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Alla scoperta di Épernay: un tuffo nello champagne

Una cittadina immersa nelle vigne, tra colori pittoreschi e degustazioni sofisticate. Stiamo parlando della capitale dello champagne, Épernay. Un località conosciuta in tutto il mondo grazie alle sue grandi aziende produttrici di champagne, che si susseguono lungo la famosa Strada dello Champagne. Scavate nel gesso, le prestigiose cantine di Épernay sono aperte al pubblico e visitabili. Il posto perfetto per una fuga primaverile, in cui ammirare la campagna e godersi i sapori della Francia.

La città di Épernay e i dintorni

Affascinante cittadina di 25.000 abitanti, situata tra la Marne e Coteaux, Épernay racchiude in sé tutto il brio dello champagne. Inserita in una fantastica cornice, circondata da colline le cui pendici sono ricoperte di vigneti produzione del famoso vino.

Nei dintorni della città si possono seguire diversi itinerari alla scoperta delle bellezze nascoste nella zona. Da Ay, con una chiesa in stile fiammeggiante e case a graticcio, a Mutigny, passando per Louvois, un castello appartenuto al ministro di di Louis XIV. Fino a raggiungere le seducenti cittadine di Bouzy e Ambonnay.

Épernay è circondata da bellissimi villaggi da visitare. Ad esempio, Pierry con le sue ville del XVIII secolo, Chavot e Brugny dove si trova un incantevole castello e Saint-Martin d’ Ablois.

epernay capitale dello champagne

Il panorama tra le vigne

Cosa fare a Épernay

Durante un soggiorno a Épernay non può mancare una tappa per l’Avenue de Champagne. Si tratta di un quartiere in cui si trovano le maggiori case di produzione e commercializzazione di vini di fama mondiale. Avenue de Champagne è ornato con sfarzosi edifici del XIX secolo aspetto opulento stile rinascimentale o classico. Fondamentale una visita tra le cantine, composte da 100 km di gallerie scavate nel gesso in cui sono alloggiate milioni di bottiglie di champagne. Le visite sono aperte al pubblico e la guida vi accompagnerò in un percorso di degustazione.

Luoghi d’interesse

Merita una menzione il municipio di Épernay, un ex palazzo del signor Auban-Moët, costruito nel 1858 e donato alla città nel 1919. Lo stabile conserva il fascino di una residenza privata nel centro di un bellissimo parco. All’interno, camere di lusso, tra cui sala matrimoni e la Sala Consiliare, meritano l’attenzione dei visitatori. Il municipio si trova in un bellissimo parco progettato nel secolo scorso dai fratelli Bühler, creatori del Parc de la Tête d’Or a Lione.

epernay capitale champagne

Il Municipio di Epernay

Anche l’Orangerie di Moët et Chandon ha un certo fascino. Si tratta di palazzo fastoso, risalente al Primo Impero. L’edificio si riflette nello stagno alla francese usato per ospitare gli aranci della casa Moet et Chandon. Purtroppo non è possibile accedere all’interno, ma anche solo la facciata esterna riesce a fare sognare ogni visitatore.

Infine, una visita a Chateau Perrier, un magnifico esempio di architettura francese dell’era tardo romantica. Durante la seconda guerra mondiale il castello servì come quartier generale dell’esercito, prima britannico, poi tedesco, infine per gli americani nel 1945. Fu poi convertito nella biblioteca e museo municipale di Epernay.

Épernay è il luogo perfetto per concedersi una fuga dalla realtà, tra panorami suggestivi, degustazioni di champagne e storia. Una cittadina in grado di offrire stimoli e bellezza, ma anche relax. Tranquillità e palazzi lussuosi rendono Épernay la tappa ideale per una vacanza inusuale e vivace in Francia.

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La città simbolo della lirica in Italia (candidata Unesco)

Se la musica lirica è appena stata candidata a entrare nella lista dei Patrimoni culturali immateriali dell’Unesco, Verona ne è la città simbolo. “L’arte del canto lirico italiano”, questa la definizione presentata a Parigi dove ha sede l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura che deciderà se inserirla o meno, è l’espressione culturale più autentica che rappresenti l’Italia nel mondo e, nella città veneta, sede della celebre Arena, culla della lirica riconosciuta a livello internazionale, lo sanno molto bene.

E Verona, proprio con il progetto “67 colonne per l’Arena”, è una delle dieci città italiane i cui progetti sono arrivati in finale nel contest social per l’assegnazione dell’Art Bonus dell’anno, che consiste in una consistente somma di denaro che servirà per la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese. Ogni anno vengono estratti dal portale Artbonus i progetti candidati che chiunque può votare con un “mi piace” su Facebook o un “cuore” su Instagram. Al momento Verona è al primo posto, c’è tempo fino al 1° aprile per votare.

Verona e la musica lirica sono un binomio indissolubile. Proprio l’anno prossimo cadrà il centenario del festival lirico, l’Arena Opera Festival, che si tiene tutte le estati tra giugno e settembre all’Arena. Il festival lirico, tra i più importanti al mondo, ha visto l’inizio della sua storia nel lontano 1913, quando, in occasione del centenario della nascita di Giuseppe Verdi, è stata messa in scena l’Aida che ancora oggi viene rappresentata.

Ma il legame della città con la grande musica è di ben più ampio respiro e di lunga data.

I luoghi della musica a Verona

Nel ‘700, ha ospitato nientemeno che Wolfgang Amadeus Mozart. Il genio della musica giunse a Verona nel 1769, non ancora quattordicenne, durante il suo primo viaggio in Italia, e si esibì nella Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico – l’unica rimasta intatta dell’originario edificio settecentesco – a due passi dall’Arena e nella Chiesa di San Tomaso Cantuariense, sull’altra sponda dell’Adige, dove ancora oggi si può ammirare l’organo che ha avuto l’onore di essere accarezzato dalle geniali dita del più grande musicista di tutti i tempi.

Il Teatro Filarmonico è il principale teatro dell’opera di Verona e ospita le opere e gli spettacoli della stagione lirica invernale. Vale la pena anche solo visitarlo se non assistere a uno spettacolo.

Con i grandi concerti, negli anni tutti, Maestri, soprano, tenori sono passati di qui. Placido Domingo, Luciano Pavarotti (che esordì proprio all’Arena di Verona nel 1972 con “Un ballo in maschera” di Verdi), Josè Carreras: i tre tenori erano di casa, così come il grande Maestro Franco Zeffirelli, spesso e volentieri regista e scenografo di molte rappresentazioni operistiche. E che dire del soprano più celebre della storia, la grande Maria Callas? La “divina” agli inizi della carriera sposò proprio un veronese, l’industriale Giovanni Battista Meneghini, nella sagrestia della Chiesa dei Padri Filippini, nel centro storico sulle sponde del fiume, riconoscibile per la facciata palladiana.

Più recentemente, tra gli Anni ‘70 e ‘80, la scena musicale veronese ha visto nascere anche I gatti di Vicolo Miracoli, il gruppo musicale e cabarettistico formato da Gianandrea Gazzola, Spray Mallaby, Umberto Smaila, Nini Salerno, Franco Oppini e, successivamente, Jerry Calà. Nato tra le aule del liceo classico statale Scipione Maffei di Verona, è diventato un pezzo di storia della televisione italiana. E proprio alla città hanno dedicato la canzone “Verona Beat”.

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L’Arena di Verona, tempio della musica lirica, candidata Unesco

 

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Il treno storico che attraversa le valli incantate delle Alpi

Sta per partire un treno storico che, tra aprile e ottobre, una domenica al mese, viaggerà tra alcune delle valli alpine più pittoresche. Il treno, che insieme alla ferrovia Vigezzina percorre uno dei tratti su rotaia più belli e panoramici d’Italia, supera il confine con la Svizzera per condurre il viaggiatore in un paesaggio che sembra uscito da un libro di fiabe.

Il territorio che attraversa il treno

È il treno storico delle Centovalli, che anche quest’anno viaggia tra Locarno e Camedo, in territorio svizzero, proprio al confine con la Val Vigezzo, riportando i viaggiatori indietro nel tempo. È una valle, questa, del Canton Ticino a due passi dall’Italia e quindi facilmente raggiungibile, che inizia nella frazione di Intragna e finisce a Camedo, sul confine italo-svizzero.

Il nome “Centovalli” deriva dall’esistenza nel luogo di numerose valli e vallette che ne scavano i due versanti, sui quali sono inerpicati i piccoli centri abitati; il carattere della valle è pittoresco e in certi casi selvaggio.

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Il treno storico delle Centovalli

Un’opera di ingegneria

Ed è proprio sul tratto Camedo-Locarno e viceversa che viaggia il treno storico. Un viaggio lento, in cui la locomotiva trascina i vagoni a velocità ridotta (può andare al massimo a 60 km orari) sui binari a scartamento ridotto per una ventina di chilometri, offrendo ai passeggeri ancora più tempo per lasciarsi incantare dal paesaggio, dalle gole di Ponte Brolla agli imponenti ponti a strapiombo sulle selvagge vallate delle Centovalli.

La natura accidentata di questo territorio ha imposto ardite costruzioni di ponti, viadotti – come il Viadotto Ruinacci, uno dei punti più suggestivi e fotografati della ferrovia a 55 metri sulle acque sottostanti – e gallerie – tra cui la Galleria Sass Gött. Il percorso, come per altre ferrovie alpine, presenta alcuni punti di grande arditezza del tracciato, come quello tra Verdasio e Intragna.

A bordo del treno storico

Quando si sale a bordo di una delle carrozze rivestite interamente di legno del treno d’epoca che percorre la tratta ferroviaria Locarno e Camedo (e viceversa) è un po’ come fare un balzo indietro nel tempo.

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Gli interni del treno d’epoca @Christian Guerra

Il treno è composto da un elettrotreno (o motrice) ABDe 6/6 del 1963 e da vagoni AB4 del 1923, quelli su cui un tempo viaggiavano i passeggeri della Terza classe e che oggi sono invece un lusso per pochi. Infatti, ci sono solamente 38 posti a bordo delle carrozze di Seconda classe.

Accomodandosi a bordo di queste vetture d’epoca, si resta incantati dall’atmosfera romantica e suggestiva che rende ancor più piacevole un viaggio alla scoperta di un territorio ricco di opere architettoniche che raccontano la storia di questa ferrovia.

Info utili

Il primo treno storico parte domenica 3 aprile. Le successive date sono quelle del 15 maggio, 12 giugno, 24 luglio, 28 agosto, 25 settembre e 9 ottobre.

Gli orari di partenza da Locarno, la splendida cittadina sulle rive del Lago Maggiore, a Camedo sono alle 10.07 con arrivo alle 11 e alle 14.13 con arrivo alle 15.07, mentre da Camedo a Locarno il treno parte alle 12.06 con arrivo alle 13 e alle 15.55 con arrivo alle 16.46.

Andata e ritorno in Seconda classe costa 24 Franchi svizzeri, pari a poco più di 23 euro. I ragazzi tra i 6 e i 16 anni viaggiano con il 50% di sconto, mentre i bambini sotto i 6 anni viaggiano gratis, se non occupano un posto a sedere. I cani viaggiano con il 50% di sconto e non possono occupare posti a sedere. I posti non sono numerati.

Naturalmente è possibile abbinare il viaggio in treno da Domodossola a Camedo e/o da Camedo a Domodossola salendo sulla ferrovia Vigezzina-Centovalli. Tuttavia, i biglietti speciali del treno d’epoca sono validi unicamente sui treni storici e non consentono di viaggiare sui treni del traffico regionale o internazionale, pertanto è necessario acquistare anche il biglietto per proseguire.

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La stazione di Camedo in Svizzera @Christian Guerra

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Estate 2022, è boom di case-vacanza (anche di lusso)

Nel dubbio tra andare in vacanza all’estero o restare a casa, gli italiani scelgono sempre più l’Italia per la loro estate. E sempre più preferiscono trascorrerla in una casa-vacanza.

Da quando è iniziata la pandemia, la domanda per le case-vacanza ha mostrato un forte incremento, confermandosi il tipo di alloggio preferito in assoluto. È la cosiddetta “staycation”, di cui si sente più parlare da almeno due anni, da quando, di fatto, è iniziata la pandemia che ha impedito molti viaggi all’estero.

Secondo un recente studio condotto da Bookiply, l’88% degli italiani, infatti, cerca destinazioni nazionali. Tra le mete predilette, la Sardegna è sempre la preferita (la sceglie il 14% dei nostri connazionali), seguita dalla Sicilia (13%), dalla Toscana (11%), dalla Puglia (10%) e dal Trentino-Alto Adige (8%), unica meta di montagna.

Ma se per la Sardegna non è una grossa sorpresa, lo è per le altre regioni. Basti pensare che, secondo lo studio, le ricerche per Sicilia e Puglia sono più che raddoppiate a febbraio 2022 rispetto a gennaio 2021. Queste due regioni si classificano rispettivamente al secondo e quarto posto tra le destinazioni italiane di viaggio più popolari per l’estate 2022.

Un vero e proprio boom di prenotazioni per la prossima estate, insomma, quasi la metà di tutte le case vacanza in Puglia e Sicilia sono state già prenotate. L’interesse per la Sicilia è aumentato anche tra i turisti stranieri, in particolare tra i viaggiatori tedeschi e olandesi. E questo nonostante i prezzi siano aumentati, e non poco. Risulta infatti che rispetto all’estate 2019, nel 2022 le case-vacanza in Sicilia siano aumentate del 31,90% e in Puglia del 34%.

È interessante notare che l’incremento dei prezzi delle case-vacanze non sembri scoraggiare le prenotazioni. I viaggiatori oggi sono disposti a spendere cifre maggiori per le loro ferie: il volume medio delle prenotazioni per una casa-vacanza in Italia è aumentato del 57% nel 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. Nello specifico, in Puglia e in Sicilia, la quantità media di prenotazioni è aumentata maggiormente rispetto alla media nazionale, raggiungendo un volume di prenotazioni rispettivamente del 75% e del 57% superiore nel 2021 rispetto al 2019. Quasi il doppio in soli due anni.

Benché, a causa della situazione internazionale, le prenotazioni si siano un po’ ridotte (-31% nella settimana dal 24 febbraio 2022 al 2 marzo 2022 rispetto alla settimana precedente), molti avevano già prenotato in anticipo.

Ma, come anticipato, anche gli stranieri stanno ricominciando a tornare in Italia e anche loro preferiscono affittare una casa-vacanza o meglio una villa, magari con piscina, campo da tennis e tutta una serie di comfort di alto livello. Il periodo da loro preferito sembra però essere quello precedente alla classica estate degli italiani – che il più delle volte si concentra nel mese di agosto. Gli stranieri optano, infatti, per i mesi di maggio-giugno.

È quanto risulta dall’Osservatorio Emma Villas, che si occupa di affitti brevi di ville e tenute di pregio. Secondo il suo studio, le prenotazioni per maggio e giugno sono cresciute in maniera esponenziale rispetto agli scorsi anni, addirittura anche al periodo pre-Covid e il 95% delle ville prenotate per questi due mesi sono state prese da turisti stranieri.

Complice soprattutto il fatto che i prezzi in quel periodo sono inferiori, ma anche che c’è minore affollamento sulle spiagge e nelle città d’arte e che il clima è già mite. E poi c’è la questione relativa all’allentamento delle restrizioni per i turisti che arrivano in Italia. A venire in vacanza in Italia quest’anno saranno soprattutto tedeschi, olandesi, anglosassoni e statunitensi, ma, con le frontiere di nuovo aperte, anche australiani e canadesi.

Per il mese di maggio 2022 sono state effettuate già 346 prenotazioni di dimore di pregio Emma Villas, che equivalgono a 416 settimane prenotate. E il trend è in crescita anche nel mese successivo, giugno, dove si contano ben 710 prenotazioni pari a 906 settimane di vacanza. Le prenotazioni di ville di lusso già ricevute per il 2022 – e l‘anno è appena iniziato – sono aumentate del 275% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma anche l’80% in più rispetto al 2019, quando non c’era ancora nessuna restrizione, nessuna pandemia e nessuna guerra.

La regione più gettonata – con 263 settimane già prenotate per maggio e 558 a giugno – è la Toscana, seguita dall’Umbria. Al terzo posto Marche, poi Emilia-Romagna e, complice il clima che in quei mesi è già estivo, la Sicilia.

Da segnalare, poi, il caso dell’Abruzzo che, nonostante un numero limitato di proprietà, fa già registrare il tutto esaurito per l’alta stagione. Forse un po’ a sorpresa troviamo anche la Lombardia, che registra a oggi più settimane prenotate rispetto a regioni con maggiore vocazione turistica come la Liguria, la Sardegna e il Lazio.

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Una casa-vacanza per l’estate 2022 degli italiani

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La fortezza marina costruita su un’isola

‘C’era una volta un misterioso castello’. Passano tali parole per la testa quando ci si trova di fronte questa incredibile fortezza. Situata in mezzo al mare, sembra svettare verso il cielo con fierezza ed eleganza, mentre osservandola si capisce sin da subito che tra quelle possenti mura nasconde anche storie di gloria e prestigio.

La fortezza di Murud-Janjira: dove si trova e la sua storia

Ci troviamo in India e più precisamente su un’isola nella costa di Konkan, vicino alla città marittima di Murud nel distretto di Raigad nel Maharashtra. Un’imponente costruzione che si erge su una roccia di forma ovale situata al largo della costa del Mare Arabico.

Paliamo della fortezza di Murud-Janjira, considerata una delle più potenti fortezze marine dell’India. Costruita dalla comunità Siddi, un gruppo etnico dell’India e del Pakistan discendente dei Bantu della regione dei Grandi Laghi in Africa, fu attaccata nel corso del tempo più volte, ma nonostante i diversi tentativi nessuno è mai riuscito a conquistarla.

Un castello, quindi, che si distingue per essere stato una delle più incredibile fortezze marittime dei Siddi e con la fama di essere inespugnabile, anche durante il declino del potere marittimo degli stessi Siddi. Ma nonostante questo, la fortezza ha continuato a essere un centro indipendente, persino nel diciottesimo secolo.

Edificato nel XV secolo, rimase imbattuto fino a quando non divenne parte del territorio indiano dopo l’indipendenza dagli inglesi nel 1947.

Murud-Janjira, cosa vedere

Si accede al forte Janjira da Rajapuri, un piccolo villaggio situato sulla costa. Dopo un breve viaggio in barca, è possibile farvi ingresso attraverso l’entrata principale. Vi ritroverete davanti ben 26 bastioni arrotondati, ancora tutti intatti. Passeggiandovi scoprirete diversi cannoni di fabbricazione autoctona ed europea.

Al suo apice era un vero e proprio forte che conteneva tutte le strutture necessarie come palazzi, alloggi per ufficiali, una moschea, due piccoli pozzi profondi, ancora funzionanti, e così via. Sul muro esterno, che fiancheggia la porta principale, è possibile ammirare la scultura di un animale simile a una tigre che tra i suoi artigli trattiene degli elefanti.

Il muro, alto circa 12 metri, vanta 19 portici o archi arrotondati, alcuni dei quali possiedo ancora i cannoni montati su di essi. Un tempo qui c’erano ben 572 cannoni, tra cui  Kalalbangdi, Chavri e Landa Kasam, 3 armi davvero gigantesche. Un’altra porta a ovest è rivolta verso il mare, chiamata Darya Darwaza.

Sulla riva svetta una lussuosa struttura dalla cima a una scogliera: il Palazzo dei Nawab. Costruito dall’antico Nawab di Janjira, regala al visitatore un bellissimo panoramica sul Mar Arabico e sul castello inespugnabile. C’è anche un’altra fortezza, chiamata Ghosalgad, che si trova in cima a una collina a circa 32 km a est di Murud-Janjira, una struttura che fungeva da avamposto per i governanti di Janjira.

Accedere a quest’ultima non è possibile, poiché è necessario un permesso speciale da parte delle autorità indiane.

Insomma, Murud-Janjira è un forte particolarmente interessante per il la sua posizione nel mezzo del Mare Arabico, per la sua imponenza e anche per la sua storia che racconta le glorie dei Siddi. Un posto da scoprire in poco più di due ore, ma che regala un’avventura d’altri tempi e un vero e proprio viaggio nel patrimonio indiano.

Janjira fortezza cosa vedere

La fortezza di Janjira

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Maiorca: a bordo di un tram per scoprire la valle d’oro

Cosa c’è di bello a Maiorca? Sole, mare e tante splendide spiagge: la risposta sembra fin troppo scontata. Ma in pochi sanno che quest’isola dedita al turismo balneare cela una delle sue perle più incredibili… tra le montagne. È qui, in un paesaggio brullo che sembra lontano mille miglia dalle assolate calette per cui le Baleari sono famose, che possiamo ammirare la valle d’oro. E lo facciamo a bordo di un tram storico.

Soller, la perla dell’isola di Maiorca

Piccola cittadina situata ad appena 3 km dalla costa, Soller sembra appartenere ad un mondo diverso. Nulla a che vedere con il caos estivo che siamo abituati ad immaginare quando si parla di Maiorca. E sebbene il villaggio disti pochissimo – in linea d’aria – dalla splendida Palma di Maiorca, a separarli sono nientemeno che delle montagne. L’entroterra dell’isola è infatti caratterizzato dai rilievi della Sierra de Tramuntana, che per tanto tempo hanno reso Soller pressoché irraggiungibile. Per fortuna oggi non è più così: sono tante le sue bellezze che possiamo finalmente scoprire, partendo proprio dal capoluogo dell’isola.

Palma è infatti collegata a Soller da una ferrovia storica che ci permette di fare un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. Il Ferrocarril attraversa vallate e montagne, inerpicandosi tra paesaggi ricchi di meraviglie. Questa è la valle d’oro, chiamata così per il suo colore intenso: è dovuto alle vaste distese di agrumeti che si succedono in un panorama dove la natura regna incontrastata. A bordo di un antico convoglio del 1912, raggiungiamo così il centro del paese, pronti per un’avventura che è appena iniziata.

Treno di Soller

Il treno che collega Palma di Maiorca a Soller

Il tram di Soller, un’esperienza unica

Dal centro di Soller parte un tram dal fascino antico, che conduce i turisti attraverso la cittadina e poi giù per le colline, in direzione del mare. E nonostante il percorso sia breve, è a dir poco meraviglioso. Dapprima possiamo ammirare alcune delle bellezze del paese, come la sua vivace piazza centrale che accoglie piccoli bar e negozietti di artigianato. Qui si staglia, imponente e suggestiva, la Iglesia de San Bartolomé: la sua facciata neogotica risalta enormemente accanto al Municipio e al capolavoro del modernismo che è il Banco de Soller.

Soller

Il centro storico di Soller, attraversato dal tram

Lasciato il centro storico e le sue meraviglie, il tram inizia la sua discesa. Attraverso bellissimi paesaggi dominati ancora una volta dalle mille sfumature dorate degli agrumeti, possiamo pian piano scorgere il mare. Destinazione finale: Port de Soller. Pittoresco quartiere affacciato su una baia protetta in una piccola insenatura, ospita il porto della cittadina e sprigiona un fascino unico. Possiamo concederci una passeggiata lungomare mangiando un buon gelato e aspettando il tramonto, che qui è davvero magico.

Per chi è invece un po’ più avventuroso, non c’è niente di meglio che un’escursione alla scoperta di Torre Picada, imponente fortificazione eretta nei primi anni del ‘600 per difendere la cittadina dagli attacchi dei pirati. Dall’alto della torre, si gode di un panorama incredibile sul Mediterraneo e, alle sue spalle, sulle montagne della Sierra de Tramuntana. Una visione davvero da sogno, che sembra uscita da una cartolina.

Port de Soller

Port de Soller

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Apre il giardino dei tulipani più grande d’Italia

Dopo l’Olanda, è stato il primo campo di tulipani – e oggi il più grande d’Italia, come quattro campi da calcio – dove chiunque può andare a raccogliere i fiori e portarseli a casa. Apre a primavera, non c’è sempre una data, dipende da quando i primi bulbi iniziano a sbocciare e a tingere la campagna lombarda di mille colori.

Seguendo i ritmi della natura il giardino, poi, chiude per accogliere di nuovo gli ospiti l’anno successivo. Di massima, apre a fine marzo e chiude a fine aprile. La fioritura dura al massimo sei settimane.

Il più grande campo di tulipani in Italia

Tulipani Italiani è ad Arese, alle porte di Milano. Il campo copre un’area di 2 ettari dove sono stati piantati 470mila bulbi di tulipani di 450 varietà con una palette infinita di colori.

Ogni giorno, per tutta la durata della fioritura, si può andare a raccogliere i tulipani. Ma il campo non è destinato solo al “U-pick”. Qui si può venire anche solamente per rilassarsi, per ammirare le nuove e romantiche installazioni, per stare insieme ai propri cari, per respirare aria pulita. E poi ci sono gli eventi gratuiti organizzati nel campo di tulipani. Dai concerti allo yoga (previa prenotazione).

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Il campo di tulipani più grande d’Italia è ad Arese (MI)

Quando si arriva al campo, i visitatori possono ascoltare una spiegazione dettagliata su come muoversi, come raccogliere i fiori che vanno fotografati, raccolti, ammirati, ma non
danneggiati inutilmente. A ciascuno viene consegnato un cesto e un secchio per riporre i tulipani e una cisterna di acqua non potabile per rinfrescare i fiori raccolti.

Una gita in bicicletta

Il campo di tulipani può essere raggiunto anche in bicicletta, proprio come si farebbe in Olanda. Infatti, quest’anno l’area scelta è molto vicina alla pista ciclabile della Valera. Ogni
anno il campo viene spostato alla ricerca di terreno fresco e adatto alla coltura dei tulipani. mancano solo i mulini a vento…

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Una tavolozza di colori a due passi da Milano

Info utili

Tulipani Italiani si trova all’interno del Parco delle Groane, è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19. Sabato e domenica apre dalle 8,30 fino alle 19. Si può acquistare l’ingresso sul sito che comprende anche la raccolta di 2 tulipani e che costa 4 euro, mentre direttamente sul campo costa 5 euro. I bambini accompagnati sotto i 4 anni non pagano.

I visitatori sono liberi di raccogliere quanti tulipani aggiuntivi desiderano, al costo di 1,50 euro ciascuno.

Per accedere al campo non è necessario mostrare il Green Pass, essendo totalmente all’aperto.

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Il campo di tulipani è raggiungibile con la pista ciclabile della Valera

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In Argentina esiste l’autostrada degli UFO. Chi ha il coraggio di percorrerla?

Amanti del paranormale, semplici curiosi e – perché no? – anche increduli scettici provenienti da ogni angolo del mondo: è qui, tra le montagne dell’Argentina, che trova spazio un luogo ricco di misteri. Nel cuore del Paese, tra mille bellezze, si dipana infatti l’autostrada degli UFO. Pronti per un’avventura che ha dell’incredibile?

L’autostrada dell’UFO, la magia dell’Argentina

Ebbene sì, esiste davvero una strada divenuta famosa per i suoi avvistamenti alieni. Soprannominata “autostrada degli UFO”, è quella che conduce alla volta di Capilla del Monte e dell’imponente vetta di Cerro Uritorco, che si staglia nel cuore di un’immensa vallata dell’entroterra argentino. Siamo a poco più di 100 km da Cordoba, dove la natura è ancora incontaminata e nei villaggi si respira un’atmosfera autentica. Lungo la strada, almeno stando alle tantissime testimonianze dei turisti che l’hanno già percorsa, non sarebbe affatto raro abbattersi in alcuni eventi soprannaturali.

C’è chi dice di aver avvistato delle strane luci muoversi a zig zag nel cielo, chi invece non ha alcun dubbio e rivela di aver visto un vero e proprio UFO. La verità, naturalmente, è ben lontana dall’essere scoperta: quel che sappiamo per certo è che l’autostrada in questione ha un fascino decisamente surreale, soprattutto quando si è ormai ad un passo da Capilla del Monte. Questo delizioso villaggio incastonato tra le montagne vive infatti una realtà che sembra ben diversa da quella a cui siamo abituati. È il paradiso del new age, tra negozietti di cristalli e pietre magiche, terapeuti di ogni arte esoterica e – ovviamente – persone che hanno avuto contatti alieni.

Qui, quasi tutti i residenti hanno una storia da raccontare, e sono moltissimi i visitatori che, una volta giunti nella cittadina, avvertono un’energia diversa. Per i più curiosi, c’è un osservatorio astronomico che permette di ammirare l’immensità dello spazio (e magari avvistare qualche movimento sospetto). E naturalmente non può mancare una visita presso il locale museo dedicato proprio all’ufologia, che custodisce cimeli decisamente bizzarri. Nel mese di febbraio, inoltre, Capilla del Monte celebra il suo Alien Festival: per tre giorni ci si sbizzarrisce tra concerti e sfilate in costume.

Capilla del Monte

Il villaggio di Capilla del Monte

L’incredibile mistero di Cerro Uritorco

Se Capilla del Monte vi sembra un luogo ricco di misteri, non avete ancora sentito parlare di Cerro Uritorco, una delle sette meraviglie naturali della regione. Si tratta della vetta più alta delle Sierras Chicas, situata a circa 3 km dal villaggio: per raggiungere la sua cima ci si inerpica in un lungo sentiero di trekking immerso nella natura, non particolarmente difficile se si ha un minimo di allenamento. Pare che sia proprio questa montagna il centro dell’attività extraterrestre dell’intera Argentina. Addirittura, per molti sarebbe nientemeno che un portale verso altri mondi.

Nelle vicinanze, c’è un’altra attrazione che riconduce al mistero alieno. Il 9 gennaio 1986, dopo che un ragazzino disse di aver visto un UFO sorvolare la montagna, sulla vetta di Cerro Pajarillo apparve una grande impronta circolare di erba bruciata, di circa 100 metri di diametro, che sembrava proprio lasciata dall’atterraggio di un disco volante. Inutile dire che questo incidente diede linfa vitale ad un turismo dedito proprio alla ricerca di UFO e altre testimonianze del passaggio extraterrestre. Un turismo che ancora oggi, dopo tanti anni, non accenna a trovare tregua.

Capilla del Monte

Il panorama di Capilla del Monte

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La svolta dell’estate: le nuove rotte di ITA Airways

È un’estate ricca di collegamenti quella che sta per arrivare. La nuova compagnia di bandiera ITA Airways, ha annunciato tutte le sue tratte per la bella stagione, il suo nuovo programma di fidelizzazione e una grande novità per quanto riguarda la continuità territoriale.

Dove si può volare con ITA Airways

Il programma di ITA Airways vedrà nei prossimi mesi un graduale rafforzamento sulle principali direttrici di corto e medio raggio, così come un apprezzabile progresso nella connettività intercontinentale. Dopo aver aggiunto ai voli per New York quelli diretti per Miami e Boston a inizio marzo, la compagnia aerea ha avviato le vendite di altri collegamenti di lungo raggio previsti a partire da giugno 2022 con Los Angeles, San Paolo, Buenos Aires e Tokyo Haneda.

Nel dettaglio: saranno ben 64 le destinazioni operate da ITA Airways per l’estate 2022. 23 saranno nazionali, 34 internazionali e 7 intercontinentali. Roma Fiumicino rimane l’hub strategico del Mediterraneo, ma viene riconfermata anche la forte presenza su Milano Linate.

Il 2 aprile, infatti, partirà il primo volo intercontinentale da Milano Malpensa con destinazione New York Jfk. Volerà nei cieli ogni lunedì, martedì, giovedì, sabato e domenica e da giugno il collegamento diventerà quotidiano. La rotta Malpensa – Jfk si unisce alla Fiumicino – Jfk già operata da ITA Airways nella stagione invernale 2021/2022.

Dal 27 marzo hanno ripreso i voli diretti tra Milano Linate e Reggio Calabria, ad aprile diventeranno due. Nell’estate 2022 da Milano Linate partirà anche la destinazione Salonicco.

Novità ci sono anche per quanto riguarda le mete più gettonate del Mediterraneo: decolleranno nuovi voli verso le isole dell’Italia, Spagna, Grecia e Croazia. ITA Airways, in particolare, opererà voli stagionali nel mese di agosto da Roma Fiumicino e Milano Linate per Lampedusa, Pantelleria, Corfù, Heraklion, Rodi, Ibiza, Minorca e Maiorca.

Nuove destinazioni anche dall’aeroporto Leonardo Da Vinci grazie agli Airbus A330 e A350 di ultima generazione che consentiranno al vettore di raggiungere importanti mete del turismo mondiale come Miami, Boston, Los Angeles, Tokyo, Buenos Aires, San Paolo. Dal 27 marzo, inoltre, è partito un volo ITA da Roma Fiumicino verso Napoli. Nel mese di agosto verranno servite da Roma Fiumicino anche le destinazioni Cefalonia, Dubrovnik e Spalato.

Infine, grazie ai voli in codesharing in collaborazione con altre compagnie aeree partner, è possibile raggiungere da tutta Italia, via Roma, tante altre destinazioni in Europa e nel mondo.

Continuità territoriale con ITA

Per quanto riguarda la continuità territoriale con la Sardegna, ITA Airways ha fatto sapere che ha intenzione di operare sulle principali rotte – da e per l’isola – a partire dal 15 maggio 2022 e fino al 14 maggio 2023.

Tramite un comunicato stampa ha annunciato di voler garantire voli giornalieri su tutte le sei principali rotte, assicurando la mobilità dei cittadini sardi e la connettività dei territori della regione con le destinazioni domestiche, internazionali e intercontinentali operati dalla compagnia aerea italiana e dai suoi partner.

Verrà garantito, inoltre, un servizio pubblico con “tariffe estremamente vantaggiose a sostegno della popolazione sarda” nonostante il continuo aumento del costo del carburante. Una scelta fatta per “contribuire fattivamente al Sistema Paese” ed essere un “pilastro fondamentale” per la connettività e lo sviluppo economico dell’Italia in un momento di profonda incertezza a livello globale.

ITA si è perciò fatta avanti per il bando che coprirà il periodo che va dal 15 maggio al 30 settembre 2022. Dal 1° ottobre dovrebbe poi partire la nuova gara per la continuità territoriale per l’assegnazione delle rotte per i successivi 24 mesi.

Aeroporti di Roma, aumenta l’offerta

Il programma di ITA Airways conferma un progressivo ripristino della connettività sui flussi lungo raggio. Ma a far respirare ancora di più gli aeroporti di Roma sono anche una serie di misure che fanno guardare con ottimismo al futuro. Soprattutto in riferimento ai voli verso il Nord America e l’Australia. Basti pensare che per la prima volta la compagnia Qantas effettuerà un collegamento diretto tra l’Europa continentale e la terra dei canguri.

Confrontando il programma estivo di Fiumicino con quello operato dai vettori nel periodo pre-Covid, la Summer 2022 prevede, in questo momento, l’attivazione di 25 nuovi collegamenti aerei. 13 di questi saranno verso destinazioni precedentemente non servite con voli diretti  – nemmeno nel periodo pre-Covid.

Le novità più attese riguardano l’arrivo o il ritorno di diverse compagnie aeree con regolari servizi di linea. Come detto poco sopra, Qantas collegherà per la prima volta l’Europa Continentale con l’Australia con un volo no stop tra Roma a Perth, per poi proseguire con lo stesso volo su Sydney.

Anche WestJet debutterà in Italia volando tra Roma e Calgary in Canada,  mentre Gulf Air avvierà il collegamento diretto per il Bahrain e Icelandair arricchirà l’offerta di voli per Reykjavík. Interessanti anche le nuove destinazioni internazionali che andranno ad arricchire il network di breve medio raggio come: Tangeri, Girona e Figari operate da Ryanair, Strasburgo in programma con Volotea, Montpellier con Transavia.

Ad ampliare il network anche Wizz Air che, dopo aver lanciato la base di Fiumicino con 4 aerei e oltre 30 rotte avviate nel 2021, prevede l’inserimento di un quinto aereo nel corso dell’estate 2022 e l’attivazione altre 18 nuove rotte. Tra queste ci sono Londra Gatwick, Madrid, Marrakesh, Amman, ma anche nuove destinazioni per Roma come Yerevan in Armenia e Turku in Finlandia.

Da non dimenticare anche i collegamenti verso verso l’Asia ed il Sud America come i voli diretti di Singapore Airlines e di Aerolíneas Argentinas, previsti entrambi da inizio giugno. Da citare, infine, anche il ritorno di Latam a partire da luglio con un volo diretto su San Paolo che consentirà non solo di raggiungere l’affascinante megalopoli brasiliana, ma anche di servire un ampio network di prosecuzioni nell’America latina.

L’obiettivo, quindi, è recuperare il terreno perduto. Infatti, anche se nel 2021 hanno transitato 14 milioni di passeggeri tra Fiumicino e Ciampino segnando un miglioramento rispetto all’anno precedente, è altrettanto vero che c’è sempre un – 79% da recuperare rispetto al 2019, l’anno prima che arrivasse il Covid.

Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma, ha dichiarato che: “Nonostante una situazione ancora complessa ci sono i presupposti perché il 2022 sia un anno di ripresa del traffico con la prospettiva per i due scali della Capitale di tornare a giocare un ruolo cruciale nello sviluppo della filiera economica legata al turismo e ai trasporti a livello nazionale. Soprattutto fa ben sperare il dinamismo dei vettori americani e la rivitalizzazione del traffico in Europa che potrà tornare alla quasi normalità nel corso dell’anno. In questo contesto, ADR prosegue con determinazione il proprio piano di investimenti con particolare attenzione a sviluppo, sostenibilità e innovazione anche in vista degli appuntamenti del Giubileo 2025 e di Expo 2030, che rappresentano grandi opportunità per Roma e l’intero Paese”.

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Nel paradiso della Lapponia, magia bianca

La prima cosa che si fa quando si arriva in Lapponia d’inverno è scaricare la app dell’aurora boreale. Indica la percentuale di possibilità che si ha di avvistarla. È l’obiettivo numero uno di chi organizza un viaggio nel Nord Europa in questa stagione e che, tra un’attività e l’altra, controlla l’”aurora forecast” (le previsioni) per la serata. Ma non è detto che si abbia la fortuna di vederla, specie se c’è la luna piena e il cielo è molto luminoso. L’aurora, dicono chi vive da queste parti, c’è sempre, ma a volte non è visibile a occhio nudo. Capita, quindi, di tornare a casa senza averla vista. Ma ciò non significa tornare delusi da un viaggio in Lapponia.

Una delle prime cose che s’impara è che, nonostante le ore di luce nella stagione invernale siano poche, la neve che permane per mesi riesce a illuminare tutto. E non se ne sente poi la mancanza.

In ogni caso, il periodo migliore per andarci è verso la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando le giornate si allungano – c’è sole dalla mattina presto fino almeno alle 18-18.30 – e le temperature si fanno più sopportabili (zero gradi o poco più), in modo da potersi godere il paesaggio e poter fare tutte le incredibili attività sulla neve e sul ghiaccio che solo qui si possono fare.

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Haparanda-Tornio d’inverno

Inoltre, non è necessario andare molto a Nord per visitare la Lapponia. La Lapponia, sia svedese sia finlandese, inizia dal Golfo di Botnia, la parte settentrionale del Mar Baltico – sul quale si può camminare quando il ghiaccio è spesso almeno un metro, ed è un’esperienza decisamente insolita, anche un po’ da brividi – e soprattutto si può salire su una nave rompighiaccio. La zona di confine tra le città di Haparanda (in Svezia) e Tornio (in Finlandia) sono i punti di partenza per scoprire un paesaggio bianco, fatto di boschi di pini e betulle, di fiumi e corsi d’acqua – i due Paesi sono separati dal fiume Tornio (o Torne) – di case di legno rosse (principalmente) e di saune, di renne e di Husky. Tutto ciò che ci si aspetta da un’esperienza lappone.

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Una nave rompighiaccio nel Mar Baltico

Husky e renne: gli animali della Lapponia

Lapponia=Babbo Natale=renne. E qui, naturalmente, ci sono. A pochi chilometri da Haparanda, sull’isola Seskarö, la più grande e più abitata dell’arcipelago di Haparanda, Kim Innala fa salire gli ospiti a bordo dello “snow train” trainato da una motoslitta, attraversa il mare ghiacciato e li conduce nel bosco dove lui e gli altri allevatori di renne della comunità sami di Liehittäjä le fanno svernare, prima di portarle al pascolo estivo. Incontrarle è un’emozione, nutrirle anche. Essere accerchiati da decine di renne affamate non deve spaventare, sono estremamente docili, basta stare alla larga dalle loro corna. Sull’isola vivono anche alcune alci, che si possono avvistare, con un po’ di fortuna, addentrandosi nel bosco.

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Le renne sull’isola Seskarö in Svezia

Per salire sulla slitta trainata dagli Husky, si attraversa il confine e si arriva in Finlandia, all’Old Pine Husky Lodge, di proprietà dell’italiano Alessandro Maccari, che vive in questo Paese da 25 anni. Venuto per lavorare alla Nokia, non se n’è più andato. Ha rilevato qualche anno fa un antico villaggio sorto lungo la strada che un tempo collegava Stoccolma a San Pietroburgo, detta “strada dell’alcool” perché da qui passava il “pirto” che era alcool puro. Il lodge era un punto di sosta e di ristoro per gli antichi commercianti che passavano da qui. Ancora oggi, l’abitato più vicino si trova a 35 km di distanza. Negli anni, gli edifici di legno furono usati per diversi scopi, anche religiosi, tanto che fu eretta una piccola chiesa di legno, finché Alessandro non decise di aprire una sorta di albergo diffuso e di organizzare attività turistiche (c’è persino una pizzeria in mezzo al bosco). L’allevamento di Husky è una delle varie attività offerte, ma ce ne sono tante altre, tra cui la caccia all’aurora boreale.

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Sulla slitta trainata dagli Husky

Si sale sulla slitta in due, uno guida, l’altro si siede dentro e si occupa di scattare foto e fare video. Quando si molla il freno che è bloccato nella neve, gli Husky scalpitanti schizzano come dei fulmini. L’esperienza non dura più di mezz’ora, chi vuole può anche fare un’ora ma tra concentrazione e mani strette strette sulla slitta 30 minuti sono più che sufficienti. Il percorso ad anello si snoda attraverso il bosco innevato, ogni curva è un brivido. Davvero imperdibile.

Attività sul ghiaccio nella Lapponia svedese

Tantissime sono le attività che si possono praticare sulla neve e sul ghiaccio della Lapponia svedese d’inverno. La più adrenalinica è sicuramente la motoslitta, che si può praticare sul versante finlandese del villaggio di Kukkola, un paese diviso in due dal fiume e dal confine tracciato all’inizio dell’800, quando la Svezia fu costretta a cedere parte del suo territorio (quello che ora è la Finlandia) alla Russia. Nordic Safaris organizza escursioni sul fiume ghiacciato da una parte all’altra del confine guidando verso l’isola in mezzo al fiume che, con la neve e il ghiaccio, non sembra neppure un’isola. L’importante è seguire sempre la scia lasciata dal capofila che sa dove il ghiaccio è più spesso – almeno un metro – evitando di guidare fuoripista.

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Il villaggio di Kukkola sul lato svedese

Per chi preferisce attività meno adrenaliniche, si può fare sci di fondo e passeggiare tra i boschi e sul fiume ghiacciato fino ad arrivare alle rapide che non si gelano mai. D’estate, qui, si pratica la pesca al salmone ed è una delle attività più rappresentative della zona. Ma a pesca si può andare anche d’inverno. Si fa un buco nel ghiaccio con una trivella a mano finché non si trova l’acqua. Poi, con una piccola canna da pesca ci si siede ad aspettare e ci si scalda con la vodka. Chi è fortunato e riesce a fare abboccare un pesce all’amo poi può farselo cucinare sulla griglia portatile.

Sicuramente un’esperienza unica da fare nella Lapponia di Haparanda e Tornio è quella a bordo di una rompighiaccio, una nave appositamente studiata per navigare in mari, laghi o fiumi la cui superficie è coperta di ghiaccio. Questo tipo di imbarcazione veniva impiegata fin dagli inizi dell’esplorazione polare in quanto la particolare forma dello scafo è in grado di aprire lo strato di ghiaccio, e oggi è divenuta anche un’attrazione turistica che si può fare solo nella Lapponia meridionale perché s’affaccia sul Mar Baltico. L’esperienza dura qualche ora e, chi lo desidera, può anche indossare una speciale tuta galleggiante e gettarsi nell’acqua gelata, senza che questa faccia passare una goccia d’acqua e senza rischiare di annegare perché la tuta serve proprio galleggiare.

Saune e case rosse su sfondo bianco

Chi dice Svezia o Finlandia dice sauna. Una volta si nasceva nella sauna. Oggi non è più così, ma fin da piccoli s’impara che fa bene e la si fa almeno due/tre volte alla settimana. Ecco perché in qualunque hotel di qualunque livello sia la sauna non manca mai.

Nell’albergo Cape East, che si trova nel punto più orientale della Svezia, sulla riva del Torne appena fuori dal centro di Haparanda, c’è la sauna più grande al mondo. Non è chiusa, ma divisa su tanti livelli ognuno dei quali ha una temperatura diversa.

Nella parte svedese di Kukkola si trova l’hotel Kukkolaforsen, a gestione familiare, dove ci sono ben 12 saune, tra cui quella a legna, un piccolo museo della sauna e vi ha sede l’Accademia svedese della sauna.

Viaggiare in Lapponia d’inverno, in auto o slitta trainata dagli Husky o motoslitta o anche a piedi, è come attraversare un quadro Naïf. Dall’infinita distesa di neve bianca si stagliano boschi di conifere, case di legno rosse e piccole costruzioni da cui spunta un comignolo: quelle sono le saune. Se vi siete domandati perché spesso le abitazioni da queste parti siano rosse, ecco la spiegazione. Il colore rosso, usato fin dall’antichità, è dovuto a un materiale ferroso che veniva estratto dalle miniere e mescolato all’intonaco. Serviva a proteggere il legno dagli agenti esterni. Si usa ancora oggi e quelle casette di legno sembrano davvero uscite da un libro di fiabe.

Dove c’è il Kukkolaforsen, sulle rive del fiume Tornio, un tempo c’era un antico villaggio di pescatori. Ancora ancora oggi ci sono delle case (rosse) che risalgono alla fine del ‘700, la ghiacciaia, l’affumicatoio (tuttora usato), il mulino, il fienile che ospita il museo della pesca e la torre dell’orologio e le casette che ospitano le stanze e i miniappartamenti dell’hotel, benché nuovi, sono anch’essi di legno rosso.

Haparanda-Tornio, due Paesi una Lapponia

Benché la cittadina di Haparanda sia in Svezia e quella di Tornio in Finlandia, non c’è una vera e propria divisione tra le due e tra i due Paesi (si parla persino una lingua comunque chiamata Meänkieli, “la nostra lingua”, e c’è un’unica bandiera con i colori di entrambe le Nazioni). Il luogo più iconico – e instagrammabile – si trova a Victoria Square dove un grosso cuore rosso divide il territorio finlandese da quello svedese.

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Il cuore di Victoria Square tra Tornio e Haparanda

Appena si va fuori città, non ci si rende nemmeno conto di trovarsi un Paese piuttosto che in un altro. Qui è tutta Lapponia. Ciò che cambia veramente è il fuso orario che è spostato di un’ora (la Finlandia è un’ora avanti), tanto che al confine il Capodanno si festeggia due volte. Cambia la valuta, perché in Svezia si usa ancora la Corona mentre in Finlandia l’euro. Inoltre, la Finlandia è più costosa e alcuni prodotti è meglio acquistarli in Svezia. Insieme le due città contano all’incirca 32.000 abitanti.

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La città di Haparanda in Svezia

Per il resto, sono due città gemelle, le più settentrionali al mondo (si trovano a circa 100 km a Sud del Circolo Polare Artico). Se Tornio nel 1600 era già una città (e per anni la più ricca di Svezia), non era così per Haparanda che, ai tempi, non era nient’altro che un villaggio, finché la Finlandia non divenne russa e servì come avamposto.

Tra gli edifici più antichi di Haparanda c’è lo Stadshotell, il più antico albergo cittadino nella Lapponia svedese, che un tempo fungeva anche da municipio. Dalle sue camere, dalla sontuosa sala da ballo e dai suoi ristoranti sono passati Capi di Stato, celebrity e spie. Si trova nel centro cittadino. Una curiosità: l’Ikea più a Nord del mondo si trova a 800 metri dall’hotel.

Tornio è un po’ più grande, ha anche un quartiere storico di antiche case di legno dove oggi sono sorti atelier e locali di artigiani. C’è anche il Museo della Valle del Tornio che racconta la storia della città e del territorio e di quando, 10anni fa, da queste parti non c’era nient’altro che ghiaccio. Della presenza russa è rimasto qualche edificio, come l’ex caserma di mattoni rossi che nel 1914 è diventato il Grand Hotel Mustaparta.

Proprio nel 2021 ha festeggiato il 400° anniversario e uno dei ricordi è una grossa scultura d’acciaio che rappresenta un salmone che è divenuto un po’ il simbolo di Tornio.

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Il pesce d’acciaio, nuovo simbolo di Tornio, in Finlandia

Come arrivare nella Lapponia svedese

Haparanda e Tornio sono la porta della Lapponia svedese e finlandese. Haparanda dista un’ora e mezza di auto dalla città di Luleå, raggiungibile in aereo facendo scalo a Stoccolma, mentre Tornio è raggiungibile in mezz’ora dall’aeroporto di Kemi (al momento chiuso per mancanza di voli) facendo scalo ad Helsinki o da quello di Rovaniemi, che dista un’ora e mezza. Ci sono anche collegamenti ferroviari sia da Stoccolma sia da Helsinki.

Una volta arrivati si può noleggiare un’auto, ma per chi non è pratico di guida su neve o ghiaccio (qui la prova viene fatta già alla scuola guida quando si è giovani) il consiglio è quello di affidarsi a un autista locale che è sicuramente più abituato.