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Jennifer Lopez innamorata di Capri (e dell’Italia)

Non è la prima volta che la “divina” Jennifer Lopez (oggi in Lynn Affleck) viene in Italia, tanto che un paio di anni fa aveva persino dichiarato di volersi trasferire a vivere nel nostro Paese.

Ama trascorrere le vacanze estive sulle nostre coste (in particolare quelle del Sud Italia), nelle nostre isole, spostandosi a bordo di lussuosissimi yacht scorrazzando in lungo e in largo nel Mediterraneo. Specie ora che è con il suo inseparabile compagno di vita, l’attore Ben Affleck che non la molla mai.

JLO e l’Italia

La coppia d’oro ha visitato spesso il Belpaese e proprio la scorsa estate ha scelto Ortigia, la piccola isola di fronte a Siracusa (che ne racchiude il centro storico). L’occasione era un’importante sfilata di Dolce & Gabbana, e per i due piccioncini è stata un’altra opportunità di godersi le meraviglie d’Italia.

Ora JLo è tornata in Italia per girare lo spot di una nuova bevanda che ha lanciato, la sua versione dello Spritz, ma meno alcoolica. La stessa Jennifer ha spiegato che l’idea le è venuta in mente dopo aver avuto a che fare con l’eleganza e il lifestyle italiano che ha conosciuto sulle sue coste. “L’ho semplicemente amato”, ha spiegato su Instagram la diva che, nonostante i cinquant’anni suonati, si mostra in forma fisica perfetta indossando un paio di hot pants color canarino e una camicetta bianca annodata.

L’amore per Capri

A Capri, Jennifer ci aveva lasciato il cuore. Molti ricorderanno quando, nel 2018, improvvisò uno show a sorpresa mettendosi a cantare live davanti agli ospiti di un locale. Arrivata a inizio agosto sull’isola in compagnia dell’allora fidanzato Alex Rodriguez, Jennifer aveva regalato ai fan uno spettacolo esclusivo dopo essere salita in piedi su un tavolo della famosa Taverna Anema e Core, frequentata da tutti i vip che sbarcano sull’isola, ed esibendosi in una delle sue hit, “Let’s Get Loud” sotto gli occhi increduli dei presenti.

La bellezza di Capri e la sua Dolce Vita si sono prestate benissimo a fare da set per la pop star latino-americana che ha scelto l’isola per il lancio dello spot postato sui social. Lo spot è stato girato in gran segreto per non attirare i curiosi in alcuni punti molto esclusivi di Capri, a partire da una villa a picco sul mare sul versante di Marina Piccola.

Il drink sarà sicuramente il più gettonato sull’isola quest’estate, ma Capri sarà anche la più desiderata dagli americani che sicuramente arriveranno in massa per un “Delola” in piazzetta.

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Lago di Saoseo, vera meraviglia della Svizzera

Chiudete gli occhi e provate a immaginare uno scenario da cartolina dove la vera protagonista assoluta è la natura. Siamo abbastanza certi che a qualcuno di voi sarà venuto in mente un laghetto dai profili fiabeschi, circondato da verde intenso e con le acque dalle mille sfumature di blu. La sapete una cosa? Questo posto esiste veramente e non è nemmeno troppo distante dal nostro Paese: è il Lago di Saoseo, un autentico gioiello della confinante Svizzera.

Lago di Saoseo: cosa sapere

Il Lago di Saoseo, che in lingua locale si chiama Lagh da Saoseo, è un irresistibile specchio d’acqua alpino situato in Val di Campo, una zona laterale della Val Poschiavo, che si distingue per essere incorniciata da profili di alte montagne che fanno sognare a occhi aperti.

Quando il visitatore decide di raggiungere questa area incantata della Svizzera, deve essere preparato al pensiero che quello che si ritroverà di fronte è un piccolo – ma irresistibile – capolavoro della natura. Il motivo di tutto ciò è molto semplice: questo magnifico laghetto alpino sfoggia acque dalle tonalità intense, un blu che è in grado di dare vita a milioni di trasparenze e continui riflessi che vanno a fondersi con il verde circostante.

O meglio, dipende dalle stagioni: in estate e in primavera gli abeti brillano di un verde acceso, in autunno i larici assumono il tradizionale giallo del periodo, mentre in inverno è il bianco della candida neve a regnare su tutto. Tonalità che si specchiano sulle acque del lago – che per molti ricorda la forma di un cuore – in maniera differente in base all’orario in cui lo si visita.

Per raggiungerlo basta intraprendere un piccolo trekking che non presenta troppe difficoltà, una passeggiata che è quindi possibile fare anche con i propri figli.

Lago di Saoseo forma a cuore

Fonte: iStock

Veduta dall’alto del Lago di Saoseo in autunno

Come raggiungere Saoseo

Per raggiungere le infinite e vivaci tinte del Lago di Saoseo occorre partire dalla località Sfazù, una graziosa frazione situata a 1622 metri sul livello del mare, che segna anche il vero e proprio punto d’ingresso alla Val di Campo.

Da lì è sufficiente seguire i cartelli che invitano a proseguire verso il Rifugio Saoseo attraverso una strada sterrata che si sviluppa tra pascoli e maestosi boschi di larici.

L’ambiente è davvero peculiare e piacevole, e il bellissimo lago che si apre dinnanzi al visitatore è una specie di bomboniera realizzata dal magistrale lavoro di Madre Natura. Non solo acque placide dai colori sgargianti e vegetazione florida che impreziosisce il territorio, c’è anche un’isoletta non troppo distante dalla riva che contribuisce a rendere il paesaggio una vera meraviglia per l’anima e per gli occhi.

Il tempo di percorrenza previsto per raggiungere il Lago di Saoseo è di circa 1 ora 45 circa, mentre il dislivello è di soli 430 metri. Un tragitto alla portata di tutti, quindi, e che per i viaggiatori più intrepidi può persino andare avanti.

Lasciandosi Saoseo alle spalle, ecco che prende vita un breve sentiero – tendenzialmente pianeggiante – che porta diretti a un’altra affascinante conca naturale in cui è gelosamente custodita un’ulteriore perla della natura: il Lago di Val Viola. Per molti è meno poetico dell’altro, ma è comunque uno spettacolo di cui vale assolutamente la pena godere.

Lago di Val Viola svizzera

Fonte: iStock – Ph: Orietta Gaspari

Il grazioso Lago di Val Viola

Cos’altro fare in Val Poschiavo

Se la Val di Campo colpisce per l’ambiente naturale in cui si trova e per i suoi eccezionali laghi alpini, non è di certo inferiore il fascino che emana la Val Poschiavo.

Del resto ci troviamo nel Canton Grigioni, un meraviglioso angolo della cosiddetta Svizzera Italiana che ha davvero una miriade di possibili esperienze da offrire a tutti i suoi visitatori.

I villaggi, per esempio, sono uno più bello dell’altro e proprio a partire dallo stesso Poschiavo. Si tratta di una piccola realtà che ancora mantiene vive le tracce del suo passato romano, saraceno, longobardo e carolingio. Un intricato insieme di stradine acciottolate in cui si affacciano edifici tipici e dalle linee raffinate.

Molto grazioso è anche il borghetto di Le Prese che riesce a far innamorare il visitatore con le sue estese coltivazioni di fiori e erbe destinate alla produzione di tisane.

Poi ancora Casa Matossi Lendi, un elegante edificio del Seicento che è stato sapientemente ristrutturato nel 1856 dall’architetto vicentino Giovanni Sottovia. Una villa storica in cui approfittare di una visitata guidata per scoprire una camera da letto in stile Belle Epoque, diverse sale pregne di incredibili affreschi, uno strepitoso giardino che comprende un orto, alberi da frutta e molto altro ancora.

Vale la pena raggiungere anche il Giardino dei Ghiacciai di Cavaglia dove svettano le ormai celebri in tutto il mondo Marmitte dei Giganti, delle gigantesche formazioni rocciose che si sono create a seguito dello scioglimento del ghiacciaio del Palu. Da pochi anni a questa parte, tra le altre cose, è possibile persino imboccare un percorso che attraversa l’Orrido del Cavagliasch, un tragitto attraverso cui ammirare sia le Marmitte dei Giganti, sia altri prodigi della natura come profonde cavità e grandi strapiombi.

E infine, l’avventura più famosa di tutta la Val Poschiavo (e non solo): il magico Trenino Rosso del Bernina.

Il Trenino Rosso del Bernina per la Val Poschiavo

La straordinaria Val Poschiavo, nella sua estensione di 25 km, è completamente attraversata dal super noto ed emozionante Trenino Rosso del Bernina, un convoglio infuocato che solca un percorso eccezionale e che è anche considerato il treno più alto d’Europa.

Inutile dirvi che chiunque deciderà di salirvi potrà osservare paesaggi maestosi a perdita d’occhio. Viaggiando verso la Val Poschiavo, avrete infatti modo di godervi alcuni incredibili scorci sul ghiacciaio del Morteratsch, ad Alp Grum, e poi ancora sulla funivia fra Lagalb e Diavolezza.

Ma non solo. Passando tra la valle riuscirete a scorgere anche altre spettacolari laghi, di cui i più famosi sono il Lago Roan, il Lago Bianco e il Lago Nero.

Insomma, a due passi dall’Italia prende vita il Lago di Saoseo che è come un sogno che si avvera, un bacino d’acqua da profili fiabeschi che si sviluppa in una zona laterale di una strepitosa valle che davvero tantissime esperienze da far vivere ai suoi visitatori.

Non resta che andare a visitarlo, magari proprio sulle rotaie di uno dei percorsi più affascinanti di sempre: quello del Trenino Rosso del Bernina.

Trenino Rosso del Bernina val poschiavo

Fonte: iStock – Ph: undefined undefined

Il Trenino Rosso del Bernina a Poschiavo
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Dove è stata girata la fiction Tv “Rocco Schiavone”

Rocco Schiavone, protagonista della fiction televisiva di RAI 2, giunta alla quinta stagione, è tratto dal protagonista letterario dei romanzi polizieschi di Antonio Manzini, editi da Sellerio.

Schiavone, interpretato da Marco Giallini (che, per i buoni rapporti con la Regione, è stato insignito nel 2019 dell’onorificenza di “Ami de la Vallée d’Aoste”)., è un vicequestore in forza alla Polizia di Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni ad Aosta, dove è stato trasferito per motivi disciplinari.

E il Capoluogo valdostano e la Valle d’Aosta sono infatti il set dove sono state ambientate le vicende che lo vedono protagonista, insieme all’agente Michele Deruta (l’attore Massimiliano Caprara) e alla sua squadra, in casi di omicidi efferati compiuti tra le valli e sulle cime alpine.

I luoghi della quinta stagione (spoiler)

Come nel primo episodio della quinta stagione, intitolato “Il viaggio continua”, dove viene ritrovato un cadavere sul Monte Bianco, all’altezza di Punta Helbronner, al confine tra Italia e Francia. Questo luogo è meglio noto per la celebre Skyway Monte Bianco, la funivia con vista a 360 gradi che parte da Courmayeur e che, in circa 20 minuti, porta su a 3.462 metri di quota.

Ci troviamo al confine tra Italia e Francia, nelle Alpi Graie, che in parte sono anche su territorio svizzero. Gli amanti della montagna conoscono bene questi posti dove è possibile fare escursioni, la più bella delle quali è la traversata che giunge alla Aiguille du Midi, la guglia più alta delle Aiguilles de Chamonix, nella parte settentrionale del massiccio del Monte Bianco, un trekking di modeste difficoltà tecniche, ma di grandi panorami.

La Aosta di Rocco Schiavone

Aosta resta sempre il comun denominatore negli episodi di tutte le serie di “Rocco Schiavone”, una città piccola e fredda che, per il carattere schivo e burbero del vicequestore, è perfetta.

Per l’abitazione di Schiavone è stato usato Palazzo Ansermin, nel pieno centro storico, uno splendido edificio interamente restaurato e sorto nel XVIII secolo grazie a François René di Nus, in onore del quale, in passato, l’edificio era generalmente noto come Palazzo dei baroni di Nus. L’appartamento di Rocco si trova proprio sopra il grande stemma che sovrasta il portone d’ingresso.

Quando non è in Questura né a casa, il vicequestore trascorre molto tempo al Caffè Nazionale, un indirizzo storico che si trova sotto il porticato della grande piazza Emile Chanoux, la più importante e centrale di Aosta, dove a Natale vengono allestite le casette del mercatino.

Se desidera restare solo con i propri fantasmi (specie quello della moglie Marina, morta ammazzata) si reca spesso nel Teatro Romano, uno dei luoghi simbolo di Aosta, soprannominata anche Roma delle Alpi”. Aosta è la seconda città d’Italia con il maggior numero di luoghi e reperti di epoca romana.

La città venne infatti fondata nel 25 a.C. con il nome di “Augusta Praetoria” è proprio dai romani, Ancora oggi restano tantissime tracce evidenti del loro passaggio, a partire le strade che partono da quelle che un tempo erano il cardo e il decumano, le vie principali. Oltre al teatro Romano, nel centro storico è rimasta la Porta Pretoria, conservata in uno stato quasi perfetto, l’Arco di Augusto, eretto per celebrare il successo bellico dei Romani sui Salassi, il foro e il criptoportico sotterraneo.

Le altre location in Valle d’Aosta

Oltre alle indagini di Rocco Schiavone in tutta provincia di Aosta, che mostrano le bellezze di questa splendida Regione alpina in lungo e in largo, alcune location di riferimento si trovano fuori città. È il caso del luogo che ospita la Questura dove lavora il protagonista e che in realtà è un bar all’interno del cementificio di Cogne, dove si può accedere liberamente.

Era un’azienda siderurgica, nata nei primi del Novecento, seppur con un altro nome. Elemento chiave dello sviluppo cittadino, economico, demografico e urbano la sua apertura portò alla realizzazione di nuovi quartieri popolari, tra cui il Quartiere Cogne. È proprio qui che la produzione ha ricostruito la sede del commissariato, luogo di partenza delle indagini del vicequestore.

 

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In Italia c’è una spiaggia dove ci si abbronza più in fretta

Sapevate che in Italia c’è una spiaggia dove ci si abbronza più in fretta? Per chi la frequenta non sarà una novità, eppure forse non tutti sono a conoscenza della magica combinazione di elementi che contribuisce a regalare ai bagnanti una tintarella ultra-perfetta in pochissimo tempo. Scopriamo dove si trova e cosa la rende così speciale.

A Sottomarina di Chioggia c’è la spiaggia della tintarella perfetta

Si trova in Veneto la spiaggia dove ci si abbronza più velocemente. Per trovarla bisogna raggiungere la splendida località di Sottomarina di Chioggia, che offre chilometri e chilometri di spiaggia perfettamente attrezzata e un mare straordinario. Ciò che la rende unica è la particolarità della sabbia, molto apprezzata dagli appassionati della tintarella. La sua composizione è, infatti, ricca di minerali come quarzo, augite e silicati, che riflettono al meglio i raggi del sole, garantendo un’abbronzatura uniforme e perfetta, aiutata anche dalla dolcezza del clima e da una ventilazione leggera, che trasforma i momenti di relax sulla spiaggia in ore piacevoli lontani dall’afa e dal caos cittadino.

La costante brezza marina la rende anche una delle spiagge più cariche di iodio, dagli incredibili benefici per bronchi e polmoni, rendendola ideale per chi necessita di cure elioterapiche. Qui si può sperimentare anche la psammoterapia, ossia le sabbiature di un tempo, indicate per curare molte patologie, in primis quelle reumatiche.

Le spiagge di Chioggia sono perfette per tutti. Gli sportivi troveranno tantissime attività in cui cimentarsi, ma è ideale anche per le famiglie o chi desidera solamente dedicarsi alla tintarella, godranno di un ambiente ricco di fascino dove rilassarsi e divertirsi. A poche miglia dalla battigia è, inoltre, possibile immergersi per scoprire le tegnùe, il più importante reef naturale dell’Adriatico, costruito dall’opera delle alghe rosse calcaree. Il nome, che significa “trattenute”, è stato scelto nell’antichità dai pescatori le cui reti venivano trattenute dalle formazioni rocciose del fondale. Le tegnùe sono diffuse in tutto l’Adriatico, ma quelle di fronte a Chioggia sono le più grandi e spettacolari, tanto da essere definite barriere coralline adriatiche, vere oasi di biodiversità di una flora e di una fauna senza eguali.

Non solo spiagge: alla scoperta di Sottomarina

Situata a pochi chilometri da Venezia (ecco cosa vedere in un giorno in città), Sottomarina è una meta molto ambita dai turisti, soprattutto per le sue spiagge e il lungomare di quasi 3 km, dove da un lato sorgono numerosi alberghi affacciati sull’acqua e dall’altro ci sono stabilimenti balneari e campeggi, con i locali di intrattenimento che le danno quella tipica aria vacanziera perenne. Si presenta come una sottile striscia di terra, e rappresenta il cordone litoraneo più meridionale della Laguna. La sua struttura urbana presenta analogie con quelle di Chioggia, altra destinazione imperdibile, con le calli che conducono all’acqua, ma conserva al tempo stesso alcuni elementi originari tutti propri.

Vi si possono ammirare piccole vie strette e irregolari, testimonianza di un antico insediamento di carattere rurale, in cui accanto alla casa si trovava l’orto, che portano i nomi dei “detti”, una sorta di doppio cognome che serve a distinguere i diversi ceppi familiari, poiché i due cognomi prevalenti sono Boscolo e Tiozzo.

Una volta qui, valgono una passeggiata i Murazzi di Sottomarina. Si tratta della monumentale opera in pietra d’Istria voluta dalla Serenissima per proteggere dalle mareggiate. I Murazzi di via San Felice erano lunghi più di 5 chilometri, con una larghezza che supera i trecento metri, innalzati su un territorio di palafitte che si estendono fino al litorale di Pellestrina e sulla costa di Sottomarina. Insomma, una destinazione che ha tanto da offrire, oltre a un’abbronzatura invidiabile.

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In questo luogo, in Italia, l’acqua ha creato uno spettacolo grandioso

L’Italia è un Paese meraviglioso che non smette mai di incantare. Ed è proprio quando crediamo di aver visto tutto che il nostro stivale torna a sorprenderci con nuove e inedite bellezze. Tutto merito di un patrimonio storico, culturale e naturalistico di immenso valore, lo stesso che attira migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Ed è proprio in Italia che oggi vogliamo restare, per andare insieme a voi alla scoperta di uno dei paesaggi più sensazionali del Belpaese. Un luogo che, col tempo, è stato trasformato da Madre Natura nel palcoscenico di uno spettacolo suggestivo e magico.

Ci troviamo in Piemonte, e più precisamente nella Valle Antigorio. È qui che ogni giorno va in scena uno spettacolo d’acqua grandioso, quello che si snoda tra gli Orridi di Uriezzo, uno dei luoghi più incredibili del nostro Paese. Pronti a partire?

Lo spettacolo d’acqua tra gli Orridi di Uriezzo

Il nostro viaggio di oggi, quello che ci conduce alla scoperta di un pezzo del nostro patrimonio naturalistico, ci porta in Piemonte, e più precisamente nella Valle Antigorio in provincia del Verbano-Cusio-Ossola. È qui che Madre Natura ha creato un paesaggio straordinario caratterizzato da grotte scavate, rocce maestose e imponenti e sentieri suggestivi.

Ci troviamo al cospetto degli Orridi di Uriezzo, un complesso di gole creatosi nei secoli grazie all’attività dei torrenti che un tempo scorrevano nella vallata del Ghiacciaio del Toce. Lo scenario che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che si spingono fin qui è a dir poco sublime, quasi surreale. Un capolavoro monumentale che sembra un’opera d’arte, e che invece è stato creato dal tempo e dall’azione di Madre Natura.

Proprio lì, dove un tempo scorrevano i corsi d’acqua, è possibile intraprendere un trekking delle meraviglie che consente di attraversare uno dei paesaggi più suggestivi del territorio alpino, lo stesso che col tempo si è trasformato nell’habitat di numerosi esemplari floristici che qui vivono e sopravvivono.

Una passeggiata delle meraviglie nel cuore della natura

Gli Orridi di Uriezzo sono una tappa imprescindibile per tutti gli amanti della natura che vogliono riscoprire il BelPaese. Partendo dalla Valle Antigorio, infatti, è possibile raggiungere un paesaggio straordinario, fatto di sculture naturali, sentieri sensoriali e giochi di luce e ombre creati dai raggi del sole che si fanno spazio timidamente tra le alte rocce.

Una volta arrivati qui è possibile percorrere tre orridi. Quello situato nella zona meridionale del territorio è il più grande e suggestivo: si snoda per circa 200 metri e ospita una scenografia quasi surreale che si conclude con un’inaspettata cascata nel bosco. Ce ne sono poi altri due, rispettivamente a est e a ovest della zona che vi permetteranno di calcare le orme dei torrenti che un tempo passavano fin qui.

Tutto intorno, poi, si snodano una serie di canyon, crepacci e pozze naturali che brillano al sole e che trasformano questo luogo in un’oasi di bellezza e di pace. Imperdibili sono anche gli orridi che, ancora oggi, sono attraversati dalle acque del fiume Toce.

Attraversando le gole del Toce

Fonte: 123rf

Attraversando le gole del Toce
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Puoi attraversare un tunnel di lava ai piedi del Monte Fuji

Svetta verso le nuvole fino a sfiorarle, stagliandosi in maniera imponente sul panorama circostante e definendo in maniera unica tutto il paesaggio. Stiamo parlando del Monte Fuji che, con la sua altezza di quasi 4000 metri, si è guadagnato il primato di montagna più alta del Giappone, nonché una delle più suggestive e celebri dell’intero Paese.

Il Fuji, lo sappiamo, è un monte sacro al punto tale che per gli shintoisti è doveroso raggiungere le sue pendici almeno una volta nella vita. Ed è qualcosa, in realtà, che consigliamo di fare anche noi, non solo perché la montagna è uno dei simboli del Paese, ma anche perché la sua presenza ha creato un paesaggio di immensa bellezza che pullula di meraviglie tutte da scoprire. Non è un caso che, l’Unesco, abbia dichiarato questo luogo Patrimonio Mondiale e Sito Culturale.

Ed è proprio alle pendici del grande vulcano che oggi vogliamo portarvi, perché è qui che è possibile vivere una delle avventure più incredibili di una vita intera. Quella che permette ai viaggiatori di attraversare un tunnel di lava situato ai piedi del Monte Fuji. Pronti a partire?

Il grande tunnel di lava ai piedi del Monte Fuji

È un viaggio da fare almeno una volta nella vita, quello che ci conduce al cospetto del maestoso e imponente Monte Fuji, uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi del Giappone e del mondo intero. Situata nella regione dei Cinque Laghi, la montagna sacra, offre dei paesaggi di immensa bellezza che non si possono descrivere, ma solo vivere.

La visione, poi, è resa ancora più strabiliante dallo scenario che si snoda intorno al monte e che lo incornicia. Prati fioriti e colorati, grotte e cascate, altipiani e campi sterminati che si perdono all’orizzonte trasformano questo luogo in una straordinaria cartolina di viaggio da ammirare e da attraversare, nonché in una delle attrazioni più celebri e popolari di tutto il Giappone.

E se è un viaggio qui che avete in mente di organizzare, allora non potete non inserire nel vostro itinerario di viaggio anche una visita alla Grotta del vento Fugaku. Si tratta di un tunnel di lava situato sul versante settentrionale del Monte Fuji creatosi in maniera naturale proprio a seguito di una delle sue eruzioni.

Dentro la Grotta del vento Fugaku

La grotta del vento Fugaku è una delle tappe immancabili per chiunque visiti le pendici del Monte Fuji. Questa caverna, infatti, è la più grande dei tanti tunnel di lava accessibili dalla foresta di Aokigahara, situata nella città di Fujikawaguchiko.

Le sue origini risalgono al IX secolo, a quando una grande eruzione del Monte Fuji provocò importanti colate laviche che si dipanarono in diversi territori della Regione dei Cinque Laghi, raggiungendo anche la foresta di Aokigahara che oggi ospita diverse grotte laviche, dichiarate Monumenti naturali del Giappone.

La Grotta del vento Fugaku, come abbiamo anticipato, è la più grande tra quelle presenti sul territorio. Lunga poco più di 200 metri, la caverna è oggi accessibile al pubblico. Al suo interno è possibile ammirare un arredamento naturale caratterizzato da sculture laviche suggestive e forme evocative.

All’interno del tunnel di lava, inoltre, sono presenti tutto l’anno dei blocchi di ghiaccio, al punto tale che il secolo scorso la grotta veniva utilizzata come un frigorifero naturale per la conservazione di beni alimentari e di uova dei bachi da seta.

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Vulci regala un’altra scoperta straordinaria

Un’altra pagina della storia del popolo etrusco si celava dietro una porta fatta di blocchi di tufo a Vulci, il famoso Parco naturalistico archeologico immerso nella Maremma laziale, che regala sempre incredibili sorprese. La campagna di scavo ha riportato alla luce una tomba rimasta nascosta per più di 2.500 anni. Una scoperta straordinaria per tanti motivi.

Scoperta a Vulci una tomba intatta del VI secolo a.C.

A Vulci, antica città etrusca nel territorio di Canino e di Montalto di Castro, a pochi chilometri da Viterbo, un’accurata campagna di scavo archeologico ha riportato alla luce una tomba intatta, risalente al VI secolo a.C. Una scoperta che ha dell’incredibile, considerando che l’ambiente è rimasto inviolato fino a oggi, scampata persino alle grinfie dei tombaroli.

Stando a quanto hanno svelato i reperti che si nascondevano dietro due pesanti lastre di tufo, si tratterebbe della sepoltura di una donna di classe medio-agiata. Gli archeologi sono arrivati a questa conclusione a un primo esame del corredo funerario della tomba a camera, in cui è presente una fuseruola, un oggetto utilizzato per filare i tessuti, ma anche decine di vasi, anfore e bicchieri.

Vulci tomba vasellame

Fonte: Carlo Casi

Anfore e vasi rinvenuti nella tomba appartenente a una donna

Tra i reperti rinvenuti, spicca un braciere in bronzo che conserva ancora i carboni e lo spiedo in ferro dove erano infilzate le carni arrostite di un pasto mai consumato. Gli archeologi sono al lavoro per recuperare gli oggetti contenuti nella tomba e inviarli in laboratorio, così da studiarli accuratamente e sottoporli al restauro. L’ambiente sepolcrale appena scoperto consentirà di aggiungere un altro tassello nello studio dei legami tra le famiglie sepolte nelle necropoli dell’antichissima città etrusca di Vulci.

“Puntare sulla ricerca quale elemento fondamentale della valorizzazione come il Parco Archeologico di Vulci sta facendo da qualche anno sta cominciando a dare i suoi frutti e anche la scoperta odierna ne è frutto è tangibile testimonianza”, ha raccontato a SiViaggia Carlo Casi, direttore scientifico del Parco archeologico di Vulci.  “È tutto dovuto alla stringente collaborazione tra la Soprintendenza, la Regione Lazio, il Comune di Montalto di Castro e la Fondazione Vulci”, spiega Casi.

Vulci tomba

Fonte: Carlo Casi

Il braciere in bronzo rinvenuto nella sepoltura

Un parco archeologico che regala scoperte sorprendenti

Il parco archeologico più grande dell’Etruria meridionale non finisce mai di sorprendere. Questa è, infatti, solo l’ultima delle scoperte che ha regalato Vulci. Dal 1° luglio dello scorso anno, data d’inizio della nuova campagna di scavi a Poggio delle Urne, sono state riportate alla luce ben 88 tombe a pozzetto e un’urna cineraria a capanna risalente al IX secolo a.C. Nell’ottobre del 2022, è avvenuta una scoperta record: sono emersi degli scheletri ben conservati risalenti a circa 2.900 anni fa. Rappresentano qualcosa di davvero unico, secondo gli esperti.

Nel 2021, gli scavi hanno portato alla luce tre urne funerarie della prima Età del Ferro, come vi abbiamo raccontato qui. Le tombe, rinvenute in una zona isolata del parco, su una collinetta del versante Est della necropoli di Poggetto Mengarelli, risultavano perfettamente conservate.

Un’altra scoperta sensazionale risale al 2020, nella necropoli di Poggetto Mengarelli, dove è stata rinvenuta la tomba di un bambino appartenente a una famiglia aristocratica di origine etrusca risalente a 2.700 anni fa. All’interno del sarcofago è emerso un ricco corredo funerario. Il pezzo di maggiore rilievo è un’anfora di argilla con motivi geometrici che ha delle decorazioni soprelevate nella parte alta a forma di piccole brocche. “Una decorazione rarissima, di cui esistono pochissimi pezzi simili, uno dei quali è conservato al Louvre di Parigi”, ha commentato Carlo Casi, intervistato da SiViaggia.

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Lago du Mei, un piccolo gioiello in un bosco da favola

A 20 minuti in macchina da Genova Voltri e poco più di 5 dallo stadio di Arenzano, un piccolo gioiello di wild swimming è contenuto in uno prezioso scrigno – un trekking alla portata in un bosco da favola.

Dopo aver parcheggiato in Via Monte Camula in comune di Cogoleto (GE), proseguo a piedi fino ad una pensilina in legno: dei 3 sentieri che partono da qui prendo quello centrale che si segue fino al Rio Lerca, ci vogliono 30-35 min (vedi più avanti Info Pratiche).

Entro subito in un fitto bosco che gradualmente mi allontana dalla civiltà: eriche arboree, frassini e pini marittimi mi accompagnano prima in piano, e poi in salita.

Ordinati borghi in lontananza, dal sentiero per il Lago du Mei
Ordinati borghi in lontananza, dal sentiero per il Lago du Mei

Il cammino non mi annoia, riservandomi panorami marini, che spaziano tra castelli diroccati e ordinati borghi, fino a raggiungere il culmine in un punto panoramico.

Le Carbonaie

Nel cammino noto le tracce di una vecchia carbonaia, fornaci rurali dove la gente bruciava lentamente il legname per produrre carbone. La carbonaia si presentava come una catasta di legna rivestita di terra, di forma conica, con un foro alla sommità che fungeva da camino. Occorrevano diversi giorni e notti di duro lavoro perché la carbonaia diventasse un cumulo di carbone, perché il fuoco andava sorvegliato costantemente. 

Castelli diroccati invasi dalla vegetazione
Castelli diroccati invasi dalla vegetazione

Quando la carbonaia era “cotta”, foglie e terra venivano rimosse e il carbone veniva recuperato, sistemato in sacchi e trasportato a valle per essere venduto o utilizzato in famiglia. 

Il rumore dell’acqua

Dopo il culmine della salita, la traccia inizia a scendere, prima dolcemente poi più decisamente: qualcosa mi fa pensare di aver cambiato versante, sono circondato da profumati alberi di alloro e sembro essere finito in un sentiero raramente calcato dall’uomo. 

Ma non è questo: il fatto è che improvvisamente riesco a sentire il rumore dell’acqua, dapprima remoto, poi sempre più vicino, del Rio Lerca. 

I panorami marini al culmine della salita
I panorami marini al culmine della salita

Il sentiero esce dal bosco in corrispondenza del greto di questo torrente, proprio dove sorge quello che localmente è conosciuto col nome di Lago du Mei: un laghetto di diametro pari a 15 metri, profondo oltre i 3, e incastonato in un anfiteatro che sembra scolpito dall’uomo. Come un Colosseo naturale, le sue pareti digradano nella zona a valle per permettere l’uscita del Rio Lerca dalla incredibile vasca naturale disegnata al suo interno. 

Una meravigliosa “marmitta dei giganti”, per usare il verbo dei geologi: nei riottosi torrenti di montagna, quando l’acqua scorre impetuosa, magari a causa dello scioglimento dei ghiacciai al termine di una glaciazione, si possono creare vortici in cui l’acqua sfreccia a 200 km/h, scavando nei millenni la roccia fino a regalarci vasche circolari di notevoli profondità. Una splendida cascata alimenta questa meraviglia della natura.

Non c’è molta spiaggia qui, ma massi lisci su cui sostare. 

Il meraviglioso Lago du Mei
Il meraviglioso Lago du Mei

Dalle foto l’acqua appare scura, perché in ombra, ma è normalmente verde e cristallina. Il sole visita il Lago du Mei fino al primo pomeriggio – non fate come me – concedetevi questo meraviglioso wild swimming di mattina!

Info pratiche

🚗 Uscita Arenzano della A10, si continua sulla Aurelia (SS1) verso Cogoleto/Savona che si lascia quasi subito per prendere Via Pian Masino a destra (indicazioni per zona industriale) e poi Via Val Lerone, che si lascia seguendo alcuni cartelli della zona industriale (DIMHORA) verso sinistra. Si attraversa un torrente e si gira nuovamente a sinistra su Via Bordin che si segue fino alla fine per poi prendere Via Colombo/SP78 a destra. Si segue la SP78 passando una galleria nei pressi dell’abitato di Lerca (GE), si supera il km 3 e si prende poi a destra in salita Via Vallescura e al bivio Via Monte Camula a sinistra. Si parcheggia poco oltre in uno spiazzo sulla sinistra (44.408367, 8.636476) di fronte ad una zona recintata con rete sorretta da pali di legno, ci stanno 5-6 macchine.

👣 Si prosegue a piedi su Via Monte Camula fino ad una pensilina in legno: dei 3 sentieri che partono da qui si prende quello centrale, non segnato, che si segue fino al Rio Lerca, ci vogliono 30-35 min. Si evitano nel cammino 2 svolte secondarie in discesa a destra, optando sempre per la traccia in salita e a sinistra.

Nell’ultimo tratto, subito dopo un piccolo spiazzo, il sentiero finisce su una frana con grossi sassi instabili: cercate una traccia alla vostra sinistra perché aggira la frana e, zigzagando un po’, stempera il dislivello fino a destinazione (44.415920, 8.635481). 

Questo splendido trekking (1,15 km) è fattibile dalla maggior parte delle persone e anche dai bambini, se autonomi nella camminata, ben equipaggiati e aiutati. Dislivello: 80 m in salita, 60 in discesa.

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La migliore idea di viaggio per i ponti di primavera

Tra Pasqua e Pasquetta (9 e 10 aprile), Festa della Liberazione (25 aprile), Festa dei lavoratori (1° maggio) e poi ancora per la Festa della Repubblica (2 giugno), quest’anno è proprio l’anno dei ponti. Per non farsi sfuggire un’opportunità di viaggio, abbiamo trovato la migliore idea per trascorrere una bella e lunga vacanza senza usufruire di troppi giorni di ferie.

In particolare, con soli quattro giorni di ferie si può partire per un viaggio di dieci giorni partendo il 22 aprile e tornando la sera del Primo maggio. Questo è il ponte più bello perché ne accorpa due in una volta sola.

Per chi ha problemi di assenze dal posto di lavoro, per fortuna per molti c’è ancora la possibilità di fare smart working. Ecco allora che il migliore tipo di viaggio in questo caso è una bella crociera.

Tutti pazzi per le Long Cruise

Stanno avendo sempre più successo – e non soltanto in Italia, ma in tutto il mondo – le crociere lunghe, le cosiddette “Long Cruise”, che hanno una durata di almeno dieci giorni, fino ad arrivare, per i più fortunati, anche ai 20 giorni o più.

Stando all’osservatorio interno di MSC Crociere, le crociere più gettonate sarebbero quelle che durano undici giorni e la rotta più richiesta è quella che tocca i porti del Sud del Mediterraneo, delle Canarie, di Grecia, Egitto, Turchia e Israele.

Detto ciò, partire per una Long Cruise ha un sacco di vantaggi. Ecco quali sono:

  1. le soste lunghe: la durata delle soste di una crociera si adatta alla tipologia di viaggio e se una crociera è Long lo è anche la sosta nel porto dove attracca la nave. Se tra arrivo in porto e partenza solitamente una nave staziona 6-7 ore, le Long Cruise gettano l’ancora anche per 13 ore (per esempio a Casablanca, Port Said e Alessandria d’Egitto) e per un’intera giornata a Istanbul e nei porti della Grecia, consentendo così di esplorare al meglio una città portuale o i suoi dintorni;
  2. godersi il mare aperto: le crociere lunghe restano anche più giorni in navigazione in mare aperto, consentendo così ai passeggeri di godersi al massimo le esperienze offerte a bordo durante il giorno. Piscine, spa, attività fisiche o ludiche (scivolo d’acqua, parete d’arrampicata, simulatore di volo e chi più ne ha più ne metta), ma anche leggersi un buon libro sulla terrazza dalla propria cabina o fare smart working grazie al wi-fi. Le giornate di navigazione sono un vero e proprio toccasana e un invidiabile – da parte dei colleghi che restano in ufficio – break prima e dopo le giornate trascorse a fare i turisti su e giù per le più belle città del mondo;
  3. beneficiare del clima mediterraneo: una crociera nel Mar Mediterraneo a primavera è una garanzia di bel tempo e di clima mite. Magari non è ancora il periodo giusto per fare un bagno al mare (o magari sì, se si sceglie la rotta giusta), ma il sole e le temperature elevate sono garantite. Che si scelga una crociera nel Mediterraneo Occidente, e quindi Francia e Spagna, o quello Orientale, Grecia, Turchia, Israele, Egitto, il meteo è a vostro favore;
  4. partenze da tutta Italia: il nostro Paese ha il vantaggio di avere tantissimi porti d’imbarco per fare una crociera. Venezia, Genova, Savona, Civitavecchia, Palermo, Messina, Ancona sono solo alcuni e ce n’è sicuramente uno vicino da raggiungere velocemente;
  5. prezzi convenienti: una crociera lunga non costa più di una breve. Se poi si approfitta del cosiddetto “advance booking” prenotando prima, i prezzi sono davvero alla portata di tutti. Una Long Cuise costa una media di 900 euro a persona, circa 75 euro al giorno, e se si considera che in nave è tutto incluso – tranne alcune attività come i trattamenti nella spa, alcuni ristoranti speciali o le visite guidate nelle città dove si sosta – non costa più di un hotel e, spesso, meno che restando a casa.
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Pärnu, il gioiello estivo (e non solo) dell’Estonia

Iniziamo questo pezzo dicendo una cosa sacrosanta: è sempre il momento giusto per pensare all’estate. E lo è perché durante questa speciale stagione siamo tutti più allegri, belli e spensierati. Ma quando le roventi temperature cominciano a fare capolino, ecco che veniamo tutti assaliti da un dubbio: dove me ne vado quest’anno in vacanza? La risposta a questa domanda, secondo il nostro punto di vista, si trova in Estonia e si chiama Pärnu. Ovvero una città che, oltre a essere la meta prediletta per i locali che vogliono farsi un bagno e abbronzarsi il più possibile, è anche un gioiello da visitare in qualsiasi stagione dell’anno.

Pärnu: cosa sapere

Affacciata sul bellissimo Golfo di Riga, Pärnu è la maggiore località estiva e di villeggiatura dell’intera Estonia, ma anche il luogo perfetto in cui dedicarsi a cure termali e dove scoprire un piccolo ma grazioso centro storico.

Pärnu ha mille volti, ognuno dei quali ha molto da regalare ai suoi visitatori. Fa strano pensare che in Paese dalle temperature gelide come questo ci sia un posto in cui andare al mare, ma la verità è che il piacevole clima mite che caratterizza questa città, data la sua posizione geografica, ha fatto sì che qui si sviluppassero hotel e ristoranti affacciati sui un’ampia spiaggia soleggiata e bagnata dalla acque del Mar Baltico.

Pärnu centro storico

Fonte: iStock – Ph: Helin Loik-Tomson

Veduta di Pärnu

Ma non solo. Pärnu è anche meta molto amata da chi vuole rilassarsi in centri di cure termali e dedicarsi a fanghi terapeutici. La sua storia in questo ambito affonda radici in epoche lontanissime, tanto che oggi si rivela il luogo ideale per il benessere pur essendo costantemente accompagnati dall’atmosfera frizzante che fa inevitabilmente parte del clima vacanziero.

Il mare di Pärnu

Pärnu è destinazione da prendere in considerazione anche per le famiglie con i bambini: vanta una lunga striscia di sabbia soffice e dorata lambita da un mare poco profondo in cui si può persino camminare per decine di metri. E da lì, passo dopo passo, si può arrivare a delle minute isolette di sabbia che si formano a pochissimi metri dalla riva, piccole creazioni della natura adorate dai più piccoli.

Certo, bisogna essere di mentalità un po’ aperta perché può capitare di incontrare anche gruppi di nudisti, ma nel complesso si presenta piacevole, estesa, bella e quasi completamente priva di pericoli anche per i propri figli.

A far da cornice c’è tanta natura che rende ancor più piacevole il paesaggio di questa località, vegetazione che si va a fondere in maniera armoniosa con un mare dalle sfumature azzurre e dai riflessi chiari. E per chi cerca divertimento e movida ci sono persino numerosi localini che vanno a impreziosite l’affascinante lungomare.

Chiamato Pärnu Beach, è uno dei litorali più famosi dell’intera regione del Baltico, e vi è tra l’altro possibile praticare diversi sport acquatici durante una vacanza all’insegna della più pura adrenalina. D’inverno, invece, non è raro vederla trasformarsi in una bianca distesa di neve.

Pärnu Beach inverno

Fonte: iStock

Pärnu Beach in inverno

Le terme di Pärnu

Pärnu è anche una rinomata località termale, e non a caso sono davvero numerosi i visitatori che da tutto il mondo la scelgono come meta di benessere e relax per le loro vacanze. La sua tradizione in fatto di fonti termali è davvero molto antica, tanto che sono svariate le strutture deputate a tali funzioni.

Da queste parti il turismo salutistico è in costante crescita, ma ovviamente senza dimenticare le tante tradizioni che si fondano sull’utilizzo di prodigiosi fanghi marini naturali. La maggior parte delle strutture si trova all’interno della città e più precisamente presso il Pärnu Rannapark, un parco che fa da spartiacque tra il centro storico la lunga spiaggia bianca della città.

Il centro storico della città

Spiaggia, mare, locali per il divertimento, terme in cui riprendersi dai ritmi frenetici della vita quotidiana e anche un grazioso centro storico dal fascino nordico.

Seppur di piccole dimensioni, conquista il cuore dei turisti perché è molto piacevole passeggiarvi, ma anche perché ha profili eleganti per via della presenza di spettacolari edifici colorati realizzati in stile Art Nouveau e barocco.

Proprio a Pärnu, infatti, svetta fiera la Villa Ammende che è da molti considerata un capolavoro dell’architettura liberty della zona. Oggi è un hotel di lusso, ma ciò non toglie che sia impressionante e certamente meritevole di essere osservata.

Pärnu estonia

Fonte: iStock – Ph: Eloi_Omella

Passeggiando per il centro di Pärnu

Tra le altre strutture che vale la pena visitare in questo raffinato centro ci sono la Chiesa luterana di Santa Elisabetta, in stile barocco e con al suo interno uno dei più maestosi organi di tutto il Paese, e la Chiesa ortodossa di Santa Caterina che nel corso dei secoli ha svolto persino il ruolo di musa: ha ispirato l’architettura della chiesa ortodossa in tutti gli Stati baltici.

Molto interessante è anche la Casa Seegi che, oltre a essere l’edificio più antico Pärnu, è stato recentemente ristrutturato seguendo l’idea dell’aspetto che doveva possedere nel XVII scolo. Tra le altre cose è anche possibile soggiornarvi in quanto, attualmente, è sede di un rinomato hotel.

Poi ancora il Museo della Nuova Arte di Pärnu che, manco a dirlo, è uno dei più importanti e innovativi di tutta l’Estonia. Al suoi interno i visitatori possono approfittare di diversi percorsi espositivi e mostre temporanee. Ogni anno, inoltre, è sede del Festival Cinematografico cittadino durante il mese di luglio.

Il posto perfetto per fare un vero tuffo (ma questa volta asciutto) nella storia locale grazie alla presenza di reperti archeologici e oggetti di antiquariato.

A caccia di natura

Se tutto quello che vi abbiamo raccontato non vi sembra abbastanza, sappiate che a poca distanza da Pärnu è persino possibile fare un vero e proprio bagno di natura presso il magnifico Parco Nazionale di Soomaa. Si tratta del  secondo più grande Parco Nazionale dell’Estonia in quanto comprende un’area pianeggiante di circa 370 chilometri quadrati.

È un luogo dalla bellezza sconvolgente e in cui perdersi tra immense foreste, vigorosi fiumi e placidi laghi. Tante le escursioni a disposizione, così come le avventure che si possono vivere a bordo di una canoa. Tra le altre cose, qui si ergono fiere le dune della Ruunaraipe che sono le più alte di tutta la zona. Inoltre, il Parco Nazionale di Soomaa è il più grande sistema di torbiere intatte di tutto il nostro continente.

Pärnu, certamente famosa in Estonia, è per noi italiani una meta ancora tutta da scoprire e in grado di regalare emozioni uniche.

Parco Nazionale di Soomaa estonia

Fonte: iStock

Il Parco Nazionale di Soomaa