni giorno spingono migliaia di viaggiatori ad attraversare il globo pur di vederle, ammirarle e fotografarle.

Eppure questi luoghi, per quanto straordinariamente affascinanti, pagano lo scotto della loro popolarità trasformandosi in località affollate dai turisti, soprattutto durante l’alta stagione. Le stesse che spesso vogliamo evitare per goderci un’esperienza off radar all’insegna della pace e del relax.

Per fortuna, però, il mondo è pieno di meraviglie ancora poco esplorate. E per scoprire la prossima destinazione lontana dalla folla non dobbiamo andare poi così lontano perché in Italia esiste un’isola selvaggia, solitaria e romantica, un luogo da sogno in cui perdersi e immergersi. Questo posto si chiama Levanzo ed è bellissimo.

Benvenuti a Levanzo

Ci troviamo nel cuore delle Egadi, sulla più piccola dell’arcipelago siciliano situato tra basso Tirreno e canale di Sicilia. È qui che possiamo esplorare un’isola da sogno che sembra uscita da una fiaba. Un luogo dove il tempo sembra fermo e sospeso, immune da tutte le leggi che scandiscono la nostra quotidianità.

Un piccolo lembo di terra bagnato da acque turchesi e cristalline che brillano al sole e che si infrangono su baie e calette nascoste tutte da scoprire. Un paradiso terrestre solitario, e ancora incontaminato, che è così bello e suggestivo da sembrare un sogno. E invece è reale ed è bellissimo.

Sull’isola vivono appena 200 anime le cui vite sono scandite da ritmi lenti che seguono l’andamento del mare, le stesse che ci spingono a vivere un’esperienza slow e indimenticabile. In questo piccolo angolo di Sicilia, infatti, ci si muove a piedi o in bicicletta. Ci si rilassa sotto il sole o si osservano le golden hour più belle del nostro Paese. Ma si esplorano anche i fondali e le grotte e ci si spinge al largo per ammirare quel paesaggio che sembra uscito da una cartolina.

Questo luogo estremamente romantico è diventato con il tempo la meta ideale per le vacanze romantiche, ma anche per le fughe dalla città e, in generale, per tutte le persone che desiderano vivere una vacanza all’insegna della pace e del relax.

Il cuore del paese, invece, è caratterizzato da un gruppo di casette bianche che affacciano sul porticciolo e che viste da lontano sembrano ricreare un piccolo e suggestivo presepe.

Sono solo 5 i chilometri quadrati che caratterizzano il territorio di Levanzo, eppure questi bastano a racchiudere su questa terra splendide meraviglie naturali che convivono alla perfezione con la storia antica collegata alla sua nascita. L’isola, infatti, ha ricoperto un ruolo fondamentale durante la battaglia delle Egadi per la conquista del Mediterraneo nel 241 a.C., come dimostrano le numerose testimonianze ritrovate proprio nelle acque che bagnano Levanzo.

Levanzo

Fonte: iStock

Levanzo

Una vacanza solitarie e bellissima su un’isola italiana

Se è una vacanza da sogno e lontana dalle mete più battute dal turismo di massa, quella che desiderate vivere, allora Levanzo è il posto giusto.

Ci sono le calette e le spiagge solitarie, quelle raggiungibili a piedi dalle vie principali o dai sentieri nascosti, oppure in barca. E poi c’è la Grotta del Genovese, una delle risorse più preziose dell’isola nonché importante testimonianza testimonianza preistorica in Sicilia.

Qui non ci sono fast food, né catene di grandi negozi. Non ci sono auto, né traffico e nemmeno discoteche. Ma c’è la bellezza assoluta della natura, del mare e della montagna. Quella osservabile da Pizzo Monaco, il promontorio che svetta a un’altezza di 270 metri caratterizzando l’intero paesaggio o dal Faro di Capo Grosso. Fermatevi a osservare ogni centimetro di questi cinque chilometri quadrati e godetevi gli scorci che si spalancano passo dopo passo: la vista, da qui, è meravigliosa.

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La torre sospesa tra il mare e la Via Lattea è uno spettacolo

Esistono luoghi così incredibilmente straordinari da non sembrare veri perché i colori e le forme che gli appartengo sembrano quelli usciti dai sogni più belli. Eppure questi posti sono reali e sono bellissimi come solo loro sanno essere.

Come quella torre, situata a pochi chilometri dalla capitale d’Italia, che è sospesa tra il mare e la Via Lattea. Una guardiana antica e solitaria che si trova lì da secoli a testimoniare una storia antichissima e mai dimenticata.

Il suo nome è Torre Astura, ed è un edificio fortificato che affonda i suoi basamenti nell’acqua azzurra e cristallina che bagna la città di Nettuno. E quando è illuminata solo dalle stelle dà vita a uno spettacolo magico.

Benvenuti a Torre Astura

Percorrendo la strada provinciale Acciarella, che da Nettuno conduce a Latina, ci si trova davanti a un bosco lussureggiante, quello di Foglino. Dopo averlo superato è possibile avvistare un parcheggio dal quale parte una lunga passeggiata che porta a Torre Astura.

Il tragitto è caratterizzato da prati e cespugli, da tratti boschivi, pinete, e arbusti e piante della macchia mediterranea. Poi, chilometro dopo chilometro, il verde della natura lascia spazio all’azzurro del mare che si palesa come d’incanto davanti agli occhi di chi guarda.

Ed è proprio qui, tra le acque turchesi e cristalline, che emerge una torre solitaria e silenziosa che sembra sospesa tra cielo e mare. La si può ammirare dall’acqua, camminando tra i bassi fondali, o dalla spiaggia dorata che brilla al sole. Un’isola fortezza che caratterizza in maniera unica l’intero panorama costiero regalando scorci di immensa bellezza.

Le sue origini sono tanto antiche quanto affascinanti. Già nel I secolo a.C, infatti, nella zona della foce del fiume Astura, erano state edificate antiche domus, una delle quali si è trasformata poi nella torre che conosciamo oggi. Nel 1193, la nobile famiglia romana Frangipane, scelse di edificare sulle mura di quell’antica villa costruita per metà sull’acqua e per metà sul mare, una torre di difesa contro i saraceni.

La fortezza è stata poi collegata alla terraferma con la costruzione di un ponte in travertino caratterizzato da splendide arcate che affondano nell’acqua. Nei secoli successivi, poi, l’edifico passò di proprietà in proprietà, dai Caetani agli Orsini, finendo anche nelle mani dei Borghese, fino a quando fu ceduta al comune di Nettuno negli anni ’70.

Gli interni della torre non sono visitabili, ma potete comunque esplorare i suoi dintorni e i numerosi reperti archeologici ben visibili dentro e fuori l’acqua.

Il luogo più bello dove ammirare le stelle

La storia di Torre Astura, così come la sua posizione straordinaria, rendono questa fortificazione un vero e proprio gioiello sulla costa laziale assolutamente da scoprire. E se è vero che quella torre sospesa sull’acqua è straordinaria vista di giorno, con i suoi fondali ricchi di reperti archeologici visibili anche fuori dall’acqua, è altrettanto vero che di notte la sua presenza crea quello che è uno degli scenari più belli del mondo intero.

Lontana dal caos, dal traffico e dalle luci della città, Torre Astura appare come la figura dominante sull’intero paesaggio costiero. L’edificio, al calar del sole, resta illuminato solo dalla luce delle stelle e della Luna.

La sua posizione strategica, immersa nella natura lussureggiante e selvaggia della macchia mediterranea, rende questo posto perfetto per ammirare il cielo stellato e tutti gli spettacoli messi in scena dagli astri ben visibili in assenza di inquinamento luminoso.

Aguzzate bene la vista una volta giunti qui, perché proprio sopra la torre può essere avvistata la meravigliosa Via Lattea. E quando questa appare è magia.