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Esiste un antico villaggio vichingo in Canada, ed è bellissimo

È un luogo che sembra quasi uscito da un libro fantasy o da uno di quei racconti storici impregnati di mitologia nordica: esiste un antico villaggio vichingo tutto da scoprire, così bello da mozzare il fiato. Si tratta dell’Anse aux Meadows, collocato sull’isola di Terranova, in Canada.

L’Anse aux Meadows è inserito tra i Patrimoni dell’umanità dell’Unesco non solo perché è un luogo di interesse storico, ma anche perché può ancora rivelare moltissimo della cultura vichinga: moltissimi studiosi ritengono che sia almeno una porzione della area di Vinland, dove il popolo nordico trovò pace e riparo.

La scoperta dell’Anse aux Meadows, antico villaggio vichingo

Ma facciamo un passo indietro e guardiamo alla storia: quando è stato scoperto questo luogo così speciale in Canada? Non troppo tempo fa: correva, infatti, l’anno 1960 quando l’esploratore norvegese Helge Ingstad decise di realizzare una sorta di mappa con relativa cronostoria atta a dimostrare che i vichinghi Norvegesi e Islandesi avessero preceduto Cristoforo Colombo nell’approdo in America Settentrionale, grazie alla loro abilità nella navigazione.

Groenlandia, una delle case dell'Anse Aux Meadows

Insieme alla moglie, Anne Stine, Ingstad giunse in Canada e iniziò a ripercorrere le orme degli antichi vichinghi, partendo dal presupposto che sarebbero approdati in un preciso punto dell’Oceano Atlantico. I fatti gli diedero ragione: nel corso del 1961, dopo numerose ricerche e scavi, i due trovarono lAnse aux Meadows, in uno stato di completo abbandono e per metà sepolto, oltre che completamente colonizzato da erbe e muschi.

Gli scavi e le particolarità dell’antico villaggio vichingo

Sulle prime, dunque, ciò che Helge Ingstad e Anne Stine si trovarono davanti furono una serie di tumuli rocciosi. I due, però, grazie al loro sapere, stimarono che doveva esserci molto, molto di più. Fecero partire gli scavi chiamando a raccolta archeologi dal cuore del Canada, della Norvegia e degli USA. Ciò che ne derivò fu una vera e propria campagna archeologica suddivisa in sette macro scavi, portati avanti dal 1961 al 1968 e condotti dalla stessa Stine.

Gli interni di una delle case del villaggio vichingo Anse Aux Meadows

Nel corso di questi scavi furono portate alla luce non solo le abitazioni, ma anche oggetti e reperti d’uso comune. Proprio questi reperti, datati intorno all’anno 1000, furono la prova decisiva che rende ancora oggi l’Anse aux Meadows l’unico sito comprovato di stampo vichingo in Canada e nel Nord America, lontano dalla Groenlandia, oltre che l’unica traccia di un vero e proprio contatto transoceanico e precolombiano dei vichinghi con le Americhe.

Cosa si trova nell’Anse aux Meadows?

Visitabile in ogni momento dell’anno, l’Anse aux Meadows è davvero bellissimo da vedere. Si tratta di un villaggio completo, costituito da otto case costruite con torba e legno, adibite a diversi usi. Nello specifico, sono state rinvenute tre abitazioni, quindi strutture a uso domestico al cui interno si possono trovare aree per dormire e mangiare, una fucina dove veniva fuso e lavorato il metallo e quattro officine destinate alla vendita di ferro, alla lavorazione del legno e, con buone probabilità, alla vendita di capi e beni di prima necessità.

Groenlandia, una delle case dell'Anse Aux Meadows

Non è escluso che una delle tre abitazioni fosse, in realtà, un punto d’appoggio (una sorta di locanda) dove potevano riposarsi i viaggiatori vichinghi. Di base, l’intero villaggio sembra un punto di passaggio per gli esploratori norreni, una sorta di area intermedia dove ristorarsi prima di riprendere i loro lunghi viaggi. Com’è, come non è, resta un posto imperdibile da vedere e da conoscere, una vera pietra miliare della storia dell’umanità.

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Il fascino del Sud della Francia conquista i vip

Star di Hollywood, influencer e persino teste coronate. Il Sud della Francia da secoli attira il bel mondo e quest’estate non è da meno. Sono stati avvistati sulla Promenade des Anglais a Nizza, sulle splendide spiagge di Pampelonne, tra i vicoli dei piccoli borghi arroccati sulle alture della Costa Azzurra e nelle boutique del lusso.

Sì, perché, prima di partire per le lunghe vacanze estive, una tappa sulla Côte non può mancare e ci si dà tutti appuntamento qui. Complice anche il Gran Premio di Formula Uno di Francia, che è tornato a svolgersi da qualche anno nel rinnovato circuito Paul Ricard di Le Castellet, nell’entroterra del Var, che da giorni si prepara ad accogliere sportivi ma, come al solito, anche tante celebrity.

Le vip nostrane a St Tropez

La prima a sbarcare da queste parti qualche giorno fa è stata Chiara Ferragni, ospite a St Tropez di un mega evento organizzato dal brand di moda Miu Miu. Con lei anche altre influencer che hanno animato la spiaggia di Ramatuelle.

Poi è arrivata anche Melissa Satta. A bordo di un elicottero, è atterrata a St Trop e si è rilassata all’ombra dei freschi canneti che portano direttamente in spiaggia e nei lussuosi locali pieds dans l’eau.

Gli ospiti fissi della Riviera francese

Ma il Sud della Francia è anche la meta delle vacanze di personaggi famosi e di reali, tra chi possiede una villa sulla costa e chi fa tappa regolarmente.

Tra gli ospiti fissi ci sono Elton John, che possiede una splendida proprietà sulle alture di Nizza, talmente grande da vedersi chiaramente anche solo passeggiando sulla Prom e per questo dai locali è stato soprannominato “King of the Hill”, “Re della collina”. La villa d’epoca color canarino si trova su Mont Boron, la zona più lussuosa della città.

Chi frequenta la Costa Azzurra durante tutto l’anno si è sicuramente imbattuto in Bono Vox, frontman degli U2, che ha una sontuosa villa sul lungomare di Eze. Lo s’incontra un po’ ovunque, in una pizzeria al porto di Beaulieu-sur-Mer o in un locale di Antibes o sulla spiaggia di St Tropez o ancora in bicicletta lungo la Corniche.

Gli habitué della Costa Azzurra

Ma c’è chi ama frequentare il Sud della Francia quando arriva la bella stagione e la lista delle celeb sarebbe infinita. Basti sapere che tra gli habitué ci sono il principe Harry e la moglie Meghan (Markle), avvistati ogni estate in quel di Nizza. Poi c’è la regina del pop, Madonna, che ama scorrazzare in barca lungo la costa e, quando viene in Europa, fa la spola tra la Costa Azzurra e il nostro Salento.

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Tre Paesi in un solo viaggio. Destinazione: Lago di Costanza

Non è il solito viaggio ma, proprio per questo, è unico. Quello che vi proponiamo comprende ben tre viaggi in uno, lungo un itinerario che attraversa tre Paesi, i quali hanno in comune uno dei luoghi più pittoreschi: il Lago di Costanza.

Si tratta di un’oasi verde nel cuore dell’Europa che unisce attorno a un unico specchio d’acqua Svizzera, Austria e Germania. Ogni luogo è a sé, con le sue caratteristiche peculiari e le sue bellezze tipiche, tutte da scoprire.

Il Lago di Costanza (o Bodensee) è il terzo bacino più grande del Vecchio Continente con quasi 300 chilometri di costa sulla quale s’affacciano cittadine dal fascino antico, tutte da scoprire. In un unico tour da fare in qualunque stagione dell’anno.

Il fascino di San Gallo, in Svizzera

La cittadina elvetica affacciata sul Lago di Costanza è un piccolo gioiello con un centro storico da scoprire a piedi e col naso all’insù che lascia senza parole. Impossibile non restare affascinati dai palazzi decorati e caratterizzati dai tipici “erker”, le finestre a sporto riccamente scolpite, simbolo di ricchezza delle famiglie a cui appartenevano. Molti oggi ospitano bistrot e ristoranti dove trascorrere piacevoli momenti di relax.

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Fonte: @Roland Gerth

Il fascino di San Gallo, in Svizzera, sul Lago di Costanza

Tanti sono i simboli per cui San Gallo è divenuta famosa in tutto il mondo. A partire dalla cattedrale Barocca con la sua celebre biblioteca, patrimonio mondiale dell’Unesco, dove sono conservati 170mila documenti, alcuni dei quali scritti a mano e risalenti addirittura a mille anni fa.

Nella biblioteca si trova la sala in stile Rococò più bella della Svizzera. Questa biblioteca, interamente rivestita di legno, piena di scomparti nascosti, ha ispirato Umberto Eco nella scrittura del suo celebre romanzo “Il nome della rosa“.

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Fonte: 123rf

Il centro storico di San Gallo

Ma San Gallo è anche la città dei merletti, grazie ai quali divenne famosa in tutto il mondo portando benessere a tutta la popolazione. Al pizzo San Gallo è dedicato un museo che merita una visita.

San Gallo, che si può raggiungere facilmente in treno dall’Italia, è il punto di partenza ideale per andare alla scoperta del Lago di Costanza. In treno, con il battello o, per i più sportivi, anche in bicicletta.

La storica Costanza, in Germania

Questa bellissima cittadina tedesca affacciata sul Lago di Costanza è una vera scoperta. Passeggiare sul lungolago sul quale s’affacciano bellissimi palazzi d’epoca è come fare un salto indietro nel tempo. Il suo porto turistico è un continuo via-vai di battelli pieni di turisti che vanno e che vengono.

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Fonte: 123rf

Vista sulla città di Costanza, in Germania

Uno dei simboli di Costanza è la grande statua di Imperia del controverso artista Peter Lenk all’entrata del porto. La scultura raffigura una famosa cortigiana italiana e rappresenta gli aspetti meno pii del Concilio di Costanza: i due uomini nudi che sorregge nelle mani rappresentano Papa Martino V e l’Imperatore Sigismondo, in carica durante il Concilio.


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Quando ci si addentra tra i vicoli e le piazze della Città Vecchia (Altstadt), con edifici antichi e fontane che ricordano il tempo del Concilio di Costanza del XV secolo, sembra di immergersi tra le pagine di un libro di fiabe.

Case a graticcio, campanili appuntiti, torri ed “erker” sulle facciate color pastello, talvolta dipinte a raccontare al turista moderno la storia delle famiglie e della città, giardini nascosti e cortili segreti.

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Fonte: SiViaggia – Ilaria Santi

La pittoresca Costanza

Il quartiere più pittoresco è quello tra la cattedrale Münster e il Reno, Niederburg (Basso castello). Qui gli edifici sono i più vecchi e le strade le più strette.

La zona attorno alla Marktstätte (la piazza del mercato) è invece la zona più viva e piena di locali all’aperto e anche il posto ideale dove fare un po’ di sano shopping.

Fonte: ©REGIO eV Achim Mende

Il bellissimo panorama del Lago di Costanza

Le isole di Reichenau e Mainau

Sul lungolago tedesco si trovano 27 città e cittadine (tra cui Bodman, che ha dato il nome al Lago di Costanza – Bodensee), ma anche alcune deliziose isole che meritano una visita.

Reichenau è l‘isola più grande, dichiarata Patrimonio Unesco, e regala un paesaggio idilliaco.

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Fonte: 123rf

I vigneti sull’isola di Reichenau, sul Lago di Costanza

È chiamata il giardino della Germania perché qui vengono coltivate piante da frutta, viti e verdure, tra le quali spiccano chiese romaniche, come quella dedicata a San Giorgio con i suoi preziosi affreschi, e splendide ville.

Per chi decide di visitare la zona del Lago di Costanza, imperdibile è l’isola di Mainau con le sue splendide fioriture nel parco e nei giardini: rose, dalie, tulipani, ogni mese ha la sua fioritura e ogni stagione ha il suo perché.

Il castello Barocco, la serra delle palme e la casa delle farfalle sono circondati da giardini all’italiana, viali di rose e di sequoie, terrazze fiorite e siepi dalle forme più insolite.

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Fonte: @Peter Allgaier

La splendida l’isola di Mainau sul Lago di Costanza

La splendida Bregenz, in Austria

Città di lago, a ridosso delle montagne, ma anche di grande arte e cultura, Bregenz ricorda ancora oggi le sue origini Romane. Basta guardare per terra per trovare la linea di demarcazione dell’antica Brigantium.

Ma la maggior parte delle tracce sono visibili nella “città alta”, la Oberstadt, sulle prime alture raggiungibile salendo una lunga scalinata. Passeggiare per le caratteristiche viuzze tranquille sulle quali s’affacciano le tipiche case a graticcio con vista sulle acque del lago costeggiate dalle antiche mura medievali è un piacere per gli occhi.

Per godere di una delle più belle viste del Lago di Costanza è sufficiente prendere la funivia che parte dalla città e che, in soli otto minuti, porta fin sul Monte Pfänder, a poco più di mille metri di quota. Imperdibile.

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Fonte: 123RF

Vista dal lago di Bregenz, in Austria

La parte bassa di Bregenz, il Kornmarktplatz, uno spazio urbano riprogettato con forme moderne, è famosa alcuni edifici iconici come l’avveniristica Kunsthaus, detta anche KUB, un cubo che ospita il museo di arte contemporanea o il Vorarlberg Museum, uno spazio espositivo dedicato alla storia della regione, la cui facciata è rivestita di bottiglie di platica riciclate, o ancora il porto – da dove partono i traghetti che fanno il giro del lago – completamente rimodernato di recente.

E, proprio sul lago, ogni estate viene allestito un imponente palcoscenico galleggiante – il più grande al mondo – che ospita il Festival di Bregenz, un rinomato appuntamento musicale tra i più spettacolari che si tiene sin dal 1946.

A calendario, opere di enorme richiamo come “Madama Butterfly” di Puccini, “La tempesta” di Shakespeare e tanti concerti.

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Fonte: 123rf

Il palco sull’acqua del Festival di Bregenz
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C’era una volta un’antica capitale

C’era una volta una città bella, ricca di storia e piena di bellezze da ammirare… Anzi, esiste ancora e il suo nome è Turku. L’antica capitale finlandese sorge alla foce del fiume Aurajoki. Si tratta di un luogo antico e magico, la sua nascita risale all’incirca al 1229. Nel corso dei secoli la bellezza della storia l’ha resa speciale, unica e assolutamente da visitare.

La città di Turku

Turku è la quinta città finlandese per popolazione e rappresenta la seconda maggiore area urbana del paese dopo l’area metropolitana di Helsinki. Insomma, non immaginatevi un piccolo borgo antico, stiamo parlando della vecchia capitale finlandese. Una città bilingue, in cui, insieme al finlandese, si parla anche lo svedese.

La storia di Turku

I primi insediamenti umani nella zona risalgono alla preistoria. Ma la tradizione fa risalire la fondazione al 1229 quando nei pressi dell’attuale centro città, venne fondato un insediamento cattolico. Nello stesso periodo iniziarono poi i lavori per la costruzione del castello e della chiesa che fu consacrata nel 1300. Per un lungo periodo Turku fu la capitale politica e il primario centro culturale del paese. Nel 1640 fu fondata l’università.

Un polo culturale, economico e centro religioso. L’antica città finlandese per secoli ha dominato l’intera regione. Infatti, fino al 1812 Turku fu la capitale della Finlandia, parte del regno di Svezia. Quando questo territorio fu conquistato dalla Russia, i russi spostarono la capitale a Helsinki dove è rimasta fino ad oggi.

Turku la vecchia capitale finlandese

Fonte: iStock

La bellissima Turku

Il declino della capitale

Nel 1827 la città venne devastata da un grande incendio che distrusse parte del centro. La ricostruzione iniziò l’anno successivo ad opera dell’architetto Carl Ludwig Engel che rinnovò il volto della città. Lo spostamento dell’università a Helsinki pose fine al periodo di splendore della città. Nel 1918 vi fu fondata l’università in lingua svedese, la Åbo Akademi e due anni dopo fu fondata l’università in lingua finlandese.

Oggi Turku è sede dell’Arcivescovado della Finlandia. La cattedrale, risalente al XIV secolo è uno dei tre edifici in muratura ancora esistenti. Il Castello di Turku, fondato nel XIII secolo, costruito su un’isola a guardia della foce del fiume, è stato, nel corso dei secoli, assimilato alla terraferma.

Il castello di Turku

Tappa immancabile di ogni viaggio a Turku è il castello, situato nei pressi del porto. Rappresenta uno degli edifici storici più importanti del Paese. Infatti, all’interno del castello si trova il museo storico che ripercorre le vicende dell’edificio e della città. Qui è possibile ricostruire l’importanza e dare un contesto a Turku, alle sue tradizioni e ai suoi costumi, con tutte le evoluzioni subite nei secoli.

Cosa visitare?

Oltre al castello, bisogna fare tappa alla chiesa ortodossa e alla Sinagoga Art Nouveau. Ma per vivere lo spirito della gente del posto, è essenziale esplorare il caratteristico Kauppahalli, il mercato coperto, diffuso in gran parte delle città finlandesi.

Anche i musei Aboa Vetus e Ars Nova sono delle vere chicche da visitare. Entrambi ospitati nello stesso edificio, l’Ars Nova è un museo di arte contemporanea mentre l’Aboa Vetus è il museo archeologico che ricomprende lo scavo di un insediamento risalente al XIV secolo.

Una città davvero incredibile, troppo spesso sottovalutata da turisti e viaggiatori, ma che merita assolutamente di essere esplorata.

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Questa nave sarà un parco dei divertimenti in mare aperto

Sarà varata a Natale e sarà il più bel regalo da scartare. La nuova super nave che solcherà i mari dal prossimo mese di dicembre sarà un parco dei divertimenti galleggiante.

Stiamo parlando della MSC Seascape, che offrirà ai passeggeri che viaggeranno a bordo ben 700 metri quadrati di spazio dedicato ai giochi e 98 ore di intrattenimento dal vivo in ogni crociera.

Edutainment per tutti

Tantissime le attività divertenti che si potranno svolgere a bordo della nuova Seascape. Prima di tutto ci sarà un gigantesco muro high tech, Break the Wall, che determinerà quali prove a sorpresa dovranno affrontare i passeggeri sul palco di fronte a una giuria composta dal pubblico. Sorprese e risate assicurate.

Sui ponti della nave si svilupperà l’Aquapark, con piscine e scivoli adrenalinici spettacolari.

Un gioco educativo, “Vikings”, insegnerà la storia dei Vichinghi, proponendo una sfida divertente e inedita in mare.

Un’esperienza ispirata alla serie web di MSC “Cabin 12006”, che combina musica, video, prove di TikTok, giochi di memoria e altro ancora mettere gli ospiti alla prova nella risoluzione di alcuni misteri a bordo della nave (“Cabin 12006 – The Secret Game).

Un gioco interattivo e digitale, Beat the Music, dedicato proprio alla musica che coinvolge tutta la famiglia farà incontrare i gusti musicali degli adulti con quelli dei figli e viceversa. Ci saranno eliminazioni e soprattutto premi.

Spazi per i teenager

Oltre alla famosissima Formula Racer che si trova già a bordo di altre navi di MSC, sulla Seascape ci saranno tre spazi di divertimento riservati ai teenager: il primo sarà incentrato sul “Futuro” con un’area tecnologica dotata di console di ultima generazione, realtà virtuale e schermi. L’area “Chill Out” offrirà un luogo in cui parlare, scambiarsi i contatti sui social e sfidarsi a partite di ping-pong e foozeball. Il terzo spazio sarà dedicato alla musica, con una discoteca fatta di luci e di effetti sonori dove i ragazzi potranno scegliere la propria musica da ascoltare fino a tarda notte.

Una sala Teens Club interamente dedicata agli adolescenti offrirà diversi strumenti per l’intrattenimento, tra cui PlayStation5, Xbox X Series, Nintendo Switch, biliardino, VR, ping-pong e biliardo.

Ogni settimana, i ragazzi saranno protagonisti di un vero e proprio “Late Show” in diretta dal Teens Club che si concentrerà su tendenze, classifiche musicali, guest star, le serie Tv più amate, giochi e premi.

I ragazzi tra i 10 e i 17 anni saranno coinvolti anche in una competizione a squadre per vincere il titolo di dance crew dell’anno.

Per i più piccoli

Per i bambini a bordo ci saranno due ambienti Lego: Lego Duplo per i bimbi dai 3 ai 6 anni e un’altra per i ragazzi dai 7 agli 11 anni, che avranno l’opportunità di ottenere un certificato per diventare Master Builder Lego.

I più piccoli saranno anche coinvolti dalla MSC Foundation in progetti sulla conservazione dell’ambiente marino, rendendoli protagonisti di attività dedicate a migliorare il mondo.

Inoltre, tutte le cabine che ospitano dei bambini e degli adolescenti includeranno una narrazione di viaggio trasmessa sotto forma di documentario, che immergerà genitori e figli in tutti i servizi e le attività che li attendono durante la crociera.

Come sarà fatta la Seascape

La Seascape sarà la seconda nave da crociera della classe Seaside EVO di MSC Crociere, un gioiello dal design innovativo e dal ridotto impatto ambientale.

La nave sarà in grado di ospitare fino a 5.877 passeggeri che alloggeranno in 2.270 cabine (divise in 12 diverse tipologie), 11 punti di ristoro e 19 tra bar e lounge sia all’aperto (per 13mila metri quadrati) sia nelle aree interne.

Sei le piscine per gli ospiti, tra cui l’incredibile piscina di poppa con una vista mozzafiato sull’oceano. Come lascia intendere il nome, infatti, la nave è un vero omaggio al panorama marino. Ci sarà anche una lunga passeggiata esterna di 540 metri.

Anche lo Yacht Club, il più grande e lussuoso dell’intera flotta MSC con i suoi quasi 3mila metri quadrati, avrà un affaccio meraviglioso sull’oceano dal ponte di prua della nave. E, per vivere un’emozione romantica, ci sarà il Ponte dei Sospiri con il pavimento di vetro.

Una nave super green

La Seascape sarà anche un modello d’avanguardia, con l’adozione di numerosi strumenti per ridurre al minimo l’impatto ambientale. la nave adotterà sistemi di riduzione catalitica selettiva, nonché un sistema avanzato di trattamento delle acque reflue per proteggere la vita marina.

L’ammiraglia sarà persino dotata di uno strumento per la gestione del rumore irradiato sott’acqua, così da diminuire i possibili effetti sui mammiferi marini. In ottica di risparmio energetico, inoltre, la compagnia di navigazione ha introdotto per la nuova ammiraglia tutta una serie di innovazioni che le garantiscono una maggiore efficienza.

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Esiste una scala che ti porta verso il nulla: è spettacolare

Immaginate di trovarvi in un luogo sospeso tra il cielo e la terra: davanti a voi l’azzurro più vivido che bacia delicatamente montagne ricche di verde, sotto di voi il vuoto che, pur facendo paura è talmente bello da farvi quasi sentire in volo. Ecco, se siete riusciti a immaginare tutto questo avrete un’idea di cosa significa trovarsi sulla scala che porta verso il nulla.

Per chi non lo sapesse si tratta della Stairway to Nothingness, uno dei luoghi turistici che più attrae appassionati di escursioni e, perché no, del brivido: la sensazione di vertigine che si prova percorrendola, infatti, è fortissima anche per coloro che sono abituati alle esperienze più adrenaliniche.

La Stairway to Nothingness: il brivido del vuoto

La Stairway to Nothingness si trova tra i monti Monti del Dachstein, in Austria. Quest’angolo di terra è uno dei più belli tra le Alpi del Salzkammergut e dell’Alta Austria: basti sapere, per intenderci, che il massiccio del Dachstein è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, insieme al comune di Hallstatt e alla regione lacustre del Salzkammergut.

Proprio per dare modo agli appassionati di ammirare uno spaccato inedito di questo luogo così incantevole, è stata realizzata, diversi anni fa, una via ferrata che permette di attraversare diverse parti dei Monti. Tuttavia, ad aumentare l’attrattiva turistica, è stata proprio la Stairway to Nothingness, inaugurata nel 2013.

Stairway to Nothingness, la scalinata sospesa nel vuoto

D’altronde, questa costruzione è stata ideata con uno scopo preciso: far sì che in ogni momento dell’anno, con il sole e con la neve, le persone arrivate tra i monti potessero godere di una vista privilegiata, un tempo riservata solo ai più provetti scalatori.

Una scala verso il vuoto per gli amanti della vertigine

Naturalmente, la Stairway to Nothingness è stata realizzata con grande attenzione e le sue opere di manutenzione sono praticamente costanti. È il prolungamento di un suggestivo Ponte Sospeso e, nel complesso, per costruire sia il ponte che la scala, sono state utilizzate 63 tonnellate di acciaio e cemento.

Sempre d’acciaio sono le funi, spesse 58 millimetri, che fungono da “pavimento” e garantiscono resistenza. In tutto, la Stairway to Nothingness pesa 5 tonnellate, escluse le lastre di vetro temperato e infrangibile che la completano e che permettono ai turisti di appoggiarsi in tutta sicurezza.

La Stairway to Nothingness in Austria

Il ponte sospeso che porta alla Stairway to Nothingness si snoda attorno alla catena montuosa del Dachstein. La scala e il ponte sono tutt’oggi il punto di osservazione più alto in Austria e rappresentano una meta imperdibile per chi vuole vivere un’esperienza davvero mozzafiato.

Restare sospesi tra cielo e terra sulla Stairway to Nothingness

Andando alle descrizioni più “pratiche”, Stairway to Nothingness è formata da una piattaforma ottagonale e da una scalinata composta da 14 gradini. Può ospitare, contemporaneamente, non più di quattro persone ed è sospesa a un’altezza di 400 metri.

Una scalinata verso il nulla: la Stairway to Nothingness in Austria

Non esiste un momento ideale per visitarla, anche se il maggior numero di visite si attesta tra maggio e settembre: da ottobre in poi, infatti, le condizioni meteorologiche potrebbero essere avverse e potrebbe esserci della nebbia che annullerebbe la bellezza del panorama.

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Perché questo Paese ha conquistato il cuore dei nomadi digitali

È diventata una delle mete d’elezione per i nomadi digitali, che accorrono da ogni parte d’Europa (e del mondo) per stabilirsi nelle sue città: stiamo parlando dell’Estonia, che in base a recenti classifiche à anche uno dei Paesi in cui le aziende investono di più proprio per lo smart working.

Connessioni veloci, paesaggi straordinari, agevolazioni fiscali, ma anche e soprattutto un’atmosfera rilassante che sembrerebbe aumentare la produttività: l’Estonia sta diventando un porto sicuro per chi lavora da remoto e vuole trovarsi in un luogo tanto all’avanguardia quanto dal retrogusto magico.

Estonia: le città d’elezione per i nomadi digitali

Una delle città estoni più amate dai nomadi digitali, secondo Forbes, è Tallinn. E, a dire la verità, non c’è granché da stupirsi: la capitale dell’Estonia coniuga spaccati iper-tecnologici e moderni a un fascino antico, grazie all’incontro dei distretti finanziari/professionali con le strade pittoresche dell’Old Town.

Si tratta di una città viva, cuore pulsante del Paese, che, peraltro, si distingue anche per i prezzi non troppo alti. Tallinn offre sistemazioni low cost e anche le spese legate ai servizi sono più che contenute: un quadro che fa sicuramente gola a chi lavora da remoto.

Estonia, le strade di Tallin: una delle città più amate dai nomadi digitali

Non da meno, però, sono le altre città del Paese: Tartu, per esempio, attira gli smartworker appassionati di cultura, dall’animo intellettuale e più chic, mentre Narva, essendo molto piccola rispetto ad altre città del globo (conta solo 65.886 abitanti) è la meta per gli eremiti digitali, che pur lavorando online vogliono mantenere uno stile di vita più ritirato e tranquillo.

Lo smart working in Estonia

Il punto in comune di tutte queste città rimane la profonda bellezza dei luoghi e il fatto che in tutto il Paese esistono delle vere e proprie norme che regolano il visto per i nomadi digitali, fornendo loro tutto ciò di cui hanno bisogno in fatto di servizi e assistenza.

Una panoramica di Tallin, città in Estonia gettonata dai nomadi digitali

Non è tutto qui, ovviamente: l’Estonia è amatissima dai nomadi digitali anche per gli ampi spazi di co-working che, specie nella Capitale, hanno costi ridotti (una postazione dotata di tutti i comfort ha dei prezzi molto contenuti rispetto alla media europea) e sono diffusi in tutti i distretti, dando così la possibilità sia di lavorare con panorami hi-tech che con vista sulle bellezze storiche di ogni città.

Lavorare da remoto in Estonia

Per di più, in tutta l’Estonia sono stati lanciati dei programmi che soddisfano sia i freelance che gli imprenditori: si va dal permesso di residenza elettronica (che dà accesso ai servizi del governo senza fornire i diritti di residenza) fino a veri e propri documenti temporanei di cittadinanza che offrono servizi pari ai cittadini estoni e completo supporto ai professionisti e alle imprese.

Tallin: una panoramica della città più amata dai nomadi digitali

Infine, un’altra delle ragioni per cui l’Estonia è gettonatissima dai nomadi digitali sono i continui miglioramenti atti a rendere più fluide le amministrazioni delle aziende da remoto, con grande efficienza. Il Paese si propone davvero come un terreno “digitalmente fertile”, dove ogni smartworker può pensare non solo di lavorare come libero professionista ma anche di aprire un proprio business. Un vero sogno per tutti coloro che hanno fatto del web la loro fonte di guadagno.

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Il nuovo obiettivo dell’Europa: treni veloci che sostituiscono aerei

Il futuro dell’Europa vedrà, molto probabilmente, un ampio numero di treni veloci che sostituiranno gli aerei. A prospettarlo sono i leader del settore ferroviario del vecchio continente che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per uno studio sui “Servizi ad alta velocità intelligenti e convenienti nell’Unione europea” a cui hanno preso parte la Community of European Railway and Infrastructure Companies (Cer), la Alliance of Passenger Rail New Entrants in Europe (Allrail), la European Rail Supply Industry (Unife) e la European Rail Joint Undertaking (Eu-Rail).

L’obiettivo nel dettaglio

L’obiettivo sarebbe quello di raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030, per poi triplicarlo entro il 2050. Un modo per avere una vera e propria alternativa all’aereo: una rete ferroviaria smart che colleghi in poche ore di viaggio le capitali e le principali città del nostro continente.

Questo studio, quindi, vuole raggiungere lo scopo di promuovere una trasformazione radicale del sistema ferroviario in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, compreso il raggiungimento di una rete di trasporto transeuropea (TEN-T) pienamente operativa, multimodale, sostenibile e intelligente entro il 2050.

La buona notizia è che non è una missione impossibile per il nostro continente. L’Europa, infatti, già dispone di migliaia di chilometri di ferrovia ad alta velocità. La vera sfida di questo progetto riguarderà il trovare un accordo su quali percorsi privilegiare, quali città collegare e quali invece escludere, così come fissare degli standard comuni e decidere come dividere i costi tra i diversi operatori nazionali ed enti che saranno coinvolti.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Come riportato dal Corriere della Sera Alberto Mazzola, direttore esecutivo di Cer ha sottolineato: “Sebbene molto sia stato ottenuto finora con storie di successo nazionali che collegano tra l’altro Parigi-Lione, Milano-Roma, Barcellona-Madrid e Berlino-Monaco di Baviera, molto di più è necessario se vogliamo rispettare gli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e della mobilità intelligente e sostenibile: raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030 e triplicarlo entro il 2050“.

Ma non solo. Philippe Citroën, direttore generale di Unife, ha aggiunto: “L’alta velocità ferroviaria ha un ruolo essenziale da svolgere nella decarbonizzazione e nella trasformazione digitale dell’intero sistema di trasporto europeo. Dimostrando i grandi vantaggi di una rete ferroviaria europea ad alta velocità, lo studio contribuirà al raggiungimento della Strategia per la Mobilità Sostenibile e Intelligente“.

Mentre Carlo Borghini, direttore esecutivo di European Rail Joint Undertaking, ha dichiarato:”Non vediamo l’ora di iniziare le prime attività di ricerca e di presentare i primi risultati entro la fine di quest’anno, che contribuiranno a realizzare questa rete integrata ad alta velocità“.

Torino-Lione e Rail Baltica: la partership

Nell’incantevole cornice di Lione è stata siglata anche una partnership tra i promotori delle ferrovie Torino-Lione e Rail Baltica, un progetto di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità che si divide tra Estonia, Lettonia e Lituania. L’obiettivo, in questo caso, è quello colmare l’anello mancante tra la Finlandia a nord e la Polonia a sud.

Nel dettaglio: l’accordo si occupa di temi ambientali, della sicurezza sul lavoro e delle buone pratiche nella realizzazione di progetti multimodali su larga scala e nell’operatività ferroviaria. Insomma, il futuro dell’Europa è sempre più indirizzato all’uso principale del treno, mezzo di trasporto che presenta diversi e interessanti vantaggi di cui vi avevamo già parlato.

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Una scoperta sensazionale nei nostri fondali marini

Sotto il mare si nascondono ancora oggi incredibili segreti. Senza andare molto lontano, al largo delle nostre coste è appena stata fatta un’eccezionale scoperta che potrebbe riscrivere la storia.

E, come spesso accade, la scoperta è assolutamente casuale ed è avvenuta nel corso di un’operazione di routine.

L’antico relitto

I Carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Udine stavano, infatti, monitorando un vasto specchio d’acqua alla Foce del Timavo quando si sono accorti che sui fondali c’era qualcosa di inaspettato.

Nei pressi dell’isola di Pampagnola, vicino alla nota località di villeggiatura di Grado, hanno così individuato un’imbarcazione di epoca romana di cui nulla si sapeva finora, ma si è subito capito che si trattava di una scoperta di eccezionale importanza storica.

Il relitto era in buona parte nascosto dalla sabbia dei fondali del Mar Adriatico a una profondità di circa 5 metri. La porzione dell’imbarcazione visibile finora è lunga all’incirca 12 metri, ma si stima misuri almeno il doppio.

Nei pressi dell’antica barca, presso il Canale delle Mee di Grado, lo storico ingresso al porto fluviale di Aquileia, che all’epoca era la quarta città dell’Impero Romano, sono state rinvenute anche due anfore risalenti al I secolo a.C. e porzioni di anfore e brocche risalenti al II-III secolo d.C..

Le altre scoperte nella zona

Il luogo dove è stata fatta la scoperta non è nuovo a incredibili ritrovamenti. Nel 2000, era stato fatto un altro ritrovamento, quello di un vascello denominato “Grado 2“, naufragato nel III secolo a.C., prima ancora della fondazione della città di Aquileia. Il relitto si trovava a una ventina di metri sotto il livello del mare.

Questa era infatti una rotta commerciale molto battuta, in quanto collegava l’attuale Friuli-Venezia Giulia con il resto d’Italia e il mondo ellenico.

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È la patria mondiale del golf, ma è anche una città sorprendente

Sì, è vero, molti la conoscono come patria mondiale del golf. E d’altronde, non si può parlare di St. Andrews in Scozia senza pensare a questo sport: proprio qui è stato, infatti, fondato il Royal and Ancient Golf Club uno dei più antichi e prestigiosi golf club del mondo, nato nel 1754 e poi ribattezzato “Casa del Golf” per il suo essere divenuto un punto di riferimento globale per gli appassionati.

Sempre a St. Andrews, ogni due anni, si tiene il famoso British Open in uno dei sette campi della città. Insomma, il connubio è davvero inscindibile. Ma se vi dicessimo che c’è molto più di questo e che la città è anche un luogo sorprendente, magico, oltre che una delle destinazioni turistiche più amate in Scozia?

St. Andrews, tra storia e cultura

Non tutti lo sanno, ma St. Andrews è una città davvero antichissima. Pare che i primi abitanti si insediarono nei pressi della città scozzese tra il 10.000 e i 5.000 a.C. Stando agli studi e alle ricerche degli archeologici, il primo nome che ebbe fu quello di Muckross, poi cambianto in Cennrigmonaid e poi, ancora, in St. Andrews.

Di fatto, la storia di St. Andrews si è distinta per un’evoluzione in senso religioso: nel 906 d.C. divenne sede del vescovo di Alba e presto si trasformò nella capitale ecclesiastica della Scozia. Questo le diede una spinta in senso culturale, con diversi studiosi che si raccoglievano in preghiera e portavano avanti la vita intellettuale della città.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Con il passare del tempo, purtroppo, St. Andrews ha conosciuto diversi momenti di declino. Ciononostante, però, non ha perso il suo fascino. Merito, anche, delle costruzioni peculiari che la rendono un piccolo capolavoro affacciato sull’Atlantico.

Le rovine, il ponte e il fascino mistico di St. Andrews

Da non perdere sono, per esempio, le rovine della Cattedrale. L’edificio fu costruito nel 1158 ed era una chiesa cattolica, ma è poi caduta in disuso. Come mai? Perché proprio la religione cattolica fu messa al bando. Non solo, perché in ben due occasioni subì dei danni ingenti.

Prima una tempesta e poi un incendio hanno lasciato dei grossi segni. L’incuria e l’incedere del tempo hanno poi fatto il resto, fino a quando il sito divenne un’area protetta: oggi è sotto la tutela della Historic Environment Scotland. Accanto alla cattedrale si trova anche un cimitero, che contribuisce a dare al tutto un fascino particolare. Un altro luogo da non perdere è lo Swilcan Bridge, che si trova nel centro della città (precisamente nell’Old Course).

Isola di St Andrews in Scozia: patria del golf, ma non solo

Si tratta di un ponte di pietra, molto suggestivo e anche molto piccolo: è lungo 9 metri, largo 2 metri e alto 1 metro e mezzo. Fu costruito per aiutare i pastori a condurre il bestiame oltre lo Swilcan Burn, ma oggi si dice che attraversarlo e fotografarlo porti fortuna.

C’è da dire che il panorama aiuta: dal ponte, infatti, si può vedere il Royal and Ancient Golf Club, l’Hamilton Grand e le colline che si affacciano sul Mare del Nord. Davvero una cornice mozzafiato!

Parchi, natura e giardini

Ma non è tutto qui, perché St. Andrews è anche una città universitaria e un luogo dove la natura è tenuta in grande considerazione. Un altro luogo da vedere, davvero incantevole, per esempio, è il Giardino Botanico dell’Università, situato a sud della città.

Il Giardino Botanico è una riserva che tutela numerose specie di piante: nello specifico, c’è una collezione di circa 8.000 diverse specie di piante esotiche e autoctone. Al suo interno, inoltre, si può trovare una deliziosa sala da tè e una casa delle farfalle.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Infine, da non perdere è il Castello. Come la Cattedrale è in rovina e la sua storia è lunghissima: nacque come palazzo vescovile, ma poi divenne una dimora nobiliare e subì moltissimi assedi. A un certo punto fu persino convertito in prigione, per via della sua imponenza e sicurezza.