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C’era una volta un’antica capitale

C’era una volta una città bella, ricca di storia e piena di bellezze da ammirare… Anzi, esiste ancora e il suo nome è Turku. L’antica capitale finlandese sorge alla foce del fiume Aurajoki. Si tratta di un luogo antico e magico, la sua nascita risale all’incirca al 1229. Nel corso dei secoli la bellezza della storia l’ha resa speciale, unica e assolutamente da visitare.

La città di Turku

Turku è la quinta città finlandese per popolazione e rappresenta la seconda maggiore area urbana del paese dopo l’area metropolitana di Helsinki. Insomma, non immaginatevi un piccolo borgo antico, stiamo parlando della vecchia capitale finlandese. Una città bilingue, in cui, insieme al finlandese, si parla anche lo svedese.

La storia di Turku

I primi insediamenti umani nella zona risalgono alla preistoria. Ma la tradizione fa risalire la fondazione al 1229 quando nei pressi dell’attuale centro città, venne fondato un insediamento cattolico. Nello stesso periodo iniziarono poi i lavori per la costruzione del castello e della chiesa che fu consacrata nel 1300. Per un lungo periodo Turku fu la capitale politica e il primario centro culturale del paese. Nel 1640 fu fondata l’università.

Un polo culturale, economico e centro religioso. L’antica città finlandese per secoli ha dominato l’intera regione. Infatti, fino al 1812 Turku fu la capitale della Finlandia, parte del regno di Svezia. Quando questo territorio fu conquistato dalla Russia, i russi spostarono la capitale a Helsinki dove è rimasta fino ad oggi.

Turku la vecchia capitale finlandese

Fonte: iStock

La bellissima Turku

Il declino della capitale

Nel 1827 la città venne devastata da un grande incendio che distrusse parte del centro. La ricostruzione iniziò l’anno successivo ad opera dell’architetto Carl Ludwig Engel che rinnovò il volto della città. Lo spostamento dell’università a Helsinki pose fine al periodo di splendore della città. Nel 1918 vi fu fondata l’università in lingua svedese, la Åbo Akademi e due anni dopo fu fondata l’università in lingua finlandese.

Oggi Turku è sede dell’Arcivescovado della Finlandia. La cattedrale, risalente al XIV secolo è uno dei tre edifici in muratura ancora esistenti. Il Castello di Turku, fondato nel XIII secolo, costruito su un’isola a guardia della foce del fiume, è stato, nel corso dei secoli, assimilato alla terraferma.

Il castello di Turku

Tappa immancabile di ogni viaggio a Turku è il castello, situato nei pressi del porto. Rappresenta uno degli edifici storici più importanti del Paese. Infatti, all’interno del castello si trova il museo storico che ripercorre le vicende dell’edificio e della città. Qui è possibile ricostruire l’importanza e dare un contesto a Turku, alle sue tradizioni e ai suoi costumi, con tutte le evoluzioni subite nei secoli.

Cosa visitare?

Oltre al castello, bisogna fare tappa alla chiesa ortodossa e alla Sinagoga Art Nouveau. Ma per vivere lo spirito della gente del posto, è essenziale esplorare il caratteristico Kauppahalli, il mercato coperto, diffuso in gran parte delle città finlandesi.

Anche i musei Aboa Vetus e Ars Nova sono delle vere chicche da visitare. Entrambi ospitati nello stesso edificio, l’Ars Nova è un museo di arte contemporanea mentre l’Aboa Vetus è il museo archeologico che ricomprende lo scavo di un insediamento risalente al XIV secolo.

Una città davvero incredibile, troppo spesso sottovalutata da turisti e viaggiatori, ma che merita assolutamente di essere esplorata.

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Questa nave sarà un parco dei divertimenti in mare aperto

Sarà varata a Natale e sarà il più bel regalo da scartare. La nuova super nave che solcherà i mari dal prossimo mese di dicembre sarà un parco dei divertimenti galleggiante.

Stiamo parlando della MSC Seascape, che offrirà ai passeggeri che viaggeranno a bordo ben 700 metri quadrati di spazio dedicato ai giochi e 98 ore di intrattenimento dal vivo in ogni crociera.

Edutainment per tutti

Tantissime le attività divertenti che si potranno svolgere a bordo della nuova Seascape. Prima di tutto ci sarà un gigantesco muro high tech, Break the Wall, che determinerà quali prove a sorpresa dovranno affrontare i passeggeri sul palco di fronte a una giuria composta dal pubblico. Sorprese e risate assicurate.

Sui ponti della nave si svilupperà l’Aquapark, con piscine e scivoli adrenalinici spettacolari.

Un gioco educativo, “Vikings”, insegnerà la storia dei Vichinghi, proponendo una sfida divertente e inedita in mare.

Un’esperienza ispirata alla serie web di MSC “Cabin 12006”, che combina musica, video, prove di TikTok, giochi di memoria e altro ancora mettere gli ospiti alla prova nella risoluzione di alcuni misteri a bordo della nave (“Cabin 12006 – The Secret Game).

Un gioco interattivo e digitale, Beat the Music, dedicato proprio alla musica che coinvolge tutta la famiglia farà incontrare i gusti musicali degli adulti con quelli dei figli e viceversa. Ci saranno eliminazioni e soprattutto premi.

Spazi per i teenager

Oltre alla famosissima Formula Racer che si trova già a bordo di altre navi di MSC, sulla Seascape ci saranno tre spazi di divertimento riservati ai teenager: il primo sarà incentrato sul “Futuro” con un’area tecnologica dotata di console di ultima generazione, realtà virtuale e schermi. L’area “Chill Out” offrirà un luogo in cui parlare, scambiarsi i contatti sui social e sfidarsi a partite di ping-pong e foozeball. Il terzo spazio sarà dedicato alla musica, con una discoteca fatta di luci e di effetti sonori dove i ragazzi potranno scegliere la propria musica da ascoltare fino a tarda notte.

Una sala Teens Club interamente dedicata agli adolescenti offrirà diversi strumenti per l’intrattenimento, tra cui PlayStation5, Xbox X Series, Nintendo Switch, biliardino, VR, ping-pong e biliardo.

Ogni settimana, i ragazzi saranno protagonisti di un vero e proprio “Late Show” in diretta dal Teens Club che si concentrerà su tendenze, classifiche musicali, guest star, le serie Tv più amate, giochi e premi.

I ragazzi tra i 10 e i 17 anni saranno coinvolti anche in una competizione a squadre per vincere il titolo di dance crew dell’anno.

Per i più piccoli

Per i bambini a bordo ci saranno due ambienti Lego: Lego Duplo per i bimbi dai 3 ai 6 anni e un’altra per i ragazzi dai 7 agli 11 anni, che avranno l’opportunità di ottenere un certificato per diventare Master Builder Lego.

I più piccoli saranno anche coinvolti dalla MSC Foundation in progetti sulla conservazione dell’ambiente marino, rendendoli protagonisti di attività dedicate a migliorare il mondo.

Inoltre, tutte le cabine che ospitano dei bambini e degli adolescenti includeranno una narrazione di viaggio trasmessa sotto forma di documentario, che immergerà genitori e figli in tutti i servizi e le attività che li attendono durante la crociera.

Come sarà fatta la Seascape

La Seascape sarà la seconda nave da crociera della classe Seaside EVO di MSC Crociere, un gioiello dal design innovativo e dal ridotto impatto ambientale.

La nave sarà in grado di ospitare fino a 5.877 passeggeri che alloggeranno in 2.270 cabine (divise in 12 diverse tipologie), 11 punti di ristoro e 19 tra bar e lounge sia all’aperto (per 13mila metri quadrati) sia nelle aree interne.

Sei le piscine per gli ospiti, tra cui l’incredibile piscina di poppa con una vista mozzafiato sull’oceano. Come lascia intendere il nome, infatti, la nave è un vero omaggio al panorama marino. Ci sarà anche una lunga passeggiata esterna di 540 metri.

Anche lo Yacht Club, il più grande e lussuoso dell’intera flotta MSC con i suoi quasi 3mila metri quadrati, avrà un affaccio meraviglioso sull’oceano dal ponte di prua della nave. E, per vivere un’emozione romantica, ci sarà il Ponte dei Sospiri con il pavimento di vetro.

Una nave super green

La Seascape sarà anche un modello d’avanguardia, con l’adozione di numerosi strumenti per ridurre al minimo l’impatto ambientale. la nave adotterà sistemi di riduzione catalitica selettiva, nonché un sistema avanzato di trattamento delle acque reflue per proteggere la vita marina.

L’ammiraglia sarà persino dotata di uno strumento per la gestione del rumore irradiato sott’acqua, così da diminuire i possibili effetti sui mammiferi marini. In ottica di risparmio energetico, inoltre, la compagnia di navigazione ha introdotto per la nuova ammiraglia tutta una serie di innovazioni che le garantiscono una maggiore efficienza.

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Esiste una scala che ti porta verso il nulla: è spettacolare

Immaginate di trovarvi in un luogo sospeso tra il cielo e la terra: davanti a voi l’azzurro più vivido che bacia delicatamente montagne ricche di verde, sotto di voi il vuoto che, pur facendo paura è talmente bello da farvi quasi sentire in volo. Ecco, se siete riusciti a immaginare tutto questo avrete un’idea di cosa significa trovarsi sulla scala che porta verso il nulla.

Per chi non lo sapesse si tratta della Stairway to Nothingness, uno dei luoghi turistici che più attrae appassionati di escursioni e, perché no, del brivido: la sensazione di vertigine che si prova percorrendola, infatti, è fortissima anche per coloro che sono abituati alle esperienze più adrenaliniche.

La Stairway to Nothingness: il brivido del vuoto

La Stairway to Nothingness si trova tra i monti Monti del Dachstein, in Austria. Quest’angolo di terra è uno dei più belli tra le Alpi del Salzkammergut e dell’Alta Austria: basti sapere, per intenderci, che il massiccio del Dachstein è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, insieme al comune di Hallstatt e alla regione lacustre del Salzkammergut.

Proprio per dare modo agli appassionati di ammirare uno spaccato inedito di questo luogo così incantevole, è stata realizzata, diversi anni fa, una via ferrata che permette di attraversare diverse parti dei Monti. Tuttavia, ad aumentare l’attrattiva turistica, è stata proprio la Stairway to Nothingness, inaugurata nel 2013.

Stairway to Nothingness, la scalinata sospesa nel vuoto

D’altronde, questa costruzione è stata ideata con uno scopo preciso: far sì che in ogni momento dell’anno, con il sole e con la neve, le persone arrivate tra i monti potessero godere di una vista privilegiata, un tempo riservata solo ai più provetti scalatori.

Una scala verso il vuoto per gli amanti della vertigine

Naturalmente, la Stairway to Nothingness è stata realizzata con grande attenzione e le sue opere di manutenzione sono praticamente costanti. È il prolungamento di un suggestivo Ponte Sospeso e, nel complesso, per costruire sia il ponte che la scala, sono state utilizzate 63 tonnellate di acciaio e cemento.

Sempre d’acciaio sono le funi, spesse 58 millimetri, che fungono da “pavimento” e garantiscono resistenza. In tutto, la Stairway to Nothingness pesa 5 tonnellate, escluse le lastre di vetro temperato e infrangibile che la completano e che permettono ai turisti di appoggiarsi in tutta sicurezza.

La Stairway to Nothingness in Austria

Il ponte sospeso che porta alla Stairway to Nothingness si snoda attorno alla catena montuosa del Dachstein. La scala e il ponte sono tutt’oggi il punto di osservazione più alto in Austria e rappresentano una meta imperdibile per chi vuole vivere un’esperienza davvero mozzafiato.

Restare sospesi tra cielo e terra sulla Stairway to Nothingness

Andando alle descrizioni più “pratiche”, Stairway to Nothingness è formata da una piattaforma ottagonale e da una scalinata composta da 14 gradini. Può ospitare, contemporaneamente, non più di quattro persone ed è sospesa a un’altezza di 400 metri.

Una scalinata verso il nulla: la Stairway to Nothingness in Austria

Non esiste un momento ideale per visitarla, anche se il maggior numero di visite si attesta tra maggio e settembre: da ottobre in poi, infatti, le condizioni meteorologiche potrebbero essere avverse e potrebbe esserci della nebbia che annullerebbe la bellezza del panorama.

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Perché questo Paese ha conquistato il cuore dei nomadi digitali

È diventata una delle mete d’elezione per i nomadi digitali, che accorrono da ogni parte d’Europa (e del mondo) per stabilirsi nelle sue città: stiamo parlando dell’Estonia, che in base a recenti classifiche à anche uno dei Paesi in cui le aziende investono di più proprio per lo smart working.

Connessioni veloci, paesaggi straordinari, agevolazioni fiscali, ma anche e soprattutto un’atmosfera rilassante che sembrerebbe aumentare la produttività: l’Estonia sta diventando un porto sicuro per chi lavora da remoto e vuole trovarsi in un luogo tanto all’avanguardia quanto dal retrogusto magico.

Estonia: le città d’elezione per i nomadi digitali

Una delle città estoni più amate dai nomadi digitali, secondo Forbes, è Tallinn. E, a dire la verità, non c’è granché da stupirsi: la capitale dell’Estonia coniuga spaccati iper-tecnologici e moderni a un fascino antico, grazie all’incontro dei distretti finanziari/professionali con le strade pittoresche dell’Old Town.

Si tratta di una città viva, cuore pulsante del Paese, che, peraltro, si distingue anche per i prezzi non troppo alti. Tallinn offre sistemazioni low cost e anche le spese legate ai servizi sono più che contenute: un quadro che fa sicuramente gola a chi lavora da remoto.

Estonia, le strade di Tallin: una delle città più amate dai nomadi digitali

Non da meno, però, sono le altre città del Paese: Tartu, per esempio, attira gli smartworker appassionati di cultura, dall’animo intellettuale e più chic, mentre Narva, essendo molto piccola rispetto ad altre città del globo (conta solo 65.886 abitanti) è la meta per gli eremiti digitali, che pur lavorando online vogliono mantenere uno stile di vita più ritirato e tranquillo.

Lo smart working in Estonia

Il punto in comune di tutte queste città rimane la profonda bellezza dei luoghi e il fatto che in tutto il Paese esistono delle vere e proprie norme che regolano il visto per i nomadi digitali, fornendo loro tutto ciò di cui hanno bisogno in fatto di servizi e assistenza.

Una panoramica di Tallin, città in Estonia gettonata dai nomadi digitali

Non è tutto qui, ovviamente: l’Estonia è amatissima dai nomadi digitali anche per gli ampi spazi di co-working che, specie nella Capitale, hanno costi ridotti (una postazione dotata di tutti i comfort ha dei prezzi molto contenuti rispetto alla media europea) e sono diffusi in tutti i distretti, dando così la possibilità sia di lavorare con panorami hi-tech che con vista sulle bellezze storiche di ogni città.

Lavorare da remoto in Estonia

Per di più, in tutta l’Estonia sono stati lanciati dei programmi che soddisfano sia i freelance che gli imprenditori: si va dal permesso di residenza elettronica (che dà accesso ai servizi del governo senza fornire i diritti di residenza) fino a veri e propri documenti temporanei di cittadinanza che offrono servizi pari ai cittadini estoni e completo supporto ai professionisti e alle imprese.

Tallin: una panoramica della città più amata dai nomadi digitali

Infine, un’altra delle ragioni per cui l’Estonia è gettonatissima dai nomadi digitali sono i continui miglioramenti atti a rendere più fluide le amministrazioni delle aziende da remoto, con grande efficienza. Il Paese si propone davvero come un terreno “digitalmente fertile”, dove ogni smartworker può pensare non solo di lavorare come libero professionista ma anche di aprire un proprio business. Un vero sogno per tutti coloro che hanno fatto del web la loro fonte di guadagno.

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Il nuovo obiettivo dell’Europa: treni veloci che sostituiscono aerei

Il futuro dell’Europa vedrà, molto probabilmente, un ampio numero di treni veloci che sostituiranno gli aerei. A prospettarlo sono i leader del settore ferroviario del vecchio continente che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per uno studio sui “Servizi ad alta velocità intelligenti e convenienti nell’Unione europea” a cui hanno preso parte la Community of European Railway and Infrastructure Companies (Cer), la Alliance of Passenger Rail New Entrants in Europe (Allrail), la European Rail Supply Industry (Unife) e la European Rail Joint Undertaking (Eu-Rail).

L’obiettivo nel dettaglio

L’obiettivo sarebbe quello di raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030, per poi triplicarlo entro il 2050. Un modo per avere una vera e propria alternativa all’aereo: una rete ferroviaria smart che colleghi in poche ore di viaggio le capitali e le principali città del nostro continente.

Questo studio, quindi, vuole raggiungere lo scopo di promuovere una trasformazione radicale del sistema ferroviario in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, compreso il raggiungimento di una rete di trasporto transeuropea (TEN-T) pienamente operativa, multimodale, sostenibile e intelligente entro il 2050.

La buona notizia è che non è una missione impossibile per il nostro continente. L’Europa, infatti, già dispone di migliaia di chilometri di ferrovia ad alta velocità. La vera sfida di questo progetto riguarderà il trovare un accordo su quali percorsi privilegiare, quali città collegare e quali invece escludere, così come fissare degli standard comuni e decidere come dividere i costi tra i diversi operatori nazionali ed enti che saranno coinvolti.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Come riportato dal Corriere della Sera Alberto Mazzola, direttore esecutivo di Cer ha sottolineato: “Sebbene molto sia stato ottenuto finora con storie di successo nazionali che collegano tra l’altro Parigi-Lione, Milano-Roma, Barcellona-Madrid e Berlino-Monaco di Baviera, molto di più è necessario se vogliamo rispettare gli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e della mobilità intelligente e sostenibile: raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030 e triplicarlo entro il 2050“.

Ma non solo. Philippe Citroën, direttore generale di Unife, ha aggiunto: “L’alta velocità ferroviaria ha un ruolo essenziale da svolgere nella decarbonizzazione e nella trasformazione digitale dell’intero sistema di trasporto europeo. Dimostrando i grandi vantaggi di una rete ferroviaria europea ad alta velocità, lo studio contribuirà al raggiungimento della Strategia per la Mobilità Sostenibile e Intelligente“.

Mentre Carlo Borghini, direttore esecutivo di European Rail Joint Undertaking, ha dichiarato:”Non vediamo l’ora di iniziare le prime attività di ricerca e di presentare i primi risultati entro la fine di quest’anno, che contribuiranno a realizzare questa rete integrata ad alta velocità“.

Torino-Lione e Rail Baltica: la partership

Nell’incantevole cornice di Lione è stata siglata anche una partnership tra i promotori delle ferrovie Torino-Lione e Rail Baltica, un progetto di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità che si divide tra Estonia, Lettonia e Lituania. L’obiettivo, in questo caso, è quello colmare l’anello mancante tra la Finlandia a nord e la Polonia a sud.

Nel dettaglio: l’accordo si occupa di temi ambientali, della sicurezza sul lavoro e delle buone pratiche nella realizzazione di progetti multimodali su larga scala e nell’operatività ferroviaria. Insomma, il futuro dell’Europa è sempre più indirizzato all’uso principale del treno, mezzo di trasporto che presenta diversi e interessanti vantaggi di cui vi avevamo già parlato.

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Una scoperta sensazionale nei nostri fondali marini

Sotto il mare si nascondono ancora oggi incredibili segreti. Senza andare molto lontano, al largo delle nostre coste è appena stata fatta un’eccezionale scoperta che potrebbe riscrivere la storia.

E, come spesso accade, la scoperta è assolutamente casuale ed è avvenuta nel corso di un’operazione di routine.

L’antico relitto

I Carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Udine stavano, infatti, monitorando un vasto specchio d’acqua alla Foce del Timavo quando si sono accorti che sui fondali c’era qualcosa di inaspettato.

Nei pressi dell’isola di Pampagnola, vicino alla nota località di villeggiatura di Grado, hanno così individuato un’imbarcazione di epoca romana di cui nulla si sapeva finora, ma si è subito capito che si trattava di una scoperta di eccezionale importanza storica.

Il relitto era in buona parte nascosto dalla sabbia dei fondali del Mar Adriatico a una profondità di circa 5 metri. La porzione dell’imbarcazione visibile finora è lunga all’incirca 12 metri, ma si stima misuri almeno il doppio.

Nei pressi dell’antica barca, presso il Canale delle Mee di Grado, lo storico ingresso al porto fluviale di Aquileia, che all’epoca era la quarta città dell’Impero Romano, sono state rinvenute anche due anfore risalenti al I secolo a.C. e porzioni di anfore e brocche risalenti al II-III secolo d.C..

Le altre scoperte nella zona

Il luogo dove è stata fatta la scoperta non è nuovo a incredibili ritrovamenti. Nel 2000, era stato fatto un altro ritrovamento, quello di un vascello denominato “Grado 2“, naufragato nel III secolo a.C., prima ancora della fondazione della città di Aquileia. Il relitto si trovava a una ventina di metri sotto il livello del mare.

Questa era infatti una rotta commerciale molto battuta, in quanto collegava l’attuale Friuli-Venezia Giulia con il resto d’Italia e il mondo ellenico.

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È la patria mondiale del golf, ma è anche una città sorprendente

Sì, è vero, molti la conoscono come patria mondiale del golf. E d’altronde, non si può parlare di St. Andrews in Scozia senza pensare a questo sport: proprio qui è stato, infatti, fondato il Royal and Ancient Golf Club uno dei più antichi e prestigiosi golf club del mondo, nato nel 1754 e poi ribattezzato “Casa del Golf” per il suo essere divenuto un punto di riferimento globale per gli appassionati.

Sempre a St. Andrews, ogni due anni, si tiene il famoso British Open in uno dei sette campi della città. Insomma, il connubio è davvero inscindibile. Ma se vi dicessimo che c’è molto più di questo e che la città è anche un luogo sorprendente, magico, oltre che una delle destinazioni turistiche più amate in Scozia?

St. Andrews, tra storia e cultura

Non tutti lo sanno, ma St. Andrews è una città davvero antichissima. Pare che i primi abitanti si insediarono nei pressi della città scozzese tra il 10.000 e i 5.000 a.C. Stando agli studi e alle ricerche degli archeologici, il primo nome che ebbe fu quello di Muckross, poi cambianto in Cennrigmonaid e poi, ancora, in St. Andrews.

Di fatto, la storia di St. Andrews si è distinta per un’evoluzione in senso religioso: nel 906 d.C. divenne sede del vescovo di Alba e presto si trasformò nella capitale ecclesiastica della Scozia. Questo le diede una spinta in senso culturale, con diversi studiosi che si raccoglievano in preghiera e portavano avanti la vita intellettuale della città.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Con il passare del tempo, purtroppo, St. Andrews ha conosciuto diversi momenti di declino. Ciononostante, però, non ha perso il suo fascino. Merito, anche, delle costruzioni peculiari che la rendono un piccolo capolavoro affacciato sull’Atlantico.

Le rovine, il ponte e il fascino mistico di St. Andrews

Da non perdere sono, per esempio, le rovine della Cattedrale. L’edificio fu costruito nel 1158 ed era una chiesa cattolica, ma è poi caduta in disuso. Come mai? Perché proprio la religione cattolica fu messa al bando. Non solo, perché in ben due occasioni subì dei danni ingenti.

Prima una tempesta e poi un incendio hanno lasciato dei grossi segni. L’incuria e l’incedere del tempo hanno poi fatto il resto, fino a quando il sito divenne un’area protetta: oggi è sotto la tutela della Historic Environment Scotland. Accanto alla cattedrale si trova anche un cimitero, che contribuisce a dare al tutto un fascino particolare. Un altro luogo da non perdere è lo Swilcan Bridge, che si trova nel centro della città (precisamente nell’Old Course).

Isola di St Andrews in Scozia: patria del golf, ma non solo

Si tratta di un ponte di pietra, molto suggestivo e anche molto piccolo: è lungo 9 metri, largo 2 metri e alto 1 metro e mezzo. Fu costruito per aiutare i pastori a condurre il bestiame oltre lo Swilcan Burn, ma oggi si dice che attraversarlo e fotografarlo porti fortuna.

C’è da dire che il panorama aiuta: dal ponte, infatti, si può vedere il Royal and Ancient Golf Club, l’Hamilton Grand e le colline che si affacciano sul Mare del Nord. Davvero una cornice mozzafiato!

Parchi, natura e giardini

Ma non è tutto qui, perché St. Andrews è anche una città universitaria e un luogo dove la natura è tenuta in grande considerazione. Un altro luogo da vedere, davvero incantevole, per esempio, è il Giardino Botanico dell’Università, situato a sud della città.

Il Giardino Botanico è una riserva che tutela numerose specie di piante: nello specifico, c’è una collezione di circa 8.000 diverse specie di piante esotiche e autoctone. Al suo interno, inoltre, si può trovare una deliziosa sala da tè e una casa delle farfalle.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Infine, da non perdere è il Castello. Come la Cattedrale è in rovina e la sua storia è lunghissima: nacque come palazzo vescovile, ma poi divenne una dimora nobiliare e subì moltissimi assedi. A un certo punto fu persino convertito in prigione, per via della sua imponenza e sicurezza.

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Comprare un’isola privata non è più solo un sogno

State cercando il vostro posto nel mondo? Forse, allora, dovreste guardare in mezzo ai mari e agli oceani. Sì, perché comprare un’isola privata dove passare momenti magici, tra relax e salsedine, non è più così proibitivo come potrebbe sembrare. Sono lontani, infatti, i tempi in cui un atollo circondato dalle onde era una prerogativa dei ricchissimi: adesso, con un po’ di sacrificio (e tanti risparmi) quasi tutti potremmo riuscire a possederne uno.

Certo, i prezzi sono variabili in base al luogo, alle condizioni e, ovviamente, anche in base alla presenza (o meno) di alcune strutture sull’isola. Ciò però significa le disponibilità sono tante e le offerte molteplici, tutte diverse, così come le occasioni, pronte a essere colte.

Comprare un’isola privata a prezzi contenuti

Ma facciamo un piccolo excursus di quelle che sono le (attuali) isole in vendita, partendo da quelle che hanno costi decisamente abbordabili. Per iniziare, esiste un’isola in Finlandia, il cui nome è Salonpää, che recentemente è stata messa in vendita. L’isola è grande circa 3000 metri quadrati e comprende un piccolo ma suggestivo cottage con tanto di sauna, che si affaccia sulle sponde del lago Konnevesi. Il costo? 94.000 euro, persino meno di quanto potremmo acquistare un monolocale nel centro di qualsiasi città.

Per chi vuole spendere un po’ di più (e fare un viaggio più lungo), occhio: in Canada è disponibile, a soli 110.000 euro, Gillis Island. Si tratta di un atollo suggestivo, di circa 44.000 metri quadri, situato sul fiume Pinette. Di fatto, l’isola è un vero e proprio paradiso terrestre, rimasto incontaminato: accessibile per mezzo di una strada non troppo larga, è il posto ideale per gli amanti della pace, delle escursioni e del kayak.

Salendo ancora di prezzo, spendendo circa 280.000 euro si può acquistare un’isola in Scozia: si tratta di una delle isole Shetland, vicinissime alla Norvegia e alle Isole Faroe. Il prezzo è giustificato dalla sua grandezza (più di 25.000 metri quadrati) e dal fatto che il luogo è quasi magico, considerando che non ci sono abitazioni se non una casa e un mulino diroccato, circondati dalla natura più selvaggia.

Comprare un’isola privata “economica” nei Caraibi

Il vostro sogno è quello di comprare un’isola privata nei Caraibi, ma avete accantonato l’idea perché immaginate di dover spendere fior di milioni? Non è proprio così: diciamo che, per chi può permetterselo, “basta” circa mezzo milione di euro per diventare proprietari di un angolo di paradiso. Considerata la regione geografica si tratta davvero di offerte vantaggiosissime. Qualche esempio?

L’isola di Salt Cay fa parte delle Isole Turks e Caicos ed è un luogo che l’uomo non ha ancora fatto suo. Grande circa 8000 metri quadri, è rivolta verso ovest e permette di osservare i branchi di megattere che, annualmente, passano di fronte alla spiaggia. Il costo? Appena 390.000 euro.

Un po’ più cara, invece, è Neptune Cay, nelle Bahamas, grande poco più di 9000 metri quadri: costa 490.000 euro. Neptune Cay è una delle isole che si distingue per il mare più limpido, con fondo sabbioso, poco profondo e ricco di biodiversità. Anche qui, non esistono infrastrutture né tantomeno strade: si arriva per mezzo di una barchetta e si può rimanere in pace per tutto il tempo che si vuole.

Infine, è in vendita anche la penisola di Chub Cay, sempre nelle Bahamas, al costo di 500.000 euro: 32.000 metri quadri di natura mozzafiato, con due spiagge lunghissime e un piccolo molo già installato. Chub Cay ha anche una collina che offre un panorama sugli atolli circostanti e una piccola strada sterrata. Un vero sogno.

Quanto costa comprare un’isola privata in Italia?

Volete sognare un po’ a occhi aperti e immaginare di acquistare un’isola privata proprio in Italia, senza allontanarvi troppo dal vostro nido? Non è impossibile, ma la verità è che i prezzi salgono. Al momento, l’isola più economica in vendita è l’Isola Viscontea, sul Lago di Como: servono 2 milioni di euro per concludere l’affare.

C’è poi un’isola, quella di Santa Maria in vendita nello Stagnone, a Marsala, proprio nel luogo siciliano dove si osserva il tramonto più bello del mondo: la trattativa è riservata, ma si parla di un costo che si aggira intorno ai 18 milioni di euro. Infine, è in vendita anche l’Isola dell’Ottagono, nella laguna di Venezia, ma qui non ci sono spoiler: il prezzo viene comunicato solo su richiesta. Vale la pena provare, sia mai che costi meno di quanto si possa immaginare.

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Scoperte opere nascoste sotto famosi dipinti

Non è la prima volta che un’opera d’arte si rivela essere molto di più di quello che appare a occhio nudo. Ma ogni volta che accade sembra un piccolo miracolo. L’ultima eccezionale scoperta è stata fatta all’Hecht Museum dell’Università di Haifa, la terza città più importante di Israele e frequentato polo turistico. Tre schizzi finora sconosciuti di uno dei più grandi artisti italiani del primo Novecento, nascosti sotto la superficie di un suo particolare dipinto, sono venuti alla luce grazie a una sofisticata tecnologia a raggi X. Ciò che è emerso ha lasciato tutti a bocca aperta.

Gli schizzi nascosti sotto un particolare dipinto di Modigliani

Se ne stavano nascosti sotto la superficie del dipinto “Nudo con cappello” di Amedeo Modigliani, tre disegni abbozzati del celebre pittore e scultore livornese, scoperti dai curatori del museo israeliano.

Un’opera giovanile già di per sé particolare, da anni oggetto di studio. A renderla insolita è il fatto che entrambi i lati della tela presentino ritratti dipinti in direzioni opposte. I visitatori del Museo Hecht si ritrovano ad ammirare l’immagine di un nudo capovolta, mentre sul retro si svela il “Ritratto di Maude Abrantes”, amica di Modigliani, uno dei primi dipinti dell’artista. Ma c’è di più. Nel 2010, un curatore del museo aveva notato gli occhi di una terza figura sotto il colletto di Abrantes, quelli di una donna con cappello.

Da lì, la voglia di scoprire di più. E finalmente, un’approfondita indagine a raggi X ha svelato l’esistenza di altre due sagome abbozzate dall’artista su quella stessa tela, del tutto invisibili a occhio nudo. Si tratta di un volto maschile e di un un busto di donna, con i capelli raccolti in uno chignon. Il dipinto, quindi, presenta ben cinque figure realizzate da Modigliani, tanto da rivelarsi come una sorta di “quaderno di schizzi su tela”, che riflette la “ricerca incessante dell’espressione artistica” del pittore livornese, come dichiara Inna Berkowits, storica dell’arte all’Hecht Museum dell’Università di Haifa.

Un altro elemento particolarmente interessante è che le figure emerse sono abbozzate e ancora prive dei celebri colli lunghissimi e affusolati che hanno costituito il tratto costante e caratteristico di Modigliani, rivelando così di appartenere al primo stile dell’artista, di cui sopravvivono pochi esempi.
La tela delle scoperte, conservata al Museo Hecht dell’Università di Haifa (protagonista di grandi scoperte), è stata analizzata ai raggi X, nell’ambito di un ampio studio forense sulle opere dell’artista livornese in vista della prossima mostra “Modigliani Up Close”, che si terrà in autunno alla Barnes Foundation di Philadelphia.

I ritratti nascosti, da Modigliani a Van Gogh

Un altro esempio di riutilizzo di una stessa tela da parte di Modigliani è emerso nel 2018 alla Tate Gallery di Londra (città ricca di meraviglie), quando il team di curatori ha scoperto – sempre grazia ai raggi X – un secondo volto femminile celato sotto la tela di uno dei suoi lavori più celebri, “Ritratto di Ragazza”. Gli studiosi credono che la donna ‘nascosta’ sia la scrittrice e critica letteraria boema Beatrice Hastings, ex musa e amante dell’artista.

Tuttavia, mentre in quel caso si era pensato alla volontà del pittore di cancellare a colpi di pennello una storia d’amore tormentata, le ipotesi che circondano le figure nascoste sotto il dipinto all’Hecht Museum raccontano tutt’altro, ovvero di come gli artisti del tempo vivessero spesso con scarsi mezzi economici e fossero pertanto costretti a lavorare più volte su una stessa tela.

Un’abitudine comune anche a un altro genio del mondo dell’arte. Quasi in concomitanza con la scoperta al museo israeliano, alla Scottish National Gallery di Edimburgo hanno scovato con i raggi X un autoritratto con cappello e fazzoletto di Vincent van Gogh, coperto da strati di colla e cartone sul retro di un “Ritratto di contadina”. La radiografia è stata eseguita sul dipinto in vista della mostra “A Taste for Impressionism”, in programma dal 30 luglio al 13 novembre presso la Royal Scottish Academy di Edimburgo.

Modigliani dipinti

Fonte: Wikimedia Commons

“Nudo con cappello” e “Ritratto di Maude Abrantes”
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Curiosità Viaggi

I posti nel mondo dove puoi sentirti a Venezia, anche se non ci sei

È straordinaria, è bellissima, affascinante e seducente. È la città più romantica del mondo e anche una delle più frequentate di tutta Italia. Turisti da ogni parte del mondo arrivano qui, per fotografare i canali, per farsi i selfie sulle gondole e per ammirare la maestosità di un luogo che entra nel cuore e lì resta, per sempre.

Stiamo parlando di Venezia, la città che non ha strade, ma solo canali. Quelli in cui si affacciano opulenti palazzi, edifici rinascimenti e gotici che regalano scorci magici e onirici che lasciano senza fiato.

La verità è che di Venezia ce n’è soltanto una, come confermano i viaggiatori che qui hanno lasciato un pezzo di cuore. Eppure tanta è la bellezza del capoluogo del veneto che tutti, nel mondo, hanno provato a imitarlo.

Le copie di Venezia

Esistono alcune città che sono destinate a farci innamorare, e Venezia è una di queste. La sua bellezza è così iconica e celebre nel mondo che ogni anno migliaia di visitatori giungono proprio nella laguna per toccare con mano tutto il fascino che questa sprigiona da secoli.

Ed è lo stesso fascino che, probabilmente, ha trasformato Venezia in una delle città più copiate al mondo. Attenzione però perché non parliamo solo di riferimenti evidenti o di ricostruzioni parziali dei monumenti iconici, ma di veri e propri cloni della laguna.

Probabilmente nessuno di questi potrà mai restituire le stesse sensazioni che si provano quando si visita La Serenissima, eppure alcune di queste copie sono così ben fatte che vi lasceranno senza fiato. Scopriamo le più celebri.

The Venetian, Macau

Fonte: iStock/jimmyan

The Venetian, Macau

Da Las Vegas a Macau: Venezia nel mondo

Mentre si passeggia nel cuore della città più scintillante e luminosa che mai appare improvvisamente, e inaspettatamente, un’inedita Venezia. C’è la laguna con le gondole che l’attraversano. C’è il campanile di San Marco e il Ponte di Rialto, frequentatissimo a ogni ora del giorno e della notte. Ci sono tantissimi dettagli che rimando proprio alla città italiana anche se ci troviamo a Las Vegas, in uno dei resort più grandi e stravaganti del mondo.

Il suo nome è The Venetian e si tratta di uno dei più grandi e opulenti complessi turistici, e non è solo ispirato a Venezia, ma è esattamente la sua copia. Davanti all’ingresso che affaccia su Las Vegas Strip due riproduzioni fedeli del campanile di San Marco e del Ponte di Rialto accolgono i turisti. All’interno, invece, c’è un lago artificiale che crea tutta una serie di canali dove navigano i gondolieri per trasportare gli ospiti del resort da una parte all’altra.

The Venetian rappresenta una delle più fedeli riproduzioni della nostra laguna e non è l’unica. Nonostante, infatti, l’idea di una copia della città non abbia entusiasmato molti italiani, la presenza del resort si è rivelata un successo in questi anni, al punto tale che la struttura è stato inaugurata anche in Cina.

Per esplorarla dobbiamo recarci a Macau, è qui che la stessa catena turistica ha aperto il complesso alberghiero identico al precedente e, anzi, ancora più grande. Al suo interno, infatti, è possibile visitare quello che è il casinò più grande del mondo intero.

Restiamo sempre in Cina per scoprire un’altra copia de La Serenissima, forse anche la più criticata. Si tratta di Venice Water Town, a Hangzhou. Una vera e propria città lagunare che si snoda tra diversi canali sui quali si affacciano case, ristoranti e hotel che però non hanno nulla a che fare che fare con i maestosi palazzi della città. Ovviamente non manca neanche Piazza San marco con il suo campanile, ma le riproduzioni sono così esagerate da sembrare davvero poco fedeli.

Venice Water Town, Hangzhou

Fonte: iStock

Venice Water Town, Hangzhou