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Arriva la nave più grande del mondo, una vera meraviglia

È arrivata nel Mediterraneo la nave più grande del mondo. Dopo essere salpata dal porto d Fort Lauderdale, in Florida, ha fatto rotta verso Barcellona, dove arriverà l’8 maggio, per poi proseguire verso Roma. La Wonder of the Seas è, come dice il nome, una vera meraviglia.

La nuovissima nave di Royal Caribbean International della Classe Oasis supera quella che è stata finora la più grande del mondo, la Symphony of the Seas, della stessa compagnia.

I “quartieri” della Wonder of the Seas

Avveniristica e da record, questa nave sorprende per i suoi otto “quartieri”, uno in più rispetto a quelli delle altre navi della compagnia, e dona un’incredibile esperienza di navigazione per una vacanza indimenticabile.

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La Wonder of the Seas, la nave più grande al mondo

Il quartiere suite è appunto l’ottavo e accoglierà gli ospiti della classe Royal Suite su un ponte privato Suite Sun con una plunge pool e bar, resi speciali da una splendida vista sull’oceano, nonché da altri elementi molto amati dagli ospiti come il ristorante esclusivo Coastal Kitchen, la Suite Lounge e l’immensa Ultimate Family Suite, che si sviluppa su due piani, adatta anche ad ospitare una famiglia di dieci persone e corredata da uno scivolo in-suite, di cinema, karaoke area e ping pong.

I ristoranti a bordo della nave

Dei 40 ristoranti ospitati a bodo della Wonder, uno è davvero unico: The Mason Jar Southern Restaurant & Bar, dove si possono fare brunch e cene fino a tarda notte allietati dalla musica dal vivo e da una pregiata collezione di whisky e cocktail.

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I divertimenti a bordo della Wonder of the Seas

Intrattenimento per adulti

fare una crociera a bordo della Wonder of the Seas sarà una vera pacchia. Oltre al simulatore di surf FlowRider c’è anche The Ultimate Abyss, lo scivolo più alto del mare, ma anche la zip line alta dieci piani. Oltre a ciò, immancabili quartieri straordinari come Central Park, con più di 20.000 piante, e il Boardwalk, che mette insieme il fascino del mare e le attività per tutta la famiglia, tra cui la possibilità di cavalcare una meravigliosa giostra intagliata a mano, guardare un big match o impegnarsi in una competizione presso gli spazi del Playmakers Sports Bar & Arcade.

Per trascorrere le serate, sono ben quattro i “palcoscenici” a bordo della Wonder: aria, ghiaccio, acqua e teatro. Più di cento tra artisti e tecnici danno vita a super produzioni come inTENse, con il primo cast tutto al femminile di aerialistes, high divers, slackliners e altro ancora nell’unico AquaTheater, The Effectors II: Crash ‘n’ Burn, che debutta quest’estate, dove i supereroi high-tech di Royal Caribbean – The Effectors – si scontrano con i loro arcinemici per salvare ancora una volta il pianeta.

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La Wonder of the Seas illuminata di notte

Intrattenimenti per bambini

Le famiglie con bambini troveranno una nuovissima avventura all’aperto, Wonder Playscape, una zona scivoli a tema sottomarino, con pareti da arrampicata e divertimenti interattivi. E in più, l’area Adventure Ocean, mentre gli adolescenti si divertiranno con Social100 e The Patio.

I numeri della Wonder of the Seas

Lunga 362,04 metri (praticamente come la Symphony) e con una stazza di quasi 237 tonnellate (dieci in più della sorella minore), la nuova Wonder of the Seas può ospitare a bordo fino a 6.988 passeggeri e 2.300 membri dell’equipaggio che sui 16 dei 18 ponti riservati ai passeggeri però non si noteranno affatto.

Le crociere della Wonder of the Seas

Per tutta l’estate 2022 la nave navigherà nel Mar Mediterraneo con crociere di sette notti. La nave salperà dal porto di Barcellona per le tappe successive a Palma di Maiorca, Marsiglia, La Spezia, Roma Civitavecchia e Napoli, per fare poi rotta di nuovo verso Barcellona. E questo fino alla fine di ottobre, quando lascerà di nuovo il Mediterraneo per tornare nel Mar dei Caraibi.

 

 

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Il villaggio immerso in una valle senza elettricità

Ci sono luoghi dove le forze della natura modellano non solo il paesaggio ma anche le vite delle persone che lo abitano. Uno di questi è la selvaggia Val Bavona, la più rocciosa e impervia del territorio alpino. Siamo nel Ticino, nel punto in cui nasce la famosa cascata di Foroglio, accanto alla quale sorge l’omonimo e pittoresco villaggio dove il tempo sembra essersi pietrificato. Fin qui potrebbe sembrare una verde valle della Svizzera come un’altra, ma c’è una caratteristica che la rende davvero unica e green: la mancanza di elettricità.

Foroglio, villaggio senza tempo

Foroglio è il villaggio più conosciuto della valle, grazie alla cascata che porta il suo nome e che gli fa da sfondo con un fragoroso salto di 110 metri. Un grazioso centro con le case raccolte attorno alla chiesetta quattrocentesca, che ricordano la vita delle generazioni dedite alla transumanza, modeste abitazioni in pietra costruite seguendo le necessità del lavoro e la configurazione del terreno, che nel tempo hanno mantenuto quasi intatto il loro aspetto primitivo. Tra una e l’altra spuntano anche le torbe (che abbiamo incontrato anche a Bosco Gurin), caratteristiche costruzioni in legno e pietra adibite alla conservazione dei cereali, soprattutto della segale.

Foroglio è uno dei dodici villaggi che costellano il fondovalle, posti più o meno a un chilometro l’uno dall’altro, e chiamati “terre” dai locali. Ad aver contribuito alla perfetta conservazione di questo mondo rurale è stata l’assenza di una strada carrozzabile in Val Bavona, costruita solo dopo il 1950, e di una rete elettrica (fatta eccezione per San Carlo). In questa valle, infatti, il fabbisogno energetico viene soddisfatto da sempre solo con l’energia solare, motivo per cui i villaggi che la costellano sono abitati esclusivamente d’estate.

Un paradosso se si pensa alla grande quantità di energia elettrica prodotta in Val Bavona, tra tre centrali e tre laghi artificiali. Come risultato della scelta dei residenti di continuare a vivere senza il lusso dell’elettricità, la valle isolata rimane più o meno la stessa oggi come lo è stata per secoli.

Villaggio immerso valle senza elettricità

Il pittoresco villaggio di Foroglio

Itinerario alla scoperta della Val Bavona

Per Foroglio passa anche un’incantevole passeggiata che percorre i dodici insediamenti della valle e permette ai visitatori di scoprirne tutti i segreti e apprezzarne il fascino senza tempo. Un percorso ricco di suggestioni non solo per gli splendidi paesaggi che offre allo sguardo, ma anche per le testimonianze dell’intervento dell’essere umano che ha saputo interpretare il territorio e trasformare anche gli elementi naturali più ostili in alleati.

Durante l’escursione ci si imbatte nei cosiddetti “splüi”, caratteristiche costruzioni sottoroccia che dovevano rispondere alle esigenze dei contadini, e per cui sono state adibite a rifugio per sé e per gli animali, a depositi per il cibo o a magazzino per il fieno e la legna. La maggior parte si trova ai piedi delle frane, dove si depositano i macigni più grossi. Gli abitanti hanno anche realizzato terrazze sulle pendici della montagna, coltivando così la terra tra le rocce e sopra di esse e creando i cosiddetti prati pensili. A stupire, in questa valle, è il modo in cui le persone abbiano vissuto in armonia e simbiosi con la terra e con la natura, e le loro ingegnose tecniche di sopravvivenza.

La storia della Val Bavona, proprio come quella di altre valli alpine, è fortemente caratterizzata dalle transumanze. Per saperne di più, si può seguire il sentiero didattico sul tema presso i villaggi di Cavergno e Bignasco. Il percorso accompagna gli escursionisti attraverso le varie tappe del fondovalle fino a Foroglio, proseguendo attraverso la Val Calnegia fino ai pascoli alpini, a un’altitudine di oltre 2000 metri.

Da alcuni anni, la Fondazione Valle Bavona, attraverso le attività del “Laboratorio Paesaggio”, offre ai visitatori l’occasione di vivere a diretto contatto con il territorio, sperimentando, sviluppando conoscenze, acquisendo pratica di tecniche tradizionali, contribuendo a mantenere intatto e a salvaguardare un patrimonio straordinario.

Cascata Foroglio

La cascata di Foroglio, attrazione della Val Bavona

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L’offerta per volare a meno di 5 euro (scade a mezzanotte)

Come Cenerentola, avete poche ore prima che finisca l’offerta e che i 5 euro del biglietto aereo si trasformino in una cifra molto più alta. L’importante è prenotare entro la mezzanotte di oggi 4 maggio, poi si può volare per tutto il mese corrente dove si desidera.

Di offerte a 4,99 euro (a tratta, ovviamente) ce ne sono parecchie sul sito della compagnia low cost. Vogliamo consigliarvi alcune mete dove andremmo noi adesso, nella speranza di convincervi. Ecco le proposte.

Voli da 4,99 euro per la Puglia

Ci sono offerte bassissime per Brindisi e Bari e noi non ce le siamo fatte sfuggire. Perché? La Puglia fuori stagione, quando inizia però a fare già caldo e le giornate si sono allungate, è davvero il top. Se le temperature lo permettono si può andare in spiaggia e, magari, fare anche i primi bagni. Tra le spiagge da non perdere vi consigliamo quella di Marina di Pescoluse, quattro chilometri di sabbia bianca con gli isolotti che fanno capolino. Una cartolina…

Altrimenti si possono visitare i borghi della Puglia, come Peschici, arroccato su una rupe a picco sul mare, oppure Vieste, con il suo affascinante intreccio di casette bianche. Si può anche fare un po’ di movimento – per giustificare le grandi abbuffate di orecchiette, burrata e taralli – e pedalare sulle piste ciclabili lungomare (la Rotta dei due Mari è meravigliosa) o in mezzo alla natura e, quando il sole è a picco, diventa davvero piacevole rilassarsi all’ombra di un ulivo in una tipica masseria.

Vieste

Vieste, una vacanza perfetta nella Perla del Gargano

 

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Sogni l’Eurovision Song Contest? Ecco i costi da sostenere

Torino è in fermento, così come lo sono tutti i cittadini e i viaggiatori intenti a pianificare tutti i dettagli di un viaggio che li porterà proprio lì, alle porte del PalaOlimpico dove si terrà l’edizione del 2022 dell’Eurovision Song Contest.

Il capoluogo del Piemonte, già meta prediletta per quell’architettura elegante e raffinata e per quella cucina che fa invidia al mondo intero, ospiterà dal 10 al 14 maggio il celebre festival della musica, nonché una delle più importanti manifestazioni internazionali del settore durante la quale si sfideranno 40 Paesi.

Le strutture ricettive, i bed and breakfast e gli hotel della città sono stati già presi d’assalto da cittadini di tutte le regioni italiane e dai viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Ma qual è la spesa media che questi si preparano a sostenere per partecipare all’Eurovision Song Contest? Ce lo svela una ricerca.

A Torino per l’Eurovision Song Contest: quanto spenderanno i viaggiatori europei

C’è grande entusiasmo attorno all’Eurovision Song Contest, non solo per gli italiani che si preparano a ospitare una delle più importanti manifestazioni musicali del mondo, ma anche per tutti i viaggiatori europei che potranno scoprire le bellezze del BelPaese proprio in questa occasione.

E sono tante, anzi tantissime, le prenotazioni già andate a buon fine, alle quali si aggiungono i viaggi last minute organizzati in questi giorni. Ma quanto spenderanno i viaggiatori europei per raggiungere Torino e per sostenere i rappresentanti della loro nazione? Lo svela una ricerca condotta da Belvilla by OYO, società di affitto di case vacanze, che ha calcolato i costi di viaggio, alloggio, biglietti, visite turistiche e cibo per la settimana o il weekend a Torino.

Dai dati emersi non ci sono dubbi, i viaggiatori che spenderanno di più per trascorrere la settimana dell’Eurovision
Song Contest a Torino saranno gli olandesi, con un costo medio per vacanza di circa 9632 euro. I cittadini francesi che sceglieranno di raggiungere il capoluogo lombardo in treno, invece, spenderanno circa 9188 euro. In questi costi sono inclusi anche i costi dei biglietti del festival.

Chi ha scelto di arrivare in Italia solo per il weekend si prepara ad affrontare spese abbastanza alta. A spendere di più saranno i viaggiatori danesi con circa 2893 euro a persona, mentre per i francesi il costo media è di 2368 euro, volo incluso.

Il prezzo medio degli alloggi di Torino, durante l’Eurovision Song Contest è di 1074 euro per due notti, inclusi i costi per visitare la città, i trasporti e i pasti da consumare in un weekend nei ristoranti della città.

Eurovision Song Contest: cosa vedere a Torino

Sono molti i viaggiatori che, giunti a Torino per l’Eurovision Song Contest, approfitteranno per visitare il capoluogo lombardo andando alla scoperta di musei, attrazioni iconiche e specialità gastronomiche.

Oltre al cuore pulsante della manifestazione che sarà nella struttura del Pala Olimpico e all’Eurovillage del Parco Valentino, all’interno del quale sarà possibile assistere a eventi e spettacoli di contorno alla grande manifestazione, sarà possibile andare alla scoperta delle meraviglie cittadine.

Belvilla by OYO ha calcolato che il costo medio per l’ingresso a quelle che sono le attrazioni popolari del capoluogo lombardo è di 6,90 euro, tenendo in considerazione che molti punti di riferimento in città offrono l’accesso gratuito.

Per i viaggiatori provenienti da altre regioni d’Italia e paesi d’Europa, quella dell’Eurovision Song Contest è anche l’occasione per scoprire le prelibatezze della cucina piemontese riconosciute in tutto il mondo, come il tartufo d’Alba, le nocciole del Piemonte e i vini regionali.

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Sembrano montagne russe e invece è una spettacolare scalinata che lascia senza fiato

E se un viaggio in Corea del Sud si trasformasse nell’esperienza più adrenalinica della vostra vita? Al di là dello splendido paesaggio collinare, degli alberi di ciliegio in fiore e di quei secolari e suggestivi templi buddisti che si alternano ai villaggi di pescatori e alle città futuristiche, esiste una nuova e imperdibile attrazione nel Paese.

E a guardarla così, dalle prime fotografie diffuse, è inevitabile pensare all’ennesima giostra da brivido sulla quale i più avventurosi possono salire. Ma la verità è che la costruzione situata all’interno del Parco Hwanho non ha nulla a che fare con le montagne russe dei parchi divertimento.

Ci troviamo a Pohang, in Corea del Sud, è qui che è stata costruita la più spettacolare, originale e bizzarra scalinata di tutto il mondo: SpaceWalk. Avete il coraggio di percorrerla?

SpaceWalk

SpaceWalk

Spacewalk: una passeggiata nello spazio

Sospesa tra terra e cielo, e con una delle viste più suggestive di sempre, la spettacolare scalinata che attraversa il Parco Hwanho a Pohang è destinata a scrivere la storia. Si tratta di una creazione unica al mondo, la prima passeggiata spaziale in stile montagne russe.

L’obiettivo è proprio quello di stupire, ma anche di garantire un’esperienza senza eguali che si può vivere passo dopo passo. A firmare la scala monumentale, che funziona come passeggiata panoramica, ma anche come scultura nella quale immergersi e perdersi, sono stati Heike Mutter e Ulrich Genth, artisti e architetti già noti per architetture e costruzioni che ridefiniscono il paesaggio.

La scala monumentale si snoda in anelli ed eliche che ricordano proprio quelle di una montagna russa e che si estendono all’interno di tutto il parco sudcoreano.

I pedoni che vogliono attraversarla possono accedervi attraverso una scala centrale che conduce a due percorsi: il primo caratterizzato da una leggera pendenza conduce a una passeggiata panoramica sulla baia di Yeongil e sulla città, il secondo, invece, è più ripido e adrenalinico e porta gli avventurieri verso l’alto, a toccare il cielo con un dito. Entrambi i cammini garantiscono un’esperienza ultraterrena, spaziale, come il nome stesso suggerisce.

SpaceWalk

SpaceWalk

Come sulle montagne russe

Ci sono le salite e le discese, le curve paraboliche e le evoluzioni di percorso, ci sono le scalinate che conducono verso il cielo e verso i punti più panoramici della città. C’è SpaceWalk che assomiglia in tutto e per tutto a una montagna russa, ma in realtà è la scalinata più grande mai costruita nel Paese.

Nel suo punto più alto la passeggiata raggiunge i 70 metri, mentre la sua lunghezza, che occupa quasi tutta l’area del parco, supera i 300 metri. Quando arriva il crepuscolo, e il sole lascia spazio alla luna, file infinite di led illuminano le scale, le curve e le passerelle rendendo ancora più magica l’esperienza.

Scalino dopo scalino i camminatori potranno ammirare il panorama delle colline del parco e tutta la città costiera, vivendo un’avventura che lascia senza fiato.

Del resto è il nome stesso di SpaceWalk a suggerirci tutte le emozioni che andremmo a vivere camminando: una passeggiata spaziale senza forza di gravita che sfida ogni limite. Chi vuole salire?

SpaceWalk

SpaceWalk

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In Italia è stata fatta una nuova e importante scoperta

Una straordinaria scoperta è stata fatta durante gli ordinari scavi legati ai lavori propedeutici alla bonifica idrica di una strada italiana. Un tesoro rinvenuto casualmente, che ci riporta ancora una volta indietro in un tempo a noi lontanissimo, facendo questa volta riaffiorare dal sottosuolo anche la dolorosa storia di Valeria, un’adolescente morta a soli 13 anni.

Scoperta la necropoli di via Latina a Roma

Ha come teatro la Capitale e via Luigi Tosti, interessata dai lavori per la bonifica idrica della strada, svolta da Acea Ato2, la nuova scoperta della Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro. Lo scavo, condotto da Archeo di Fabio Turchetta con la direzione scientifica di Angelina De Laurenzi, ha portato alla luce un nuovo edificio funerario che faceva parte della grande necropoli dell’antica Via Latina, con urne cinerarie murate nelle pareti, sepolture a inumazione e una serie di frammenti marmorei.

Dallo scavo sono emersi anche i resti di un sarcofago in marmo bianco a lenòs, cioè a vasca con gli angoli stondati. Uno dei pezzi presenta una decorazione a bassorilievo raffigurante una scena di caccia. Si vede una leonessa sovrastata a sinistra dal cavallo del cacciatore, di cui si conservano esclusivamente le zampe anteriori, che viene braccata sulla destra da un mastino. Stando a una prima valutazione preliminare, i materiali potrebbero essere datati al II secolo dopo Cristo.

Il colombario rinvenuto durante nel corso di indagini archeologiche in via Luigi Tosti, è di piccole dimensioni (4 metri per 3). Probabilmente ipogeo, era realizzato nel banco naturale di tufo e costituito da possenti murature in opera cementizia di 80 centimetri ricoperte da un paramento in mattoni (opus latericium) di ottima fattura. Le pareti erano rivestite di intonaco dipinto di giallo e rosso, a emulare delle lastre marmoree. L’edificio, purtroppo, è stato rinvenuto fortemente danneggiato. Gli archeologi non escludono che possa essere stato demolito durante l’urbanizzazione del quartiere, avvenuta negli anni Trenta del secolo scorso. Proprio pochi mesi fa, un’altra necropoli è stata portata alla luce non molto lontano da Roma.

La decorazione a bassorilievo di uno dei pezzi, con scene di caccia

La scoperta dell’ara funeraria della giovane Valeria

Il rinvenimento della necropoli durante gli scavi in via Luigi Tosti, nel quartiere dell’Appio Latino, ha portato alla luce anche la triste storia di una adolescente romana vissuta circa 1900 anni fa. Tra le sepolture e le urne emerse dal sottosuolo è stata ritrovata, infatti, anche una preziosa ara funeraria in marmo bianco, perfettamente conservata, appartenuta alla giovanissima Valeria. Sull’epigrafe si legge la dedica: “Valeria P F Laeta vixit annis XIII m VII”, ovvero – stando alla traduzione dei ricercatori: “Valeria Laeta figlia di P[ublio] visse 13 anni e 7 mesi”.

Italia fatta nuova importante scoperta

L’ara funeraria della giovane Valeria

Una strada piena di sorprese

La necropoli appena emersa non è l’unica scoperta fatta in via Luigi Tosti, che arricchisce ulteriormente il patrimonio archeologico italiano. Lo scorso gennaio, infatti, le indagini di archeologia preventiva avvenute sotto la guida della Soprintendenza Speciale di Roma in un cantiere di Acea Ato2 spa e della Società Sita srl per la sostituzione della rete idrica, hanno portato alla luce tre edifici sepolcrali appartenenti a uno stesso complesso funerario, che sorgeva lungo la Via Latina antica, databile fra il I secolo avanti e il I secolo dopo Cristo.

Stando a quanto dichiarato dalla Soprintendente Daniela Porro, la scoperta ha gettato una nuova luce su “un contesto importantissimo, quella Via Latina che da Porta Capena arrivava fino a Capua e il cui tracciato è oggi ancora visibile nei Parchi degli Acquedotti e delle Tombe di Via Latina”.

Il colombario riemerso in via Tosti a Roma

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La nuova classifica delle spiagge più belle d’Europa

Come ogni anno European Best Destinations, ente della Commissione Ue inserito nella rete Destinazioni europee di eccellenza Eden, ha scelto, tramite i voti di migliaia di viaggiatori, le 22 spiagge più belle d’Europa per l’anno in corso. L’Italia spopola con ben 7 spiagge che risultano fra le preferite dai turisti europei, ma nonostante questo non vince: scopriamo insieme l’intera classifica.

Dalla posizione 22 alla 17, le spiagge più amate dagli europei

Ultima in questa classifica, ma per modo di dire visto che parliamo delle spiagge più belle del continente, è un lido tutto italiano: la Spiaggia del Cauco. Situata in Campania, tra le meraviglie indiscusse della Costiera Amalfitana, si distingue per essere un luogo pacifico e dalla bellezza che toglie il fiato.

Chiamata anche la “Spiaggia degli innamorati” dalle persone del posto, è caratterizzata da sabbia e ghiaia bagnata da un mare cristallino e limpido, con fondale digradante verso il largo. È bene sapere, però, che è possibile raggiungerla solo via mare.

Al 21esimo posto troviamo Laga, una spiaggia situata nella Riserva Naturale di Urdaibai nei Paesi Baschi. Bellissima la montagna Ogoño che si staglia verso l’alto e che regala un paesaggio sublime a un lido già di per sé selvaggio e puntellato di sabbia dorata.

Blanes, un comune spagnolo della Catalogna, occupa il 20esimo posto di questa classifica. In particolare, a risultare la preferita dei viaggiatori è Cala Bona, lido che gli amanti dello snorkeling troveranno un paradiso. È perfetta per le famiglie e anche un ottimo punto di partenza per scoprire altre spiagge e calette segrete.

Torniamo in Italia perché alla 19esima posizione si piazza un vero e proprio spettacolo nostrano: Cala Cipolla. Situata nel territorio di Chia, è un tratto paradisiaco dell’estrema costa sud-occidentale della Sardegna. Un’incantevole lingua di sabbia fine e dorata racchiusa fra due promontori di granito rosa che si allungano verso il mare.

La Spiaggia La Greve Blanche, in Bretagna, si piazza al 18esimo posto della classifica delle spiagge più belle d’Europa per il 2022. Sabbia bianca e fine e acque turchesi fanno credere al viaggiatore di stare alle Seychelles.

Alla 17esima posizione troviamo ancora l’Italia ma questa volta con Cala dei Gabbiani, meravigliosa continuazione naturale della popolarissima Cala Mariolu, sul Golfo di Orosei, che è considerata una delle perle della baia di Chia.

Cala Cipolla sardegna

La meravigliosa Cala Cipolla

Dalla posizione 16 alla 12, veri paradisi europei

Anche la posizione numero 16 della classifica sulle spiagge più belle d’Europa è occupata da un capolavoro italiano: la Spiaggia della Sorgente sull’Isola d’Elba. Detta anche “Acquavivetta”, è un pullulare di piccoli ciottoli bianchi levigati che si trovano incastonati tra le falesie bianche tipiche di questo tratto di costa.

Quindicesimo posto per Playa Cala Sa Boadella in Costa Brava, un vero paradiso della Spagna. Tradizionalmente spiaggia nudista, è famosa per la sua tranquillità e per l’ambiente che ancora si conserva vergine.

Di nuovo una perla italiana, ma questa volta a occupare la 14esima posizione è la Spiaggia dei Cavoli, una delle più famose dell’Isola d’Elba. Si trova in una piccola insenatura e unisce oltre 300 metri di arco sabbioso a dei grandi e fascinosi scogli, in una posizione riparata aperta solo alle correnti di sud-ovest.

Tredicesimo posto per la Spiaggia Agios Konstantinos sull’Isola di Astypalea, in Grecia. Un luogo in grado di soddisfare tutti i viaggiatori in cerca di sole, acque cristalline, ozio, ma anche i turisti sportivi, grazie a un sentiero escursionistico (8 km lungo la costa) che parte da questo arenile da sogno.

Alla posizione numero 12 si piazza la Calanque d’En-Vau in Francia, un posto perfetto per chi ama la natura, il mare e i percorsi trekking.

Calanque d'En Vau francia

L’incantevole Calanque d’En Vau

Dalla posizione 11 alla 7, spiagge che tolgono il fiato

All’11esimo posto troviamo Porto Katsiki, una delle spiagge dell’Isola greca Lefkada. Passarci una giornata è come vivere un’esperienza incredibile in grado di regalare emozioni come pochi altri luoghi al mondo.

La decima spiaggia più bella d’Europa si chiama Hel e si trova in Polonia. Di forma pressoché circolare, vanta una sabbia molto chiara e grossolana.

Nono posto per la Spiaggia di Santa Giulia in Corsica che, in 2 km di lunghezza, vanta una laguna turchese dalle acque cristalline e sabbia color bianco neve. Circondata dalla macchia mediterranea e da rocce granitiche, si affaccia sull’arcipelago delle Isole Cerbicales, classificato come riserva naturale.

Ottava posizione per Elafonissi, un’isoletta situata vicino alla costa sud-occidentale dell’Isola di Creta, in Grecia, che regala una spiaggia bianca ricca di sfumature rosa.

Settimo posto per un’altra inconfondibile meraviglia Italiana: la Baia delle Zagare in Puglia, una delle spiagge simbolo del Gargano nella zona di Vieste. Qui alte scogliere bianche e due faraglioni di roccia calcarea scolpiti dal vento rendono il paesaggio davvero irresistibile.

spiaggia di elafonissi grecia

L’incanto di Elafonissi

Dalla posizione 6 alla 4, capolavori della natura europei

La sesta posizione di questa classifica sulle spiagge più belle d’Europa è occupata da Monolia Beach che si trova a un soffio da Lichada, nel nord dell’Evia in Grecia. Manolia è un’isola è verdeggiante con acque turchesi che sfoggia una spiaggia che nel corso del tempo si è guadagnata l’appellativo di “Seychelles della Grecia”.

Quinto posto per Cala Mitjaneta sull’Isola di Minorca in Spagna. Un vero e proprio paradiso, dalle piccole dimensioni, caratterizzato da acque turchesi a 29°C e sabbia incredibilmente fine.

La medaglia di legno, quella del quarto posto, va all’ultima spiaggia del nostro Paese presente in classifica: Cala Goloritzé, una delle più straordinarie insenature italiane che è situata nel territorio comunale di Baunei, nella parte Sud del Golfo di Orosei. Monumento nazionale italiano dal 1995, è raggiungibile solo a piedi o in barca.

Monolia Beach

La superlativa Monolia Beach

Le 3 spiagge più belle d’Europa

Ecco arrivati a scoprire le 3 spiagge più belle di tutta Europa per questo 2022. A guadagnare il bronzo è la Spiaggia di Seixal nell’affascinante Isola di Madeira in Portogallo. Qui sabbie vulcaniche, acque cristalline e incredibili scogliere, donano al visitatore un magnifico paesaggio.

Secondo gradino del podio per Bolonia, in Andalusia, una delle spiagge più belle di tutta la Spagna caratterizzata da sabbia bianca e chilometri di paradiso terrestre.

A vincere lo scettro di spiaggia più bella d’Europa per il 2022 è Porto Santo Golden Beach, situata sull’omonima isola facente parte dell’arcipelago di Madeira, in Portogallo. Un primo posto meritatamente guadagnato grazie ai suoi 7 chilometri di sabbia fine accarezzata da un mare stupendo. È famosa, inoltre, per le virtù terapeutiche della sua sabbia.

Insomma, l’Europa è un vero paradiso per gli amanti del mare, del sole e della natura.

Bolonia Beach spagna

La splendida Bolonia Beach

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Apre il castello delle fiabe, ed è pura magia

Se c’è un castello dove ci si aspetta di trovare una principessa dai capelli biondi e gli occhi azzurri affacciata alla finestra in attesa del suo principe azzurro a cavallo è proprio questo.

Una piccola e candida fortezza, edificata sulla vetta di una collina, circondata da un bellissimo giardino che guarda, dall’alto delle sue quattro torri merlate, un magnifico panorama montano. Sembra uscito da un libro di fiabe.

Il fiabesco Castello di Aymavilles

Ci troviamo al Castello di Aymavilles, in Valle d’Aosta, uno dei più romantici che esistano in Italia. Sottoposto a un’importante opera di ristrutturazione durata vent’anni, intervallata da alcune eccezionali aperture, ora sta per riaprire definitivamente i cancelli al pubblico che potrà visitarlo e fare esperienze davvero regali.

Un weekend di eventi

Il Castello di Aymavilles apre al pubblico il prossimo 14 maggio (e per tutto il weekend l’ingresso è gratuito). Un’occasione unica per visitare questa magnifica residenza medievale e barocca in una fiorita veste primaverile. L’atmosfera sarà resa ancora più magica da personaggi in abiti della prima metà dell’Ottocento che faranno compiere ai visitatori un salto indietro di due secoli. Per tutto il fine settimana saranno organizzati momenti di intrattenimento gratuiti, anche per famiglie.

Questi gli appuntamenti: il “Teatrino Kamishibai” (sabato mattina) con uno spettacolo giapponese, le “Fiabe del Castello” (sabato e domenica pomeriggio) con la narrazione di una favola scritta apposta per il castello di Aymavilles, lo spettacolo di burattini “Il Castello Indovinello” (domenica mattina e pomeriggio) e il laboratorio di giocattoli “I Musicattoli” (domenica mattina). Si consiglia la prenotazione.

Cosa vedere nel castello

Tra le stanze più particolari c’è quella di Madame Giovine, la badante della madre del proprietario che poi divenne sua moglie. Questa stanza, con un bellissimo letto a baldacchino, è stata completamente ricostruita come l’originale. Il salone ospita una collezione di opere d’arte in prestito dall’Académie Saint-Anselme, un’associazione culturale valdostana ispirata da Anselmo di Aosta.

Bellissimo all’interno, ma anche all’esterno. Il giardino che circonda il castello ha un bellissimo parco fatto di roseti e di altre piante rare. C’è anche una deliziosa serra allestita di tutto punto con bellissimi fiori e piante. La visita del castello è in parte anche interattiva ed è previsto un itinerario dedicato ai bambini con l’ausilio di audioguide e pannelli in Braille oltre all’accesso disabili.

I castelli della Valle d’Aosta

L’apertura definitiva dell’iconico Castello di Aymavilles rappresenta un importante ampliamento dell’offerta turistica e culturale valdostana, che conta altri otto meravigliosi castelli, tra cui gli splendidi Castelli di Verrès e di Fénis. Il Castello di Aymavilles si trova infatti in una zona con un’alta concentrazione di castelli. Da qui, in epoca romana, passava la via delle Gallie, una strada consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. In tutto il territorio si contano all’incirca altre cento fortezze.

Non lontano da qui, a Sarre, sulla strada che porta a Courmayeur, a circa 5 chilometri da Aosta, c’è il famoso Castello Reale di Sarre, che domina la piana aostana sopra la strada statale che porta al Monte Bianco. Acquistato nel 1869 dal re Vittorio Emanuele II, lo ristrutturò e lo utilizzò come residenza durante le sue battute di caccia in Valle d’Aosta.

Tra i più famosi c’è appunto il Castello di Fénis. Unendo ai caratteri della fortificazione quelli della residenza signorile, questo castello fu la prestigiosa sede di rappresentanza dei maggiori esponenti della famiglia Challant (proprietari, a metà del ‘300, anche del Castello di Aymavilles), che lo dotarono dell’imponente apparato difensivo, nonché di eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio.

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Il fiabesco Castello di Aymavilles in Valle d’Aosta

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La Toscana come la Provenza: i bellissimi campi di lavanda

La Provenza è una peculiare regione situata nel sud-est della Francia e conosciuta principalmente per la varietà dei suoi paesaggi, compresi quelli regalati dai lunghisssimi e profumatissimi campi di lavanda. Una fioritura che attira da sempre milioni di turisti che rimangono estasiati di fronte allo spettacolo regalato da questa pianta.

La buona notizia è che non è necessario volare fino al confine per ammirare questa meraviglia che sboccia. Basta andare in Toscana, una regione italiana che riserva sempre tantissime sorprese.

Le fioriture di lavanda sui Colli Pisani

Dal 12 giugno al 24 luglio sarà possibile scoprire immensi campi di lavanda che prendono vita tra i profili ondulatati dei Colli Pisani. Questa zona, durante questo periodo, offre un panorama ricco di mille sfumature blu e viola tipiche della lavanda, catapultando il visitatore direttamente in Provenza.

Territorio da sempre ricco di campi agricoli che fino a pochi anni fa erano coltivati a grano, in questi ultimi anni sono stati riconvertiti in coltivazioni di lavanda con metodo biodinamico. Tutto questo è avvenuto grazie a un gruppo di imprenditori agricoli che hanno lavorato all’idea di dare vita alla Valle dei Profumi e dei Colori nelle Colline Pisane, trasformando il paesaggio circostante in uno splendido e colorato luogo di attrazione e di riflessione, dove vivere un’esperienza diversa, nel rispetto dell’ambiente.

campi lavanda toscana

Uno dei campi di lavanda nei Colli Pisani

Da queste parti non solo è possibile scoprire splendidi campi di lavanda. Nelle giornate suddette si potranno fare anche altre attività come visite guidate, workshop sull’uso degli oli essenziali, soggiornare in strutture ricettive BIO, assaggiare irresistibili prodotti tipici, fare percorsi panoramici a piedi e in bicicletta, comprendere meglio i meccanismi di distillazione degli oli essenziali e tante altre esperienze.

I benefici del passeggiare tra la lavanda

La cosa particolarmente interessante è che i campi di lavanda non portano solo benefici per gli occhi e per i propri nasi, passeggiarci è anche un facile metodo per disciplinare la mente, migliorare le capacità di concentrazione, aiutare a trovare serenità e buonumore, accrescere la capacità di percepire noi stessi e anche l’ambiente circostante.

Il motivo di tutto ciò è molto semplice: il profumo di questa pianta, il colore blu-viola di cui è forgiata e il panorama circostante, facilitano la connessione con il proprio respiro, i propri passi e il momento presente.

Tutto nella nostra mente si placa e lo spazio che si crea funge da nutrimento energetico per il nostro benessere e la nostra salute mentale, fisica e spirituale.

benefici della lavanda

Passeggiare tra i campi di lavanda toscani

I borghi da ammirare nei Colli Pisani

Una zona ricca di campi di lavanda ma anche di borghi che arrivano dritti al cuore. Basti pensare a Usigliano, un piccolo centro rurale distribuito su quattro colline e impreziosito dalla presenza di numerose Ville, tra cui: Villa Nelli Feroci e Villa Castelli che conserva una cantina interrata e scavata nel tufo.

Bellissimo il Museo delle Attività Agricole con numerosi attrezzi e macchinari agricoli del passato. Ad essere particolarmente interessante è che in questo paesino non ci sono negozi: la popolazione vive a stretto contatto con la natura e il tempo trascorre ai ritmi della tranquillità.

Da non perdere anche Lari, borgo famoso per il suo bellissimo castello medievale che regala una visita stupenda. Oppure Orciano Pisano che si trova immerso tra i profili sinuosi di queste colline. Paesaggi incantati e rilassanti attraversati da numerosi sentieri che permettono di ammirare le terre agricole.

Di origini medievali, è anche la località più importante delle Colline Toscane dal punto di vista paleontologico: nel 2006 è stato rinvenuto lo scheletro di un misticete lungo dieci metri e vissuto tre milioni di anni fa.

L’ultimo borgo che vi consigliamo, ma ce ne sono molti altri, è Santa Luce che si distingue per essere ricco di storia e tradizione. Nel centro storico sono possibili da ammirare i resti del castello medievale, che un tempo dominava tutta la vallata, e la chiesa di Santa Lucia che conserva una pregevole tela quattrocentesca con la Madonna del Bambino.

Lari toscana

Il bel borgo di Lari

Colli Pisani, tra lavanda e altre meraviglie

Le meraviglie di questa zona non sono di certo finite qui. La natura, infatti, regala spettacoli difficili da dimenticare. Oltre alla passeggiata tra le colline tra Casciana Alta e Castellina Marittima, passando da Santa Luce e Orciano Pisano, che regalano campi di lavanda immensi, da scoprire ci sono anche le Cascate del Ghiaccione, così chiamate a causa delle loro acque freddissime.

Sono tre flussi d’acqua (solo due facilmente raggiungibili), e la più suggestiva si chiama il Tonfo degli Ebrei. Si narra che, durante la Seconda Guerra Mondiale, vi furono gettate alcune persone. L’acqua fa un salto di circa 10 metri lungo una parete rocciosa e si riversa in una pozza gelida e profonda dove è comunque possibile fare il bagno (con un po’ di coraggio).

Bellissima anche la Riserva Naturale LIPU del Lago di Santa Luce che si estende per 525 ettari. Un lago situato proprio lungo la rotta migratoria, a tal punto da essere stato testimone di una rapida colonizzazione spontanea di vegetazione palustre e di numerose specie di fauna acquatica.

I sentieri lungo le rive del lago sono arricchiti da una fitta vegetazione che in primavera regala uno spettacolo senza uguali. Tante le attività da poter svolgere: dai corsi di educazione ambientale per giovani e adulti, ai percorsi olistici tra natura e spiritualità alle escursioni e passeggiate nei sentieri della Riserva.

Infine, ma anche in questo caso le meraviglie della natura da scoprire sono davvero tante, chi ama viaggiare in bicicletta può andare dal mare alle colline pisane su due ruote. Un percorso che attraversa diverse meraviglie che non lasceranno di certo indifferenti.

Insomma, dal 12 al 24 luglio i campi di lavanda dei Colli Pisani, e tutta la zona ricca di spettacoli unici, ci aspettano a braccia aperte. Si raccomanda, tuttavia, di non schiacciare con i piedi le piante, non cogliere i fiori, non scavalcare le file di lavanda, non entrare nelle zone interdette, non disturbare le api e indossare pantaloni evitando gonne larghe che potrebbero intrappolare questi importanti insetti.

Fondamentale anche non accedere ai filari con biciclette e moto, non gettare alcun rifiuto nel campo, tenere i propri amici a quattro zampe al guinzaglio e avere a portata di mano dei sacchetti per la raccolta dei loro bisogni, non entrare nel campo dopo una pioggia e, soprattutto, sentirsi completamente liberi.

fioriture lavanda italia

Le meraviglie dei Colli Pisani

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Esiste un lago dal colore rosso rubino. E si trova in Italia

Esiste un luogo nell’area flegrea, incastonato in un cratere di un vulcano spento e da quello protetto alla stregua di un tesoro prezioso, impregnato di fascino e suggestione, di storie e leggende che affondano le loro radici in tempi lontani e che ancora oggi attirano migliaia di visitatori intenzionati a scoprire la verità che si nasconde dietro quelle acque.

Un luogo leggendario destinato ad affascinare ieri, così come oggi, soprattutto dopo che lo specchio d’acqua del lago d’Averno si è tinto di un rosso fiammante, intenso e inaspettato che prende i colori in prestito da una delle gemme più preziose del mondo, il rubino.

Lo scenario, ripreso dai satelliti e immortalato nelle fotografie dall’alto, rende ancora più misteriose tutte quelle domande che da secoli aleggiano intorno a quest’area e che ancora oggi restano senza risposta.

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

C’era una volta la porta dell’inferno

Situato nel comune di Pozzuoli, tra la frazione di Lucrino e il sito archeologico di Cuma, esiste quello che è considerato il più suggestivo dei cinque laghi dell’area flegrea, lo specchio d’acqua dell’Averno godibile in tutta la sua bellezza dalla panoramica via Domiziana.

Attorno a questo bacino, da secoli, c’è un alone di mistero destinano a perdurare per sempre. La prima suggestione è data proprio dal nome: il lago d’Averno, infatti, deriva da a-ornis, che vuol dire senza uccelli. Le motivazioni sono presto dette: date le sue origini vulcaniche e le esalazioni sulfuree che sono sprigionate dall’acqua nessun esemplare volatile sorvola quest’area flegrea. Uno scenario silente e inquieto, questo, che da solo stimola l’immaginazione di chi lo osserva.

Ma questo è solo un piccolo dettaglio in confronto al fatto che qui, sulle rive del lago, personaggi illustri giurano di aver trovato le porte dell’inferno. La storia vuole che proprio qui esistesse un portale di collegamento tra il regno dei vivi e gli inferi. Ne aveva parlato Virgilio nel sesto libro dell’Eneide e poi ancora Dante nella sua Divina Commedia, al punto tale che molti esperti avevano suggerito che quella selva oscura facesse riferimento alla vegetazione che circonda l’area.

Prima di Dante e di Virgilio, anche gli antichi romani giungevano in questo posto per incontrare i defunti, mentre Zeus sulle rive del lago aveva combattuto la leggendaria battaglia contro i Titani.

Mito o realtà? Sono queste le domande che viaggiatori provenienti da tutto il mondo si pongono davanti al cospetto di questo lago che, adesso, si è tinto di rosso. La porta degli inferi si sta aprendo?

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

Il lago d’Averno si è tinto di rosso

Il collegamento con quelle leggende antiche e misteriose rimaste senza risposta è quasi inevitabile, eppure la colorazione caratteristica di rosso rubino che ha assunto il lago d’Averno non c’entra niente con i demoni e con l’inferno.

Ben visibile anche dai satelliti satelliti dell’Agenzia spaziale europea, questo cambiamento di colore dello specchio d’acqua è stato spiegato dagli esperti. Si tratta della fioritura stagionale di alghe dal colore rosso scuro che proliferano all’interno delle acque del lago e che fioriscono proprio nei periodi più freddi.

Proprio durante il mese di aprile, infatti, i cianobatteri risalgono in superficie e tingono tutto di un rosso intenso che incanta e suggestiona. E a guardare lo scenario nella sua totalità è impossibile non lasciarsi affascinare dalle storie sepolte, e mai dimenticate, conservate in questo lago.

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso