Categorie
itinerari culturali Notizie Viaggi

I luoghi di Lucio Dalla a Sorrento

Dal 14 aprile all’8 maggio, Sorrento rende omaggio a Lucio Dalla, suo cittadino onorario, a 80 anni dalla nascita e lo fa con la seconda edizione de “I colori di Lucio“, una rassegna multidisciplinare tra cultura e tradizione per esaltare “anima e cuore” dell’artista bolognese che qui amava trascorrere piacevoli ore in barca con amici di vecchia data e passeggiare nella bellezza della cittadina affacciata sulla baia di Napoli.

Un legame forte, una lunga storia d’amore e d’amicizia, e quella “terrazza” che è diventata uno degli incipit più famosi della musica italiana: così Sorrento festeggia e ricordare il poeta, il cantante, l’artista e l’amico.

La terrazza che ammaliò Lucio Dalla

L’incontro di Lucio con la terrazza che lo stregò e lo ispirò al punto da fargli incidere uno dei brani più appassionati e struggenti del panorama musicale italiano, celebre in tutto il mondo, avvenne per caso, per un imprevisto.

Nel 1986 il cantautore, infatti, stava navigando con la sua barca quando, un’avaria, lo costrinse a fermarsi a Sorrento in attesa che l’imbarcazione fosse riparata. Si trovò a soggiornare presso il Grand Hotel Excelsior Vittoria, il più prestigioso della città fondato a metà Ottocento dalla famiglia Fiorentino, e gli venne assegnata la suite Caruso, dove il grande tenore trascorse l’ultimo periodo della sua vita, minato dalla malattia, impartendo lezioni di canto a una giovane di cui era innamorato.

Dalla, ascoltata la malinconica storia dai proprietari dell’hotel, ne rimase assai colpito e la stanza, rimasta esattamente come la lasciò Caruso nel 1921 con i tappeti, i broccati, il lampadario a gocce, i velluti, gli arredi pastello, il pianoforte e la spettacolare terrazza sul Golfo di Sorrento lo portò a comporre, di getto, il capolavoro “Caruso“.

Infatti, quella che è una delle canzoni più note dell’artista bolognese nonché uno dei simboli della musica italiana a livello internazionale, nasce proprio dallo stesso pianoforte che il tenore suonava per dare lezioni di canto alla ragazza amata e include in sé la tradizione della canzone napoletana e del melodramma italiano sia nel testo che nella musica.

Un luogo unico, “dove il mare luccica e tira forte il vento“, con la terrazza intrisa della brezza marina dove Caruso una sera cantò a viva voce le più significative arie d’opera, la suite Caruso è assoluto simbolo della relazione infinita tra Dalla e Sorrento, un “piccolo museo” dove è possibile alloggiare, una delle stanze più richieste della lussuosa struttura storica adornata da affreschi negli interni e da statue in marmo di epoca romana negli spazi esterni.

Sorrento, un angolo di paradiso

Il pittoresco centro storico di Sorrento, dove Lucio amava passeggiare, è un piccolo angolo di paradiso al pari dell’emozionante panorama sul blu del mare.

Lungo il dedalo di stradine, ci si imbatte in tipici negozietti che sono un trionfo di colori e di sapori, nelle botteghe artigiane, in deliziosi ristorantini, antichi edifici, suggestive chiese e imperdibili scorci che si aprono all’improvviso sul magico Golfo.

Cuore pulsante della città è Piazza Torquato Tasso, dove spicca la statua dello scrittore, si affaccia il raffinato Grand Hotel Vittoria, e inizia Corso Italia, la vivace via dello shopping.

A pochi passi, il Complesso Conventuale di San Francesco dall’interno di stile barocco e la magnifica Villa Comunale, a picco sul mare nell’abbraccio di alberi secolari, uno dei punti panoramici per eccellenza di Sorrento sul Golfo e sul Vesuvio: da qui, parte anche la stradina panoramica che raggiunge Marina Piccola e il porto di Sorrento dove il molo è stato intitolato proprio a Dalla.

Ecco poi la Cattedrale, dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, la Chiesa di Sant’Antonino Abate, la più frequentata intitolata al Patrono, e le favolose spiagge dove rilassarsi al sole: la Spiaggia di San Francesco, la Spiaggia di Puolo, i rinomati Bagni della Regina Giovanna e la Baia La Solara.

Categorie
Europa Idee di Viaggio Scozia Viaggi viaggiare

Viaggio nella città più colorata della Scozia

L’Isola di Skye, la più grande delle Ebridi Interne collegata alla Scozia con un ponte, è la più romantica e suggestiva, disegnata da maestose montagne, valli selvagge, coste frastagliate, castelli medievali e iconici villaggi di pescatori.

Punto di partenza ideale per visitarla è Portree, la sua città più grande, situata nell’estremità sud, il cui nome in gaelico significa “porto del re” con probabile riferimento al sovrano Giacomo V di Scozia che venne qui in visita agli inizi del XVI secolo.

Gioviale e colorata, la cittadina scozzese accoglie i visitatori in un clima spensierato e amichevole, con negozi e pub sul porto, alloggi per i turisti e il “Visit Scotland Information Centre” dove raccogliere mappe per escursioni e preziosi consigli per vivere al meglio l’isola.

Il centro principale dell’isola di Skye

Raccolto e pittoresco villaggio in riva al mare nell’abbraccio di alture e scogliere, familiare e tranquillo, Portree conquista grazie al suo porto e alle casette variopinte che si specchiano in acqua: qui si concentra la maggior parte dei turisti, lungo la stradina panoramica su cui si affacciano i ristoranti ed è possibile ammirare le barche dei pescatori locali e le imbarcazioni da diporto.

L’attrazione principale è proprio questo scorcio da cartolina, da immortalare in scatti unici: i colori delle case trasmettono allegria e contrastano con la classica idea, misteriosa e “cupa”, che di solito si ha della Scozia.

Oltre alle case, lo sguardo si perde a osservare le isole Rona e Raasay all’orizzonte.

Altre esperienze da non perdere nella città più turistica di Skye sono una cena al pub (ve ne sono alcuni intorno alla piazza centrale), crociere in barca, trekking a cavallo e gli spettacoli teatrali, i concerti e le proiezioni di film organizzati dal pluripremiato Aros Centre, che rende la città un vivace centro culturale.

Inoltre, non manca un’ampia scelta di alloggi che vanno dagli ostelli, ai B&B, alle strutture con angolo cottura fino al campeggio e agli hotel di lusso.

Una passeggiata nei dintorni di Portree

Dopo aver apprezzato l’atmosfera portuale di Portree, a pochi chilometri vi attende il solitario pinnacolo, alto cinquanta metri, dell’Old Man of Storr, uno dei simboli dell’isola, parte del complesso montuoso “The Storr”, punto più elevato dai suoi 719 metri.

Dalla città, si può raggiungere sia in auto seguendo lo “Scorrybreac Trail”, il sentiero che inizia dopo il porto, oppure con la lineA 57A degli autobus Stagecoach che partono da Somerled Square.

L’escursione per arrivare al cospetto del “vecchietto di Storr”, adatta a tutti, ha una lunghezza di due chilometri e una durata, all’incirca, di un’ora e un quarto.

Ma non è tutto.

Durante una visita al principale centro di Skye, dovete mettere in lista anche un’escursione alla scogliera a picco sul mare di Kilt Rock, a soli dieci minuti d’auto dall’Old Man of Storr.

Il paesaggio è uno dei più sorprendenti dell’isola: oltre alle colonne di basalto lungo la parete di roccia che assomigliano al costume tradizionale scozzese, incantano le cascate Mealt Walls con il loro salto di 55 metri che giunge direttamente in mare.

Infine, a diciannove chilometri, si apre la verde valle da fiaba “Fairy Glen” dove leggenda vuole che siano stati avvistati gnomi e fate.

Categorie
itinerari Notizie Viaggi

Tour tra le panchine giganti, un itinerario mozzafiato

Il 28 e il 29 aprile a Dogliani (Cuneo) si terrà il primo Festival dedicato alle panchine giganti, le curiose e celebri Big Bench ideate dal designer statunitense Chris Bangle, residente con la moglie a Clavesana dal 2009.

Sarà un’occasione per valorizzare il territorio e promuoverlo dal punto di vista storico e culturale, una grande festa organizzata dalla Fondazione no profit Big Bench Community Project Ets, aperta a tutti gli appassionati con intrattenimento musicale, cena, asta benefica e il convegno riservato ai promotori delle 286 panchine giganti già installate e delle numerose in fase di realizzazione.

Le panchine giganti: un forte impatto emozionale

Sono centinaia ormai le suggestive panchine giganti sparse in tutta Italia, in luoghi poco frequentati e spesso isolati ma di grande bellezza, dove ammirare panorami superlativi seduti a due metri da terra tornando anche un po’ bambini.

Tutto nasce dall’inventiva di Chris Bangle che, nella Borgata a Clavesana (Cuneo) dove si trovano la sua residenza e lo studio di design, realizza la prima panchina gigante nel 2010 come un’installazione panoramica accessibile ai visitatori.

È un progetto che ha preso il via tra “amici e vicini di casa”, un’iniziativa senza scopo di lucro per incoraggiare le persone a sorprendersi ammirando il paesaggio con occhi nuovi, un’esperienza collettiva e immersiva che tutti possono sperimentare e condividere, anche sui social come Facebook dove è nato un apposito gruppo dedicato ai “cacciatori di panchine giganti”.

Le colorate installazioni artistiche, che riproducono la classica panchina da giardino ma in formato gigante, hanno l’obiettivo di donare un forte impatto visivo ma soprattutto, emozionale: sedersi su una di esse abbracciati dallo scenario naturale delle colline piemontesi, in gran parte punteggiate da vigneti, è una sensazione impagabile, un modo eccezionale per staccare dalla frenetica vita quotidiana e ritagliarsi un momento tutto per sé, come in una favola.

Per i più affezionati, inoltre, Big Bench Project ha ideato il “Passaporto delle Panchine Giganti” da far timbrare in ogni luogo visitato a testimonianza di questa esperienza unica nel suo genere.

Dove ammirarle in Piemonte

Il Piemonte è la terra natia delle panchine giganti, il punto di partenza ideale per conoscerle da vicino e godere della loro meraviglia.

Nel corso degli anni, il progetto si è ampliato senza sosta e tuttora è in continuo aggiornamento, suddiviso tra le province di Cuneo, Asti, Alessandria, Torino, Novara, Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli.

Tuttavia, un itinerario perfetto per intraprendere l’avventura al cospetto delle originali installazioni può iniziare proprio dallo splendido territorio in cui hanno visto la luce, le Langhe, i cui vigneti sono riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Cominciamo dalla “Capitale del Tartufo“, Alba, e dai suo dintorni: qui si possono ammirare la panchina gigante di Alba n. 14, in località Scaparone, quella di Diano d’Alba, n. 65, di Neive, n. 23, di Montelupo Albese, n. 100, di Coazzolo, n. 26, di Monchiero, n. 22, di Sinio, n. 63, di Monforte d’Alba, n. 12 (quella viola) e n. 6 (quella rosa), e di Dogliani, n. 13.

Partendo, invece, dalla prima panchina pensata da Chris Bangle a Clavesana, la n.1 rossa “ufficiale”, nello stesso paese spiccano anche la n. 3 gialla in Borgata Palazzetto e la n. 4 blu in Frazione Lo Sbaranzo.

Vi sono poi le panchine giganti di Carrù, la grande panchina n. 7 e le piccole nella piazza principale (Small Big Bench), quella di Farigliano, n. 2, di Piozzo, n. 8 e di Cigliè, n. 43.

Proseguendo lungo l’incantevole territorio dell’Alta Langa, le panchine sono disseminate a Niella Belbo (n. 16), San Benedetto Belbo (n. 85), Paroldo (n. 44), Ceva (n. 28), e Arguello (n. 11).

Infine, nella zona del Roero, parte nord-orientale del Cuneese, da vedere le panchine di Canale (n. 47), Montà (n. 167), Vezza d’Alba (n. 5) e Castellinaldo (n. 157).

Categorie
itinerari Notizie Viaggi

Questa è la tappa più suggestiva del Giro D’Italia

Il mondo che abitiamo è un posto meraviglioso, e i viaggi che ci spingono ad esplorarlo in lungo e in largo non fanno che confermarlo. Eppure non c’è bisogno di volare così lontano da casa per lasciarsi incantare dalle bellezze naturalistiche e dai capolavori architettonici e artistici che appartengono al pianeta, perché molti di questi si trovano nel BelPaese.

Sì, la nostra Italia è davvero bellissima. Lo è per le sue spiagge, per il sole e per il mare azzurro e cristallino. Lo è per i parchi e le riserve, per i boschi e le foreste e per tutti quei capolavori che fanno parte del nostro patrimonio naturalistico. Ma lo è anche per i borghi, custodi secolari di usanze e tradizioni, e per tutti quei paesaggi da cartolina che popolano le travel wish list dei turisti che ogni giorno arrivano qui da ogni parte del globo.

Ed è proprio in uno di questi paesaggi, forse uno dei più belli dello stivale, che vogliamo portarvi oggi. Di quella che è, con tutta probabilità, la tappa più suggestiva del Giro d’Italia. Stiamo parlando della Costiera Amalfitana che, dopo dieci anni, tornerà ad ospitare una delle manifestazioni più importanti del BelPaese.

Bentornati in Costiera

La Costiera amalfitana non ha bisogno di presentazioni. Quel tratto di costa che si snoda nella provincia di Salerno, e che prende il nome dalla città di Amalfi, è considerata da sempre uno dei luoghi più affascinanti d’Italia e forse del mondo intero. Basta guardare le foto che la ritraggono per comprenderne i motivi.

Riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1996, la costiera è conosciuta e celebrata in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica, per quel paesaggio mozzafiato fatto di scogliere a strapiombo sul mare e di borghi sospesi.

Organizzare un viaggio qui, questo è chiaro, è sempre un’ottima idea. Ma c’è un motivo in più per farlo questa primavera, ed è dato dal fatto che questo tratto di costa ospiterà, di nuovo, uno degli eventi sportivi più celebri del BelPaese: il Giro d’Italia.

La tappa più suggestiva del Giro d’Italia

L’appuntamento è previsto per giovedì 11 maggio, una data importante e da segnare in calendario, che vedrà di nuovo il Giro d’Italia, dopo dieci anni, attraversare la Costiera.

La manifestazione, giunta alla sua 106esima edizione, inaugurerà la sua tappa campana in provincia di Napoli, per proseguire per il Valico di Chiunzi e per il comune di Tramonti. I ciclisti attraverseranno su due ruote la pittoresca Ravello e Atrani, per poi proseguire per Amalfi, Conca dei Marini, Furore, Praiano e Positano.

Sarà questa l’occasione perfetta per sostenere i ciclisti nella loro impresa, quella di attraversare, pedalata dopo pedalata, un delirio di curve, tornanti, salite e discese. Ma anche per riscoprire i profumi e i colori di questo tratto di costa che si fanno più intensi che mai in primavera, e per ammirare tutti quei paesaggi mozzafiato che da sempre incantano tutti i cittadini del mondo.

Il Giro d’Italia, poi, proseguirà per Sorrento, attraversando Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Torre del Greco, Portici e di nuovo Napoli. E voi avete già scelto quale tappa raggiungere?

Categorie
arcobaleni cascate Curiosità Hawaii isole Nord America Posti incredibili Viaggi

Su quest’isola esistono cascate che hanno rubato i colori all’arcobaleno

Esiste un luogo, dall’altra parte del pianeta, in cui Madre Natura ha scelto di conservare i suoi capolavori più grandi e straordinari. Un posto che lei stessa ha trasformato nel palcoscenico di uno spettacolo immenso che è destinato a incantare la vista e a stordire i sensi. Questo luogo si chiama isola di Hawaii, conosciuta anche come Big Island.

Si tratta della più grande isola dell’arcipelago delle Hawaii, quella che ospita alcuni dei paesaggi più surreali del mondo intero. Le spiagge dai mille colori che brillano al sole, come quella verde di Papakolea, si alternano alle lussureggianti foreste pluviali mentre, tutto intorno, si snodano vulcani ancora attivi, parchi e riserve straordinarie che ospitano numerosi esemplari di flora e di fauna.

Ed è proprio a Big Island che oggi vogliamo restare, per portarvi alla scoperta di uno dei paesaggi più surreali e magici del mondo intero, quello delle Raimbow Falls, le cascate che hanno rubato i colori dell’arcobaleno.

La cascata prismatica che ha rubato i colori all’arcobaleno

Per ammirare quello che è uno degli spettacoli più incredibili mai creati da Madre Natura dobbiamo recarci a Hilo, la più vivace e popolata città dell’isola di Hawaii. Partendo dal nucleo urbano, infatti, è possibile raggiungere Raimbow Falls, un complesso di cascate straordinarie che creano un paesaggio sublime e mozzafiato.

Veri e propri muri d’acqua che occupano una superficie verticale di 24 metri e che scorrono velocemente dall’alto verso il basso fino a fondersi con la piscina naturale sottostante. Le cascate, che fanno parte degli Hawai’i State Parks, sono accessibili liberamente e gratuitamente, e sono generate dal fiume Wailuku.

È proprio questo corso d’acqua, che si è guadagnato il primato per lunghezza in tutto l’arcipelago, a regalarci uno spettacolo così suggestivo e incantato. Una volta terminato il suo percorso, infatti, il fiume si getta a capofitto nella grande piscina situata proprio ai piedi di una grotta lavica.

Ma non solo le sue dimensioni a meravigliare, né tanto meno tutta la potenza della natura a suggestionare, ma sono quelle caratteristiche sfumature colorate, che assomigliano a un arcobaleno, a incantare. Le stesse che è possibile notare in determinati momenti della giornata e che hanno dato alle cascate il nome di Rainbow Falls.

La magia della natura dà spettacolo a Big Island

Le Rainbow Fall, chiamate anche Waianuenue (che in lingua locale significa “acqua arcobaleno“) sono un vero e proprio spettacolo per la vista, un luogo da raggiungere e da contemplare almeno una volta nella vita. Grazie a dei ponti artificiali costruiti all’interno del parco statale, è possibile raggiungere diversi punti panoramici che permettono di assistere allo show.

Da una parte, infatti, c’è il fiume Wailuku che conclude fiero e indomito il suo percorso, tutto intorno, invece, si snoda la rigogliosa foresta pluviale che si specchia nella piscina naturale caratterizzata da mille sfumature di azzurro.

La bellezza delle cascate, e la suggestione che queste restituiscono, a fatto nascere e diffondere diverse credenze. Gli abitanti del posto, infatti, sono fermamente convinti che la parete rocciosa sulla quale l’acqua cade nasconda in realtà la casa di Hina, la divinità della Luna.

A rendere tutto ancora più affascinante, poi, è quell’incantesimo lanciato da Madre Natura che tinge tutto di meraviglia. Quando il sole splende alto nel cielo, soprattutto durante il mattino, un gioco di luce e riflessi rivela il volto più bello di questo luogo e le cascate si trasformano in un arcobaleno in movimento.

Non si tratta di stregoneria, ma semplicemente di quel fenomeno ottico atmosferico che si crea quando la luce del Sole attraversa le gocce d’acqua. Questo, però, non rende meno straordinaria la visione che resta comunque mozzafiato.

Categorie
Fiume Idee di Viaggio Viaggi

Dordrecht, la meta olandese tutta da scoprire

Adagiata alla confluenza dei tre fiumi Merwede, Noord e Hollands Diep, città più antica dei Paesi Bassi (si fregia del titolo di “Città” dal 1120), Dordrecht è dove si respira l’Olanda più autentica, in uno scenario unico dove l’acqua è assoluta protagonista.

Dichiarata Monumento Nazionale Protetto, l’elegante città olandese incastonata sull’omonima isola e solcata da canali che racchiudono svariati porticcioli, grazie alla sua posizione strategica durante il Medioevo divenne un importante centro fluviale commerciale che la arricchì di botteghe e di un patrimonio architettonico che sorprende ancora oggi.

E a ragione: i fiumi rendono l’atmosfera ancora più scenografica con qualsiasi condizione meteo, specchio dei caratteristici palazzi, l’arte e la cultura la fanno da padrone lungo il centro, nei teatri e durante i numerosi festival, mentre le terrazze sull’acqua e il via vai delle imbarcazioni dal molo donano la sensazione di passeggiare lungo un vivace porto di mare.

Dordrecht è una vera sorpresa, una meta da inserire nella lista delle “cose da vedere” durante una vacanza in Olanda che offre ai visitatori un centro storico ben conservato dove lasciarsi incantare da numerose chiese ed edifici di pregio, musei, gallerie d’arte, negozietti d’antiquariato nonché escursioni in barca e una scenografica bellezza del paesaggio.

Non dimentichiamo, poi, i festival, i mercati e le molte attività all’aperto durante il periodo estivo.

Le tappe salienti da ammirare passeggiando per Dordrecht

Uno dei luoghi più frequentati e vivi della città è il molo, Groothoofdspoort, antico punto d’ingresso della città cui si approda arrivando in battello da Rotterdam.

Qui, tra ristoranti e artisti di strada, si viene subito avvolti da un’atmosfera quasi surreale, con i pittoreschi edifici e la luce che si riflettono in acqua.

A sud del molo, ecco l’antica e graziosa strada che costeggia il Wolwevershaven, tra i canali più antichi del centro, dove svettano edifici risalenti al Seicento e riposano al sole pittoresche imbarcazioni a vapore.

Superato il ponte levatoio, si raggiunge il porticciolo NieuweHaven che ospita moderne barche a vela e il Museum 1940-1945 con una vasta collezione di oggetti della Seconda Guerra Mondiale.

Non lontano, ecco poi il Museum Simon Van Gijn, dove conoscere la vita di un aristocratico del Settecento grazie a tappezzerie, mobili e oggetti d’epoca all’interno della casa del rinomato collezionista.

Dopo aver ammirato la seicentesca Beverschaep con l’immagine del castoro e della pecora raffigurati nello stemma araldico sulla porta e il Blauwpoort, seicentesco ingresso commerciale tra i più notevoli per quanto riguarda l’architettura, oltrepassando il Municipio lo sguardo viene catturato dalla chiesa più grande della città, la Grote Kerk, realizzata tra il XIV e il XV secolo, con l’imponente campanile la cui cima si raggiunge salendo 275 gradini per godere di una vista impagabile sulla città.

Da qui, è il momento di immergersi tra i vicoletti per poi sbucare nella Scheffersplein, la piazza principale, dove si staglia la statua del pittore fiammingo Ary Scheffer.

E, a proposito di arte e delle opere dei pittori che hanno immortalato Dordrecht  e il suo territorio, tappa imperdibile è il Dordrecht Museum dove ammirare capolavori olandesi dal XVII a oggi tra cui opere di Albert Cuyp e Jan van Goye.

Ma non soltanto. La suggestiva città olandese è famosa anche per l’Arca di Noè, museo interattivo ospitato all’interno di una gigantesca riproduzione della celeberrima arca biblica di 300 metri dove conoscere meglio la storia di Noè e del Diluvio Universale.

Ancora, in periferia si estende il Parco Nazionale De Biesbosch, zona d’acqua dolce perfetta per gite fuori porta all’insegna di passeggiate lungo i sentieri, i percorsi navigabili e le attività ricreative.

Gli eventi top

Dordrecht è anche una delle città olandesi più ricche di eventi.

Tra gli eventi maggiori che si ripetono ogni anno troviamo il Dordt in Stoom, “Dordrecht a vapore” dall’1 al 3 giugno, il più significativo evento in Europa dedicato ai mezzi a vapore sulla terraferma, l’Open Monumentendagen Dordrecht, la “Giornata dei Monumenti Aperti” dall’8 al 9 settembre con la visita gratuita di circa 60 tra musei e monumenti, il Festival di Bach dal 14 al 23 settembre dove deliziarsi con le opere di Johann Sebastian Bach e, infine, il Mercatino natalizio il 14, 15 e 16 dicembre con il centro storico vestito a festa.

Categorie
crociere Idee di Viaggio itinerari culturali mare Viaggi

Una nave sotterranea che racconta la storia del mare

Organizzare un viaggio in Danimarca, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Il Paese scandinavo, infatti, è un concentrato di meraviglie tutte da scoprire. A partire da Odense, la città natale dello scrittore Hans Christian Andersen, passando naturalmente per Copenhagen, la meravigliosa capitale caratterizzata da palazzi reali, da un porto colorato e dal celebre parco divertimenti Tivoli.

È proprio partendo dalla capitale che è possibile andare alla scoperta dei suoi suggestivi dintorni. A poco più di 40 chilometri dalla città, infatti, si può raggiungere Helsingør, la città nella regione di Hovedstaden che ospita il Castello di Kronborg, il Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2020 che ha fatto da sfondo alla tragedia shakespeariana dell’Amleto, un vero e proprio punto di riferimento per tutte le persone che visitano questa parte del Paese.

Quello che non tutti sanno, però, è che in città esiste un altro luogo incredibile che è indissolubilmente legato alla storia del territorio. Si tratta di un museo, che ha la forma di una nave sotterranea, e che racconta la storia del mare. Curiosi di scoprirlo?

Benvenuti al Danish National Maritime Museum

Correva l’anno 2013 quando, a Helsingør, veniva inaugurato il Danish National Maritime Museum, il museo dedicato alla storia del mare e al suo antico legame con la Danimarca. Realizzato dagli architetti del gruppo BIG, l’edificio è stato ricavato all’interno di vecchie banchine d’approdo, poi prosciugate, e ripensato per evocare gli scenari che appartengono al mondo marino.

Visto da fuori, infatti, il museo sembra una grande nave di vetro sotterrata. L’impatto visivo è davvero straordinario al punto tale che, sin dalla sua inaugurazione, il Danish National Maritime Museum è stato proclamato come uno dei musei più belli e interessanti del mondo sia dalla BBC che dal National Geographic.

Oltre al design esterno, che merita da solo una visita, il museo ospita tutta una serie di locali e gallerie che conservano e valorizzano la storia del mare. All’interno dell’edificio, infatti, sono conservati secoli di storia del commercio marittimo del Paese, raccontati attraverso dipinti, foto, oggetti e fari. Non mancano neanche proiezioni sui muri e, modelli e ricostruzioni che popolano sale e locali ricavati dall’ex bacino di carenaggio.

La storia del mare ospitata da una nave sotterranea

Il museo, che si snoda su una superficie sotterranea di oltre 6.000 metri quadrati, è situato proprio nei pressi del Castello di Kronborg, che è visibile anche in lontananza. Lavorando su un vecchio sito, risalente al secolo scorso, gli architetti sono riusciti a costruire un gioiello di architettura contemporanea che impatta minimamente sull’ambiente.

Le gallerie che ospitano la storia del mare, infatti, sono situate tutte sotto terra e collegate con la superficie da passerelle che permettono ai visitatori di mettersi al centro di un percorso straordinario che attraversa presente e passato.

Molto più di un museo, il Danish National Maritime Museum è una vera e propria esperienza immersiva che tutti gli appassionati del mare dovrebbero vivere e condividere, anche in famiglia. Sono diversi, infatti, i giochi interattivi che coinvolgono grandi e bambini, tra i i quali anche quello che offre la possibilità di navigare, virtualmente, il mare attraversando diverse epoche.

Categorie
Curiosità Viaggi

In questo anfiteatro naturale le stelle danno spettacolo

Il mondo che abitiamo è un concentrato di meraviglie straordinarie e surreali, che incantano e stordiscono a ogni passo, molte delle quali portano la firma di Madre Natura. È proprio lei, infatti, che come un sapiente artigiano ha plasmato il pianeta, trasformandolo nel palcoscenico di uno spettacolo grandioso, il suo.

Boschi incantati, cascate arcobaleno, laghi a forma di cuore e montagne colorate, queste sono solo alcune delle creazioni di Madre Natura, alle quali poi si aggiungono le strabilianti fioriture che si alternano durante le stagioni e che tingono di bellezza tutto ciò che ci circonda.

Eppure, lo show della natura non è solo quello che si snoda intorno a noi. Basta infatti alzare lo sguardo per ammirare la magia che prende forma tutti i giorni, quando il sole lascia spazio al crepuscolo, e le stelle e i pianeti cominciano a danzare. E se volete ammirare questa visione straordinaria, immersi in uno scenario selvaggio e incontaminato, allora c’è solo un luogo da raggiungere. Si tratta di un anfiteatro naturale dove lo spettacolo va in scena nel cielo. E, vi assicuriamo, è bellissimo.

Ad ammirar le stelle in Nuova Zelanda

Situata a sud ovest dell’Oceano Pacifico, la Nuova Zelanda popola da sempre le travel wish list degli avventurieri curiosi e temerari e questo non ci stupisce. Proprio lì, tra i territori formati dall’azione dei vulcani e delle glaciazioni, che si sono trasformate nella Terra di Mezzo del Signore degli Anelli, esistono alcune delle meraviglie naturali più incredibili e sublimi del pianeta intero.

Aree desertiche che si perdono all’orizzonte e che si alternano a immensi laghi e montagne maestose, vulcani attivi e paesaggi lavici, geyser e sorgenti termali: queste sono alcune delle bellezze che caratterizzano l’immenso patrimonio naturalistico del Paese, alle quali poi si aggiungono le grandi riserve che si snodano tra le città.

Ed è proprio di una riserva che vogliamo parlarvi oggi. Non una qualunque, intendiamoci, ma una delle più spettacolari del Paese e del mondo intero. Si tratta dell’Aoraki Mackenzie International Dark Sky Reserve, la più grande riserva dell’emisfero australe.

Situata nel distretto di Mackenzie, nell’Isola del Sud della Nuova Zelanda, questa riserva che si estende per oltre 4.000 chilometri quadrati comprende il Parco nazionale di Aoraki Mt Cook e i villaggi di Lake Tekapo, Twizel e Mt Cook. E se di giorno è possibile ammirare tutte le meraviglie naturalistiche che si snodano su questa immensa superficie, è di notte che qualcosa di magico accade.

Quando il sole lascia spazio al crepuscolo, infatti, l’Aoraki Mackenzie International Dark Sky Reserve si trasforma in un anfiteatro naturale dal quale ammirare gli spettacoli più belli del mondo a testa in su.

Ammirare gli show del cielo da un anfiteatro naturale

L’Aoraki Mackenzie International Dark Sky Reserve è l’unica riserva internazionale dei cieli scuri del Paese e, come il nome stesso suggerisce, appartiene al circuito dei Dark Sky Place, luoghi certificati dove l’inquinamento luminoso è ridotto al minimo o nullo e il buio, così come le stelle, sono considerate delle risorse naturali da proteggere e valorizzare.

La riserva, che si snoda su un’area sterminata, è caratterizzata da un paesaggio montuoso, selvaggio e incontaminato. Raggiungerla vuol dire fare un’esperienza di vita che permette alle persone di connettersi con la natura primordiale. E se di giorno i paesaggi che si snodano tutto intorno invitano a contemplare la grande bellezza, di notte lo sguardo è catturato dal magico spettacolo che va in scena nel cielo.

Quando tutto sprofonda nel buio più nero, infatti, centinaia di stelle di un bagliore sfavillante fanno capolino tra gli astri che popolano la volta. Mettetevi comodi e rivolgete lo sguardo verso l’alto: lo show è mozzafiato.

Categorie
aeroporti meteo Notizie Viaggi

Sarà un’estate di caos, ma per gli aeroporti italiani no

Chiunque abbia viaggiato la scorsa estate ricorderà il caos negli aeroporti: tra ritardi, cancellazioni e overbooking, partire per le vacanze (e tornare a casa) potrebbe essersi rivelato difficile come mai accaduto prima. Ebbene, per la stagione estiva 2023 le previsioni sono ancora allarmanti. Ma non per gli italiani: a quanto pare, i nostri scali sono pronti ad affrontare al meglio la situazione.

Caos aeroporti, ma non in Italia

Riportiamo indietro le lancette ad appena un anno fa: moltissimi turisti, pronti finalmente a mettersi in viaggio dopo tanti mesi passati tra lockdown e chiusura delle frontiere, si sono trovati davanti a nuovi ostacoli. Gli aeroporti e le compagnie aeree, evidentemente non ancora pronti a gestire un incredibile aumento del traffico passeggeri come quello che si è verificato, hanno vissuto momenti di crisi. Il risultato è stato un vero e proprio caos, con persone costrette persino a rinunciare alla loro partenza a causa di problemi come cancellazione di voli all’ultimo momento e overbooking troppo frequenti. Cosa dobbiamo aspettarci per l’estate 2023?

Potremmo pensare che, forti dell’esperienza dello scorso anno, gli aeroporti siano ora attrezzati a gestire meglio la crisi. Eppure, le prime indagini rivelano che le difficoltà sono già all’ordine del giorno, e siamo ancora in primavera. Tutto ciò non dovrebbe però riguardare il nostro Paese. Ad affermarlo è Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile): “Gli interventi di carattere keynesiano che sono stati fatti per il mantenimento del personale hanno garantito una capacità che altri Paesi non hanno avuto. Non abbiamo avuto alcun disagio e anzi abbiamo saputo attrarre nuovo traffico. Ed è per questo che sono convinto che anche quest’estate il sistema italiano sarà premiato e che diversi aeroporti, soprattutto quelli del Sud, supereranno i livelli del 2019″.

Estate 2023, è allarme per i posti in aereo

Se la situazione italiana sembra essere rosea, non si può dire altrettanto a livello europeo o addirittura globale. Alcune recenti analisi hanno portato alla luce numerosi problemi che potrebbero mettere a rischio l’estate di milioni di turisti in tutto il mondo. È quanto affermato dalla società di consulenza Oag, che ha confrontato il numero di posti in aereo disponibili nel marzo 2019 con quelli disponibili nel marzo 2023. Il risultato è allarmante, nella maggior parte dei casi: in Europa, i voli interni hanno visto un calo del 15,7%, mentre quelli a lungo raggio sono diminuiti del 9.1%. In totale, le compagnie aeree hanno messo in vendita in totale 445 milioni di posti, segnando un -5,1% rispetto a quattro anni fa, in epoca pre-pandemia.

L’estate sarà più bollente che mai, visto che già moltissimi voli sono stati cancellati: uno studio ha rivelato che le compagnie aeree hanno in programma ben 90mila partenze in meno rispetto alle scorse stagioni (circa 500 voli cancellati al giorno). E i prezzi si fanno sempre più alti, anche per i vettori low cost, a causa dell’aumento del carburante. La soluzione? Per alcuni, potrebbe essere scegliere una meta più vicina e rinunciare all’aereo, optando per un mezzo più sostenibile come il treno. Godendosi non solo la vacanza stessa, ma anche il viaggio su rotaia, un’avventura spesso molto emozionante.

Categorie
eventi Notizie Viaggi viaggiare

Cosa fare a Ustica, gli appuntamenti ed eventi imperdibili

Perla del Mediterraneo, Ustica è una piccolo lembo di terra accarezzato dal vento e sospeso sul mare cobalto, un’isola ricca di storia e di paesaggi di una bellezza rara. Meta prediletta per il turismo naturalistico ed esperienziale, nonché sede della prima area marina protetta d’Italia, è il luogo ideale dove trascorrere un’estate all’insegna delle scoperte delle meraviglie di cui è ricca, via terra e via mare, perfetta anche da visitare fuori stagione. Ecco alcuni degli appuntamenti in calendario nei prossimi mesi che non potete perdere.

Alla scoperta di Ustica

Gli antichi romani la chiamavano Ustica (da ustum, ‘bruciato’), mentre i greci Osteodes (ossario), per i resti di mercenari che vi sarebbero morti per fame e sete. Da alcuni viene ritenuta la dimora della maga Circe, citata nell’Odissea, che trasformava gli incauti visitatori in maiali.

I primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico. Alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di un antico villaggio cristiano. Sepolture, cunicoli e una gran quantità di reperti archeologici ritrovati anche sott’acqua, a causa dei tanti naufragi avvenuti nel tempo, testimoniano una presenza costante, nel luogo, di diversi antichi popoli mediterranei, Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani che vi lasciarono vestigia dappertutto, prima che diventasse base dei pirati saraceni.

Con una superficie di poco più di otto chilometri quadrati, l’isola a poche miglia da Palermo (ecco un’attrazione imperdibile nel capoluogo siciliano) è una sorta di affascinante anfiteatro che guarda al mare, con un perimetro costiero che è un alternarsi di grotte e insenature suggestive. Una biodiversità straordinaria regna su Ustica, un patrimonio che la comunità isolana ha voluto ad ogni costo tutelare e proteggere, portando così alla creazione, nel 1986, della Riserva Marina di Ustica, prima area marina protetta in Italia. Conosciuta e apprezzata soprattutto per i suoi incredibili fondali, questa perla siciliana è considerata la capitale indiscussa della subacquea nel Mar Mediterraneo, il luogo perfetto se cercate le immersioni più belle ed entusiasmanti tra fondali spettacolari. Un giro in barca è d’obbligo per ammirare la bellezza delle coste incontaminate, ma non mancano itinerari che permettono di addentrarsi nella natura dell’isola, immersi nei colori e nei profumi di un territorio ospitale e silenzioso.

L’essenza dell’isola si ritrova anche nelle sue eccellenze gastronomiche, salvaguardate dai contadini locali che con sapienza hanno preservato alcune coltivazioni. Oggi le fave e le lenticchie di Ustica sono presidi SlowFood, e sostenibilità e rispetto dell’ambiente si ritrovano anche nel gusto dei vini prodotti dall’unica azienda vitivinicola del posto.

Lontana dal turismo di massa, Ustica è la destinazione ideale tra le perle della Sicilia, elogiata anche dal National Geographic, per una vacanza fatta di cose semplici e a contatto con una natura che sorprende a ogni scorcio, tra mare, relax e passeggiate per sentieri che permettono di vivere un’esperienza più intima, creando un vero legame con l’isola e i suoi tesori.

Cosa fare a Ustica, tra immersioni e raduni di e-bike

L’estate dell’isola di Ustica riparte con delle novità e con le sue bellezze naturalistiche e culturali da scoprire e riscoprire. Tra gli appuntamenti già in calendario da non perdere, per chi vuole vivere in prima persona la prima esperienza subacquea ed esplorare i fondali marini accompagnata dai diving center dell’isola, c’è il “Battesimo del mare” del 1° maggio, durante il quale sarà possibile per i neofiti approcciarsi al mondo sottomarino.

Sempre nel mese di maggio sono in programma un raduno di e-bike per conoscere i sentieri della Riserva Naturale Orientata, e un appuntamento legato al SUP per esplorare la costa e le meravigliose grotte senza impattare sull’ambiente.

Se desiderate vivere una vacanza estiva all’insegna dello sport, non perdetevi la 12° edizione del Giro podistico a tappe,  l’oramai famosa ed entusiasmante settimana turistico-sportiva in programma ad Ustica dal 17 al 23 luglio, con nuovi e vecchi percorsi entusiasmanti.