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Sarà questa la futura Capitale del divertimento

A qualcuno suonerà ancora come un nome sconosciuto ma siamo certi che nel giro di poco sarà una delle località più nominate e prenotate dagli amanti delle movida e del divertimento. Parliamo di Canggu, una città che si trova sulla costa meridionale di Bali, in Indonesia, e più precisamente a ovest di Kuta, Seminyak e Legian. Un luogo che, se fino a poco tempo fa poteva non dire nulla a chi ne sentiva il nome, adesso sta diventando una meta sempre più gettonata e tra le più quotate per diventare la nuova Capitale del divertimento.

Addio a città come Amsterdam, Ibiza e Rio de Janeiro quindi? Sicuramente no, ma tra queste località dalla grande energia e vitalità, soprattutto in tema di svago e attività serali, deve entrare a pieno titolo anche Canggu e le sue infinite possibilità per vivere un’esperienza davvero unica e indimenticabile.

La storia di Canggu, da villaggio a città del divertimento

Solo 10 anni fa, Canggu era un villaggio costiero rurale che ospitava (raramente) alcune migliaia di surfisti e viaggiatori in cerca di tranquillità rispetto alle vicine spiagge e località più conosciute e frequentate. Nel giro di poco, però, questo luogo ha avuto una rapidissima ascesa in termini di sviluppo, incrementando tantissimo la sua offerta in ambito leisure e costruendo tutta una serie di lussuosi alberghi e beach club, in cui poter godere della bellezza del luogo e della sua vita notturna.

Come non citare, per esempio, il famoso Finns Beach Club, considerato come il miglior beach club di Bali grazie alla sue attrattive tra cui quattro piscine, otto bar (due dei quali sull’acqua) e cinque ristoranti diversi. Un luogo unico da cui poter osservare lo spettacolo del tramonto e proseguire con musica e festeggiamenti per tutta la notte. O l’Atlas Beach Club, aperto nel luglio 2022 ma che sta già lasciando il segno trasformandosi velocemente nel miglior luogo di intrattenimento di Bali. Ma non solo.

Tra feste e benessere

Perché una delle caratteristiche che rendono Canggu una meta che trabocca di possibilità è anche la sua capacità di coniugare divertimento a relax, movida a sport, benessere e salute.

Qui, infatti, oltre ad alberghi super forniti ma alla portata di tutti e locali in cui divertirsi e trascorrere piacevoli nottate, ci sono anche moltissime palestre, scuole di surf e centri termali, per consentire ai viaggiatori di prendersi cura di sé e della propria salute nonostante la voglia di far festa che rappresenta il mood delle vacanze di molti turisti e visitatori del luogo. Offrendo così una serie di servizi ad ampio raggio capaci di soddisfare richieste ed esigenze diverse.

Tutte validissime ragioni che spingono molti viaggiatori, influencer, travel blogger, ecc. a scegliere Canggu come meta ideale per le loro vacanze. Portandola di diritto tra le località top per vivere una vacanza all’insegna del divertimento e che sappia soddisfare tutti i sensi.

Un’occasione per chi non la conosce ma un “problema” per chi è sempre stato abituato a vivere Canggu nella sua semplicità e quotidianità. Tanto che si stanno adottando misure ad hoc per garantire che questo luogo possa sostenere il suo sviluppo senza ripercussioni di alcun genere. Un lavoro doveroso e necessario per preservare la tranquillità dei locali ma senza compromettere l’enorme potenziale di questa nuova destinazione del benessere e del divertimento.

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Il centro benessere a testa in giù sospeso tra cielo e terra

Sono le esperienze a caratterizzare in maniera unica le nostre avventure di viaggio, le stesse che ci permettono di costruire i ricordi più indelebili di una vita intera.

Esperienze che passano per la scelta di alloggi straordinari, visioni mozzafiato, passeggiate in mezzo alla natura, trekking urbani e molto altro. Elencarle tutte è una vera e propria missione impossibile, quello che possiamo fare però è parlarvi di un luogo che sembra avere tutte le carte in regola per farvi vivere le emozioni più incredibili di sempre.

Sì perché in Italia, e più precisamente a Valdaora, ai piedi di Plan de Corones, è stato creato un centro benessere a testa in giù, una struttura sospesa tra cielo e terra che affaccia su uno dei panorami più belli del nostro Paese. Scopriamolo insieme.

Benvenuti a Valdaora

Ci troviamo in Trentino-Alto Adige, e più precisamente nella provincia autonoma di Bolzano. È qui che nel pittoresco comune di Valdaora esiste un hotel che da anni è meta prediletta di tutti gli amanti della natura e della montagna.

Il suo nome è Hotel Hubertus, ed è una struttura ricettiva immersa in un parco naturale e lussureggiante che si estende per 5000 metri. L’edificio ospita quella che è una delle più suggestive terrazze panoramiche d’Italia, nonché la più grande di tutta Valdaora. Da qui è possibile ammirare uno scenario mozzafiato che abbraccia le Dolomiti e le Vedrette di Ries.

Perché oggi vi parliamo dell’Hotel Hubertus ve lo spieghiamo subito. Non solo perché la struttura è il luogo ideale per vivere vacanze rilassanti all’insegna del relax e della grande bellezza, ma anche e soprattutto perché qui è nata una Spa mozzafiato. Un centro benessere sospeso tra cielo e terra che vi farà vivere un’esperienza insolita e incredibile, a testa in giù.

Centro benessere capavolto, Hotel Hubertus

Fonte: IPA

Centro benessere capavolto, Hotel Hubertus

Hub of huts: rilassarsi a testa in giù

Si chiama Hub of huts ed è il centro benessere che completa in maniera straordinaria l’offerta dell’Hotel Hubertus. Progettata dal team di architetti dello studio noa*, questa nuova Spa è destinata a lasciare senza fiato. Del resto basta guardare le fotografie per provare quel senso di smarrimento misto al fascino che si traduce in un invito a vivere questa nuova esperienza in prima persona.

Il centro benessere sembra sospeso tra cielo e terra, e in effetti è stato costruito su una piattaforma a 15 metri di altezza. Le diverse strutture che completano la spa svettano verso l’alto creano un gioco d’illusioni senza precedenti. Al piano di sopra gli edifici svettano verso l’alto mentre quelli al piano di sotto sono ribaltati, come se fossero i soggetti di un’immagine riflessa nello specchio, o nelle acque.

E in effetti è proprio al paesaggio riflesso nelle acque della piscina a sfioro che caratterizza l’Hotel Hubertus che gli architetti si sono ispirati, creando così una struttura davvero incredibile che sembra sfidare la forza di gravità e che rovescia ogni prospettiva, e che garantisce un’esperienza al di fuori dell’ordinario.

Per raggiungere l’area benessere, gli ospiti sono invitati ad attraversare una passerella sospesa che conduce nella Spa, dove ci sono sauna, docce emozionali, piscine e aree destinate al riposo dei sensi.

Gli interni delle strutture, poi, sono pensati per garantire il massimo relax agli ospiti. Non mancano ovviamente ampie vetrate che permettono di abbracciare il panorama montuoso tutto intorno.

Centro benessere capavolto, Hotel Hubertus

Fonte: IPA

Centro benessere capavolto, Hotel Hubertus
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Si chiama Corona ed è l’isola del futuro che stavamo aspettando

Come ve lo immaginate, voi, un paradiso terrestre? Forse come un’isola tropicale baciata dal sole e bagnata da acque turchesi e cristalline. Un luogo dove la natura, che regna incontrastata, esorta e invita l’essere umano a connettersi con lei. Un posto dove l’ambiente circostante non è solo valorizzato, ma sopratutto tutelato e preservato.

Ecco, è così che ci immaginiamo quell’eden terrestre che appare nella nostra mente quando chiudiamo gli occhi. Ma quello che sembra un sogno è già realtà.

Sì perché l’isola del futuro che stavamo aspettando è già stata creata. Il suo nome è Corona ed il primo territorio al mondo privo di plastica monouso e blue verified. Scopriamola insieme.

Benvenuti a Corona Island

Esiste un luogo straordinario e incontaminato che si prepara a farci vivere l’esperienza più incredibile di una vita intera. Un’isola plasmata da Madre Natura, e circondata da acque dalle mille sfumature di blu, che è stata scelta dall’uomo per diventare un esempio di sostenibilità ambientale.

Il suo nome è Corona Island ed è un sogno che si avvera. La promessa di trasformare questo lembo di terra in un’oasi naturale in cui valori come la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente vengono prima di ogni cosa è stata mantenuta. A dimostrarlo è il fatto che il territorio ha ottenuto il più alto livello di verifica di sostenibilità Blue Standard di Oceanic Global, un riconoscimento che conferma tutta una serie di operazioni volte a proteggere e ripristinare il mondo marino.

L’isola verrà aperta al pubblico nell’estate del 2023 con un’offerta ampia e variegata destinata a famiglie, coppie e viaggiatori in solitaria che desiderano ritrovare quella connessione primordiale con la natura.

A occuparsi personalmente di quella che sarà la meta d’eccellenza dell’ecoturismo, è stata Corona, azienda produttrice di una delle birre più celebri e amate di tutto il mondo, nonché brand di eccellenza del gruppo Ab InBev. Il nome, infatti, è un omaggio alla stessa azienda, ma ci piace anche immaginare che quella corona stia anche ad indicare l’incredibile traguardo raggiunto di prima isola al mondo plastic free.

La prima isola al mondo senza plastica monouso

Situato al largo della costa della Colombia, questo lembo di terra si prepara a diventare un vero e proprio eden, nonché un esempio per tutte le altre destinazione turistiche. Un paradiso insulare unico nel suo genere completamente privo di plastica monouso il quale obiettivo è quello di incoraggiare gli ospiti a riconnettersi con il mondo naturale attraverso esperienze uniche e autentiche.

Per realizzare tutto questo, Corona ha collaborato con Oceanic Global, organizzazione no profit internazionale, per dare vita alla prima isola Blue Verified, ottenendo i massimi riconoscimenti per aver eliminato totalmente la plastica monouso e per aver adottato le migliori pratiche operativi per la sostenibilità su tutto il territorio.

Dalla costruzione delle strutture ricettive alla produzione di energia, passando per il cibo e le esperienze pensate per gli ospiti che raggiungeranno Corona Island: tutto è stato pensato per valorizzare, rispettare e preservare il territorio.

“Con Corona Island, celebriamo la maestosità e la bellezza della vita all’aria aperta, coinvolgendo i nostri ospiti nella protezione del paradiso”, ha affermato Felipe Ambra, Global Vice President Corona – “Non vediamo l’ora di accogliere i visitatori, riaccendere il loro rapporto con la natura e, si spera, creare più sostenitori dediti alla protezione del nostro mondo naturale”.

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Il piano di Singapore per diventare una città-stato green

Singapore, sin dalla sua proclamazione come città-stato indipendente, ha legato il suo progresso economico e sociale a una promessa di sviluppo sostenibile. Non è un caso, infatti, che attualmente sia la numero 8 al mondo nella classifica delle città più verdi del 2022 secondo le analisi di Resonance, una società di consulenza attiva nell’ambito immobiliare, del turismo e dello sviluppo economico.

Un indice che ci mostra come uno degli stati più piccoli dell’intero pianeta possa diventare un esempio per il resto del globo. Ma nonostante ciò, Singapore non è soddisfatta, e per questo si è posta ulteriori obiettivi da raggiungere per essere una città-stato ancora più green.

Come ha fatto Singapore a diventare green

Non è stato di certo stato un lavoro facile quello fatto su Singapore. Infatti, inizialmente aveva diversi problemi nella gestione delle acque reflue. Ma non solo. Molti dei suoi fiumi erano inquinati, le foreste erano state in gran parte abbattute e le risorse naturali del territorio erano scarse.

Per questo motivo, sono stati messi a punto piani chiari e sempre più integrati per l’edilizia abitativa, lasciando però ampio spazio agli spazi pubblici verdi. Nonostante i traguardi raggiunti, Singapore ora punta alla fase successiva: da città giardino vuole diventare città nella natura.

Il piano di Singapore

Gli obiettivi a breve termine prevedono lo sviluppo di più di 300 acri di nuovi parchi in modo da garantire a ogni famiglia di trovarsi, ovunque essa sia, a massimo 10 minuti a piedi da uno spazio verde. Si vuole, inoltre, triplicare il numero di piste ciclabili, puntare sullo sviluppo di un’economia circolare e richiedere che tutte le nuove auto siano veicoli a energia pulita, quindi elettriche.

singapore città green
Central Business District di Singapore

A lungo termine, invece, il piano prevede il finanziamento di programmi di formazione per futuri lavori nell’edilizia sostenibile e nella tecnologia solare. Il tutto entro il 2030.

L’aeroporto anti-Covid e a impatto quasi zero

Ma il 2030 sarà anche l’anno in cui entrerà in funzione il nuovo terminal 5 dell’aeroporto di Singapore che è stato pensato per rispondere al meglio alle esigenze della crisi climatica e a quelle di una possibile nuova epidemia.

Una struttura che sarà completamente innovativa a livello ecologico, a tal punto che la certificazione Green Mark Platinum Super Low Energy Building assicura che il terminal sarà quasi a impatto zero.

Infatti, l’energia necessaria per il suo funzionamento sarà prodotta quasi per intero da un enorme sistema di pannelli fotovoltaici. In più, il lavoro combinato di intelligenza artificiale, teleriscaldamento e stoccaggio di energia termica garantirà un abbattimento quasi totale degli sprechi. E poi c’è la novità più grande in assoluto: il terminal sarà predisposto per accogliere aeromobili e veicoli terrestri che funzionano con carburanti alternativi.

aeroporto singapore green

Fonte: iStock – Ph: gollykim

Il vortice della pioggia all’aeroporto di Singapore

Ma non è finita qui. Come tutti sappiamo, la crisi sanitaria mondiale dovuta alla diffusione del Covid-19 ha fatto comprendere che c’è una grande necessità di rivedere gli spazi e i luoghi adibiti al traporto pubblico. Per questo, il nuovo terminal dell’aeroporto di Singapore è stato pensato per essere più efficiente in caso di nuove epidemie e pandemie.

Tutto ciò sarà possibile grazie a sistemi di ventilazione all’avanguardia, costruzione di sotto-terminal più piccoli da aprire e chiudere secondo le esigenze, e che possano essere riconvertibili in aree per la quarantena o a disposizione dei servizi sanitari.

Ritorna la Grand Prix Season Singapore

A prescindere dai virtuosi obiettivi in ambito ecologico, la verità è che questi sono giorni di fermento per Singapore. Dopo una pausa di due anni, il Grand Prix Season Singapore torna dal 23 settembre al 2 ottobre con una serie di attività innovative collaterali pensate per tutte le età e per ogni tipo di interesse. Eventi che andranno a completare l’esperienza del Gran Premio di Singapore di Formula 1, invitando i visitatori a esplorare e godere di ciò che Singapore ha da offrire.

Le feste di quartiere torneranno in quattro angoli della città per tutto il periodo del Grand Premio: ogni distretto ospiterà diverse attività ed eventi a tema F1. L’isola di Sentos, per esempio, ospiterà alcune esperienze esclusive rivolte alle famiglie e agli amanti delle “beach vibes”. Da queste parti i visitatori potranno immergersi in spettacoli musicali al Central Beach Bazaar, o provare i simulatori di corsa per una Ultimate Red Bull Racing Experience, per poi di rilassarsi con proiezioni di film ispirati al Gran Premio.

Presso Orchard Road, invece, i viaggiatori potranno fare acquisti in un mercatino delle pulci a tema automobilistico, ma anche partecipare a sfide a tema all’Heineken Silver Smooooth Pit Stop. Esibizioni di percussionisti e flash mob animeranno l’area commerciale della città, insieme a spettacoli visivi.

In occasione della F1, il coloratissimo Clarke Quay darà vita a una vivace vita notturna caratterizzata da feste tematiche, come la Retro Rocks e la Girls’ Night Out, durante le quali si esibiranno famosi DJ locali. Per aumentare l’entusiasmo ci saranno delle sfilate di moda ispirate alle corse e anche un carnevale a tema.

Clarke Quay singapore

Fonte: iStock

Clarke Quay, Singapore

Nel quartiere di Kampong Gelam, infine, ci si potrà immergere in un’atmosfera più culturale: le vie saranno animate di esibizioni teatrali di artisti locali, mentre all’inaugurazione del Food Yard si potrà respirare un’aria carnevalesca. Gli amanti dell’adrenalina, invece, potranno assistere alle sfide di street dance All-Style e alle competizioni di freestyle sulle BMX, ma anche provare le emozioni del Gran Premio grazie ad un camion itinerante di F1.

Le possibilità, ovviamente, non si esauriscono di certo qui. Si potrà partecipare, infatti, anche al primo raduno al mondo di supercar McLaren, ma anche ammirare una replica a grandezza naturale dell’elegante auto da corsa Technic McLaren Formula 1TM Race Car, costruita con circa 288.000 mattoncini LEGO® e in quasi 1.900 ore di lavoro. La cosa più particolare? Che proprio come nella realtà i visitatori potranno sedersi al suo interno.

Prima del Gran Premio, inoltre, il team britannico di Formula 1 Williams Racing sarà al Suntec City per offrire un’esperienza immersiva ed emozionante a tutti i fan, che potranno incontrare dal vivo i piloti Alexander Albon e Nicholas Latifi. Poi l’HyperDrive Cities 2022, un evento ibrido inaugurale dove sarà possibile vivere esperienze, sia online che offline, come le corse simulate e il karting elettrico.

Infine, l’iconico programma GPSS di 1-Altitude “The Circuit” si svolgerà presso l’altissimo 1-Arden, che sarà trasformato in un vero e proprio circuito automobilistico con pit stop e anche un photobooth sul podio.

Insomma, Singapore –  in questi giorni ed entro il 2030 – mostrerà a tutti il suo nuovo e meraviglioso volto.

Grand Prix Season Singapore

Fonte: Ufficio Stampa

Grand Prix Season Singapore
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Nel nostro Paese è appena avvenuta un’importante scoperta

Gli scavi, in Italia, non finiscono mai e in moltissime occasioni riportano alla luce antichi e importanti tesori che per anni sono stati conservati sotto terra. È il caso della scoperta appena avvenuta nel Sud del nostro Paese, dove a seguito di alcuni scavi preventivi da parte dell’Enel sono emersi alcuni reperti storici molti importanti.

Cosenza: trovate tombe di epoca romana e altri reperti

Ci troviamo a Cosenza, in Calabria, e più precisamente su via Popilia, nei pressi del ponte di Calatrava. Proprio qui l’Enel stava facendo degli scavi guidati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Cosenza. Tuttavia, i lavori non sono andati come avrebbero dovuto poiché gli operai si sono imbattuti in veri e propri tesori che hanno costretto a rivedere i loro piani.

Più precisamente, sono emerse sei tombe “alla cappuccina”, risalenti presumibilmente all’epoca romana, che contenevano alcuni reperti storici e delle ampolle che sono stati recuperati e inviati ai laboratori della Soprintendenza.

Ora sarà compito degli archeologi effettuare gli studi preliminari sui vari materiali recuperati, al fine di stabilire l’esatto periodo storico a cui risalgono. Si tratta, in particolare, di oggetti che completano i corredi funerari. Gli esperti della Soprintendenza, dopo aver recuperato tali tesori, avrebbero inoltre effettuato una ricognizione dell’area circostante prima di dare il via libera alla bitumazione e alla conseguente riapertura al traffico.

Cos’è una tomba “alla cappuccina”

Le tombe “alla cappuccina” sono delle inumazioni etrusco-romane diffuse soprattutto in epoca imperiale e destinate per lo più alle classi meno agiate. In sostanza, il defunto non veniva cremato poiché il corpo veniva avvolto in un sudario e adagiato in una fossa scavata sotto il piano del terreno, deposto direttamente sulla terra o su delle lastre di terracotta o sopra un tavolato ligneo.

La tomba veniva poi chiusa nella parte superiore con coppi ed embrici e interrata. Il corredo era per la maggior parte dei casi minimo.

Ma perché queste tombe sono chiamate “alla cappuccina”? Questo tipo di sepoltura viene detto così perché, se guardato in sezione frontale, ha la forma di un triangolo come il cappuccio dei frati cappuccini.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

A Cosenza, quindi, è stata ritrovata una vera e propria necropoli sotto l’asfalto. A tal proposito, la  Soprintendente di Cosenza, Paola Aurino, come riportato dai giornali locali si è detta “felicemente sorpresa e soddisfatta per la scoperta” Si tratta, infatti, di un’importante testimonianza storica della presenza romana sul territorio cosentino.

Un ritrovamento che potrebbe svelare anche molti dettagli sulla vita di quell’epoca grazie ai reperti che erano ancora conservati all’interno delle stesse tombe. Tra le altre cose, non è escluso che tale scoperta possa essere collegata al passaggio nella zona dell’antica Via Popilia. Infatti, non molto tempo fa anche i lavori per la costruzione del vicino parcheggio dei Due Fiumi vennero rallentati a causa del ritrovamento di alcuni reperti archeologici.

Una zona ricca di testimonianze che potrebbero gettare una nuova luce alla storia di questa zona del nostro Paese. Non resta che attendere i diversi approfondimenti per avere maggiori informazioni sul passato di questa bella città del Sud Italia.

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Il teatro antichissimo che si nasconde sotto le viscere della città

Esistono luoghi che non smettono mai di incantare e di sorprendere perché sono proprio loro i custodi di un passato incredibile che non si può dimenticare e che appartiene alla storia dell’umanità. E questo è il caso di tutti quei siti archeologici, storici e culturali che oggi conservano e valorizzano una memoria tramandata da secoli e da generazioni.

È proprio in uno di questo luoghi che vogliamo portarvi oggi, nelle viscere di una città che secondo la leggenda fu fondata da Ercole e che fu distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel ’79 d.C. Stiamo parlando di Ercolano, i cui scavi archeologici insieme a quelli di Pompei e di Oplontis sono inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco.

È proprio qui, all’ombra del grande vulcano e nei pressi del suggestivo Miglio d’oro, che esiste un teatro antichissimo sotto la città. Scopriamolo insieme.

La tappa più amata del Grand Tour d’Italia

Ercolano non ha bisogno di presentazioni perché questa città, da secoli, è meta prediletta di tutti i viaggiatori che vogliono fare un tuffo nel passato e scoprire un pezzo di storia che appartiene all’umanità intera. Proprio l’antico Teatro di Ercolano, raggiungibile con un percorso sotterraneo che si snoda per oltre 20 metri di profondità, è stato la tappa imprescindibile, e forse la più amata, del Grand Tour dei secoli scorsi.

Tra tutti i monumenti rivenuti con gli scavi, il Teatro antico di Ercolano si è guadagnato il primato. L’esplorazione di tutti i siti vesuviani distrutti dall’eruzione del Vesuvio, infatti, è cominciata proprio con lui nel 1700.

Correva l’anno 1709 quando, il Principe d’Elbeuf, venne a sapere che un contadino di Resina aveva scoperto dei marmi e delle colonne antiche in un pozzo vicino alla sua abitazione. Fu allora che il principe decise di acquistare il podere. Era il 1711 e grazie alla creazione di pozzi e cunicoli, veniva raggiunto e scoperto il Teatro di Ercolano.

Grazie a questa scoperta, re Carlo III di Borbone acquisto il fondo e iniziò ad avviare gli scavi di tutta l’area che, volta dopo volta, hanno portano alla luce i tesori sommersi dall’eruzione. Da quel momento il teatro è diventato una meta imprescindibile dei viaggiatori provenienti da ogni parte d’Europa.

Teatro Antico di Ercolano

Fonte: IPA

Teatro Antico di Ercolano

L’antico Teatro di Ercolano

È una visita avventurosa, straordinaria e unica quella che si snoda in un percorso sotterraneo che conduce nelle viscere della città di Ercolano, proprio lì dove sorgeva un teatro antico. Addentrarsi nel sottosuolo equivale a vivere un’esperienza unica e senza eguali che permette di scoprire un pezzo della nostra storia.

Il percorso che conduce all’antico Teatro di Herculaneum è una vera e propria esplorazione che consente di ammirare i resti dell’edificio, i reperti archeologici e anche i graffiti che qui sono stati lasciati nei secoli dai viaggiatori del Grand Tour che si addentravano nei cunicoli e nelle gallerie per toccare con mano la grande meraviglia di questo luogo.

Oggi, esattamente come allora, è possibile vivere questa avventura con tanto di caschi, mantelline e torce che permettono di osservare da vicino i resti dell’antico teatro sepolto dopo l’eruzione del 79 d.C.

L’importanza di questo teatro di epoca romana è riconosciuta all’unanimità, non solo per quello che i resti di questo monumento rappresentano per la storia, ma anche perché la sua scoperta ha segnato l’inizio degli scavi dell’intera area archeologica della città.

Teatro Antico di Ercolano

Fonte: IPA

Antico Teatro di Ercolano
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Viaggio nella Terra di Mezzo, tra Hobbit e Anelli

Chi non vorrebbe trovarsi, almeno per una volta, a camminare tra i paesaggi e nelle terre che hanno caratterizzato le storie descritte nel celebre libro di J.R.R. Tolkien, “Il Signore degli Anelli”? Grazie a Preply, piattaforma globale di apprendimento delle lingue, potrebbe essere molto più semplice di quanto si possa pensare. Come?

Attraverso una guida di viaggio interamente dedicata agli appassionati della Terra di Mezzo, e a chiunque ne voglia sapere di più, in cui sono state inserite tutte le informazioni utili a compiere questo viaggio nella fantasia. Dai luoghi narrati nel romanzo a quelli in cui è stato girato il film, dalla lingua parlata dagli algidi ed eterei Elfi, a tutto ciò che riguarda gli Hobbit e il loro pittoresco stile di vita. Per vivere un tour a 360° nel magico mondo della Terra di Mezzo.

Il progetto

Un progetto nato in occasione dell’Hobbit Day 2022 (che si celebra proprio oggi) e dell’uscita de “Gli anelli del Potere”, la serie tv prequel de “Il Signore degli Anelli”, disponibile in streaming su Amazon Prime Video dal 2 di settembre. Una storia che narra le vicende antecedenti agli eventi che hanno conquistato milioni di seguaci in tutto il mondo, donando una panoramica diversa e più completa di Nani, Elfi, Hobbit, Orchi e uomini.

Una vera chicca per andare a fondo e scoprire tutti i segreti del più amato e famoso capolavoro fantasy degli ultimi anni, immergendosi nella fantasia e nel genio creativo del suo autore.

La guida si struttura come un viaggio all’interno del mondo tolkieniano, realizzata sia per gli amanti dello stesso sia per chi non ne ha una grande conoscenza. Mettendo in evidenza tutto ciò che lo caratterizza e che l’ha reso così unico e inimitabile. Un tour pieno di dettagli e informazioni per poter conoscere meglio i luoghi, le lingue e i diversi protagonisti che orbitano intorno agli anelli e alla Terra di Mezzo.

Il luoghi e le lingue della Terra di Mezzo

Partendo proprio da questa, dalla scoperta della Contea (sia quella immaginaria del libro che quella in cui è stato girato il film) abitata dai pacifici e vivaci Hobbit e proseguendo fino a Gran Burrone, luogo pregno della magia elfica e loro santuario. Ma non solo. Altro luogo descritto è Moria, il regno dei Nani, Fangorn, dove dimorano gli Ent, alberi antichissimi e parlanti. Ma anche Valinor, un reame beato guidato dai Valar e Númenor, un’isola a forma di stella e tutti i regni degli uomini.

Un intero universo creato dalla mente di J.R.R. Tolkien, fatto di personaggi, regni, luoghi incantanti e lingue. Come il Quenya, il latino degli Elfi o il Sindarin, il comune linguaggio utilizzato da Grand Burrone a Lothlorien. Fino all’Ovestron, l’idioma parlato dagli umani e dagli Hobbit e diffuso nella maggior parte della Terra di Mezzo. E tantissimi altri dettagli, informazioni e particolarità che hanno reso indimenticabile e che hanno donato un fascino irresistibile alla storia stessa.

Una guida completa alla scoperta del magico mondo nato dalla penna di J. R. R. Tolkien che vi accompagnerà nell’anima più vera e nascosta de “Il Signore degli Anelli”, fornendo spunti di lettura e film da guardare per comprendere meglio l’intera saga e appassionarvi ancora di più alla vita e alle vicende di tutti i fantastici protagonisti della Terra di Mezzo e della loro lotta tra bene e male.

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Il serpente piumato che appare sulla piramide Maya il giorno dell’equinozio

C’è qualcosa di incredibilmente magico che succede intorno a noi quando arriva l’autunno. C’è la natura che lentamente si addormenta, sprofondando in un lungo letargo, non prima di averci regalato la visione dello spettacolo più bello dell’anno.

E mentre ci prepariamo alla caccia alle foglie, organizzando un viaggio nei luoghi più straordinari dove va in scena il foliage, tutto il mondo celebra l’inizio della stagione con riti, tradizioni e feste pagane, spirituali e mistiche.

Ma c’è un luogo che, più di altri, durante l’equinozio d’autunno regala uno spettacolo senza eguali. Uno show misterioso e apparentemente inspiegabile che attira migliaia di visitatori e che lascia senza fiato. Sì perché qui, al cospetto della maestosa piramide Chichén Itzá, ogni anno appare l‘ombra del serpente piumato e la sua visione incanta.

Chichén Itzá e la grande piramide Maya

Organizzare un viaggio in Messico è sempre un’ottima idea, soprattutto quando l’itinerario ci conduce nello Yucatán, lì dove esiste quella che è probabilmente la più grandiosa testimonianza della civiltà Maya. È qui, infatti, che possiamo raggiungere Chichén Itzá, un complesso di fama mondiale considerato Patrimonio Mondiale dell’Umanità e annoverato tra le nuove sette meraviglie del mondo.

La grande piramide a gradoni di El Castillo occupa una superficie di oltre sei chilometri quadrati campeggiando al centro della scena. Incanta per la sua imponenza, per quelle incisioni grafiche rupestri, e per quello spettacolo di luci e suoni che si ripete ogni sera al calar del sole e che evidenzia i lineamenti e le geometrie di una struttura eccezionale.

Ma Chichén Itzá si configura come un vero e proprio complesso delle meraviglie all’interno del quale è possibile immergersi in un passato grandioso e mai dimenticato. Qui, infatti, è possibile contemplare l’osservatorio astronomico, el Caracol, e tantissimi templi tra cui quello dei guerrieri. E poi c’è lei, la piramide di Kukulkan, conosciuta anche con il nome El Castillo.

Ed è proprio al cospetto di questa che migliaia di cittadini e viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo si riuniscono durante gli equinozi, sia in primavera che in autunno, per ammirare uno spettacolo seducente e misterioso che affonda le sue origini nelle antiche tradizioni Maya.

Durante la giornata, infatti, sulla questa piramide compare un’ombra a forma di serpente: è la discesa in terra del dio Kukulkàn, identificato nel serpente piumato.

La discesa del dio Kukulkàn

Accade che, durante le giornate degli equinozi, sul lato della scalinata della piramide di Kukulcàn appare un’ombra, che dall’alto scende verso il basso percorrendo tutti i 91 gradini, fino a terminare su quella scultura di serpente che si trova alla base della struttura.

In realtà il fenomeno visivo non è altro che un gioco di luci e ombre, creato dal sole, che dà vita a quella suggestiva sagoma a forma di serpente, ma per le leggende locali non ci sono dubbi. Si tratta della discesa del dio Kukulkàn che, proprio in occasione dell’autunno e della primavera, arriva sulla terra per incontrare i suoi seguaci, per portare loro benedizioni e buon auspicio per le stagioni che verranno. Il suo arrivo coincide con le prime luci dell’alba, salvo poi sparire al tramonto per altri sei mesi.

La discesa del Kukulkàn, in occasione degli equinozi, è un evento importantissimo per la tradizione locale e per la cultura Maya, nonché uno spettacolo che incanta e che suggestiona. Proprio per celebrare questo momento, al calar del sole, viene ricreato uno spettacolo di luci e suoni che omaggia la discesa del serpente piumato.

Chichén Itzá, equinozio

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Chichén Itzá, equinozio
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Feste, riti e tradizioni dal mondo per celebrare l’equinozio d’autunno

È un momento magico e sempre affascinante quello che segna, in maniera definitiva, la fine di una stagione e l’inizio di un’altra. Perché la natura che ci circonda cambia e si trasforma, mettendo in scena i suoi spettacoli più belli, e con lei cambiano anche le nostre abitudini e la quotidianità. Cambiamo anche noi.

E ora che il calendario si avvicina alla fine di settembre è tempo di salutare l’estate e dare il benvenuto all’autunno. Quest’anno, l’appuntamento è previsto venerdì 23 settembre nell’emisfero boreale, dove si attende e si celebra l’equinozio d’autunno.

Gli amanti di questa stagione, che si prepara come ogni anno a regalarci paesaggi e atmosfere magiche e suggestive, potranno festeggiare il suo arrivo con feste, riti e tradizioni dal mondo. Scopriamo le più affascinanti.

Benvenuto autunno

Le foglie che cambiano colore, e che infiammano il paesaggio con tinte che vanno dal rosso all’arancione, passando per il giallo e il marrone, la natura che silenziosamente ci saluta per lasciarsi andare a un meritato letargo e poi, ancora, i frutti autunnali che popolano i boschi e che arrivano sulle nostre tavole: tutto questo è l’autunno.

Quest’anno, la stagione più magica di sempre, è attesa venerdì 23 settembre. Più che un giorno, quello dell’equinozio, è un’istante che in Italia si verificherà alle 3.03 di notte.

Sono tantissime le usanze del mondo che celebrano questo momento. Alcune affondano le loro radici in riti pagani e antichissimi, altre in tradizioni secolari e in feste che si protraggono anche per il mese di ottobre.

Abbiamo selezionato, per voi, le più affascinanti e suggestive da scoprire, magari proprio con un viaggio che celebra l’inizio dell’autunno.

Mabon, la festa pagana della Wicca

Con il termine Mabon ci si riferisce all’equinozio d’autunno, uno degli otto Sabbat della Wicca. Conosciuto anche come Festa del Secondo Raccolto, questo giorno che si trova a metà tra i due solstizi, e che è caratterizzato dalle stesse ore di luce e bui, rappresenta l’equilibrio di tutte le cose.

È celebrato con l’introspezione. L’invito di questa festa è quello di riflettere sul passato e sul presente, di prendersi del tempo per sé per trovare armonia ed equilibrio e per celebrare i frutti raccolti dopo una lunga semina.

Giappone: Shūbun No Hi

La Shūbun No Hi è una delle feste più sentite di tutto il Giappone e fa parte dei 24 Setsubun, i giorni di transizione considerati i più importanti dell’anno. Le celebrazioni, che cadono di 23 settembre, sono dedicate alla nuova stagione, ai raccolti e ai buon auspici, ma anche a tutte le persone che non ci sono più.

In tutto il Paese, infatti, le persone fanno visita ai propri defunti portando loro in dono cibo e fiori. Poi la tradizione si conclude con lunghe passeggiate tra le foglie d’acero che si preparano a cambiare colore e che anticipano la meravigliosa tradizione della caccia ai colori autunnali.

In questo stesso periodo, in Giappone, si celebra anche lo Tsukimi, la festa dedicata all’osservazione della Luna. Una tradizione antichissima, questa, che secondo gli esperti affonda le sue origini nel festival autunnale che si tiene in Cina ogni anno, e che da questo è stato ispirato e influenzato.

Durante lo Tsukimi i cittadini si riuniscono per celebrare la Luna con cibo tradizionale e passeggiate al chiaro della Luna, visita ai santuari e osservazione delle bellezze naturali.

L’Equinozio in Lituania

Organizzare un viaggio in Lituania, in questo periodo, ci consente di prendere parte a una tradizione davvero straordinaria che si celebra ogni anno a Vilnius. Nella capitale, infatti, centinaia di candele illuminano il fiume Neris per dare il benvenuto all’autunno. Nel resto della città, invece, si snodano diversi mercatini locali che espongono sui banchi gli ultimi frutti del raccolto.

Machu Picchu: il luogo dove il sole è legato

Esiste un luogo nelle Ande peruviane che da sempre attira viaggiatori da tutto il mondo per il suo fascino e il suo mistero. Stiamo parlando di Machu Picchu, l’incredibile fortezza del Perù. È qui che esiste la pietra intihuatana che nella lingua quechua vuol dire luogo dove il sole è legato. Gli esperti ritengono che questa pietra abbia funzionato da osservatorio dell’anno solare che poteva definire l’arrivo dei solstizi e degli equinozi.

E in effetti è proprio qui che si recano miglia di persone durante l’equinozio d’autunno, per ammirare la proiezione dei raggi del sole sulla pietra che, proprio in questa occasione, annulla ogni ombra.

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L’oasi nel deserto nata dalle lacrime di una principessa

Le oasi del deserto non sono miraggi. Non sono sogni a occhi aperti o illusioni create dalla mente. Certo è che sono così straordinarie e apparentemente inspiegabili che non sembrano vere, eppure sono reali e per questo bellissime.

Sono luoghi che raccontano tutta la forza della natura, proprio lei che domina e conquista i deserti più aridi facendosi spazio tra le dune sabbiose. Sempre lei che consente di creare dei microcosmi dove vivono e convivono acqua, flora, fauna ed esseri viventi.

Ed è proprio in un’oasi che vogliamo portarvi oggi. Un piccolo paradiso che incanta per la sua bellezza paesaggistica, per quel fascino naturale che si fonde al mistero e alle leggende che qui sono nate e che sono state tramandate per secoli. Ci troviamo a Huacachina, in Perù, al cospetto dell’oasi nel deserto nata dalle lacrime di una principessa.

In Perù c’è una straordinaria oasi nel deserto

Probabilmente, tutti quelli che sognano di visitare il Perù, conoscono Huacachina. Questa piccola oasi, circondata da un villaggio dove vivono appena 100 anime, è una delle attrazioni turistiche più affascinanti dell’intero territorio.

Situata ad appena 20 minuti dalla città di Ica, e immersa nello sconfinato deserto di Atacama, quest’area è diventata il paradiso di tutti gli amanti delle attività outdoor. Il deserto che si snoda tutto intorno e le alte dune sabbiose, l’hanno resta una destinazione popolare per sport come il sandboarding e la corsa con le dune buggy.

Eppure c’è qualcos’altro, qui, che affascina e lascia senza fiato. Ed è quello scenario lussureggiante che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che attraversano il deserto e che raggiungono questo villaggio.

Al centro della scena domina un lago placido all’interno del quale si specchiano gli arbusti e la vegetazione circostante creando un piccolo paradiso naturale senza eguali. E il panorama che si palesa davanti allo sguardo è così affascinante che il Telegraph lo ha inserito tra le destinazioni più spettacolari del mondo intero.

Huacachina

Fonte: 123rf

Huacachina

La leggenda di Huacachina

Il lago che campeggia nel cuore di Huacachina è naturale, e si è formato grazie a delle correnti sotterranee ricche di minerali che filtrano attraverso la sabbia, e che hanno consentito alla vegetazione di crescere più rigogliosa che mai. Palme, eucalipti e splendidi esemplari di algarrobo pallido circondano lo specchio d’acqua e danno vita a un’oasi lussureggiante e incredibile.

Anche se le origini di questo luogo sono ampiamente spiegate dalla scienza, ci sono altre storie locali molto più suggestive, che rendono Huacachina ancora più affascinante e misteriosa.

Secondo la leggenda, infatti, proprio in questa zona del deserto viveva una bellissima principessa inca dal nome Huacca China. Amava trascorrere le sue giornate cantando, e la sua voce era così ammaliante che nessuno sapeva resisterle. La storia vuole che per sfuggire al corteggiamento prepotente di un uomo, la ragazza scappò via e si rifugiò all’interno di una laguna per nascondersi. Trasformatasi in sirena, però, non potè mai più lasciare quel luogo.

Una seconda versione della storia, dedicata ai più romantici, collega la nascita dell’oasi al dolore della principessa per la morte del suo grande amore. Sarebbero state le sue lacrime, infatti, a creare Huacachina che, in lingua madre, vuol dire proprio “Donna che piange”.

Huacachina

Fonte: iStock

Huacachina