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Il lago di Telese e le sue rinomate terme, in Campania

Se avete voglia di trascorre una piacevole giornata all’insegna del benessere, una delle destinazioni italiani da prendere in considerazione è il lago di Telese, in Campania. Un luogo che vanta un’aria placida, ma che allo stesso tempo cela una storia di tremende sofferenze.

Lago di Telese: cosa sapere

Il lago di Telese si trova nel territorio comunale di Telese Terme, ai confini con quello di Solopaca, nella valle del fiume Calore in provincia di Benevento. Una zona, questa, ricca di acqua e caratterizzata da fenomeni carsici tendenzialmente lentissimi, ma che nel corso del tempo hanno dato vita a degli enormi cambiamenti del paesaggio.

Oggi il Lago di Telese è di forma circolare, con una superficie che misura circa 49.000 metri quadri e una profondità che va tra i 20 e i 30 metri. A livello generale si pensa che abbia origine vulcanica ma, in realtà, si è formato in seguito a un terremoto avvenuto nel 1349.

La tragica storia del Lago di Telese

Più o meno dove sorge il lago di Telese, circa 2000 anni fa prendeva vita un’antica città chiamata Telesia popolata dai Sanniti. Una località che prosperò per più o meno 1000 anni, fino al colossale terremoto del 1349 che distrusse praticamente tutto.

La città, infatti, venne completamente rasa al suolo, mentre il territorio su cui sorgeva sprofondò di circa 30 metri. Situazione che, molto probabilmente, fece nascere questo lago.

Ma non è finita qui! Si crearono anche diverse fratture che portarono alla nascita di paludi e di un forte inquinamento, tra cui anidride carbonica e anidride solforosa che causarono la malaria, che costrinsero coloro che erano sopravvissuti a scappare da questa città. Un evento che ebbe un grande risuono anche nei paesi limitrofi, poiché da un momento all’altro si ritrovarono migliaia di profughi alla porta.

A seguito di questo drammatico evento, la zona di Telese rimase abbandonata fino ai tempi di Ferdinando II (1810-1859), il quale fece rinascere questa particolare valle. La Telese che conosciamo oggi, invece, è una città decisamente moderna che fu inaugurata solo nel 1934.

Cosa fare al lago di Telese

Negli ormai lontani anni Settanta e Ottanta, il lago di Telese costituiva una rinomata meta turistica. Vi basti pensare che in quell’epoca era presente persino una piccola piscina con tanto di spiaggetta per i bagnanti e un trampolino. Oggi è impreziosito da imponenti alberi che ne aumentano il fascino, ma è anche il punto di partenza (o di arrivo) per passeggiate interessanti nel bel mezzo di una natura generosissima.

È un luogo in cui regna sovrana la pace, anche se spesso è pieno di persone. La sua posizione strategica, infatti, fa sì che venga raggiunto con facilità dalla quasi totalità delle città della valle. Non a caso si trasforma anche in luogo d’incontro in cui rilassarsi tra bar, ristoranti, piscina e albergo.

Da queste parti i più fortunati potranno anche avvistare diverse specie animali come i volatili, oltre che respirare aria fresca e pulita e dedicarsi alla pesca sportiva.

Telese Terme, a tutto benessere

Ma come dice il titolo di questo pezzo, il lago di Telese si trova in una zona anche termale. Fu lo stesso Ferdinando II a fondarle nel 1859, rendendo Telese Terme la meta perfetta per chi vuole trascorrere un weekend immerso in bellissimi paesaggi naturali.

Ma perché ci sono le terme da queste parti? Perché il paese sorge ai piedi del Monte Pugliano, la cui falda acquifera porta acqua sulfurea che alimenta famose terme di Telese, un’importante fonte di turismo.

L’impianto termale è situato nella centralissima Piazza Minieri, e si distingue per essere all’avanguardia e in una cornice storica e naturalistica d’eccezione. Vi basti pensare che ci prende vita un suggestivo parco con alberi secolari, tra i più grandi d’Italia.

Non resta che organizzare un fine settimana al lago di Telese, per poi scoprire le sue terme immerse nella natura.

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Sogni il Pianeta Rosso? C’è un luogo sulla terra che assomiglia a Marte

Tutto ciò che si trova sopra alle nostre teste ci affascina e ci suggestiona da sempre. Del resto non è un mistero che quel cielo stellato che illumina le nostre serate è stato la più grande fonte d’ispirazione per l’uomo sin dalla sua nascita.

Sono tanti gli spettacoli che possiamo ammirare nel cielo, ma a rendere tutto ancora più affascinante è proprio ciò che non possiamo vedere. Come sono fatti i pianeti? Come sono le loro superfici? Quali esseri viventi li abitano se ce ne sono? La scienza, così come la tecnologia, indagano tutt’ora per fornire tutte le risposte. E se con il tempo quello verso la Luna è diventato un viaggio non più impossibile, anche se estremamente esclusivo, lo stesso non possiamo dire per gli altri pianeti.

Eppure c’è un modo per esplorare il Pianeta Rosso, o quanto meno guardarlo da lontano. E no, per raggiungerlo non bisogna attraversare lo spazio perché nell’Arcipelago artico canadese esiste un luogo che gli esperti hanno ribattezzato Marte sulla terra. Pronti a partire?

L’isola di Devon

Ci troviamo nel territorio di Nunavut, in Canada, sull’isola disabitata più grande del pianeta. Un territorio, questo, che non ha niente a che fare con tutto ciò che conosciamo del mondo che abitiamo e che anzi, per forme, lineamenti e superfici, assomiglia più a un pianeta. Non a uno qualsiasi, intendiamoci, ma a Marte.

L’Isola di Devon, infatti, è considerata dagli esperti come l’area che più assomiglia a Marte, non solo per la conformazione della superficie, ma anche per le sue condizioni meteorologiche. Ribattezzata Marte sulla Terra, l’isola è davvero suggestiva ed è frequentata da scienziati che ogni anno effettuano qui ricerche e studi per preparare le prossime missioni verso il Pianeta Rosso.

Le informazioni diffuse fino a questo momento ci parlano di un terreno completamente disabitato dagli esseri umani, con una temperatura media annuale di -16 ° C., e popolato solo da poche colonie di piccoli animali come mammiferi e uccelli.

L’isola di Devon è caratterizzata da un grandissimo cratere d’impatto che misura un diametro di 23 chilometri. Il suo nome è Haughton e le sue origini risalgono a 39 milioni di anni fa, quando un meteorite di circa 2 chilometri si è colliso su questa terra.

Con l’impatto, e la conseguente creazione del cratere, le numerose rocce presenti sul territorio si sono frantumate e hanno creato un paesaggio estremamente suggestivo e affascinante che si estende tutto intorno al cratere.

Marte sulla Terra

Come abbiamo anticipato l’isola di Devon è completamente disabitata, lo è perché il clima desertico polare e il terreno roccioso e arido non consentirebbero all’uomo di creare un habitat. Certo è che resta un luogo di grande fascino, quello che più assomiglia a Marte, che possiamo esplorare comodamente da casa grazie al tour virtuale messo a disposizione da Google Earth.

Cosa troveremo sull’isola? Una grandissima e frammentata distesa di pietra, attraversata da vallate e profondi canyon più o meno profondi. Il paesaggio, poi, è puntellato da tutto una serie di blocchi rocciosi, di diverse dimensioni, espulse dalla cavità del cratere a seguito dell’impatto del meteorite.

Visto dall’alto, il terreno assomiglia a una grande texture dipinta e caratterizzata da sfumature chiare e scure intervallate da blocchi di ghiaccio. Il suolo è congelato in profondità per 400 metri, mentre la parte più vicina alla superficie si congela e si scongela con il susseguirsi delle stagioni.

Le somiglianze che Devon condivide con Marte sono tante, motivo per il quale gli scienziati della Nasa che fanno parte del progetto Haughton-Mars giungono qui ogni estate per effettuare ricerche e simulazioni per possibili e future missioni su Marte.

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La foresta più antica e incontaminata d’Europa

Una natura primordiale, maestose montagne e laghi glaciali fanno di questo luogo, ancora intatto e selvaggio, una bellezza rara. Stiamo parlando di una delle foreste più antiche e incontaminate d’Europa, una rarità ormai da trovare nel nostro Vecchio Continente.

Qui, gli alberi hanno in media 500 anni di vita e, nonostante sia il più piccolo dei quattro parchi nazionali del Montenegro, è quello che ha la maggiore biodiversità.

Si tratta del Parco nazionale Biogradska Gora che, con i suoi 5.600 ettari, occupa tutta la parte centrale del Massiccio di Bjelasica e l’area che si trova fra i fiumi Lima e Tara.

Il leggendario Lago di Biograd

Comprende una serie di laghi dalle acque verdi smeraldo, come il Lago di Biograd, che si trova proprio nel centro del parco, uno splendido specchio d’acqua di origine glaciale circondato una fitta foresta vergine.

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Fonte: 123rf

Il Lago di Biograd nel Montenegro

A questo lago è legata una leggenda. Si dice che al posto dell’attuale lago un tempo vi fosse un campo coltivato da due fratelli. Il raccolto sarebbe sempre stato diviso in parti uguali. Un autunno, però, i fratelli litigarono così ferocemente per la spartizione del raccolto che il minore uccise alcuni anziani del paese e fu maledetto dalla loro madre. La forza di questa maledizione avrebbe per sempre interrotto la crescita del grano formando, così, il Lago di Biograd e tutta la rigogliosa natura montenegrina che c’è attorno.

Il Lago di Biograd è il luogo più frequentato dai turisti nella bella stagione, perfetto per godersi il paesaggio o per fare un pic-nic, gite in barca e delle belle nuotate nelle acque fresche, ma da qui partono anche alcuni sentieri.

Il Parco nazionale di Biogradska Gora è una palestra naturale a cielo aperto e sono tantissime le discipline che si possono praticare.

Passeggiate, trekking, bicicletta, cavallo, zip line, rafting e ogni sorta di attività adrenalinica pur di immergersi in questo incredibile paesaggio naturale.

Solo conquistare la cima della catena montuosa Bjelasica è un’impresa: 35 chilometri di sentieri da fare a piedi o con la mountain bike. Ma anche affrontare la vetta del Monte Bedovac potrebbe essere una bella impresa: in circa due ore si arriva sulla cima.

E l’estate non è l’unica stagione consigliata per visitare il parco. Anche l’autunno ha il suo bel perché. I colori caldi del foliage tingono i boschi di Biogradska Gora trasformandoli in tante tavolozze di pittori.

La storia del parco

La storia di questo parco parte dal XIX secolo, quando la cittadina di Kolašin fu liberata dal controllo turco e l’immensa area dell’odierno parco fu donata al Principe Nikola che ne rimase talmente incanto da farla diventare una riserva naturale.

Rimase preservata dalla famiglia Petrovic fino al momento in cui il Re fu costretto a lasciare la propria terra a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Biogradska Gora è divenuto parco nazionale solo molti anni dopo, nel 1952, il primo di tutto il Montenegro.

Info utili per visitare il parco

La località più vicina al parco dove potere alloggiare è Kolašin, un’antica città montana circondata dalle montagne e attraversata da due fiumi, il Tara e il Morača.


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Il modo più semplice per raggiungere il parco è volando a Podgorica. Ci sono voli diretti da Milano con Wizz Air e poi noleggiare un’auto.

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Diversi villaggi stanno nascendo sui tetti di questa città

Esiste una città, particolarmente conosciuta per la sua architettura audace e moderna, che ha lanciato una sfida, con se stessa e con il mondo. Quella di crescere ed espandersi in altezza.

Stiamo parlando di Rotterdam, la città olandese che ospita il porto più grande d’Europa, un luogo straordinariamente vivo e dinamico che affascina e attrae ogni anno turisti da tutto il mondo. Vengono qui per esplorare il Museo Marittimo che espone la storia d’amore tra la città e il mare, per passeggiare nel suggestivo quartiere Delfshaven, per raggiungere quella che è la via dello shopping più bella d’Europa.

Ma c’è un altro motivo per raggiungere Rotterdam, oggi e domani, ed è quello di scoprire ed esplorare gli spazi ad alta quota con vista panoramica. Sì perché qui, in città, i tetti delle case e degli edifici si stanno trasformando in villaggi.

I rooftop villages di Rotterdam

Si chiamano rooftop villages e sono i villaggi sui tetti di Rotterdam. Quella della conquista del cielo, in realtà, è una missione che la città porta avanti da anni. Lo fa per creare nuovi spazi da abitare e da vivere, ma sopratutto per contrastare attivamente il cambiamento climatico.

Il profilo architettonico stesso della città permette questo sviluppo verticale. Dopo che il centro storico è stato in gran parte distrutto dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, il piano di ricostruzione ha visto la nascita di numerosi rooftop. Gli stessi sui quali è possibile camminare oggi per fare inediti tour sulla città.

Da lì, all’esigenza di sfruttare le altezze, il passo è stato breve. Così ecco che Rotterdam è diventata la città degli orti, dei giardini e delle passerelle sul tetto. La prossima sfida sarà quella di creare dei villaggi ad alta quota.

Sui tetti della città di Rotterdam

Quello di vivere la città dall’alto non è un progetto nuovo, anzi, ma è la naturale evoluzione di tutta una serie di iniziative, come quella della Rotterdam Rooftop Walk, volte a conquistare i cieli del territorio olandese.

Urbanisti, architetti e antropologi hanno risposto alla chiamata per vincere la sfida, ripensando agli spazi di quei oltre 18 milioni di metri quadrati che totalizzano i tetti piani della città.

L’iniziativa, che prende il nome di Dakdorpen, ha come obiettivo proprio quello di indagare i nuovi spazi abitativi ad alta quota, con la proposta di nuove soluzioni architettoniche. Certo le sfide sono tante, ma le soluzioni proposte fino a questo momento segnano un importante passo avanti. Lo dimostrano i tetti verdi, che sono diventati i polmoni verdi della città. Habitat ecologici che convogliano l’acqua e che purificano l’acqua.

Ma con i rooftop villages la sfida si fa ancora più interessante ed entusiasmante. L’idea degli esperti, infatti, è quella di rinforzare le terrazze esistenti e popolarle di piccole case abitabili così da sfruttare le altezze e proporre un nuovo modello urbano.

Gli architetti e gli urbanisti sono già a lavoro per il primo progetto pilota che verrà inaugurato nei prossimi mesi a De Kroon, hub culturale e coworking di Rotterdam. È qui che nascerà il primo villaggio sul tetto della città.

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L’altra Franciacorta, un territorio inaspettato, tutto da scoprire

Franciacorta è sinonimo di vino. Spesso è per questo motivo che molti visitano questa bellissima zona del Nord Italia, compresa tra il Lago di Garda e il Lago d’Iseo, il cui terroir ha regalato uno dei vini più buoni che esistano al mondo.

Tuttavia, c’è un’altra Franciacorta, meno nota, che confina con la meno turistica – ma non per questo meno interessante – Val Trompia, al di là della Forcella, nel punto in cui termina la Pianura Padana e iniziano le Prealpi, che regala, oltre alle visite alle cantine dove si producono le bollicine e all’ottima gastronomia, altre esperienze decisamente inaspettate.

Al limitare di questo rinomato territorio ci sono luoghi incantevoli, ricchi di storia e di tradizioni che meritano di essere scoperti. Al centro delle colline di questa Franciacorta di confine c’è la cittadina di Gussago.

Gussago, porta d’accesso alla Franciacorta

Icona indiscussa di Gussago è La Santissima, che domina la città dall’alto, un ex complesso domenicano risalente al XV secolo sul colle Barbisone, dall’aspetto monumentale e imponente. Un luogo suggestivo, da raggiungere a piedi con una facile passeggiata, magari all’ora del tramonto, per godere di una vista panoramica sui vigneti. Da qui si può ammirare la pianura da un lato e il Monte Guglielmo e il Monte Rosa dall’altro.

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Fonte: @SiViaggia

Il complesso della Santissima a Gussago (BS)

Questo santuario fu costruito dalla popolazione, al di fuori delle cariche monastiche e senza nessun mandato da parte della Chiesa. Per questo motivo, tutt’oggi, la chiesa è considerata puro appannaggio della gente comune, di coloro che si ritengono umili peccatori e fedeli, di chi vuole andare a pregare senza dover entrare nel circuito della chiesa ufficiale. Tradizione vuole che si vada alla Santissima a pregare per ottenere piccoli aiuti per la vita di ogni giorno.

Il convento è uno dei numerosi edifici monastici che esistono nella Franciacorta, luogo di passaggio di viandanti e pellegrini. I Domenicani, infatti, avevano grossi possedimenti e attuarono opere di dissodamento e di bonifica del territorio per poi dedicarsi alla coltivazione. La stessa coltivazione della vite risale a epoche remote, ne sono una testimonianza i rinvenimenti di vinaccioli di età preistorica e il materiale archeologico rinvenuto su tutto il territorio.

L’edificio è in fase di restauro, per visitare l’interno è necessario affidarsi a una guida, che possiede anche le chiavi per accedere alla cappella ancora decorata con affreschi del XV-XVI secolo.

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Fonte: Ufficio stampa

Le colline della Franciacorta e La Santissima di Gussago

I religiosi che si era trasferiti alla Santissima combattevano anche l’eresia e proprio qui fu giustiziata una strega. Ma ci sono altre storie inquietanti girano intorno a queto luogo. Una leggenda vuole che qui vivesse un drago, ma forse serviva solo per tenere lontani i pagani. Un’altra, molto più credibile, invece, sostiene che sul colle cresceva un’erba miracolosa.

Fin dal medioevo, l’ex complesso domenicano della Santissima caratterizza il paesaggio di questo estremo lembo di Franciacorta. Luogo di devozione ed elevazione dello spirito, nell’Ottocento la Santissima è stata anche un importante cenacolo di cultura, ospitando artisti come il pittore Angelo Inganni.

Le ville di delizia

La cittadina di Gussago vanta anche interessanti palazzi privati e ancora abitati che possono essere visitati, dietro richiesta. Tra i più belli c’è Villa Averoldi Togni, un edificio del 1200 circondato da tre ettari di parco dove, alla fine del ‘700, sono stati creati uno splendido giardino all’inglese, abbellito da statue neoclassiche, uno alla francese, con fontane e trompe-l’oeil, che ricorda una piccola Versailles, e un grande uliveto.

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Fonte: @SiViaggia

Lo splendido giardino all’inglese di Villa Averoldi Togni a Gussago (BS)

Un’oasi davvero inaspettata nella frazione di Piazza, racchiusa entro le mura del palazzo che viene aperto al pubblico in occasione di eventi speciali, come le “Domeniche per ville, palazzi e castelli” organizzate dal Gruppo dimore storiche Bergamo (le prossime date sono il 18 e il 25 settembre) o di concerti di musica antica.

Merita una visita anche Palazzo Grasso Caprioli, una villa del XVI secolo con un bellissimo giardino di rose e magnolie, che vanta una collezione privata di opere d’arte contemporanea, lascito di artisti di tutto il mondo che vengono regolarmente ospitati nella residenza dove sono liberi di esprimere tutto il loro estro e talento.

La villa è oggi un centro artistico a 360 gradi, dove vengono privilegiate la danza e le discipline orientali, dallo yoga alla meditazione, con corsi, workshop ed eventi, tra cui concerti e festival di danza contemporanea.

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Fonte: @SiViaggia

La villa e il giardino artistico di Palazzo Grasso Caprioli a Gussago (BS)

L’enogastronomia

A Gussago esiste una vera e propria cultura di uno dei piatti tipici del bresciano: lo spiedo. In quasi tutte le trattorie e i ristoranti della zona è possibile assaggiare il vero spiedo bresciano, che ha ottenuto anche la Denominazione comunale di origine. Ogni anno, a settembre, nella centralissima piazza Vittorio Veneto si svolge il Gran Galà dello Spiedo (quest’anno è in programma giovedì 8 settembre) al quale partecipa tutta la popolazione e moltissimi turisti. Non è una sagra, bensì una cena elegante a lume di candela che vuole celebrare il piatto principe della cucina gussaghese e che ha reso Gussago la Capitale Italiana dello spiedo. Lo spiedo naturalmente è accompagnato dalle bollicine del territorio.

Il Gran Galà è solo l’inizio di una stagione all’insegna della gastronomia. Dal 22 settembre e fino all’8 dicembre si svolge Lo Spiedo Scoppiettando, una rassegna enogastronomica che, ogni giovedì, porterà i profumi e i sapori autunnali del territorio in tavola attraverso uno speciale menu a base di spiedo e di ingredienti locali in molti ristoranti di Gussago.

Ma non dimentichiamo che ci troviamo nel territorio della Franciacorta e le bollicine, qui, sono un must have. Diverse cantine, come Le Cantorie, propongono wine tour e degustazioni dei vini del territorio – Franciacorta Docg Saten, Rosé, Pas Dosè Riserva, ma anche rossi, come il Cellatica superiore Doc e il Sebino riserva – accompagnati da prodotti e salumi tipici. Questa cantina, in particolare, immersa tra i vigneti, ha un giardino panoramico che, dall’alto della collina di Casaglio, offre una vista spettacolare sul paesaggio collinare della Franciacorta e sui vigneti terrazzati.

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Fonte: @Le Cantorie

La cantina Le Cantorie nella Franciacorta

Da non perdere anche una visita alle distillerie locali, come le pluripremiate Distillerie Peroni Maddalena dove, da più di quarant’anni, si produce un’eccellente grappa – ma anche liquori, vermouth, gin, acquavite di birra e ben 15 riserve – che, insieme allo Spiedo di Gussago, sono i due prodotti De.Co. (Denominazione Comunale) del Comune di Gussago.

Per chi è della zona questa Franciacorta di confine è un’ottima idea per una gita fuoriporta, ma per chi viene da lontano non mancano spunti per un weekend all’insegna di storia, cultura, attività all’aria aperta e tanta ottima enogastronomia.

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La biblioteca del futuro è stata creata. I libri si leggeranno nel 2114

Sono la curiosità e la sete di conoscenza a spingerci dall’altra parte del globo per scoprire ed esplorare culture che sono a noi lontane e spesso sconosciute, ma anche per osservare da vicino tradizioni e testimonianze del passato che raccontano la storia dei popoli, delle città e di interi territori.

Ma sono anche i luoghi del sapere ad affascinarci, come le biblioteche più iconiche del mondo, quelle che hanno il compito e la missione di preservare nel tempo e nei secoli la conoscenza della storia degli uomini del presente e del passato.

Ed è un po’ questo l’obiettivo della biblioteca del futuro, una biblioteca nata e creata dall’artista scozzese Katie Paterson. Vederla in work in progress è già possibile attraverso i social network, ma i libri che ospitano potranno essere letti solo a partire dal 2214.

Benvenuti nella Future Library

È la biblioteca del futuro, di nome e di fatto, anche se qui non si prendono in prestito i libri, almeno per il momento. Tutto ciò che possono fare gli autori del mondo è lasciarsi coinvolgere da questo affascinante progetto e mettersi a lavoro per la stesura di capolavori che saranno stampati e poi messi a disposizioni dei lettori solo nel 2214.

Un progetto, questo, folle e visionario, ma sicuramente molto affascinante e suggestivo. L’idea, come anticipato, proviene direttamente dalla mente di Katie Paterson, artista scozzese che nel 2014 ha posato la prima pietra della Future Library.

In realtà non si tratta di una pietra, ma di mille abeti rossi che l’artista ha piantato nella foresta di Nordmarka, a venti minuti dalla capitale della Norvegia,  e che rappresentano, oggi, le fondamenta del progetto. Con il legno ricavato da quest’area, infatti, è stata costruita la Silent Room, una stanza di legno realizzata all’interno della Deichman bibliotek di Oslo dove oggi vengono conservati i libri che un giorno popoleranno la biblioteca.

Quegli stessi abeti rossi, tra due secoli, saranno utilizzati per produrre la carta sui quali saranno stampai i libri della Future Library.

Come sarà la biblioteca del futuro?

Il progetto è affascinante e unico nel suo genere e apre a tantissime suggestioni e riflessioni. Non solo rispetto alla lontanissima inaugurazione della biblioteca del futuro, che desta sicuramente una curiosità che non possiamo soddisfare, ma anche e soprattutto in riferimento al tempo che scorre, alla figura dell’uomo e al suo impatto sul pianeta in un futuro ancora lontano.

Per più di un secolo, infatti, quella parte di foresta coltivata da Katie Paterson non potrà essere toccata da nessuno. I libri, in questo caso, faranno da legante tra il presente e il futuro e avranno il compito di preservare e tutelare l’ambiente.

Ma come sarà la biblioteca del futuro? Quello che sappiamo per certo è che i libri non si potranno leggere fino al 2114 e che l’edifico ospiterà solo manoscritti inediti.

Dal 2014 Katie Paterson accoglie i testi di autori di ogni età e nazionalità, libri di ogni stile, genere e lingua. L’invito a popolare la biblioteca del futuro è aperto a tutti, e ad oggi sono molti gli scrittori che hanno già risposto alla chiamata. Tra i più celebri c’è anche Margaret Atwood, l’autrice del “Racconto dell’Ancella”, a cui è stato affidato l’onere e l’onore di depositare il primo manoscritto della Future Library nel 2014.

Tutti i libri raccolti fino a questo momento sono stati conservati in cassette di vetro ermetiche conservate nella Silent Room della biblioteca pubblica di Oslo.

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Borghi Viaggi

Vernante, un borgo da favola sulle tracce di Pinocchio

In molti sono pronti a giurare che il borgo di Pinocchio sia Collodi, meravigliosa realtà della provincia di Pistoia dove ha vissuto l’autore del rinomato libro. La verità, tuttavia, è che non è l’unico. In Italia c’è anche un altra località che si ispira all’omino di legno più famoso del mondo: Vernante, un vero e proprio paese da favola.

Vernante, tutto quello che c’è da sapere

Simao in Piemonte, e più precisamente in provincia di Cuneo. Proprio qui, nella suggestiva cornice del Parco delle Alpi Marittime che si distingue per essere impreziosito da alberi, torrenti e laghi, prende vita Vernante, considerato il “paese di Pinocchio”.

Il legame tra il borgo e questo personaggio di fantasia sussiste poiché da queste parti visse Attilio Mussino, il pittore soprannominato “lo zio di Pinocchio”, colui che illustrò il celebre libro scritto da Carlo Lorenzini, detto Carlo Collodi. L’uomo si trasferì in questa graziosa località del Nord Italia in seguito alla perdita del figlio e della moglie, e qui restò fino alla sua morte, nel 1954.

Nello stesso anno due abitanti del paesino piemontese, Bruno Carlet e Meo Cavallera, decisero di rendere omaggio all’opera di Mussino. In che modo? Scelsero di riproporre alcune delle sue illustrazioni sui muri delle abitazioni del centro storico. Il risultato? Vernante è un museo a cielo aperto di graffiti, un grande libro illustrato alla luce del sole dove gli amanti d questa fiaba possono ritrovare i personaggi di Collodi e passeggiare in loro compagnia tra le vie del centro.

Il legame di Vernante con Pinocchio

Camminando tra i suggestivi vicoli del borgo, infatti, avrete modo di incontrare il Gatto e la Volpe, Mangiafuoco, la Balena, la Fata Turchina, Geppetto e così via. Tutti personaggi che hanno fatto la nostra infanzia che si susseguono nelle pareti degli edifici per far rivivere ai visitatori le avventure di Pinocchio. Ma non solo nei muri! Alcune splendide illustrazioni, infatti, si trovano anche in porte e finestre, e sono rese quasi reali grazie all’uso di sagome di legno che è possibile incontrare nei giardini o sulle scale.

vernante graffiti pinocchio

Fonte: Maxppp / IPA

Uno dei graffiti di Vernante

Inoltre, ad Attilio Mussino è stato anche dedicato un intero museo dove si possono ammirare tutte le opere che celebrano la carriera dell’artista: i dipinti ad olio e ad acquerello, diverse edizioni di libri per ragazzi illustrati proprio da lui (tra cui spicca l’edizione del 1911 di Pinocchio), diversi studi grafici a matita, schizzi e disegni di personaggi illustri.

In più, avrete modo di scoprire l’ultima edizione di Pinocchio illustrata da Attilio Mussino: il “ Pinocchio Animato”, che uscì a fascicoli settimanali per “Il Giornalino” ambientato proprio a Vernante.

Infine, all’entrata nord di questo borgo si erge un monumento dei fratelli Bertaina, artigiani del posto, sempre in onore del rinomato burattino di legno.

Cosa vedere a Vernante oltre i murales

Un posto perfetto, quindi, per chi ama le fiabe e, soprattutto, quelle che hanno fatto parte del nostro passato. Ma quel che è giusto sapere è che Vernante non si limita a questo: possiede anche altre attrazioni interessanti per tutti i viaggiatori che la raggiungono.

Per esempio, vale la pena fare un salto alla Tourousela, quel che resta di un magnifico maniero medievale risalente al 1280. Conosciuta anche con il nome di Castello Lascaris, è stata edificata per volere del conte Pietro Balbo di Tenda in posizione dominante sull’intero abitato. Il suo scopo era difendere la contea e avere una completa visuale sulle strade sottostanti.

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Fonte: Wikipedia – Ph: F Ceragioli

Tourousela di Vernante

Una struttura che cela anche alcuni misteri: nel 2018 divenne protagonista di un video di un gruppo di “cacciatori di fantasmi” molto popolare sui social. Tali ragazzi sostenevano di aver registrato, all’interno del torrione, il canto di Beatrice Lascaris di Tenda, che visse nel castello e che fu giustiziata nel 1418 perché accusata di adulterio.

Un altro punto di interesse di questo borgo da fiaba è il Santuario della Madonna della Valle risalente al XV secolo. Quel che vi ritroverete davanti è un bellissimo edificio, con pianta a croce greca, impreziosito da magnifiche decorazioni ottocentesche.

Al suo interno, invece, si possono ammirare esempi di arte sacra di grande valore come il particolare Trono della Vergine rivestito di un ricco manto d’argento tessuto a mano.

Vale la pena fare un salto, infine, presso la chiesa parrocchiale di Vernante, dedicata a San Nicolao. Costruita nel 1200, oggi è in stile barocco e tra le sue mura sfoggia quattro altari, due cappelle e numerose pitture sacre.

Bellissime anche le statue, il Cristo Redentore e il Sacro Cuore di Gesù, che sono entrambe dello scultore Aldo Pellegrino di Boves. Poi il campanile, detto comunemente dai vernantesi “Ciuchè Rus” (campanile rosso).

Cosa vedere nei dintorni di Vernante

Trovandosi in un contesto naturale di pura bellezza, Vernante ha molto da offrire anche nei suoi dintorni. Lungo le dorsali attorno al borgo si sviluppano diversi sentieri che permettono di scoprire luoghi d’interesse storico, artistico e paesaggistico. La cosa più curiosa è che ognuno di essi è contraddistinto da un colore e che le indicazioni sono scritte in dialetto vernantino (con tanto di sagoma di Pinocchio).

Tra le varie cose che potrete scoprire c’è la cappella di San Macario, situata lungo il sentiero Ruinas. La sua è la struttura tipica degli oratori campestri medievali di area alpina, mentre gli affreschi presentano un profilo decisamente più moderno. Poi ancora la chiesa di San Bartolomeo nella frazione Folchi, la cappella di San Giacomo a Palanfrè, la cappella di San Giovanni posta nell’omonimo vallone, la cappella della Madonna della Neve nella frazione Ciastellar e la cappella di Santa Lucia presso il vallone Santa Lucia.

Ma non solo. Il comune di Vernante vanta tantissime fontane che sono definite “le più prestigiose di tutta la vallata”. Per particolarità e importanza spicca la Fontana Bleu, sita allo sbocco del vallon Secco. Da qui sgorga un’acqua oligominerale e la struttura è legata a un episodio storico che sfuma nella leggenda: il passaggio a Vernante di papa Pio VII.

In un piccolo parco all’inizio della strada che conduce a Folchi, da non perdere è la Fontana di Rocca Muller, con gettito regolare. Mentre sulla sinistra del torrente Vermenagna sono da visitare le Fontane San Macario e Sassi. Molto suggestiva anche la Fontana della Sposa che si trova nella Valle Grande, in località tetti Ciastel e, alla fine della strada che attraversa il vallone, la Fontana di Palanfrè, con acque di ottima qualità.

Vernante, il borgo che celebra Pinocchio, è perfetto sia per i più grandi che per i più piccini ma anche per gli amanti della storia e della natura.

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In Qatar, il varo della nave più green che ci sia

A pochi giorni dal calcio d’inizio della Coppa del mondo FIFA 2022 che si svolgerà nel Qatar, si terrà anche un evento memorabile: il varo della nave più più green che sia mai stata costruita.

Stiamo parlando della MSC World Europa, una nave da crociera da oltre 215mila tonnellate e un design incredibilmente innovativo.

La cerimonia di battesimo della nuova ammiraglia avverrà il 13 novembre a Doha, Capitale del Paese, dove sarà inaugurato anche il nuovo Grand Cruise Terminal della città, una struttura modernisisma di 24mila metri quadrati che gestirà fino a 28.000 passeggeri al giorno e avrà la capacità di ospitare due navi da crociera giornaliere.

I crocieristi potranno ammirare, tra le altre cose, un incredibile acquario all’interno del terminal e una galleria dedicata all’arte islamica. I Mondiali di calcio, invece, inizieranno il 20 novembre, quando la squadra del Qatar incontrerà la nazionale dell’Ecuador. Ma veniamo alla nave.

Com’è fatta la MSC World Europa

Il design della World Europa sarà innovativo, con una prua a 90° a forma di freccia che taglierà l’acqua con facilità, una caratteristica mai vista prima d’ora su una nave da crociera. La prua, però, non avrà solo un valore estetico, bensì sarà capace di migliorare ulteriormente la stabilità della nave offrendo comunque un comfort maggiore per gli ospiti.

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Fonte: MSC

La forma a “Y” della poppa della MSC World Europa

L’impressionante e inedita forma a “Y” a poppa si apre sull’Europa Promenade, una passeggiata lunga 104 metri, che offre una vista mozzafiato sul mare ed è divisa in una parte aperta e un’altra metà coperta da un imponente schermo a Led, che trasmetterà giochi di luci durante l’intero arco della giornata.

Una delle caratteristiche principali della Promenade sarà The Venom Drop The Spiral, un sorprendente elemento architettonico centrale sotto forma di scivolo a secco che si estende per undici ponti, il più lungo in mare.

Le dimensioni della nave, che è lunga 333,3 metri e che può ospitare fino a 6.762 passeggeri, consentiranno di avere delle aree completamente distinte, ognuna con il proprio stile e le proprie esperienze. Si potrà passare da una tranquilla area zen per soli adulti alla Promenade, con intrattenimento, negozi e bar, fino a un’area separata per le famiglie, che ospita ben dieci nuove strutture per bambini.

Come sulle altre navi della compagnia, non mancherà la Aurea Spa, un centro wellness in stile balinese di 1.012 metri quadrati, con area termale, palestra, barbiere e beauty saloon con trattamenti di bellezza e benessere.

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Fonte: Ufficio stampa

La Promenade della MSC World Europa

Una nave nella nave sarà poi lo Yacht Club, che prevederà oltre alle cabine più belle anche un’area riservata accessibile solo ai membri del club, con ristorante e lounge privati, una grande area piscina con solarium e vasche idromassaggio. Ci sarà anche un’area della spa dedicata a questi ospiti, con sale massaggi dedicate e accesso completo alla Thermal Suite nella Aurea Spa e tanto di servizio di maggiordomo 24 ore su 24.

La nave offrirà 13 punti di ristoro, inclusi sei ristoranti tematici e due locali completamente nuovi: lo Chef’s Garden Kitchen, che propone microverdure, e La Pescaderia, con grigliate di pesce e posti a sedere all’aperto. Un ristorante sarà anche aperto tutti i giorni 24 ore su 24.

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Fonte: Ufficio stampa

Lo scivolo a bordo della nave

Una nave green

La World Europa sarà la prima nave di MSC Crociere alimentata da gas naturale liquefatto (GNL), il combustibile fossile più pulito attualmente disponibile per le grandi navi da crociera e sarà la nave più grande ed ecologicamente più avanzata in navigazione nel Medioriente. Con il GNL la riduzione dei gas serra raggiungerà fino al 25%.

Ma non sarà l’unica tecnologia green rivoluzionaria a bordo della nave. Lo scopo della compagnia è infatti quello di arrivare a “operazioni a emissioni zero“. Anche il sistema di trattamento delle acque reflue sarà di nuova generazione e sarà dotata di altre tecnologie ambientali all’avanguardia, contribuendo sempre più alla tutela dell’ambiente.

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Fonte: Ufficio stampa

Il design unico della MSC World Europa

Le crociere della nave

La nave partirà per il suo viaggio inaugurale in Medioriente il 20 dicembre, offrendo crociere di sette notti verso Doha, Dubai, Abu Dhabi e Sir Bani Yas Island, negli Emirati Arabi Uniti, oltre a Dammam, in Arabia Saudita. Per raggiungere il porto di imbarco, MSC ha stretto una partnership con Qatar Airways e offrirà pacchetti volo+crociera.

Da marzo 2023, invece, si trasferirà nel Mediterraneo, dove offrirà crociere verso Genova, Napoli e Messina, oltre a La Valletta, a Malta, Barcellona, in Spagna e Marsiglia, in Francia.

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In vacanza a casa della Regina Elisabetta d’Inghilterra

Ogni anno, nei mesi di gennaio e febbraio, la Regina Elisabetta d’Inghilterra si rifugia nella sua casa di Sandringham, una splendida residenza di campagna nella Contea di Norfolk.

Quando non c’è, però, la casa è aperta al pubblico e può essere visitata. All’interno ci sono splendide stanze riccamente decorate con mobili d’epoca e opere d’are appartenenti alla famiglia reale britannica.

Ora qualche fortunato che riuscirà ad aggiudicarsi per tempo la prenotazione potrà anche soggiornare a Sandringham, vivendo un’esperienza davvero regale.

Soggiornare a Sandringham

La Regina ha infatti deciso di affittare per un breve periodo un cottage all’interno della proprietà attraverso Airbnb. Si tratta del villino destinato al giardiniere della Regina, ma a vederlo sembra proprio una piccola reggia.

Il cottage di Sandringham potrà essere affittato il prossimo febbraio per un soggiorno minimo di tre motti alla modica cifra di 354 sterline a notte, pari a circa 410 euro (meno di una suite in un moderno hotel a cinque stelle).

Sul sito di Airbnb la casa del giardiniere è descritta come “un delizioso nascondiglio, appartenente a Sua Maestà la Regina, nascosto nel cuore della sua tanto amata tenuta di campagna di Sandringham e l’edificio più vicino alla stessa Sandringham House”.

Il cottage offre “una struttura ricettiva deliziosa e rilassante” che può ospitare fino a otto persone su due livelli. “Arredata in modo eclettico con una collezione reale, tutti i mobili e i quadri un tempo si trovavano all’interno di una delle residenze reali”.

Anche il giardino non è da meno. È descritto come un luogo di “pura delizia e uno splendido ambiente per questa dimora idilliaca di cui gli ospiti possono godere”. Sono ammessi anche i cani, ça va sans dire, essendo Sua Maestà una grande amante dei suoi corgi che possiede fin dall’età di 18 anni.

Le altre dimore reali dove soggiornare

Sandringham non è l’unica dimora reale dove è possibile soggiornare. La Regina Elisabetta, infatti, affitta alloggi anche nella proprietà di Balmoral, una delle più famose dimore reali della Gran Bretagna, dove si trova ora Sua Maestà. Per far fronte alla crisi economica, proprio di recente ha addirittura deciso di rivedere vero il basso le tariffe, tanto che i prezzi partono da 15 sterline, circa 17 euro. Da non crederci.

I cottage più economici, Colt Cottage, infatti, solitamente hanno prezzi che partono da 555 sterline (650 euro) alla settimana, ma possono arrivare fino a 1.650 sterline, circa 1.900 euro, e possono ospitare fino a cinque persone il che significa che ogni notte costa 79 sterline (circa 92 euro) e quindi 15,80 sterline a persona per notte.

I cottage sono due e sono separati tra loro. Sul sito di Balmoral vengono descritti come “situati nei pressi del castello, vicini agli uffici e alle stalle della proprietà. Vi si accede attraverso la strada pubblica che porta a Balmoral e poi tramite una strada privata”.

Il più costoso è il Rhebreck Lodge che può ospitare fino a sei persone e si trova sul lato Est della residenza reale, ma gode di una vista spettacolare sulla vallata e sul campo da golf. Si affitta tutto l’anno, tranne durante le cosiddette “Royal Visit”. Dentro ha camere con caminetti, salone e sala da pranzo oltre alla cucina abitabile.

Chi fosse interessato può già prenotare per soggirnaravi tra i mesi di gennaio e marzo 2023. Nessuno dei cottage è disponibile quando a Balmoral è presente la Regina, per ragioni di sicurezza.

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Viaggiatori sbarcano sulla Luna. In realtà si tratta di un parco vulcanico

Ci sono alcuni sogni, apparentemente irrealizzabili, che accomunano molti viaggiatori. Uno di questi è quello di sbarcare sulla Luna. In realtà negli ultimi anni, grazie alla diffusione del turismo spaziale, questa sta diventando una possibilità sempre più concreta, anche se per il momento decisamente esclusiva e riservata a pochissimi, visto i costi proibitivi dei primi biglietti messi in vendita.

Fatto sta che grazie alle tecnologie avanzate e al lavoro di alcune società, quello verso la Luna non è più un viaggio impossibile.

C’è però un altro modo per vivere quell’esperienza lunare, o comunque un’avventura che più le somiglia, ed è quella di raggiungere l’Ulan Hada Volcano Geopark, un geoparco straordinario dove ogni giorno sbarcano decine di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Ulan Hada Volcano Geopark

Guardando le foto di questo articolo, la prima sensazione che si ha è quella di invidia per tutte quelle persone che, munite di tuta spaziale, sono atterrate su questa superficie spaziale. Ma in realtà, in questo caso, non si tratta della Luna, né di un nuovo pianeta appena scoperto, ma di un geoparco straordinario che ospita un paesaggio molto simile a quello lunare e che attira ogni giorno tantissimi viaggiatori desiderosi di vivere un’avventura unica.

Ci troviamo all’interno dell’Ulan Hada Volcano Geopark, un geoparco incredibile situato nel cuore della Mongolia interna, a Ulanqab. Un parco suggestivo e straordinario che si snoda su una superficie di oltre 65 chilometri quadrati e che ospita un paesaggio tanto variegato quanto affascinante plasmato con i secoli dalle attività vulcaniche.

In molti lo hanno definito un museo del vulcano naturale, perché in effetti passeggiare su quest’area ci permette di esplorare un universo tanto affascinante quanto spaventoso e proibitivo, quello dei vulcani.

All’interno del parco, che può essere visitato tutto l’anno, ci sono diversi vulcani che contribuiscono a rendere il paesaggio di questo territorio della Mongolia interna, un vero e proprio capolavoro naturale. Lo stesso terreno, che ospita anche verdeggianti praterie, è caratterizzato dalle attività vulcaniche che si sono susseguite nei secoli.

Le strutture geologiche sono diverse, alcune emergono dalla terra e si mostrano in tutta la loro maestosità, altre invece sono ricoperte da una vegetazione lussureggiante che crea un paesaggio unico al mondo.

Visitare l’Ulan Hada Volcano Geopark è una vera e propria esperienza da vivere in ogni momento dell’anno. Durante ogni stagione, infatti, la natura mette in scena i suoi più grandi spettacoli cambiano i colori e le scenografie dell’intera area, trasformando questo luogo in un’attrazione turistica senza eguali.

Ed è sempre il paesaggio frastagliato, vulcanico e desolato, ad attirare qui tutti i viaggiatori che vogliono vivere un’esperienza spaziale. Il paesaggio, caratterizzato da rocce laviche e crateri, infatti, assomiglia a quello della Luna. Motivo per il quale numerosi turisti si spingono fin qui per diventare i protagonisti di un’avventura interstellare.

Ulan Hada Volcano Geopark

Fonte: Getty Images

Ulan Hada Volcano Geopark

L’esperienza lunare

L’esperienza lunare da vivere all’interno dell’Ulan Hada Volcano Geopark è documentata dagli stessi viaggiatori che giungono fin qui. Muniti di tute spaziali, i turisti possono esplorare questo territorio straordinariamente unico. Ci sono i crateri che si aprono sulla terra pianeggiante, i pendii irregolari e i vulcani a cono. C’è un paesaggio silenzioso e desolato che per forme e colori ricorda proprio quello della Luna.

I periodi migliori per organizzare un viaggio all’interno del geoparco sono sicuramente l’estate e l’autunno. L’orario ideale, invece, è quello del tramonto, quando le rocce vulcaniche si colorano di un intenso rosso che infuoca l’intero paesaggio. Fermatevi a guardare lo spettacolo: è straordinario.

Ulan Hada Volcano Geopark

Fonte: Getty Images

Ulan Hada Volcano Geopark