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Tour dei più bei castelli di Bolzano e dintorni

Avvolti dalla leggenda, questi castelli meritano una visita in qualsiasi periodo dell’anno. Sono i castelli che si trovano nei dintorni di Bolzano, in Alto Adige. Luoghi che raccontano la storia della regione e anche dell’Italia.

Su tutto il territorio altoatesino se ne contano ben 400, alcuni ancora tali e quali a com’erano un tempo, altri sono solo dei ruderi che richiedono una buona dose d’immaginazione. Molti di questi castelli sono oggi visitabili, altri sono privati. Tutti fanno parte del patrimonio della conca bolzanina e sono importanti testimonianze medievali.

Visitare questi meravigliosi manieri non è solo l’occasione per respirare la cultura e la storia del luogo, ma anche quella di potersi concedere passeggiate all’aria aperta circondati dal silenzio e dai profumi della natura.

Castel-Mareccio

Lo scenografico Castel Mareccio, immerso in un vigneto

I castelli nei dintorni di Bolzano

Tra i castelli da non perdere c’è sicuramente Castel Roncolo detto anche “il maniero illustrato”, in quanto conserva un meraviglioso ciclo di affreschi medievali a soggetto profano. Situato a Nord della città, lo si può raggiungere a piedi percorrendo la verde passeggiata del Lungotalvera oppure in bicicletta, lungo la pista ciclabile.

Tra i castelli meglio conservati c’è anche Castel Mareccio, a ridosso del centro storico e immerso in un vigneto di pregiate uve Lagrein, con un’incantevole vista sul Catinaccio-Rosengarten.

Castel-Roncolo

Castel Roncolo, anche detto “il maniero illustrato”

Arroccato su un promontorio roccioso da cui si gode di un bellissimo panorama sulla piana dell’Adige e sui tetti di Bolzano è Castel Flavon, oggi divenuto un famoso ristorante.

Castello ma anche museo e anche il Castel Firmiano, considerato uno degli emblemi dell’Alto Adige, all’interno del quale è nato l’MMM Messner Mountain Museum Firmian, uno dei sei musei dedicati alla montagna voluti da Reinhold Messner.

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Castel Firmiano ospita l’MMM Messner Museum

Il tour dei castelli

Dal 4 al 6 giugno, per tre giorni si possono visitare i castelli in occasione del tradizionale Castelronda, che prevede un programma di eventi per rivivere le atmosfere del Medioevo. Gruppi altoatesini e provenienti dal resto d’Italia e dall’estero accoglieranno i visitatori in costumi d’epoca e proporranno diverse attività, dai duelli tra cavalieri all’artigianato d’altri tempi, dagli spettacoli col fuoco a quelli dei giullari, dal tradizionale mercato all’investitura dei cavalieri.

Castel-Flavon

Castel Flavon, sui tetti di Bolzano

Ma soprattutto sono previste visite guidate per scoprire segreti e curiosità. Le tappe di Castelronda 2022 toccheranno Castel Roncolo, il castello icona di Bolzano all’ingresso della Val Sarentino, unico castello completamente integro e ufficialmente visitabile; le rovine di Castel Rafenstein, che sovrasta Bolzano in direzione di San Genesio; le tre antiche residenze aristocratiche nell’Oltradige presso Appiano, ovvero Castel d’Appiano, Castel Boymont e le rovine di Castel Festenstein e infine Castel Trostburg, sopra Ponte Gardena, in Valle Isarco.

Il trekking dei castelli

Castelronda è anche il nome di un itinerario storico lungo 20 chilometri che collega Bolzano, San Genesio e Terlano, lungo una via panoramica ricca di manieri e rovine che si snoda sulle pendici attorno alla città.

Castel-Rafenstein

Le rovine di Castel Rafenstein, noto anche come Castel Sarentino

Comprende sei ore e mezza di cammino (l’intero sentiero è consigliato ad escursionisti allenati, mentre è comunque possibile percorrere solo alcuni tratti a scelta), immersi nel vasto patrimonio culturale del territorio. Un percorso unico e affascinante che abbraccia Bolzano e i suoi dintorni.

Sono cinque i castelli attraversati da questo cammino: Castel Roncolo, Castel Rafenstein o Castel Sarentino, Castel Greifenstein, noto anche come “Castel del Porco” (perché si dice che da qui sia stato lanciato un maiale durante un assedio), le rovine di Helfenberg e Castel Casanova di Terlano.

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È in Italia il ponte tibetano più lungo al mondo

Iniziato lo scorso anno, è pronto per essere attraversato – per chi ha il coraggio di farlo – il ponte tibetano più lungo del mondo. E non bisogna andare molto lontano per trovarlo perché il nuovo ponte dei record si trova in Lombardia.

Il Ponte del Sole a pedata discontinua e senza tiranti laterali si trova a Dossena, tra le valli bergamasche, misura 505 metri e ha un’altezza massima di 120 metri. Collega il centro del paese con il roccolo della ‘corna bianca’, sorvolando la cava di gesso.

Chi ha il coraggio di attraversarlo, può godere di una vista mozzafiato che consente di ammirare i paesaggi suggestivi delle Prealpi Orobiche, con vista sulle vette dei monti La Grigna, Gioco, Alben e Arera, fino al fondovalle di San Pellegrino.

L’opera, la cui struttura è stata ideata dall’ingegnere Francesco Belmondo della BBE Srl, è stata realizzata con sette funi d’acciaio e ponendo grande attenzione alla sicurezza.

Il percorso è consentito soltanto indossando un’apposita imbracatura e è anche previsto l’inserimento di una linea di vite continua che, mediante l’utilizzo di un moschettone, consente di percorrere i 505 metri in completa sicurezza.

In più, elemento chiave del progetto è il recupero per via aerea del tracciato dell’antica Via Mercatorum, andata perduta nel corso degli anni in seguito alla costruzione della strada provinciale che collega Dossena a Serina.

Il Sindaco del paese, Fabio Bonzi, aveva spiegato che “Questa è solo una delle opere di un progetto molto più ampio di rilancio turistico del Comune di Dossena e di tutta la valle. Il turismo è infatti una risorsa fondamentale per le nostre montagne: realizzare nuove attrazioni e opere, valorizzare aree e luoghi sconosciuti ma di grande bellezza, fornendo servizi di qualità, può essere una grande opportunità per i nostri giovani che continuano a vivere le nostre montagne ma anche per i turisti, di riscoprire luoghi a lungo dimenticati”.

Il ponte tibetano rientra in un percorso di rilancio del turismo a Dossena e dintorni grazie a un piano a lungo termine di sviluppo territoriale-locale voluto da quattro giovani del paese che hanno sognato in grande.

Il piano prevede la riqualificazione delle strutture ricettive già attive, la realizzazione di nuove strutture e servizi, il rilancio dell’attrattività grazie al patrimonio esistente e la valorizzazione del paesaggio tramite la promozione dell’ambiente e del territorio.

Le miniere di Dossena

Un altro progetto di rilancio inaugurato in concomitanza con il Ponte del Sole è quello delle antiche miniere di Dossena. La riqualificazione degli edifici esterni delle miniere di Paglio ha previsto la trasformazione in negozi di souvenir, abbigliamento per la miniera e di prodotti tipici della zona, come il formaggio “ol Minadur”, ma anche in sale museali.

Inoltre, una parte dell’area mineraria è stata trasformata in un parco avventura speleologico per i bambini, il secondo in Europa.

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Il Ponte del sole, il più lungo del mondo

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città Idee di Viaggio New York Nord America Viaggi

Diventare street artist a New York lasciando un segno (come Banksy)

New York è una città che non smette mai di incuriosire. Non solo Manhattan, ma tutti e cinque i distretti della città sono un microcosmo da esplorare in ogni loro angolo. Tra gli itinerari più originali che si possano fare c’è lo street art tour, alla scoperta della New York giovane e “underground”, quella creata del popolo di strada, uno specchio di un tipo società meno scontata.

E c’è un tour organizzato da Inside Out Tours che consente a chiunque di lasciare un segno indelebile a New York City, come nuovi Banksy e Warhol (il cui celebre ritratto di Marilyn è appena stato battuto all’asta da Christie’s per 195 milioni di dollari). Un’opera che poi i turisti potranno ammirare a loro volta nei loro tour.

Tutti street artist a Bushwick

Tra le decine di murales che colorano Bushwick, nel distretto di Brooklyn, considerato la capitale mondiale della street art, potrebbe esserci quindi anche il vostro. In questo quartiere hanno lasciato un segno street artist da tutto il mondo. Vista l’attrattiva che questo aspetto insolito e artistico della zona sta avendo negli ultimi anni, molti artisti, anche famosi, vengono ingaggiati dagli imprenditori locali per abbellire i loro spazi commerciali e attrarre visitatori.

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Un murales di Bushwick a New York

Non c’è muro, saracinesca, vicolo o porta che non ospiti un’opera e che non voglia lanciare un messaggio sociale. Murales tutti da ammirare, da leggere, da scrutare nei minimi dettagli. Ogni artista, che da qualche anno fa parte di una vera e propria community chiamata The Bushwick Collective, ha il suo stile, frutto della sua cultura e della sua esperienza. E che, nell’insieme, rendono il Bushwick il più colorato e il più divertente di tutta New York City.

Tour della street art di Bushwick

Inside Out Tours, come altri tour operator, organizzano visite guidate del quartiere alla scoperta dei murales più belli e più famosi. A differenza di altri, però, loro prevedono anche una sessione di workshop durante la quale i partecipanti hanno l’opportunità di rappresentare una loro opera d’arte lasciando un segno personalissimo su un muro di Brooklyn.

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Un artista di strada a Bushwick, New York

È comunque possibile visitare Bushwick in totale autonomia. Il cuore della street art si trova tra le fermate di Jefferson Street e di Montrose della linea L della metropolitana. Passeggiando per le strade in tutta sicurezza si possono ammirare i murales, fermarsi per una pausa in un bar o in una galleria e fare qualche acquisto solidale.

Il quartiere top di New York City

Ai murales all’aperto si aggiungono anche numerose gallerie d’arte moderna e laboratori dove poter esprimere il proprio talento artistico, dalla pittura alla fotografia. Negozi vintage o di stilisti indipendenti. Per chi ama lo shopping ma non vuole essere omologato ai brand statunitensi qui può trovare pezzi unici e introvabili.

Bushwick resta sempre e comunque un quartiere etnico e lo si evince dalla varietà di locali e di street food internazionali che vi si trovano, dai sudamericani con tacos e tortillas agli italiani con le pizzerie (tra cui la preferita di Beyoncé), dai francesi con baguette e pain bagnat agli orientali di ogni provenienza. E tanti sono i locali dove andare la sera se si vuole ascoltare buona musica o assistere a uno show live.

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I murales di Bushwick a Brooklyn, NYC

La storia di Bushwick

Come tutta Brooklyn, anche Bushwick è nato come quartiere operaio. Le varie comunità, olandese, italiana, tedesca ecc. si erano spartite le zone diventando così dei piccoli quartieri etnici. Inizialmente la città fu abitata da olandesi, nel XIX secolo divenne centro di una comunità di immigrati tedeschi, mentre alla fine del XX secolo divenne predominante la comunità ispanica.



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Negli Anni ’60-’70 era diventato un quartiere piuttosto malfamato e pericoloso per via della criminalità e non solo non era assolutamente pensabile visitarlo per turismo ma gli stessi abitanti della zona facevano di tutto per poter lasciare il quartiere. Solo verso al fine degli Anni ’90, Bushwick ha subìto un’opera di riqualificazione, così come tutta Brooklyn che nel frattempo stava diventando un “borough” sempre più alla moda. Nelle tipiche palazzine di mattoni rossi lungo il fiume – con vista spaziale sullo skyline di Manhattan – hanno iniziato a investire celebrity e magnati facendo schizzare i prezzi degli immobili.

A Bushwick si trasferirono in massa, quindi, gli artisti di strada che prima operavano a Williamsburg, un altro quartiere di Brooklyn divenuto troppo costoso e borghese.

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Tour di Bushwick nel distretto di Brooklyn

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Asia Idee di Viaggio India itinerari culturali Viaggi

Il luogo in cui si trova il maggior numero di templi al mondo

L’India, si sa, è meta di viaggi spirituali, di riconnessione e pace. Trovarsi in mezzo alle alture di Shatrunjaya a 603 metri, in Gujarat, circondati da ben 863 templi è assolutamente coinvolgente. Un’esperienza non per tutti questo yatra -letteralmente il pellegrinaggio-che si compie tra i luoghi della fede, scolpiti in marmo, vicino alla città di Palitana.

Questa è la zona con il maggior numero di templi in tutto il mondo, una tappa imperdibile per chi intende organizzare un viaggio in Gujarat, patria della comunità jainista. Unica avvertenza prima di prendere e partire: controllare molto bene il calendario. Durante la stagione monsonica, infatti, il sito è chiuso e i templi non sono visitabili. Altro dettaglio da considerare: scegliere un pernottamento fuori dalla città-tempio di Palitana. Qui, infatti, non è concesso a nessuno di soggiornare e neppure pernottare.

Una meta spirituale dell’India occidentale

Una collina nella parte più occidentale dell’India dove centinaia di templi si susseguono e lasciano il visitatore a bocca aperta. Pennacchi, torri merlettate, scalinate di un marmo bianco: sembrano dolci pendii di pizzo. Un luogo davvero unico al mondo che non ha eguali. Siamo vicini a Palitana, nel distretto di Bhavnagar del Gujarat, una città proprio nota per la presenza dei numerosi templi, diversi per dimensioni ed architettura, che sono dedicati ai 24 Tirthankaras, ossia i santi venerati dalla comunità Jain. Non solo, Gujarat è nota anche per la presenza del leader spirituale Mahatma Gandhi che dal 1917 al 1930 si trovava al Sabarmati Ashram, le cui stanze sono oggi aperte al pubblico.

I templi di Palitana possono essere considerati, se paragonati alla fede cattolica, ad una sorta di Vaticano indiano, essendo il più grande ed importante luogo di pellegrinaggio dei gianisti. Non è un caso se i templi sono stati scolpiti proprio su quella collina. I giainisti, infatti, credono che Adinath, il primo delle divinità Jina, abbia letteralmente santificato la montagna di Shatrunjaya, perché la scelse come il luogo di recita del suo primo sermone.

Il sito dei templi di Palitana è immenso, si estende per diversi chilometri, con panorami infiniti. Visitare tutti i santuari è praticamente impossibile, ma ci sono raggruppamenti di templi molto interessanti. Solitamente si presentano con un tempio principale, accerchiato da strutture minori. I principali sono sontuosi e monumentali, decorati e abbelliti con torri, colonne, e marmi meravigliosi. Gli altri, sono invece più modesti.

I templi più importanti da visitare

Il viaggio tra i templi di Palitana inizia da quello forse considerato il più significativo, il tempio principale. Si trova esattamente in cima alla collina, a dominare tutti gli altri. E’ il tempio di Adishwara, ossia quello dedicato ad Adinath, il primo Tirthankara. La sua ricchezza decorativa lo conferma: un tripudio di ori, pietre, colori, sculture e bassorilievi. La figura della divinità domina il sito: è in marmo, con ornamenti d’oro. La si vede a distanza di centinaia di metri. Per raggiungere il tempio è necessaria una prova di resistenza (e di fiato): sono ben 3500 gli scalini da salire per raggiungere la sommità della collina dove si trova il tempio. Vale la pena compiere l’impresa, però, perché Adishwara è considerato uno dei tempi più belli dell’intera India.

Si prosegue verso Chaumukha, anche noto come il tempio a quattro facce. Una struttura imponente, che occupa una superficie ampia. Le prime notizie di questo tempio, e quindi la sua costruzione, risalgono al  1618. Come suggerisce anche il nome, la struttura ha quattro lati, con altrettanti portali: le divinità, in questo modo, sono visibili da ogni parte. Anche qui troviamo l’immagine di Adinath, su una colonna in marmo bianco.

Gli altri templi che meritano di essere visitati in questo luogo incredibile sono: Vimal Shah, dalla riconoscibile forma quadrata con torri. Saraswati, piccolo santuario dedicato alla divinità della conoscenza e della saggezza, il tempio di Narsingh Kesharji e il tempio Samavasaran con i loro affreschi.

Un luogo sacro, fuori dal tempo, che come presumibile ha delle limitazioni nella sua fruizione. La collina di Shatrunjaya è stata scelta (si dice dal divino Adinath) in quanto la città-tempio di Palitana, sua dimora, si trovava lontana da altri insediamenti, in posizione di pace e tranquillità. Posto di contemplazione e preghiera, incontaminato. Per queste ragioni, anche oggi, i templi sono visitabili e sono meta di turisti, ma qui non è concesso a nessuno soggiornare o pernottare (neppure ai sacerdoti). Non solo,  durante la stagione monsonica, che dura circa quattro mesi l’anno, la zona resta inaccessibile, infatti i templi sono chiusi.

Un tuffo nella storia

La storia per capire da dove arrivano questi 863 templi, ci porta intorno a II secolo, quando il giainismo si diffuse grazie alla parola diffusa da diversi gruppi di monaci -ma anche da mercanti- che si insediarono in diverse aree del subcontinente indiano lungo le rotte commerciali. La zona è quella di Pataliputra nel Bihar, fino all’Odisha nell’est dell’India. Ma la filosofia e il credo gianista arrivarono anche al sud, ad Andhra Pradesh, Karnataka e Tamil Nadu. In una grotta di Hathigumpha a Udayagiri a Bhubaneswar, si trovano scritte appartenuto al re Kharavela (157 a.C.) e le abitazioni rupestri destinate ai monaci nel I secolo a.C.

I templi più antichi che si trovano a Palitana furono costruiti durante il regno del re Kumarapala, appartenente alla dinastia Solanki nell’XI secolo d.C. Di questi non rimane quasi più nulla, perché furono in gran parte distrutti dagli invasori musulmani nel XIII secolo d.C. Ciò che si può visitare oggi, infatti, risale al XVI secolo, mentre i templi più antichi furono ricostruiti grazie all’impegno in denaro di ricchi commercianti che vollero nuovamente vedere i luoghi simbolo della regione, in tutto il loro splendore.

Nel 1656 Murad Baksh (l’allora governatore della regione del Gujarat) e figlio dell’imperatore Moghul Shah Jahan, decise di cedere (di vendere, a dire il vero) i villaggi Palitana ad un influente e potente mercante indiano dell’epoca. Iniziò un periodo di grande prosperità, che dura tutt’ora, perché un antico editto consente a Shatrunjaya di resistere in ricchezza. L’area, infatti, è protetta: qui non si pagano le tasse, ad esempio, cosa che ha consentito a questa città-tempio di prosperare per secoli. Come è stato detto, tuttavia, non ci si può dormire, quindi neppure trasferirsi.

india Palitana

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Esiste un villaggio in Norvegia che ospita più libri che persone

Esistono luoghi che da sempre sono in cima alle nostre liste dei desideri quando si parla di viaggi. Destinazioni così celebri e iconiche che diventano delle tappe obbligate da raggiungere almeno una volta nella vita. Perché è qui che si trovano parchi di immensa bellezza, monumenti architettonici o naturali che incantano, mari cristallini e spiagge paradisiache. E ancora storie, culture e tradizioni che vengono preservate da secoli e che sono lontanissime da noi.

Eppure, anche un viaggio lontano dai sentieri turistici più battuti può trasformarsi in un’esperienza unica. Bizzarra, forse, ma sicuramente indimenticabile. Ed è quella che si vive a Mundal, un piccolo villaggio norvegese che vi stupirà.

Non che questo paesino sia del tutto sconosciuto agli esploratori più arditi, intendiamoci. Ma è sicuramente lontano dai punti turistici più celebri di tutta la Norvegia. Cosa c’è di particolare in questo villaggio situato nella contea di Vestland ve lo diciamo subito: ospita più libri che persone.

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Benvenuti a Mundal

Pensando alla Norvegia è impossibile non immaginare tutte le meraviglie di una terra selvaggia, un territorio in cui la natura è lasciata libera di essere l’assoluta protagonista. Un luogo fatto di aurore boreali, di saune e trekking, di escursioni e viste mozzafiato, di fiordi e di città incantevoli. Eppure il luogo dove ci troviamo oggi è diverso da tutto quello che conosciamo della Norvegia. È diverso, probabilmente, da tutto ciò che abbiamo visto fino a questo momento.

Già perché nel Paese scandinavo che comprende montagne, ghiacciai e fiordi mozzafiato, esiste un piccolo villaggio che ospita più libri che persone. E basta guardare i numeri per avere la conferma di quanto stiamo dicendo.

Mundal, infatti, è abitato da poco meno di 300 persone. I libri, invece, sono oltre 150000. E sono praticamente dappertutto: nelle stalle, sulle rive dei fiordi, nel centro del paese e presso le fermate dell’autobus.

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Il Villaggio dei libri

I libri, di ogni genere, anno e provenienza, sono gli assoluti protagonisti a Mundal e aumentano anno dopo anno. Un vero e proprio paradiso per bibliofili e letterati che qui possono leggere qualsiasi testo in una cornice d’eccezione, quella incontaminata e autentica della natura. La lettura, infatti, è l’attività preferita degli abitanti del villaggio e di tutti i turisti che giungono fin qui per vivere un’esperienza nella booktown norvegese.

Eppure Mundal, come molti altri villaggi e paesini, rischiava davvero di essere dimenticata, soprattutto se pensiamo che il villaggio sulle sponde del fiume Bøyaøyri, fino agli ’90, era raggiungibile solo in barca. Poi ecco la decisione che ha cambiato tutto: il paese ha aderito al progetto Booktown nel 1996 e si è trasformato in questo paradiso letterario che oggi conosciamo e che attira migliaia di turisti ogni anno accomunati dall’amore per la lettura.

Libri e librerie, che si trovano in ogni angolo del paese, in strutture all’aperto o al chiuso, sono fruibili praticamente in ogni periodo dell’anno e caratterizzano in maniera univoca Mundal. Le collezioni, così come le librerie che spuntano in ogni angolo del villaggio, diventano sempre più ricche e complete. Del resto l’obiettivo è proprio quello di continuare a  popolare il territorio con nuovi residenti: i libri.

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

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Green Pass Notizie Viaggi

Green Pass per viaggiare fino al 2023, arriva un altro sì

Ve lo avevamo accennato a marzo: il Consiglio dell’Unione europea (Ue) ha prorogato la validità del Green Pass fino all’estate del 2023. Un’approvazione arrivata in seguito alla proposta lanciata a febbraio dalla Commissione europea. Quella che mancava, fino a questo momento, era l’accettazione da parte del Parlamento Europeo – arrivata il 4 maggio – anche se, per far sì che diventi una regola definitiva, è ancora necessario un accordo con il Consiglio Ue, ossia con i governi.

Green Pass per i viaggio fino a giugno 2023

I negoziati per far entrare in vigore questa norma prenderanno il via subito. Il tutto con lo scopo che le regole siano valide prima della scadenza attuale, prevista per il 30 giugno di quest’anno.

Il testo è stato promosso con 432 voti favorevoli, 130 contrari e 23 astenuti nella sezione dedicata ai cittadini dell’Ue e con 441 sì, 132 no e 20 astenuti per quella sui cittadini di Paesi terzi.

La decisione è stata presa, come sottolinea il Parlamento europeo, “per assicurare che i cittadini dell’Unione possano beneficiare del diritto alla libera circolazione indipendentemente dall’evoluzione della pandemia“. In sostanza, nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare, gli Stati membri dovranno assicurare ai cittadini europei possessori di Green Pass di potersi muovere liberamente all’interno dell’Ue.

Qualora invece le restrizioni risultassero necessarie: “Dovrebbero essere limitate e proporzionate in base agli ultimi consigli scientifici del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e del comitato per la sicurezza sanitaria Ue“.

Le modifiche approvate, inoltre, consentiranno ai Paesi Ue anche di rilasciare certificati relativi anche a nuovi tipi di test antigienici.

Cosa significa questa proroga

Va precisato, tuttavia, che la proroga della validità del certificato digitale Covid Ue sarà solo “teorica” Ciò vuol dire che non avrà alcun impatto sulle decisioni degli Stati membri, ognuno dei quali resta sovrano in materia sanitaria.

Anche attualmente, infatti, le regole cambiano a seconda dei Paesi di destinazione. Oggi il Green Pass che accerta la vaccinazione, la guarigione o il tampone negativo (antigenico/molecolare) continua a essere necessario per l’ingresso in alcuni Paesi dell’Ue (tra cui Germania, Francia, Austria, Spagna, Portogallo), compresa l’Italia dove il 28 aprile il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che proroga al 31 maggio le attuali misure per gli arrivi dall’estero (per maggiori approfondimenti potete cliccare qui), mentre come sappiamo il Green Pass per accedere alle attività al chiuso è stato quasi del tutto sospeso.

La maggior parte dei restanti Paesi Ue tra cui Danimarca, Norvegia, Svezia, Irlanda, Croazia, Slovenia, Grecia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Islanda, Svizzera, Lussemburgo, non richiedono il Green Pass ai viaggiatori per varcare i loro confini.

Per questo motivo, i deputati di Strasburgo chiedono che il periodo di applicazione del certificato sia il più breve possibile e domandano alla Commissione di valutare, dopo sei mesi dalla proroga annuale attualmente prevista, l’utilità e la conformità del certificato e la sua revoca non appena la situazione epidemiologica lo permetterà.

Una decisione che ha suscitato già qualche polemica tra la politica italiana. Tuttavia, la pandemia non è ancora terminata ed è necessario mantenere alta l’attenzione, soprattutto quando finirà l’estate e potrebbe presentarsi – sperando ovviamente che non accada – un’ulteriore ondata di Covid-19.

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Europa Idee di Viaggio Islanda Viaggi

Islanda, il Paese del turismo resposanbile

Mai come ora abbiamo bisogno di cambiare rotta. Il turismo di massa, l’overtourism, il consumismo sono passati di moda. È tempo, per tutti, di fare del sano turismo responsabile. Per il nostro Pianeta, per noi, per le generazioni a venire.

Live like a local

Il Paese che meglio incarna questo tipo di vacanza è sicuramente l’Islanda, e non da oggi, da sempre. Pensate che già negli Anni ’60 un gruppo di cinque contadini l’aveva vista lunga. I cinque avevano deciso di aprire le porte delle loro fattorie ai primi avventurieri che avevano deciso di ripercorrere le orme di Giulio Verne alla ricerca del centro della Terra.

Affittavano loro una stanza e li coinvolgevano nelle attività quotidiane. Oggi, sono 160 i contadini che fanno parte della famiglia “Hey Iceland”, con alloggi in tutta l’isola. Immaginate di soggiornare in una casetta di legno con il tetto ricoperto di torba, di ammirare le potenti cascate dalla finestra della vostra camera o una spiaggia lavica di sabbia nera dal patio del vostro alloggio. Una vera esperienza islandese, non c’è che dire.

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Le case coi tetti di torba in Islanda

Natura allo stato primordiale

Per rendersi conto di quale aspetto avesse il nostro Pianeta prima della Rivoluzione industriale, prime delle auto e dell’urbanizzazione bisogna venire in Islanda. Qui la natura, nella sua forma più primordiale, la fa da padrona. Geyser dai getti bollenti (come il Grande Geysir), vulcani che eruttano (come Eyjafjallajökull, il “ghiacciaio dei monti delle isole”), terre che ribollono dal sottosuolo (come le piscine di fango di Namafjall).

E poi, cascate roboanti (come le famose Gullfoss), grotte di ghiaccio perenne (come la Crystal Cave), sabbie nere come la pece (come quella di Reynisfjara) e infinite lande desolate verdi smeraldo che, a volte, si gettano in mare improvvisamente (come i fiordi di Látrabjarg).

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I geyser in Islanda

La grande novità dell’estate

Dopo la piattaforma panoramica sul fiordo di Ísafjarðardjúp e la Forest Lagoon protetta dal vento e dal freddo di cui via abbiamo parlato tempo fa, quest’estate sarà inaugurata a Hveragerði, nel Sud-Ovest dell’isola, la più lunga zip-line dell’Islanda. Il percorso si estenderà al di sopra del canyon di Svartagljúfur per un chilometro, offrendo una vista panoramica meravigliosa. Chi preferisce i ritmi moderati potrà viaggiare su un sedile appositamente progettato, mentre chi ama il brivido potrà sfrecciare fino a 120 km orari.

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La Forest Lagoon nel Sud dell’Islanda

Come arrivare in Islanda

Quest’estate saranno disponibili voli per l’Islanda da numerosi aeroporti italiani. Dal prossimo 28 maggio, easyJet collegherà Milano Malpensa con Reykjavík con tre voli alla settimana. A partire dal 7 giugno, la compagnia islandese low cost Play Airlines collegherà invece Bologna con Reykjavík due volte a settimana (martedì e sabato). Inoltre, anche la compagnia di bandiera Icelandair amplierà la propria offerta con un nuovo volo in partenza da Roma Fiumicino a Reykjavik dal 6 luglio al 4 settembre due volte alla settimana (mercoledì e domenica).

Info utili per viaggiare in Islanda

In Islanda sono state abolite tutte le restrizioni sui viaggi sia internamente sia ai confini. Indipendentemente dalla loro situazione vaccinale, i passeggeri che desiderano entrare in Islanda non sono soggetti ad alcuna misura preventiva riguardante il contagio. Inoltre, non sarà necessario presentare alcuna prova di vaccinazione né di guarigione avvenuta.

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Europa Notizie parchi acquatici Viaggi

Riapre Legoland Water Park Gardaland: le novità

Riapre il 14 maggio per la nuova stagione estiva Legoland Water Park Gardaland, il primo parco acquatico interamente tematizzato LEGO in Europa. Inaugurato lo scorso anno, Legoland è il parco acquatico unico in Italia a offrire scivoli e giochi d’acqua sullo sfondo di milioni di mattoncini colorati.

Le attrazioni di Legoland

Tante le attrazioni che si trovano all’interno del parco acquatico Legoland, a partire da Lego River Adventure, un corso d’acqua che attraversa il parco da percorrere facendosi trasportare dalla corrente a bordo di gommoni personalizzabili con grandi mattoncini galleggianti, passando per Beach Party con i suoi sette scivoli e il grande secchio che riversa una cascata d’acqua sui bambini fino ad arrivare a Jungle Adventures, con scivoli adatti a tutta la famiglia da affrontare a bordo di colorati gommoni.

Sulla Lego Creation Island si può costruire la propria barca con i mattoncini, decorare un grande castello di sabbia o utilizzare grandi blocchi morbidi per costruire muri giganti.

Per i più piccoli ci sono gli scivoli Duplo Splash e Pirate Bay, una grande piscina e con ingresso graduale alla vasca.

E, infine, c’è Miniland, l’area nella quale sono stati riprodotti con ben quattro milioni e 900mila mattoncini LEGO i monumenti più importanti d’Italia, dal Duomo di Milano al Colosseo di Roma fino ai colorati edifici che si affacciano sui canali di Venezia.

Visitare Legoland

Legoland Water Park Gardaland si trova all’interno del Parco a tema Gardaland, a Castelnuovo del Garda in provincia di Verona. Fino al 10 giugno, sarà aperto dalle 11 alle 18, ma a partire dall’11 giugno gli orari di apertura e chiusura saranno prolungati.

L’ingresso a Legoland è consentito solamente acquistando un biglietto combinato Gardaland Park + Legoland Water Park. Tutti i possessori di biglietti del parco possono infatti accedere anche al parco acquatico pagando un supplemento alle biglietterie.

I minori di 12 anni possono accedervi solo se accompagnati da un adulto, mentre le persone maggiorenni non possono accedere a Legoland se non come accompagnatori di uno o più bambini di età inferiore ai 12 anni.

I prezzi 2022: due ingressi parco + un ingresso Water Park intero costano 64 euro, mentre due ingressi parco + un ingresso Water Park ridotto costano 60 euro.

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Le attrazioni di LEGOLAND Water Park Gardaland

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Cammini trekking vacanze avventura Viaggi

Il primo sentiero che si può percorrere solo di notte

Se per percorrere i cammini di montagna servono belle giornate soleggiate, non è il caso del primo sentiero d’Italia che si può fare di notte. Il percorso di cui vi vogliamo parlare è illuminato da 15mila mini-led e da 180 fari di diversi colori, tali da rendere l’atmosfera “magica” oltre che assolutamente sicura.

Il primo sentiero notturno in Italia

Si tratta del Giardino botanico esperienziale “Lumina Milia” che si trova ad Ampezzo in provincia di Udine, sulle alpi carniche ed è il primo percorso naturalistico notturno in Italia. L’idea di creare un itinerario da percorrere solo al buio ha lo scopo di consentire a chi lo percorre di osservare il bosco di notte.

Appena la luce lascia spazio all’oscurità, il bosco, infatti, cambia aspetto e la vista lascia il posto agli altri sensi che troppo spesso vengono messi in secondo piano.

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Il Giardino botanico esperienziale “Lumina Milia”

Il bosco si rivela, così, con tutti i suoi segreti notturni, stimolando un’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale, amplificata dalla notte, con i suoi colori, i suoi suoni e i suoi profumi. Le tenebre avvolgono la realtà e la poca luce rimanente dà spazio all’immaginazione. I tronchi degli alberi assumono forme grottesche. Le fronde dei rami si trasformano in esseri misteriosi indecifrabili e anche il vento sembra sussurrare frasi.

Accompagnati dai versi dei molti animali notturni, si giunge sino ai margini del torrente Teria che, ancora oggi, molti giurano sia abitato da Sbilfs e Aganis, due esseri fatati della tradizione carnica-friulana, abitanti dei boschi e dei corsi d’acqua.

Il sentiero ad anello si completa in circa un’ora e venti minuti, dopo aver percorso 1,5 chilometri, superato cento metri di dislivello, salito 140 scaloni e attraversato diversi ecosistemi, dalla faggeta al bosco misto, dal bosco ripariale al torrente e il prato.

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Il sentiero Lumina Milia si percorre di notte

Questo progetto di “didattica leggera”, unico in Italia, intende approcciare la conoscenza della natura secondo un metodo esperienziale, facendo vivere al visitatore esperienze particolari, combinando le dinamiche naturali con le emozioni e le sensazioni. In questo modo, il bosco non avrà più segreti. Si può apprezzare la bellezza delle piante spontanee e l’utilità di quelle officinali.

I benefici del bosco

Sono tantissimi i benefici che può avere il bosco sulla nostra salute. Secondo alcune ricerche condotte in Giappone, si è potuto constatare che i vari elementi dell’ambiente boschivo come per esempio l’odore del legno, il suono prodotto dall’acqua che scorre e più in generale il paesaggio portano a una sensazione di rilassamento, riducendo così lo stress.

In particolare, tra i volontari che si sono sottoposti ai test si è verificato un abbassamento dei livelli di cortisolo (l’ormone associato allo stress), una riduzione della frequenza cardiaca e una diminuzione della pressione sanguigna.

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Un percorso notturno, unico in Italia

A conclusioni simili sono giunti anche i ricercatori britannici dell’Università dell’Essex, le cui ricerche hanno evidenziato che sono sufficienti pochi minuti al giorno trascorsi all’aria aperta immersi in uno spazio verde per migliorare l’umore, la salute mentale e l’autostima, soprattutto fra le persone stressate, sedentarie e con difficoltà a livello psicoemotivo.

Di particolare interesse scientifico sono anche le ricerche condotte da Qing Li, professore alla Nippon Medical School di Tokyo, il quale ha scoperto che la terapia forestale ha un effetto stimolante sull’attività delle cellule Natural Killer (NK). Le cellule NK fanno parte dell’immunità innata, la prima linea di difesa contro gli agenti patogeni e il cancro. In uno studio del 2009, i soggetti esaminati dal Professor Li hanno mostrato un aumento significativo dell’attività delle cellule NK nella settimana successiva alla visita di una foresta, e gli effetti positivi sono perdurati nel tempo. Una sola giornata trascorsa nel bosco fa aumentare, in media, di circa il 40% le cellule NK. Se si rimane per due giorni consecutivi in una zona boschiva, il numero di queste cellule può crescere addirittura del 50%.

Buona parte di questi miglioramenti sono con ogni probabilità dovuti ai “fitoncidi” ovvero agli oli essenziali presenti nel tronco delle piante, che vengono rilasciati nell’aria per difendersi dall’attacco di parassiti e insetti. In Giappone si è dunque diffusa la consuetudine di trascorrere più tempo possibile immersi nella natura. Tale pratica prende il nome di “Shinrin-yoku“, che potremmo tradurre con “bagno nella foresta”. Una pratica consolidata anche in Nuova Zelanda dove il ministero della Salute propone, da diversi anni, le “Green Prescriptions” (“prescrizioni verdi”) ossia suggerimenti ed esercizi da fare obbligatoriamente in mezzo al verde.

Dove fare Forest Bathing in Italia

È quella pratica che si è diffusa negli ultimi anni anche da noi e che chiamiamo “Forest Bathing”. Il Giardino botanico esperienziale “Lumina Milia” fa proprio parte delle zone Forest Bathing del Friuli Venezia Giulia. Ma nel nostro Paese di zone dove praticarlo che ne sono diverse.

Il più famoso è il Parco del Respiro che si trova sulle Dolomiti della Paganella, in Trentino, un’area forestale di 36 ettari ricoperta da un bosco misto. Lo CSEN, il primo Ente nazionale del CONI riconosciuto per le attività sociali dal ministero dell’Interno, ha nominato quest’area come Centro nazionale di formazione qualificato per le prove in presenza di conduzione gruppi in foresta del Diploma nazionale Forest Bathing ed è una realtà terapeutica unica in Europa.

Nell’Appennino parmense ci sono boschi di querce, faggi e castagni; abeti rossi, qualche esemplare di abeti bianchi, larici e pino cembro sono gli abitanti del Parco Nazionale dello Stelvio, un luogo in cui la natura regna sovrana; i tronchi alti e sottili dei pini silvestri sono i protagonisti intorno al lago naturale di Flötscher Weiher, nel cuore della Valle Isarco.  Questo è il posto perfetto per riscoprire un contatto autentico con la natura e con il proprio io interiore; pino mugo, larice, abete rosso e un sottobosco di mirtilli e rododendri, una natura che sa resistere anche agli inverni più rigidi, sono quelli che si trovano nel Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies in Alto Adige, una delle mete più in voga di sempre, per la sua bellezza incontaminata.

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La Corniche: la strada panoramica più bella d’Europa con vista sul mare

Esiste un luogo di incantevole bellezza che ha l’onere e l’onore di garantire a viaggiatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo quella che è la vista più spettacolare e suggestiva d’Europa sul Mar Mediterraneo.

È qui, infatti, che passo dopo passo si aprono i panorami più mozzafiato dell’intera città marittima del sud della Francia. È sempre qui, sulla Corniche marsigliese che è possibile vivere una delle esperienze più magiche di sempre.

Bentornati a Marsiglia

Marsiglia non ha bisogno di presentazioni. La città più antica e meno francese di Francia incanta e stupisce da secoli con le sue contraddizioni, con la sua bellezza autentica e mai artefatta e con il mare, lo stesso che ospita uno dei più importanti e antichi porti del mar Mediterraneo.

Ed è proprio il porto insieme agli altri simboli della città, a diventare il soggetto di istantanee di grande bellezza che possono essere scattate dalla Corniche di Marsiglia, una delle strade panoramiche più belle d’Europa con vista mare.

Corniche, Marsiglia

Corniche, Marsiglia

Dalla spiagge di Les Catalan fino alle quelle del Prado, o viceversa, passando per la Promenade Georges Pompidou e il centro cittadino: questa è la Corniche, una delle strade più suggestive della città e del mondo intero. Il suo nome fa riferimento alla tipologia di passeggiata che costeggia la costiera e che diventa una terrazza panoramica che offre visioni diverse e inedite a ogni passo.

La strada marsigliese è stata dedicata al presidente Kennedy dopo il suo assassinio nel 1963, ma le sue origini sono ancora più antiche.

Col tempo è diventata uno dei simboli della città intera nonché meta prediletta di viaggiatori e turisti che scelgono di percorrerla interamente per ammirare alcuni dei punti panoramici più belli di Marsiglia, per osservare monumenti come la Porte d’Oriente e per raggiungere le spiagge del territorio, come quella del Prado, una delle località balneari più celebri e frequentate di tutta la città.

Corniche, Marsiglia

Corniche, Marsiglia

La Corniche: passo dopo passo sul mar Mediterraneo

Le origini della strada panoramica marsigliese risalgono al 1848 quando la città scelse di avviare il progetto per dare lavoro a più di 8000 operai disoccupati. Costruita in circa 15 anni è diventata, all’unanimità, una delle più belle passeggiate europee con vista mare, nonché un’attrazione turistica di grande pregio.

La Corniche, infatti, offre alle persone un continuo contatto visivo e diretto con il mar Mediterraneo, proprio quello su cui affacciano i punti di riferimento della città francese. Inoltre, da questa magica passeggiata, è possibile avere una nitida visione dello splendido arcipelago delle Frioul, situato a pochi chilometri dalla costa marsigliese.

Il panorama alterna sontuose e maestose ville ottocentesche ai mille colori del blu profondo e dell’azzurro che caratterizzano il mar Mediterraneo che bagna la città. La strada poi attraversa  anche il Vallons des Auffes, il pittoresco porto dalle case e dalle barche colorate considerato uno dei luoghi più suggestivi dell’intera città.

La passeggiata è lunga circa 5 chilometri, ma va percorsa lentamente e senza fretta per godere dei panorami più belli offerti dalla città sotto ogni luce e prospettiva. Inoltre la Corniche di Marsiglia ospita anche quella che è considerata la panchina più lunga della Francia. Con i suoi 3 chilometri di estensione, e ricoperta da mosaici, questa seduta è perfetta per contemplare tutte le meraviglie circostanti.

Corniche, la panchina più lunga di Francia

Corniche, la panchina più lunga di Francia