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Cose che puoi fare a Pasqua per sentirti da un’altra parte

Weekend, ponti e festività si trasformano nell’occasione perfetta per organizzare viaggi brevi o lunghi, per esplorare le meraviglie del mondo e per immergerci tra le tradizioni e la cultura di altri popoli. Usanze che si fanno ancora più vive durante alcuni periodi dell’anno come la Pasqua.

Se è vero che per noi questo è il momento in cui riunirci alle persone che amiamo, familiari e amici, con grandi tavolate che ospitano uova di cioccolato e tutte le prelibatezze gastronomiche locali, è vero anche che dall’altra parte del mondo, e non solo, ci sono tante tradizioni che non conosciamo, ma che sono bellissime.

Alcune possono sembrare bizzarre e stravaganti, altre ancora davvero suggestive, quello che è certo è che sono tutte rappresentative di un Paese e della sua tradizione. E qualora non riuscissimo a organizzare un viaggio per scoprirle tutte, allora possiamo farle nostre così da avere la sensazione di essere dall’altra parte del mondo.

Uova dipinte, Romania

Uova dipinte, Romania

Romania, le uova dipinte

Arriva dalla Romania una delle tradizioni più belle e suggestive di Pasqua, quella delle uova dipinte. Si tratta di un’usanza secolare e artigianale che prevede la trasformazione delle uova vere, di gallina, di oca o di anatra, in piccoli capolavori artigianali.

Queste, infatti, vengono ricoperte di cera d’api e poi immerse in bagni di colore per poi essere dipinte e disegnate. Oltre a essere il simbolo pasquale per antonomasia nel Paese, le uova si sono trasformate nei souvenir prediletti dei viaggiatori. Provate a farle anche voi!

Svezia: le streghe di Pasqua

Avete mai sentito parlare di påskkärringar? In Svezia, il giorno di Pasqua, le bambine si travestono da streghe, con tanto di trucco, parrucco e scopa, e vanno di casa in casa a chiedere dolci e cioccolato. Vi ricorda qualcosa?

Finlandia: i grandi falò

Nei giorni immediatamente precedenti alla Pasqua, in Finlandia, grandi fiamme si alzano verso il cielo. Si tratta di falò e roghi che gli abitanti delle città organizzano per ripulire l’aria dalle energie negative e liberare il cielo dalle streghe.

Una volta compiuta la missione ci si riunisce intorno alla tavola per festeggiare nella maniera tradizionale. I bambini, invece, diventano i protagonisti di una caccia alle uova di cioccolata organizzata dai genitori giorni prima.

Falò di Pasqua, Finlandia

Falò di Pasqua, Finlandia

Appuntamenti imperdibili a Pasqua

Ci sono tradizioni da replicare e altre da vivere, come le processioni religiose che vengono organizzate in ogni parte del mondo durante la Settimana Santa. Eppure nessuna sembra essere così suggestiva e intensa come quella spagnola.

Tra misticismo e folklore e sentita spiritualità, uomini e donne con cappucci a punta e abiti lunghi, sfilano tra le strade delle città spagnole. Una tradizione secolare e solenne, quella che prende vita durante la Semana Santa, che affonda le sue radici nel Medioevo e che attira ogni anno migliaia di visitatori.

Anche l’Italia ha un evento imperdibile: lo Scoppio del Carro a Firenze. Una cerimonia laico-religiosa secolare che unisce tradizione, cultura e identità cittadina. Ogni anno, durante la domenica di Pasqua, il fuoco benedetto viene acceso all’interno della chiesa dei Santi Apostoli e poi portato in processione fino al Duomo su un carro. Lo stesso che poi esploderà.

Scoppio del carro, Firenze

Scoppio del carro, Firenze

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La villa italiana che cela misteri incredibili

È una delle più prestigiose ville rinascimentali della Toscana e il suo fascino è arricchito da misteri e leggende che le hanno valso l’interesse anche da parte di “Freedom Presenta“, il programma televisivo a cura di Roberto Giacobbo dedicato all’insondabile e al mistero.

Si tratta della Villa di Corliano, dimora storica a San Giuliano Terme, a pochi chilometri da Pisa, che celerebbe tra le sue stanze l’apparizione di un fantasma e gli echi di “strani esperimenti” svolti nei sotterranei.

Il fascino e la storia della sontuosa Villa

Edificata nel XV secolo, la Villa di Corliano, tra le più belle della regione, fa parte di un ampio complesso monumentale composto dalle scuderie, dal frantoio, dalla fattoria a opera dell’architetto Ignazio Pellegrini, dalla cappella gentilizia intitolata ai Santi Pietro e Paolo, dalla kaffeehaus ( piccolo edificio utilizzato per prendere cioccolata e caffè in tazza per i momenti di svago) e da un vasto parco di circa tre ettari abbracciato dalla cinta muraria e custode di piante secolari.

Gli interni conservano ancora oggi pregevoli affreschi di Andrea Boscoli, risalenti al Cinquecento, e di Nicola Matraini, della metà del Settecento.

Definita dal fiorentino Vincenzo di Luca Pitti come “il più bel Palazzo che sia intorno a Pisa”, vide la luce per volontà della famiglia degli Spini di Firenze i quali la vendettero poi, nel 1536, ai conti Agostini Venerosi della Seta i cui discendenti ne sono tuttora proprietari.

Assunse le attuali forme nel Settecento,  dopo la ristrutturazione seguita dall’architetto Pellegrini per le nozze di Teresa della Seta Gaetani Bocca, donna particolare e stravagante per l’epoca, in grado di condurre da sola una carrozza con sei cavalli e profondamente innamorata della sua villa.

La raffinatezza e il fascino della dimora fecero sì che, nel corso dei secoli, qui soggiornassero illustri personaggi quali, ad esempio, Lord Byron, Vittorio Alfieri, il sovrano Carlo Alberto di Savoia, Cristiano VI di Danimarca e molti altri.

Ai nostri giorni la Villa di Corliano è un’incantevole struttura ricettiva di lusso con ristorante dove respirare l’autentica atmosfera nobiliare ed è cornice ideale per eventi, banchetti, congressi e feste tra arte, storia e natura.

I misteri della Villa di Corliano

Oltre che per l’indiscutibile bellezza, la Villa è nota anche per i misteri che la avvolgono, uno su tutti la presenza del fantasma di Teresa, la contessa vissuta qui tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 e talmente innamorata di questo luogo da “non voler più andare via”.

La sua vicenda attrae tra le mura della Villa numerosi studiosi e appassionati anche da Oltreoceano, alla ricerca di prove che possano spiegare gli strani fenomeni raccontati dai testimoni (del passato e del presente): suoni, ticchettio di scarpe, passi che sembrano danzare nel salone nelle notti di luna piena…

Ma non è tutto.

Alla fine dell’Ottocento, pare che il chirurgo Francesco Vacca Berlinghieri svolgesse nei sotterranei esperimenti legati al galvanismo, ovvero la scienza di far muovere i muscoli mediante gli impulsi elettrici.
E Mary Shelley, in visita alla Villa, prese spunto per scrivere il suo celeberrimo romanzo: Frankestein.

Un’ulteriore curiosità? Il medico era soprannominato Francesco La Pietra: Franken Stein.

villa corliano

Veduta aerea della Villa di Corliano

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La Green Road dell’acqua è la più bella ciclabile d’Italia

Autentico “paradiso dell’acqua” per i cicloturisti: nel cuore della provincia di Trento, si snoda per 143 chilometri al cospetto di fiumi e laghi la Green Road dell’acqua, eletta nel 2021 come miglior ciclabile agli Italian Green Road Awards (insieme alla Ciclovia dei Parchi della Calabria).

Un attento lavoro di recupero di argini fluviali, strade e ferrovie dismesse per 113 chilometri, realizzato nell’arco di trent’anni dalla Provincia Autonoma di Trento, ha consentito di realizzare un unico percorso ad anello in più tappe che ha inizio in località Cadino di Faedo, nel comune di San Michele all’Adige, e attraversa ben 21 comuni prima di concludersi nel capoluogo.

L’itinerario, che consta di 138 chilometri riservati alle bici, 4 chilometri su strada a bassissimo scorrimento e l’ultimo chilometro percorribile in funivia al di sopra dell’Adige, è perfetto per un turismo slow a contatto con le eccellenze del territorio, in cui ognuno può pedalare al proprio ritmo e soggiornare in agriturismi, borghi oppure campeggi.

Il paradisiaco itinerario della più bella ciclabile d’Italia: la prima parte

mezzocorona

Veduta di Mezzorona

La prima parte del percorso ciclabile si snoda per 60,5 chilometri quasi esclusivamente pianeggianti con un dislivello in salita di 140 metri e 160 in discesa.

La partenza è dalla località Cadino di Faedo e l’arrivo è a Mori dove la Via dell’Acqua devia in direzione del Lago di Garda mentre la Via dell’Adige prosegue alla volta di Verona.

Il tratto iniziale, immerso tra i vigneti del Trento DOC, costeggia da subito il fiume Adige e incontra i borghi di Mezzocorona e Mezzolombardo nonché biotopi e siti naturali di interesse comunitario quali “la Rocchetta”, “la Rupe” e il sito “Natura 2000”, dimora ideale del gufo reale e di svariati uccelli migratori.

25 chilometri pianeggianti ed ecco poi il primo passaggio a Trento nel moderno quartiere delle “Albere”, progettato da Renzo Piano e sede del MUSE, il nuovo e prestigioso Museo delle Scienze della città.

Seguendo il corso del fiume, tra i meleti della Valle dell’Adige e i vigneti della Vallagarina, si raggiunge Rovereto, “Città della Pace” e sede del MART, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea.

La seconda parte: più impegnativa ma meravigliosa

Arrivati all’altezza di Mori, comincia la seconda parte dell’itinerario della Green Road dell’Acqua, più impegnativo del precedente, con lo stesso numero di chilometri ma un dislivello di 1040 metri in salita.

Da qui, si costeggia il biotopo del Lago di Loppio lungo il tracciato della vecchia ferrovia asburgica Mori-Arco-Riva: a metà una sosta interessante è quella all’Isola di Sant’Andrea, notevole sito di archeotrekking con accesso alle rovine del castrum dalla ciclabile.

Pedalando tra olivi secolari, ecco Nargole e Torbole sul Garda con vista impagabile sul lago: il tracciato punta verso nord costeggiando il fiume Sarca verso Arco, capitale dell’arrampicata sportiva, e poi oltre, nella zona della Valle dei Laghi dove la ciclopista si sviluppa in un ambiente di rara bellezza dominato dall’acqua.

È poi il momento di sfiorare la Riserva Naturale delle Marocche, dove lasciarsi sorprendere da un paesaggio lunare plasmato da sassi ciclopici, e raggiungere Sarche dove ha inizio il Parco Fluviale della Sarca”: una deviazione è d’obbligo per pedalare lungo le forre del Limarò, entusiasmante canyon.

Mentre si continua verso Trento, il paesaggio è immerso tra lecci e olivi abbracciati dalle montagne, e punteggiato dai laghi di Toblino, Santa Massenza e Terlago.

L’utimo tratto della Green Road dell’Acqua sale sul Monte Bondone e scende a Sardagna, punto panoramico privilegiato su Trento: da qui è possibile prendere la funivia oppure percorrere ancora un tratto in sella alla bici tra boschi di castagni fino al rione di Piedicastello.

green road acqua

La Green Road dell’acqua

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Il monastero immerso nella natura che sorprende tutti

Roccia, acqua e un’atmosfera magica che cattura tutti i sensi: il monastero immerso nella quiete della natura, sulla vetta della montagna a strapiombo, è un tesoro nascosto che sorprende e lascia senza fiato.

Stiamo parlando del Monastero di Sant Miquel del Fai, in Catalogna, a una cinquantina di chilometri dalla variopinta e vivace Barcellona ma qui sembra davvero di trovarsi in un’altra dimensione.

Tutto il fascino del monastero sospeso sulla rupe

Sant Miquel del Fai

Sant Miquel del Fai a strapiombo sulla rupe

Intriso di una bellezza mistica, il Monastero catalano si annida tra le rocce e, nel suo insieme, sfida la gravità sospeso sulla rupe a guardia della Valle del fiume Tenes, tra affioramenti rocciosi e cascate che superano i 100 metri di altezza.

Un paesaggio a dir poco fiabesco, uno dei luoghi più sorprendenti della catena montuosa catalana dove natura e architettura si incontrano per dare vita a qualcosa di unico nel suo genere.

Il Monastero di Sant Miquel del Fai, infatti, vanta l’unica cappella romanica della regione costruita all’interno di una grotta.
Le prime notizie che riguardano lo straordinario edificio religioso risalgono al 997, e una comunità di monaci benedettini visse qui fino al 1657.

Rimane pressoché “celato” agli occhi del mondo fino al XIX secolo quando viene scoperto dagli scrittori romantici che, affascinati dalla sua posizione singolare, lo raccontano e ne divulgano la storia e le leggende.

Il tour di visita mozzafiato all’abbazia medievale

Dopo aver raggiunto l’ardito monastero con una passeggiata spettacolare, la visita inizia dal piazzale antistante che già si rivela unico essendo scavato nel fianco della montagna.
Da qui lo sguardo spazia dai laghetti formati dal ghiaccio che si scioglie e dall’acqua piovana fino alla Casa del Priorato, risalente al XV secolo in stile gotico, che oggi è adibita a ristorante e galleria espositiva.

Il piazzale è il luogo ideale per godere di una splendida vista sull’intera vallata, uno di quei panorami che non si dimenticano facilmente.

Dopo aver speso il giusto tempo ad ammirare l’insolito paesaggio arroccato sul precipizio, è il momento di percorrere la galleria rupestre che faceva parte del chiostro per incontrare la Cappella romanica di Sant Miquel del X secolo, costruita all’interno della grotta accanto alla cascata, sito un tempo dedicato al culto pagano.

L’inedita cappella dona forti emozioni ma siamo appena all’inizio. Una scalinata conduce alla magnifica Grotta di Sant Miquel, rinvenuta nel 1847, dove le rocce calcaree hanno plasmato suggestive stalattiti e stalagmiti: qui è d’obbligo una sosta per ammirare le opere che solo la Natura sa creare.

Lungo il percorso degna di nota è anche la panchina, in Plaza del Repòs, con la scultura dello scrittore e giornalista spagnolo Josep Pla.

Il sentiero prosegue poi alla volta di un laghetto nascosto tra le rocce, passa al di sotto della fragorosa Cascata del Tenes e raggiunge l’Eremo di Sant Martì, del X secolo e restaurato nel Duemila, che spicca al centro di una spianata.

E non finisce qui: alla fine del tour ci si può addentrare alla scoperta della Grotta Les Tosques (con obbligo di casco) dove dimorano i pipistrelli.

Saint Miquel del Fai

Sant Miquel del Fai

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Un viaggio di 150 chilometri fra arte, cultura e gusto

Il nostro Paese cela luoghi magnifici, dove la natura incontra il genio dell’uomo e dà vita a capolavori dalla bellezza unica. Nasce per questo la Costa del Mito, un lungo itinerario di ben 150 km che ci porta alla scoperta di piccoli borghi incantati, spiagge da sogno e splendide testimonianze di un’antichissima civiltà. In una delle cornici più affascinanti d’Italia, ovviamente.

Costa del Mito, la bellezza incontaminata della Sicilia

La Costa del Mito si snoda nel sud della Sicilia, tra le province di Agrigento, Trapani e Caltanissetta. Si tratta di un percorso costiero che racchiude alcune delle attrazioni più belle di questa regione, attraversando ben quattro aree archeologiche dove poter rivivere un passato che affonda le sue radici indietro nei secoli. Da Selinunte a Gela, l’itinerario offre un’esperienza unica che permette di unire il divertimento al relax, ma anche un viaggio culturale ed enogastronomico che conduce i turisti alla scoperta di un territorio dalle mille meraviglie.

Le tappe più belle della Costa del Mito

Ma quali sono le attrazioni più suggestive e affascinanti da visitare lungo la Costa del Mito? I suoi parchi archeologici sono senza alcun dubbio delle tappe imperdibili, con il loro vasto patrimonio storico e culturale che racchiude millenni di civiltà. L’antichissima città di Selinunte offre ben 5 km di itinerari, per ammirare la sua acropoli e i templi che punteggiano le colline circostanti. Qui sono state rinvenute preziosissime sculture, che oggi riposano presso il Museo Archeologico di Palermo. Decisamente meno conosciuta (ma altrettanto affascinante) è invece Eraclea Minoa: il bellissimo Teatro Greco che si apre verso il mare azzurro è uno spettacolo davvero suggestivo, così come l’Antiquarium e i suoi pregiatissimi reperti.

E poi la meravigliosa Valle dei Templi, che fa da sfondo alla città di Agrigento. Questo è uno dei siti archeologici più grandi dell’intero Mediterraneo, e custodisce un inestimabile patrimonio architettonico del periodo ellenico, che attira milioni di turisti da ogni angolo del mondo. Infine, si arriva a Gela: la sua acropoli conserva splendide rovine, mentre le fortificazioni di Capo Soprano rappresentano l’esempio meglio conservato di architettura militare greca. Delle Mura Timoleontee sono ancora visitabili ben 400 metri, con bellissimi camminamenti di ronda e ciò che resta di un antico torrione di avvistamento.

I borghi e le spiagge della Costa del Mito

Ma la Costa del Mito non è solamente un itinerario per amanti dell’archeologia. Sono davvero tante le bellezze che i turisti possono ammirare, a partire da alcuni incantevoli borghi medievali tutti da scoprire. Come ad esempio Sambuca di Sicilia, con un centro storico dal fascino incredibile dove si susseguono piccole chiese e palazzi nobiliari. Il paesino è divenuto famoso persino all’estero, per la sua iniziativa delle Case a 1 euro, ben presto seguita da tantissime altre splendide località italiane. E ancora Sutera, graziosissimo borgo arrampicato sulle rocce da cui si gode un panorama incredibile.

Naturalmente, lungo la Costa del Mito c’è ampio spazio anche per il relax. Sono tantissime le spiagge meravigliose che si affacciano su questo splendido litorale, a partire da quelle della Foce del Fiume Platani: qui la natura è davvero incontaminata. E non possiamo proprio dimenticare il panorama mozzafiato della Scala dei Turchi, una delle perle siciliane per eccellenza. L’immagine di questa imponente falesia bianca che si tuffa nell’azzurro del mare è qualcosa di unico al mondo.

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Come in un quadro: la montagna che ha rubato i colori all’arcobaleno

Sono tantissimi i viaggi che organizziamo ogni giorno e che ci portano alla scoperta dei luoghi più sensazionali del mondo. Eppure, proprio quando crediamo di aver visto tutto, ecco che le meraviglie del pianeta che abitiamo ci sorprendono ancora una volta con la loro grande bellezza, così immensa da sembrare finta o artificiale. E invece è reale, così come lo è splendida montagna Vinicunca che ha rubato i colori all’arcobaleno e di quella si è abbigliata.

Immaginate di avere davanti agli occhi una terra variopinta e surreale su quella poter camminare. È quello che accade quando si raggiunge la Montaña de Siete Colores, un massiccio montuoso situato a 5200 metri sul livello del mare e che appartiene alle Ande, che a guardarlo sembra essere una cartolina dipinta a mano dai migliori illustratori

Qui, numerosi viaggiatori provenienti da tutte le parti del mondo giungono ogni giorno dell’anno per ammirare quei colori, per lasciarsi incantare dal meraviglioso spettacolo messo in scena dalla natura che, come un pittore, ha dipinto le montagne con vigorose e intense pennellate.

Vinicunca

Vinicunca

La montagna delle meraviglie

Per ammirare con i nostri occhi questa meraviglia che appartiene al pianeta, dobbiamo recarci in Perù, al cospetto delle Ande. Nella regione di di Cusco, e più precisamente tra le province di Quispicanchi e Canchi, troviamo Vinicunca, anche conosciuta col nome di Montaña de Siete Colores.

Un caleidoscopio di colori si apre davanti allo sguardo di chi osserva. L’arancione, il blu, il viola, il rosso e il giallo si intrecciano al marrone e al rosa in maniera indissolubile tra i monti. E sembra quasi di poter camminare su un arcobaleno.

Vinicunca

Vinicunca

Vinicunca, l’arcobaleno sotto ai nostri piedi

Trovarsi al cospetto della montagna arcobaleno è un’esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita. A guardare questa meraviglia del mondo è facile lasciarsi trasportare dalle suggestioni che uno scenario così magico può provocare.

In realtà quello che si nasconde dietro ai colori che caratterizzano questa montagna delle Ande è stato ampiamente spiegato dalla scienza. Le striature che splendono sotto il sole non sono altro che il risultato dei diversi minerali che nel corso di milioni di anni si qui sono depositati e poi sovrapposti.

Ossido di ferro, manganese, zolfo, calcio, magnesio, rame ossidato e granito hanno creato questi sette colori che oggi rendono la montagna una delle più suggestive del mondo intero.

A rendere ancora più suggestiva la montagna arcobaleno è stato il fatto che questa, per molti secoli, è rimasta nascosta sotto uno spesso strato di ghiaccio, come se fosse un tesoro a proteggere. Una volta che questo si è sciolto però ha mostrato al mondo intero uno scenario meraviglioso, inedito e sensazionale.

Oggi Vinicunca è diventato un luogo da esplorare e da scoprire, per perdersi e immergersi nelle meraviglie del nostro mondo. Tuttavia, l’esplorazione della montagne delle Ande prevede può risultare abbastanza impegnativa, meglio quindi se ci si avvale della presenza di guide esperte.

Lungo il tragitto di quella valle incantata, è possibile incontrare gli animali che popolano l’altopiano da secoli, tra i quali il vicuña e l’alpaca, e i villaggi delle comunità locali.

Vinicunca

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La prima attrazione al mondo a tema Jumanji inaugurata oggi a Gardaland

Gardaland continua a investire nel divertimento e si rinnova, anno dopo anno, per offrire ai visitatori esperienze ed emozioni uniche e sorprendenti, capaci di stupire un pubblico di tutte le età.

Da oggi il Parco Divertimenti si arricchisce con la prima e unica attrazione al mondo a tema Jumanji, ispirata alla celebre serie cinematografica di Sony Pictures.

Aldo Maria Vigevani, Amministratore Delegato di Gardaland, ha commentato in occasione dell’inaugurazione appena avvenuta: “L’attrazione è frutto di un accordo internazionale siglato da Sony Pictures Entertainment e Merlin Entertainments, gruppo di cui Gardaland fa parte, per la realizzazione in Europa e nel Nord America di attrazioni, camere d’hotel e negozi ispirati al mondo della serie cinematografica Jumanji. In Italia, a Gardaland, è quindi già fruibile la prima realizzazione di questo importante progetto, segno dell’importanza della nostra realtà a livello internazionale”.

Jumanji® The Adventure, per gli avventurieri di ogni età

Gardaland Jumanji The Adventure

Gardaland Jumanji The Adventure

La nuova attrazione, disponibile da oggi nel cuore del Parco e accolta con colorati fuochi d’artificio e il simbolico “taglio della liana”, è una dark ride adatta agli avventurieri di ogni età: adolescenti, famiglie con bambini, giovani adulti, tutti rimarranno affascinati dalla sua storia coinvolgente.

Dopo aver ammirato l’imponente facciata dell’attrazione su cui troneggia un gigantesco ippopotamo, i visitatori varcano la soglia e si ritrovano ad attraversare un misterioso tempio egizio dove si imbattono dapprima in una scrivania che funge da porta di accesso al mondo di Jumanji e, successivamente, in un altrettanto misterioso bazar che ospita i Magic Mirrors: qui ognuno potrà specchiarsi per vedere, oltre il proprio riflesso, l’immagine dell’avatar di gioco.

Dal bazar ha inizio il viaggio ricco di adrenalina attraverso 12 scenografiche ambientazioni a bordo di speciali vetture a forma di fuoristrada, il celebre mezzo 4×4 del film riprodotto nei minimi dettagli.

Ogni veicolo multi-motion compie un movimento lineare lungo il binario e reagisce agli ostacoli, ai pericoli e agli effetti audio e video che incontra ruotando su sé stesso e oscillando, tanto che sembra di trovarsi davvero su un autentico fuoristrada.

L’esperienza, immersiva ed entusiasmante, lungo il percorso mette di fronte a ostacoli di ogni tipo, come ad esempio il temibile Gigante di Pietra pronto a bloccare gli avventurieri ed enormi ragni che, all’improvviso, calano dall’alto.

Ma non finisce certo qui.

Ben 7 schermi, tutti adatti a maxi proiezioni, donano agli ospiti l’emozione della giungla di Jumanji e li rendono protagonisti di questa fantastica ambientazione: due degli schermi (“pepper’s ghost screens”) sono realizzati con una speciale tempera in grado di far risaltare le immagini e ricreare illusioni olografiche, mentre altri due vantano 15 metri di ampiezza per 5 metri di altezza.

L’innovativo percorso, unico nel suo genere, si conclude con l’esclusivo shop, il primo a tema Jumanji, dove gli ospiti potranno portare a casa un ricordo della loro avventura: cappellini, peluche, tazze, borracce e anche veri kit di sopravvivenza con penne tattiche, bussole e torce.

Gardaland continua a investire nel divertimento

La prima attrazione al mondo tematizzata Jumanji rende Gardaland un’autentica destinazione turistica internazionale.

Inoltre, il Parco mette a disposizione 4 camere al Gardaland Hotel interamente tematizzate Jumanji per rendere l’esperienza ancora più completa.

Negli ultimi tre anni Gardaland, nonostante la difficile situazione, ha continuato a investire arrivando ad oltre 41 milioni di euro tra l’apertura di LEGOLAND Water Park, la predisposizione di un Protocollo di Sicurezza Covid e, quest’anno, la costruzione di Jumanji The Adventure” ha commentato il dott. Vigevani “Questo è stato reso possibile anche grazie all’appartenenza del Parco ad un gruppo internazionale importante come Merlin Entertainments, secondo polo al mondo del divertimento, che crede fortemente in questo settore e riconosce l’importanza di Gardaland Resort, terza realtà per dimensioni di business del gruppo”.

Gardaland Jumanji The Adventure

Gardaland Jumanji The Adventure

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Il giardino vista lago è in fiore: è il più romantico d’Italia

Sono cinquantamila i tulipani in fiore sul giardino che si affaccia su uno dei laghi più suggestivi e frequentati del BelPaese. Ci troviamo a Bardolino, sulle rive del Lago di Garda, ad ammirare la grande bellezza del risveglio di Madre Natura davanti a un tripudio di colori cangianti e profumi inebrianti che si librano in tutto il paese.

Come un palcoscenico sul quale va in scena lo spettacolo più bello di sempre, così è il paese in fiore. A dirigere lo show, però, c’è solo la natura che con la sua rinascita lascia spazio a visioni memorabili che incantano i cittadini e i viaggiatori di tutto il mondo.

È proprio sulla riva del Lago di Garda che si snoda la grande bellezza: decine di varietà di tulipani, da quelle più comuni a quelle più rare e pregiate, sbocciano davanti agli occhi di chi guarda, colorando quello che è stato riconosciuto come il Comune Fiorito più bello d’Italia.

Tulipanomania, Bardolino

Tulipanomania, Bardolino

La magia dei tulipani in Italia: il giardino romantico sul Lago di Garda

Quando pensiamo alla primavera non possiamo fare a meno di immaginare quei campi sterminati di tulipani che si perdono all’orizzonte e che ci spingono ogni anno a raggiungere l’Olanda e i suoi prati in fiore.

Eppure anche l’Italia ha sui campi di tulipani e sono bellissimi. Si tratta di giardini e parchi che si snodano nel Paese, tra sole, mare e paesaggi lussureggianti, colorando tutto ciò che c’è intorno. Ed è quello che sta succedendo proprio adesso sulla sponda orientale del Lago di Garda.

Grazie al progetto Tulipanomania, avviato da qualche anno in collaborazione con il Parco Giardino Sigurtà e il suo proprietario, Giuseppe Sigurtà, la grande bellezza del risveglio della natura è stata messa a disposizione dei cittadini e di tutti i vacanzieri che arrivano a Bardolino.

Sulle rive del lago, infatti, è possibile ammirare i tulipani in fiore, disposti sapientemente in un’architettura naturale pensata da Giuseppe Sigurtà che ha creato uno dei giardini più romantici con vista di tutto il BelPaese.

È soprattutto grazie a questo progetto che nel 2019 Bardolino ha conquistato il primato come Comune Fiorito più Bello d’Italia. E a guardarlo oggi non possiamo che concordare con il riconoscimento.

Tulipanomania, Bardolino

Tulipanomania, Bardolino

Come e quando ammirare la Tulipanomania

La primavera, si sa, è il periodo perfetto per organizzare viaggi all’insegna della bellezza assoluta che appartiene a Madre Natura. Ma per contemplarla non abbiamo bisogno di andare dall’altra parte del globo.

La Tulipanomania del Parco Giardino Sigurtà, infatti, ci permette di assistere a una delle fioriture più sorprendenti del nostro Paese: migliaia di tulipani sbocciano e insieme a loro anche giacinti, muscari e narcisi. Un vero e proprio evento floreale, questo, che celebra la primavera e la rinascita della natura, e che attira migliaia di visitatori pronti a osservare lo spettacolo e immortalarlo in istantanee di grande bellezza.

Giallo, rosso, bianco, rosa, arancio e fucsia, questi sono solo alcuni dei colori che tingono il lungolago di Bardolino, da Punta Cornicello a Punta Mirabello, passando per il Lungolago Preite e quello di Cisano.

L’appuntamento, con questo caleidoscopio di colori, è al Parco Giardino Sigurtà tra fine marzo e aprile. È questo il momento in cui i tulipani sbocciano in tutta la loro bellezza ed è magia.

Tulipanomania, Bardolino

Tulipanomania, Bardolino

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Il Giro del Vino 50, in bicicletta tra borghi e vigneti

A nord di Trento, nella verde Valle plasmata dall’Adige e dai suoi affluenti e abbracciata da una cornice di vette che la riparano dalle correnti più fredde, si svela la Piana Rotaliana Königsberg, un territorio unico e vocato alla produzione di grappe e vini pregiati.

“Il più bel giardino d’Europa”, come lo definì Goethe nel suo Viaggio in Italia, vanta infatti un particolare microclima che permette la coltivazione di un vitigno autoctono da cui nasce un vino rosso dalla forte personalità e dal carattere inconfondibile: il Teroldego Rotaliano D.O.C. elegante, corposo e profondamente legato al territorio.
Si tratta della prima D.O.C riconosciuta in Trentino, le cui origini affondano nella notte dei tempi, l’Oro del Tirolo, evocativo di leggende.

Per andare alla scoperta di questa meraviglia tra Bolzano e Trento, è nato il progetto “Giro del Vino 50“, un suggestivo e appassionante percorso ad anello di 50 chilometri da percorrere in bicicletta al cospetto di borghi, masi, dolci colline, fiumi, vigneti, panorami mozzafiato godendo i profumi e i sapori dell’enogastronomia trentina.

Il Giro del Vino 50, i luoghi più belli della Piana Rotaliana

mezzolombardo

Veduta di Mezzolombardo

Ideale per gli appassionati di cicloturismo, il Giro del Vino 50 conduce alla scoperta di tutti e 6 i borghi della zona sconfinando anche verso Giovo in Valle di Cembra e verso Salorno a nord, in Alto Adige.

È un percorso ad anello che dà la possibilità di iniziare il tour in qualsiasi punto ed è adatto a tutti non essendo particolarmente impegnativo.
Gli itinerari sono due: quello a nord, pianeggiante, e quello a sud, con un dislivello maggiore e alcune salite ma, proprio per questo, più panoramico.

In sella alla bici, lo sguardo incontra paesaggi di rara bellezza, punteggiati da perle architettoniche e numerose aziende vitivinicole, dalle cantine sociali alle piccole realtà a conduzione familiare, da visitare per conoscere da vicino la produzione e degustare le eccellenze locali.

Crocevia di culture nel passato, la Piana propone una fusione tra enogastronomia e cultura ed è disegnata da ripide pareti rocciose che abbracciano vigne assolate, campi coltivati, dolci colline digradanti verso valle, chiese e palazzi nobiliari: è perfetta per un turismo lento, a stretto contatto con i luoghi e le loro tipicità.

I borghi che si incontrano conservano tracce del tempo che fu e si raccolgono attorno al loro fiume, l’Adige, che attraversa la valle da nord a sud: Lavis, dagli scorci che non si dimenticano, Mezzolombardo, centro enologico ai piedi del Monte Fausior, San Michele all’Adige, nato il 1 gennaio 2020, Mezzocorona, dalla pregiata produzione vitivinicola, Rovere della Luna, centro vinicolo, artigianale e industriale, e Terre d’Adige, nato dalla fusione di Nave San Rocco e Zambana.

In bici tra bellezza e gusto: informazioni sul tour

Per apprezzare al meglio l’affascinante percorso ad anello, il consiglio è quello di percorrerlo in senso antiorario: la segnaletica stradale direzionale è pensata in tal senso e, oltre alla posizione delle tappe sul territorio, fornisce informazioni dettagliate sulla natura del suolo e sui pregiati vini che vengono prodotti.

Sconsigliate sono le bici da strada a causa di alcuni tratti in ghiaia mentre le bici più adatte per il Giro del Vino 50 sono le Gravel, le bici da trekking con gomme di almeno 32 mm, e le e-bike, sia MTB che da turismo.

Infine, ecco come raggiungerlo: dalla ciclabile della Valle dell’Adige oppure comodamente in treno dalla stazione ferroviaria di Trento che dista pochi chilometri, dalle stazioni di Lavis e Mezzocorona e da tutte le borgate della zona che sono servite dalla ferrovia locale Trento-Malè.

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In bici tra i vigneti

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Tulum: vivere come Pablo Escobar (o quasi)

Incastonata tra la giungla e il mare caraibico, la residenza del re colombiano della droga è stata trasformata in un hotel. Non una struttura ricettiva qualsiasi, ma una delle più lussuose, suggestive e affascinanti di tutto il Messico. Una vera oasi di meraviglie che affaccia direttamente sulle spiagge paradisiache di Quintana Roo, nello Yucatán, a pochissima distanza dalla lussureggiante riserva naturale dello Sian Ka’an Biosphere Reserve.

E chissà com’era quando ci abitava lui, Pablo Escobar, che aveva acquistato una delle ville più esclusive dello stato del Messico situata in una posizione privilegiata.

Lasciata in stato di abbandono per molti anni, dopo la sua morte del 1993, è stato il gallerista newyorkese Lio Malca a portarla in auge. Ma non ha solo ripristinato l’antica residenza di Pablo Escobar, lui l’ha trasformata in un art-hotel di lusso all’interno del quale è possibile vivere un’esperienza unica all’insegna di arte, natura e bellezza.

Casa Malca

Casa Malca

Casa Malca: l’hotel più bello del mondo

Cosa hanno in comune Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Pablo Escobar? Le opere di due degli esponenti maggiori dell’arte contemporanea sono esposte proprio in quella che fu la residenza del signore colombiano della droga. Tutto merito di Lio Malca, che ha scelto di trasformare quella villa di Tulum, in un art-hotel, arredandolo con oggetti e quadri appartenenti alla sua collezione privata.

Ecco che si può dormire tra le sculture di Kaws, passeggiare tra i corridoi rivestiti con la carta da parati disegnata da Keith Haring e mangiare e bere con la vista sulle opere di Basquiat e Vik Muniz che completano gli ambienti sfarzosi e lussuosi delle suites e degli ambienti comuni.

Straordinario dentro, incantato fuori. Casa Malca, infatti, è posizionato in una posizione strategica che permette di ammirare tutte le meraviglie di Tulum. Basta raggiungere la terrazza panoramica per osservare la giungla da una parte e il mare caraibico dall’altra per restare senza fiato.

Casa Malca

Casa Malca

L’esperienza straordinaria nella villa di Pablo Escobar

Correva l’anno 2014 quando, l’inaugurazione di Casa Malca, attirò l’interesse della stampa e dei viaggiatori. A quei tempi, il gallerista Lio Malca, aveva creato un hotel con sole otto camere. Ma l’entusiasmo crescente diede la spinta per ampliare la struttura arrivando a contare oggi 71 suites costruite sulla spiaggia tre ristoranti, due bar, una sauna e due piscine, una interna e una esterna. Non manca, ovviamente, la suggestiva terrazza panoramica.

L’esperienza che si vive all’interno dell’ex villa di Pablo Escobar è unica e straordinaria, così la descrivono tutti i viaggiatori che qui hanno trascorso le loro vacanze da sogno. Dai party sulla spiaggia fino all’alba, passando per i servizi disponibili a ora del giorno e della notte circondati da un’atmosfera opulenta e sfarzosa che nessuno vuole lasciare mai.

Quello a Tulum è davvero un art-hotel dei sogni, un luogo da mille e una notte dotato di moderni confort e arredi esclusivi. E sembra quasi di immaginarla la quotidianità del re della droga in questa villa, che possiamo replicare anche noi soggiornando qui, nei limiti della legalità s’intende.

Ma quanto costa vivere così? Circa mille euro a notte, ma a guardare le fotografie e le recensioni dei viaggiatori possiamo dire che ne vale assolutamente la pena.

Casa Malca

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