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Pesaro: un museo a cielo aperto che omaggia la musica, l’arte e la natura

C’è sempre un buon motivo per scoprire e riscoprire le bellezze che caratterizzano il nostro meraviglioso Paese. Attrazioni naturali, architetture monumentali, città straordinarie e borghi suggestivi che raccontano e conservano tradizioni, culture e storie che ci rappresentano, e che si trovano a pochi passi da noi.

Luoghi da esplorare anche più volte, per essere compresi nella loro essenza, che ci mettono in contatto con la grande bellezza italiana, come fa Pesaro, la città marchigiana che si è conquistata il titolo di Capitale Italiana della Cultura per il 2024.

I motivi che hanno reso possibile la proclamazione del capoluogo marchigiano sono noti a tutti. Del resto la città, da sempre, conserva e valorizza in maniera esemplare il prezioso patrimonio paesaggistico, naturale, storico e artistico che appartiene al territorio.

Pesaro, la città dell’arte e della musica

Musei iconici, anfiteatri tecnologici e luoghi intrisi di cultura e arte: questa è la bellissima Pesaro, quella che riesce a trasformare anche una semplice passeggiata a piedi o in bicicletta in un’esperienza unica che lascia senza fiato.

E sembra quasi di poter immaginare di camminare sulle note create dal più importante compositore italiano della prima metà del XIX secolo, Gioacchino Rossi, che proprio a Pesaro è legato indissolubilmente. La terra che gli ha dato i natali, infatti, è conosciuta anche come città della musica ed è sempre qui che è possibile andare alla scoperta del maestoso Museo Nazionale Rossini e della casa natale del compositore.

Non solo musei, dicevamo. La storia d’amore tra l’arte e la città è percettibile in ogni suo angolo, in ogni strada e passeggiata, a partire dal centro storico fino al lungomare. Attraverso un itinerario urbano, infatti, è possibile scoprire come questo legame sia stato perpetuato nel tempo e valorizzato da opere firmate da artisti contemporanei che hanno ridefinito il paesaggio della città.

La città che sembra un museo a cielo aperto

Ci piace immaginare Pesaro come un museo a cielo aperto, perché in effetti lo è davvero. Senza addentrarci all’interno di musei e altri luoghi di cultura, che comunque meritano una visita, i nostri occhi potranno ammirare la grande bellezza custodita tra le strade cittadine.

Piazza del Popolo, crocevia di incontri quotidiani, è il fulcro e l’anima della città, quella dalla quale si snodano una serie di strade e via che conducono tra palazzi settecenteschi contraddistinti da architetture straordinarie come quello Olivieri che ospita la Fondazione Rossini.

Impattante e meravigliosa è anche la Rocca Costanza che domina l’intera scena urbana, a questa si aggiunge il Teatro dedicato a Rossini e le cattedrale. Le opere d’arte, però, non sono solo quelle conservate nelle chiese e nei musei e ne è dimostrazione la splendida Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro.

Situata al centro del Piazzale della Libertà e adagiata sull’acqua di una fontana, la gigantesca sfera in bronzo è diventata il simbolo della città sin dalla sua istallazione. Ma non è l’unica opera che meraviglia durante le passeggiate a Pesaro e sul suo lungo mare.

Sul Molo di Levante, infatti, troviamo lo splendido e suggestivo Riflesso dell’Ordine Cosmico dell’artista Eliseo Mattiacci. Un altro simbolo del legame indissolubile di questo territorio con il mare, con l’arte e con la terra. A questa si aggiunge la copia della Porta a Mare di Lorenzo Sguanci, l’arco di Pesaro e la Scultura della Memoria di Giuliano Vangi. Ma tenete gli occhi aperti perché tra il centro storico e il lungomare potreste trovare altre sculture straordinarie.

Arnaldo Pomodoro la Sfera Grande

Arnaldo Pomodoro la Sfera Grande

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L’Appia Antica, la regina delle strade, è candidata all’Unesco

Il ministero della Cultura ha lanciato la candidatura della via Appia Antica affinché possa essere inserita tra i Patrimoni mondiali dell’umanità dall’Unesco. “La Regina Viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico”, ha spiegato il ministro Dario Franceschini su Repubblica “e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei”.

L’antica strada romana, che collegava Roma con Brindisi – e quindi con gli sbocchi verso l’Oriente allora conosciuto -, era considerata dai Romani la “Regina Viarum”, la regina delle strade.

Un po’ di storia

Quando, verso la fine del IV secolo a.C., fu tracciata, la via Appia era una delle più grandi opere di ingegneria civile al mondo, con un enorme impatto economico, militare ma anche culturale. Questa strada fece da esempio per tutte le successive in quanto era larga più di quattro metri consentendo di essere percorsa in entrambi i sensi, oltre era fiancheggiata da larghi marciapiedi così da poter andare anche a piedi e raggiungere facilmente i villaggi che s’incrociavano.

Lungo l’intero tracciato s’incontrano luoghi che costituiscono un patrimonio culturale importantissimo. L’Appia fu anche la prima delle grandi strade romane a prendere il nome non dal luogo verso cui era diretta, ma dal magistrato – Appio Claudio Cieco – che l’aveva costruita.

La via Appia partiva da Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo a Roma, e proseguiva fino a destinazione – inizialmente Santa Maria Capua Vetere, in Campania, e solo in un secondo momento fino a Brindisi – seguendo una linea retta.

Buona parte dell’Appia Antica oggi è scomparsa, ma ne restano ancora ben visibili e percorribili dei tratti, specie nei dintorni di Roma, divenuti meta di turismo archeologico.

La candidatura Unesco

La candidatura avanzata dal ministero dei Beni culturali è frutto di un lavoro congiunto sostenuto da ben 74 Comuni attraversati dalla via Appia, da 15 parchi, 12 città, quattro regioni e 25 università. Lo scopo è prima di tutto quello di tutelare quest’antica strada, ma anche di valorizzare e promuovere il sito Via Appia. Regina Viarum come itinerario turistico unico al mondo.

 

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Thingeyri: tra fiordi straordinari e party ai confini del mondo

Reykjavik, Akureyri e Húsavík, queste sono solo alcune delle destinazioni più popolari e raggiunte dai viaggiatori di tutto il mondo che hanno scelto di esplorare le meravigliose terre d’Islanda e che non hanno bisogno di presentazioni. Avete mai sentito parlare, invece, di Thingeyri (Þingeyri in lingua madre)?

Probabilmente no, ma non siete gli unici, dato che vi stiamo portando in uno dei villaggi più remoti del mondo e sicuramente meno battuti dai sentieri turistici di massa.

Eppure è proprio in questo piccolo villaggio, situato sulla penisola di Vestfjord, che si possono vivere esperienze a contatto diretto con la natura più selvaggia e autentica, ammirare i magnifici Fiordi Occidentali e ballare sotto l’aurora boreale nella discoteca più remota del mondo.

Thingeyri: i selvaggi fiordi d’Islanda

È un luogo selvaggio, autentico e incontaminato, questo piccolo villaggio abitato solo da 250 persone, dove i viaggiatori più avventurosi si spingono per godere della bellezza primordiale del territorio e per esplorare i magnifici Fiordi Occidentali.

Ci troviamo nella penisola di Vestfjord, in una delle zone più sorprendenti di tutta l’Islanda, in un paese di pescatori, che è anche uno degli insediamenti più antichi dei Fiordi Occidentali e che offre visioni suggestive e magiche godibili in ogni angolo.

Qui la natura, insieme alle creature che la popolano, è assoluta protagonista. Nelle lunghe passeggiate incorniciate dalle montagne da una parte e dal mare dall’altra, si possono avvistare tantissimi animali che vivono nel territorio come la volpe artica, le foche e le pulcinelle di more.

Cosa fare a Thingeyri

Un viaggio a Thingeyri può trasformarsi in un’esperienza davvero straordinaria che permette ai viaggiatori di scoprire le bellezze di uno degli angoli più remoti del mondo intero. Passeggiate e trekking sono all’ordine del giorno, così come le visite al villaggio e a quelle rovine di una cabina medievale che fa riferimento proprio alle origini dell’insediamento.

Thingeyri, inoltre, gode di una posizione geografica unica, trovandosi proprio sulla lingua di terra che si affaccia sul fiordo più panoramico dell’intera Islanda, quello di Dýrafjörður.

Nel villaggio è possibile trovare tutto il necessario per una vacanza confortevole ma selvaggia. Sono presenti, infatti, un piccolo supermercato, un ufficio postale, una banca e persino una piscina. Sempre qui potrete trovare anche la celebre caffetteria Simbahöllin, luogo di ritrovo dei cittadini e dei viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

A pochi passi dal villaggio, invece, è possibile raggiungere il campo da golf più panoramico della penisola che offre una visione straordinaria che include la maestosa montagna del Kaldbakur e i Fiordi Occidentali.

E se questo ancora non vi sembra abbastanza per un viaggio indimenticabile, ecco che Thingeyri si è ingegnata per attirare qui viaggiatori giovanissimi e appassionati di movida. Proprio qui, infatti, è stata inaugurata la discoteca più remota del mondo nell’aprile del 2022.

La Detour Discotheque, questo il suo nome, ha organizzato due party all’insegna della musica anni ’70 e ’80 ricreando l’ambientazione tipica dei club americani. Un evento, questo, che ha attirato tantissime persone provenienti da ogni parte del Paese, e non solo, pronte a ballare sotto l’aurora boreale.

Thingeyri

Thingeyri, Islanda

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Curiosità Viaggi

I Paesi esotici dove viaggiare senza troppe limitazioni

Viaggi in ripresa verso destinazioni esotiche e oltreoceano. Le maglie delle restrizioni si allentano sempre più, e spostarsi non richiede, ormai, misure e limitazioni come nel recente passato. La Farnesina ha confermato che non sono più in vigore «le misure restrittive connesse agli spostamenti per l’estero, con particolare riferimento agli spostamenti da o verso i Paesi dell’Elenco E». Cuba, Malesia, Maldive, Brasile e Thailandia sono paradisi sempre più accessibili.

In Malesia aboliti i test Covid-19

Ad aprile sono stati aperti i confini ai turisti internazionali, mentre ora la Malesia ha cancellato tutte le restrizioni anti Covid-19. Le misure sono state abolite a partire dal 1° maggio. Per i viaggiatori che hanno completato il ciclo vaccinale di tre dosi non serviranno più test Covid-19, e neppure le mascherine all’aperto. Resta obbligatorio indossarle negli spazi chiusi, compresi i centri commerciali e i mezzi pubblici. L’utilizzo delle mascherine è consigliato all’aperto nei luoghi affollati. Chi ha il booster, ha contratto un’infezione da Covid-19 da 6 a 60 giorni prima della data di partenza, e i ragazzi di età pari o inferiore a 12 anni non dovranno osservare alcun protocollo sui test pre-partenza e all’arrivo in Malesia.

Chi non ha completato il ciclo vaccinale, invece, dovrà sottoporsi a tampone e osservare una quarantena obbligatoria di cinque giorni. Non saranno più necessarie l’assicurazione di viaggio, e il check -in tramite l’app di tracciamento MySejahtera.

Aperture in Thailandia: niente più tamponi e quarantene

Anche la Thailandia spinge sull’acceleratore della riapertura. I viaggiatori internazionali -italiani compresi -infatti, non saranno più chiamati ad effettuare test molecolari e ad osservare la quarantena una volta arrivati a destinazioni. Si potrà entrare senza effettuare nessun test Rt-Pcr all’arrivo. Sono state disposte nuove regole per viaggiatori vaccinati e non vaccinati.

Chi è completamente vaccinato:

  • non dovrà sottoporsi a quarantena né a test,
  • ottenere il Thailand Pass (al link https://tp.consular.go.th/)
  • possesso di un certificato di vaccinazione Covid-19
  • polizza assicurativa con copertura non inferiore a 10.000 dollari Usa.

Chi non è vaccinato o non completamente vaccinato:

  • non dovrà sottoporsi a quarantena né a test,
  • ottenere il Thailand Pass (al link https://tp.consular.go.th/)
  • possesso di un certificato di vaccinazione Covid-19
  • polizza assicurativa con copertura non inferiore a 10.000 dollari Usa.
  • osservare una quarantena di 5 giorni
  • sottoporsi a un test Rt-Pcr al quinto giorno dal loro arrivo.

I non vaccinati o completamente vaccinati con test Rt-Pcr negativo effettuato entro 72 ore dal viaggio, potranno comportarsi come i soggetti vaccinati.

Più libertà in Brasile

Mare e spiagge da Rio de JaneiroRecife e Fortaleza, le mete preferite dagli italiani. Ma anche la foresta amazzonica, il Mato Grosso e il parco nazionale di Iguaç. Destinazioni oggi facilmente raggiungibili e senza restrizioni. Il Brasile è tra i 10 Paesi al mondo più vaccinati contro il Covid-19 ( il 75% della popolazione è vaccinata con ciclo completo, ndr). I viaggiatori italiani potranno raggiungere il Brasile senza nessun test Pcr per entrare nel Paese. Per soggiorni inferiori ai 90 giorni serve più neppure il visto.

Cuba, al centro del turismo italiano

Turismo balneare, città d’arte, villaggi in fermento, destinazioni tutte da scoprire e di nicchia: Cuba è una delle mete più apprezzate dai turisti italiani che tornano alla Isla Grande con grande entusiasmo. Tendenza confermata anche durante i giorni della Bit di Milano, la Borsa Internazionale del Turismo. Cuba è tra le  destinazioni più sicure al mondo: il 90% della popolazione è vaccinata contro il Covid, ed entrare nel Paese, ormai, non richiede grosse limitazioni. Non sono più necessari né test Pcr né green pass

In Tunisia tutto pronto per un’estate senza limitazioni

Tunisi, La Medina e il Museo del Bardo, Sousse, Monastir, l’Antica Cartagine, Douz: tutte attrazioni imperdibili in Tunisia, Paese in cui le proposte, di certo non mancano, e sono anche alternative al “semplice” mare d’estate. Le misure di sicurezza sanitaria, anche in questo caso, sono state allenate di parecchio. Tutti i turisti possono entrare e girare con il green pass europeo o con il certificato vaccinale ma è sufficiente anche un semplice test molecolare effettuato nelle 24 ore precedenti la partenza.

Maldive: il resort a cielo aperto accoglie i turisti stranieri

Il concetto di privacy e distanziamento è sempre stato contemplato, anche nei mesi di massima affluenza. Alle Maldive è tutto pronto per accogliere i viaggiatori internazionali desiderosi di fare ritorno in quel paradiso definito “one island-one resort”. Non solo resort di lusso, ma anche guesthouse da vero insider, per chi ama la vacanza a contatto con la gente del posto, oppure ancora i liveaboard per passare da atollo in atollo con barca privata. Si contano 1.192 isole coralline nell’Oceano Indiano e il distanziamento naturale, come dire: è assicurato. Addio tampone: per visitare le Maldive non è più in vigore l’obbligo presentare il risultato negativo di un Pcr test.

Spagna e Isole: le regole sempre più semplici

Spiagge vellutate, mare cristallino, movida e città d’arte. La Spagna semplifica le norme di ingresso dei turisti italiani e stranieri. Anche sulle isole spagnole sarà più facile approdare. Chi è munito di green pass, ora non dovrà più compilare il modulo Spain Travel Health (documento che invece resta obbligatorio per i viaggiatori dai 12 anni in sù che non hanno il certificato Covid Ue), e quindi neppure il Qr code da presentare all’arrivo nel Paese, via mare o aereo (dove verrà misurata la temperatura). I vaccini sono considerati validi a partire dal 14° giorno dall’ultima dose effettuata e al 270° è necessario il booster, non per i minori di 18 anni.

Caraibi: ad Anguilla si allentano le restrizioni per i turisti

Ad Anguilla è via libera ai turisti vaccinati. Per raggiungere l’isola caraibica è richiesta la prova di vaccinazione completa (ultima dose ricevuta più di 14 giorni prima della data di arrivo), oltre al risultato negativo del test Covid-19. Non occorrerà più alcun permesso sul portale di Ivisit Anguilla, ma presentare documentazione sul ciclo vaccinale e un test negativo Naa/Pcr/Rna effettuato entro 3 giorni dal viaggio o un test antigenico rapido eseguito entro 2 giorni dal viaggio. Il test all’arrivo non sarà necessario per le persone che sono state vaccinate completamente negli ultimi sei mesi. I visitatori non vaccinati di età inferiore ai 18 anni possono entrare ad Anguilla solo se accompagnati da viaggiatori completamente vaccinati.

Malesia

 

 

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Europa interrail Notizie Viaggi

Viaggiare in treno per l’Europa pagando la metà

Se c’è un simbolo che rappresenti tutta l’Europa questo è l’Interrail, il biglietto ferroviario che, da cinquant’anni, consente di viaggiare in lungo e in largo per il Vecchio Continente senza barriere.

E, proprio per festeggiare il 50° anniversario di Interrail, si può viaggiare in treno in Europa con uno sconto del 50%. L’offerta è valida sui Pass Interrail Global cha abbiano una validità consecutiva di uno, due o tre mesi e scade il 10 maggio.

Un biglietto ferroviario unico

Fin dalla sua creazione, nel 1972, il Pass Interrail ha trasformato il modo di viaggiare in treno in Europa così come lo conosciamo. Negli ultimi cinquant’anni, è diventato non soltanto un modo di viaggiare, ma un vero e proprio movimento culturale, che ha ispirato generazioni a uscire dalla propria area di comfort e a viaggiare liberamente, seguendo le proprie curiosità. Fare l“Interrail” era diventato rapidamente sinonimo di un’esperienza di viaggio unica.

Quando venne lanciato, il Pass Interrail consentiva ai giovani fino ai 21 anni di esplorare 21 Paesi in treno con un solo biglietto ferroviario ed era pensato come un’offerta speciale per celebrare il 50° anniversario dell’UIC, l’associazione mondiale che raccoglie tutti gli operatori del settore ferroviario. L’obiettivo principale del pass consisteva nel rimuovere le barriere all’esplorazione flessibile di tutta Europa. Dopo il successo del primo anno, il Pass Interrail è diventato un’offerta permanente, che ha poi permesso a oltre 10 milioni di
persone di viaggiare in treno in tutta Europa. Nel corso del suo mezzo secolo di storia, il Pass si è evoluto continuamente, anticipando le esigenze delle nuove generazioni di viaggiatori.

I primi pass, venduti 50 anni fa, offrivano ai giovani viaggiatori un numero illimitato di viaggi e avventure per un mese. Oggi, invece, esistono pass che consentono di viaggiare in treno anche per tre mesi consecutivi fra 33 Paesi e sono accettai da oltre 40 compagnie ferroviarie e di traghetti. Inoltre, già dal 1998, può essere acquistato da viaggiatori di tutte le età, anche per famiglie e senior.

Le mete più belle d’Europa

Il pass consecutivo offre ai viaggiatori in treno libertà e flessibilità, per vedere il meglio che l’Europa ha da offrire, rendendo ogni giorno un’opportunità per esplorarla. Si può passeggiare sulla Promenade des Anglais a Nizza un giorno e il giorno successivo visitare il Colosseo a Roma. Prendere un treno diretto a Budapest per poi salire di nuovo a bordo di una carrozza che porta in Spagna facendo tappa in Svizzera.

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Asia Interviste Malesia Viaggi

Perché gli italiani dovrebbero tornare a visitare la Malesia

Per due lunghi anni, la pandemia ci ha impedito di viaggiare verso le più belle mete esotiche. Tra i Paesi inaccessibili agli italiani c’era anche la Malesia, molto amata dai nostri connazionali per le spiagge ma non solo. Finalmente, dal 1° aprile il Paese ha riaperto i confini al turismo e dal 1° maggio non sono più necessari né test di ingresso né assicurazione obbligatoria. È tempo, quindi, di tornarci.

Abbiamo incontrato Mohamad Libra Lee Haniff, direttore del Turismo malese in Europa, per farci raccontare com’è cambiato il turismo in Malesia durante questo periodo e perché è la meta ideale dove andare quest’anno.

“Durante la pandemia si poteva andare solo sull’isola di Langkawi. Sono arrivati 15mila visitatori provenienti da diversi Paesi del mondo, soprattutto dagli Stati Uniti, e anche da qualche Paese europeo come la Gran Bretagna, la Germania, la Francia e la Scandinavia, ma non dall’Italia. Dal 1° aprile però abbiamo aperto anche il resto del Paese e ora si può viaggiare ovunque in Malesia. Stiamo già vedendo i risultati, ma non abbiamo ancora rivisto gli italiani.

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La paradisiaca isola di Langkawi in Malesia

Nel 2019, gli arrivi degli italiani sono stati circa 54mila, il più alto numero mai raggiunto che per noi rappresenta il quinto mercato europeo e quindi è molto importante che gli italiani tornino in Malesia. Ecco perché voglio raccontare loro cos’è la Malesia e perché è sicuro venire”.

Cosa c’è di nuovo da convincere gli italiani a venire in Malesia?

“Ci siamo innanzitutto affidati a una società che certifica la sicurezza e l’igiene delle strutture alberghiere. Poi ci sono delle nuove mete da visitare nel Paese. Naturalmente il nostro gate d’arrivo è sempre Kuala Lumpur, ma non vogliamo promuovere le spiagge della Malesia, i turisti ci vanno già da soli, specie sulla costa orientale che è anche una delle mete preferite per la luna di miele.

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Alba sul Monte Kinabalu in Malesia

Vogliamo promuovere le attività turistiche nei dintorni della Capitale dove si può fare ecoturismo e turismo esperienziale con le comunità locali. Il cosiddetto “Community based tourism” ha un’implicazione economico-finanziaria molto importante per ridistribuire il benessere nel Paese coinvolgendo le comunità locali. Si può dormire con loro, ma anche fare esperienze autentiche. Banalmente, anche acquistare un souvenir è già un tipo di turismo responsabile. A breve ci saranno dei tour proprio per scoprire questo aspetto del Paese.

Inoltre, tra le nostre parole chiave c’è la sostenibilità e vogliamo far conoscere meglio il Borneo malese dove ci sono dei luoghi unici al mondo come il Monte Kinabalu o Kina Bataan oppure il Bornean Sun Bear Conservation Centre, dove vengono curati gli orsi del Borneo, l’unico posto al mondo dove si possono vedere, o ancora dove si possono incontrare gli oranghi. Tra le dieci cose da fare nella vita c’è sicuramente un’esperienza con gli oranghi della Malesia.

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Un esemplare di orso del Borneo

E poi ci sono le nostre Wetland, il paradiso delle mangrovie. Si può soggiornare nel Borneo, ci sono diversi resort, attraversarlo con le long boat sul fiume ma si può anche fare un’escursione in giornata da Kuala Lumpur.

Infine, un aspetto molto importante della Malesia è il suo street food famoso in tutto il mondo e che fa parte della cultura del Paese. In Malesia è tutto aperto 24 ore su 24 e si possono fare esperienza davvero uniche”.

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Street food a Kuala Lumpur

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Arcipelago Toscano Destinazioni Viaggi

Le meraviglie emerse e quasi sconosciute dell’arcipelago italiano

Se pensiamo alla Toscana non possiamo non citare Firenze, la culla del Rinascimento italiano, una delle città più belle d’Italia, così come non possiamo non pensare alle meravigliose crete senesi, alle dolci e sinuose colline che si snodano intorno ai borghi e che ospitano campagne, prati e vigneti che si perdono all’orizzonte.

Ma se parliamo di Toscana non possiamo neanche non menzionare quel paradiso naturale di terre emerse dal mare. Territori sospesi tra acqua e cielo che ospitano architetture naturali, gioielli nascosti e storie mai svelate, quelle che popolano l’arcipelago toscano, quelle nascoste tra i profumi e i colori che incantano e stordiscono.

Ed è proprio qui, in questo paradiso naturale che si nasconde spesso all’ombra della sua isola più celebre, che vogliamo portarvi oggi. Per scoprire e riscoprire le meraviglie che appartengono a uno dei luoghi più belli del nostro Paese.

Isola d'Elba

Isola d’Elba

Benvenuti nell’arcipelago toscano

L’arcipelago toscano è un agglomerato di meraviglie che si snodano su sette terre, sette isole straordinarie, alcune meno conosciute delle altre. A comporlo sono Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giannutri e Gorgona. E se è vero che alcune di queste, come Elba e Giglio, non hanno bisogno di presentazioni, è vero anche che altre sono ancora poco esplorate.

Sono diverse tra loro, le terre dell’arcipelago toscano, ma tutte accomunate da un mare straordinario contraddistinto da mille sfumature di blu che le bagna e le accarezza da quando queste sono emerse. Piccoli tesori più o meno selvaggi, spesso esclusi dalle più popolari destinazioni di viaggio, e per questo ancora più straordinari.

Isola del Giglio

Isola del Giglio

Arcipelago Toscano: meraviglie da scoprire

La più famosa è sicuramente l’isola d’Elba, quella che nel 1814 ospitò Napoleone Bonaparte in esilio. Come molte delle altre isole dell’arcipelago, anche l’Elba è parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e da anni è meta prediletta di viaggiatori ed escursionisti provenienti da tutto il mondo.

Segue poi l’isola del Giglio che, con i suoi 21 chilometri, è la seconda più grande di tutto l’arcipelago. Conosciuta all’unanimità per le bellezze naturali, per il mare cristallino e per i paesaggi selvaggi, è meta prediletta di escursionisti e amanti degli sport acquatici.

C’è poi Gorgona che è la più piccola e settentrionale delle isole, e forse anche la più sconosciuta. Situato a circa 37 chilometri dalla costa, questo lembo di terra ospita un penitenziario che classifica questo territorio come ultima isola-carcere ancora attiva in tutta Europa. Ma Gorgona è anche un paradiso naturale, una terra ricca di vegetazione lussureggiante nonché habitat di numerosi uccelli che qui hanno scelto di costruire la loro casa.

Ci spostiamo ora a Giannutri, l’isola che conserva una storia secolare iniziata già con gli Etruschi e i Romani. Una storia raccontata anche con i relitti delle navi mercantili conservati sui fondali del mare che bagnano alcune delle baie e delle calette più belle d’Italia.

Proseguiamo il nostro tour tra le meraviglie nascoste nell’arcipelago toscano raggiungendo Montecristo, un lembo di terra selvaggio e primordiale completamente disabitato. Qui, a dominare incontrastata, è la natura e tutte le creature che la popolano.

Dell’arcipelago toscano fa parte anche Palmaiola, un piccolo isolotto che deve il suo nome alla massiccia presenza di palme nane che un tempo popolavano il territorio. A vivere su questo lembo di terra, oggi, ci sono solo gli uccelli marini e diverse specie che giungono qui per la nidificazione.

Vicino all’isola d’Elba, invece, troviamo Pianosa, una terra bassa e piatta che conserva testimonianze antiche che risalgono al neolitico. Quest’isola, nel periodo imperiale, fu il luogo d’esilio di Postumio Agrippa, nipote di Augusto.

L’ultima delle nostre isole toscane è quella di Capraia, la più grande dopo l’Elba e il Giglio. Caratterizzata da coste rocciose, suggestive e a tratti inaccessibili, questa terra di origine vulcanica abitata da circa 400 persone, è il luogo migliore per scoprire e vivere la vita isolana, quella fatta di mare e bellezze lussureggianti, di natura selvaggia e paesaggi straordinari.

Isola di Capraia

Isola di Capraia

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Viaggio tra le più belle Rocche della Romagna

Quello che stiamo per farvi fare è un viaggio tra Rimini e Bologna, a pochi chilometri dalla costa, dove prende vita una Romagna sorprendente: qui un ambiente naturale unico dialoga con un patrimonio storico di grande fascino, e il benessere offerto dai centri termali si accompagna a quello delle eccellenze enogastronomiche.

È la Romagna delle Rocche, una zona che regala al visitatore un panorama fatto di colline coperte di vigneti, borghi suggestivi, castelli merlati, torrioni imponenti e vestigia di fortezze.

“Rocche di Romagna”, il nuovo progetto

È proprio con il nome “Rocche di Romagna” che è nato un progetto di marketing territoriale e promozione turistica. Il tutto grazie all’alleanza fra i Comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme Terra del Sole, Forlimpopoli, Meldola, Predappio, e con il sostegno della Regione Emilia–Romagna.

Un programma che ha l’obiettivo di valorizzare questa splendida zona del nostro Paese, promuovendo l’attrattività turistica e commerciale, facendo scoprire le molteplici opportunità a disposizione dei visitatori e, in particolare, a chi ama il turismo “lento”.

Questo mese di maggio vede la nascita di una serie di iniziative che animeranno le Rocche nei diversi weekend del mese: degustazioni, visite guidate, spettacoli musicali e incontri culturali, laboratori ed escursioni guidate. In particolare:

  • 6 – 7 – 8 maggio: Bertinoro;
  • 7 – 8 maggio: Castrocaro Terme;
  • 14 – 15 maggio: Forlimpopoli;
  • 22 maggio: Predappio Alta;
  • 29 Maggio: Meldola.

Un mese di eventi focalizzati sulle Rocche che sarà, in realtà, il preludio del ricco calendario di manifestazioni che si svolgono nel territorio delle Rocche di Romagna nel corso dell’anno, in particolare nei mesi estivi.

rocca bertinoro romagna

La maestosa Rocca di Bertinoro

Le Rocche di Romagna assolutamente imperdibili

Ben 10 fortezze e una più suggestiva dell’altra. Strutture maestose e imponenti costruite a difesa dei borghi o per sorvegliare i cammini più battuti, poste su speroni rocciosi o nel cuore del tessuto cittadino. Le Rocche di Romagna sono sì un elemento distintivo del territorio e una testimonianza storica, ma fungono anche da simbolo di un’identità più profonda dei paesi e
delle cittadine in cui sorgono.

A Bertinoro prende vita una Rocca che domina il borgo medievale e l’intera pianura romagnola. Nei secoli ha accolto illustri ospiti, dall’imperatore Federico Barbarossa a Dante Alighieri. Oggi, dopo un accurato intervento di recupero, è diventata sede del Centro Residenziale Universitario per l’alta formazione e del Museo Interreligioso, unico in Italia, dedicato alle tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo ed Islam.

Un vero e proprio castello medievale che è un un susseguirsi di torri, loggiati, arsenali, sotterranei e fosche leggende (si racconta che fra queste mura si nasconda un pozzo dei rasoi, usato dalla battagliera Caterina Sforza per eliminare gli amanti scomodi).

Particolarmente affascinanti anche la Fortezza di Castrocaro Terme e il Museo Storico allestito al suo interno. Visitarla è come entrare nel cuore della Romagna e fare un viaggio nella storia: l’ingresso della Fortezza, che conduce direttamente nella Rocca, è caratterizzato dall’imponente Torre guelfa e delle Segrete.

Castrocaro Terme fortezza

L’incredibile fortezza di Castrocaro Terme

Possente e vivissima la Rocca di Forlimpopoli che, a differenza delle consorelle, sorge in pianura lungo la via Emilia. Oggigiorno è la sede comunale e ospita anche lo storico cine-teatro Verdi dove, nel 1851, fece irruzione il Passatore, il più famoso e crudele fra i briganti romagnoli. Presente anche il Museo Archeologico “Tobia Aldini”, con reperti dal Paleolitico fino all’età rinascimentale.

Ancora parzialmente in restauro (per questo visitabile solo in occasioni particolari), ma decisamente accattivante, è la Rocca di Meldola che tra le sue mura racconta una storia travagliata: assedi, razzie, spoliazioni e perfino un terremoto. Nonostante tutte le sventure, emerge comunque la sua imponenza. Basti pensare che è una delle più grandi della Romagna.

Piccola ma inespugnabile è, invece, la Rocca di Predappio che si trova nella località più antica del comune, chiamata “Predappio Alta”.  A colpire particolarmente il visitatore è che ha conservato quasi del tutto intatta la sua fisionomia, dominando ancora oggi l’antico borgo con i sui torrioni circolari. È aperta al pubblico, nel periodo estivo, in occasione di eventi turistici.

Forlimpopoli rocca

La splendida Rocca di Forlimpopoli

Da non perdere anche la città-fortezza di Terra del Sole. Edificata durante il Rinascimento per volontà di Cosimo I De’ Medici, è abbracciata da una cinta muraria alta ben 13 metri e dominata dai castelli del Capitano delle Artiglierie e del Governatore, mentre sulla Piazza d’Armi si affaccia il Palazzo Pretorio.

Lungo la strada che collega Predappio a Meldola, in posizione isolata e dominante, si incontra Rocca delle Caminate, ricostruita nel ventennio fascista (fu residenza estiva di Mussolini) e oggi recuperata per incontri culturali e iniziative di formazione.

Valgono una visita anche il piccolo borgo fortificato di Teodorano con la sua torre che domina la valle del Voltre e i resti della fortificazione di Castelnuovo. Dell’antico castello dei Da Polenta rimane invece un antico torrione visitabile solo con visite guidate.

Tutti edifici che vantano un’importanza storica rilavante, ma anche un particolare caratteristica comune, o almeno quelle costruite di speroni rocciosi: lo Spungone. Caratteristica di queste colline, è una roccia riconoscibile per la presenza al suo interno di conchiglie fossili che conferiscono al terreno particolari caratteristiche minerali che lo rendono più fertile e, in particolare, adatto alle coltivazioni della vite e dell’ulivo.

Rocca di Meldola romagna

L’affascinante Rocca di Meldola

Gli itinerari per scoprire il territorio

Chi ama il turismo all’aria aperta in questo affascinante territorio troverà un ampio ventaglio di percorsi nella natura, fra dolci pendii e ripide salite, che collegano i borghi e le rocche, passando accanto a vigneti, uliveti e campi ben coltivati.

Tra tutti, vi segnaliamo il lungo Itinerario dello Spungone che attraversa completamente il territorio delle Rocche di Romagna, passando per la Riserva naturale del Bosco dell’antico Convento di Scardavilla e raggiungendo Rio Cozzi, dove l’antica roccia di origine marina emerge in modo speciale.

Altrettanto affascinante il sentiero “Speranza” che si snoda sulle colline di Predappio. Attraversano questo territorio anche gli antichi Cammini di S. Antonio da Padova che passano per l’eremo di Monte Paolo, dove il santo ebbe la sua prima residenza italiana, e il cammino della Via Romea Germanica, che dalla città tedesca di Stade scende verso Roma.

Rocca di Predappio romagna

La bella Rocca di Predappio

Gli altri eventi dell’anno

Non solo primavera. La Romagna delle Rocche propone ai visitatori un fitto calendario di eventi di richiamo durante tutto l’anno. Tra i principali vanno segnalati:

  • la Festa Artusiana di Forlimpopoli: fine giugno e, per una settimana, propone innumerevoli stand gastronomici e cene a tema, oltre che iniziative culturali dedicate al grande Pellegrino Artusi;
  • l’evento ROCCAmbolesca: un fine di agosto passato fra artisti, mostre e bancarelle, ridonando vita e visibilità all’antica rocca di Meldola;
  • la Festa dell’Ospitalità: primo weekend di settembre, a Bertinoro, dove rivive il rito medievale dell’accoglienza con un programma intenso di iniziative e proposte all’insegna della cultura, buona tavola e del buon vino;
  • il Palio di Santa Reparata: primo weekend di settembre, anima il borgo di Castrocaro Terme e Terra del Sole fra rievocazioni storiche, arcieri e musica;
  • la Tre giorni del Sangiovese: a inizio ottobre vivacizza le vie di Predappio per far degustare l’importante produzione vitivinicola del territorio.

Non resta che organizzare una gita in questa terra da sogno tutta italiana.

rocche di romana

Un angolo di questa bellissima zona d’Italia

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L’anima più vera di Torino da scoprire in questi musei

I musei sono da sempre in cima alle nostre to do list quando raggiungiamo una nuova destinazione, e il perché è presto detto. Ci piace pensare a questi edifici come scrigni di meraviglie, indipendentemente dalle dimensioni e dalle posizioni. Dei microcosmi che custodiscono tesori, oggetti e storie che riguardano le culture e le tradizioni di una città, di un paese, di una popolazione. Che riguardano noi.

Del resto è il nome stesso di queste istituzioni a restituirci il loro significato. Il termine museo, infatti, deriva dal greco antico mouseion che vuol dire luogo sacro alle Muse, le figlie di Zeus protettrici delle arti e delle scienze.

Ed è proprio in questo luoghi che è possibile scoprire e riscoprire molte città. Come Torino, per esempio, che racconta il suo volto più autentico proprio attraverso musei iconici.

Benvenuti a Torino

È una Torino sorprendente e a tratti inedita quella che possiamo scoprire attraverso i suoi musei, come quello del cioccolato, del caffè, del calcio e della Fiat. Sono gli stessi musei che raccontano la città, la sua storia, le sue origini e tutte quelle caratteristiche che la rendono unica.

Il capoluogo piemontese, già noto per le sue raffinate architetture, per i lussuosi edifici barocchi, per le pregiate caffetterie che popolano il centro storico e per quella Mole Antonelliana che ridefinisce tutto il paesaggio urbano, ospita alcuni dei musei più celebri del nostro stivale, come quello Egizio che ogni giorno ospita centinaia di visitatori provenienti da tutto il mondo.

A questo si aggiungono tutte quelle istituzioni che sono direttamente collegate con la storia della città, come quello delle automobili e del caffè, per citarne alcuni. Scopriamoli insieme.

Scoprire la città attraverso i suoi musei

Se parliamo di Torino non possiamo non menzionare la splendida residenza sabauda iscritta alla lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 1997. La Reggia di Venaria, progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte, è un vero e proprio simbolo della città, nonché uno scrigno di storia, cultura, arte e architettura del capoluogo piemontese.

A questa si aggiunge il Centro Storico Fiat, un museo che espone automobili, treni, camion e biciclette con marchio Fiat e che funge anche da archivio aziendale, e Casa 500, uno spazio espositivo creato all’interno della Pinacoteca Agnelli che è molto più di un museo automobilistico, ma è un vero e proprio viaggio nella storia dell’Italia e del periodo di espansione industriale.

Ci spostiamo ora all’interno del Museo Lavazza del quartiere Aurora che consente ai visitatori di vivere una vera e propria esperienza multisensoriale. Una tappa imperdibile per tutti gli amanti del caffè che qui potranno scoprire la secolare relazione tra la storica azienda e la celebre bevanda, attraverso un’esperienza immersiva nella cultura del caffè e dei suoi rituali.

Gli appassionati del pallone, invece, troveranno imperdibile il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata che racconta la storia di una squadra che ha fatto la storia del Belpaese.

Ultimo, ma non per importanza, è Il Museo Nazionale del Risorgimento italiano, un’istituzione che racconta la storia dell’unificazione del Paese e della città sabauda in quegli anni. Inoltre, il Palazzo Carignano che ospita il museo, ha ricoperto un ruolo centrale durante il periodo risorgimentale come sede del primo Parlamento del Regno d’Italia.
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Fiume Notizie Viaggi

Scoprire una terra da favola tra i due grandi fiumi italiani

C’è una zona spettacolare del nostro Paese dove un patrimonio diffuso si svela nelle tradizioni, nei sapori e nei paesaggi. Un connubio perfetto che si manifesta nei borghi antichi, ville, chiese, abbazie e tenute rurali ricche di fascino. Una terra da favola che si trova tra due grandi fiumi italiani e dove i silenzi sono squarciati dal piacevole canto degli uccelli.

Rovigo, dove la natura abbraccia la storia

Siamo a Rovigo, in Veneto, una città che si sviluppa tra il fiume Adige e il Po e dove la natura abbraccia la storia, l’arte e la cultura. Proprio da queste parti è ora possibile vivere un’esperienza di viaggio autentica alla scoperta di luoghi inediti. Tutto ciò è l’obiettivo di Rovigo Convention & Visitors Bureau che dal 2021 è anche l’organizzazione incaricata di realizzare il Piano Strategico del Marchio d’Area “Terre fra Adige e Po”, aggregazione pubblico-privata che riunisce 40 enti per una gestione più efficace della promozione turistica.

Tante le esperienze da vivere come quelle che riguardano l’aspetto storico-culturale che aleggia nel capoluogo e che si snoda dalle “Due Torri” medioevali attraverso Palazzo Roncale e Palazzo Roverella. Quest’ultimo è il luogo culto di mostre di alto profilo internazionale come la recente dedicata a Chagall e quella in corso (visitabile fino al 26 giugno) su Kandinskij e alla sua evoluzione verso l’astrattismo, con ben ottanta opere esposte, cimeli, documenti, fotografie e filmati d’epoca.

A Palazzo Roncale, invece, tutta da vedere è la suggestiva mostra sull’esploratore di casa, Giovanni Miani e sul suo “Mal d’Africa”. Viaggiatore tanto innamorato delle sorgenti del Nilo e delle genti indigene, quanto da meritarsi l’appellativo di “Leone bianco del Nilo”.

Palazzo Roncale rovigo

Dettagli del Palazzo Roncale

Rovigo, tra sport e musica

Sapevate che Rovigo è una della capitali del rugby? A questo proposito, sempre Palazzo Roncale, in autunno si tingerà dei colori del rosso e del blu per tributare l’epopea di una disciplina icona che nel Polesine è via via diventata una vera e propria “fede”.

È innegabile che l’intero Polesine si identifichi con la sua squadra di rugby. Una passione che mobilita la tifoseria sia al leggendario stadio Battaglini, sia in trasferta e che ha fatto crescere molte generazioni con il mito della palla ovale.

Ma non solo. Rovigo custodisce tra le sue strade anche il prestigiosissimo Conservatorio Musicale “Francesco Venezze”, importante punto di incontro di studenti provenienti da tutta Italia (e non solo) che, partendo dai corsi base, concludono il proprio percorso formativo scegliendo tra due Master post laurea specialistica in “Musica applicata alle immagini” e in “Pianoforte”.

Ogni anno, inoltre, il Conservatorio organizza diversi eventi culturali e partecipa a numerosi progetti. Da non perdere dal 6 all’8 maggio, la prima assoluta, rappresentata al Teatro Sociale, di Flatlandia spettacolo multimediale dove le scene live si alternano a immagini video e suoni riprodotti, nell’ambito del Venezze Musica Festival. A luglio sarà il momento del Venezze Jazz Festival, e l’inizio di settembre quello del Cello City Festival che da dodici anni richiama a Rovigo violoncellisti di fama mondiale come Sollima, Brunello e molti altri.

Polinesine vento

Paesaggi del Polinesine

Fratta Polesine, meraviglia della provincia di Rovigo

Immerso nel silenzio di una storia millenaria che si respira in ogni istante, Fratta Polesine è un borgo che si distingue per essere uno scrigno di reperti preziosi di quell’antichissima “Frattesina”, riemersa e oggi valorizzati all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Fratta e ai suoi tanti luoghi simbolici che seguono il corso della storia dal 400 al 900.

Il tour non può che partire da Villa Badoer, progettata da Andrea Palladio e patrimonio UNESCO, vanto dell’architettura locale, con la sua mole imponente quasi a dominare dall’alto della sua posizione. Il paesaggio intorno è ricco di suggestioni e di emozioni.

Del resto, la bellezza del borgo e la grande attività di sviluppo dell’amministrazione locale hanno permesso a Fratta di diventare crocevia di eventi di grande importanza mediatica, dalla musica al teatro, dalla letteratura all’arte contemporanea. Per finire nel novero delle scelte della trasmissione Rai “Il borgo dei borghi”.

A disposizione anche nuovi strumenti digitali che permettono al visitatore attraverso App e quant’altro, maggiori facilità di accesso e di informazione. Un progetto partito con il posizionamento di QR code all’ingresso delle Ville Badoer e Molin-Avezzù, mentre nel giardino di Casa Museo Matteotti, altra grande attrattiva del posto che ha dato i natali a Giacomo Matteotti, sono stati installati dei “beacon”, nuove tecnologie grazie alle quali gli spazi si teatralizzano, offrendo in tempo reale descrizioni personalizzate.

fratta Polinesine veneto

Villa Avezzù di Fratta Polinesine

Rovigo e dintorni, cosa fare durante la bella stagione

Un terra che si sviluppa tra due fiumi, davvero splendida e che è anche un pullulare di possibilità per i viaggiatori più intrepidi, soprattutto durante la bella stagione. Gli amanti dei Cammini non devono lasciarsi scappare la Romea Strata, la Romea Germanica e il Cammino di Sant’Antonio.

La prima, la Romea Strata, è un percorso di ben 82 tappe che si snodano lungo 7 regioni italiane per la bellezza di 1400 km. Un cammino affascinante che attraversa anche il Veneto e che porta per mano lungo questa zona, con tutto il suo bagaglio culturale e naturalistico.

La Romea Germanica, dal canto suo, nel tratto italiano che va dal Passo del Brennero a Roma è lunga ben 1019 chilometri. In questa zona del Veneto costeggia una miriade di canali tra l’Adige e il Po, per giungere poi in Emilia Romagna.

Il Cammino di Sant’Antonio, invece, in circa 24 Km tocca aree sacre estremamente significative dal punto di vista della devozione antoniana e della fede, ma anche dell’arte e della storia. L’itinerario si svolge per lo più su strade sterrate di campagna e argini toccando l’asfalto solo per qualche inevitabile attraversamento.

Possibili escursioni anche in barca e bicicletta, lungo il Canal Bianco, mentre chi preferisce stare solo su due ruote con “Cicloguida Adige-Po” può combinare il piacere della sella insieme alla visita di borghi, ville e musei che s’incontrano lungo il tragitto.

A disposizione anche diverse escursioni nel Delta del Po, mentre chi è alla ricerca di esperienze uniche e spettacolari, in alcune Valli da pesca private di particolare pregio ed estensione può scegliere speciali escursioni in barca, bici o a piedi.

Insomma, questa terra tra due fiumi italiani è davvero un susseguirsi di sorprese e anche una zona in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi viaggiatore.

dintorni rovigo

La campagna della provincia di Rovigo