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Il Parco Nazionale italiano che ha vinto un premio importantissimo

L’Italia delle eccellenze. Il nostro Paese non solo vanta territori variegati e dalla bellezza indescrivibile, è anche in grado di vincere importanti premi che sottolineano e valorizzano la sua ricchezza. È quello che è appena accaduto a questo straordinario Parco Nazionale italiano.

Il Parco Nazionale del Gran Paradiso vince il Green Travel Award 2022

Stiamo parlando del Parco Nazionale del Gran Paradiso, un’area protetta eccezionale che prende vita a cavallo delle regioni Valle d’Aosta e Piemonte, attorno al massiccio del Gran Paradiso. Esteso per una superficie di 71.043,79 ettari su un terreno prevalentemente montuoso, si distingue anche per essere il Parco Nazionale più antico d’Italia.

Anche quest’anno si è rinnovato l’appuntamento annuale della consegna dei Green Travel Award, il prestigioso riconoscimento per le eccellenze del turismo sostenibile e responsabile attribuito dal Gruppo Italiano Stampa Turistica, giunto alla sua X edizione. Ed è stato proprio il Parco Nazionale del  Gran Paradiso a ricevere il premio della categoria Best Green Destination Italia.

Perché ha vinto il Parco Nazionale del Gran Paradiso

Le motivazioni che hanno portato il Parco Nazionale del Gran Paradiso a ottenere questo riconoscimento sono le seguenti: “Premiamo il Parco Nazionale Gran Paradiso, prima area protetta d’Italia, che nel 2022 compie un secolo, perché ha contribuito a preservare l’ambiente e a valorizzare le tradizioni, le tipicità e l’economia del territorio. L’area protetta ha incentivato una migliore gestione da parte dei Comuni nel territorio del Parco e ha contribuito alla crescita della qualità della vita delle comunità locali.

Ma non è finita qui. Tra le ragione della vittoria si legge anche: “L’itinerario Giro Parco, che collega tutti i versanti, consente di ammirare le diversità paesaggistiche del territorio. Di grande valore, inoltre, il Marchio di qualità del Parco assegnato agli operatori del settore turistico alberghiero, dell’artigianato e dell’agroalimentare impegnati in un percorso di qualità e sostenibilità, che garantisce ai consumatori la provenienza dal territorio del Parco, la qualità delle lavorazioni, un’accoglienza all’insegna del rispetto per l’ambiente oltre che della cortesia e delle tradizioni locali

Il premio è stato ritirato da Italo Cerise, Presidente PNGP che entusiasta ha dichiarato: “Sono felice di ricevere questo riconoscimento a nome di tutto l’ente Parco perché questo è un momento speciale per noi che siamo in procinto di dare il via alle celebrazioni del primo centenario dell’area protetta. Ancora di più sono orgoglioso delle motivazioni che hanno spinto la giuria a conferirci il premio dando il giusto risalto agli sforzi fatti in termini di gestione, conservazione e divulgazione. Guardiamo al futuro con speranza assicurando il massimo impegno da parte nostra nel volere preservare il nostro territorio e tutte le straordinarie peculiarità che lo caratterizzano, oltre a concorrere al suo sviluppo“.

Gli altri vincitori

Il prestigioso riconoscimento attribuito dal Gruppo Italiano Stampa Turistica con il patrocinio di Legambiente, è destinato alle migliori realtà italiane ed estere che operano nei settori della ricettività e organizzazione turistica, così come delineate dalla “Carta europea del turismo sostenibile e responsabile”.

Come detto, il Parco Nazionale del Gran Paradiso ha ricevuto il 
Best Green Destination Italia, ma a vincere sono state anche:

  • Best Green Destination estera: Austria Turismo;
  • Best Green Tour Operator: Azonzo Travel;
  • Best Green Family Hotel: Falkensteiner Family Resort Lido, Alto Adige;
  • Best Green Accomodation Italia: Borgo Scopeto Wine & Country Relais, Toscana;
  • Best Green Accomodation Estero: Soneva Fushi, Maldive;
  • Best Bio Spa: Pangkor Laut Resort, Malacca, Malesia;
  • Premio Blu, Menzione d’onore Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030), coordinato da IOC-UNESCO: Tourism Seychelles.
Gran Paradiso destinazione green

Il Santuario di San Besso del Parco Nazionale del Gran paradiso

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I Paesi in cui non serve il Green Pass per viaggiare

Con la Pasqua che si avvicina, o comunque con l’estate alle porte, la voglia di viaggiare cresce sempre di più. Tanti sono i Paesi che allentano le regole, come molti altri sono quelli che, finalmente, si accingono a riaprire le frontiere dopo mesi di chiusure. Ma in tutta quest’aria di cambiamento, e nonostante il numero dei contagi, c’è persino chi decide di cambiare completamente le carte in tavola eliminando il Green Pass, il tampone, e qualsiasi restrizione dovuta al Covid.

Cuba, stop al test e al Green Pass

Caraibica, colorata, ricca di cultura, meraviglie e allegria è Cuba. La buona notizia è che recentemente il governo dell’isola ha modificato i requisiti di ingresso eliminando l’obbligo di test Pcr e di certificato vaccinale completo per viaggiarci. Una decisione maturata a seguito dell’evoluzione della situazione epidemiologica internazionale e nazionale del Covid-19 e dei livelli di immunizzazione raggiunti.

Quel che dovete sapere, però, è che tamponi di controllo continueranno a essere eseguiti in modo casuale all’arrivo a Cuba, tenendo conto del numero di voli, dell’ingresso delle navi e del rischio epidemiologico rappresentato dal Paese di origine. Questi test saranno gratuiti e se positivi si procederà secondo i protocolli approvati nel Paese per il controllo clinico-epidemiologico del Covid-19.

Polonia, stop a tutte le misure restrittive

Anche la vicina Polonia, a partire dal 28 marzo, ha messo fine alle restrizioni: niente più limitazioni all’ingresso nel Paese. Inoltre, non vige più l’obbligo di indossare mascherine al chiuso, così come non ci sono restrizioni che riguardano la capacità massima di riempimento delle infrastrutture turistiche e culturali.

Ad aumentare, invece, sono i collegamenti aerei con l’Italia.

Aruba accoglie liberamente i viaggiatori

La paradisiaca Aruba, l’isola famosa nel mondo per il maggior numero di giorni di sole di tutti i Caraibi, ha eliminato completamente le restrizioni all’ingresso.

In sostanza, a partire dal 19 marzo, è stato rimosso l’obbligo di tampone e di vaccinazione per gli arrivi.

Restano in vigore gli altri requisiti di ingresso indicati sul sito ufficiale dell’isola, come la compilazione di un modulo di localizzazione e l’acquisto di un’assicurazione sanitaria che copra anche eventuali spese legate al Covid.

Repubblica Ceca, stop a tutte le restrizioni

Non è da meno la Repubblica Ceca. Il Paese dell’Europa Centrale ha, infatti, cancellato tutte le restrizioni per i cittadini dell’Unione Europea. Con lo smantellamento dei divieti, non c’è bisogno né di compilare alcun formulario, né di esibire qualsiasi tipo di certificazione Covid.

Per viaggiare, in sostanza, basta essere muniti di un documento di viaggio valido (carta d’identità/passaporto).

Mauritius, addio al tampone all’ingresso

La pittoresca e irresistibile Repubblica di Mauritius, dal giorno 12 marzo 2022, ha eliminato l’obbligo per tutti i viaggiatori di presentare un test Pcr negativo prima dell’arrivo sull’Isola.

Del resto, la richiesta da parte dei turisti e dei viaggiatori d’affari è aumentata in seguito alla riapertura delle frontiere ai viaggi internazionali a partire dallo scorso ottobre, la quale ha coinciso con l’allentamento delle restrizioni di viaggio in molti dei mercati chiave di Mauritius.

Anche le Maldive aboliscono il test Covid

Buone notizie anche per chi sogna le Maldive. In questo arcipelago fiabesco, infatti, a partire dal 13 marzo non è più necessario presentare il risultato negativo di tampone molecolare per entrare e non si deve fare alcuna quarantena, indipendentemente dallo stato vaccinale.

Non è più obbligatorio indossare la mascherina se si viaggia in un’area dal tasso di positività inferiore al 20%, anche se continuano alcune misure di contenimento come i test alle persone che presentano sintomi e l’isolamento nel caso di positività o di contatti diretti con positivi.

L’Arabia Saudita ha aperto tutto

Considerata la meta del futuro, l’Arabia Saudita è un altro di quei Paesi che ha aperto praticamente tutto. Ciò vuol dire che per viaggiarci non è più necessario essere in possesso di Green Pass da vaccinazione o guarigione e nemmeno del risultato negativo di un tampone.

Il Regno mediorientale ha spalancato le porte ai viaggiatori di tutto il mondo rimuovendo qualsiasi norma anti-Covid. Sono revocate, inoltre, le misure di distanziamento sociale in tutto il Paese, compresa la Mecca e Medina; mentre è ancora in vigore l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso.

Entrata libera anche in Giordania

Non serve il Green Pass per viaggiare nemmeno in Giordania: a partire dal 1° marzo 2022, chi si reca in questo eccezionale Paese non deve più fare un test Pcr prima della partenza dall’Italia né deve sottoporsi a un altro test molecolare all’arrivo via aerea, terra o marittima.

Rimane obbligatorio registrarsi su questa piattaforma per ricevere il codice Qr per l’ingresso nel Paese, negli hotel, ristoranti e aree pubbliche. Fondamentale, inoltre, compilare e consegnare al banco del check-in un formulario reperibile al seguente link.

Mentre chi entra attraverso i punti di frontiera terrestri deve registrarsi su questo portale.

Cosa fare al rientro in Italia

Prima di organizzare un viaggio è bene sapere che anche se il Green Pass non è obbligatorio per viaggiare verso questi Paesi, rimane comunque un requisito fondamentale per rientrare in Italia. Per questo abbiamo deciso di spiegarvi nel dettaglio quali regole seguire per fare ingresso dall’estero nel nostro Paese.

Fino al 30 aprile del 2022 (ma con possibilità di proroga) per rientrare in Italia dall’estero è, innanzi tutto, necessario compilare e presentare al vettore, al momento dell’imbarco, e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli, il formulario digitale di localizzazione del passeggero (digital Passenger Locator Form o dPLF – se avete bisogno di sapere come compilarlo cliccate qui).

Un passaggio fondamentale poiché, in caso di mancata compilazione del dPLF, il vettore potrebbe rifiutare l’imbarco.

Inoltre, è obbligatorio presentare una delle seguenti certificazioni:

  • Green Pass, o certificato equivalente, da vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA, effettuata da meno di 9 mesi;
  • Green Pass, o certificato equivalente, da vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA e dose di richiamo;
  • Green Pass, o certificato equivalente, da guarigione da Covid-19 ottenuto da meno di 6 mesi;
  • Green Pass o risultato negativo di un test molecolare condotto con tampone 72 ore prima dell’ingresso in Italia, o test antigenico effettuato con tampone 48 ore prima del viaggio di ritorno.

In caso di mancata presentazione di una delle certificazioni di cui si deve essere in possesso, l’ingresso in Italia è consentito ma con obbligo di quarantena presso l’indirizzo indicato nel dPLF per un periodo di cinque giorni. Al termine dell’isolamento è necessario sottoporsi a un test, molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone.

I minori al di sotto dei 6 anni di età possono entrare in Italia senza ulteriori formalità e sono sempre esentati dall’obbligo di test molecolare o antigenico. Per maggiori informazioni sulle regole di viaggio con i più piccoli potete leggere questo nostro approfondimento.

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Notizie Viaggi

Secondo gli stranieri questo è l’anno dei grandi viaggi in Italia

Dopo i due anni difficili della pandemia, che hanno messo a dura prova l’industria dei viaggi, ci stiamo finalmente avvicinando a una nuova normalità, accompagnata da un desiderio finora represso di fare le valigie e raggiungere le destinazioni da tempo sognate per le vacanze. Ma quali sono le mete più ambite dai turisti internazionali? A rispondere sono gli specialisti dei viaggi di lusso, secondo i quali questo sarà l’anno del gran ritorno dei visitatori stranieri in Italia.

L’Italia che piace ai viaggiatori di lusso

Ora più che mai i viaggiatori sentono la necessità di vivere esperienze autentiche, il più possibile lontano dalla folla. Il nostro Paese offre una varietà di luoghi dove riconnettersi con la natura e riscoprire il valore del tempo sospeso, delle passeggiate tra città e borghi ricchi di arte e storia (alcuni dei quali stanno per rinascere), ma anche di esplorare le meraviglie di territori finora meno visitati dagli stranieri. A tal proposito, secondo John Skelton, consulente di viaggi di lusso di “Condé Nast Traveler”, tra le mete più ambite dai visitatori stranieri ci sono senz’altro l’Umbria, la Sicilia e la Puglia.

Ariane Henry di Vision Travel cita invece la Sardegna, tra le mete preferite per una vacanza all’insegna dell’autenticità e della bellezza, al pari dell’Egitto e delle Svalbard in Norvegia. Cresce, l’interesse per i viaggi all’insegna del benessere, e in questo l’Italia la fa da padrona, con le sue rinomate destinazioni termali (qui le più belle da visitare in primavera). E vanno per la maggiore anche i soggiorni in villa o quelli che includono le lezioni di yoga e meditazione, o escursioni guidate.

Per Harry Hastings, le spiagge della Costa Smeralda sono in cima alle preferenze dei viaggiatori di lusso, soprattutto da parte di famiglie e piccoli gruppi di amici, al pari di quelle di Bahia o dei viaggi più avventurosi in Amazzonia e nel Pantanal.

Le tendenze per le vacanze 2022

La tendenza finora emersa per i viaggi del 2022 è quella di regalarsi soggiorni più lunghi. Se prima i turisti stranieri preferivano prenotare due settimane alla volta per esplorare una destinazione, ora pensano di prolungare le vacanze per un mese o più in uno stesso luogo.

Nel 2022 il Mediterraneo sembra essere tornato di moda, tra i visitatori di tutto il mondo. Si sta registrando una maggiore domanda di noleggio di yacht, mentre aumentano i viaggi in famiglie allargate, con cinque-sette membri. Si rafforza anche il “country hopping”, ossia la tendenza a visitare più destinazioni in una sola vacanza, con turisti che prediligono combinare Italia e Grecia, Croazia e Grecia, o Turchia ed Egitto.

Come risultato della pandemia, che ha messo in luce la fragilità della vita, sempre più viaggiatori si stanno scoprendo desiderosi di dedicarsi esperienze spirituali, in luoghi mistici e siti religiosi, per trovare una connessione più profonda con se stessi e il mondo che li circonda. C’è soprattutto voglia di natura e avventura all’aria aperta, associate a una forma di viaggio più consapevole, rispettoso dell’eco-sistema e delle comunità locali. Il 2022 è anche l’anno della flessibilità e dell’indipendenza. In tanti preferiscono avere il controllo sui propri viaggi, scegliendo di spostarsi in solitaria, o cercando comunque soluzioni quanto più adattabili alle proprie esigenze.

Aumenta, infine, la domanda di piccole crociere private, come le chiatte ultra-lusso per le esplorare le città lungo i fiumi o quelle o le chiatte “boutique vintage”, una sorta di ‘bolla’ galleggiante con il proprio equipaggio, simile a uno yacht o a una villa in affitto con personale.

Secondo gli stranieri questo è l'anno dei grandi viaggi in Italia

Costa Smeralda, tra le mete più amate dagli stranieri

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C’era una volta la Città Proibita

C’era una volta, tanto tempo fa, un luogo maestoso e opulento che occupava gran parte del tessuto urbano di una delle città più popolate al mondo. Un palazzo riservato solo a pochi eletti, agli imperatori e alle loro famiglie, un centro cerimoniale e politico del governo. C’è ancora oggi quel complesso di edifici che compongono la Città Proibita di Pechino, il palazzo imperiale più grande al mondo.

Ci troviamo in Cina, e più precisamente nel centro storico della sua grande capitale. È qui, tra le stanze di questo immenso palazzo dalle dimensioni esagerate, che per oltre 500 anni hanno vissuto gli imperatori del Paese.

Sono serviti più di un milione di uomini per costruirlo e quasi un ventennio per realizzare quel palazzo un tempo proibito. E bastano i suoi numeri e farci comprendere la complessità e la grandezza del sito che comprende quasi mille edifici e oltre 8000 camere con una superficie che si snoda su uno spazio di 72000 metri quadrati.

La città Proibita

La città proibita

È il palazzo imperiale più grande del mondo ed è bellissimo. Lo è perché è sontuoso e opulento e perché è la massima espressione della tradizionale architettura cinese, nonché la più grande fonte d’ispirazione di tutti gli edifici dell’Asia orientale.

Il nome di Città Proibita fu scelto proprio per indicare l’inaccessibilità a palazzo da parte dei cittadini. L’ingresso, infatti, era consentito solo sotto espressa autorizzazione esclusiva da parte dell’imperatore.

Sono stati 24, in tutto, gli imperatori che hanno vissuto qui, 14 quelli della Dinastia Ming e 10 di quella Qing. Dopo essere stata residenza imperiale, la Città Proibita è stata ribattezzata col nome Gugong che letteralmente vuol dire ex palazzo. Dal 1925, al suo interno, è stato istituito il Museo Nazionale del Palazzo che conserva ed espone tutti i tesori imperiali.

Dal 1987, invece, la Città Proibita è stata dichiara Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco.

La Città Proibita

La Città Proibita

Gugong: all’interno del palazzo imperiale più grande del mondo

Dopo diversi restauri, che hanno portato il palazzo ai suoi antichi splendori, la Città Proibita è diventata per la prima volta accessibile a tutti i cittadini e ai viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Sono 980, in totale, gli edifici che compongono l’imperiale residenza e che conservano tesori, misteri e collezioni appartenute agli imperatori della Cina.

Dalla Sala della Suprema Armonia, il più grande e importante edificio della Città Proibita, alla Sala del’Armonia Centrale, il luogo di riposo dell’imperatore, passando per la Sala dell’Armonia Preservata, utilizzata per i banchetti e le cerimonie, al Palazzo della Purezza Celeste, edificio in cui gli imperatori trascorrevano la notte.

Elencare tutti gli ambienti della Città Proibita è una missione quasi impossibile, quello che possiamo dirvi però è che ogni stanza e in ogni edificio si configurano come scrigni preziosi di misteri e tesori. Ci sono più di un milione di opere d’arte nelle collezioni del Museo del Palazzo, tra cui ceramiche, dipinti, calligrafia e bronzi, che raccontano le storie di un passato glorioso accessibile, secoli fa, solo a pochi eletti.

Ma oggi, quella inaccessibilità non esiste più e la Città Proibita si è trasformata in una delle attrazioni turistiche più visitate e magiche di tutta l’intera Cina.

La Città Proibita

La Città Proibita

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Cose che puoi fare a Pasqua per sentirti da un’altra parte

Weekend, ponti e festività si trasformano nell’occasione perfetta per organizzare viaggi brevi o lunghi, per esplorare le meraviglie del mondo e per immergerci tra le tradizioni e la cultura di altri popoli. Usanze che si fanno ancora più vive durante alcuni periodi dell’anno come la Pasqua.

Se è vero che per noi questo è il momento in cui riunirci alle persone che amiamo, familiari e amici, con grandi tavolate che ospitano uova di cioccolato e tutte le prelibatezze gastronomiche locali, è vero anche che dall’altra parte del mondo, e non solo, ci sono tante tradizioni che non conosciamo, ma che sono bellissime.

Alcune possono sembrare bizzarre e stravaganti, altre ancora davvero suggestive, quello che è certo è che sono tutte rappresentative di un Paese e della sua tradizione. E qualora non riuscissimo a organizzare un viaggio per scoprirle tutte, allora possiamo farle nostre così da avere la sensazione di essere dall’altra parte del mondo.

Uova dipinte, Romania

Uova dipinte, Romania

Romania, le uova dipinte

Arriva dalla Romania una delle tradizioni più belle e suggestive di Pasqua, quella delle uova dipinte. Si tratta di un’usanza secolare e artigianale che prevede la trasformazione delle uova vere, di gallina, di oca o di anatra, in piccoli capolavori artigianali.

Queste, infatti, vengono ricoperte di cera d’api e poi immerse in bagni di colore per poi essere dipinte e disegnate. Oltre a essere il simbolo pasquale per antonomasia nel Paese, le uova si sono trasformate nei souvenir prediletti dei viaggiatori. Provate a farle anche voi!

Svezia: le streghe di Pasqua

Avete mai sentito parlare di påskkärringar? In Svezia, il giorno di Pasqua, le bambine si travestono da streghe, con tanto di trucco, parrucco e scopa, e vanno di casa in casa a chiedere dolci e cioccolato. Vi ricorda qualcosa?

Finlandia: i grandi falò

Nei giorni immediatamente precedenti alla Pasqua, in Finlandia, grandi fiamme si alzano verso il cielo. Si tratta di falò e roghi che gli abitanti delle città organizzano per ripulire l’aria dalle energie negative e liberare il cielo dalle streghe.

Una volta compiuta la missione ci si riunisce intorno alla tavola per festeggiare nella maniera tradizionale. I bambini, invece, diventano i protagonisti di una caccia alle uova di cioccolata organizzata dai genitori giorni prima.

Falò di Pasqua, Finlandia

Falò di Pasqua, Finlandia

Appuntamenti imperdibili a Pasqua

Ci sono tradizioni da replicare e altre da vivere, come le processioni religiose che vengono organizzate in ogni parte del mondo durante la Settimana Santa. Eppure nessuna sembra essere così suggestiva e intensa come quella spagnola.

Tra misticismo e folklore e sentita spiritualità, uomini e donne con cappucci a punta e abiti lunghi, sfilano tra le strade delle città spagnole. Una tradizione secolare e solenne, quella che prende vita durante la Semana Santa, che affonda le sue radici nel Medioevo e che attira ogni anno migliaia di visitatori.

Anche l’Italia ha un evento imperdibile: lo Scoppio del Carro a Firenze. Una cerimonia laico-religiosa secolare che unisce tradizione, cultura e identità cittadina. Ogni anno, durante la domenica di Pasqua, il fuoco benedetto viene acceso all’interno della chiesa dei Santi Apostoli e poi portato in processione fino al Duomo su un carro. Lo stesso che poi esploderà.

Scoppio del carro, Firenze

Scoppio del carro, Firenze

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La villa italiana che cela misteri incredibili

È una delle più prestigiose ville rinascimentali della Toscana e il suo fascino è arricchito da misteri e leggende che le hanno valso l’interesse anche da parte di “Freedom Presenta“, il programma televisivo a cura di Roberto Giacobbo dedicato all’insondabile e al mistero.

Si tratta della Villa di Corliano, dimora storica a San Giuliano Terme, a pochi chilometri da Pisa, che celerebbe tra le sue stanze l’apparizione di un fantasma e gli echi di “strani esperimenti” svolti nei sotterranei.

Il fascino e la storia della sontuosa Villa

Edificata nel XV secolo, la Villa di Corliano, tra le più belle della regione, fa parte di un ampio complesso monumentale composto dalle scuderie, dal frantoio, dalla fattoria a opera dell’architetto Ignazio Pellegrini, dalla cappella gentilizia intitolata ai Santi Pietro e Paolo, dalla kaffeehaus ( piccolo edificio utilizzato per prendere cioccolata e caffè in tazza per i momenti di svago) e da un vasto parco di circa tre ettari abbracciato dalla cinta muraria e custode di piante secolari.

Gli interni conservano ancora oggi pregevoli affreschi di Andrea Boscoli, risalenti al Cinquecento, e di Nicola Matraini, della metà del Settecento.

Definita dal fiorentino Vincenzo di Luca Pitti come “il più bel Palazzo che sia intorno a Pisa”, vide la luce per volontà della famiglia degli Spini di Firenze i quali la vendettero poi, nel 1536, ai conti Agostini Venerosi della Seta i cui discendenti ne sono tuttora proprietari.

Assunse le attuali forme nel Settecento,  dopo la ristrutturazione seguita dall’architetto Pellegrini per le nozze di Teresa della Seta Gaetani Bocca, donna particolare e stravagante per l’epoca, in grado di condurre da sola una carrozza con sei cavalli e profondamente innamorata della sua villa.

La raffinatezza e il fascino della dimora fecero sì che, nel corso dei secoli, qui soggiornassero illustri personaggi quali, ad esempio, Lord Byron, Vittorio Alfieri, il sovrano Carlo Alberto di Savoia, Cristiano VI di Danimarca e molti altri.

Ai nostri giorni la Villa di Corliano è un’incantevole struttura ricettiva di lusso con ristorante dove respirare l’autentica atmosfera nobiliare ed è cornice ideale per eventi, banchetti, congressi e feste tra arte, storia e natura.

I misteri della Villa di Corliano

Oltre che per l’indiscutibile bellezza, la Villa è nota anche per i misteri che la avvolgono, uno su tutti la presenza del fantasma di Teresa, la contessa vissuta qui tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 e talmente innamorata di questo luogo da “non voler più andare via”.

La sua vicenda attrae tra le mura della Villa numerosi studiosi e appassionati anche da Oltreoceano, alla ricerca di prove che possano spiegare gli strani fenomeni raccontati dai testimoni (del passato e del presente): suoni, ticchettio di scarpe, passi che sembrano danzare nel salone nelle notti di luna piena…

Ma non è tutto.

Alla fine dell’Ottocento, pare che il chirurgo Francesco Vacca Berlinghieri svolgesse nei sotterranei esperimenti legati al galvanismo, ovvero la scienza di far muovere i muscoli mediante gli impulsi elettrici.
E Mary Shelley, in visita alla Villa, prese spunto per scrivere il suo celeberrimo romanzo: Frankestein.

Un’ulteriore curiosità? Il medico era soprannominato Francesco La Pietra: Franken Stein.

villa corliano

Veduta aerea della Villa di Corliano

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La Green Road dell’acqua è la più bella ciclabile d’Italia

Autentico “paradiso dell’acqua” per i cicloturisti: nel cuore della provincia di Trento, si snoda per 143 chilometri al cospetto di fiumi e laghi la Green Road dell’acqua, eletta nel 2021 come miglior ciclabile agli Italian Green Road Awards (insieme alla Ciclovia dei Parchi della Calabria).

Un attento lavoro di recupero di argini fluviali, strade e ferrovie dismesse per 113 chilometri, realizzato nell’arco di trent’anni dalla Provincia Autonoma di Trento, ha consentito di realizzare un unico percorso ad anello in più tappe che ha inizio in località Cadino di Faedo, nel comune di San Michele all’Adige, e attraversa ben 21 comuni prima di concludersi nel capoluogo.

L’itinerario, che consta di 138 chilometri riservati alle bici, 4 chilometri su strada a bassissimo scorrimento e l’ultimo chilometro percorribile in funivia al di sopra dell’Adige, è perfetto per un turismo slow a contatto con le eccellenze del territorio, in cui ognuno può pedalare al proprio ritmo e soggiornare in agriturismi, borghi oppure campeggi.

Il paradisiaco itinerario della più bella ciclabile d’Italia: la prima parte

mezzocorona

Veduta di Mezzorona

La prima parte del percorso ciclabile si snoda per 60,5 chilometri quasi esclusivamente pianeggianti con un dislivello in salita di 140 metri e 160 in discesa.

La partenza è dalla località Cadino di Faedo e l’arrivo è a Mori dove la Via dell’Acqua devia in direzione del Lago di Garda mentre la Via dell’Adige prosegue alla volta di Verona.

Il tratto iniziale, immerso tra i vigneti del Trento DOC, costeggia da subito il fiume Adige e incontra i borghi di Mezzocorona e Mezzolombardo nonché biotopi e siti naturali di interesse comunitario quali “la Rocchetta”, “la Rupe” e il sito “Natura 2000”, dimora ideale del gufo reale e di svariati uccelli migratori.

25 chilometri pianeggianti ed ecco poi il primo passaggio a Trento nel moderno quartiere delle “Albere”, progettato da Renzo Piano e sede del MUSE, il nuovo e prestigioso Museo delle Scienze della città.

Seguendo il corso del fiume, tra i meleti della Valle dell’Adige e i vigneti della Vallagarina, si raggiunge Rovereto, “Città della Pace” e sede del MART, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea.

La seconda parte: più impegnativa ma meravigliosa

Arrivati all’altezza di Mori, comincia la seconda parte dell’itinerario della Green Road dell’Acqua, più impegnativo del precedente, con lo stesso numero di chilometri ma un dislivello di 1040 metri in salita.

Da qui, si costeggia il biotopo del Lago di Loppio lungo il tracciato della vecchia ferrovia asburgica Mori-Arco-Riva: a metà una sosta interessante è quella all’Isola di Sant’Andrea, notevole sito di archeotrekking con accesso alle rovine del castrum dalla ciclabile.

Pedalando tra olivi secolari, ecco Nargole e Torbole sul Garda con vista impagabile sul lago: il tracciato punta verso nord costeggiando il fiume Sarca verso Arco, capitale dell’arrampicata sportiva, e poi oltre, nella zona della Valle dei Laghi dove la ciclopista si sviluppa in un ambiente di rara bellezza dominato dall’acqua.

È poi il momento di sfiorare la Riserva Naturale delle Marocche, dove lasciarsi sorprendere da un paesaggio lunare plasmato da sassi ciclopici, e raggiungere Sarche dove ha inizio il Parco Fluviale della Sarca”: una deviazione è d’obbligo per pedalare lungo le forre del Limarò, entusiasmante canyon.

Mentre si continua verso Trento, il paesaggio è immerso tra lecci e olivi abbracciati dalle montagne, e punteggiato dai laghi di Toblino, Santa Massenza e Terlago.

L’utimo tratto della Green Road dell’Acqua sale sul Monte Bondone e scende a Sardagna, punto panoramico privilegiato su Trento: da qui è possibile prendere la funivia oppure percorrere ancora un tratto in sella alla bici tra boschi di castagni fino al rione di Piedicastello.

green road acqua

La Green Road dell’acqua

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Il monastero immerso nella natura che sorprende tutti

Roccia, acqua e un’atmosfera magica che cattura tutti i sensi: il monastero immerso nella quiete della natura, sulla vetta della montagna a strapiombo, è un tesoro nascosto che sorprende e lascia senza fiato.

Stiamo parlando del Monastero di Sant Miquel del Fai, in Catalogna, a una cinquantina di chilometri dalla variopinta e vivace Barcellona ma qui sembra davvero di trovarsi in un’altra dimensione.

Tutto il fascino del monastero sospeso sulla rupe

Sant Miquel del Fai

Sant Miquel del Fai a strapiombo sulla rupe

Intriso di una bellezza mistica, il Monastero catalano si annida tra le rocce e, nel suo insieme, sfida la gravità sospeso sulla rupe a guardia della Valle del fiume Tenes, tra affioramenti rocciosi e cascate che superano i 100 metri di altezza.

Un paesaggio a dir poco fiabesco, uno dei luoghi più sorprendenti della catena montuosa catalana dove natura e architettura si incontrano per dare vita a qualcosa di unico nel suo genere.

Il Monastero di Sant Miquel del Fai, infatti, vanta l’unica cappella romanica della regione costruita all’interno di una grotta.
Le prime notizie che riguardano lo straordinario edificio religioso risalgono al 997, e una comunità di monaci benedettini visse qui fino al 1657.

Rimane pressoché “celato” agli occhi del mondo fino al XIX secolo quando viene scoperto dagli scrittori romantici che, affascinati dalla sua posizione singolare, lo raccontano e ne divulgano la storia e le leggende.

Il tour di visita mozzafiato all’abbazia medievale

Dopo aver raggiunto l’ardito monastero con una passeggiata spettacolare, la visita inizia dal piazzale antistante che già si rivela unico essendo scavato nel fianco della montagna.
Da qui lo sguardo spazia dai laghetti formati dal ghiaccio che si scioglie e dall’acqua piovana fino alla Casa del Priorato, risalente al XV secolo in stile gotico, che oggi è adibita a ristorante e galleria espositiva.

Il piazzale è il luogo ideale per godere di una splendida vista sull’intera vallata, uno di quei panorami che non si dimenticano facilmente.

Dopo aver speso il giusto tempo ad ammirare l’insolito paesaggio arroccato sul precipizio, è il momento di percorrere la galleria rupestre che faceva parte del chiostro per incontrare la Cappella romanica di Sant Miquel del X secolo, costruita all’interno della grotta accanto alla cascata, sito un tempo dedicato al culto pagano.

L’inedita cappella dona forti emozioni ma siamo appena all’inizio. Una scalinata conduce alla magnifica Grotta di Sant Miquel, rinvenuta nel 1847, dove le rocce calcaree hanno plasmato suggestive stalattiti e stalagmiti: qui è d’obbligo una sosta per ammirare le opere che solo la Natura sa creare.

Lungo il percorso degna di nota è anche la panchina, in Plaza del Repòs, con la scultura dello scrittore e giornalista spagnolo Josep Pla.

Il sentiero prosegue poi alla volta di un laghetto nascosto tra le rocce, passa al di sotto della fragorosa Cascata del Tenes e raggiunge l’Eremo di Sant Martì, del X secolo e restaurato nel Duemila, che spicca al centro di una spianata.

E non finisce qui: alla fine del tour ci si può addentrare alla scoperta della Grotta Les Tosques (con obbligo di casco) dove dimorano i pipistrelli.

Saint Miquel del Fai

Sant Miquel del Fai

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Un viaggio di 150 chilometri fra arte, cultura e gusto

Il nostro Paese cela luoghi magnifici, dove la natura incontra il genio dell’uomo e dà vita a capolavori dalla bellezza unica. Nasce per questo la Costa del Mito, un lungo itinerario di ben 150 km che ci porta alla scoperta di piccoli borghi incantati, spiagge da sogno e splendide testimonianze di un’antichissima civiltà. In una delle cornici più affascinanti d’Italia, ovviamente.

Costa del Mito, la bellezza incontaminata della Sicilia

La Costa del Mito si snoda nel sud della Sicilia, tra le province di Agrigento, Trapani e Caltanissetta. Si tratta di un percorso costiero che racchiude alcune delle attrazioni più belle di questa regione, attraversando ben quattro aree archeologiche dove poter rivivere un passato che affonda le sue radici indietro nei secoli. Da Selinunte a Gela, l’itinerario offre un’esperienza unica che permette di unire il divertimento al relax, ma anche un viaggio culturale ed enogastronomico che conduce i turisti alla scoperta di un territorio dalle mille meraviglie.

Le tappe più belle della Costa del Mito

Ma quali sono le attrazioni più suggestive e affascinanti da visitare lungo la Costa del Mito? I suoi parchi archeologici sono senza alcun dubbio delle tappe imperdibili, con il loro vasto patrimonio storico e culturale che racchiude millenni di civiltà. L’antichissima città di Selinunte offre ben 5 km di itinerari, per ammirare la sua acropoli e i templi che punteggiano le colline circostanti. Qui sono state rinvenute preziosissime sculture, che oggi riposano presso il Museo Archeologico di Palermo. Decisamente meno conosciuta (ma altrettanto affascinante) è invece Eraclea Minoa: il bellissimo Teatro Greco che si apre verso il mare azzurro è uno spettacolo davvero suggestivo, così come l’Antiquarium e i suoi pregiatissimi reperti.

E poi la meravigliosa Valle dei Templi, che fa da sfondo alla città di Agrigento. Questo è uno dei siti archeologici più grandi dell’intero Mediterraneo, e custodisce un inestimabile patrimonio architettonico del periodo ellenico, che attira milioni di turisti da ogni angolo del mondo. Infine, si arriva a Gela: la sua acropoli conserva splendide rovine, mentre le fortificazioni di Capo Soprano rappresentano l’esempio meglio conservato di architettura militare greca. Delle Mura Timoleontee sono ancora visitabili ben 400 metri, con bellissimi camminamenti di ronda e ciò che resta di un antico torrione di avvistamento.

I borghi e le spiagge della Costa del Mito

Ma la Costa del Mito non è solamente un itinerario per amanti dell’archeologia. Sono davvero tante le bellezze che i turisti possono ammirare, a partire da alcuni incantevoli borghi medievali tutti da scoprire. Come ad esempio Sambuca di Sicilia, con un centro storico dal fascino incredibile dove si susseguono piccole chiese e palazzi nobiliari. Il paesino è divenuto famoso persino all’estero, per la sua iniziativa delle Case a 1 euro, ben presto seguita da tantissime altre splendide località italiane. E ancora Sutera, graziosissimo borgo arrampicato sulle rocce da cui si gode un panorama incredibile.

Naturalmente, lungo la Costa del Mito c’è ampio spazio anche per il relax. Sono tantissime le spiagge meravigliose che si affacciano su questo splendido litorale, a partire da quelle della Foce del Fiume Platani: qui la natura è davvero incontaminata. E non possiamo proprio dimenticare il panorama mozzafiato della Scala dei Turchi, una delle perle siciliane per eccellenza. L’immagine di questa imponente falesia bianca che si tuffa nell’azzurro del mare è qualcosa di unico al mondo.

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Come in un quadro: la montagna che ha rubato i colori all’arcobaleno

Sono tantissimi i viaggi che organizziamo ogni giorno e che ci portano alla scoperta dei luoghi più sensazionali del mondo. Eppure, proprio quando crediamo di aver visto tutto, ecco che le meraviglie del pianeta che abitiamo ci sorprendono ancora una volta con la loro grande bellezza, così immensa da sembrare finta o artificiale. E invece è reale, così come lo è splendida montagna Vinicunca che ha rubato i colori all’arcobaleno e di quella si è abbigliata.

Immaginate di avere davanti agli occhi una terra variopinta e surreale su quella poter camminare. È quello che accade quando si raggiunge la Montaña de Siete Colores, un massiccio montuoso situato a 5200 metri sul livello del mare e che appartiene alle Ande, che a guardarlo sembra essere una cartolina dipinta a mano dai migliori illustratori

Qui, numerosi viaggiatori provenienti da tutte le parti del mondo giungono ogni giorno dell’anno per ammirare quei colori, per lasciarsi incantare dal meraviglioso spettacolo messo in scena dalla natura che, come un pittore, ha dipinto le montagne con vigorose e intense pennellate.

Vinicunca

Vinicunca

La montagna delle meraviglie

Per ammirare con i nostri occhi questa meraviglia che appartiene al pianeta, dobbiamo recarci in Perù, al cospetto delle Ande. Nella regione di di Cusco, e più precisamente tra le province di Quispicanchi e Canchi, troviamo Vinicunca, anche conosciuta col nome di Montaña de Siete Colores.

Un caleidoscopio di colori si apre davanti allo sguardo di chi osserva. L’arancione, il blu, il viola, il rosso e il giallo si intrecciano al marrone e al rosa in maniera indissolubile tra i monti. E sembra quasi di poter camminare su un arcobaleno.

Vinicunca

Vinicunca

Vinicunca, l’arcobaleno sotto ai nostri piedi

Trovarsi al cospetto della montagna arcobaleno è un’esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita. A guardare questa meraviglia del mondo è facile lasciarsi trasportare dalle suggestioni che uno scenario così magico può provocare.

In realtà quello che si nasconde dietro ai colori che caratterizzano questa montagna delle Ande è stato ampiamente spiegato dalla scienza. Le striature che splendono sotto il sole non sono altro che il risultato dei diversi minerali che nel corso di milioni di anni si qui sono depositati e poi sovrapposti.

Ossido di ferro, manganese, zolfo, calcio, magnesio, rame ossidato e granito hanno creato questi sette colori che oggi rendono la montagna una delle più suggestive del mondo intero.

A rendere ancora più suggestiva la montagna arcobaleno è stato il fatto che questa, per molti secoli, è rimasta nascosta sotto uno spesso strato di ghiaccio, come se fosse un tesoro a proteggere. Una volta che questo si è sciolto però ha mostrato al mondo intero uno scenario meraviglioso, inedito e sensazionale.

Oggi Vinicunca è diventato un luogo da esplorare e da scoprire, per perdersi e immergersi nelle meraviglie del nostro mondo. Tuttavia, l’esplorazione della montagne delle Ande prevede può risultare abbastanza impegnativa, meglio quindi se ci si avvale della presenza di guide esperte.

Lungo il tragitto di quella valle incantata, è possibile incontrare gli animali che popolano l’altopiano da secoli, tra i quali il vicuña e l’alpaca, e i villaggi delle comunità locali.

Vinicunca