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Gli aeroporti di Roma si preparano all’estate: le novità

Si preannuncia un’estate ricca di novità per chi parte dagli scali della Capitale. La Summer 2023 di Aeroporti di Roma ha, infatti, in serbo per i viaggiatori tanti nuovi collegamenti, in particolare per il Nord America e l’Asia, che rafforzano il ruolo della città come gateway strategico per l’Italia.

La stagione estiva che si appresta ad iniziare viene inaugurata con l’attivazione di oltre 35 nuovi collegamenti aerei. Tra questi, più di 10 verso nuove destinazioni precedentemente mai servite con voli diretti, oltre a una programmazione che si avvicina gradualmente ai livelli pre-pandemia con più di 100 compagnie aeree che serviranno oltre 200 destinazioni verso più di 70 Paesi, collegando così tutti i continenti a Roma.

Aumentano i voli da Roma al Nord America

Il vero protagonista della prossima estate per gli aeroporti capitolini sarà il mercato nordamericano, con una pianificazione che, nei mesi di picco, arriverà a contare 34 partenze al giorno di cui ben 11 solo per New York (qui un’idea di viaggio davvero esclusiva). Un’offerta record, grazie ai nuovi collegamenti che saranno avviati da ITA Airways e agli sviluppi dei vettori americani che arriveranno a offrire un numero di rotte in crescita del 50% rispetto al 2019.

L’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, si posizionerà come terzo hub europeo dopo Londra e Parigi per numero di voli verso la Grande Mela e tra gli scali con la maggior crescita sui voli verso il Nord America, Canada incluso. Le novità continuano con i nuovi collegamenti per San Francisco, nuova destinazione che verrà lanciata nel corso dell’estate da ITA Airways e United Airlines, così come i voli per Città del Messico, grazie al debutto sullo scalo romano di Aeromexico. Aumentano poi le offerte su destinazioni storicamente collegate a Roma. New York vedrà l’ingresso anche di Norse Atlantic Airways come nuovo player con un volo giornaliero.

A partire da giugno, ITA Airways introdurrà un nuovo volo diretto per Washington, mentre l’aumento delle frequenze di Air Canada ed Air Transat renderà disponibili fino a 3 voli giornalieri per Toronto e Montréal. A investire sugli aeroporti romani anche WestJet, che aumenterà la disponibilità di voli per Calgary, unico collegamento diretto dall’Italia verso il Canada occidentale lanciato lo scorso anno, offrendo fino a 5 frequenze settimanali. È prevista, inoltre, una crescita della connettività anche per il Sud America, con il graduale incremento di Aerolineas Argentinas che arriverà a collegare il Leonardo da Vinci con 5 voli settimanali per Buenos Aires.

Nuovi voli per l’Asia e novità per il breve-medio raggio

Altra grande protagonista della Summer 2023 di Aeroporti di Roma sarà l’Asia. Oltre alle destinazioni disponibili per Tokyo Delhi, grazie all’aumento dei voli di ITA Airways già avviati a fine 2022, si assisterà al recupero delle compagnie aeree della Greater China, con la ripresa dei voli per Pechino e Shanghai, e l’incremento di offerta anche verso le città di Chengdu, Hangzhou e Chongqing.

A Fiumicino ci saranno circa 3 voli al giorno verso la Repubblica Popolare Cinese, e il ripristino del collegamento diretto per Taipei, capitale di Taiwan ricca di attrazioni, operato 3 volte a settimana. Roma sarà, inoltre, collegata fino a 2 volte al giorno con Seoul, grazie agli sviluppi di Korean Air ed Asiana, e 5 volte a settimana con Singapore, con la Singapore Airlines.

Restando nel lungo raggio, spicca l’incremento di offerta di Qatar Airways che offrirà in alcuni giorni della settimana fino a 3 voli giornalieri, salendo a 18 frequenze settimanali, così come quella di Gulf Air, partita a giugno 2022, che continua a investire sulla Capitale, introducendo la terza frequenza settimanale per Manama in Bahrain.

Infine, per il breve-medio raggio, nuove e interessanti destinazioni internazionali andranno ad arricchire l’offerta della città direttamente collegate con Roma: tra queste Baku (Azerbaigian), Faro e Funchal (Portogallo), Danzica (Polonia), Memmingen (Germania), Castellón (Spagna) e Bastia (Francia), grazie allo sviluppo di compagnie come Volotea, Vueling, Air Corsica, Wizz Air e Ryanair. In particolare, queste ultime due aumenteranno l’offerta di collegamenti introdotta nel 2022, arrivando a basare rispettivamente 11 e 9 aerei nello scalo di Fiumicino.

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Opere d’arte all’asta: così rinasce un borgo artigiano italiano

L’Italia è un Paese meraviglioso. Lo sappiamo noi, che non perdiamo occasione per andare alla scoperta di tutte le bellezze visibili e invisibili che si snodano lungo lo stivale, e lo sanno i turisti, che ogni giorno si muovono in massa per esplorare il nostro territorio, per scoprire la cultura, e per osservare da vicino i monumenti iconici, storici e artistici, che sono diventati celebri in tutto il mondo.

Eppure è all’ombra dei luoghi più raggiunti e popolati dai turisti che si cela il volto più bello d’Italia. Quello che parla di passato e presente, di tradizioni antiche e mai dimenticate e di usanze tramandate da generazioni. Quello conservato dai borghi del BelPaese, custodi del nostro immenso e immortale patrimonio.

Ed è proprio di un borgo che vogliamo parlarvi oggi, di un luogo incastonato tra le meraviglie della Bassa bresciana e sconosciuto a molti, e di un’asta di opere d’arte, quella organizzata proprio quello di dare una seconda vita al borgo artigiano di Padernello.

L’asta online per rigenerare il borgo artigiano di Padernello

Lo sappiamo, l’arte è da anni utilizzata come strumento per la riqualificazione di quartieri, borghi, villaggi e città. E oggi si trasforma anche come mezzo per la rinascita di un borgo artigiano nella Bassa Bresciana.

L’iniziativa è ideata e promossa dalla Fondazione Castello di Padernello, un maniero risalente al 1400 che sorge nei pressi di Cascina Bassa. È proprio questo grande casolare di campagna il protagonista dell’asta di opere d’arte, l’obiettivo, infatti, è quello di recuperare e riqualificare la struttura per trasformarla in un centro fatto di scuole, botteghe, sale per l’alta formazione e un albergo diffuso.

Per contribuire all’acquisto condiviso di Cascina Bassa e consentire alla Fondazione di occuparsi dei restauri e di avviare tutti i progetti per la sua riqualificazione, il 29 aprile sarà inaugurata un’asta online, aperta a tutti, per una raccolta fondi. L’obiettivo è quello di raggiungere la somma di 135mila euro necessaria per l’acquisto.

Non solo opere d’arte da acquistare all’asta. Chiunque, infatti, può fare la sua parte in questo processo di rinascita del borgo donando la somma di 100 euro alla Fondazione Castello di Padernello. In cambio i donatori riceveranno la possibilità di poter soggiornare all’interno del maniero e vivere un’esperienza unica  da condividere con un’altra persona.

“Alta pittura nella Bassa pianura”: come partecipare all’asta

L’asta, che prende il nome di “Alta pittura nella Bassa pianura”, si terrà il 29 aprile del 2023, dalle ore 7:00 alle ore 23:59, sulla pagina Instagram @asta_padernello. Le opere messe in vendita, invece, saranno presentate la sera del 14 aprile nel castello di Padernello. Quelli messi all’asta sono capolavori firmati da artisti di fama nazionale che hanno messo a disposizione i loro dipinti per sostenere la riqualificazione di Cascina Bassa e la rinascita del borgo artigiano.

L’asta “Alta pittura nella Bassa pianura”, infatti, è solo uno dei tanti progetti avviati per rigenerare il borgo adiacente al castello, per trasformarlo in un luogo che parla di presente e di passato, di bellezza e artigianato, di autenticità e di genuinità. Il primo obiettivo di questa iniziativa di riqualificazione è proprio di trasformare Cascina Bassa in un luogo di incontro e aggregazione, nonché punto di partenza per la scoperta del territorio circostante.

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I bunker raccontano la storia d’Italia, e si possono visitare

In occasione delle ultime Giornate FAI di primavera, il luogo più visitato in Italia è stato il tunnel del bunker antiatomico West Star di Affi, in provincia di Verona. Si tratta di una base militare sotterranea fra le più grandi d’Italia, costruita durante gli anni della Guerra Fredda. Poteva ospitare 999 militari in caso di guerra. Al bunker non è ancora possibile accedere, ma, visto il grande interesse per questo tipo di costruzioni, ce ne sono altri in Italia che si possono visitare.

Molti si trovano lungo il confine italiano, in particolare ce ne sono diversi in Val Venosta, vicino all’Austria. Uno di questi, il bunker n. 20, si trova a Curon, il Comune divenuto famoso per il Lago di Resia e il suo campanile che spunta dalle acque e per essere stato scelto come location per una serie Tv.

Lungo il confine, a partire dagli Anni ’30, venne realizzata un’estesa linea di difesa formata da ben 66 bunker, sbarramenti anticarro, strade di rifornimento e trincee di combattimento, per proteggersi da una potenziale invasione della Germania di Hitler. La linea di difesa nel paese di confine di Resia è ancora oggi ben conservata.

Il bunker n. 20

Questo sbarramento alpino, che appare come una bizzarra opera d’arte, oggi può essere riscoperto e ci si può passeggiare in mezzo. Merita assolutamente una visita il bunker della sorgente dell’Adige n. 20 a Curon e lo sbarramento di Pian dei Morti, che si trova in una zona paludosa, oggi monumento naturale, sopra l’abitato di Resia. Sia in estate sia in inverno l’ufficio del turismo organizza visite guidate.

Le fortificazioni al Passo Resia, chiamate Vallo Alpino, sono una meta perfetta per gli appassionati di storia. Le visite guidate al bunker n. 20 permettono di immergersi nel periodo dei grandi conflitti mondiali moderni.

Il bunker si trova in corrispondenza della sorgente del Fiume Adige facilmente individuabile perché c’è una targa di pietra, a 1.525 metri di quota e a solo una ventina di minuti a piedi dal centro di Resia, raggiungibile percorrendo l’Altavia Val Venosta lungo il sentiero n. 2, una bellissima escursione in alta quota da fare a piedi d’estate e con le ciaspole d’inverno. Con i suoi 415 chilometri di lunghezza, l’Adige, che attraversa Trentino-Alto Adige e Veneto per poi sfociare a Rosolina Mare sull’Adriatico, è il secondo fiume d’Italia.

Il bunker n. 20 è stato realizzato in parte in calcestruzzo e in parte scavato direttamente nella roccia. La parte interrata ha una lunghezza di circa 270 metri e la superfice calpestabile è di circa 450 metri quadrati. L’ingresso è consentito solo con la guida.

Lo sbarramento Pian dei Morti

Lo sbarramento di Pian dei Morti è un’opera difensiva che fa parte del “XIII Settore di Copertura Venosta”, all’interno del Vallo Alpino in Alto Adige. Si trova proprio a Pian dei Morti, da cui prende il nome, a duemila metri di quota, sopra al Lago di Resia, al confine con l’Austria. La sua particolarità è data dal fossato anticarro realizzato in modo particolare: a forma di “denti di drago”, un ostacolo insormontabile per l’eventuale passaggio dei carri armati.

Per raggiungere il Pian dei Morti oggi esiste un sentiero, lo stesso n. 2 che conduce al bunker n. 20 e che prosegue fin lassù. Si tratta di un percorso di trekking piuttosto impegnativo lungo circa 7 km, ma tranquillamente adatto a una famiglia e che si può fare anche in sella a una comoda e-bike. Si attraversano boschi che ancora oggi dividono l’Italia dall’Austria (ogni tanto si incontra un cavo che delinea il confine), laghetti e paesaggi incantati, spesso frequentati da cavalli Haflinger (o avelignesi, una razza originaria di Avelengo, sempre qui in Alto Adige) allo stato brado.

Lungo tutto il sentiero, che si snoda lungo una strada a tornanti che segue il crinale della montagna, e sulla cima di Pian dei Morti si trovano diversi bunker che si mimetizzano con il terreno. Le porte e le finestre di queste opere sono state realizzate con del materiale che simula la pietra.

Qui si trova uno dei punti più amati dagli escursionisti che vengono fin quassù. Si tratta del “belvedere” sul Lago di Resia, che si trova quasi alla fine dello sbarramento. Non è una vera terrazza, quanto una grossa roccia sulla quale salire e da cui ammirare la spettacolare vista dall’alto del Lago di Resia.

La rete di sotterranei

Essendo un luogo di passaggio attraverso le Alpi, l’Alta Val Venosta ha da sempre avuto una grande importanza strategico-militare. Romani, Asburgici e l’esercito napoleonico passarono di qui, e anche la Seconda guerra mondiale ha lasciato le sue tracce.

In tutta la zona, nascosta in mezzo ai frutteti e ai prati, si dirama una fitta rete di sotterranei che è possibile visitare. Le visite guidate nei sotterranei dell’Alta Val Venosta ripercorrono un gigantesco sistema di gallerie invisibili a occhio nudo costruito come rifugio in epoca fascista. La visita lunga comprende due bunker, di cui uno a Malles e l’altro a Tarces e la galleria sotterranea di collegamento.

La Val Venosta

È una valle tranquilla, che confina da un lato con l’Austria e dall’altro con la Svizzera, la Val Venosta, un piccolo paradiso delle vacanze, lontana dalle folle di turisti che, strano a dirsi, regala ancora scorci incontaminati. Qui, dove nasce l’Adige e dove svettano picchi che sfiorano le nuvole, si dipanano piccole e incantevoli vallate ideali per chi è alla ricerca di una vacanza attiva, ma anche slow. E, cosa alquanto inusuale, nasconde un lato della nostra storia che pochi conoscono e che merita di essere scoperta.

 

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L’aurora boreale che brilla nel cielo d’Inghilterra sta incantando il mondo

Ancora una volta il nostro cielo si è trasformato nel palcoscenico di uno spettacolo grandioso e mozzafiato, quello dell’aurora boreale che, con le sue tinte cangianti, ha illuminato il firmamento. È successo in Europa che, proprio qualche notte fa, la luce scaturita da questo fenomeno ha squarciato il cielo d’Inghilterra incantando il mondo.

La magia dell’aurora boreale nel mondo

C’è qualcosa di magico che accade sopra le nostre teste in determinati periodi dell’anno e in alcuni luoghi del pianeta. Un incantesimo che il cielo subisce e che ci regala quello che è, con tutta probabilità, lo spettacolo naturale più bello del mondo.

Stiamo parlando dell’aurora boreale, di quel fenomeno ottico dell’atmosfera terrestre che si manifesta attraverso bande luminose e cangianti che colorano il cielo e tingono di meraviglia il paesaggio. E anche se la magia non c’entra niente, come la scienza stessa ci spiega, la visione è destinata a incantare.

L’aurora boreale, infatti, non si può descrivere ma solo vivere. Arriva all’improvviso, illuminando il cielo e le stelle con forme inedite e con colori straordinari per creare paesaggi fiabeschi e onirici che evocano scenari surreali. Tutto merito delle particelle elettriche, elettroni e protoni, che colpendo l’atmosfera terrestre producono questi lampi di luce che a loro volta creano uno show visivo e sonoro che non conosce uguali.

Non è un caso che migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo si mettano in cammino ogni anno per raggiungere le destinazioni più celebri per gli avvistamenti. Danimarca, Finlandia, Svezia e Alaska sono i luoghi migliori per la caccia all’aurora boreale, anche se quest’anno il fenomeno si è palesato inaspettatamente anche in altre zone d’Europa.

Nel mese di febbraio, infatti, grazie a delle condizioni meteorologiche inusuali, i cittadini di alcuni Paesi europei hanno potuto ammirare questo spettacolo al calar del sole. Tra i luoghi coinvolti anche Gran Bretagna e Irlanda che sono diventate le protagoniste di questo evento tutt’altro che ordinario.

E ora, a pochi giorni di distanza dall’inizio della primavera, l’aurora boreale è tornata a dare spettacolo proprio in Inghilterra, illuminando d’incanto il cielo sopra Whitley Bay.

L’aurora boreale sopra il faro di St Mary

Lo spettacolo dell’aurora boreale è andato in scena inaspettatamente nella notte tra il 23 e il 24 marzo, attirando l’attenzione di cittadini, viaggiatori, fotografi e curiosi.

È successo tutto sopra il faro di St Mary, la struttura di avvistamento situata sull’omonima isola a nord di Whitley Bay, sulla costa del nord-est dell’Inghilterra. Su questo piccolo lembo di terra rocciosa, collegata alla terraferma da una strada rialzata rocciosa e raggiungibile durante la bassa marea, esiste infatti un faro costruito nel 1898.

Sebbene non sia più in funzione, la struttura è stata trasformata in un piccolo museo, che oggi accoglie un centro visitatori e una caffetteria, e che è diventato un punto di riferimento per tutti gli avventurieri che scelgono di raggiungere questo piccolo lembo di terra vicino a Whitley Bay, della contea del Tyne and Wear.

Ed è propria sopra il faro che, nelle scorse notti, il cielo ha ospitato l’aurora boreale, uno show che ha incantato il mondo intero anche grazie alle fotografie che hanno fatto il giro del web. Non sappiamo se il fenomeno si presenterà ancora nei prossimi giorni, ma il consiglio è quello di tenere gli occhi puntati sopra il cielo, chissà che ci stupisca ancora.

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Wild Garda, spiagge nascoste, panorami e storia

Lago di Garda wild? Si può: incastonata in una delle zone più incontaminate del Lago, abitata sin dalla preistoria, la Riserva della Rocca di Manerba offre facili trekking dal sapore mediterraneo, panorami mozzafiato sul lago e spiagge wild: basti pensare che nel versante lacustre del parco – tra Porto Dusano e Pisenze – è consentito avvicinarsi alla costa solo con imbarcazioni a vela e remi.

I sentieri, situati a bassa quota e ideali per una passeggiata primaverile, si sviluppano tra scavi archeologici, scogliere a strapiombo sull’acqua, vigneti e uliveti lacustri.

Storia, panorami e sentieri

Potete parcheggiare nei pressi del Museo Archeologico (vedi info pratiche in basso), utile per conoscere le motivazioni per le quali l’uomo ha deciso, nel tempo, di insediarsi sul Lago di Garda, e proseguire sul facile percorso informativo disseminato di bacheche descrittive e punti panoramici che ci portano alla Rocca (10 min e 50 m di dislivello in salita), il punto più alto di tutta la zona, che regala una vista panoramica a 360 gradi sul lago: l’Isola dei Conigli accanto a noi, a nord-ovest, gli oltre 2000 m del Monte Baldo a nord-est, la penisola di Sirmione a sud-est, le coltivazioni rurali della riserva proprio sotto di noi.

Dalla Rocca si può proseguire in discesa verso Punta Sasso tramite un sentiero a tratti esposto che richiede più attenzione, e delle scarpe adatte (15 min e 60 m di dislivello in discesa), e che intercetta il sentiero panoramico 801 del CAI.

Negli scavi archeologici nell’area di Punta Sasso sono state rinvenute tracce di un insediamento del Mesolitico databile da 8000 a 5000 anni fa. Sono inoltre venute alla luce tre cerchi di mura databili fra il XII e XIII secolo di cui il più interno racchiude la sommità della Rocca di Manerba. Entro la cinta esterna gli scavi hanno identificato una sequenza stratigrafica che va dalla cultura di Lagozza (4000 a.C.) alla fortificazione medievale da cui il sito trae il nome.

I reperti archeologici dimostrano la presenza di insediamenti Etruschi, dei Galli Cenomani e dei Romani. Nel 776 la Rocca fu l’ultimo baluardo di resistenza dei Longobardi ai Franchi di Carlo Magno, che un secolo dopo, donò i terreni circostanti ed in riva al lago, ai monaci di San Zeno di Verona. Successivamente la proprietà della Rocca fu degli Scaligeri, dei Visconti ed infine della Repubblica Veneta che espugnò e distrusse l’ultima struttura medievale nel 1574, in quanto divenuta un rifugio di briganti.

Punta Sasso ci offre una vista del lago diversa, una scogliera a strapiombo sull’acqua che, con i suoi 90 m di salto, richiama panorami più oceanici.

Vedete le spiaggette nascoste lì sotto? Sono raggiungibili anche senza paracadute 😉 attraverso un bel sentiero nel bosco, vedi oltre.

Le spiaggette nascoste della Rocca viste dal sentiero 801
Le spiaggette nascoste della Rocca viste dal sentiero 801

Vale la pena proseguire sul sentiero 801 verso sud (lago alla vostra sinistra), che costeggia il lago dall’alto della scogliera: l’acqua a perdita d’occhio, il contesto selvaggio, una macchia e odori a tratti simili a quelli mediterranei fanno decisamente pensare ad un trekking marino.

Se proseguite oltre, il sentiero si allontana dal lago passando per boschi e zone agricole con coltivazioni a vigneti ed uliveti, per poi arrivare alla chiesetta di San Giorgio, di epoca romanica, da cui si torna a godere di panorami lacustri. Se si prosegue oltre si arriva a Porto Dusano (ca 2 km da Punta Sasso).

Le spiagge della Riserva

Invece, proseguendo sull’801 verso nord (lago alla vostra destra) si arriva alla bella ed estesa spiaggia Pisenze – di ciottoli, stretta ma abbastanza estesa, priva di servizi – nei pressi dell’omonimo ristorante. Periodicamente visitata da coppie di cigni bianchi, si ha da qui una bella vista sulle montagne circostanti e sull’isole di San Biagio, che è possibile visitare o a piedi – quando la bassa marea lo permette – o noleggiando un sup o un kayak (se non siete pratici meglio tramite un tour accompagnato) presso Garda Sup (+39 389 2022414), presente nella Spiaggia Pisenze. La spiaggia va in ombra a metà pomeriggio ed è vietata ai cani.

Spiaggia Pisenze vista da Punta Sasso
Spiaggia Pisenze vista da Punta Sasso

Mentre Pisenze è collegata alla viabilità stradale, le spiagge sotto alle scogliere a strapiombo di Punta Sasso sono raggiungibili solo tramite sentiero, accedendo alla riserva da sud.

La Riserva di Manerba si estende alle acque di questo tratto, a cui è consentito avvicinarsi solo con imbarcazioni a vela e remi. Le spiagge di questo tratto, quindi, isolate dal contesto prevalentemente urbano del lago, e protette dall’intrusione dei motori, costituiscono davvero uno spettacolo della natura.

Info Pratiche – Spiagge (accesso da sud)

🚗 Uscita Desenzano della A4, SP572 verso Desenzano/Salò fino ad una rotonda con una grande pianta in metallo al centro, dove si prende Via Valtenesi a destra seguendo le indicazioni per il Parco archeologico naturalistico. Si prosegue seguendo le indicazioni per il Parco/Porto Dusano prendendo, nei pressi della destinazione, Via San Giorgio prima e poi Via Agello a sinistra fino all’omonimo parcheggio (45.550358, 10.570759; Via Agello, 10, 25080 Manerba del Garda (BS); ampio parcheggio, auto a € 4 al giorno; area camper aperta da maggio a settembre con bar, in contesto prevalentemente naturale: notte € 8, giorno € 8, solo carico e scarico € 5).

Fonte: riservaroccamanerba.com

I sentieri della Riserva della Rocca di Manerba – Credits: riservaroccamanerba.com

👣 Si prosegue a piedi su via Agello e, non appena la strada si fa sterrata e carrabile per i soli residenti, si gira a destra in Via Marinello che si segue fino al cartello marrone “Pieve” (45.55049, 10.57528), dove si lascia la strada principale per il sentiero che si infila nel bosco. Dovete, subito dopo, cercare il sentierino che scende verso il lago, con il lago stesso alla vostra destra. Passata una porta abbandonata in mattoni, si continua a scendere fino ad arrivare all’altitudine del lago, dove troverete alcune piccole spiaggette.

Da qui si prende una traccia a sinistra che corre lungo il profilo del lago tenendolo alla vostra destra. Questa traccia porta a diverse calette, tutte selvagge e nascoste, alcune di rocce altre di ciottoli. Una delle prime che incontrerete è frequentata da naturisti.

Ecco le mie spiagge preferite! Seguite la traccia che costeggia il lago (con lo stesso alla vostra destra) per circa 3-400 m: si trovano una dietro l’altra in queste posizioni, 45.5534, 10.5782 e 45.55401, 10.5781, sono entrambe di ciottoli, abbastanza larghe ed estese (circa 50 m ciascuna).

Le spiaggette nascoste della Riserva

Le due spiagge sono entrambe soleggiate, con ampie zone di ombra naturale grazie al lussureggiante bosco che arriva fino alla riva e vanno in ombra a metà pomeriggio.

Dal parcheggio tenete conto di almeno 30 minuti di cammino abbastanza facile, ma non segnalato: considerate tuttavia che, anche se fino al cartello marrone il percorso è prevalentemente in piano, successivamente si affronta un dislivello di ca 60 m. Servono calzature da escursionismo.

Info Pratiche per la Rocca (accesso da nord)

Se prediligete gli scavi alle spiagge, conviene forse approcciare la riserva da nord, seguendo le indicazioni per il Parco Archeologico Naturalistico fino al parcheggio di Via della Rocca, 16 a Manerba del Garda (45.556539, 10.568915). È  il più caro della zona (€ 2 l’ora, alcuni segnalano multe per una ZTL mal segnalata, a noi non è capitato) ma si trova accanto al Museo Civico Archeologico e dà immediato accesso al percorso informativo che ci porta alla Rocca (Dislivello: 50 m in salita).

Se cercate un parcheggio gratuito ce n’è uno da 70 posti all’angolo tra Via del Torchio e Via dei Pradelli (45.557731, 10.561053, Via del Torchio, 23, Manerba del Garda), da cui il Museo Archeologico dista 800 m (15 min e 70 m di dislivello).

In alternativa potete iniziare la vostra escursione prendendo il sentiero CAI presso il Ristorante Pisenze (700 m di sentiero e 120 di dislivello fino alla Rocca, servono scarpe adatte): le Vie Duca D’Aosta e Pisenze sono attrezzate con parcheggi a pagamento (1€ l’ora o 7€ tutto il giorno) e da qui potete rapidamente accedere alla omonima spiaggia. Inoltre il Ristorante (buona scelta per mangiare vista lago; 45.559293, 10.569740; +39 0365 552358; via Duca D’Aosta, 23, 25080 Manerba del Garda), offre un parcheggio riservato ai suoi clienti.

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Viaggi, la costosa Pasqua degli italiani: tutti gli aumenti

La primavera è finalmente arrivata e con i ponti dietro l’angolo, a partire dalla Pasqua, cresce sempre di più la voglia di regalarsi una vacanza o una gita fuori porta in una splendida località italiana. La notizia che rischia di smorzare un po’ gli entusiasmi riguarda però l’aumento dei costi dei viaggi tanto sognati. A cominciare dai rincari sui prezzi dei biglietti aerei. Ecco cosa dobbiamo aspettarci.

Vacanze pasquali: quanto costerà volare

Le vacanze pasquali saranno una sorta di prova generale per il turismo estivo e l’aumento dei costi dei voli indica che, quella che verrà, sarà un’estate piuttosto cara per i viaggiatori. Basti pensare che quest’anno volare ad aprile verso il Sud Italia e le grandi isole costa quasi il doppio rispetto a un anno fa. Stando a quanto emerge da un’analisi del Corriere della Sera, effettuata su diverse tratte da Nord a destinazioni del Meridione, i prezzi medi per i voli nazionali sono passati da circa 60 euro nel 2022 (andata e ritorno, extra esclusi) a 113 euro nel 2023, con un aumento dell’8% rispetto anche al periodo pre-pandemia, ossia al 2019.

L’analisi è stata condotta attraverso piattaforme specializzate sulle rotte da Milano/Roma verso Bari, Brindisi, Palermo, Catania, Cagliari, Olbia e Alghero, considerando le tariffe di tutti i vettori che offrono i voli interni. In particolare, i rincari maggiori si registrano soprattutto tra Milano e Sud o isole, con poco meno del +115% sul 2022 e +12% sul 2019, mentre da Roma alle destinazioni del Sud Italia, l’incremento è del 63% rispetto a un anno fa e del 3% rispetto al periodo pre-Covid.

Gli aumenti sui voli per chi parte da Milano

Nell’analisi del Corriere sulle singole rotte, emerge che, rispetto all’anno scorso, gli incrementi sono netti ovunque, mentre si può notare qualche calo confrontando le tariffe media di questo aprile con quelle dello stesso periodo nel 2019. I rincari per chi parte dagli aeroporti di Milano – Linate, Malpensa e Bergamo-Orio al Serio – spiccano, in particolare, sui voli verso Puglia, Sicilia e Sardegna. Nello specifico:

  • Milano-Puglia: i voli per Bari, molto apprezzata anche dagli stranieri, sono aumentati del 92% rispetto al 2022, ma sono diminuiti dell’8% rispetto al 2019. Per i voli diretti a Brindisi, l’incremento è del 111% rispetto al 2022 e del 2% sul 2019;
  • Milano-Sicilia: più significativi i rincari delle tariffe per chi viaggia dai tre scali lombardi verso quelli siciliani. Un volo per Palermo, andata/ritorno, è aumentato in media del 135% rispetto al 2022 e del 5% sul 2019. Da Milano a Catania, invece, il rincaro è del 153% rispetto all’anno prima e del 30% rispetto al periodo pre-C;vid:
  • Milano-Sardegna: per i voli tra il capoluogo lombardo e i tre aeroporti sardi, gli aumenti vanno dal +148% da/per Olbia al +74% su Alghero. I prezzi di aprile 2023 sono tutti superiori anche al 2019: +12% su Milano-Cagliari e +31% su Milano-Alghero.

Quanto costa volare da Roma verso Sud

Nella Capitale, il caro-voli è più contenuto rispetto a Milano, ma anche qui i rincari si fanno sentire per chi vuole regalarsi una vacanza nel Sud Italia e nelle isole. Ecco i rincari dagli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, evidenziati dall’analisi del Corriere:

  • Roma- Puglia: volare da Fiumicino/Ciampino verso Bari è più costoso dell’84% rispetto al 2022, ma c’è un calo del 37% sul 2019. Volare a Brindisi è, invece, più caro del 58% rispetto a un anno fa, con un calo del 6% rispetto al 2019;
  • Roma-Sicilia: i prezzi dei biglietti per Palermo sono aumentati del 40% rispetto al 2022 e segnano +9% sul 2019, mentre quelli per Catania registrano un +138% sul 2022 e +15% sul 2019;
  • Roma-Sardegna: per i collegamenti verso Cagliari gli aumenti sono del 58% sul 2022 e del 31% rispetto a quattro anni fa, mentre tra la Capitale e Olbia si registrano incrementi del 45% sul 2022 e del 12% sul 2019.

Da quest’anno, inoltre, chi viaggia dovrà fare i conti anche con l’aumento della tassa d’imbarco sul biglietto aereo previsto negli scaldi di Venezia e Napoli, e forse anche di Brindisi, una decisione che ha messo le compagnie low cost sul piede di guerra.

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Glamping con vista sakura: l’Hanami qui è un sogno

C’è qualcosa di straordinario che succede intorno a noi quando la primavera arriva, quando la natura con il suo risveglio trasforma il mondo che abitiamo nel palcoscenico di uno spettacolo che lascia senza fiato. Tutto merito delle fioriture che esplodono nei parchi, nei giardini e nei viali alberati, le stesse che incantano la vista e che inebriano i sensi.

Protagonisti assoluti della stagione sono i ciliegi in fiore, quelli che si sono trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche. Gli stessi che ci invitano a praticare la meravigliosa e suggestiva tradizione dell’Hanami tanto cara ai cittadini del Giappone.

Ed è proprio tra le bellezze naturalistiche del Paese del Sol levante che vogliamo portarvi oggi, per farvi vivere un’esperienza unica che sembra un sogno a occhi aperti. Sì perché proprio qui, di fronte al maestoso Monte Fuji, esiste un glamping ad alta quota che affaccia sui ciliegi in fiore, e che permette di praticare l’Hanami a ogni ora del giorno e della notte. Pronti a partire?

Giappone: la caccia dei ciliegi in fiore ha inizio

Palazzi imperiali, parchi nazionali e montagne maestose, metropoli affollate, templi e santuari: questo è il Giappone. Organizzare un viaggio qui, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni è sempre un’ottima idea perché le meraviglie che appartengono al Paese del Sol Levante sono tante, anzi tantissime, e tutte sono destinate a incantare.

Ma se è un’esperienza magica che volete vivere durante il vostro prossimo viaggio, allora il consiglio è quello di raggiungere il Giappone tra marzo e aprile. In primavera, infatti, le prefetture del Paese si tingono di rosa, tutto merito delle fioriture dei ciliegi che ogni anno attirano visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

È questa, infatti, la destinazione d’eccellenza per praticare l’Hanami, la suggestiva tradizione giapponese che invita cittadini e viaggiatori a passeggiare tra gli alberi in fiore, per ammirare la natura e la sua immensa bellezza.

In questo periodo, dicevamo, le prefetture del Paese si tingono di rosa, creando così scenari di incantevole bellezza che inebriano i sensi. Da Nord a Sud sono tante le località da visitare: alcune sono caratterizzate da alberi molto antichi, altre sono vicine ad aree storiche o siti di interesse culturale e altre ancora permettono di fuggire dalla città per ammirare nella calma panorami a tinte rosa e bianche.

E se non volete limitarvi solo alle passeggiate, ma volete dormire con vista sulle splendide e suggestive fioriture, allora abbiamo il posto giusto per voi. Si tratta di un alloggio situato a Yamanashi, all’ombra del Monte Fuji, un glamping straordinario che offre viste mozzafiato sui ciliegi in fiore. Pronti a vivere un’esperienza da sogno?

Glamping a Fujikawaguchiko

Fonte: Airbnb

Glamping a Fujikawaguchiko

Il glamping con vista sui ciliegi in fiore

Per vivere quella che è l’esperienza più suggestiva di questa primavera dobbiamo recarci a Fujikawaguchiko, la cittadina giapponese della prefettura di Yamanashi già celebre per la Grotta del vento Fugaku e il Parco Oishi. È proprio qui che, su un’altezza di 1100 metri, troviamo un glamping situato proprio di fronte alla montagna più alta del Giappone.

Prenotare questo alloggio in primavera permetterà agli ospiti del glamping di godere di una visione straordinaria, quella del Monte Fuji incorniciato dagli alberi di ciliegio in fiore. Inoltre, durante la stagione, sulle sponde del Lago Kawaguchi, situato ai piedi del glamping, viene organizzato uno dei più popolari festival dedicato ai fiori di ciliegio: il Fuji Kawaguchiko Cherry Blossom.

Prendetevi del tempo per passeggiare sulle rive del lago costellate da alberi di ciliegi e godetevi lo spettacolo: da qui la vista è surreale.

Glamping a Fujikawaguchiko

Fonte: Airbnb

Glamping a Fujikawaguchiko
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Chi viaggia di più in treno in Europa? Gli italiani, lo studio

Cresce la voglia di regalarsi una vacanza, con gli italiani in testa, primi anche per l’uso del treno. Il nostro Paese presenta la più alta percentuale di viaggiatori in Europa (88%), che incrementerà o non limiterà gli spostamenti all’insegna di svago e relax nel 2023. È quanto emerge dalla terza edizione dell’Osservatorio EY Future Travel Behaviours, che analizza le abitudini di viaggio e i driver alla base delle scelte dei viaggiatori italiani ed europei. I dati permettono anche di delineare potenzialmente quali saranno i principali trend di viaggio nel futuro: scopriamoli.

Gli italiani viaggiano di più e preferiscono il treno

Tra le novità di quest’anno, l’indagine, oltre a includere l’Italia, è stata estesa anche a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Inoltre, dato l’attuale contesto, caratterizzato da tensioni geopolitiche e dal conseguente aumento generale dei prezzi, l’Osservatorio ha esaminato come le aspettative di riduzione del potere d’acquisto influenzino le scelte di viaggio.

È emerso che l’89% dei partecipanti ha in piano almeno un viaggio di vacanza nel 2023, sicuramente un miglioramento rispetto al 2022 (85%). Come detto, l’Italia presenta la più alta percentuale di viaggiatori nel Vecchio Continente, e 1 su 5 pensa di incrementare i viaggi rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, l’aereo è il mezzo più utilizzato nel Regno Unito e in Spagna, mentre in Italia si tende a preferire il treno.

Guardando all’estero, tre persone su cinque prevedono di viaggiare in Europa e circa il 20% oltre i confini europei. La meta più ambita del 2023 è la Spagna, seguita da Italia e Francia. Tra le principali motivazioni per i viaggi di vacanza viene indicato il relax (73%), il desiderio di esplorare nuovi luoghi e culture (64%) e lo stare insieme a familiari e amici (54%). Sebbene, invece, solo il 6% dei partecipanti nell’Osservatorio indichi tra le motivazioni di viaggio la scelta di combinare vacanza e lavoro (workation) nel 2023, una percentuale più significativa (36%) è potenzialmente interessata a farlo in futuro, in particolare tra le generazioni più giovani.

È stata, inoltre, rilevata una maggiore propensione al risparmio: il 66% del campione è propenso a cambiare le proprie abitudini di viaggio qualora si verificasse una riduzione del proprio potere di acquisto, con una preferenza a diminuire il numero o la durata dei viaggi piuttosto che sacrificarne la qualità e il comfort. Tuttavia, il 19% del campione non rinuncerebbe ai propri viaggi a costo di sacrificare altre voci di spesa, mentre il 15% non crede che il proprio budget si ridurrà.

Viaggi e impatto ambientale

Da test impliciti che hanno permesso di sondare in profondità gli intenti e fattori inconsci alla base delle scelte dei viaggiatori, è emerso che per circa 1 persona su 2 l’impatto ambientale è un fattore importante per le proprie scelte di viaggio, mentre 2 su 3 mostrano un atteggiamento implicito di preoccupazione verso i temi ambientali. In termini economici, 6 persone su 10 pagherebbero costi aggiuntivi per compensare le emissioni di CO2.

Se, però, si guarda ai comportamenti effettivi, emerge che i viaggiatori bilanciano la sostenibilità con altri fattori, come il prezzo e la durata complessiva. I risultati sono, ad ogni modo, incoraggianti in questo senso, e suggeriscono che in futuro la sostenibilità avrà un ruolo maggiore, trainata dalla crescente motivazione delle generazioni più giovani e dalla disponibilità di informazioni e offerte commerciali su opzioni di viaggio amiche dell’ambiente.

I nuovi trend di viaggio

La Generazione Z si afferma come la nuova generazione di viaggiatori: viaggia più della media ed è più propensa ad andare all’estero. I giovani sono più influenzati dalla sostenibilità nelle loro scelte di viaggio, desiderano maggiori informazioni su soluzioni eco-friendly e sono anche più disposti a pagare un costo extra per compensare le emissioni. Si aspettano, inoltre, esperienze digitali “one click” al momento della prenotazione e una connettività costante durante i loro spostamenti. Sono, infine, più interessati rispetto alla media a combinare lavoro e vacanza quando viaggiano e ad abbonarsi a servizi premium.

Riguardo ai servizi gratuiti maggiormente desiderati da parte dei viaggiatori, i più apprezzati sono quelli che aiutano i clienti nella gestione di ritardi e disservizi, in particolare rimborsi e bonus automatici e informazioni tempestive. Emerge come priorità anche la flessibilità nella prenotazione, in particolare la possibilità di bloccarla gratuitamente per un periodo di tempo limitato. Infine, 2 viaggiatori su 3 affermano che un importante fattore di scelta è la possibilità di personalizzare l’esperienza di viaggio.

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Strabiliante scoperta in Egitto: ecco cosa è stato ritrovato

Il mondo dell’archeologia non smette mai di riservare entusiasmanti novità e sorprese che affascinano e consentono di avere una visione sempre più chiara di epoche remote.

Ed è questo anche il caso dell’eccezionale scoperta avvenuta ad Abido, una delle più antiche città dell’Alto Egitto, sulla riva sinistra del Nilo a 530 chilometri circa a sud del Cairo, sede di una necropoli collegata con This, la capitale delle prime due dinastie, e custode delle monumentali tombe dei primi faraoni, di ampi cimiteri di privati e funzionari con innumerevoli stele, e di due palazzi fortificati risalenti all’età protodinastica.

La strabiliante scoperta avvenuta presso l’area del tempio di Ramses II

La missione archeologica della New York University (che sta portando avanti da anni molteplici progetti di ricerca segnati da scoperte di notevole importanza) in corso presso l’area archeologica egiziana ha riportato alla luce, nell’area del tempio di Ramses II, oltre 2000 teste di ariete mummificate che risalgono al Periodo Tolemaico (che durò circa tre secoli fino alla conquista romana nel 30 a.C.), nonché un imponente edificio della VI dinastia.

L’annuncio della nuova e strabiliante scoperta è arrivato dal Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, il Dott. Mostafa Waziri, che ha sottolineato come questa sia una delle scoperte più significative degli ultimi anni in quanto consente di comprendere meglio come si svolgeva la vita in questa zona.

I preziosi reperti riportati alla luce

Come accennato, durante gli scavi gli archeologi hanno rinvenuto oltre 2000 teste mummificate di ariete ma non è tutto: oltre a esse, hanno ritrovato anche un gruppo di pecore, capre selvatiche, mucche, cani, manguste e cervi, tutti collocati presso uno dei magazzini della zona nord del tempio di Ramses.

Secondo il capo della missione, il Dott. Sameh Iskandar, tali resti mummificati potrebbero aver avuto la funzione di offerte votive donate al culto del dio ariete Khnum, ben presente ad Abido durante il Periodo Tolemaico.
Inoltre, sarebbero la conferma che Ramses II veniva ancora venerato mille anni dopo la sua morte.

E se già un tale ritrovamento ha un che di sensazionale, non è tutto.

Infatti, il team di ricerca ha riportato alla luce anche un edificio risalente alla VI dinastia (ovvero intorno al 2300 a.C.) contraddistinto da un disegno architettonico singolare dalle spesse ed enormi mura, larghe all’incirca 5 metri.

Una costruzione che si rivela molto importante per gli studiosi poiché permette loro di riflettere sull’architettura e sulle attività in essere ad Abido durante l’Antico Regno, cioè mille anni prima che Ramses II realizzasse il proprio tempio.

In più, oltre alle teste mummificate di animali e al grande edificio, sono stati scoperti anche papiri, vestiti e scarpe in cuoio, statue, e una porzione del muro di cinta settentrionale.

Sulla base dei sorprendenti ritrovamenti, ora la missione archeologica della New York University proseguirà con la documentazione e lo studio di quanto emerso in questa stagione di scavo per gettare nuova luce sui vari reperti rinvenuti, sul loro significato e sulle informazioni che possono apportare per accrescere il bagaglio di conoscenze sull’Antico Egitto.

Una scoperta che, al pari delle altre, apre le porte a ulteriori conoscenze.

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Argentina Notizie Sud America tradizioni Viaggi

A luglio questo Paese diventa il più dolce del mondo

Viaggiare significa anche e soprattutto scoprire le tradizioni gastronomiche. Non c’è niente di meglio di un dolce per identificare un paese: l’Austria è famosa per la sua Sacher Torte, mentre la Francia fa subito venire in mente i macaron e quando ci si reca negli Stati Uniti non si vede l’ora di gustare i pancake allo sciroppo d’acero. L’Argentina è invece apprezzata dai più golosi per i suoi alfajores, soffici dolcetti farciti col dulce de leche che sono tra i protagonisti della Semana de la Dulzura. Di cosa si tratta? È un’intera settimana della dolcezza che si svolge nella nazione sudamericana nella prima settimana di luglio: in particolare, quest’anno si svolgerà dal 1° al 7 luglio prossimi. Una tradizione recente, che in pochi anni ha conquistato tutta la popolazione argentina proprio per la sua dolcezza.

L’origine della Semana de la Dulzura

Uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati di dolciumi è stato celebrato per la prima volta nel 1989 per far fronte alla crisi economica. In quegli anni l’inflazione era alle stelle e molte fabbriche rischiavano di chiudere. Allora per sostenere l’industria dolciaria l’Associazione Distributori di Caramelle, Biscotti e Affini, presieduta in quel periodo dallo stesso fondatore Arcor Fulvio Pagani decise di incentivare le vendite di caramelle e cioccolatini promuovendo la Semana de la Dulzura. L’iniziativa ebbe un ampio seguito, tanto che le vendite aumentarono del 20%. Tra i dolci più venduti ci furono il “pico dulce”, una sorte di lecca lecca, i “Bon o bon” dei cioccolatini con ripieno alla crema di arachidi, i cioccolatini “Milka”, le merendine “Cabsha” e tutti i tipi di alfajores.

Coppia si scambia dolci

Fonte: iStock

Durante la Semana de la Dulzura si donano dolci ai propri cari

Da quel momento si è deciso di continuare a celebrare l’evento anche se la situazione economica era migliorata. Con il passare del tempo, la Settimana della dolcezza, ha assunto un valore non solo economico e commerciale ma è diventato un vero proprio rito per dimostrare il proprio affetto alle persone care.

Una tradizione che non passa mai di moda

Come ogni tradizione che si rispetti lo scambio dei dolciumi deve essere accompagnato da una frase tipica. Se ad Halloween impazza “dolcetto o scherzetto”, durante la Semana de la Dulzura la frase più ripetuta è “una golosina por un beso”, che tradotta letteralmente vuol dire “una caramella per un bacio”. In cambio del cioccolatino o della caramella si dà appunto un bacio, un modo per saldare ancora di più il legame con amici, parenti o con il proprio partner.

L'alfajores è un dolce tipico argentino

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L’alfajores è tra i dolci più donati durante la Semana de la Dulzura

A 33 anni di distanza, la settimana della dolcezza non passa ancora di moda, anzi si è radicata talmente tanto che si è deciso negli ultimi anni di prolungarla per l’intero mese di luglio. Il periodo che in Argentina coincide con l’inverno e le temperature più basse è l’ideale per consumare dolci. I prodotti più acquistati e donati sono appunto gli alfajores, una vera e propria passione per gli argentini perché sono disponibili in differenti gusti, sono facili da mangiare anche mentre si passeggia e poi sono davvero buoni!

L’amore per questo dolce ha spinto la popolazione a celebrarlo e a dedicargli persino un’intera settimana di festeggiamenti durante il mese di maggio. Non c’è dubbio, l’Argentina è il luogo ideale da visitare non solo per le bellezze del suo territorio, ma anche per le golosità a cui è difficile rinunciare.